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Nome: Italo Borrello Data: 01-08-2003 Cod. di rif: 460 E-mail: borrello.italo@insedia.interbusiness.i Oggetto: Biblioteca dell'Abbigliamento. Commenti: Stimatissimo Gran Maestro, sono contento di sapere che, grazie alla Sua autorevole intermediazione, potrò contare su un valido aiuto nella costruzione della Biblioteca. Ho già provveduto a ringraziare personalmente i signori Alden e Liberati e ora ringrazio Lei, con particolare, sincera commozione, per essersi fatto garante per me nei confronti di coloro che vorranno mettere a mia disposizione testi e materiali. Per parte mia, posso dare ai Cavalieri e agli Appassionati le più ampie assicurazioni circa la cura e l'attenzione con cui ogni documento sarà trattato. Nutro un amore smisurato per i libri e coltivo il piacere e il gusto che essi danno. Sono cresciuto tra i libri. Molti dei miei ricordi sono associati alla casa del nonno materno e, in particolare, all'affascinante susseguirsi degli scaffali di legno della sua immensa biblioteca, che ho successivamente ereditato, all'odore e al calore di quelle pareti interamente ricoperte di volumi. Vivo oggi circondato da migliaia di libri e ciò mi consente di comprendere benissimo i sentimenti e i timori di chi venga chiamato al prestito. Grazie ancora, quindi, e a presto risentirLa. Cordialmente Italo Borrello ----------------------------------------------------------------------------------------------------- Nome: Italo Borrello Data: 21-11-2003 Cod. di rif: 771 E-mail: borrello.italo@insedia.interbusiness.it Oggetto: Edizione speciale Commenti: Stimatissimo Gran Maestro, non posso che associarmi anch'io prontamente all'idea di un'edizione speciale dei laboratori, dedicata al nodo della cravatta. All'entusiasmo dei miei auspici e al grande desiderio di apprendere si associa la certezza dell'enorme successo che questa iniziativa potrà riscuotere. La saluto cordialmente. Italo Borrello ----------------------------------------------------------------------------------------------------- Nome: Italo Borrello Data: 25-11-2003 Cod. di rif: 791 E-mail: borrello.italo@insedia.interbusiness.it Oggetto: Ringraziamenti. Commenti: Stimatissimo Gran Maestro, Stimatissimo Dott. Marinella, i miei ringraziamenti sono innanzitutto per le opportunita' di conoscenza e di approfondimento che il laboratorio sulla cravatta potra' offrirmi. Apprendendo del gentile omaggio di una cravatta su misura, desidero esprimerVi la mia commossa gratitudine per quel che considero un onore immenso. Cordialmente Italo Borrello ----------------------------------------------------------------------------------------------------- Nome: Italo Borrello Data: 08-05-2006 Cod. di rif: 2439 E-mail: italo.borrello@bancaditalia.it Oggetto: Giacca in seersucker Commenti: Egregio Sig. Leonardi, come già suggeritoLe dal Gran Maestro, i negozi di Davide Cenci, in Via di Campo Marzio, 1 - Tel.: 06.6990681, e di Lucchese, in Via del Babuino, 162 - Tel.: 06.3614159 (quest'ultimo concessionario - unico, credo, a Roma - di Brooks Brothers) rappresentano gli indirizzi presso i quali le Sue ricerche potrebbero avere esito positivo. Mi permetto, ad ogni buon conto, di segnalarLe qualche altro negozio. Grisal, Via di Monte Zebio, 11, Tel.: 06.37350339 Red & Blue, Via G. Cesare, 115 e Via Due Macelli, 57 - Tel.: 06.6793845. Aggiungo, inoltre, che l'estate scorsa capitai per caso nel negozio Shetland Style, in Via Crispi, 53 - Tel.: 06.6789041 (segnalato sulle pagine gialle alla voce "tessuti per abbigliamento", ma, come ebbi modo di constatare, convertitosi interamente alla vendita di capi già confezionati). Vidi esposti numerosi capi in seersucker. Le mazzette con cui i titolari allora lavoravano erano della Holland & Sherry, per cui, se le cose non sono cambiate, quest'ultimo negozio potrebbe offrirLe anche discrete garanzie in termini di qualità. Auguri e cordiali saluti. Italo Borrello ----------------------------------------------------------------------------------------------------- Nome: Italo Borrello Data: 09-10-2006 Cod. di rif: 2603 E-mail: italo.borrello@bancaditalia.it Oggetto: Richiesta di aiuto Commenti: Con riferimento alla richiesta del Sig. Del Farra circa la possibilità di reperire il libro di Vass, "Scarpe da uomo fatte a mano", segnalo che il volume compare ancora, di tanto in tanto, nelle librerie italiane più fornite (Feltrinelli, Mondadori, ecc.). Mi è sicuramente capitato di vederlo recentemente negli scaffali di qualche libreria romana. Se il Sig. Del Farra vorrà contattarmi direttamente per posta elettronica, sarò lieto di avviare la ricerca a Roma per suo conto. Segnalo inoltre un ottimo sito internet per la ricerca di libri rari o esauriti: trattasi di "www.maremagnum.com" e riunisce numerose librerie antiquarie, italiane e non. Per esperienza personale, posso dire che il numero di libri reperibili è sterminato, le spese di spedizione contenute e il livello di efficienza elevatissimo. Cordiali saluti Italo Borrello ----------------------------------------------------------------------------------------------------- Nome: Italo Borrello Data: 17-10-2006 Cod. di rif: 2632 E-mail: italo.borrello@bancaditalia.it Oggetto: Convegno romano sul Lusso e sulla Moda Commenti: In qualità di Prefetto della Cavalleresca Provincia Romana, ringrazio il Cavalier Mocchia di Coggiola per la segnalazione dell'interessante convegno internazionale in programma a Roma il 23 e 24 ottobre p.v. Costretto ad amministrare con infinita oculatezza il lusso di un pò di tempo libero in un contesto e in una città che ne richiedono grande disponibilità, farò il possibile per raccogliere il garbato invito di Massimiliano a costituire un - sia pur parziale - presidio romano alla manifestazione. Cavallerescamente Italo Borrello ----------------------------------------------------------------------------------------------------- Nome: Italo Borrello Data: 17-07-2007 Cod. di rif: 3279 E-mail: italo.borrello@bancaditalia.it Oggetto: Via la cravatta! Ovvero dei "mezzucci istituzionalizzati". Commenti: Nel gesso n. 3047, l'incommensurabile Franco Forni stigmatizzava la consuetudine ormai generalizzata di fare a meno della cravatta in qualsiasi luogo e situazione. Il Governo del nostro Paese, sollecito quant'altri mai nell'affrontare i problemi che affliggono la società , ancor prima di farsi carico del risanamento della finanza pubblica, della riforma delle pensioni, del conseguimento di standard minimali di efficienza della pubblica amministrazione, etc., etc., ha messo all'opera valenti tecnici che hanno partorito il comunicato stampa che riporto di seguito: "Ministero della Salute - Ufficio stampa. Niente cravatta durante le ondate di calore. Più benessere e più tutela dell’ambiente Il Ministero della Salute ricorda che è sempre attivo il call center con numero “1500” sui rischi delle ondate di calore, in collaborazione con le Regioni e Province autonome, l’Associazione nazionale comuni italiani (Anci), i Comuni, e il Centro di Competenza Nazionale Prevenzione degli effetti del caldo sulla salute - Dipartimento Protezione Civile. Il servizio è attivo tutti i giorni fino al 31 agosto, dalle 8.00 alle 20.00, con operatori appositamente formati, insieme a personale medico, per rispondere ai quesiti degli utenti e offrire consigli su come difendersi dai rischi del caldo; indirizzi e numeri utili dei servizi socio-sanitari attivati sul territorio; segnalazioni delle ondate di calore sulle 17 città monitorate dal Dipartimento della Protezione civile. Il Ministro della Salute Livia Turco, nell’ambito degli interventi già in atto per fronteggiare i rischi per la salute delle ondate di calore, invita inoltre tutti gli uffici pubblici e privati italiani a proporre ai propri dipendenti di non usare la cravatta durante le ondate di calore come quella che sta attraversando parte della penisola in questi giorni. Togliere la cravatta produce infatti un immediato abbassamento della temperatura corporea valutabile tra i 2 e i 3 gradi centigradi, con beneficio dell’organismo e con conseguente minore necessità di refrigerio permettendo un più oculato uso del condizionamento artificiale dell’aria a tutto vantaggio del risparmio energetico e della tutela dell’ambiente. Un piccolo gesto che non costa nulla ma che può aiutare a sopportare meglio il caldo eccezionale di questo periodo". Tralasciando ogni considerazione circa lo scenario apocalittico delineato nelle prime righe del testo, sinceramente non avrei mai creduto che le "ondate di calore" che avvertivo negli ultimi giorni dipendessero dal misero straccetto di seta con cui mi ostino ad autostrangolarmi quotidianamente. Stamane, all'arrivo in ufficio ho provato a togliere la cravatta e - miracolo! - una meravigliosa brezzolina ha iniziato a solleticarmi il collo! Grazie all'on. Turco, così preoccupata per i miei sudori! Grazie al ministro ecologista Pecoraro Scanio, per aver dichiarato a tutti i giornali di sperare "che tutti i ministeri diano analoga indicazione ai propri dipendenti". Con la mente finalmente fresca, felice per aver compiuto un "piccolo gesto" che effettivamente non mi è costato nulla (salvo superabilissimi sentimenti di ribrezzo e di disistima nello scorgere la mia immagine scravattata allo specchio...), consapevole di aver contribuito incisivamente alla salvaguardia dell'ambiente e al risparmio energetico, invio un fresco e cavalleresco saluto a tutti. Italo Borrello ----------------------------------------------------------------------------------------------------- Nome: Italo Borrello Data: 18-07-2007 Cod. di rif: 3281 E-mail: italo.borrello@bancaditalia.it Oggetto: Commenti: Immenso Gran Maestro, ineguagliabile Giancarlo, mi affretto a rassicurare Te, i Cavalieri tutti e - dulcis in fundo - il Ministro della Salute: per rinunziare alla cravatta, in ufficio e in qualunque altro luogo in cui essa sia richiesta dal mio personale "dress code" (estremamente ampio e rigoroso in tale materia...), dovrei fare a meno anche del collo e della testa!Fortunatamente, la Banca d'Italia è ancora saldamente legata al principio del "business attire", almeno al livello dei suoi dirigenti. Invero, il triste comunicato stampa di ieri, che a prima vista effettivamente sembrerebbe il frutto del colpo di calore di qualche scellerato, segna il tramonto definitivo dei principi basilari del gusto e della decenza anche al livello delle istituzioni. Queste ultime, anzi, lucidamente ormai ratificano e incoraggiano tale declino. Fino a qualche anno fa, in qualsiasi ufficio pubblico il dipendente scravattato, anche se ammesso, rappresentava un'eccezione a malapena tollerata. Se il tapino giungeva a ruoli di una certa responsabilità e visibilità, non era infrequente che i suoi superiori lo invitassero "ad abbigliarsi in modo più conveniente". Temo che da oggi accadrà esattamente il contrario. Quello degli infradito, poi, è il "disastro prossimo venturo": già ne ho segnali assistendo alle orde di femmine ciabattanti (chissà quante di esse pubbliche dipendenti...), che portano a spasso per Via Nazionale cosce nude di qualsiasi diametro e lunghezza! Del resto, cosa aspettarsi da un paese il cui supremo tribunale svuota di valenza giuridica uno degli insulti più volgari? Concludendo, caro Giancarlo, benché rassegnato "all'indecente che avanza", non depongo le armi e - anzi - le ho già saldamente in pugno per una cavalleresca campagna estiva in difesa dell'onore e della dignità del collo e dell'intera persona! Un affettuoso, caloroso, cavalleresco saluto da un incravattatissimo (oggi addirittura in lana) Italo Borrello ----------------------------------------------------------------------------------------------------- Nome: Italo Borrello Data: 30-08-2007 Cod. di rif: 3515 E-mail: italo.borrello@bancaditalia.it Oggetto: Dolcezza e rigore. Commenti: Carissimo Dante, illustre Rettore, le Tue parole invitano ad una riflessione profonda sul concetto di educazione e sui doveri che essa implica. Giustamente Tu invochi “una più seria fiducia nelle Istituzioni”, nella misura in cui la più antica e naturale di esse, la famiglia, fondamento del vivere civile in ogni società, è oggi ridotta ad un simulacro, svuotata di ogni funzione formativa ed educativa, incapace di trasmettere - e quindi perpetuare - valori morali, estetici, culturali. La famiglia ha rinunciato al proprio ruolo fondamentale, in un processo irreversibile di affrancamento da obblighi, doveri e responsabilità che ha interessato le ultime generazioni di padri e di madri. In molte occasioni, il Gran Maestro si è soffermato su questa “involuzione”, sottolineandone i riflessi non solo sociali ma anche estetici. Ebbene, il Tuo richiamo alla dolcezza e al rigore appare, in questo contesto, addirittura rivoluzionario. Si tratta di due aspetti che qualificano il difficile compito di educare. Se se ne potesse tentare una sintesi, probabilmente essa risiederebbe nel concetto di autorevolezza, che da solo credo riassuma una funzione educativa fatta di persuasione piuttosto che di coercizione, di trasmissione di cultura, di valori e di tradizioni piuttosto che di imposizione di rigidi e non adeguatamente motivati schemi comportamentali, di costante dialogo critico piuttosto che di totale afasia (incoraggiata, quest’ultima, dalla prepotente presenza nelle case del mezzo televisivo), di fissazione di regole chiare e condivise, di proposizione di esempi e modelli di vita e di stile. Questo modello familiare - oggi raro - è in grado, a mio avviso, di assicurare la nascita e la formazione di un “individuo”, è in grado di stimolare il pensiero, il gusto, la personalità. E' in grado di educare. Nell’assenza generalizzata di un tale modello faniliare, è difficile invocare, come Tu fai, una “maggior guida da parte dello Stato”. Nelle Istituzioni, la perdita di autorevolezza si avverte in modo indiretto, ma è in ogni caso ineluttabilmente percepibile nella “devastazione estetica” alla quale assistiamo quotidianamente. Basti pensare alla scuola, nel cui ambito un corpo insegnante abbandonato a se stesso e frutto anch’esso di una società incolta, disilluso e demotivato, traghetta generazioni di ragazzi verso la vita. Ma proprio nella constatazione di tale imbarbarimento raccolgo con entusiasmo il Tuo auspicio, caro Dante. Sforziamoci di essere Cavalieri nella società civile, di incoraggiare il cambiamento, di esserne il (per ora ristretto) vessillo. Coltiviamo il vestire bene in quanto portatori di uno stile di vita, di tradizioni e di valori. Troviamo nelle nostre famiglie e nei consessi sociali in cui svolgiamo la nostra attività il fuoco e il senso della nostra missione, esercitiamo l’autorevolezza che da essa ci viene. Sforziamoci, insomma, di essere esempio, per i nostri figli, per i nostri colleghi, per coloro che, anche solo per un attimo, ci incrociano per strada. Un cavalleresco, affettuoso abbraccio Italo Borrello ----------------------------------------------------------------------------------------------------- Nome: Italo Borrello Data: 05-09-2007 Cod. di rif: 3523 E-mail: italo.borrello@bancaditalia.it Oggetto: Cravatte regimental Commenti: Illuminato Gran Maestro, carissimo Giancarlo, ho scorso con gusto la carrellata di disegni regimental che hai pubblicato negli ultimi taccuini. Giustamente affermi che "una cravatta regimental non è un semplice ornamento, ma una parola d'ordine non verbale che permette di riconoscersi ed essere riconosciuto come membro di un gruppo". Tenendo presenti queste parole, mi chiedo quale debba essere l'atteggiamento di chi, non inglese, voglia utilizzare tale tipologia di cravatte. Possiedo numerose regimental nel mio guardaroba e molte di esse sono effettivamente riconducibili ad un corpo militare britannico; tuttavia, non Ti nascondo che quasi sempre rinuncio ad indossarle, sembrandomi quasi di violarne la storia, di usurpare una simbologia o un'appartenenza. Ed una massiccia dose di "anglomania", che mi accomuna a molti Cavalieri, non è, nel mio caso, sufficiente a superare ogni remora ma, anzi, accentua il rispetto e l'ammirazione per un popolo che anche - e, anzi, soprattutto - nell'abbigliamento racconta la propria storia, difende la propria identità e la propria cultura. Un cavalleresco abbraccio Italo Borrello ----------------------------------------------------------------------------------------------------- Nome: Italo Borrello Data: 21-07-2008 Cod. di rif: 3877 E-mail: italo.borrello@bancaditalia.it Oggetto: Una mostra interessante Commenti: Illuminato Gran Maestro, stimati Cavalieri, riporto, di seguito, il testo di una notizia d'agenzia relativa a una mostra inaugurata il 18 luglio u.s. a Pescara e relativa al guardaroba di Gabriele D'Annunzio. Credo sia di rilevante interesse per tutti gli appassionati di abbigliamento maschile. Cavallereschi saluti Italo Borrello 18/07/2008 • News: Cultura/Arte/Altre MOSTRE: A PESCARA GLI ABITI RESTAURATI DI D'ANNUNZIO "L'ABITO CHE PORTAVA" NEL MUSEO CASA NATALE DEL VATE Pescara, 18 lug. (Adnkronos Cultura) - Abiti, soprabiti, cappelli e accessori, sapientemente restaurati, del Vate, in mostra nel Museo Casa Natale di Gabriele d'Annunzio a Pescara. "... l'abito che portava. Il Guardaroba del Poeta", questo il titolo dell'esposizione inaugurata oggi, espone una consistente raccolta di capi originali di vestiario appartenuti a d'Annunzio, insieme con quattro abiti dannunziani, interpretati nella loro ricostruzione dai maestri della sartoria pennese della Brioni Roman Style. L'opera di restauro è stata affidata al Museo storico-didattico della antica tappezzeria di Bologna, diretto da Stefano Zironi, ed è stata coordinata da Calcedonio Tropea. Attraverso una paziente opera di pulitura, smacchiatura, ricucitura, risarcimento e ricomposizione dei tessuti, assai deteriorati, il guardaroba può essere ora esibito in tutto l'originario prestigio della sua alta qualità formale e sartoriale. Il Museo Casa Natale di d'Annunzio si arricchisce così di una nuova sezione dedicata alla collezione di abiti e accessori di abbigliamento originali del poeta, esposti nelle nuove vetrine appositamente progettate dagli architetti Carlo Serafini ed Elio Rodio. Completa l'allestimento, la documentazione fotografica tratta dall'archivio Nunes Vais, che ritrae d'Annunzio che indossa quegli stessi abiti. Nelle sale riallestite, sono anche esposte nuove acquisizioni di fotografie e documenti, relativi alla famiglia d'Annunzio; i calchi del volto e della mano del poeta e la stanza dedicata alle imprese militari. Altro importante intervento ha riguardato il letto in ferro battuto di Luisa d'Annunzio, realizzato dai maestri artigiani di Fara Filiorum Petri, sulla base del rilievo, ottenuto grazie alla documentazione fotografica di Pasquale De Antonis, degli anni Quaranta. Una serie di coperte del lanificio ottocentesco "Vincenzo Merlino" di Taranta Peligna, che hanno interessato anche gli altri letti del museo, completa l'allestimento, finalizzato al recupero filologico degli ambienti, nel rispetto dell'atmosfera ottocentesca della casa-museo. ----------------------------------------------------------------------------------------------------- Nome: Italo Borrello Data: 30-10-2008 Cod. di rif: 3911 E-mail: italo.borrello@bancaditalia.it Oggetto: Un sarto a Roma Commenti: Egregio signor Philibert, in qualità di Prefetto della Cavalleresca Provincia Romana e di storico cliente della sartoria Celentano, condivido pienamente il suggerimento del Gran Maestro. Scoprirà in Giovanni Celentano, oltre che un grande sarto, anche una persona di spessore e cortesia straordinari. Mi permetto, inoltre, di suggerirLe la lettura della scheda a lui dedicata, che troverà nella sezione di questo sito intitolata "Il Portico dei Maestri". Un ultimo dettaglio, solo per agevolarLe il contatto: nel numero telefonico indicato dal Gran Maestro manca una cifra. Il numero intero è 06.8181909. La saluto cordialmente e cavallerescamente. Italo Borrello ----------------------------------------------------------------------------------------------------- Nome: Italo Borrello Data: 28-05-2009 Cod. di rif: 4071 E-mail: italo.borrello@bancaditalia.it Oggetto: Abbigliamento in azienda Commenti: Illuminato Gran Maestro, esimi Cavalieri e simpatizzanti, talvolta, su questa lavagna, sono intervenuto sul delicato tema dell’abbigliamento in azienda. Richiamo ora alla Vostra attenzione una recentissima dichiarazione del tenace Ministro per la funzione pubblica Renato Brunetta, riportata sul sito del Corriere della Sera, secondo la quale il Ministro vorrebbe un abbigliamento più consono da parte dei dipendenti statali sul posto di lavoro. «Anche il venerdì – ha dichiarato Brunetta - i dipendenti delle pubbliche amministrazioni devono vestire in giacca e cravatta. Quando si è un'azienda pubblica e si ha a che fare con il pubblico, si hanno doveri maggiori rispetto al privato». Non posso che valutare positivamente tali affermazioni, che denotano una sensibilità particolare e insolita per una questione che riguarda non solo la forma, tanto vituperata dall’”impiegato delle palestre”, ma anche il decoro e il prestigio delle istituzioni. Cavallereschi saluti. Italo Borrello ----------------------------------------------------------------------------------------------------- Nome: Italo Borrello Data: 29-05-2009 Cod. di rif: 4080 E-mail: italo.borrello@bancaditalia.it Oggetto: Ancora su abbigliamento e funzione pubblica. Commenti: Egregi signori Spadaro e Busacchi, conosco troppo bene - da studioso e da “assiduo frequentatore” - la pubblica amministrazione per cedere alla tentazione di imbarcarmi in una discussione – in una sede così inappropriata, per giunta! – sulle croniche miserie della funzione pubblica italiana e sulla figura politica e sulle strategie (elettorali o meno) del Ministro Brunetta. Si può essere d’accordo o meno con le dichiarazioni del Ministro (eviterei, per il rispetto istituzionale che comunque gli si deve, di chiamarle “sparate”), ma mi sembra francamente eccessivo interpretarle come “un subdolo attacco alle fondamenta stesse dell’edificio del classico”. Se comprendo bene il Suo pensiero, egregio Signor Spadaro, esse celerebbero l’intenzione di imporre una “divisa”, una “livrea” da “lacchè” – e quindi una ulteriore, inaccettabile, mortificazione morale e d’immagine – ai “dimessi” e “tartassati travet” che si aggirano per i nostri Ministeri. Io insisto - come ben rileva il Cavalier Villa - nel ritenerle un giusto richiamo al decoro. Né mi interessa – egregio Signor Busacchi – tentare di decifrare i codici estetici del Ministro per scoprire che essi non scaturiscono dall’humus culturale e morale cavalleresco. Mi basta rilevare che il Ministro non invita a indossare livree o divise, ma gli emblemi stessi di quelli che Lei chiama “i canoni estetici classici”, cioè la giacca e la cravatta. Mi preoccupa e mi lascia molto perplesso, tuttavia, l’aver scatenato così appassionati riferimenti alla “sottomissione”, alla “irrilevanza sociale” della categoria dei pubblici impiegati. Mi preoccupa e non mi trova in alcun modo d’accordo, insomma, l’accorata intenzione di spostare la questione su un piano di contrapposizione tra classi sociali, tra “vincenti” in pullover blu e “perdenti” o “sfigati” in “abituccio d’ordinanza”. Nessuno, qui al Castello, ha ansie di trovarsi alleati o di riconoscersi in attori più o meno estranei agli ideali cavallereschi. Men che meno il sottoscritto, che non intende combattere battaglie né cercarsi compagni d’arme (infidi o meno), ma difendere (con la spada, ma anche con la chiave, senza chiusure o pregiudizi) il mondo del classico. Un cordiale, cavalleresco saluto. Italo Borrello ----------------------------------------------------------------------------------------------------- Nome: Italo Borrello Data: 11-10-2009 Cod. di rif: 4183 E-mail: italo.borrello@bancaditalia.it Oggetto: Le scarpe di un Re. Commenti: Trovo molto stimolanti le considerazioni introdotte da ultimo dai Cavalieri Tarulli e Lucchetti. A quest'ultimo, in particolare, faccio presente che io stesso ho molti dubbi sull'articolo che ho riprodotto nel taccuino, sia perchè sembra chiaramente mettere a confronto due paia di scarpe differenti (quella del 1968 sembra addiritura una Derby...), sia perché è lecito ritenerlo uno spot pubblicitario "pro-Lobb" incentrato sul più autorevole (e senz'altro ignaro) cliente della Casa inglese. Ciò non di meno, dando per autentiche le foto più recenti delle scarpe del Principe, sposo in pieno sia la via "sobria" all'eleganza, invocata dal Cavaliere Nocera, sia gli appassionati commenti dei Cavalieri Villa e Tarulli, dedicati all'amore e alla cura degli oggetti che si possiedono. Mi sembra che sobrietà, senso della continuità nella storia, altissima concezione del proprio ruolo e della propria immagine siano gli strumenti con cui il Principe Carlo da anni interpreta la propria posizione istituzionale di fronte all'opinione pubblica e anche, perché no?, agli studiosi di costume. Le scarpe rattoppate, in questo caso, poco hanno a che fare con l'uso parsimonioso e molto, invece, con il rispetto e l'amore per se stessi, per le cose che si possiedono e per il ruolo che si ricopre. Non lo qualificherei, tout court, un atteggiamento snobistico, quanto una testimonianza e un esempio di potere e visibilità pienamente incentrati sull'essere piuttosto che sull'apparire. Mi piace ricordare un altro gigante dello stile inglese, Sir Winston Churchill, nelle fotografie proposte qualche anno fa dalla rivista Monsieur, nelle quali il grande statista, intento in lavori di manutenzione del proprio cottage, si presentava davanti all'obiettivo con un cappotto liso e in più punti addirittura bucato e scucito. Carisma, straordinaria personalità, profonda sicurezza interiore in quel caso superavano qualsiasi sentimento di vergogna. A proposito di Churchill, cito l'immenso Gran Maestro: "Tra il pertugio nel vecchio cappotto e le alte uniformi delle cariche che il Regno gli affidò, c'è un'unica linea retta. I suoi occhiali non furono che occhiali, i cappelli dei cappelli e in questa semplicità che lega l'oggetto alla funzione si svela il segreto dello stile autentico, che sa evitare gli eccessi e comprimere i significati più sublimi nelle cose più banali". Cavallereschi saluti. Italo Borrello ----------------------------------------------------------------------------------------------------- Nome: Italo Borrello Data: 25-01-2010 Cod. di rif: 4252 E-mail: italo.borrello@bancaditalia.it Oggetto: Libri sull'eleganza maschile Commenti: Egregio sig. Tedoldi, concordo con il giudizio che il Cavaliere Rizzoli esprime sul volume di Mendicini. Aggiungo che in molti punti - dogmi compresi - il libro sembra ricalcare quello della Tolstoi. Quest’ultimo vanta, in più, una splendida parte introduttiva, indispensabile per iniziare ad accostarsi allo studio dell'eleganza maschile classica, nonché divertenti ritratti di uomini eleganti. Provo, piuttosto di getto, a darLe ulteriori impressioni e consigli di lettura. Il libro di Flusser, “Dressing the man”, è consigliabile, oltre che per i contenuti, per il ricco apparato iconografico, incentrato essenzialmente sull'epoca d'oro dell'eleganza maschile (anni '30-'50). E' da poco riapparso in circolazione il volume di Bernard Roetzel, “Il Gentleman”, anch'esso riccamente illustrato, che può oramai essere considerato un altro classico della letteratura sull'eleganza maschile. Della stessa casa editrice, la tedesca Konemann, segnalo anche il libro di Lazlo Vass, “Scarpe da uomo fatte a mano”. In alcune librerie di Roma si riesce ancora a trovare qualche volumetto edito negli anni'80 da "IdeaLibri": i più interessanti sono quelli curati da Vittoria de Buzzaccarini (“Fior di camicia” e “Abito di società”). Della stessa autrice, suggerisco il reperimento (non facile ma non impossibile) dei seguenti titoli: “Giacche da uomo” (ed. Zanfi, 1994); “Men’s coats” (ed. Zanfi, 1994), “Pantaloni & Co.” (ed. Zanfi, 1989); “L’eleganza dello stile. Duecento anni di vestir maschile” (ed. Lupetti). Ancora dell’editrice Idealibri, segnalo “Elogio della cravatta”, pubblicato nel 1982 con una bella introduzione del conte Giovanni Nuvoletti, e “Signori, le scarpe!”, di Irvana Malabarba, anch’esso introdotto dal conte Nuvoletti. Riccardo Villarosa è autore, insieme a Davide Mosconi, del bellissimo “188 nodi da collo”, volume interamente dedicato alla cravatta. Altre letture indispensabili sono: il piccolo volumetto di Domenico Rea, “L’ultimo fantasma della moda” (ed. Leonardo), il divertentissimo “Vestiti usciamo”, di Luigi Settembrini, e il catalogo della splendida mostra tenutasi a Firenze nel 1993, in occasione di una delle edizioni di Pitti Uomo, “La regola estrosa. Cent’anni di eleganza maschile italiana”, edito da Electa. Mi scuso per l’estremo disordine con cui ho citato libri e autori. Abito anch’io a Roma e se vorrà contattarmi via mail sarò lieto di darLe ulteriori suggerimenti per tentare il reperimento di qualcuno dei titoli che ho citato. Cavallereschi saluti. Italo Borrello ----------------------------------------------------------------------------------------------------- Nome: Italo Borrello Data: 29-07-2010 Cod. di rif: 4383 E-mail: italo.borrello@bancaditalia.it Oggetto: Dove reperire una Lobbia? Commenti: Caro Luigi, illustre Cavaliere, pur confermando quanto Tu scrivi, circa la difficoltà di reperire a Roma una classica lobbia di feltro, declinata in vari colori e misure, Ti segnalo tre indirizzi che sicuramente già conoscerai, presso i quali il cappello classico gode ancora di ottima salute: 1) Cappelleria Fratelli Viganò, Via Marco Minghetti, 8, tel.: 06/795147, un vero e proprio museo dell'abbigliamento e dello stile inglese, gestito con squisita cortesia; 2) Antica Cappelleria Troncarelli, Via della Cuccagna, 15, tel.: 06/6879320, a due passi da Piazza Navona, dispone di lobbie Barbisio; 3) Antica Manifattura Cappelli di Patrizia Fabri, Via degli Scipioni, 46, tel.: 06/39725679. Personalmente, possiedo tre lobbie in feltro che provengono tutte dall'altrettanto storica Cappelleria milanese Melegari, via Paolo Sarpi, 19, tel.: 02/312094. Questa Cappelleria, che vende anche on line, produce una lobbia molto bella, in feltro di lapin, marocchino interno in pelle e fodera in viscosa naturale rossa o bianca. A richiesta, personalizza il cappello con le iniziali del cliente. Come ricorderai, indossavo una di queste lobbie alla cena marchigiana in onore di Sir Winston Churchill. Te ne invierò una foto privatamente. Cordiali, cavallereschi saluti. Italo Borrello ----------------------------------------------------------------------------------------------------- Nome: Italo Borrello Data: 22-11-2010 Cod. di rif: 4454 E-mail: italo.borrello@bancaditalia.it Oggetto: Kit per la cura delle scarpe Commenti: Egregio Sig. Tedoldi, Le consiglio di rivolgersi al negozio "Le 3 C di Carla Cardillo", in Via della Croce, 40 (Tel.: 06.6793813 - http://web.tiscalinet.it/ken/index.htm). Si tratta di una piccola ma interessantissima bottega specializzata nella vendita di pantofoleria elegante da casa per uomo e per donna e di accessori per la cura delle calzature. Qui si possono trovare ottime forme in legno, oltre a lacci, lucidi e cere Saphir, Meltonian e La Cordonnerie Anglaise. Di quest'ultima casa il sig. Cardillo offre anche cofanetti in legno, più o meno ricchi, con tutto quanto è necessario per la pulizia e il cirage delle calzature. Non escludo che si tratti proprio della casa produttrice del kit che vide in vetrina a Parigi. Cavallereschi saluti. Italo Borrello ----------------------------------------------------------------------------------------------------- |
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