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Nome: Daniele Savarè
Data: 06-06-2005
Cod. di rif: 1997
E-mail: individual64@yahoo.com
Oggetto: Mods
Commenti:
Illustre Rettore De Paz,
trovo la Sua iniziativa del Dizionarietto molto interessante e pratica, e, in quanto Mod, sono estremamente compiaciuto che Lei abbia dedicato il primo "capitolo" a questo stile pulito e lineare, al tempo stesso sottile e "rivoluzionario".
Le Sue note in materia, come già quelle a suo tempo pubblicate dal Cavalier Pugliatti, si caratterizzano per sintesi e precisione, costituendo una valida base per chi volesse approfondire l'argomento.
Anche i disegni riportati sul taccuino in corrispondenza al Gesso 1996, opera dell'amico Mod romano Max Galli e facenti parte di una serie di dodici, sono indubbiamente una scelta azzeccata.
Leggerò sempre i Suoi interventi con il massimo interesse.

Cavallereschi Saluti,

Daniele Savarè



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Nome: Daniele Savarè
Data: 09-06-2005
Cod. di rif: 2005
E-mail: individual64@yahoo.com
Oggetto: Un Visitatore non più silenzioso
Commenti:
Gran Maestro dell'Ordine,
La ringrazio vivamente per le gentili parole di apprezzamento nei confronti miei e del mio breve intervento sulla Lavagna e sui Taccuini. Come giustamente da Lei dedotto, già da un po' leggo (forse sarebbe meglio dire "studio") le Lavagne di questa come di altre Porte e sempre con grande piacere vi trovo dotti insegnamenti, validi spunti di riflessione, supporto nella soluzione di dubbi e quesiti.
Non mi sono trovato solo davanti ad un sito estremamente informativo, ma a qualcosa di più, un Circolo Ellenico, un Cenacolo Rinascimentale, un Ordine appunto. Quindi grande è stata la mia soddisfazione nel constatare, da parte di questo Nobile Consesso, l'interesse e la considerazione per uno Stile di vita che a me sta molto a cuore e sul quale, finalmente, potevo anch'io dare il mio piccolo contributo alla conversazione.
Ora che il ghiaccio è rotto mi riprometto una partecipazione più attiva (spero senza annoiare mai troppo i Nobili Cavalieri).

Cavallereschi saluti,

Daniele Savarè

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Nome: Daniele Savarè
Data: 04-08-2005
Cod. di rif: 2069
E-mail: individual64@yahoo.com
Oggetto: Baracuta
Commenti:
Illustre Gran Maestro,
Nobili Cavalieri

Il tema dell'abbigliamento in campagna è stato brillantemente ed esaurientemente trattato nei gessi immediatamente precedenti, ed è per me costante fonte di piacere ed ammirazione il constatare come la cura del dettaglio e l'armonia dell'insieme emergano sempre in maniera così vivida da tali scritti. Non mi azzarderò quindi ad aggiungere altro.
Volevo tuttavia prendere spunto da un osservazione dell'egregio Cavaliere Zaccaro riguardo al Baracuta G9, dato che anch'io apprezzo moltissimo questo capo sportivo, versatile ed elegante come pochi altri.
Pur non considerandomi un appassionato di montagna "strictu sensu", adoro percorrere ogni volta che posso strade e tornanti, per qualche raduno o per il semplice piacere della guida tra suggestivi paesaggi. In tali "spedizioni" mi accompagna spesso un Baracuta, abbinato a pantaloni in corduroy o twill, Desert Boots, camicia oxford o girocollo in merino. Per me rappresenta un modello quasi archetipico di tenuta sportiva, in equilibrio tra lo stile Ivy League e lo "Street racer look" britannico degli anni '60. Indubbiamente, nell'apprezzamentro di un capo di vestiario, oltre alle qualità intrinseche pesano valori simbolici, sensazioni, ricordi, insomma quello che si può definire l'"immaginario"; e questo particolare allure al Baracuta certo non fa difetto..

Cavallereschi Saluti,

Daniele Savarè



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Nome: Daniele Savarè
Data: 25-08-2005
Cod. di rif: 2099
E-mail: individual64@yahoo.com
Oggetto: Maglia marinara
Commenti:
Gentilissimo Signor Ariot,
recentemente ho acquistato una maglia con le caratteristiche da Lei indicate presso un outlet in provincia di Lodi. La maglia ha marca Northsail", sembra di buona qualità e la foggia rispetta la tradizione. Unico neo, il logo in vista, ma è ricamato bianco su bianco e piuttosto piccolo, quindi non crea particolari problemi.
Al di là di ciò, credo che qualunque buon negozio di abbigliamento e forniture nautiche ne dovrebbe avere qualcuna in stock.
Buona fortuna per la Sua ricerca,

Daniele Savarè

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Nome: Daniele Savarè
Data: 06-10-2005
Cod. di rif: 2174
E-mail: individual64@yahoo.com
Oggetto: Il cappotto
Commenti:
Egregio Signor Zanin,

ben conscio che molto probabilmente Le giungeranno a breve pareri assai più autorevoli del mio, molto volentieri provo a rispondere al Suo quesito, anche perchè il Crombie coat è la foggia di soprabito pesante che preferisco.
Un Crombie o un Chesterfield blu a mio parere si sposa benissimo ad un abito grigio, tinta unita o anche "patterned". E' vero che la vocazione "formale-serale" di un cappotto blu in teoria confligge con un colore in origine riservato al giorno come il grigio, ma credo che una simile eccezione alla regola sia tale da non danneggiare l'uno o l'altro, nè compromettere l'equilibrio dell'insieme. Io almeno amo molto portare il mio Crombie blu notte, con colletto di velluto blu ancora più scuro e fodera rosso vinaccia, sopra completi in varie toni di grigio.
Non mi faccio mai mancare un fazzolettino nel taschino, a volte piegato a tre o quattro punte.

Con i migliori saluti,

Daniele Savarè

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Nome: Daniele Savarè
Data: 16-05-2006
Cod. di rif: 2461
E-mail: individual64@yahoo.com
Oggetto: Jeans 'storici'
Commenti:
Ho letto anch'io con estremo interesse i gessi sull'argomento Jeans e mi permetto di azzardare una prima risposta al quesito del Cavalier Villa. Mi sembra infatti di ricordare che la codifica '501' derivi dall'anno di avvio della produzione, idealmente coincidente con l'arrivo di Herr Strauss a San Francisco (18)50, e dal fatto che fossero appunto il primo modello (e per un bel po' l'unico) (1). Si tratta di una definizione posteriore, di quando già il jeans si era guadagnato sul campo una buona fama. Oggi il marketing precede spesso la produzione, quando il mondo era più orientato alla sostanza invece no.. Le due XX stanno ad indicare la qualità del denim utilizzato, prodotto dai telai di Cony Mills. Questa specifica, come la nota che attesta la garanzia capo per capo, sono spariti da un bel po' dalle edichette, conseguenza dello scadimento della qualità del prodotto.
Tuttavia, per gli amanti del vero denim non tutto è perduto, anzi.. La Levi's già da qualche anno ha affiancato alla normale produzione la linea LVC (Levi's Vintage Collection): denim XX prodotto dai pochi telai a navetta superstiti (ovvero quelli che non si sono portati via i Giapponesi, oggi altri ottimi produttori di jeans 'all'antica')del riattivato stabilimento di Cony Mills, cimosa a filo rosso (questi telai producevano pezze più strette, quindi era necessario cimosarli. Dato che lo stesso stabilimento produceva per Levi's, Wrangler e Lee, per distinguere la destinazione di ogni pezza la cimosa bianca era cucita con filo di colore diverso), edichetta rossa con la 'Big E' (LEVI'S, non LeVI'S come introdotto nel 1971); ogni modello proposto è la riproduzione maniacalmente esatta del modello originale. Infatti i 501 nel corso degli anni anni hanno cambiato taglio, vestibilità, dettagli, materiali: a volte più ampi (come il mod. 1944 e 1955, a volte più snelli, come il modello 1947 e 1966, etc..). Sfortunatamente in Italia sono disponibili solo i modelli con assurdi finissaggi 'distressed', ma a Londra in un paio di negozi di 'culto' si trovano regolarmente i 'raw denim', non prelavati (necessario il rito dell'immersione nella vasca da bagno), color 'indigo' scuro. Tutta un'altra cosa. Io ne comprai un paio l'anno scorso, 501 modello 1947 (quello che i primi Mods alla fine degli anni '50 compravano sottobanco dai militari americani di stanza in Inghilterra, dato che non esisteva importazione regolare). Con il loro taglio piuttosto snello, il risvolto da un pollice per evidenziare la cimosa ed il giusto tono di blu (scuro), abbinati a mocassini Bass Weejuns o Alden e Baracuta G9 evocano l'America, quella che era facile amare, quella dei Campus prima della contestazione, quella del Modern Jazz..
Prima di diventare troppo lirico vorrei suggerire un link di un rivenditore anche online di jeans 'classici':
www.aeroleatherclothing.com
Sul sito si trovano, accanto ai capi in vendita, descrizione, storia e caratteristiche dei vari modelli, ed è possibile vedere l'evoluzione del 501. Si potranno scoprire anche alcune chicche, come i Lee 101Z prodotti dalla Lee Japan secondo i criteri qualitativi di un tempo.
I prezzi di questi jeans si avvicinano quasi a quelli di pantaloni su misura, ma se uno cerca qualità e originalità credo proprio che ne valga la pena.
Spero di non essermi dilungato troppo su una materia, me ne rendo conto, un po' 'borderline' e porgo i migliori saluti a Cavalieri e Frequentatori del Castello.

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Nome: Daniele Savarè
Data: 05-10-2006
Cod. di rif: 2594
E-mail: individual64@yahoo.com
Oggetto: Collo camicia 'morbido'
Commenti:
Egregio Signor Corbey,
mi scuso se mi intrometto, ma la descrizione del collo che Lei desidera, unitamente ai riferimenti a cravatte sottili e al'Inghilterra anni 60, mi ha riportato alla mente uno dei colletti preferiti dai primi Modernisti della Londra fine anni '50: era chiamato 'collo Eckstine' o 'B. collar', dal nome del cantante e musicista jazz Billy Eckstine che lo 'brevettò'. Si tratta di un colletto a vela piuttosto lunga, pistagna bassissima o assente, che quando portato con cravatta annodata aveva un aspetto simile al button down (veniva anche spesso 'spillato' con una collar pin o una collar bar), mentre aperto o portato chiuso ma senza cravatta aveva l'aspetto di un collo da polo, molto rilassato.
Cercherò qualche foto che possa fornire un'idea più dettagliata.
Cordialmente,
Daniele Savarè

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Nome: Daniele Savarè
Data: 17-11-2006
Cod. di rif: 2690
E-mail: individual64@yahoo.com
Oggetto: Edoardiani e Mods
Commenti:
Egregio Sig. Caprari,
ho letto con interesse i Suoi gessi, trovo anch'io che lo stile Edoardiano presenti spunti notevoli e meritevoli di attenzione (io ad esempio amo particolarmente le camicie a collo stondato).
Mi permetto di eccepire però sull'"ingenerosità" del raffronto tra edoardiani e 'mods in Lambretta'; sarà che, essendo 'Mod in Lambretta' io stesso, sono di parte, ma direi che lo stile del 'City Gent' edoardiano già nel 1961-1962 era entrato a far parte dell'armamentario stilistico Modernista, affiancandosi o fondendosi con i precedenti influssi Italiani e Statunitensi (l'Ivy League look, tutt'altro che barocco).
Nel taccuino n.1575 sono rappresentati tre Mods di Stafford Hill, Londra, agosto 1962 (la foto originale apparve sulla rivista Town, mentre la didascalia dell'Independent da cui ho ripreso foto e articolo è clamorosamente sbagliata).
Ebbene, è possibile ravvisare parecchi elementi edoardiani nel look dei tre 'faces'.
E nel 1962 la serie The Avengers vedeva uno Steed ben lontano dall'allure conseguito nella stagione 'd'oro' della sua carriera.
Mi verrebbe da dire che Mr McNee tenesse più d'occhio i Mods di quanto questi tenessero d'occhio The Avengers...
Distinti saluti,
Daniele Savarè

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Nome: Daniele Savarè
Data: 12-07-2010
Cod. di rif: 4368
E-mail: individual64@yahoo.com
Oggetto: Ivy in London
Commenti:
I gessi del Professor Pugliatti sullo stile Ivy League e la riflessione comparativa del Gran Maestro sulla 'dinasticità' di Ivy League e British Style mi inducono a postare il link ad un articolo apparso tempo addietro sul noto sito Film Noir Buff; argomento è lo stile Ivy a Londra, introdotto alla fine degli anni 50 e vissuto dai suoi cultori con uno spirito molto diverso rispetto all'altra sponda dell'Atlantico (privato cioè di riferimenti legati alla classe o all'etica per diventare codice di riconoscimento all'interno di un "inner circle" Modernista di appassionati di jazz e frequentatori di coffe bars). Alternativo sia rispetto al British style tradizionale che agli eccessi della 'Peacock Revolution' dela seconda metà degli anni 60, l' Ivy in salsa Inglese è un esempio di come uno stile privato del suo contesto d'origine ed inserito in uno del tutto estraneo possa assumere significati totalmente nuovi e, a volte, rivoluzionari. Una rivoluzione sottotraccia si intende, non urlata, percepita solo da chi riesce a percepirne i sottintesi significati.
Ecco l'articolo:

http://www.filmnoirbuff.com/article/ivy-in-london


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