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Nome: Carlo Zichittella
Data: 02-10-2005
Cod. di rif: 2167
E-mail: c.zichi@tele2.it
Oggetto: Sarto in Milano
Commenti:
Gentilissimi Cavalieri,

Mi appello a Voi per chiederVi dove posso trovare un sarto a Milano, o nelle vicinanze, che lavori bene e soprattutto che sia il più economico possibile! Sono ancora uno studente e ho pochi quattrini...

Vostro Scudiero,
nonchè devoto servitore,
Carlo Zichittella


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Nome: Carlo Zichittella
Data: 03-11-2005
Cod. di rif: 2199
E-mail: c.zichi@tele2.it
Oggetto: Tropical o Mohair Kid?
Commenti:
Esimio Rettore De Paz,

Con molti sacrifici, data la mia professione di studente universitario con ahimé scarse risorse finanziarie, sto cercando di formare un guardaroba minimalista, che possa rispondere al meglio alle mie esigenze. Pertanto, dopo lunghe riflessioni, ho deciso che si dovrà così comporre: un doppiopetto invernale ed uno estivo. Poi, se le risorse me lo consentiranno, un doppiopetto o un tre pezzi in gabardine per la primavera e l'autunno.
Circa il tessuto invernale ho già deciso; sarà un ritorto tre capi blu navy. Sono però in dubbio sulla scelta del tessuto per l'abito estivo. Il Cav. Forni mi parlava del Tropical e del Mohair Kid, in quanto il Lino irlandese è costosissimo e lo Shantung di seta è una rarità.
Non ho ancora molta dimestichezza con i vari tessuti, pertanto Le sarei grato se mi potesse illustrare le peculiarità dell'una e dell'altra stoffa. Le espongo anche le mie esigenze: avere un capo da utilizzare in piena estate, sfoderato o mezza fodera, utilizzabile sia di giorno che di sera e "resistente" ai lunghi viaggi.
A Suo avviso qual'è la scelta più opportuna da fare?

La ringrazio,
Suo devoto Scudiero,
Carlo Zichittella



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Nome: Carlo Zichittella
Data: 08-11-2005
Cod. di rif: 2210
E-mail: c.zichi@tele2.it
Oggetto: Otto bottoni per un doppiopetto!
Commenti:
Esimio Rettore, Illustre Gran Maestro

Entrambe conoscete la mia predilezione per il doppiopetto che, citando Ivano Comi, potremmo dire: "Il vestito diventa un'uniforme, qualcosa che vuole trasmettere a chi lo indossa, che vuole comunicare a chi lo vede, una condizione di chiara, trasparente, ordinata bellezza". Nulla meglio di queste parole esprimono la mia concezione dell'abito.
Come nella giacca ad un petto, anche in quella a due, più aumenta il numero dei bottoni che la chiude, più diventa "seria" e "formale". Dico bene?
Volendo esplorare le possibilità espressive del doppiopetto mi sono chiesto a quale funzione rispondesse quello ad otto bottoni. L'origine marinaresca e militare è lampante (vedasi Taccuino 493)! ma come spesso accade nell'abbigliamento maschile, può essere trasposto in ambito civile? ovvero per un'occasione serale?
Se la risposta è affermativa, l'allineamento della bottoniera dev'essere verticale per tutti e quattro i bottoni delle due file o, anche in questo caso, gli ultimi due superiori (quelli che potremmo definire morti) devono essere più esterni? Inoltre mi chiedevo quale fosse il tessuto più appropriato per farsi confezionare un simile abito.
Un'ultima curiosità: occasionalmente lo si vede in versione blazer, più spesso nei soprabiti, come mai non come completo?
Mi rendo conto che il doppiopetto in questione debba entrare nel guardaroba quando già si dispone di un congruo numero di abiti, ma credo che sognare non nuocia a nessuno...

Cavallerescamente,
Vostro Scudiero,
Carlo Zichittella

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Nome: Carlo Zichittella
Data: 21-12-2005
Cod. di rif: 2270
E-mail: c.zichi@tele2.it
Oggetto: Domande sull'Ulster
Commenti:
Illustre Rettore, Esimio Gran Maestro

Proprio questo lunedì mentre ero in un noto e storico negozio di calzature per cavalieri, a Milano, è entrato un giovane che avrà avuto qualche anno più di me, ma con indosso un meraviglioso Ulster, grigio chiaro, attillatissimo. Le confesso che l'emozione è stata tanta e, ahimè, anche l'invidia! Vorrei chiederLe quali siano i tessuti più indicati per questo soprabito, che non vuole riparare l'uomo dal freddo ma lo spirito dall'arido vento della mediocrità.
A mio avviso l'Ulster, a differenza di altri soprabiti, si presta molto a due differenti versioni: una cittadina e una più "campagnola". Nel primo caso sarà ascetico per tessuto, taglio e colore; nel secondo sarà con tinte più sgargianti, magari finestrato, magari con le tasche a soffietto e magari con un bottone per serrare meglio il profondo spacco del paramano. Lei cosa ne pensa?
I miei sono semplici spunti di riflessione.

Cavallerescamente,
Carlo Zichittella

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Nome: Carlo Zichittella
Data: 25-02-2006
Cod. di rif: 2366
E-mail: c.zichi@tele2.it
Oggetto: The chap
Commenti:
La rivista The chap dispone anche d'un proprio sito, www.thechap.net.

Un cordiale saluto,
Carlo Zichittella

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Nome: Carlo Zichittella
Data: 28-06-2006
Cod. di rif: 2511
E-mail: c.zichi@tele2.it
Oggetto: Risposta al Sig. Alessio D'Ascenzo, Rif. Gesso n. 2508
Commenti:
Gentile sig. D'Ascenzo,

Il rasoio a mano libera ha sempre esercitato su di me un gran fascino: per quel senso di estrema virilità che conferisce nel maneggiarlo e per il suo essere così legato ad altri tempi, uomini e valori.
Considero la Toeletta un momento importantissimo della mia giornata perchè essa, appropriandomi delle parole del Gran Maestro, "è la perfezione di una volontà estetica che parte e ritorna al singolo senza la mediazione dello spettatore, libera da ogni soggezione a giudizi esterni. Nella sua assoluta intimità, contenuto e forma coincidono. La verità non è obbligatoria, è inevitabile, perché nessuno può mentirsi a lungo quando è nudo e di fronte allo specchio".
Ho 20 anni, ma utilizzo il rasoio a mano libera già da due; pertanto, senza peccare di presunzione, mi sento di poterLe rispondere. Le dico fin da subito di non avere alcun timore nel provarlo, perchè non ci si taglia poi così facilmente come erroneamente si è indotti a pensare (anzi è proprio il contrario, perché si ha molta più cura nei movimenti!), a meno che di essere frettolosi o sbadati. La maestria la si acquisisce col tempo, o meglio con l'utilizzo, perchè le prime volte non è facile da maneggiare. Voglio precisarLe che prima di utilizzare quello a mano libera utilizzo il rasoio Mach3 per fargli fare il "grosso del lavoro" e, confesso, in alcuni punti, come mento e mandibola, è molto più comodo. Dopodiché insapono nuovamente il viso e faccio il "lavoro di fino" con il Nostro, in quanto la lama è a diretto contatto con la cute, così da raschiare perfettamente ogni pelo ed ogni impurità (cosa che il Mach3 non permette a causa delle protezioni ai bordi delle tre lame, facendo comunque rimanere poco meno di 1mm di barba!). Inoltre è uno strumento ideale per curare meticolosamente basette, pizzetti e baffi.
Per quanto riguarda lo strumento in sé, ne esistono di due tipi: uno a lama fissa (che richiede d’essere affilato ogni volta con la coramella) ed uno a lamette intercambiabili. Per i materiali dell’impugnatura tutto dipende dalla Sua fantasia: può farselo fare in ebano, in madreperla, in corno, in tartaruga o in qualsiasi altro materiale che Le piace. Sul mio ho fatto anche apporre le iniziali: un piccolo vezzo che senza essere ostentato rimanere solo per me!
La Toeletta così fatta mi impegna per circa un ventina di minuti, ma è un momento che dedico completamente a me stesso, pertanto non l’avverto come un peso ma come un piacere.
Prima di concludere Le dico anche che prodotti uso, perché anch’io come Lei ho la pelle sensibile. D.R. Harris & Co. Ltd. come crema da barba, e balsamo di Caron Paris; tutto al profumo di lavanda.
Spero di esserLe stato utile e di averLa incentivata a provare il rasoio a mano libera.

Et voilà, il signore è servito!

Cavallereschi saluti,
Carlo Zichittella


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Nome: Carlo Zichittella
Data: 16-12-2007
Cod. di rif: 3602
E-mail: c.zichi@tele2.it
Oggetto: Hacking Jacket con oxford nere
Commenti:
Impareggiabile Gran Maestro,

Nel Suo ultimo intervento sul Taccuino in merito alla Hacking Jacket (cod.3728) mi ha colpito, ancor prima della giacca stessa, l'abbinamento di S.A.R. Principe Carlo: oxford nere, lucidissime, con una tenuta ipersportiva. Orbene, siccome ho già notato questo particolare anche su altre immagini e sempre, ad esempio, quando indossa il Kilt (cod. 1466), mi chiedevo se si tratta di una scelta personalissima del Principe, oppure se sotto vi è un vero e proprio Dress Code.

Cavallerescamente,
Suo devoto Scudiero
Carlo Zichittella






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