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Nome: Cesare Migliaccio
Data: 27-10-2003
Cod. di rif: 661
E-mail: namoz@libero.it
Oggetto: Problemi con delle calzature
Commenti:
Ho acquistato un paio di stivaletti Tricker's piuttosto corposi le cui punte mi sembra stiano tendendo all' insù nonostante l' uso piuttosto attento che faccio del tendiscarpe.
Ho anche provato con tendiscarpe di una misura più grande rispetto a quelli che uso con calzature meno imponenti ma non mi sembra di vedere miglioramenti.
Per favore ditemi che il processo non è irreversibile.
Sarò infinitamente grato a chiunque vorrà darmi un consiglio.
I miei migliori saluti al Gran Maestro e ai Cavalieri tutti.
Cesare Migliaccio.


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Nome: Cesare Migliaccio
Data: 19-11-2003
Cod. di rif: 761
E-mail: namoz@libero.it
Oggetto: Curiosità
Commenti:
Egregio Gran Maestro,
approfitto nuovamente della Sua pazienza con un paio di domande.
A parte la differenza al tatto (si chiama mano?) e il differente spessore delle righe diagonali più evidenti nel covert, qual' è la differenza "costruttiva" tra il cavalry twill e il medesimo covert?
Esiste qualche testo, anche in lingua inglese, dove sia descritto in maniera non approssimativa
il mondo dei tessuti a partire dal processo produttivo?
Le informazioni che sono riuscito a trovare su alcuni libri che trattano in generale di abbigliamento maschile non sono affatto chiare.
Sull' ultimo MONSIEUR ho letto il Suo elogio del blazer, ovviamente con le dovute precauzioni d' uso.
Secondo Lei questo capo, nel taglio doppiopetto con bottoni neri, può sostenere l' onere di un esame di Laurea o sarebbe indicato qualcosa di più formale. Al momento è il capo in mio possesso che trovo mi vesta meglio, mi ci sento bene dentro (non saprei come altro dirlo). Lo volevo indossare con dei pantaloni di flanella grigio non troppo scuro e delle derby alte color cognac. Per la camicia e la cravatta sono ben accetti suggerimenti anche se probabilmente, alla fine, andrò un pò ad umore.
Mi permetto infine di sottoscrivere la richiesta fatta al Sig. Alden di scrivere i suoi gessi anche in inglese. Sono infatti sicuro che nella traduzione si rischi di perdere qualche importante sfumatura.
La saluto cordialmente.
Cesare Migliaccio.

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Nome: Cesare Migliaccio
Data: 06-02-2004
Cod. di rif: 887
E-mail: namoz@libero.it
Oggetto: Sarti a Sorrento
Commenti:
Egregio Gran Maestro,
conosce il nome di qualche artigiano, in penisola sorrentina, dal quale farsi cucire un abito su misura? O è ormai necessario spostarsi a Napoli?
Cordialmente,
Cesare Migliaccio

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Nome: Cesare Migliaccio
Data: 09-02-2004
Cod. di rif: 897
E-mail: namoz@libero.it
Oggetto: Prima volta in sartoria
Commenti:
Egregio Gran Maestro,
La ringrazio per il nome del Maestro e mi permetto qualche altra domanda.
Lei ha spesso detto che la scelta di tessuti che si può fare in sartoria è limitata.
D’ altra parte io sarei intenzionato a farmi cucire il mio primo abito blu avendone ormai bisogno.
In quest’ ottica crede che sia comunque necessario acquistare prima il tessuto in un negozio specializzato o ,per un primo abito, basteranno le opzioni disponibili dal sarto? E Lei su quale tessuto (estivo) mi orienterebbe?
Opterei per un abito ad un solo petto a tre bottoni e due spacchi laterali che penso sia più facile da gestire da un neofita quale io sono: cosa ne pensa?
La ringrazio ancora per la cortesia.
I miei migliori saluti,
Cesare Migliaccio.

P.S.
Non credevo di potermi emozionare così per un abito...
E non ho ancora preso le misure!


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Nome: Cesare Migliaccio
Data: 28-03-2004
Cod. di rif: 1064
E-mail: namoz@libero.it
Oggetto: Da Sorrento
Commenti:
Egregio Gran Maestro,
eccomi a riferirLe della mia prima visita al Maestro Sorrentino.
Io avevo delle istruzioni ben precise e ho cercato di seguirle alla lettera come Lei mi aveva chiesto.
Ho trovato sia il Maestro che il figlio delle persone estremamente disponibili anche nei confronti di chi, come me, era alla sua prima visita ad una sartoria.
Sulla giacca napoletana ho capito di più in cinque minuti col Maestro che in mesi di letture della lavagna: con questo intendo dire che ora capisco il ruolo principe che Voi tutti riservate all’esperienza sul campo. Mi è venuto in mente il film Will Hunting, quella battuta in cui Robin Williams dice a Matt Damon che, pur leggendo tutti i trattati di storia dell’arte di questo mondo, non avrebbe mai saputo, se non visitandola, quale odore vi fosse nella Cappella Sistina.
Ma torniamo al racconto. Sono stato molto chiaro su ciò che desideravo e a momenti scoppiavo dalle risate, ripensando alle Sue previsioni, quando mi veniva mostrata una sequela di Supercentoetc.etc. In tutta sincerità sono poi arrivati altri campioni con molti misti, del mohair ma niente ritorto a due o tre capi come da me richiesto.
Mi vengono mostrati i pregi dei vari tessuti, la differenza tra i vari Super100, 120 (e qui la lettura della lavagna si è rivelata davvero preziosa.)
Ma sono risoluto e chiedo di vedere il famigerato ritorto.
Mi viene spiegato che non lo hanno in tirella né hanno delle vecchie pezze da mostrarmi perchè ormai nessuno più lo chiede e loro non hanno interesse a ordinarlo.
Mi vedono perplesso e allora il figlio esce un attimo e torna con un abito blu a righe di ritorto a tre capi. Con un sorriso disarmante mi dicono che quello è l’abito che il Maestro ha indossato al matrimonio del figlio...
Meraviglioso! Al tatto mi ricorda la divisa estiva che indossavo in Aeronautica e che tanto ho amato!
Decido per il ritorto e mi dicono che faranno una telefonata l’indomani per vedere se riescono
a procurarsene un po’.Li vedo scettici.
Li richiamerò il giorno dopo ma mi verrà detto che non viene proprio più prodotto.
A questo punto volevo approfittare della Sua disponibilità per cercare il tessuto a Napoli ma dopo una brutta avventura in Circumvesuviana ho desistito e La contatterò solo quando tornerò a Napoli in auto.
Una notazione da neofita sul prezzo (che anche dal vivo, a quanto pare, alcuni artigiani sono restii a comunicare): ero convinto che un abito, tessuto a parte, costasse molto di più dei 600 euro di manodopera che il Maestro chiede. Inoltre, informatolo che venendo da Roma avevo tempi piuttosto stretti, si è messo a disposizione per cucirmi l’abito e consegnarmelo nelle due settimane scarse che rimanevano. Anche in questo caso sono rimasto spiazzato dalla tempistica che immaginavo più dilatata.
Insomma, pur non avendo concluso nulla, mi ritengo pienamente soddisfatto dell’esperienza e La rigrazio per tutti i cosigli fornitimi.
Approfitto dell’occasione anche per ringraziare pubblicamente il Sig. Marseglia che senza mai avermi né visto né sentito ha acquistato per me il famoso Apparel Arts.
Grazie davvero a tutti per la disponibilità rara che mi avete dimostrato.
Cordiali saluti.
Cesare Migliaccio.


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Nome: Cesare Migliaccio
Data: 15-04-2004
Cod. di rif: 1088
E-mail: namoz@libero.it
Oggetto: Grigio al matrimonio?
Commenti:
Egregio Gran Maestro,
Lei disse una volta, precisamente nel gesso 570, che la posizione di Carlo Guardascione Scalo non poteva essere trascurata o criticata alla leggera viste le frequentazioni, la famiglia, la cultura e la posizione. Mi è restata tanto impressa quella frase che ho pensato di riportare su questa lavagna quanto letto sul libro Noblesse Oblige scritto a quattro mani dalle signore Alessandra Borghese e Gloria von Thurn und Taxis: “Ci si sposa con la luce del giorno o, comunque, il fatidico sì dovrebbe essere pronunciato prima del tramonto...Il vestito classico da matrimonio per gli uomini è il tight...Gli uomini invitati indosseranno un abito BLU SCURO, mentre i membri della famiglia e i testimoni non potranno esimersi dal portare il tight come lo sposo.”
A questo punto Le confesso di essere un po’ confuso. Mi chiedo quale sarà il colore dominante ad un matrimonio al quale siano invitati esponenti sia dell’aristocrazia capitolina che di quella napoletana. Inoltre Ser Lancillotto consiglia il tight a tutti, qualora sposo e testimoni abbiano optato per questa scelta. E’ dunque il caso di dire (nei limiti del buon senso!) “troppe regole, nessuna regola”?
Per mio conto approfitterò della confusione che regna sotto il cielo e dei miei trent’anni per vestire indifferentemente nei due colori.
I miei più cordiali saluti,
Cesare Migliaccio


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Nome: Cesare Migliaccio
Data: 20-04-2004
Cod. di rif: 1094
E-mail: namoz@libero.it
Oggetto: Grazie per la metafora
Commenti:
Egregio Gran Maestro,
mi scuso per il ritardo col quale Le rispondo ma ho avuto difficoltà a scovare qualcuno pratico di bridge. A questo punto, nel ringraziarLa, mi associo al Sig. Girometta.
Cordialmente.
Cesare Migliaccio.

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Nome: Cesare Migliaccio
Data: 22-04-2004
Cod. di rif: 1110
E-mail: namoz@libero.it
Oggetto: Sartoria napoletana. A Roma per un giorno
Commenti:
Egregio Gran Maestro,
la buona sorte mi ha permesso di liberarmi in tempo utile per fare un salto dal Maestro Marigliano.
Che personaggio, che mattatore! Mi ha intrattenuto per un’ora con aneddoti, spiegazioni, dettagli tecnici e dimostrazioni pratiche sulla vestibilità della giacca napoletana. Incredibile ma vero: ha eseguito davanti a me dei piegamenti sulle braccia, con la giacca abbottonata, senza che il collo o le spalle facessero una virgola. Ci ho riprovato a casa e mi sono ritrovato col primo bottone in bocca. Mi ha fatto indossare una giacca estiva sfoderata, di un altro cliente, che si è appoggiata su di me come se fosse stata mia.
Ora capisco l’entusiasmo del Cavalier Villa.
I miei saluti.
Cesare Migliaccio.

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Nome: Cesare Migliaccio
Data: 04-05-2004
Cod. di rif: 1143
E-mail: namoz@libero.it
Oggetto: Uniformologia - Al Sig. Pugliatti
Commenti:
Egregio Sig. Pugliatti,
ricordando la Sua passione per le uniformi ho pensato di riportare a Suo beneficio la recensione di un testo apparsa sul bimestrale dell’UNUCI (Unione Nazionale Ufficiali in Congedo d’Italia).
LE COLLEZIONI UNIFORMOLOGICHE DEL MUSEO STORICO DELLA CAVALLERIA di Massimo Piatto : “In questo volume, illustrato con le immagini ottenute dalle collezioni esposte nel Museo Storico della Cavalleria di Pinerolo, l’autore ripercorre le vicende del costume militare e degli elementi di corredo della Cavalleria italiana dal 1861 al 1943. Tramite una ricerca approfondita sono state ricostruite le modifiche a mano a mano introdotte nel corso dello sviluppo delle uniformi, la cui evoluzione viene illustrata tramite riproduzioni fotografiche e delle norme regolamentari ad esse relative. Il volume intende allacciare le gloriose tradizioni storiche dell’Arma di Cavalleria al suo odierno sviluppo evolutivo, in previsione di un rinnovamento che prevede il suo futuro impiego in vari settori operativi internazionali”.
Massimo Piatto: LE COLLEZIONI UNIFORMOLOGICHE DEL MUSEO STORICO DELLA CAVALLERIA. Collegno (TO) - Roberto Chiaramonte Editore, 2003, S.i.p. Il volume è reperibile presso l’Editore Chiaramonte – Tel. 011781983.
Cordiali saluti,
Cesare Migliaccio.


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Nome: Cesare Migliaccio
Data: 27-07-2004
Cod. di rif: 1481
E-mail: namoz@libero.it
Oggetto: Camicia in cotone makò
Commenti:
Egregio Gran Maestro,
dando un'occhiata alle vetrine ho trovato una camicia blu in cotone makò che mi ha fatto pensare subito alla famosa camicia in filo di scozia di cui parlavate qualche tempo fa'.
Sono dunque qui a chiederLe se questo tipo di cotone ha qualità almeno paragonabili al filo di scozia. Mi è sembrata leggera ma non sempre leggerezza fa rima con freschezza.
Ho provato a fare una ricerca sulla lavagna ma il mio collegamento è troppo lento.
Ovviamente la domanda è rivolta anche al Sig. De Paz...
I miei saluti.
Cesare Migliaccio.

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Nome: Cesare Migliaccio
Data: 02-08-2004
Cod. di rif: 1488
E-mail: namoz@libero.it
Oggetto: Makò
Commenti:
Egregio Sig. De Paz,
sono tornato sul luogo del misfatto e ho cercato delucidazioni sulla camicia.
L'etichetta interna riportava semplicemente la dicitura 100% cotone.
La scritta cotone makò era su un cartellino applicato vicino ad un bottone.
Ovviamente il commesso non ha saputo aiutarmi in nessun modo...
Comunque ho visto le immagini inserite dal Gran Maestro sul taccuino e il prodotto è
tutt'altra cosa. Mi ero lasciato ingannare dall'aspetto molto simile a delle polo in filo
di scozia che mia nonna acquistava per me quando ero più piccolo per farmi "stare fresco".
A questo punto Le chiedo solo qualche delucidazione in più sul makò per una pura curiosità intellettuale.
Ancora saluti.
Cesare Migiaccio


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Nome: Cesare Migliaccio
Data: 03-09-2004
Cod. di rif: 1568
E-mail: namoz@libero.it
Oggetto: Al signor Pugliatti.
Commenti:
Egregio signor Pugliatti,
La ringrazio per le immagini di Fonda da Lei inserite nel taccuino.
A parte il fatto di avermi restituito un'immagine davvero elegante di un attore che ormai ricordavo in ruoli da pensionato o da cow-boy, ho finalmente visto un uomo con uno sguardo davvero virile!
Nè ammiccante, nè languido, nè perso nel vuoto come capita di vedere oggi sul volto di tanti attori. Lo sguardo che vorrei vedere sul volto dei miei interlocutori.
Semplicemente quello di un uomo.
Grazie ancora.
I miei saluti.
Cesare Migliaccio.

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Nome: Cesare Migliaccio
Data: 03-09-2004
Cod. di rif: 1569
E-mail: namoz@libero.it
Oggetto: Ancora su Fonda
Commenti:
Chiedo scusa a tutti ma mi accorgo solo ora che la mia precedente si sarebbe trovata meglio nella posta del Gran Maestro.
Da profano io trovo Fonda, soprattutto nella foto 1011, non solo ben vestito ma proprio elegante.
Forse sarò influenzato dallo sguardo di cui ho già detto.
Cordialmente.
Cesare Migliaccio.

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Nome: Cesare Migliaccio
Data: 06-05-2005
Cod. di rif: 1964
E-mail: namoz@libero.it
Oggetto: Un abito a Sorrento, un anno dopo
Commenti:
Egregio Gran Maestro,
un anno fa Le chiesi un indirizzo in penisola sorrentina dove potermi far cucire un abito e Lei mi face il nome del Maestro Sorrentino; in cambio dei molti consigli mi chiese solo di riportarLe la mia esperienza ed eccomi a saldare il debito.
Il tessuto è il ritorto a due capi di H&S, leggero (purtroppo non ricordo il peso),
blu scuro, che Lei mi accompagnò ad acquistare da Cilento.
L'abito che ho chiesto è un due pezzi così composto:
- giacca sfoderata, tre bottoni stirata a due e mezzo, due spacchi posteriori, spalle naturali con manica a mappina, due tasche con pattine e taschino;
- pantaloni con due pinces per lato, larghi in fondo 22 cm, con risvolti di 4 cm, tasche tagliate a filo.
Le pinces, su indicazione del figlio (sempre presente e decisamente più loquace del Maestro),
sono rivolte in avanti perchè "fa più sartoriale": devo confessare che ho acconsentito in preda ad un raptus di vanità. La spalla sinistra ha invece un po' di imbottitura quasi alla cucitura con la manica perchè, secondo il Maestro, ho la spalla più piccola dell'altra (troppo tennis?). Niente ticket pocket per mancanza di tessuto e risvolti di 4,5 cm perchè l'altezza lo permette.
Le prove si sono susseguite in tal modo:
- sabato, misure;
- martedì, prima prova. I pantaloni tiravano in basso tra le natiche e la giacca doveva essere molto più sciancrata (è il termine esatto?);
- veberdì, seconda prova. La giacca era decisamente più fasciante ma è venuta fuori la spalla destra più bassa (sempre il tennis..). E' necessaria un'altra prova che, verosimilmente, si terrà venerdì 20 o sabato 21 Maggio. Allora avrete la mia impressione finale.
Al di là dell'abito che, per ora, mi sembra stia venendo su bene e sul quale vorrò poi una Sua opinione, mi permetto delle opinioni di carattere generale.
Mi ha stupito il fatto che il Maestro non abbia voluto neanche un euro di anticipo ma in tal caso, forse, ha giocato il fatto che mi sia presentato a Suo nome.
Nel confronto tra le due generazioni è evidente la maggiore attenzione che il figlio pone al rapporto col cliente; io, da profano, preferisco questo approccio. Un abito dal sarto è effettivamente un'esperienza unica nella quale
l'emotività, i sensi, la voglia di apprendere e il feeling tra sarto e cliente giocano un ruolo primario.
Sono anche certo che qualche cosa sarà andato storto ma è un'esperienza che non si riduce all'input di un cliente e all'output di un artigiano: in tal caso basterebbe forse un servizio su ordinazione.
Speravo, obiettivamente, di riuscire a effettuare tutte le prove in una settimana ma per scrupolosità il Maestro ha preferito
un'ulteriore prova, cosa che di solito succede con i nuovi clienti: visto che tengo al risultato e ai soldi mi sacrificherò e tornerò in penisola a passare un altro fine settimana...
Ho sicuramente dimenticato qualcosa ma sono ancora piuttosto eccitato e non vedo l'ora di indossare il risultato finale.
Grazie ancora.
I miei saluti
Cesare Migliaccio

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Nome: Cesare Migliaccio
Data: 01-07-2005
Cod. di rif: 2040
E-mail: namoz@libero.it
Oggetto: Sorrentino atto finale e altre storie
Commenti:
Egregio Gran Maestro,
ho ritirato l'abito dal Maestro Sorrentino.
A questo punto vorrei ringraziarLa per avermi consigliato questo artigiano paziente e, per quanto possa valere il mio giudizio, davvero capace.
Capace anche di mettermi a mio agio, di consigliarmi e di mostrarmi le diverse possibilità realizzative con i loro pregi ed i loro difetti.
Capace soprattutto di ascoltare. Insomma direi che è scoccato il colpo di fulmine!
A proposito di artigiani vorrei esprimere il mio apprezzamento anche per Peron "figlio" e per il guantaio Merola (che però forse non è un artigiano?).
Ho avuto modo di fare la loro conoscenza a Pitti uomo e ho visto il vero amore per il Mestiere.
Il signor Peron è stato gentilissimo, prodigo di spiegazioni e ha più volte lasciato il cellulare squillare mentre parlava con me: cosa rara di questi tempi.
Mi ha anche invitato al laboratorio di Bologna per mostrarmi la lavorazione delle calzature senza alcun impegno all'acquisto.
Il signor Merola mi ha mostrato una varietà di guanti da me inimmaginabile, me li ha fatti mettere, piegare e stropicciare nonostante io gli avessi detto che ero un semplice appassionato e non un compratore.
Anche lui mi ha invitato a trovarlo negli uffici di Roma per un caffè e una chiacchierata.
Sarà un caso che proprio due Vostri fornitori abbiano attirato la mia attenzione?
I miei saluti
Cesare Migliaccio

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Nome: Cesare Migliaccio
Data: 20-03-2007
Cod. di rif: 2972
E-mail: namoz@libero.it
Oggetto: Chemisier in flanella?
Commenti:
Egregio Gran Maestro,
sono da poco stato dal Maestro Sorrentino perchè volevo sapere di che morte far morire una pezza di flanella grigio scuro che giace nel mio armadio e che fu acquistata da mio padre a Malta quarant'anni fa.
La stoffa pare sia in condizioni perfette ma sia di un peso eccessivo per ricavarne un abito, motivo per cui il Maestro suggeriva di farne uno "chemisier", una sorta di cappotto corto, sfoderato, con manica raglan e baveri sul davanti, volendo, fornito di cintura.
A questo punto Le chiedo cosa ne pensa, in termini soprattutto di usabilità.
Se poi qualcuno fosse in possesso di un'immagine del capo in questione e la volesse inserire nel taccuino mi farebbe davvero cosa gradita.
Grazie per l'attenzione e buona giornata

Cesare Migliaccio

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Nome: Cesare Migliaccio
Data: 29-04-2012
Cod. di rif: 4599
E-mail: cesare_migliaccio@yahoo.it
Oggetto: Re : "Il Napoletano che veste"-da "Costume" Luglio 1956
Commenti:
Signor Pugliatti la ringrazio, ho le lacrime agli occhi.


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