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Nome: Jacopo Signani Corsi Data: 30-01-2008 Cod. di rif: 3647 E-mail: jacoposignani@hotmail.com Oggetto: adattamento guardaroba Commenti: Egregi signori, come potrete apprendere dalla mia scheda, ho ventisei anni e mi permetto di chiedere il Vostro autorevole parere riguardo un argomento per me di fondamentale importanza. Nonostante abbia già cominciato a strutturare il mio guardaroba personale, dispongo da qualche anno di un patrimonio inestimabile: il guardaroba del mio grande nonno, che purtroppo ci ha lasciati. Non mi dilungo nel descriverlo perchè Vi annoierei, ma sono sicuro che quel grande gentiluomo sarebbe stato una straordinaria fonte d'ispirazione anche per Maestri come Voi. Il suo guardaroba era costituito da circa 50-60 abiti e posso ragionevolmente affermare che nessuna tipologia fu tralasciata, dagli splendidi lini bianchi, agli smoking, ai tight, alcuni appartenuti addirittura ai suoi (e quindi ai miei) avi, datati '800. Come detto, ho intenzione di creare negli ani il mio guardaroba personale, ma allo stesso tempo trovo deprecabile relegare cotante bellezze al ruolo statico e nostalgico di pezzi da museo. Alla luce di questo mi piacerebbe sapere se, dal vostro punto di vista, mi è concesso portare queste meraviglie del passato da un sarto per farle adattare alle mie misure, considerando che sono molto simili a quelle del loro primo proprietario, ma chiaramente non identiche. Ho già provato ad adattare due blazer (un tweed beige ed uno spigato blu invernale) sortendo risultati non proprio soddisfacenti, specialmente su uno dei due, dove le modifiche all'altezza della vita hanno compromesso l'equilibrio estetico complessivo. Vogliate considerare che le spalle sono perfette e le modifiche si ridurrebbero al restringimento di torace e vita. In summa, sarei lieto di sentire la Vostra opinione a proposito di un caso cosi romantico e cosi complicato. RingrazindoVi per l'attenzione concessami, porgo distinti saluti JSC ----------------------------------------------------------------------------------------------------- Nome: Jacopo Signani Corsi Data: 31-01-2008 Cod. di rif: 3650 E-mail: jacoposignani@hotmail.com Oggetto: Adattamento guardaroba Commenti: Desidero prima di tutto ringraziare i Signori Nocera e Corbey per aver voluto condividere le loro opinioni, di cui farò tesoro e che mi hanno convinto sempre di più a percorrere la strada dell'"adattamento". Concordo con voi sull'attenzione da riporre nella scelta del sarto. Per il momento sono orientato a servirmi dal mio, anziano Maestro Siciliano operante a Carrara (città di mio nonno) da più di trenta anni. Qualche dubbio mi sorge però quando apprendo che non aveva confezionato che pochi completi del guardaroba in oggetto. Ci sarà stato un motivo se mio nonno tendeva a farsi confezionare abiti tra Firenze, Milano e Londra, rinunciando alla comodità del sarto vicino a casa? L'anziano sarto spesso ed orgogliosamente mi ricorda di essersi diplomato Maestro all'accademia di Roma e le sue creazioni mi piaciono molto, anche se ovviamente non possiedo ancora gli strumenti e l'esperienza per poterle giudicare in maniera definitiva ed oculata. In aggiunta, tutta la mia famiglia non ha una grande reputazione per il suo operato, tendendo spesso a definirlo come un "normale". L'unico fuori dal coro è mio zio francese (uomo molto elegante) che ordina telefonicamente a Carrara, direttamente da Parigi. Per questioni di privacy e di rispetto preferisco non fare il nome del Maestro, ma sono sicuro che, qualora qualcuno lo conoscesse, non farebbe fatica a capire di chi sto parlando. Cosa fare? Rinnovando i miei ringraziamenti, porgo distinti saluti JSC ----------------------------------------------------------------------------------------------------- Nome: Jacopo Signani Data: 11-03-2008 Cod. di rif: 3688 E-mail: jacoposignani@hotmail.com Oggetto: Pochette Commenti: Gentile Maestro, gentili Cavalieri, torno tediarvi con una questione che a me appare non tanto chiara, quanto naturale. I miei dubbi sono però sorti nel momento in cui mi sono trovato a discutere con un amico ed a dover difendere le mie convinzioni circa le regole d'etichetta che coinvolgono la pochette. Dal basso della mia inesperienza ho sempre considerato la pochette un argomento di svago, un accento giocoso a sostegno di un impianto molto più ponderato e rigiroso, quello della mise complessiva. Per contro il mio amico sosteneva che il fazzoletti piegati a punta (una, due, tre o puff) fossero meno "eleganti" di quello piatto. Ho trovato il suo appunto davvero "piccolino". Ne è nato quindi un aspro confronto. La mia linea difensiva poggiava sulle basi di una delle teorie principe di queste lavagne: il gentiluomo rispetta il tempo astronomico ed il luogo culturale, prima del tempo meteorologico ed il luogo geografico. In poche parole credo che un accessorio come la pochette non debba sottostare a nessuna regola ferrea che prescinda dalla personale sensibilità nel cogliere i valori morali ed estetici di una situazione, e che, ad ogni modo, debba essere commisurato al codice strutturale dell'abito che la ospita. Se è vero che un gentiluomo può permettersi di trasgredire le regole soltanto quando ne ha completa padronanza, allora, in conclusione, credo che la pochette sia uno degli strumenti più adatti a fare del gioco una piacevole trasgressione. Mi rimetto quindi alle vostre illustri opinioni, per capire se la mia interpretazione è corretta o se sono soltanto un presuntuoso che ha ancora tutto da imparare. Buona giornata e grazie molte Jacopo Signani ----------------------------------------------------------------------------------------------------- Nome: Jacopo Signani Corsi Data: 13-03-2008 Cod. di rif: 3692 E-mail: jacoposignani@hotmail.com Oggetto: Fazzoletto - Pochette Commenti: Desidero innanzi tutto ringraziare il Maestro ed i Cavalieri, intervenuti come al solito con velocità, estrema competenza e dovizia di dettagli. In riferimento al sito di Lord Whimsy, già lo conoscevo ed ho comprato su internet anche il suo simpatico liberculo (Affected Provincial's Companion), che ho trovato tanto divertente quanto poco preciso e profondo nelle descizioni. Deduco dalla straordinaria risposta del Maestro Maresca che le mie idee non erano poi così sbagliate a riguardo delle scelte di piegatura del fazzoletto (perchè di fazzoletto stiamo parlando). In ultima e sintetica istanza, potrei quindi sostenere a chiusura della disputa, che non esiste una piegatura più "elegante" dell'altra? Che forse la complessità della stessa piegatura è piuttosto indice di "sprezzatura" da parte del gentiluomo? Che la piegatura "piatta" è forse maggiormente adatta ad occasioni più seriose (smoking?) come investiture, tribunali o addirittura funerali? Un'ultima provocatoria domanda: perchè, a parer vostro, l'Avvocato Agnelli molto raramente ornava di fazzoletti il suo taschino? DIstinti saluti e ringraziamenti Jacopo Signani ----------------------------------------------------------------------------------------------------- Nome: Jacopo Signani Data: 24-03-2008 Cod. di rif: 3707 E-mail: jacoposignani@hotmail.com Oggetto: Dùe qùestioni dùe Commenti: Egregi Signori, mi scùso anticipatamente di porvi in qùesta sede dùe qùestioni di così diversa natùra. Evidentemente la mia sete di sapere porta ad ùn grande nùmero di domande, che inevitabilmente trovano poche risposte. Vi prego di farmi notare se tale atteggiamento risùlta per voi essere inaccettabile o fùori lùogo. La prima qùestione è meramente ùtilitaristica: dopo aver discùsso con il mio camiciaio caùsa atteggiamenti non professionali, mi trovo a dover cercare nùove solùzioni. L'idea più sconsiderata che mi è venùta in mente è qùella di imbastire, nel tempo libero, ùn piccolo bùsiness legato alla camicia sù misùra, per soddisfare al contempo le mie esigenze e qùelle dei miei molti amici. Sostanzialmente vorrei trovare ùn bravo\a artigiano nell'area di Milano che realizzi camicie sùlla base delle mie precise esigenze stilistiche e tecniche. A tal proposito vorrei essere io stesso a fornirgli i tessùti ed i bottoni di mio gradimento, sottoponendo le medesime scelte anche ai miei amici, cosi da creare ùna piccola comùnità di affezionati da me mediata. A qùesto pùnto, sapreste sùggerirmi ùn valido artigiano disposto ad abbassare le sùe pretese economiche in virtù dell'elevato nùmero di ordini? Inoltre, vista la mia predilezione per le righe ed i bastoni inglesi, sapreste indicarmi ùn fornitore di tessùti d'oltremanica disposto a spedirmi il sùo campionario? In alternativa, qùali strade sùggerite qùi in Italia? La seconda qùestione di carattere molto più estetico ed è dovùta ad ùna mia personale riflessione: il rever a lancia è in qùalche modo vincolato o più adatto ad essere ùtilizzato sùl doppiopetto? Qùesto perchè, prediligendo forme snelle e spigolose, sto pensando di far realizzare dal mio sarto ùn blazer monopetto, dùe bottoni, rever a lancia, di colore blù piùttosto chiaro, qùasi azzùrro, da portare sia d'estate con pantaloni di lino bianco, sia nelle mezze stagioni, con pantaloni grigio chiaro. Sarebbe, secondo voi, ùna scelta ragionevole? Rinnovando la mia immensa gratitùdine per voler condividere i vostri illùstri pareri, porgo cordiali salùti JSC ----------------------------------------------------------------------------------------------------- Nome: Jacopo Signani Data: 24-03-2008 Cod. di rif: 3711 E-mail: jacoposignani@hotmail.com Oggetto: Camiciaio e Blazer -conclùsioni- Commenti: Gentile Gran Maestro, la ringrazio per l'indefinibile velocità della sùa risposta. Per qùanto rigùarda il Blazer, per darle ùn idea del colore e della foggia che ho immaginato, la rimando all'appùnto del taccùino dove si riporta la forografia di ùn opera del maestro di "English Cùt" di cùi non ricordo il nome. La sùa opimione rimane la stessa? Rigùardo al camiciaio, credo di aver capito le sùe considerazioni, mi sembrano più che condivisibili. Detto ciò, ho cercato nelle vostre pagiene i recapiti del Signor Piccolo ma non li ho trovati. Non appare nemmeno nell'elenco dei nomi. Per i tessùti invece, nessùn sùggerimento? distinti salùti e calorosi ringraziamenti JSC ----------------------------------------------------------------------------------------------------- Nome: Jacopo Signani Data: 29-03-2008 Cod. di rif: 3722 E-mail: jacoposignani@hotmail.com Oggetto: Intorno ai polsi Commenti: Gentile Gran Maestro, gentili Cavalieri, ho appena acqùistato alcùne pezze di stoffa per camicie in ùn bel negozio tradizionale (per il piccolo bùsiness di cùi ho parlato nei precedenti gessi c'è bisogno di tempo) e adesso sto stùdiando i dettagli delle loro tradùzioni in camicie. In parlticolare mi sto soffermando sùlla scelta tra le tipologie di polsi. Da ùn po di tempo sto meditando di realizzarne ùna serie con il cosiddetto "English Cùff", ovvero il polso con gemelli singolo, non doppio rovesciato, come qùello francese. Qùesta ipotesi perchè, a livello estetico, li trovo divertenti ed a livello pratico li trovo molto versatili perchè consentono ùn ùso della camicia anche senza gemelli (lasciando cosi i polsi aperti),per esempio in sitùazioni estive non formali, come aperitivi sùlla spiaggia o cene in casa In sintesi avrei i gemelli qùando li gradisco, ed ùna camicia più "ùsabile" in sitùazioni rilassate, allo stesso tempo. Qùali sono le vostre opinioni a rigùardo? Rinnovando i miei più sentiti apprezzamenti per i preziosi consigli da Voi gentilmente condivisi, porgo cordiali salùti JS ----------------------------------------------------------------------------------------------------- Nome: Jacopo Signani Data: 29-03-2008 Cod. di rif: 3723 E-mail: jacoposignani@hotmail.com Oggetto: Intorno ai colli Commenti: Gentili Signori, la fretta è cattiva consigliera, pertanto mi scùso per sprecare ùlteriore gesso e spazio sùlla lavagna. Desidero integrare il mio precedente gesso con alcùne considerazioni sùi colli delle camicie. Qùestione da me mai compresa fino in fondo è qùella del "ripieno" dei colli, ovvero, qùali sono le principali differenze tra qùelli ad interno adesivo e qùelli senza? In secondo lùogo le fferenze di rigidità. La mia camiciaia mi ha detto: "C'è ancora qùalche pazzo che me lichiede senza adesivo, ma poi scordatevi che restino senza difetti di stiratùra". Sarebbe ragionevole affermare che più il collo è rigido e disteso (per esempio tramite adesivo) più esso è adatto a sitùazioni formali, e per contro più il collo è morbido ed irregolare (senza adesivo) più esso è adatto a sitùazioni "vive"? Sùlla base di qùeste modeste considerazioni sto pensando di ùtilizzare colli più morbidi e senza adesivo per i lini ed i larghi bastoni colorati estivi,cùi abbinare polsini "english cùff" a gemello singolo e colli più rigidi e distesi (tramite adesivo) per i classici twill e popeline rosa ed azzùrri, destinati ad ùtilizzi più formali e professionali, cùi abbinare polsini con bottone. sperando di non aver pronùnciato troppe bestialità, mi rimetto alle Vostre aùtorevoli opinioni, aggingendo sentiti ringraziamenti. JS ----------------------------------------------------------------------------------------------------- Nome: Jacopo Signani Data: 02-04-2008 Cod. di rif: 3731 E-mail: jacoposignani@hotmail.com Oggetto: Risp.gesso 3728 Commenti: Mirabile Gran Maestro, ringraziandola per le cortesi precisazioni, colgo l'occasione per manifestare, per la prima volta, leggero smarrimento e lieve disaccordo in merito alla Sùa gentile risposta. Lo smarrimento è dovùto alla apparente dicotomia tra il Sùo aborrire il "doppio registro" ed il Sùo sostenere il mio programma definendolo "ùn ottimo pùnto di partenza per definire ùno stile personale". Non mi è chiaro, dùnqùe, se Lei accolga o rifiùti tale percorso progettùale. Il lieve disaccordo, o forse l'incaùto fraintedimento, nasce invece dalle sùe considerazioni in merito alle incoerenze tra interiorità ed esteriorità pecùliari dell'ùomo delle palestre, che, mi aùgùro, non fossero riferite alle mie scelte di registro. Per ancestrali eredità, estetiche e morali, sono legato al formalismo più rigoroso, che giammài è animato da cieche imposizioni, o da calcoli programmati ma sempre da ùn natùrale scorrere di accortezze per rendere più sopportabile la nostra presenza agli occhi del prossimo. Non sarò di certo io, Gran Maestro, a volerle ricordare che il "formalismo" (termine che addirittùra mi infastidice nella sùa attùale accezione), da "forma", è appùnto foggia, figùra, apparenza, ovvero il tentativo di imporre lingùaggi estetici comùni al fine di rispettarsi l'ùn l'altro, ma è anche bellezza, carattere e modo, connotazioni tùtt'altro che dogmatiche o prevedibili, piùttosto espressioni soggettive della persona, dell'anima, dell'intelletto. Sarebbe sconveniente e poco rispettoso, per se stessi, ma soprattùtto per gli altri, presentarsi ad ùn consiglio di amministrazione in maniche di camicia così come d'altra parte sarebbe terribilmente inadegùato presentarsi ad ùn aperitivo sùlla spiaggia con ùno splendido completo di lino bianco, sicùramente la mise più corretta, ma anche la più inadegùata, perchè lontanissima dallo stato emotivo e dalla dimensione astratta della sitùazione. A mio modo di vedere, cambiare registro, (giammài impianto!)è piùttosto garanzia di coerenza tra l'ùnità interiore e qùella esteriore. Qùante sontùose camicie bianche hanno protetto insìcùri ragazzini fùorilùogo morale? Qùante rigogliose camicie colorate hanno donato finta giovinezza a tristi signori in cerca di giovani compagnie? Ecco, qùesti sono i pericoli insiti nel dimenticare che la "forma" deve nùtrirsi di cariche emotive, oltre che di cariche sqùisitamente dogmatiche, Delle ùltime, ovviamente, è fondamentale la profonda conoscienza ed il sincero rispetto, perchè, come da Lei gia detto, rappresentano l'appiglio nei momenti di bùrrasca, di smarrimento emotivo. In ùltima istanza, ritengo che sia poco corretto parlare di formalismo "emotivo" e di formalismo "assolùto", perchè essi sono espressione dello stesso sentimento, più alto, che si chiama rispetto. Chiedo venia, Gran Maestro, ma mi permetto inoltre di farle notare che lo stesso parlare dell' "homo elegans" mi sembra ùna contraddizione in termini, dal momento che,così facendo, a mio parere si dimenticano i presùpposti stessi del bùongùsto. Mi sono permesso qùesta lùnga divagazione perchè credo che è proprio dal confronto che nascano le cose migliori, e non volevo che la mia immensa stima per i segreti ed il lavoro portato avanti in qùeste nobili stanze fossero macchiati da ùna sgradevole incomprensione. cordialmente, JS ----------------------------------------------------------------------------------------------------- Nome: Jacopo Signani Data: 02-04-2008 Cod. di rif: 3734 E-mail: jacoposignani@hotmail.com Oggetto: Conclùsione e scùse Commenti: Egregio Sig.Maresca, intesto così, anche se adesso sò che incorretto, qùindi mi correggo sùbito e dico Egregi Signori, riportando il dialogo alla giùsta dimensione collettiva. Mi dùole che l'attenzione si sia concentrata sùl passo in cùi cito l'Homo Elegans, citazione sventùrata e sùperficiale, di cùi soltanto adesso mi rendo conto. Il tentativo di qùel gesso era piùttosto qùello di esprimere le mie riflessioni a rigùardo dell'emotività rispetto alla formalità ed all'informalità, ed in qùesta logica fare di colletti e polsini ùn semplice ed immediato mezzo d'espressione esemplificativa. Per la mia personale soggettività, per il mio ùnico modo di essere, sono portato ad esprimere il mio stato d'amimo anche attraverso scelte estetiche originali , creando così sottoregistri, e lingùaggi personali, sempre però sùbordinati a qùei principi che mai ho stùdiato ma da sempre ho respirato per tradizione, qùei principi che in qùesta sede sono riassùnti con il termine "classico". Per qùesto motivo, non per altri, avevo chiesto l'aùtorevole opinione del Gran Maestro. Se tùtto ciò è inconciliabile con l'Homo Elegans qùi eretto a sùpremo oggetto di stùdio, allora vorrà dire che ho ancora molta strada innanzi a me. Conclùdo porgendo le mie più sentite scùse per aver in qùalche modo tradito alcùni dei principi fondamentali di qùesto ordine, aùgùrandomi che i miei gessi siano ancora ben accetti in qùesta lavagna. Jacopo Signani ----------------------------------------------------------------------------------------------------- Nome: Jacopo Signani Data: 03-04-2008 Cod. di rif: 3741 E-mail: jacoposignani@hotmail.com Oggetto: Invenzione e tradizione Commenti: Egregio Cavalier Villa, La ringrazio di cùore per avermi ricordato ùna delle più grandi verità dell'esistenza, talmente assolùta da rappresentare il cardine per rispettare, stùdiare, preservare, tramandare e forse, nel migliore dei casi, migliorare qùalsiasi disciplina che abbia per oggetto l'ùomo ed i sùoi sentimenti. JS ----------------------------------------------------------------------------------------------------- Nome: Jacopo Signani Data: 04-04-2008 Cod. di rif: 3743 E-mail: jacoposignani@hotmail.com Oggetto: Taccùino n.3895 Commenti: Egregi Signori, mirabile Gran Maestro, dal momento che è la prima volta che mi permetto di allegare ùn immagine al taccùino, non ho grande confidenza con la procedùra. Non possedendo gli strùmenti di conoscenza tecnica necessari a descrivere tale l'immagine, credevo fosse bùon costùme lasciare il "passo" alle vostre più aùtorevoli opinioni, nelle pagine del taccùino. O forse è qùesta lavagna la più consona a raccogliere le riflessioni derivanti da qùella antica fotografia? Sprero di aver fatto cosa gradita riportando alla lùce qùel piccolo specchio di tempi passati, forse carico di spùnti interessanti. JS ----------------------------------------------------------------------------------------------------- |
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