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Nome: Davide Leonardi
Data: 18-02-2004
Cod. di rif: 930
E-mail: mario.leonardi@tiscalinet.it
Oggetto: Suggerimenti
Commenti:
Egregio Gran Maestro,
il mio ultimo intervento, forse lo ricorda, riguardava lo "stile" di Loro Piana e Barilla.
Stavolta Le scrivo per chiederle lumi.
Ho intenzione di farmi confezionare dalla sartoria Solito due abiti di lino.
So che è un tessuto che richiede particolari attenzioni nella scelta e nella cura; per quello che riguarda le forbici, non dovrei avere problemi...
L'idea è quella di averne uno blu e uno chiaro.
Le chiedo cosa ne pensa e se ha suggerimenti da propormi per ciò che concerne il taglio, la manutenzione e anche la possibilità di abbinamenti.
La ringrazio e la saluto cordialmente.

Davide Leonardi

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Nome: Davide Leonardi
Data: 21-02-2004
Cod. di rif: 959
E-mail: mario.leonardi@tiscalinet.it
Oggetto: Perché no?
Commenti:
Egregio Gran Maestro,
la Sua risposta è stata molto solerte ed esaustiva. Un abito celeste.....
Perché no?
Tutti cerchiamo di essere originali, anche se molti finiscono per diventare bizzarri, quindi potrei anche azzardare un colore come quello che Lei mipropone.

Grazie
Davide Leonardi


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Nome: Davide Leonardi
Data: 21-09-2005
Cod. di rif: 2136
E-mail: mario.leonardi
Oggetto: Sul doppiopetto
Commenti:
Egregio Gran Maestro,
torno a frequentare attivamente il Vostro sito dopo un'assenza abbastanza prolungata.
Ho continuato a leggere le questioni in materia di abbigliamento e fumo. Qualunque sia stato il mio atteggiamento rispetto ai Suoi interventi, Lei ha indubbiamente una coerenza e un "animus pugnandi" nel sostenere le Sue convinzioni, di rado riscontrabili.
Anche grazie alle Lavagne, mi sono avvicinato all'idea, tra l'altro già messa in pratica, di farmi confezionare un abito doppiopetto.
La scorsa estate il Maestro Solito ha realizzato per me due abiti di questa foggia, un grigio medio e un Solaro che ho indossato con grande soddisfazione; ancora più appagante si è rivelato l'abito di flanella che mi aveva cucito lo scorso inverno. Le sue giacche un pò lunghe di gonna e il modo importante e allo stesso tempo leggero di trattare i revers che lui adotta, continuano a rendere un piacere i miei viaggi tra Roma e Napoli.
Vengo alla richiesta.
Per quest'inverno gli ho chiesto di preparare un cappotto doppiopetto di cachemire grigio scuro.
So che Lei non ama particolarmente questo tessuto, ma l'appagamento tattile e la lucentezza che regala me lo rendono irresistibile.
Le chiedo comunque suggerimenti sulla lunghezza da adottare e sulla possibilità di abbinarlo in maniera corretta, soprattutto a livello di colori e tessuti.
La ringrazio per il tempo che vorrà dedicarmi e la saluto, ripromettendomi di partecipare più di frequente a quese Lavagne.

Davide Leonardi

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Nome: Davide Leonardi
Data: 22-09-2005
Cod. di rif: 2138
E-mail: mario.leonardi@tiscali.it
Oggetto: Cappello
Commenti:
Egregio Gran Maestro,
La ringrazio per la risposta, però a questo punto non può esimersi, dopo ciò che ha scritto, dal suggerirmi indicazioni in merito al copricapo che potrei scegliere.
Sarebbe il primo cappello "importante" della mia vita di appassionato di abbigliamento maschile e non ho gli strumenti giusti per giudicare la qualità di un simile accessorio.
Lei potrà obiettare che è sufficiente il buon gusto e le inclinazioni personali, ma a volte l'istinto non è buon consigliere.
Le chiedo un indirizzo sicuro a Roma, la mia città, presso il quale potermi fare un'idea completa in materia.
Un ultimo dubbio.
Non ho mai comprato un cappello anche perché non sono esattamente un giocatore di basket e la paura di sparire sotto una tesa larga ha sempre avuto la meglio, fino a oggi.
Atteggiamento banale?
Di nuovo, la saluto e la ringrazio.

Davide Leonardi



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Nome: Davide Leonardi
Data: 22-09-2005
Cod. di rif: 2140
E-mail: mario.leonardi@tiscali.it
Oggetto: Approccio all'arte del cappello
Commenti:
Egregio Gran Maestro,
La ringrazio e le confermo che farò visita appena possibile a Viganò.
Per quello che riguarda Radiconcini, dove anni fa acquistai cravatte a guanti da guida, c'è poco altro da aggiungere. Un peccato.

La saluto e ancora grazie.

Davide Leonardi

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Nome: Davide Leonardi
Data: 21-11-2005
Cod. di rif: 2223
E-mail: mario.leonardi@tiscali.it
Oggetto: il doppiopetto
Commenti:
Egregi Cavalieri,
continuo a seguire con attenzione l'attività del Castello, particolarmente in questi ultimi giorni nei quali si è parlato spesso di doppiopetto.
E' un tipo di abito che prediligo e che ho fatto realizzare in più occasioni dal mio sarto.
Il risultato finale è stato soddisfacente e, nelle ultime esecuzioni, abbiamo definito ulteriormente alcune caratteristiche (maggior apertura dello scollo, posizionamento dei bottoni) che ritenevamo migliorabili.
Il Vostro sito si è rivelato utile alla causa, avendo Voi trattato spesso l'argomento.
Devo dire però che i dubbi rimangono e questo anche a causa di alcune "interpretazioni" che hanno lasciato interdetto un neofita come il sottoscritto.
Ho ritenuto orripilanti alcuni abiti del Duca di Windsor e belli quelli di altri grandi eleganti, il doppiopetto Caraceni di Loro Piana e anche il criticatissimo Panico presente nel sito del sarto partenopeo.
Faccio riferimento ai Taccuini: il 199 mostra il Duca di Windsor con un abito le cui righe sul bavero sembrano sfuggire completamente dal lembo, il 90 lo ritrae con uno smoking imbarazzante per taglio e boutonniere.
Il massimo lo si raggiunge con il numero 82 con le coppie dei bottoni talmente spaziate e un taglio così goffo che ho pensato ad un fotomontaggio.
Queste foto vengono accompagnate da commenti estatici di Cavalieri in deliquio di fronte a cotanta icona.
Davvero, non v'è alcuna ironia in quanto affermo ma solo voglia di capire.
Dov'è il senso della proporzione, dello stile in quegli abiti?
Il fatto che vengano indossati da un simbolo dell'eleganza maschile li monda da tutti i peccati gravissimi di cui mi sembrano macchiarsi?
Probabilmente la verità è che non sono in grado di capire e quindi Vi chiedo aiuto.

Cordiali saluti

Davide Leonardi


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Nome: Davide Leonardi
Data: 22-11-2005
Cod. di rif: 2225
E-mail: mario.leonardi@tiscali.it
Oggetto: Riflessioni
Commenti:
Egregio Gran Maestro,
la ringrazio per la Sua consueta precisione.
Spero di non aver dato l'idea di essere supponente o aggressivo, non era l'intenzione.
Ci risentiremo presto.

Cordiali saluti

Davide Leonardi

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Nome: Davide Leonardi
Data: 20-02-2006
Cod. di rif: 2357
E-mail: mario.leonardi@tiscali.it
Oggetto: Consigli per l'estate
Commenti:
Egregio Gran Maestro,
con l'avvicinarsi della bella stagione e degli imminenti "appuntamenti napoletani" (Solito, Merolla & De L'ero, Marinella e Halston) torno a chiederle consigli.
Sono intenzionato a far confezionare ancora degli abiti doppiopetto.
Credo, dopo tanti anni di diffidenza, di aver trovato ciò che cercavo e, anche grazie alle vostre indicazioni (e alle forbici del sarto, ca va sans dire)di essere sufficientemente preparato ad affrontare una materia così complessa e rischiosa.
Vorrei però fuggire, almeno stavolta, dalla dittatura del fresco lana e del blu/grigio.
Le chiedo quindi pareri su tessuti e colori, dichiarandomi disposto a "rischiare" e a cercare soprattutto divertimento, senza rinunciare allo Stile e all'Eleganza che, creda, perseguo almeno quanto voi.
Grazie per il tempo che vorrà dedicarmi.

Distinti saluti

Davide Leonardi

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Nome: Davide Leonardi
Data: 07-05-2006
Cod. di rif: 2433
E-mail: mario.leonardi@tiscali.it
Oggetto: Ringraziamenti
Commenti:
Egregio Gran Maestro,
le sue risposte "spaventano" per completezza e competenza, come sempre.
Peccato che stavolta sia mancata la solerzia.
Mi dispiace perché il sostegno della sua conoscenza avrebbe reso più leggero il compito di avventurarmi in un campo sconosciuto, quello della possibilità di coniugare il rigore del Classico Internazionale con la spensieratezza di un colore insolito.
Ho già fatto la mia scelta e proprio ieri ho ritirato l'abito.
Mi fa molto piacere che una delle scelte che lei mi propone corrisponda a quella fatta da me: un abito doppiopetto in mohair all'80% e lana per il resto, di colore celeste con una delicata gessatura poco spaziata, tasche a filo senza pattina, pantaloni un poco più asciutti e stretti al fondo del solito.
Sono molto soddisfatto del lavoro del maestro Solito che ha dato, come sempre, levità e imponenza alla giacca, accentuando il punto vita e dando volumi importanti al petto.
Mi sono lasciato tentare dalla manica a camicia, comunque molto sobria, che mi sembra abbia sottolineato l'aria un poco blasé che volevo avesse questo abito.
Grazie, comunque.

Distinti saluti

Davide Leonardi


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Nome: Davide Leonardi
Data: 07-05-2006
Cod. di rif: 2434
E-mail: mario.leonardi@tiscali.it
Oggetto: Voglie di primavera
Commenti:
Egregio Gran Maestro,
approfitto del senso di colpa che sta provando a causa del ritardo nella risposta che mi ha dato e le chiedo un altro consiglio.
Purtroppo non ho tempo per un'altra sessione di prove sartoriali e non potrò tornare a Napoli prima di settembre.
I recenti scritti sul seersucker mi hanno fatto venir voglia di possedere una giacca di questo tipo.
Tenga presente che vesto solo sartoriale da ormai dieci anni e sia clemente se le chiedo dove acquistare un capo del genere, di confezione ma di qualità, a Roma.
Le ripeto, la scelta di non rivolgermi al sarto è solo un fatto di tempo...

Sperando che mi passi anche l'ironia contenuta nell'incipit di questo intervento, la ringrazio ancora.

Distinti saluti

Davide Leonardi


Grazie.

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Nome: Davide Leonardi
Data: 08-05-2006
Cod. di rif: 2438
E-mail: mario.leonardi@tiscali.it
Oggetto: Seersucker a Roma
Commenti:
Egregio Gran Maestro,
la ringrazio ancora per le preziose informazioni.
Proverò anche da Cenci.

Distinti saluti

Davide Leonardi

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Nome: Davide Leonardi
Data: 09-05-2006
Cod. di rif: 2444
E-mail: mario.leonardi@tiscali.it
Oggetto: Ancora consigli
Commenti:
Egregio sig. Borrello,
la ringrazio per le segnalazioni.
Non conosco "Shetland Style", ma mi riprometto di visitarlo presto.

Distinti saluti

Davide Leonardi

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Nome: Davide Leonardi
Data: 23-05-2006
Cod. di rif: 2466
E-mail: mario.leonardi@tiscali.it
Oggetto: Istinto e ragione
Commenti:
Egregio Gran Maestro,
sono di nuovo a chiederle un parere.
Per quest'estate, dietro sollecitazione del mio calzolaio che mi rimprovera una certa incapacità di rischiare, ho fatto realizzare un paio di francesine color miele.
Le premetto che è la prima volta che la scelta cade su un colore che non sia il nero o il testa di moro.
Oggi le ho indossate: nuove, brillanti, ben realizzate con pellami di qualità, insomma mi piacciono e mi piace vederle ai piedi.
Le ho usate sotto un completo doppiopetto grigio medio, camicia celeste e cravatta Marinella blu a microdisegni rosa.
L'istinto mi dice che è la scelta azzeccata, la ragione mi porta ad avere dubbi sull'opportunità di usare una scarpa chiara sotto un abito formale, in ambiente lavorativo.
Consideri che ho trentacinque anni, sono un professionista di solito vestito in maniera molto rigorosa che, ogni tanto, vuole concedersi qualche piccola trasgressione.
A questo punto lei potrà dirmi "Allora, che vuole da me?", ma un suo giudizio, non solo estetico, ha quell'autorevolezza dettata dall'esperienza che io non possiedo.
La ringrazio.

Distinti saluti

Davide Leonardi


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Nome: Davide Leonardi
Data: 24-05-2006
Cod. di rif: 2469
E-mail: mario.leonardi@tiscali.it
Oggetto: La solita chiarezza
Commenti:
Egregio Gran Maestro,
i suoi consigli sono preziosi.
La ringrazio per l'intervento estremamente chiaro e puntuale.

Distinti saluti

Davide Leonardi

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Nome: Davide Leonardi
Data: 07-09-2006
Cod. di rif: 2565
E-mail: mario.leonardi@tiscali.it
Oggetto: La griffe: tentazione pericolosa?
Commenti:
Egregio Gran Maestro,
mi piacerebbe avere un suo giudizio riguardo un argomento che su queste lavagne è stato affrontato in varie occasioni, ma sul quale gli approfondimenti non sono mai abbastanza.
La griffe, o meglio dell'uso che se ne dovrebbe o non dovrebbe fare.
Credo che l'ostentazione del marchio di prestigio sia quasi sempre destinata a non concidere con un concetto "alto" di eleganza: i frequentatori di queste Porte non possono certo apprezzare le orde di ragazzotti che sciamano per i centri storici delle grandi città con il cappellino di Gucci, la cintura di Prada e altre amenità del genere. Credo che fin qui non ci siano dubbi.
Personalmente, però, credo che tra questi eccessi modaioli e il piacere di portare un capo firmato per ciò che esso significa in termini di qualità, buon gusto, storia e tradizione, ci sia una grande differenza.
Non le nascondo che mi dispiacerebbe rinunciare al mio foulard-feticcio di Hermès che da molto tempo mi accompagna nelle mie gite più belle. Mi mancherebbero, in viaggio, le mie valigie "Monogram" di Vuitton che sono costruite per durare cento anni, con una cura per il dettaglio raramente riscontrabile in prodotti affini, magari solo per paura di essere considerato un parvenu che sbatte in faccia a tutti il proprio benessere.
Ecco, mi chiedo, la griffe deve sempre e comunque essere vissuta come uno spauracchio dall'uomo elegante? Bisogna evitarla come la peste?
Se provassimo a conviverci, cercando di trovare dietro quella firma ciò che non a tutti è dato di vedere?
Grazie per il tempo che vorrà dedicare alla mia richiesta.

Distinti saluti.

Davide Leonardi

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Nome: Davide Leonardi
Data: 29-03-2007
Cod. di rif: 3001
E-mail: mario.leonardi@tiscali.it
Oggetto: Cravatte: nuove tentazioni
Commenti:
Egregio Gran Maestro,
desidero partire da una considerazione personale per poi cercare di avere da lei un giudizio.
Pur essendo ancora relativamente giovane, nutro da molti anni una grande passione per le cravatte.
Le ho sempre indossate non sentendo l'obbligo di farlo, ma esclusivamente il gusto della piacevole "tortura" che è provocata da quel delizioso cappio alla gola.
Credo che una cravatta ben scelta possa farci apparire al contempo rigorosi e carichi di personalità. Mi fa piacere constatare che dopo qualche anno di delirante iconoclastia estetica, finalmente le cravatte tornino ad adornare i colli di tante persone, anche molto giovani.
Negli ultimi tempi mi sono avvicinato a quel particolare tipo di cravatta tagliata al fondo.
Rubinacci ne produce di bellissime e, ultimamente, anche da Marinella ne ho trovate alcune di splendidi colori.
Mi piace comprarle e mi piace vedermele indosso e le sto usando molto frequentemente e senza troppi problemi di "compatibilità".
Intendo dire che le metto con una sportivissima giacca di lana a grandi quadri piuttosto che con un formalissimo winter tasmanian blu, non pensando all'ortodossia dell'abbinamento, semplicemnte rispettando le mie voglie in materia di abbigliamento.
Che ne pensa? Esistono o dovrebbero esistere regole diverse da quelle dettate dall'inclinazione personale?
La ringrazio per il tempo che vorrà dedicarmi.

Distinti saluti

Davide Leonardi



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