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Nome: Claudio Catalano Data: 26-05-2004 Cod. di rif: 1282 E-mail: marisemgi@libero.it Oggetto: errata corrige Commenti: Egregi Cavalieri e visitatori tutti, desidero scusarmi per l'erroneo inserimento negli appunti dell'articolo rif. 575 destinato al taccuino dell'arte. cordiali Saluti Claudio Catalano ----------------------------------------------------------------------------------------------------- Nome: Claudio Catalano Data: 05-07-2004 Cod. di rif: 1419 E-mail: marisemgi@libero.it Oggetto: Il senso del sublime Commenti: Ottimi Cavalieri ed instancabili pellegrini, Dopo aver letto il gesso n.1407 mi sono inoltrato nella ricerca dei gessi inerenti Berluti e nello scorrere le infinite considerazioni sulle calzature in oggetto sono stato preso da un senso del sublime che non so spiegare in termini compiuti e razionali ma che ha profondamente soddisfatto la mia voglia di estetica pura, della cosa ben fatta ad arte, del genio e della maestria intrinsecati nel prodotto Berluti; le parole del Gran Maestro unite al prodotto eccellente hanno innescato il senso del sublime, quel senso che solo l'arte al massimo grado riesce a dare perciò non posso che essere grato agli artefici di tutto questo! Claudio Catalano ----------------------------------------------------------------------------------------------------- Nome: Claudio Catalano Data: 29-11-2004 Cod. di rif: 1788 E-mail: marisemgi@libero.it Oggetto: cosa ha lasciato a casa il buo Lapo? Commenti: Egregio Gran Maestro, Io penso che il Signor Lapo abbia lasciato a casa l'orologio da polso dato che indossa camicia con polsi a gemelli! Saluti Claudio Catalano ----------------------------------------------------------------------------------------------------- Nome: Claudio Catalano Data: 09-02-2007 Cod. di rif: 2881 E-mail: marisemgi@libero.it Oggetto: Camere, cabine ripostigli e scatole Commenti: Egregio Gran Maestro, Egregio Cavaliere Longo, La cabina armadio sembra essere una degenerazione contemporanea del tradizionale armadio posizionato su parete opportuna in camera da letto, peraltro la cabina armadio vorrebbe essere una camera! E qui la cosa può diventare molto triste come tutte le cose del tipo voglio ma non posso. Esiste una soglia di spazio critico sotto la quale la cabina si imparenta al ripostiglio e sopra la quale la cabina diviene una vera e propria stanza ed è quest’ultimo caso il solo ad essere degno di menzione; in tal caso la cabina deve avere la maggior parte dei requisiti di una stanza e soprattutto ne deve avere luminosità possibilmente anche con luce naturale confort termico, e, non ultimo, deve poter contenere almeno una comoda poltrona e un tavolino ed ecco che allora la cabina è diventata una vera e propria stanza! E a questo punto bisogna fare i conti con qualche altro inopportuno fruitore e per evitare inutili lotte sarà il caso dividersi la cabina con una bella parete ( in legno) e allora ecco pronte due stanze e cosa ancor più cospicua: due ingressi con annessi e connessi d gestire! Spesso viene sacrificato un cospicuo spazio della camera da letto per allestire questi scatoloni contenitori, ma quanto sarebbe meglio lasciare più spazio alla propria vita nella camera ed optare per un degno e generoso armadio da fruire al di qua delle ante! Ma purtroppo il gusto per gli ambienti esigui nei quali rifugiarsi è piu’ diffuso di quanto sembra! ( un altro caso classico è la micro mansarda che a costo di qualsiasi sacrificio deve essere realizzata sulla pur ariosa villa da 500 mq.!!) ma parlavo del buon vecchio armadio: La soluzione che ho adottato da molti anni con piena soddisfazione è il classico armadio posizionato in camera da letto sulla parete ai piedi del letto :Esso si sviluppa per tutta la parete e presenta quattro ampie ante scorrevoli ed illuminazione interna. Forse molto banale ma è mia abitudine, la mattina, aprire le ante completamente e riposizionarmi nel letto e da medesima posizione con lo sguardo abbracciare il contenuto e ,quindi, scegliere quello che giornata mi ispira…mi rendo conto che a tutto questo manca ancora una sola cosa che mi appresterò ad approntare : un degno meccanismo telecomandato che mi permetterà di far scorrere le ante non lasciando di un centimetro il letto , penso che osservare l’armadio svelare come per incanto il suo contenuto conterrà un intima “ armonia” e contribuirà ad aumentare la mia armonia interiore e nella peggiore delle ipotesi non mi sentirò mai come inopportuno amante impegnato a combattere, suo malgrado, con acari e naftaline. Saluti Claudio Catalano ----------------------------------------------------------------------------------------------------- Nome: Claudio Catalano Data: 15-02-2007 Cod. di rif: 2898 E-mail: marisemgi@libero.it Oggetto: forma e funzione. Al Cav. Longo Commenti: Egregio Cavalier Longo, riporto nel taccuino lo schema del mio armadio con le misure di riferimento, come apparirà dal primo momento la disposizione interna è abbastanza normale e questo è quello che appare dietro le ante scorrevoli che sono indipendenti dalla struttura interna e quindi libere di scorrere a piacimento, chiaramente questa disposizione è fatta su misura per me e non vuole essere un esempio paradigmatico:il progetto di un armadio , come qualsiasi cosa, sottende l’esplicitazione di un comportamento, di un uso personale. Io preferisco avere le camice appese come anche i pantaloni appesi per tutta la loro lunghezza e capovolti e, nell’ala deposito cambio stagione (a sinistra) essi vengono piegati ( e queste sono scelte criticabili ma assolutamente personali ) i pantaloni casual vengono riposti piegati come normali pullover . La forma e la funzione, quando servono un bisogno personale, diventano un'unica entità Tralasciare la forma a scapito dello funzione ( o viceversa) significa assolvere metà progetto La funzione in astratto ( e in questo caso un semplice dimensionamento dettato solo dalla dimensione della stanza e dei capi da ospitare) non risponderà mai ai reali bisogni dell’individuo Essa ( la funzione ) deve tener conto dell’ambiente, del fruitore con le sue idiosincrasie, e le sue abitudini .Sviluppare questa equazione a più variabili porta al risultato finale che, se correttamente risolto,si materializza nella giusta forma . Nel mio precedente gesso, scrivevo che la cabina armadio vorrebbe essere una camera ma , tengo a precisare, non una camera polifunzionale ma un luogo dedicato al rito della scelta e della vestizione. Quale potrebbe essere un ibridazione tra un armadio e una cabina? Penso ad un armadio a doppia profondità ( 120 cm invece dei classici 60 cm) posto come parete diaframma fra due ambienti ( ad esempio studio e camera da letto) e fruibile da entrambi i lati . Cavalier Longo, spero di esserle stato di aiuto in qualcosa e resto a sua completa disposizione per ulteriori chiarimenti che potrebbero essere più mirati ed efficaci disponendo di una piantina e qualche foto del locale interessato dall’intervento. Distinti saluti Claudio Catalano ----------------------------------------------------------------------------------------------------- Nome: Claudio Catalano Data: 04-05-2007 Cod. di rif: 3109 E-mail: marisemgi@libero.it Oggetto: Sulle teorie Commenti: Egregio Gran Maestro, ho sempre pensato che vi fosse un parallelo fra architettura e abbigliamento e, del resto, questo non è un pensiero nuovo dato che già prima agli inizi del secolo scorso Adolf Loos la pensava allo stesso modo e io non posso che essergli debitore e, sono altresì ammirevoli le sue analogie fra ordini architettonici e doppiopetto. Mi sembra di aver capito dal suo precedente gesso che l’anima dell’Eleganza è nella personalità di chi indossa e di chi osserva e ruolo fondamentale rivestono, come sempre, i nostri ricordi e i nostri archetipi e, dato che il vestire è un linguaggio, esso necessariamente deve far uso di immagini più o meno palesi e più o meno inconsce appartenenti alla storia di ciascuno di noi e alla storia dell’umanità dato che solo un linguaggio codificato e accettato può generare significato. Il mezzo significante è, nel nostro caso, un capo di abbigliamento, esso genera significati attraverso la forma che è data dai materiali , dalla loro manipolazione e da chi indossa il prodotto finito. I significati soggettivi diventano oggettivi e, quindi reali quando si tiene conto della storia, della tradizione e della persona. L’individuo nella sua unicità è il catalizzatore di un significato e la sua vita genera un mondo che si manifesta anche attraverso le esteriori apparenze e interiori essenze. I miei migliori saluti Claudio Catalano ----------------------------------------------------------------------------------------------------- |
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