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Nome: Calisto Bruno
Data: 12-05-2004
Cod. di rif: 1184
E-mail: calbru1930@virgilio.it
Oggetto: Al Signor Granata
Commenti:
Egregio Signor Granata,
per la mia esperienza di sarto in Roma (sono stato un dipendente e lungi da me alcun intento promozionale) mi permetto di dare alcune indicazioni circa i dubbi da Lei esposti.

1) Altezza dei pantaloni. Per un giovane come Lei, se longilineo, le Sue indicazioni possono rientrare ormai nel "classico". Con il passare degli anni (almeno una quindicina) o con diversi chili di troppo consiglierei qualche centimetro in più.

2) Lunghezza dei pantaloni. Per il davanti esiste un solo consiglio: debbono avere una lunghezza tale che il pantalone poggi bene sulla scarpa facendo una sola piega (in altre parole davanti non devono rimanere dritti ma debbono spezzarsi in basso una sola volta). Per il dietro il mio consiglio è che siano più lunghi ed arrivino appena (un centimetro o due) sopra l'estremità superiore del tacco.
Molti clienti ci chiedono però sul dietro lunghezze più corte, che seppur a mio avviso scorrette, possono però contribuire a slanciare figure di bassa statura.
Per far cadere bene il pantalone è in tutti i casi INDISPENSABILE il battitacco a mezzaluna sul dietro.

3) Larghezza dei pantaloni (sul fondo). A prescindere da ogni considerazione sulla larghezza dei pantaloni dalla coscia alla caviglia, una larghezza sul fondo consigliabile e rientrante nel "classico" per un giovane trentenne deve stare nel range 21-23 centimetri (proporzionale anche alla lunghezza della scarpa).
Ad un'età più matura un mio personale consiglio è di aumentare tale larghezza di uno o due centimetri.
N.B. A scanso di equivoci, ogni volta che si parla di larghezza si parla di semicirconferenza dei pantaloni.

4) Cravatte. Ho avuto modo alla mia non più giovanissima età di conoscere alcuni degli uomini più importanti e conosciuti al mondo. Molti di loro adornati, alcuni ben vestiti, pochi eleganti.
Dico ciò per dire che la cravatta è uno di quegli elementi che può essere portato in mille modi diversi, in alcuni casi con successo, in molti meno.
Volendo dare un consiglio ad un giovane trentenne, che a quest'età è bene non esca ancora dai canoni tradizionali, una lunghezza corretta della punta della gamba della cravatta va da un paio di centimetri sopra ad un paio di centimetri sotto la cinta. La gambetta dovrebbe essere qualche centimetro più corta e MAI inserita all'interno della camicia per nasconderla.

Mi scuso per la lunghezza e se le mie informazioni saranno considerate utili sono ben lieto di continuare queste corrispondenze; chiedo solo di non chiedermi, neanche privatamente, il nome della sartoria per la quale ho prestato anni di credo e spero onorato servizio.
Con ossequi
Calisto Bruno, vecchio sarto in Roma

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Nome: Calisto Bruno
Data: 10-07-2004
Cod. di rif: 1448
E-mail: calbru1930@libero.it
Oggetto: Al Signor Villani - N. 1430
Commenti:
Egregio Signor Villani,
La prego, lasci il morning coat nell'armadio (e i cambi d'abito alle Signore).
Non conoscendo la Sua età ed a meno che non sia richiesta espressamente una tenuta formale, indossi un completo blu molto scuro, una camicia bianca con polsini doppi stirata alla perfezione, una cravatta rosso bordò, scarpe nere (appropriate le oxford con punta leggermente rigata), calze blu scuro. Dato che ritengo usi la cinta, questa deve essere sempre nera.
Un fazzoletto bianco nel taschino è altresì necessario.
Calisto Bruno, vecchio sarto in vacanza

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