Ricerca
Nome: Giorgio Pasino Data: 19-12-2003 Cod. di rif: 823 E-mail: pasino.giorgio@seat.it Oggetto: Barberis Canonico e Super 100 Commenti: Gentilissimo Dottor Maresca, sono un estimatore del Vostro sito. Ho letto nel taccuino di questa sezione i Suoi apprezzamenti per la Ditta Vitale Barberis Canonico, la quale mi risulta che abbia in catalogo alcuni tessuti Super 100 e Super 110. Se non ricordo male, questi sono stati piu volte additati su questa lavagna come corrotti. A questo punto sono un po' confuso; Le sarei grato di conoscere l'esatto significato di "Super...": e' forse il titolo del tessuto? E cosa definisce quest'ultimo esattamente. La saluto cordialmente e ringrazio per l'ospitalita'. Giorgio Pasino - Torino ----------------------------------------------------------------------------------------------------- Nome: Giorgio Pasino Data: 20-01-2004 Cod. di rif: 857 E-mail: pasino.giorgio@seat.it Oggetto: Piombo (una sommessa polemica...) Commenti: Gentilissimo signor Villa, ho l'impudenza di intromettermi in questa interessante discussione, per fare una precisazione. Ho casa a Varazze, dove ha sede la ditta Piombo, di cui sono stato fra i primi estimatori per la sua passione e ricerca di tessuti storici. Ma, ahime', dal trafiletto che Lei ha citato di acqua sotto i ponti ne e' passata parecchia. La Piombo Spa, infatti, ha finito per diventare proprio quello che il suo fondatore deplorava nell'articolo di Capital: ciao passione, e via con lo stilista "modaiolo"! Con un peggioramento vorticoso della qualita' (basta tessuti storici) e un innalzamento sproporzionato dei prezzi. Con l'apertura del negozio di Via della Spiga si consegnava al puro "affare", rinnegando completamente la Poesia e il Sentimento degli inizi. Con questo non voglio assolutamente mettere in discussione la competenza di Piombo (tra l'altro raffinato uomo di penna e abilissimo imprenditore), di cui rimango un ammirato estimatore, e come il signor Villa ne apprezzo lo spunto per la riflessione sullo "stato dell'arte" in Gran Bretagna. P.S. Spero con questa piccola polemica di non creare incidenti diplomatici: sarei ben contento di dover cambiare opinione. Saluto cordialmente e mi scuso per l'intromissione. Giorgio Pasino ----------------------------------------------------------------------------------------------------- Nome: Giorgio Pasino Data: 06-02-2004 Cod. di rif: 889 E-mail: pasino.giorgio@seat.it Oggetto: Sui cappotti e i soprabiti Commenti: Egregio Gran Maestro, spero di non abusare della Sua pazienza. Desidererei farmi realizzare un cappotto per il prossimo inverno e, data la mia non piu' tenerissima eta', vorrei capitalizzare al meglio il mio danaro senza commettere ingenui errori. A tale scopo faccio appello al sapere Suo e del Professor Pugliatti. Vi sarei molto grato se poteste tracciare un excursus sulle fogge e i tessuti in cui e' meglio far realizzare cappotti e soprabiti, anche in in relazione ai differenti utilizzi, formali o sportivi. So di essere un po' troppo generico, ma ho ancora scarsa esperienza. Vi ringrazio per i lumi che saprete darmi. Giorgio Pasino ----------------------------------------------------------------------------------------------------- Nome: Giorgio Pasino Data: 20-02-2004 Cod. di rif: 949 E-mail: pasino.giorgio@seat.it Oggetto: Un pò di dispiacere Commenti: Gentile Gran Maestro, ho notato con un po' di dispiacere che il mio gesso n. 889 (6 febbraio 2004) e' rimasto tuttora senza risposta. Se cio' e' dovuto a una banale dimenticanza chiedo scusa per averglielo segnalato; se, invece, ha ritenuto l'argomento ozioso o abnorme, La prego di farmelo comunque notare. Comprendo perfettamente che nella considerazione sia data priorita' ai soci iniziati ma, un sito internet esoterico come questo, fortemente interattivo, dovrebbe essere anche essoterico e aperto ai neofiti. La mia era una richiesta - generica sì - ma volta all'individuazione di cosa potesse essere meglio per me tra le tipologie classiche, di cui chiedevo un breve excursus sulle diverse fogge. Date le mie lacune trovo difficile centrare ogni dettaglio. Ad esempio sarei interessato a sapere se la manica a raglan piuttosto che dritta, dia una differente connotazione formale al capo. La saluto con immutata stima. Giorgio Pasino ----------------------------------------------------------------------------------------------------- Nome: Giorgio Pasino Data: 20-02-2004 Cod. di rif: 952 E-mail: pasino.giorgio@seat.it Oggetto: Grazie! Commenti: Gentile Gran Maestro, la Sua ciclopica disponibilta' mi spiazza sempre piu'. L'impazienza aveva generato il timore di essere stato ignorato, senza capire la fatica e il tempo che richiede ogni delucidazione; certo l'argomento da me posto puo' diventare enciclopedico. Le Sue parole mi danno la conferma che solo Napoli fa nascere ancora uomini veramente originali e controcorrente. Grazie ancora! Giorgio Pasino ----------------------------------------------------------------------------------------------------- Nome: Giorgio Pasino Data: 27-02-2004 Cod. di rif: 976 E-mail: pasino.giorgio@seat.it Oggetto: Tyrone Power Commenti: Gentile Gran Maestro, nella foto di Tyrone Power in giacca di tweed inserita ieri sui taccuini, noto due particolari che mi incuriosiscono. Il primo riguarda la camicia che si sovrappone al bavero della giacca (qualcosa del genere ai nostri giorni si vede fare a Montezzemolo); in voga negli anni 30/40 (?), vorrei sapere in che modo questa camicia viene confezionata, e se e’ costruita per essere portata solo in tal guisa. La seconda cosa che mi colpisce e’ la cucitura esterna del pantalone, marcatamente in rilievo, tanto da creare un’ombra: e’ un particolare che rispecchia lo stile di allora o un’eccezione? Grato per ogni Suo commento porgo i miei saluti a tutti i frequentatori di questa lavagna. ----------------------------------------------------------------------------------------------------- Nome: Giorgio Pasino Data: 27-02-2004 Cod. di rif: 977 E-mail: pasino.giorgio@seat.it Oggetto: Tyrone Power - Errata Corrige Commenti: Nel mio precedente gesso ho scritto che la camicia si sovrappone al bavero della giacca: intendevo il colletto. Mi scuso e ringrazio nuovamente. Giorgio Pasino ----------------------------------------------------------------------------------------------------- Nome: Giorgio Pasino Data: 10-03-2004 Cod. di rif: 1018 E-mail: pasino.giorgio@seat.it Oggetto: La mia via di Damasco Commenti: Ebbene sì, rendo pubblicamente merito a questo sobrio e sofisticato dominio - e quindi al Gran Maestro - di essere stati la mia via di Damasco. Mai più confezione! Confesso di aver fatto in giovane età un paio di esperienze alquanto frustranti in sedicenti sartorie, e di essermi infine arreso al pronto prendendo cio’ che passava il convento, spesso anche di qualita’, ma rinunciando all’interazione creativa con il sarto e il drappiere. Ho sempre cercato, per quanto possibile, di non derogare da un mio canone estetico: la spalla imbottita al minimo. So che per uno di Torino la strada del su misura è in salita, ma voglio comunque sperimentarla, sperando di essere degno domani delle sublimità di un Gennaro Solito. Gran Maestro, Cavalieri e Visitatori di questo sito, mi avete aperto orizzonti molto più ricchi di dettagli e sfumature di quanto pensassi. L’artigianato, di cui la sartoria rappresenta una delle massime espressioni, va sostenuto sempre per il suo alto valore culturale… tanto più di questi tempi! E avete ragione: la frequentazione della bottega del sarto va intesa come fuga dalla massificazione dei gusti e momento di recupero individuale, al di là di ogni snobismo. Spero di non essere stato troppo retorico. Purtroppo, tranne qualche indirizzo, su questa lavagna non si e’ mai parlato diffusamente di sarti torinesi. Ricordo una nota sui taccuini, inserita dal signor Marseglia, con un’intervista al sarto Caristo: sarto di re e sultani, sarebbe un po’ fuori dalle mie corde (e dal mio portafogli); preferirei un inizio piu’ sottotono. Quindi, alla ricerca dell’artigiano perduto! A tale proposito LANCIO UN APPELLO: se qualcuno avesse esperienza diretta di un sarto torinese, gentile, disponibile e dai prezzi onesti (praticamente la perfezione?!), gli sarei grato se ne parlasse. Saluto tutti cordialmente e ringrazio il Castello per la consueta generosa ospitalità. Giorgio Pasino ----------------------------------------------------------------------------------------------------- Nome: Giorgio Pasino Data: 10-03-2004 Cod. di rif: 1024 E-mail: pasino.giorgio@seat.it Oggetto: Grazie per i consigli Commenti: Gentilissimo Gran Maestro, ringrazio molto Lei e, nuovamente, il signor Carnà. Avevo effettuato una ricerca del tipo da Lei suggerita, ma attendevo un commento più diretto e spassionato su qualcuno in particolare; ed e’ puntualmente arrivato e ve ne sono grato. Mi affascina molto anche la strada del Maestro Barberis Organista, in effetti non e’ poi cosi’ lontano. Allora, Vi terro’ informati sui miei esordi. Grazie ancora! Giorgio Pasino ----------------------------------------------------------------------------------------------------- Nome: Giorgio Pasino Data: 19-10-2004 Cod. di rif: 1705 E-mail: pasino.giorgio@seat.it Oggetto: Belstaff e dintorni – Alla cortese attenzione del Signor De Commenti: Gentile Signor De Paz, riallacciandomi alla discussione sulla Belstaff e alle Sue dotte notazioni, mi piacerebbe molto avere un Suo parere riguardo allo snaturamento di molte case storiche, che (anche concedendo il proprio marchio ad altre aziende), finiscono spesso per mettere in commercio di tutto purche’ marchiato e di “tendenza”. Mi vengono in mente (oltre a Belstaff) Mon Cler, Fred Perry, Husky, Church’s, Burberry’s, le quali, cambiando radicalmente filosofia, invece di fare poche cose ma bene (come nella loro tradizione), ne fanno mille tradendo la propria storia e peggiorando la qualita’ delle materie prime e della lavorazione. A mio parere, i tessuti usati attualmente dalla Belstaff nella proliferazione infinita di modelli, non hanno piu’ nulla a che spartire con quelli del Trial Master Belstaff che Lei ha ben inserito nei taccuini. Il tutto per seguire incondizionatamente la moda e il mercato. Mi risulta che anche la Alpha (madre di tutte le Field Jacket) faccia soltanto piu’ un modello “slim”. La giacca Capalbio, in origine confezionata da una piccola cooperativa di sarti in maremma, ha perso tutto delle sue peculiarita’ artigianali diventando un prodotto di marketing, che esaurita la sua parabola commerciale sta gia’ declinando. Ma queste scelte alla lunga pagano? A mio parere, c’e’ scarsa lungimiranza da parte di imprenditori che mirano esclusivamente a un utile immediato, senza considerare che le mode tramontano. Eppure la Barbour, così in voga da noi all’inizio dei ’90, continua a fare gli stessi capi storici dalla qualita’ immutata, e non mi risulta che rischi il fallimento. Le faccio i miei complimenti per gli stimoli che sa offrire e La ringrazio per quanto vorra’ aggiungere o correggere in merito. Giorgio Pasino ----------------------------------------------------------------------------------------------------- Nome: Giorgio Pasino Data: 03-11-2004 Cod. di rif: 1740 E-mail: pasino.giorgio@seat.it Oggetto: Grenfell - Al Rettore De Paz Commenti: Gentile Rettore De Paz, anch'io possiedo due capi della Grenfell: un cappotto e una sahariana, acquistati molti anni fa nello stesso negozio del Signor Carnà, che mi sembrano realizzati nel solco della migliore tradizione inglese. Mi piacerebbe sapere qualcosa circa la storia di questa casa, se ne ha e se esiste ancora. La ringrazio cordialmente. Giorgio Pasino - Torino ----------------------------------------------------------------------------------------------------- |
||