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Nome: Lorenzo Villa
Data:
Cod. di rif: 16
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Il futuro della Sartoria
Commenti:
Gentilissimo Gran Maestro e Cavalieri tutti,

come mia prima apparizione su questa nobile lavagna, vorrei sollevare un problema che, come già ho avuto modo di sottolineare con il Grande Maestro, mi sta particolarmente a cuore : il futuro della finissima e irrinunciabile "arte sartoria".
Come noi tutti sappiamo la sua sopravvivenza è messa a durissima prova da tanti fattori, che non sto qui ad elencare. Certo è che di questo passo tra qualche lustro dovremo cedere all'esecrando "su misura" industriale. Tanto basta da non dormire alla notte !
Io sono piuttosto giovane, avendo sulle mie spalle quasi trent'anni. Il mio sarto, a che se ne dice il più giovane dell'Emilia, mia terra di nascita e residenza, ha cinquant'anni : nella sua bottega non ha ne figli ne aiutanti che possano proseguire questa affascinante quanto sublime tradizione.
Il problema è comune e drammatico.
Forse solo nella città di Napoli, a che mi è dato sapere, qualche discendente di un grande maestro ha deciso di seguirne il percorso. Parlo del grande Gennaro Solito con il figlio Luigi, di Renato Ciardi ed i suoi figli e di pochi altri.
E' cosa troppo importante la Sartoria per un uomo da vederla finire offuscata da l'orribile scritta "su misura" di un qualunque negozio. Proprio in un momento come questo in cui il ritorno all'antica tradizione del vestire su misura sembra così attuale e ricercato.

I miei più cavallereschi saluti.

Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data:
Cod. di rif: 18
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Sartoria
Commenti:
Egregio Gran Maestro,
non posso che sottolineare il mio più completo assenso per le sue precise e giustissime parole.
La moda degli stilisti si trova ad un bivio. Purtroppo vedo ultimamente molte griffes "scimmiottare", in maniera grottesca e ridicola per un vero intenditore, il ritorno ad una moda etica e virile, proponendo anch'essi l'ormai immancabile servizio "su misura". Dio ce ne salvi... ( a tal proposito se proprio dovessi salvare qualcuno del volgare mondo della moda salverei Giorgio Armani, a suo modo e in quel mondo un monsieur). Per non parlare dell'onnipresente parola "sartoriale" o "stile Napoli" presente in ogni vetrina di boutiques maschili. Che affronto ! Una tradizione così antica ed una così nobile arte oltraggiata in questo modo.
Sono perfettamente concorde con Lei a riguardo dei vari Kiton ,Attolini, Borrelli etc. Per un mio peccato di gioventù anni or sono (vista ai giorni odierni ritengo comunque questa mia esperienza importante al fine della mia crescita), prima di conoscere la finissima e sublime aria di Sartoria, acquistai un blazer di Sartoria Partenopea, un nome come tanti altri che sfrutta il momento e annebbia il gusto. Bene, assieme ad una giacca di Kiton di un suo cliente, ci siamo divertiti, io con il mio sarto, ad "aprirla" completamente : che differenze macroscopiche tra una giacca tagliata in sartoria e le due di confezione ! Dove la ci sono solo punti dati a mano, meticolose e lunghissime rifiniture, materiali per gli interni della migliore qualità, maniacale perfezione ed una esecuzione commuovente, qui ci sono molte "macchinate", materiali che non si vedono approssimativi, imperfezioni e imprecisioni industriali evidentissime.
Mi permetto di continuare a rubarle prezioso tempo nel farLe notare che i vari Kiton, Borrelli & C. stanno inesorabilmente diventando le nuove griffes. Un week-end del mese di Luglio del corrente anno mi trovavo in quel di Forte dei Marmi, facendo così lo spiacevole incontro con la nuova boutique Borrelli (un nome che ho sempre stimato). Nel suo interno veniva venduto di tutto, dalle famose camicie alle cinture passando da scarpe, pantaloni, polo e quant'altro. Tra un po sostituiranno i vari Prada, Gucci, Versace nella continua corsa per l'apertura di negozi. Ma non si fregiano di una artigianalità incontaminata ?!
Leggo con grandissimo piacere gli articoli del parmigianissimo Andrea Grignaffini, sia su Monsieur che su Torpedo e sulla locale Gazzetta di Parma in cui spesso, con la sua solita competenza, si occupa di vino e gourmandises.
RingraziandoLa per la sua infinita cortesia, Le auguro i miei più cavallereschi e cordiali saluti.

Lorenzo Villa

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Nome: Lorenzo Villa
Data:
Cod. di rif: 20
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Futuro
Commenti:
Gentilissimo Gran Maestro,
Le sue affermazioni mi trovano nuovamente in completo accordo. Inoltre le Sue preziose considerazioni sono un interessantissimo, quanto doveroso, trattato che tutti coloro che aspirano al bel abbigliarsi dovrebbero conoscere e tenere a mente.
Non volevo essere frainteso nella mia precedente lettera riguardo le critiche mosse dal sottoscritto ai Ciro Paone, Borrelli e Attolini. Ben vengano imprenditori e uomini capaci di centrare un successo mondiale di questa portata con un prodotto di qualità. Rimango solo un po deluso che una antica azienda come la Luigi Borrelli, famosa in tutto il mondo per le sue camicie, si metta a produrre, o ancora peggio dare in licenza la produzione, scarpe, costumi da bagno, abiti etc.
Trovo molto azzeccato il Suo passaggio sull'esecranda Tasmania. Un tessuto che i sarti non amano ( almeno il mio ed il suo collega di bottega ) e chi conosce o ha l'occasione di provare, toccare, "accarezzare" la drapperia inglese, rifiuta al pari di un vino col sentore di tappo.
La sua idea di un progetto che garantisca il futuro dell'arte sartoria mi ha colpito molto. E' un problema che sento molto da vicino, volendo la speranza di poter continuare a vestire su misura tutta la vita ed amando profondamente questo antichissimo e nobile mestiere. Io La conosco poco, pertanto non mi permetterei mai di darLe un consiglio, ma l'idea che mi ha illustrato è veramente qualcosa da non lasciare in un cassetto. Ho grande stima di Lei e a volte, le azioni più ardite, più difficili, sono quelle a cui vale la pena dare credito e seguito.
Insieme ai miei più Cavallereschi saluti, Le auguro un buon fine settimana.
Lorenzo Villa

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Nome: Lorenzo Villa
Data:
Cod. di rif: 22
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Sartoria & Calzolai
Commenti:
Gentilissimo Gran Maestro,

la Sua attenzione per i miei interventi all'interno della Lavagna dell'Abbigliamento mi lusinga alquanto.
Essendo il problema della sopravvivenza dell'antico e nobile mestiere di sarto da me molto sentito, mi sono sentito in dovere di esprimere le mie preoccupazioni per il futuro di questo mondo. Sopratutto dopo aver letto la Sua acuta lettera contenente un progetto di "salvaguardia della specie". Da che mi è dato sapere in Inghilterra, paese come l'Italia di grandissima tradizione sartoria, hanno già superato questo problema, trasformando le botteghe in attività imprenditoriali che, pur mantenendo le tradizioni di assoluta qualità e artigianalità, attraggono addetti sia nazionali che extracomunitari ( la presenza di indiani è notevole ), garantendo così uno stabile e roseo futuro.
Cosa sicura è che non mancherò di far seguito al Suo invito nei Taccuini di Viaggio cercando di rifuggire il più possibile da esaltazioni, cosa che mi capita di sovente quando parlo dell'universo fatto di stoffe, forbici, ago e filo.
Proprio ieri sera ho letto il Suo articolo "Talk Shop" sull'ultimo Monsieur : uno racconto interessantissimo, condito da una sottile ironia che fa scorrere via le pagine con una piacevolezza rara.
Per rimanere in tema di scarpe, oltre che un grande amante delle scarpe inglesi ( pur riconoscendo che non raggiungono vertici assoluti come altri grandi maestri calzolai britannici, ho una predilizione per le scarpe Tricker's ) sono un amante di Silvano Lattanzi, di cui posseggo due paia di scarpe : uno su misura ed uno acquistato pronto. Secondo il mio modestissimo parere uno dei migliori artigiani del bel paese.
Nell'attesa di una Sua sempre graditissima risposta, Cavallereschi saluti.
Lorenzo Villa

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Nome: Lorenzo Villa
Data:
Cod. di rif: 24
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Ancora sul futuro
Commenti:
Gentilissimo Gran Maestro,
la Sua lettera mi ha riportato esattamente ad un anno fa, giorno in cui con una "folle" decisione, decisi di varcare le soglie dello show-room del maestro Lattanzi a Milano, in via Montenapoleone. Mi prese l'appuntamento un amico, che conosceva il Sig. Lattanzi e che mi permise di assicurarmi uno speciale trattamento. Scelsi una scarpa decisamente particolare ed extravagante : una derby in pebody di vitello inglese anticato della serie arancio, con una originalissima allacciatura da antico stivale da equitazione. Un capolavoro.
Come ho già avuto modo di scrivere ho una grande passione per le Tricker's che trovo insuperabili nella linea Country e 1829. Un mio fortunato conoscente ha avuto modo di farsi fare un paio di Kensington su misura in Jermyn Street : una delle più belle scarpe che abbia mai avuto modo di tenere in mano.
Ho trovato molto interessante il Suo speculare confronto sartoria inglese - sartoria italiana. Le rinnovo i miei complimenti per la Sua grande conoscenza in materia. Come epilogo di un così importante discorso sento l'urgenza di una domanda, in virtù della Sua grandissima competenza. Ebbene quale sarà il futuro da qui a qualche decennio della sartoria e delle tante botteghe di sarti in Italia ? Durante i miei studi universitari scientifici ho avuto modo di apprendere e, successivamente comprovare, che niente si crea e niente si distrugge; tutto si trasforma...
Cavallereschi saluti in questa piovosa giornata e ancora grazie per Le sue graditissime risposte.
Lorenzo Villa

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Nome: Lorenzo Villa
Data:
Cod. di rif: 26
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: E noi che faremo?
Commenti:
Gentilissimo Gran Maestro,

il suo completo e preciso intervento, non lo nego, mi inquieta alquanto. Il futuro, più che nero, mi appare nelle sue sembianze più funeree. Sarà veramente questo lo scenario che ci raggiungerà da qui a cinque anni ?! Oltre a mostrarLe le mie più vive preoccupazioni nel leggere le Sue parole, anche in virtù dell'autorevolezza di chi le scrive, mi prendo la licenza di chiederLe alcune precisazioni :
3 - Il citato periodo di vacche grasse si riferisce all'affluenza di clienti nelle sartorie ?
4 - Le modifiche che Lei cita apporterebbero la fine del su misura vero, fatto di ago, pazienza e maestria. Sara davvero così ? Tutto fatto a macchina ?
5 - Se al punto precedente il vestire su misura era agonizzante ora è morto e sepolto : il sarto che rilegge la confezione ?
6 - Questo nuovo "sarto" diverrebbe una figura tipo quelle spuntano qua e là in ogni città : offrono la scelta dei tessuti di capi che poi fanno realizzare in giro per l'Italia; un "confezionato su ordinazione" . Le cito per precisione il caso di un negozio di Parma che offre un servizio di questo tipo : si sceglie il tessuto per un abito o per una camicia, viene spedito a Napoli per la lavorazione, ritorna a Parma pronto per la vendita. ( E' il caso che citai tempo addietro di Sartoria Partenopea ).
7 - Conosco tante persone che come me vestono su misura e a queste potrei sommarne altre che mi capita di osservare. Tutti questi, me e Lei compresi, dove andremo ? Chi cucirà le nostre giacche o le nostre camicie ? Dovremo accontentarci solo di qualche personalizzazione ?
Mi rendo conto di lasciarLa in balia dei miei punti interrogativi ma la questione è per me fonte di notevole preoccupazione.
Nell'attesa di una Sua gentilissima risposta in Lavagna, i miei più cavallereschi saluti.
Lorenzo Villa

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Nome: Lorenzo Villa
Data:
Cod. di rif: 28
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Richiesta di precisazioni
Commenti:
Gentilissimo Gran Maestro,

mi considero onorato dal poter rubare qualche autorevole pagina sulla Lavagna dell'Abbigliamento per dare spazio al nostro interessante carteggio. Come ho avuto modo di scrivere poc'anzi, sono davvero felice e lusingato dalla possibilità di poter lasciare una traccia in compagnia del Suo autorevolissimo pensiero, su di un argomento di così vasta portata.
Ne approfitto per rubarLe qualche altro attimo, chiedendoLe una precisazione :
Questo nuovo sarto, se ho ben capito, non sarà un vero e proprio artigiano, in quanto non realizzerà direttamente un capo, ma farà solamente da tramite tra un azienda ed il cliente. Questa nuova figura risponderà al bisogno di personalizzazione, secondo le richieste del cliente, facendole poi eseguire da terzi.
Quindi io varcherò le soglie del suo negozio, sceglierò un tessuto, un modello di giacca e pantalone da alcuni campioni e dopo circa un mese mi vedrò consegnare l'abito con quei particolari da me richiesti. E' ben chiaro che il su misura sarà nelle personalizzazioni poichè non ci saranno più tre prove, non ci saranno più le fodere attaccate a mano una ad una, i pantaloni non saranno più interamente cuciti a mano dentro e fuori da invisibili ma importantissimi punti, l'interno delle giacche sarà a noi sconosciuto e potrei continuare a lungo di questo passo. Ho capito in maniera corretta ? Non sarà più una sartoria ma un negozio che offre capi su ordinazione, personalizzabili. Capi che verranno necessariamente eseguiti da grandi laboratori piuttosto che da industrie.

RingraziandoLa ancora per il tempo che mi dedica, cavallerescamente La saluto.

Lorenzo Villa

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Nome: Lorenzo Villa
Data:
Cod. di rif: 30
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Chi vivrà vedrà
Commenti:
Gentilissimo Gran Maestro,
sarei un bugiardo se non ammettessi che Le Sue precisazioni mi hanno dato una notevole speranza per il futuro dell'arte sartoria. A questo punto, come anche Lei ha avuto modo di precisare, chi vivrà, vedrà. Resta solo da augurarsi che un così nobile mondo possa solo trasformarsi ed evolversi secondo quanto detto nei Suoi appunti e mai estinguersi.
Poc'anzi ho inserito nel Taccuino di Viaggio della Gola un mio breve racconto di un maldestro cuoco ( chi sta scrivendo
Sarò molto lieto di partecipare ad un incontro della "Alcohol Academy", sfruttando anche una certa vicinanza della mia città con il capoluogo meneghino, e non mancherò comunque di seguire i lavori nel sito.
I miei cavallereschi saluti.
Lorenzo Villa

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Nome: Lorenzo Villa
Data: 11-09-2002
Cod. di rif: 32
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Sarti imprenditori
Commenti:
Gentilissimo Gran Maestro, Egregio Sig. Clerici, Cavalieri tutti,

sono molto contento che l’argomento sul futuro dell’arte sartoria abbia suscitato il Vostro interesse. Come ho già avuto modo di scrivere, nulla si crea e tutto si trasforma. Partendo da questa inconfutabile legge della fisica e meditando attentamente sulle precise osservazioni del Gran Maestro Maresca, sono portato a credere che la sartoria subirà, negli anni a venire, cambiamenti e mutazioni. Ciò nonostante, il vestire su misura, esistendo praticamente da quando esiste l’uomo, non scomparirà. Muterà alcuni suoi aspetti ma continuerà a soddisfare le esigenti richieste dei più incalliti “estremisti” dell’eleganza. Si veda a tal proposito le nostre osservazioni sull’Inghilterra e le sue sartorie : molto probabilmente ci sposteremo anche noi verso una maniera di intendere le botteghe in questa maniera imprenditoriale, la sola che garantirà un lungo e roseo futuro alle sartorie italiche.
Approfitto per ringraziare nuovamente il Gran Maestro della possibilità offertami di essere presente in queste nobili pagine.
Sono inoltre a chiederLe gentilmente informazioni su di un drappiere inglese : W. Bills.

I miei più cavallereschi saluti a Voi tutti.

Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 25-09-2002
Cod. di rif: 36
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Segnalazioni per il Portico dei Maestri
Commenti:
Gentilissimo Gran Maestro,

come non avrà sicuramente mancato di notare, Le ho spedito la nuova scheda della bottega artigiana Aimi&Gigliotti, degna di presenziare all'interno del Portico dei Maestri.
Spero che questa iniziativa sia seguita da tutti i simpatizzanti e frequentatori di questo unico e affascinante Castello. Oltre che di grande utilità e originalità, servirà a lasciare un segno, nei muri del nostro antico maniero, di quei luoghi in cui il bello e il buon gusto sono ancora valori importanti e irrinunciabili per un uomo.

I miei più cari e cavallereschi saluti.

Lorenzo Villa

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Nome: Lorenzo Villa
Data: 26-09-2002
Cod. di rif: 37
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Sartoria e su misura industriale
Commenti:
Gentilissimo Gran Maestro ed egregi Cavalieri,

sento la necessità di portarVi a conoscenza di una discussione occorsami ieri sera con un mio caro amico.
La conversazione, allietata e accompagnata da un grande puro, un Partagas serie D nr.4, ha avuto come interessante argomento il confronto tra la sartoria tradizionale, che tutti noi conosciamo bene, e il “moderno” su misura industriale. E’ doveroso precisare che questo mio conoscente veste in un negozio che propone questo servizio : scelta di un tessuto, scelta di un modello di abito, aggiustamenti sulla taglia predefinita (una spalla più imbottita dell’altra, maniche più lunghe, vestibilità asciutta piuttosto che comoda, etc. ), invio del tessuto a Napoli (da quella maison che ho già avuto modo di citare in passato) corredato di “specifiche cliente”, consegna entro 30-40 giorni.
Nel suo esecrando pensiero, per un uomo privo di particolari difetti fisici, questo tipo di servizio restituisce un abito artigianale che nulla ha da invidiare ad uno uscito da una vera sartoria. Che orrore !
Ha trascorso due ore nel descrivermi la sua fodera cucita a mano, le sue asole perfette, la costruzione completamente a mano della giacca, le invisibili impunture, le sue spalle attaccate a mano, etc. etc. etc.
E’ stato completamente inutile che gli parlassi di cartoni tagliati specificatamente per il cliente, di ferri da stiro di 7 o 8 chili, di vedere il proprio capo “in fasce” e poi crescere prova dopo prova, solo grazie ad ago, metro e nobile maestria.
A ciascuno il suo.
Certo è che parte della colpa di atteggiamenti di questo tipo è da attribuire a commercianti che, sfruttando, ahimè, la moda del momento, fanno credere al cliente di avere comprato un vero capo Made in Napoli.
Forse esagero ?

Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 01-10-2002
Cod. di rif: 40
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Monsieur
Commenti:
Carissimo Gran Maestro, nobili Cavalieri,

il Suo intervento si è rilevato come sempre acuto ed efficace nel mettere in luce l’abisso che separa l’oceano del confezionato su ordinazione e il piccolo ma profondo mare del vero su misura.
Mi sono subito premunito di avvisare l’interessato, affinché possa anche lui, leggendo il Suo illuminato cartiglio, capire almeno in che acque “naviga”.
Negli ultimi tempi, come non ho mancato di scrivere in passato, si sono moltiplicate a dismisura le diciture “su misura” in ogni boutique di abbigliamento maschile; questo ha generato grande confusione, soprattutto per quella tipologia di clienti abituata a comprare abiti delle più svariate griffes. Questi individui, assolutamente non avvezzi a tessuti, forbici e metro, si sono trasformati nei nuovi alfieri di questo finto su misura, convinti, nel loro più profondo, di indossare un capo di vera sartoria.
Per fortuna il vero monsieur conosce la differenza e naviga, non senza un pizzico di extravagante distacco e irriverenza, nel mare della vera eleganza, ben al di fuori di ogni moda passeggera.
Lunga vita alla vera Sartoria artigiana.

Cavallereschi saluti.

Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 04-10-2002
Cod. di rif: 44
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Sartoria
Commenti:
Egregio Sig. Vandelli,

la passione e la decisione che mette nelle Sue affermazioni meritano assoluto rispetto.
In passato mi sono trovato anch'io a provare un tipo di servizio "su ordinazione".
Tenga però sempre ben presente che la Sartoria è il laboratorio in cui si crea l'eleganza; il negozio è l'officio di un servizio.
Non sto a dilungarmi in ulteriori descrizioni che il Grande Maestro ha già ampiamente e precisamente definito.
Se Lei è una persona curiosa, una di quelle che vogliono continuamente "apprendere" e crescere nella conoscenza, provi a varcare la soglia di autentica sartoria. Se ricerca quella giusta, operazione in cui bisogna investire parecchio tempo, non se ne pentirà e capirà.

Cavallereschi saluti.

Lorenzo Villa

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Nome: Lorenzo Villa
Data: 08-10-2002
Cod. di rif: 47
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: A ciascuno il suo
Commenti:
Gentilissimo Gran Maestro,

riconosco il tono vagamente “didattico” del mio ultimo commento e ne chiedo scusa. Alle volte la forte passione trasporta oltre ogni saggio proposito…
Come ho già avuto modo di scrivere ogni scelta merita il massimo rispetto.
Sarei molto curioso di conoscere più nei particolari il laboratorio che realizza i capi per il nostro Sig. Vandelli.
Mi unisco a Lei nel non considerare in maniera gerarchica il confronto su misura-su ordinazione, anche se ho potuto appurare di persona i limiti del secondo e apprezzare a dismisura le opere del primo. I due mondi sono distanti, pertanto sono sempre molto irritato dalla confusione che molte aziende generano spacciando il loro prodotto, condito da frasi altisonanti, come uscito da una sartoria artigiana. Purtroppo quest’ambiguità, che confonde il cliente, è quasi sempre presente.
Acuto e come sempre correttissimo il Suo passaggio sulla perdita di varietà e di disponibilità di alcuni tessuti storici e, a mio avviso, stupendi. Alle volte dai miei sarti riesco a far affiorare polverose ed annose pezze, appartenenti ai tempi che furono, cariche di un fascino irripetibile : tessuti che portano in maniera tangibile i segni di un tempo in cui la pesantezza e la mano erano valori ben diversi da quelli odierni, dominati da una inspiegabile ed esecranda ricerca nel solo senso della finezza.

I miei più cari saluti.

Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 09-10-2002
Cod. di rif: 49
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Difesa
Commenti:
Illustrissimo Gran Maestro,

il Suo scritto mette i brividi : oltre a generare una sconfortante confusione nel mercato e nei confronti dei clienti, questi marchi industriali, ora si vogliono anche far considerare sartorie condotte da sarti. Un delitto !
In virtù del Suo nobile proposito sappia che avrà in me un fidato alleato così come ogni informazione utile alla causa sarà da me opportunamente raccolta e successivamente a Lei inviata.
Un sguardo ai siti internet di : www.sartoriapartenopea.it , www.isaia.it, etc. possono già far intuire ciò che è avvenuto : l’appropriarsi di una tradizione, di un blasone, di una storia gloriosa da parte di strutture che non hanno assolutamente partecipato alla sua costruzione.
Le aziende che producono confezione, anche se di alta qualità e su ordinazione, non devono sfruttare la storia degli abili Maestri artigiani; quella di quest’ultimi diventa una difesa irrinunciabile.

Numquam servavi

Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 15-10-2002
Cod. di rif: 54
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Drappiere
Commenti:
Egregio Gran Maestro,

sono a chiederLe, in virtù delle Sue profonde conoscenze in materia, un parere tecnico sulla maison di tessuti Dormeuil. Questo anche in virtù di una specifica proposta, di un particolare quanto unico tessuto di questo drappiere, dei miei Maestri sarti. Al momento, infatti, non posseggo nessun capo cucito con tessuti di questa casa.

Già certo della preziosa quanto illuminante risposta, cavallerescamente ringrazio e saluto.

Lorenzo Villa

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Nome: Lorenzo Villa
Data: 16-10-2002
Cod. di rif: 56
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Dormeuil
Commenti:
Egregio Gran Maestro,

La ringrazio per la preziosa risposta.
Il tessuto a cui mi riferivo è un Harringbone varied - Dormysport 435 gr.
E' nei miei desideri farmi cucire con questa pezza una giacca sportiva di stampo inglese.

I miei più cari saluti a Lei e a tutti i nobili Cavalieri.

Lorenzo Villa

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Nome: Lorenzo Villa
Data: 30-10-2002
Cod. di rif: 65
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Asole delle camicie
Commenti:
Egregio Sig. Ferrari,

i miei Maestri e la mia breve esperienza mi hanno insegnato che degna presenza in una camicia su misura di sartoria, sono delle stupende e finissime asole ricamate a mano. Da non confondere con talune presenti in camicie pseudo-industriali grossolane e mal'eseguite. Le asole devono essere quasi invisibili; naturalmente per far ciò che questo avvenga con asole cucite a mano, il sarto deve lavorare a regola d'arte.
Questo è il mio modesto pensiero e aspetto con vivo interesse l'illuminante risposta del ben più esperto Gran Maestro.

Cavallerescamente saluto.

Lorenzo Villa

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Nome: Lorenzo Villa
Data: 06-11-2002
Cod. di rif: 83
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Silvano Lattanzi
Commenti:
Caro Gran Maestro,

mi risulta difficile comprendere l'esclusione, in una delle Sue ultime sui calzolai italiani, del Maestro Silvano Lattanzi. In tutta sincerità lo considero uno dei migliori artigiani calzolai al mondo, capace di interpretare al meglio e senza compromessi lo stile storico delle grandi scarpe. Offre tra l'altro un servizio su misura, curato da lui personalmente, che offre possibilità infinite : da vedere alcune derby con allacciatura ripresa dagli stivali da equitazione di fine '800.

Cavallereschi saluti a Lei ed agli amici di questa lavagna.

Lorenzo Villa

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Nome: Lorenzo Villa
Data: 06-11-2002
Cod. di rif: 84
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Correzzione
Commenti:
Caro Gran Maestro,

rileggendo meglio la Sua di alcuni giorni fa, ho notato che si è riferito solo a produttori di serie e quindi capisco la ragione dell'esclusione del Lattanzi. Mi farebbe comunque piacere il Suo parere su questo Maestro.

Saluti.

Lorenzo Villa

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Nome: Lorenzo Villa
Data: 07-11-2002
Cod. di rif: 86
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Figuraccia
Commenti:
Carissimi Cavalieri e Gentile Gran Maestro,

lo scrivere veloce mi ha giocato un brutto scherzo facendomi rimediare una figuraccia : ho scritto "correzione" con due "z". Chiedo umilmente scusa per simile strafalcione...maledetta tastiera !

Cavallereschi saluti.

Lorenzo Villa

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Nome: Lorenzo Villa
Data: 09-11-2002
Cod. di rif: 89
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Calzolai
Commenti:
Carissimo Gran Maestro,

ha colto perfettamente il mio sentimento di fronte a quell’orribile errore apparso su questa Lavagna e da imputare alla mia fretta nel digitare i tasti : disperazione. Mi sono sentito sprofondare dalla vergogna, ma ormai il danno era fatto.
Ho apprezzato molto il Suo discorso sul Sig. Lattanzi : mi ha portato a conoscenza di cose che ignoravo.
Infatti se per quanto riguarda la Sartoria posso affermare di avere una certa esperienza, nel campo della calzoleria artigiana ho ancora molto da apprendere. Pertanto le Sue parole mi sono di grande aiuto in questa crescita.
Sono un felice possessore di un paio di scarpe Lattanzi “su-ordinazione” . Devo però ammettere che non ho mai visto nel suo atelier di Milano provare una scarpa imbastita, questo a conferma delle Sue acute parole.
Nell’attesa del Suo commento nella parte riservata a noi soci, La voglio mettere a conoscenza di un esperienza vissuta un anno or sono nella sartoria di cui parla il Sig. Ferrari : Osvaldo e Luca Finarelli di Bologna.
Una volta varcata la soglia di questa sartoria, assieme a ottimi tessuti delle migliori case inglesi, ho trovato giacche con asole cucite a macchina, fodere cucite ed attaccate a macchina, pantaloni con interni cuciti interamente a macchina, abiti già pronti in taglia e via dicendo.
Con le mie parole non voglio criticare il lavoro di questi sarti; certo è che la vera sartoria artigianale alberga altrove.

Cavallereschi saluti dal Vostro Scudiero.

Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 12-11-2002
Cod. di rif: 98
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Giacca sfoderata e bottoni in madreperla
Commenti:
Caro Gran Maestro,

si ricorderà certamente di quella giacca in tweed Dormysport che mi volevo far cucire dai Maestri Aimi e Gigliotti e di cui Le avevo parlato in una mia del 16 Ottobre 2002 su questa Lavagna.
Giunto alla decisione finale, chiedevo un Suo illuminante consiglio sulla volontà di farmi realizzare questa giacca come usa spesso da Voi a Napoli, e cioè sfoderata.
La metto poi al corrente di un mio piacevole scambio di opinione avuto con un caro amico, grande appassionato della camicia Borrelli. Il mio borioso interlocutore sosteneva l’assoluta necessità di avere i bottoni della camicia “spessorati” e cuciti a “giglio”. Io invece, pur amando un importante bottone di madreperla australiana, sono contrario a vistosi cilindri alti come una pillola e preferisco di gran lunga la classica cucitura a binario. Ma questa tradizione a cui si rifanno i vari Borrelli, Barba, etc. è proprio vera e corretta ?

I più cari saluti dal Vostro Scudiero Lorenzo Villa.


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 14-11-2002
Cod. di rif: 105
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Maglieria su misura
Commenti:
Caro Gran Maestro,

sbaglio o manca in questa Lavagna un Suo cartiglio di questa mattina ?
Ho trovato molto interessante il Suo trattato sui bottoni e relativa cucitura nella camicia. Collezionando i Suoi preziosi scritti, ottengo il continuo approfondimento della mia personale conoscenza sul bel vestire.
Tengo a segnalare la difficoltà estrema di ottenere, dalle più svariate camiciaie o laboratori, camicie degne di un monsieur che cerca il bello. La mia è una continua lotta e ad ogni consegna, anche dopo aver ricordato pedantemente tutti i particolari nelle prove, c’è sempre qualcosa che non è fatto allo stato dell’arte.
L’universo camicia, almeno a Parma e dintorni, è funestato da laboratori di dubbia affidabilità, soprattutto nella realizzazione del particolare più importante : il collo. Non nascondo lo stato di ansia che si genera il giorno della consegna…
Sempre a proposito di bottoni, ama la cucitura a croce anche nei capospalla e nei pantaloni ? A riguardo sono un po’ contrastato, facendomi infatti cucire i bottoni delle giacche e dei pantaloni da abito sempre a binario e dei pantaloni sportivi a croce.
Vorrei sottrarre a Lei e ai nobili Cavalieri un altro spicchio di tempo per portare in luce un argomento spesso trascurato, ma di cui nutro un profondo amore : la maglieria.
Pur restando esclusivamente relegato all’ambito informale, un bel maglione ha un fascino tutto particolare, fatto di mare e lontane nebbie inglesi.
Un capo di ottima fattura in merino, alpaca, shetland, cashmere, ci fa compagnia nelle fredde giornate e sa rendersi, nelle occasioni più dinamiche, un fidato e amato compagno. Ovviamente ritengo che la maglieria, al pari di quasi tutto il guardaroba maschile, vada assolutamente realizzata su-misura.

La Sua gentilezza e la Sua disponibilità, anche dopo tempo, mi continua a sorprendere e lusingare.

Cavallerescamente saluto Lei e tutti i Cavalieri.

Vostro Scudiero Lorenzo Villa.


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 14-11-2002
Cod. di rif: 107
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Buon viaggio
Commenti:
Carissimo Gran Maestro,

il mio più sincero e cordiale Buon Viaggio !
A presto sul nostro unico ed inimitabile sito.

Vostro Scudiero Lorenzo Villa

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Nome: Lorenzo Villa
Data: 15-11-2002
Cod. di rif: 109
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Camicerie a Parma
Commenti:
Egregio Sig. Chiusa,

La ringrazio infinitamente per i complimenti rivolti ai miei interventi.
L’universo camicia vive a Parma, come in altre città, una profonda agonia, aggravata dal proliferare dello strisciante finto su-misura.
Le camicie Borrelli sono un prodotto industriale di ottima qualità ma hanno dalla loro l’immenso difetto di non avere niente a che fare con una camicia su-misura. ConsigliarLe qualche indirizzo non è cosa facile. Anch’io mi trovo nella continua ricerca di un buon artigiano che sappia dare risposta alle mie esigenti richieste. Stia sicuro che non appena avrò trovato un nome di comprovata affidabilità, non esiterò a comunicarLe l’indirizzo su questa Lavagna.
Peccando forse di presunzione, ritengo che al momento, nella città ducale, nessuna camiceria sia in grado di soddisfare le esigenze di un profondo ricercatore del bello qual sicuramente Lei è.

Cavallerescamente Lorenzo Villa.


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 20-11-2002
Cod. di rif: 112
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Camicie e Sartorie
Commenti:
Carissimo Gran Maestro, Gentile Ing. Forni,

le Vostre dimostrazioni di stima e affetto mi caricano emotivamente di una grandissima energia e mi dimostrano, senza che ce ne fosse bisogno, di aver trovato nel Cavalleresco Ordine la mia spada e la mia bandiera. Mai è stato così forte in me l’orgoglio per l’appartenenza ad una così nobile bandiera che, come umile Scudiero, cercherò di far garrire il più alto possibile. Sempre.
I consigli del Cavaliere Forni mi sono graditissimi e molto utili nella “creazione” della mia giacca. Tenterò, cosa ardita che mi procurerà svariate ed innumerevoli discussioni con il mio sarto, di farla realizzare sfoderata e con spalla completamente vuota e a mappina.
Riguardo la camicia iniziano i dolori. Le delusioni sono state innumerevoli. Sono pienamente d’accordo con Lei per quanto riguarda le caratteristiche di morbidezza e naturalezza che deve possedere un bel collo. Purtroppo nei nostri laboratori ho sempre visto colli incollati e senza carattere : io li definisco “senza anima”. Mi chiedo chi possa realizzare al giorno d’oggi una camicia che possa accompagnare ed esaltare la passione di un uomo. A questo proposito sono sempre aperto e interessato ad ogni cavalleresca segnalazione.
Volevo infine sollevare una spigolosa questione. Perché sempre più sartorie si sono trasformate in negozi ? Perché il mio sarto deve essere circondato e schiacciato, invece che da profumate pezze inglesi, da orribili camicie confezionate e da pantaloni di dubbia origine ? Anche in altre città l’evoluzione è questa ?
Molto probabilmente tutto ciò non influisce sulla qualità del lavoro di un ottimo sarto. In ogni caso a me non piace entrare in una sartoria-negozio e quindi non ne condivido il progetto.
Da domani e fino alla prossima settimana sarò lontano dal computer e da Parma per una fiera della nostra azienda. Attenderò con la solita ansia di poter ricomparire su queste Lavagne, ormai indispensabili compagne nella mia art de vivre.

Un caloroso e cavalleresco saluto.
Scudiero Lorenzo Villa.





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Nome: Lorenzo Villa
Data: 02-12-2002
Cod. di rif: 120
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Ieri, oggi, domani.
Commenti:
Carissimo Gran Maestro,

ho trovato molto affascinante il Suo scritto sulla camicia, capo troppo spesso bistrattato da laboratori e industrie con prodotti che fanno accapponare la pelle. Sempre a tal proposito sottolineo la grande difficoltà nel trovare camicerie che realizzano colli con interni non incollati : tutti si trincerano dietro l’impraticabilità di tale scelta ai fini di una buona fattura e di una facile stiratura.
Mi farebbe inoltre sapere il Suo pensiero sulla trasformazione delle Sartorie in “sartorie-negozio”, di cui avevo già accennato in una mia del 20 Novembre 2002. Ritengo che la separazione tra una sartoria e un negozio, anche in virtù della differenza di servizio proposto, debba mantenersi.
Questo piovoso fine settimana ha portato, dopo una conversazione con un mio conoscente devoto ad assaporare profumo di stoffa, una domanda senza risposta. Esistono dei sarti giovani ? Con giovani intendo trenta – quarantenni capaci di continuare questa nobile arte. Terminata tra 15-20 anni la generazione dei sarti di oggi, tutti compresi tra i cinquanta e i settanta, è pronta una nuova generazione capace di sostituire la precedente ?
LasciandoLa con questi amletici quesiti, cavallerescamente Le invio i miei più calorosi saluti.

Vostro,
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 03-12-2002
Cod. di rif: 123
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Vecchie e nuove generazioni.
Commenti:
Illustre Gran Maestro,

è mio parere ritenere che il più delle volte i Maestri sarti non hanno ne lo spirito imprenditoriale ne la sensibilità dello stilista e quindi naufragano nella loro impresa del portare in bottega oggetti e concetti legati ad una boutique. Molto meglio puntare su di una corposa scelta di pezze dei migliori drappieri che provare a proporre innominabili camicie pronte e/o maglie, sciarpe, calze e quant’altro.
Dico la verità : una bottega trasformata in negozio, magari con vetrine colme di oggetti e non di tagli di tessuto, mi allontana, mi spinge a cercare il fascino di un interno di un palazzo dove ritrovare la virilità di un autentica sartoria; senza compromessi. Che bello se poi nella stessa lavorasse un giovane talento…ne esiste qualcuno ?
Sono pienamente d’accordo con Lei nell’esaltare un progetto come quello di Rubinacci. Il problema è che di Maestri del calibro di Rubinacci ce ne sono pochissimi.

Cavallereschi saluti.
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 04-12-2002
Cod. di rif: 125
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Evento
Commenti:
Carissimo Gran Maestro,

la Sua proposta ha tutto per entusiasmare un animo sensibile al bello e al suo svelarsi.
L’idea di organizzare un incontro con il giovane Maestro partenopeo Marigliano è eccezionale e di grande portata. Tutto ciò non fa che confermare l’irripetibilità della nostra associazione.
E’ un evento da pianificare in ogni dettaglio, perché possa diventare più di un rendez-vous sarto-clienti, ma un approfondimento della cultura virile di una città, Napoli, inimitabile come capitale del bel vestire.
Io ci sarò.

Un saluto cavalleresco dal Suo fedele Scudiero.
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 10-12-2002
Cod. di rif: 131
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Re Maurizio
Commenti:
Illustre Gran Maestro,

prima di raccontarLe di una mia esperienza odierna, La ringrazio infinitamente per la segnalazione all’interno del Florilegio.
Veniamo all’episodio. Questa mattina per motivi di lavoro mi trovavo a Milano. Avendo finito la riunione prima del previsto, ho approfittato del tempo guadagnato per una visita al “tempio” di Marinella. Non mi dilungo nel racconto dell’acquisto di alcune cravatte in questo sacro spazio del Bello, ma vengo subito al dunque. Ai lati di un pregevole tavolo il mio attento occhio non ha mancato di notare una cospicua pila di pregiati tessuti inglesi per abiti.
Ecco la mia domanda : il Maestro Maurizio ha deciso di proporre un servizio su-misura ?

Andando a contemplare gli acquisti appena fatti, cordialmente La saluto.

Vostro Lorenzo Villa.


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 11-12-2002
Cod. di rif: 133
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: E.Marinella - Milano
Commenti:
Caro Gran Maestro,

nella mia visita di ieri al Fondaco di Marinella non mi sono fatto riconoscere come Socio del C.O., cosa però che non mancherò certo di fare durante la visita che ho programmato nel mese di gennaio, per farmi realizzare alcune cravatte su-misura.
Pur non essendomi dichiarato, l’accoglienza è stata buona e all’altezza delle mie aspettative. L’unico appunto che posso fare è la freddezza del personale dello show-room e la mancanza di un “punto di riferimento” : non ho capito chi teneva le redini dello spazio di Re Maurizio.
Per quanto riguarda l’ambiente nulla da eccepire : perfetto. Molto azzeccata a mio parere l’idea di non aver realizzato un negozio, una volgare boutique ma uno show-room, uno spazio raffinatissimo in cui si scelgono oggetti da tramandare.

Cavallerescamente Vostro
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 15-01-2003
Cod. di rif: 146
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Cran e bottoni.
Commenti:
Illustre Gran Maestro,

questo fine settimana, durante un piacevole soggiorno sulle Alpi, mi sono trovato a discutere con un sarto sul corretto angolo tra collo e bavero di una giacca. Io ho sempre preferito un angolo piuttosto ampio, all’incirca sui 70 – 90°, in virtù anche di un cran piuttosto alto. Questo maestro sosteneva invece con forza la necessità di un angolo più francese e molto più stretto. Lei che cosa ne pensa ?
Altra disquisizione ha riguardato la scelta dei bottoni su di una giacca sportiva : per me corno, per lui assolutamente corozzo. Quale dei due materiali è più indicato ?
Mi complimento inoltre per le due bellissime risposte al Sig. Maria Vittorio Raineri : molto interessanti.

Cavallerescamente Suo,
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 16-01-2003
Cod. di rif: 148
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Angoli e Maestri
Commenti:
Carissimo Gran Maestro,

la Sua risposta è così accurata da rendere necessario un attento "studio".
Le chiedo pertanto una precisazione. La Sua frase : “ Detto angolo, sia detto per chiarezza di altri lettori, è quello che la detta cucitura forma con il bavero stesso” non contiene un errore ? L’angolo in questione non sarebbe formato infatti dalla cucitura con la parte superiore del cran ? La cucitura tra collo e bavero forma la base di detto angolo.
Un sarto, tempo or sono, mi spiegò che un cran aperto e alto, oltre che comportare una coperta molto ampia, implica, in una giacca gessata o rigata, l’impossibilità a tagliare la parte superiore del cran parallelamente alle righe della gessatura. Questo secondo il simpatico maestro portava ad un difetto.

In attesa del Suo insostituibile pensiero, Le porgo il mio cavalleresco saluto.

Suo,
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 21-01-2003
Cod. di rif: 150
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Richiesta
Commenti:
Caro Gran Maestro Maresca,

mi trova perfettamente d’accordo sul parallelismo Kiton&Co. – stilisti, teoria se si ricorda già discussa in passato. Negli ultimi tempi il saccheggio della sartoria e del suo mondo è perpetrato ovunque e senza ritegno. Per non parlare dello stile napoletano : ogni capo esposto in qualunque vetrina maschile sembra vantare un origine partenopea.
Continua purtroppo a sfuggirmi la definizione dell’angolo del cran. Non afferro come quest’ultimo possa essere formato dalla cucitura collo-bavero ed il bavero : la parte di bavero che forma il cran è il proseguimento della cucitura suddetta…
Dando seguito ad una richiesta di un mio caro amico trasferitosi a Bologna sono a chiederLe un indirizzo di una “ispirata” camiceria artigiana nella città felsinea; sono candidamente a confessarLe che lo stesso nominativo potrebbe rivelarsi prezioso anche per il sottoscritto.

Fedelmente Vostro,
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 21-01-2003
Cod. di rif: 152
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Chiaro
Commenti:
Illustre Gran Maestro,

la Sua pronta risposta risolve in un solo colpo i due quesiti che si erano, probabilmente per mio errore, incatenati e confusi. Ora è tutto chiaro, spero anche per gli altri lettori.

Cavallerescamente,
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 24-01-2003
Cod. di rif: 153
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Maglieria
Commenti:
Carissimo Gran Maestro, irriducibili Cavalieri,

dopo un mio breve accenno di qualche mese fa, vorrei riportare l’attenzione su di un importante accessorio del guardaroba di un monsieur : la maglieria.
Da quando misi piede su questo mondo vivo tra gomitoli e rocche di pregiati filati, avendo una madre che lavora da sempre in questo settore.
Siamo tutti consapevoli che un maglione, per fine e pregiato che sia, mai e poi mai potrà sostituire la giacca o un abito. Certo è, che nei momenti più informali ci mette al caldo e ci avvolge di una eleganza tutta sua. Che dire di un bellissimo maglione in Shetland ? Di un caldo e morbido girocollo a 3 fili in Alpaca ? Di un eterno scollo a V in lambswool inglese che diventa ogni anno più bello…
Il mio amore per la maglieria nasce da lontano e si sviluppa sulla stessa base della mia estrema passione per la sartoria e la camiceria : il su misura. Posseggo solo maglieria su misura e ritengo che questo sia un dettaglio quasi sempre trascurato nel guardaroba dell’uomo elegante di oggi.
Spero di avere stuzzicato il Vostro interesse per un capo troppo spesso ignorato.

Cavallerescamente Vostro,
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 28-01-2003
Cod. di rif: 156
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Maglieria artigiana
Commenti:
Caro Gran Maestro, egregio Sig. Rizzolo,

l’opportunità di vestire con maglieria su misura da parte di un gentiluomo va ricercata proprio nelle acute osservazione del Gran Maestro e nella difficoltà di conciliare le proposte della moda con le esigenze dell’eleganza. Il farsi realizzare su misura un maglione evita ogni tipo di problema sulla scelta del colore, del modello, della pesantezza e, naturalmente, sulla taglia.
Quante volte abbiamo provato un capo che ci vestiva benissimo di corpo ma le maniche erano corte (o lunghe) ? Potrei continuare a lungo con esempi di questo genere.
Aggiungo anche che la maggior parte della maglieria industriale è ottenuta con pezzi “tagliati” e cuciti a macchina; in un prodotto artigianale i vari elementi componenti il maglione, mi riferisco in particolar modo a maniche, collo e bastonetto, dovrebbero invece essere “calati” e cuciti a mano. Per non parlare delle asole : le asole cucite a macchina della maglieria industriale si slabbrano dopo poco tempo, mentre le asole ricamate a mano sono quasi eterne.
Questo necessariamente implica un grado di finitura e una vestibilità incredibilmente più elevate.
La nota dolente è nella quasi totale scomparsa di magliaie e laboratori artigianali capaci e disponibili. Sembra di parlare di camicerie artigiane…
Io ho la fortuna di avere una madre che ha un negozio di maglieria e di filati che realizza capi su misura. Posso quindi scegliere direttamente la materia prima, su cui poi una valente e non più giovanissima magliaia costruisce, su mio modello, il caldo maglione. Nella mia città si può ancora trovare qualche valido indirizzo di attempate signore che lavorano in casa.
Ho inoltre segnalato all’interno del nostro Fondaco delle Spezie Rare l’indirizzo di un negozio-bottega di Parma, Alberto Boschi, che realizza, appoggiandosi ad un artigiano, capi di maglieria su misura con filati pregiati. Non appena sarò in possesso di altri valenti nominativi, anche in altre città, sarà pronto il loro inserimento all’interno del Fondaco.
La gentile richiesta del Gran Maestro potrebbe invitare tutti i frequentatori di questa Lavagna a segnalare validi indirizzi, qualora ne siano a conoscenza. Io come Lui sono un “assetato” di conoscenza che, in questo campo, si limita solo alla mia città.

Sempre Vostro,
Scudiero Lorenzo Villa.


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 29-01-2003
Cod. di rif: 160
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Unico
Commenti:
Caro Ing. Forni,

il Suo scritto è bello, bellissimo.
Traspare da ogni parola l’amore per la ricerca della quintessenza del Bello. Rimango incantato, estasiato nell'anima.
Quanto ho da imparare…

Suo,
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 29-01-2003
Cod. di rif: 162
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Pazienza ...
Commenti:
Viviamo in un mondo che sta abbandonando in maniera inesorabile il gusto delle belle cose e il piacere di possedere prodotti dove la qualità è senza compromessi. Prodotti che esprimono la natura di chi li ha creati e la personalità di chi li ha voluti.
Il numero di commercianti che hanno perso ormai ogni velleità qualitativa sono esplicativi del fenomeno in atto.
Trovare capi di Robertson, Barrie piuttosto che Pringle o Glemmac di anni fa, anni in cui si produceva in maniera molto, molto diversa, non è però cosa così ardua.
Queste maglie infatti sono rigettate da negozi che molto probabilmente le ritengono obsolete e senza ormai alcun interesse (come dicono loro : fuori moda), forse perché condotti da personaggi del calibro di quelli accennati dal nobilissimo Cavaliere Franco Forni.
Cercando e cercando con cavalleresca pazienza…

Scudiero Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 04-02-2003
Cod. di rif: 166
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: A morte il drago
Commenti:
Caro Gran Maestro,

ho letto e riletto più volte la Sua del 3 Febbraio. Ne condivido ogni singola parola.
Cavalieri, amanti del buon gusto, la nostra spada e la nostra fede faranno sì che il nostro Castello sia inespugnabile. A qualunque costo.

Sempre Vostro,
Scudiero Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 03-03-2003
Cod. di rif: 186
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Forgiatura d'armi
Commenti:
Carissimo Gran Maestro, insigni Cavalieri,

sono tornato al Castello dopo un periodo costellato da un infausta e lunga influenza e da due viaggi per lavoro in terre, agli antipodi per geografia e paesaggio, ma entrambe estremamente poetiche : Grecia e Langhe.
Non ero mai stato assente dal nostro maniero per un così lungo periodo e nel ritornare sento un gran clamore di armi. Si sta preparando un Marzo denso di “battaglie”.
L’idea di organizzare un ciclo stabile di laboratori di eleganza in terra felsinea è strepitosa : la possibilità di farsi cucire un abito o anche solo di conversare con il Maestro Solito, per chi non ha la possibilità di recarsi a Napoli, è irripetibile. Senza il nostro Gran Maestro cose di questo tipo sono inimmaginabili…
Salvo impegni improvvisi dell’ultima ora, ci sarò.
Rischiando l’ovvietà sono a chiederLe, Gran Maestro Maresca, se il mirabile Solito si offrirà anche per la realizzazione di giacche e pantaloni : in virtù della dilatazione temporale del calendario di incontri, è necessario programmare…il guardaroba.

Numquam servavi !

Sempre Vostro,
Lorenzo Villa



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Nome: Lorenzo Villa
Data: 04-03-2003
Cod. di rif: 188
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Corozo e sette pieghe
Commenti:
Illustre Gran Maestro,

nella mia di ieri ho dimenticato di ringraziarLa per la compagnia e il sollievo donatomi nei giorni di febbre attraverso il Suo articolo su Monsieur di Marzo : i Suoi scritti sono di penna rara e stesi con conoscenza impressionante.
In realtà la mia domanda sulla possibilità di commissionare giacche e/o pantaloni al Maestro Solito è nata dopo la lettura della presentazione dell’evento in cui veniva citato solo l’abito : ritengo a questo punto implicita la risposta affermativa.
Indagando con un sarto circa la duratura colorazione del corozo di oggi - se si ricorda ne avevamo parlato un mesetto fa - mi ha confermato la Sua tesi; il maestro è infatti alla continua ricerca di bottoni di corozo dei tempi che furono, dotati di una capacità di acquisire sfumature uniche nel tempo.
Le rubo ancora qualche istante per chiederLe la storia della cravatta a sette pieghe, presentata quasi ovunque come cravatta napoletana.

Cavallerescamente Suo,
Lorenzo Villa.


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 04-03-2003
Cod. di rif: 190
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Cravatte
Commenti:
Caro Gran Maestro,

sono fermamente convinto che le Sue cravatte vengono cucite ad arte dal Maestro Marinella. Sempre più curioso e approfittando della Sua immensa gentilezza, mi permetto di chiederLe a che altezza fa tagliare l’interno dall’estremità inferiore della pala superiore nelle cravatte sfoderate e che tipo di interno sceglie.
Sono contento di trovare nelle Sue parole una conferma ai miei dubbi sull’effettiva portabilità di questi “materassi” a sette pieghe.
Ho appreso dal Suo gesso che la cucitura a giglio è di derivazione nobile e non partenopea come molti stanno cercando di far credere; come ho avuto modo di scrivere più volte, oggi ci si inventa di tutto per scrivere nella propria vetrina la parola “Napoli”…

Eternamente grato per la Sua cortesia,

Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 13-03-2003
Cod. di rif: 198
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Oggi Napoli è più vicina
Commenti:
Carissimo Gran Maestro Maresca, Cavalieri, amici di tanto nobile Porta,

mi risulta difficile guardare il monitor per scrivere queste righe poiché i miei occhi, il mio pensiero, sono fermi alla mattina di ieri.
Tessuti unici ed introvabili - che aspiravano ad essere tagliati e cuciti da una grande sartoria napoletana - hanno deliziato i nostri palati in un atmosfera conviviale e frizzante, lasciando il segno nel mio più profondo.
I Maestri Solito e l’immenso De Paz hanno a mio avviso un alchimia perfetta : il calore dei tessuti del profondo Nord inglese, l’unicità stilistico-costruttiva della grande sartoria partenopea.
La giacca del Maestro Solito, analizzata da vicino, sembra fluttuare nell’aria, libera da ogni vincolo, sciolta nella sua espressione di libertà portata all’estremo. Nello stesso Maestro e in suo figlio ritrovo il sole e il mare della città di Napoli. Una persona squisita, unica, oltre quanto mi ero immaginato.

Sarà difficile rinunciare in futuro alla possibilità di vestire un capo autenticamente napoletano e pertanto, in cuor mio, ne auspico una rituale abitudine.
Napoli, oggi, non mi sembra più così lontana…

Vostro,
Lorenzo Villa.



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Nome: Lorenzo Villa
Data: 17-03-2003
Cod. di rif: 200
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Cinture e calzature
Commenti:
Illustre Gran Maestro,

nel mentre di un’accurata operazione di lucidatura di un paio di amatissime derby full-brogue mi sono interrogato sull’accostamento scarpa - cintura.
La prima domanda che mi sono posto è sul corretto colore della fibbia ad ardiglione : cromato argento o dorato - acciaio od ottone ? Posseggo entrambe le tipologie di fibbia, ma non sono mai approdato ad una decisione certa e definitiva sulla più corretta da utilizzare nelle varie occasioni.
Interessante poi il discorso sul materiale e relativa concia : pellame sempre uguale alla calzatura ?

Ripensavo poi al discorso tenuto in occasione dell’indimenticabile Laboratorio di Eleganza della passata settimana sulle ultime camicie Finollo, mestamente cucite con asole a macchina.
Un mito che crolla…a colpi di produzione velocizzata.
Per esaudire una mia curiosità - approfittando della Sua inesauribile conoscenza e gentilezza - sono a chiederLe se Turnbull&Asser realizza il su-misura con asole cucite a mano e con accortezze degne del blasone che porta.

Cavallerescamente Suo,
Lorenzo Villa.


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 17-03-2003
Cod. di rif: 203
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Sinfonia di Metalli
Commenti:
Carissimo Gran Maestro,

ho trovato molto corretta la Sua “Legge dei Metalli” sulle differenze d’uso della fibbia in oro e di quella in argento. Mi ero costruito anch’io una formulazione sistematica di principi d’esperienza di questo tipo.
Aggiungerei il concetto della completa armonia nei metalli indossati, che deve quindi necessariamente coinvolgere anche eventuali fibbie nelle calzature (monkstrap) e metallo dell’orologio da polso.
Di rigore assoluto accompagnare un bottone d’argento con relativa fibbia argentata e bottoni dorati con ardiglione dello stesso colore.
Per quanto riguarda l’ottone lo trovo bellissimo quando presenta lievi ossidature e la sua inconfondibile ed annosa “patina d’uso”.
Lascerei più libertà per l’accompagnamento di bottoni in corno e corozo : bretelle o fibbia dorata su spezzati o abiti informali, bretelle o fibbia d’argento su completi formali e semi-informali.
A questo punto mi interrogo sulla valenza di queste regole sia su pellame nero che su pellame marrone : Lei cosa ne pensa ?
Pur essendone il mio guardaroba privo, trovo interessante e di grande “sapore” l’abito cucito con pantaloni senza passanti nel cintone e che quindi comporta univocamente l’uso delle bretelle.
Non è mai troppo tardi per cominciare…

Da Parma in questa fredda serata,
Cavallerescamente Suo,
Lorenzo Villa



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Nome: Lorenzo Villa
Data: 18-03-2003
Cod. di rif: 208
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Legge dei Metalli - art.2
Commenti:
Carissimo Gran Maestro,

mi trova assolutamente d’accordo sui metalli, che devono acquisire la loro “storia” sul campo e non grazie a trattamenti chimici che frodano la vista.
Molto affascinante l’abbinamento a contrasto di cintura e calzatura; ardua prova in cui, se il coraggioso riesce dalla dissonanza a fare uscire un armonia, può nascere un piccolo capolavoro.
Corretto, a mio avviso, anche il discorso del nostro Sig. Marseglia, già accennato nella mia di ieri : orologio d’oro giallo - cintura con ardiglione dorato.
Il colloquio con Lei e con gli altri amici della Lavagna è così piacevole che rilancio sulla Legge dei Metalli un secondo “articolo”. Merita infatti un importante discorso la scelta del pellame e le misure/forme della cintura. Personalmente non amo particolarmente i pellami esotici, soprattutto quelli con finitura lucida.
Trovo bello con capi informali il cervo e lo scamosciato. Anche un bel cuoio naturale, con una patina naturale data dall’eroico servizio, è un pezzo ricco di fascino, soprattutto con uno spezzato o con un abito in tweed.
Rimango in trepida attesa del Suo illuminante parere in merito.

Prima le Sue acute parole, poi la constatazione della maleducazione da parte del N.H. Chiusa, mi fanno sprofondare la maison Finollo negli Inferi.
Se si ha storia, bisogna vivere un presente e progettare un futuro che la rispettino ed onorino. Senza cedimenti.

Numquam Servavi.

Sempre Vostro,
Lorenzo Villa.




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Nome: Lorenzo Villa
Data: 19-03-2003
Cod. di rif: 212
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Scarpe marroni
Commenti:
Stimatissimo Gran Maestro,

in appendice alla Legge dei Metalli, attraverso la quale, grazie ai Suoi gessi, ho approfondito non poco la mia conoscenza, mi preme porLe la domanda sulla possibilità di calzare anche con abiti formali - ad esempio ad una cena - una scarpa in cuoio marrone con relativa cintura o bretelle.
Durante la cena in onore di Olga Berluti non ho potuto infatti evitare di notare parecchie scarpe marroni salite sul desco durante il sacro rito del cirage.
La cosa mi ha fatto molto piacere poichè, pur ritenendo una scarpa nera obbligatoria in alcune occasioni, ho una predilezione per le stringate in cuoio marrone.

Cavallereschi saluti da Parma,
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 20-03-2003
Cod. di rif: 215
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Nero assoluto
Commenti:
Caro Gran Maestro,

un occasione formale non può che indurre un gentiluomo ad indossare completo scuro e scarpe nere. E’ possibile però lasciare un piccolo spazio di azione anche per la sera ?
Ho visto alcune immagini di eventi passati – Adunanza del 22 Settembre 2001 a Bologna e la I Notte degli Avana in Napoli - in cui vi erano uomini in abito scuro e scarpe marroni.
L’insieme, a mio umile parere, non pareva blasfemo; spero però di non essere influenzato dalla mia passione per il cuoio marrone…

Cavallerescamente Suo,
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 26-03-2003
Cod. di rif: 218
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Colli di camicia
Commenti:
Caro Gran Maestro,

ieri sera durante una conversazione con la mia camiciaia lamentavo l’esecuzione troppo bassa del piede anteriore del collo di alcune mie ultime camicie. Questo è a mio avviso responsabile di uno schiacciamento sullo sparato delle vele e di uno spiacevole insaccamento del nodo della cravatta.
Quanto misura l’altezza del piede anteriore dei Suoi colli, sempre importanti e altisonanti ?
Togliendo le briglie alla mia infinita voglia di conoscenza mi permetto di chiederLe inoltre se usa lo stesso tipo di interno nel collo e nei polsi.

Cavallerescamente Suo,
Lorenzo Villa



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Nome: Lorenzo Villa
Data: 02-04-2003
Cod. di rif: 222
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Cravatte "piazzate".
Commenti:
Gentilissimo Gran Maestro,

lo sfogliare Monsieur di Aprile sul divano fumando uno dei miei Cervantes preferiti (Fonseca No.1), mi ha fatto tornare ad un discorso di qualche tempo fa con il Sig.Boschi, titolare dell’omonimo negozio di abbigliamento a Parma.
All’interno della rivista compare infatti tra le prime pagine la pubblicità di Marinella. In questa non ho mancato di notare che le cravatte fotografate non erano “piazzate” : con il Signor Boschi definimmo piazzata una cravatta che presenta la perfetta simmetria di disegno nel triangolo rovesciato della pala anteriore. Questa pratica comporta un maggior spreco di tessuto e non permette lo sfruttamento di ogni centimetro quadrato dello stesso. Ho quindi sempre ritenuto superiore una cravatta con questa caratteristica piuttosto che quella tagliata a “caso” nel disegno della seta o del cachemire.
Il mio ragionamento è corretto ?
Posseggo alcune cravatte di Marinella e tutte quante sono completamente simmetriche nel disegno della fantasia, come se uno specchio fosse posto nella mezzeria che parte dall’angolo inferiore.

Fedelmente Suo,
Lorenzo Villa



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Nome: Lorenzo Villa
Data: 02-04-2003
Cod. di rif: 224
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Mancanza di simmetrie
Commenti:
Caro Gran Maestro Giancarlo Maresca,

ho trovato molto interessanti Le Sue precisazioni in merito al taglio e agli squares utilizzati.
Maurizio Marinella è un grandissimo Maestro e confeziona delle autentiche opere d’arte; Lei ha scritto una cosa stupenda : “ La sua cravatta è imitabile, ma non riproducibile”.
Molto probabilmente si tratta di cravatte di produzione seriale, destinate alla vendita immediata e non cucite nei laboratori di riferimento; dispiace solo di vederle offerte a migliaia di occhi su di una rivista come Monsieur. Mi faccia sapere cosa Le dirà Re Maurizio a tal proposito. Per quel che mi riguarda non vedo l’ora di leggere il Suo articolo su Monsieur di Maggio.
A proposito del famoso nome da Lei citato, “Hermes”, sono a chiedere il Suo autorevolissimo parere in merito. Io personalmente non posseggo cravatte della maison parigina : non hanno mai avuto successo nel mio guardaroba. Sono entrato spesso in boutiques Hermes ma ne sono uscito sempre a mani vuote, senza entusiasmo…

Cavallerescamente da Parma in questo uggioso pomeriggio,
Suo Lorenzo Villa.


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 03-04-2003
Cod. di rif: 227
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Scheda del Maestro Marinella
Commenti:
Carissimo Gran Maestro,

non resistito a farLe i miei più sinceri complimenti per la scheda di Marinella all’interno del Portico dei Maestri : esaustiva, accurata, affascinante…mette voglia di essere li, ad accarezzare sete e a parlare con Maurizio.

Con la mente a Napoli, cavallerescamente La saluto.
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 07-04-2003
Cod. di rif: 232
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Pistagna & Rivolta
Commenti:
Caro Gran Maestro,

ieri mattina mentre ordinavo alcune mie camicie nel guardaroba, ripensavo ai Suoi gessi.
La certezza della Sua infinita pazienza, unita alla Sua inesauribile disponibilità, mi fanno approfittare del Suo tempo per chiederLe due piccole precisazioni.
Con una pistagna anteriore di 3,5 cm chiude il collo con un singolo bottone ?
Una rivolta di 8,5 cm Le permette di mantenere il collo della camicia ben incastonato sotto quello della giacca anche quando quest’ultima è sbottonata ?

RingraziandoLa per il sapere che ha sempre la cortesia di donarmi, Cavallerescamente La saluto.

Suo fedele Scudiero
Lorenzo Villa



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Nome: Lorenzo Villa
Data: 07-04-2003
Cod. di rif: 234
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: La Cattedrale e il suo architetto
Commenti:
Gentilissimo Gran Maestro,

già stamane apprezzavo la mirabile introduzione di un elenco complessivo di tutti i gessi suddivisi per autore.
Cosa dire ? Il Cavalleresco Ordine sta erigendo una cattedrale gotica in pieno deserto sahariano.
E il merito è nel suo Maestro architetto : l’ineguagliabile Gran Maestro.

La Sua risposta ha chiarito tutti i miei dubbi. Come sempre.

Cavallerescamente da Parma in questa gelida serata,
Suo
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 09-04-2003
Cod. di rif: 242
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Suo parere su camicia con collo e polsi bianchi
Commenti:
Carissimo Gran Maestro Giancarlo Maresca,

questa mattina, ispirato non so da quale sogno notturno, ho abbinato ad un completo grigio cucito dai Maestri Aimi&Gigliotti lo scorso anno, una vetusta camicia a bastoncini bianchi-blu con collo e polsi bianchi. Devo ammettere che in passato ho sempre nutrito una certa attrazione per la camicia con colli e polsi immacolati, ricambiata però da un suo utilizzo rarissimo; quell’aria “affettata” mi faceva sempre desistere dal darle vita. Anche oggi ho avuto la stessa sensazione : arrivati a questa sera lascerò oziare questa camicia sulla gruccia per parecchio tempo…molto probabilmente per sempre.

Suo affezionatissimo
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 25-04-2003
Cod. di rif: 249
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Camiciaia - Sarto
Commenti:
Gentile Gran Maestro Maresca,

un recente colloquio con l’eccellentissimo Cavaliere Forni, le cui parole sono sempre illuminanti e di rara preziosità, mi ha indotto una riflessione che vorrei trasformare in gesso da tracciare su questa Lavagna.
Il concetto di camiciaia è quasi sempre legato – come ha evidenziato Forni – alla ricerca del risparmio. L’avventore che nei giorni d’oggi varca l’ingresso, sovente di una casa privata, di una camiciaia cerca infatti una spesa esigua e la possibilità di far durare a lungo, grazie ai ricambi, la camicia. Alla ricerca degli stessi tessuti viene riservato ben poco investimento di tempo e denaro. A mio vedere questo fatto ha portato con se un consistente abbassamento della qualità, un eliminazione di fondamentali dettagli, – asole ricamate a mano, sottopunto nel giro manica, interni senza collanti, etc. – una completa avversione versi i clienti più esigenti.
L’entrare in sartoria, invece, postula l’inizio di un percorso di reciproca conoscenza ed approfondimento. Il sarto non a caso viene chiamato Maestro, sommo Magister di stile e cultura virile. Con la camiciaia c’è tutt’altro rapporto; questa sembra spesso mirare al minimo sforzo mentale e materiale e, se tutto va bene, a seguire pedantemente i nostri scrupolosi “protocolli”. Naturalmente esistono delle eccezioni.
Ciononostante nella mia città sono anni che inseguo la chimera di una camiceria capace; ho provato molti indirizzi e “bagnato” molti tessuti, ma nella mia terra sembra non esistere più una vera Artigiana.
Mi piacerebbe un confronto qui al maniero basato sulle esperienze personali con i nostri impavidi Cavalieri e gli amici della Lavagna. Per il drago il nostro castello è inespugnabile anche se… “vexilla regis prodeunt inferni”.

Cavallerescamente Vostro,
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 05-05-2003
Cod. di rif: 252
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Napoli, stordente città del bello.
Commenti:
Due giorni trascorsi a Napoli per “assaggiare” quello che avevo soltanto letto e visto in fotografia. Una città estrema, provocante, stordente, dotata di una bellezza che nasce da forti contraddizioni che si uniscono a formare un flusso, un tourbillon di vite, assolutamente unico.
Una delle cose che più mi ha colpito è l’estrema eleganza virile. E’ proprio vero : è la città con più uomini vestiti su misura del mondo. Lo stile tanto ammirato (e imitato…) ai quattro angoli del mondo è qui interpretato quotidianamente con una naturalezza che personalmente non ho mai riscontrato in altre metropoli. Fate due passi nelle vie di che partono da Piazza dei Martiri o in via Toledo e ve ne renderete conto. Ho capito perché oggi si identifica la sartoria artigianale con Napoli. Qui ha un significato sacro che fa parte del vivere quotidiano.
Profondamente affascinato…arrivederci Napoli !

Lorenzo Villa
Parma, Lunedì cinque Maggio duemilatre.



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Nome: Lorenzo Villa
Data: 07-05-2003
Cod. di rif: 257
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Visita a Napoli del Sig. Fantini
Commenti:
Egregio Sig. Fantini,

La ringrazio per i complimenti ancorché io abbia ancora molto da conoscere ed apprendere.
Mi permetto di consigliarLe di cuore una visita alla città di Partenope; troverà, a tal proposito, molto interessanti gli articoli del nostro inarrivabile Gran Maestro su Monsieur di Marzo dell’anno scorso e sul numero di Febbraio del corrente anno. Mi faccia sapere.

Cavallerescamente,
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 16-05-2003
Cod. di rif: 265
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Camicie Barba
Commenti:
Caro Gran Maestro, egregio Sig. Fantini,

il Vostro colloquio sulla camiceria Barba mi ha incuriosito ed indotto ad approfondire l’argomento, complice anche un negozio della mia città che propone camicie prodotte con questo marchio. Di marchio infatti si tratta : l’azienda produttrice è la “ Marino Industria Confezioni s.r.l.” - strada Consortile Asi, 7 – 80022 Arzano – Napoli – Tel. 081 5739726.
L’azienda - è giusto chiamarla così e non camiceria - propone due linee : una semi-sartoriale (così viene definita …) con asole cucite a macchina e ribattitura del giro manica cucita a mano ed una sartoriale, con asole ricamate a mano, travetti, collo e ribattitura del giro manica cuciti a mano. I bottoni vengono dichiarati di madreperla australiana, cuciti a giglio e alti 5 mm. Viene offerto un servizio di “su-ordinazione”, in cui in realtà non si fa che mettere assieme caratteristiche di camicie diverse con l’aggiunta di qualche piccola modifica : collo 41, spalle della camicia tg.40, polso un centimetro più lungo e via di questo passo.
Accanto alle camicie viene anche proposta una linea di cravatte sette pieghe.
A mio avviso si tratta di un marchio che insegue il successo ottenuto dalle camicie Borrelli e ahimè, da tutto quello che reca impresso la scritta “Napoli”.

Sempre Vostro,
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 19-05-2003
Cod. di rif: 269
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Botton-down e cravatta
Commenti:
Esimio Gran Maestro,

una corroborante bottiglia di spumante, riparata da un cielo minaccioso e inclemente da un frusciante tendone, ha reso “effervescente”, durante il pomeriggio di sabato, un simposio sulla camicia botton-down.
Di certo l’arguto americano che ha ideato questo collo per combattere le fastidiose sferzate del vento, non ipotizzava il filosofeggiare di tre amici intorno alla sua invenzione.
E’ doveroso premettere che non sono affezionato a questo tipo di collo, ancorché ne possegga qualcuno nel mio guardaroba.
L’argomento centrale dell’animata conversazione verteva sull’utilizzo di questo tipo di camicia con la cravatta. Io, insieme ad uno degli interlocutori, sostenevo l’assoluta esigenza, soprattutto con colli dotati di ampia e lunga vela, di indossare la cravatta senza allacciare i bottoni del collo. Il terzo invece era fermamente convinto della necessità di assicurare il collo allo sparato della camicia con i piccoli bottoni : in presenza della cravatta, un segno di ordine ed eleganza..
A nulla sono valsi gli esempi del calibro del divino marchese Parisi, di Giovanni Agnelli e Luca Cordero di Montezemolo. La posizione è stata ferrea ed inespugnabile.
Interessante a questo punto estendere la piacevole diatriba all’interno della nostra Lavagna, confidando nella Sua magistrale parola in merito.

Suo fedelissimo Scudiero,
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 20-05-2003
Cod. di rif: 272
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: A vele spiegate !
Commenti:
Stimatissimi Gran Maestro e Cavaliere Forni,

il Vostro autorevolissimo parere fornisce elementi preziosi per l’arricchimento della mia conoscenza. Sono assolutamente concorde con il considerare la camicia botton-down un capo sportivo, ancorché siano in molti ad abusarne. Continuo a preferire la libertà estetica di un collo svincolato dal busto, sbottonato, che evidenzi la morbidezza delle sue vele “spiegate”, la loro caratteristica vitale.
La camicia più famosa al mondo con questa tipologia è la Brooks Brothers. Cercando di chiudersi gli occhi per evitare di guardare quelle misere asole cucite a macchina e quei bottoni “quasi plastici”, è davvero proverbiale ed inimitabile il suo collo ? Gli americani, contravvenendo la regola che la vorrebbe solo camicia sportiva, usano anche tessuti formali. Passo spesso davanti a vetrine con queste camicie, trovandole tutto tranne che affascinanti. Un mio conoscente le trova insuperabili. Sarà, ma la Fifth Avenue, a mio avviso, è lontana dall’eleganza maschile …

Sempre Vostro
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 21-05-2003
Cod. di rif: 274
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Blasone per nulla
Commenti:
Gentilissimo Cavaliere Forni,

mi compiaccio del Suo pensiero sulla camicia Brooks Brothers, che coincide perfettamente con il mio. Non ho invece mai avuto l’opportunità di vedere una camicia di Turnbull & Asser : come comprendo dal Suo giudizio, tanto blasone per nulla … Ciò mi conferma che sono molti i marchi con un passato glorioso e leggendario che oggi si reggono in piedi grazie all’etichetta che cuciono (… a macchina) sui loro capi, ormai completamente industriali.
Teniamoci stretti i nostri artigiani !

Con stima,
Suo
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 21-05-2003
Cod. di rif: 277
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Bottoni d'antan
Commenti:
Carissimo Gran Maestro Giancarlo Maresca,

un casuale incontro, dopo parecchi mesi, con l’anziano Maestro sarto di cui già le accennavo tempo addietro, mi ha portato a conoscenza della sua incessante ricerca di bottoni di corozo datati. Grazie ad alcuni suoi vecchi clienti e ad atti di “alta pirateria” su vecchi completi, continua a recuperare esemplari in corozo di anni or sono, insuperabili per le sfumature acquisite nel tempo e nell’uso.
Mi ha inoltre riferito che un problema simile affligge il corno naturale : impagabile quello di alcuni decenni fa.
Possibile che al giorno d’oggi non siamo più in grado di creare il “sapore” ?
Sembra che ogni avanzamento tecnico debba necessariamente immolare qualcosa sull’altare.

Numquam Servavi.
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 22-05-2003
Cod. di rif: 284
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Antichi cavalieri - Tempi moderni
Commenti:
Carissimo Cavaliere Forni,

nutro profondissima stima nei Suoi confronti e ci tengo a dirLe che spesso la mia serenità e felicità derivano dal sapere che il nostro Sodalizio ed il nostro Castello difendono e custodiscono una filosofia di vita così felicemente sintetizzata dal Conte Marzotto nelle righe da Lei riportate. Ben oltre la nostra stessa esistenza, è la ragione per cui siamo qui.

Numquam Servavi !

Suo
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 30-05-2003
Cod. di rif: 291
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Informazioni su Conti Wej s.r.l.
Commenti:
Esimio Gran Maestro,

la mia ricerca sulla Conti Wej è giunta al capolinea, anzi, è più opportuno dire, ad un binario morto. L’azienda, facente parte di quel grande distretto di bottonifici che è Piacenza, produce bottoni in corno, in corozo, in madreperla, in metallo ed in legno. Le notizie fin qui riportate sono state raccolte anche grazie al Sig. Boschi, titolare del negozio Alberto Boschi, che utilizza i loro bottoni in corno. Ne ho esaminati alcuni, constatando al tatto ed alla vista un prodotto bello e ben realizzato, quasi fin troppo perfetto… e con la tendenza a privilegiare sfumature poco evidenti.
Purtroppo il successivo contatto con l’azienda non è stato dei migliori : la mia prima telefonata per avere notizie sulle lavorazioni e sulla stessa manifattura – ammesso che lo sia ancora – ha cozzato contro il muro invalicabile opposto da una collaboratrice, che in maniera maleducata e scostante, ha tagliato corto rifiutando ogni contatto successivo ed ogni richiesta di informazione.
La loro presunta maestria è accompagnata da una totale mancanza di disponibilità. Che non vogliano “attaccar bottone” ?!

Raggelato dalla mia freddura,
Cavallerescamente Suo
Lorenzo Villa



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Nome: Lorenzo Villa
Data: 03-06-2003
Cod. di rif: 295
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Conti Wej manifattura bottoni
Commenti:
Egregio Gran Maestro,

mi scuso per il ritardo nella risposta alla Sua richiesta ma in questi ultimi giorni ero lontano dalla tastiera (…non si vive poi così male senza computer…).
Le comunico prontamente i dati in mio possesso e attraverso i quali ho contattato l’azienda : Conti Wej s.r.l. – Via Primo Maggio, 71 – 29100 Piacenza – Tel. 0523 497611 – www.contiwej.it

Cavallereschi saluti
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 04-06-2003
Cod. di rif: 296
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Cure per ciò che abbiamo valorosamente ricercato
Commenti:
Caro Gran Maestro, indomiti Cavalieri e paladini del Gusto,

spendiamo molto del nostro tempo e delle nostre energie per cercare senza sosta e senza paura di arrivare al vero e alla sua bellezza. Sappiamo che questo non può che derivare da una bottega artigiana. Questo ritrovamento ci costa fatica e una continua ed ardua lotta contro i nemici giurati delle nostre imprese : il mercato, l’approssimazione, la fretta. Quando arriviamo al contatto con il vero artigiano, prode custode della sua arte, nonché disponibile ad arricchirla con l’esperienza del committente, tutte le nostre peripezie sembrano una purificazione dovuta ed obbligatoria per avere il privilegio di possedere una cosa così preziosa.
Nel caso di un capo di sartoria, abito, giacca o pantalone che sia, al pari di un grande paio di scarpe, necessita di rispetto, protezione e soprattutto cure. Ed è proprio su quest’ultime che mi voglio concentrare. Voglio suddividere in due punti le mie considerazioni per approfondirle e, soprattutto, arricchirle del Suo dottissimo parere e di quello di tutti coloro che vorranno portare la loro esperienza.

1. Riposo nel guardaroba.
I nostri capi vivono quando li indossiamo e vanno in letargo quando li riponiamo all’interno del nostro guardaroba. Il loro sonno stagionale può essere guastato irrimediabilmente, e con sviluppi spesso catastrofici, da un attacco delle tarme. Mi ha molto colpito il Suo utilizzo di foglie di tabacco tra le Sue pezze “in stagionatura”, per allontanare parassiti indesiderati.
Io, come credo tanti altri, adopero periodicamente prodotti di comune vendita come i fogli di “Orphea” cha, al prezzo di un non piacevolissimo odore, danno una sicura protezione.
Altra spinosa questione è il giaciglio di giacche e completi : tutte le sartorie consegnano i loro manufatti in sacche copriabiti. E’ corretto riporre nel guardaroba il completo all’interno di quest’ultime, come consigliano taluni per scongiurare polvere e tarme, o senza, come dicono altri per far respirare il tessuto ? Io opto per una via di mezzo : dentro il sacco, ma con cerniera aperta, così da permettere uno scambio d’aria.

2. Cura e manutenzione.
La giacca non viene mai a contatto con la pelle e quindi evita quasi sempre la lavanderia.
Considero, per insegnamento di vari Maestri sarti e per esperienza personale, la vera panacea dei capospalla e dei pantaloni, una buona spazzola di crine naturale e un buon bagno di vapore. Per quest’ultimo utilizzo quello naturale che si crea in bagno nel personale utilizzo di una doccia con acqua calda. Inoltre non ripongo nel guardaroba il capo prima che siano trascorsi almeno due-tre giorni.
Mi chiedevo inoltre se, al pari delle scarpe, è meglio evitare di indossare l’abito per due giorni consecutivi : io applico sempre questo principio al pari delle scarpe.
Evito infine, su qualunque tipo di capo trattato dentro le mura domestiche, ogni lavaggio a macchina : solo manuale.

Omnia tempus habent.

Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 07-06-2003
Cod. di rif: 299
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Uso e manutenzione
Commenti:
Carissimo e stimatissimo Gran Maestro,

faccio tesoro delle Sue parole.
Personalmente evito il problema dei colli delle giacche, avendo l’abitudine da sempre di portare i capelli molto corti : se non mi è sfuggito qualcosa, è “l’untuosità” dei capelli ad arrecare danno. Ho paura però che ciò possa avvenire anche nella stagione fredda, per chi ha l’abitudine di un taglio fluente.
Mantengo sempre un certo spazio vitale tra i vari capi. Ciò mi fa ipotizzare, in futuro, la necessità di disporre di un guardaroba molto ampio, anche perché non cambio guardaroba stagionalmente; si porrebbe infatti il dilemma di dove far riposare gli abiti non utilizzati.
Importante, a mio avviso, un bagno di vapore dopo l’uso e dopo un lungo inutilizzo, che aiuta non poco a ridare tono e plasticità alle nostre amatissime giacche.
Ritiene che l’accoppiata alloro-tabacco possa recar giovamento anche a completi oltre che ai tessuti ? Come si regola per il reperimento delle foglie di tabacco ?

Bagnato dalla morsa dell’afa in questa mattina di sabato, sette giugno duemilatre,
Sempre Suo
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 09-06-2003
Cod. di rif: 301
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Mutatis mutandis
Commenti:
Invincibile Gran Maestro,

sorseggiavo una tazzina di caffè – in verità poco più che potabile, parafrasando un Suo memorabile termine – e pensavo alla giacca blu che mi sta cucendo il Maestro Solito. In particolare il mio pensiero volgeva ai bottoni più adeguati. E’ opportuno ipotizzare un corno ? Meglio un silente corozo ?

Durante l’ultimo, memorabile, laboratorio d’eleganza, discutevamo con i Maestri Solito sulla larghezza inferiore dei pantaloni. Ai precedenti Maestri ho sempre richiesto un ampiezza di 19 cm e un risvolto di 4,5 cm. Iniziando questo nuovo (spero lungo …) percorso con gli insigni Maestri napoletani, sono portato a riconsiderare i miei postulati : mutatis mutandis. Tra l’altro ho notato che la loro tendenza è leggermente più ampia : 20-21 cm. E’ partita giocata sulla sola soggettività ovvero si può parlare di regole ed equazioni dipendenti dalla fisionomia della figura ?

Fedelissimo Suo
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 10-06-2003
Cod. di rif: 303
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Diaboliche tentazioni
Commenti:
Caro Gran Maestro,

dal Suo gesso in calce evinco che l’idea di un bottone in corno naturale sia da prendere in considerazione nella sua sola nuance nera. Nessuna concessione per marroni scurissimi. Il mio amore per l’accoppiata blu-marrone, in verità non così praticata in Italia, mi poneva in mefistofelica tentazione …
Trahit sua quemque voluptas.
Eludendo il metallo, il corozo mi attende, rassicurante.

Suo armato Scudiero
Lorenzo Villa




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Nome: Lorenzo Villa
Data: 10-06-2003
Cod. di rif: 305
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: San Giorgio e il Drago
Commenti:
Esimio Gran Maestro,

il passo che separa dall’ipotizzare un bottone in corno marrone è lungo e la mia mente, sana e tenace, ha resistito al diavoletto con forcone accampato sulla mia spalla sinistra, come un moderno S.Giorgio con il Drago.
Rammento una foto, impressa nella mia memoria, che ritrae un giovane Giovanni Agnelli con blazer blu e cravatta marrone. Prendo spunto da quest’immagine, e dalla Sua condanna magistrale, per capire, con Lei, quando è concesso dalla grammatica di formulare una frase “ blu – marrone”. Solo accessori marginali ?

Da Parma, martedì dieci giugno duemilatre
Suo
Lorenzo Villa



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Nome: Lorenzo Villa
Data: 16-06-2003
Cod. di rif: 309
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Ad maiora
Commenti:
Carissimo Gran Maestro,

eccomi di nuovo stretto nella morsa dell’afa più opprimente, di ritorno dalla Côte d’Azur. Sempre sfolgorante. Comunque unica.
Una curiosità per la nostra Porta :
La vetrina di Figaret mostrava con enfasi camicie con la scritta “colli Napoli”. Faconnable, al suo interno, proponeva un angolo di completi “di sartorialità napoletana”. Jean Jacques a Monte Carlo ridondava di cravatte Marinella e di abiti Kiton con grandi scritte “Napoli”.
Sembra che il mondo non possa fare a meno del Vesuvio … anche se come abbiamo spesso provato, il vero artigianato partenopeo è ben altro. Eccezion fatta, superfluo ricordarlo, per l’immenso Marinella.

Neapolis, ad maiora.

Fedelissimo
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 16-06-2003
Cod. di rif: 311
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Mercato divoratore ed imbonitore
Commenti:
Esimio Gran Maestro Maresca,

una veloce digestione da parte del mercato è quasi sicura : quest’ultimo brucia come la benzina da aviazione ogni cosa incontri sul suo terreno. Ne succhia l’anima, ne esaspera i contenuti e nell’arco di qualche stagione la manda in oblio. Se per il mondo industriale è un male profondo per l’artigianato è un bene; solo quest’ultimo infatti è un maratoneta che misura la sua evoluzione in anni non in trimestri. Se fosse risucchiato dal mercato-moda, rischierebbe l’infarto.
Lunga vita all’artista artigiano. Lunga vita ai Maestri. Lunga vita al vero “NAPOLI”.

Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 20-06-2003
Cod. di rif: 317
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Giacca e giravite
Commenti:
Egregio Ing. Fava,

non tema il Bello, non è mai ridicolo. E’ vero il contrario. Lavorando anch’io in una piccola azienda di strumentazione elettronica, mi capita di sovente di prendere in mano un giravite, un multimetro, piuttosto che diluire una soluzione, senza per questo rinunciare ad una tenuta consona ad un Uomo di gusto. Può pensare, a mio consiglio, di farsi confezionare su misura qualche bel camicie bianco di cotone spesso e virile, da indossare nelle situazioni più “complesse” e quando si trova in laboratorio.
Ridursi a non indossare mai la cravatta e la giacca, con tutte le loro infinite variazioni, significa rinunciare ad uno dei massimi piaceri concessi da Dio all’uomo. Suvvia, un po’ di coraggio …

Numquam Servavi !
Lorenzo Villa

P.S.
Quelle rare volte che mi trovo a trascorrere, ad esempio, un intera giornata su di un impianto di concentrazione pomodoro per alcuni tests su nostri strumenti, adeguo la mise alla situazione. Obviously.



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Nome: Lorenzo Villa
Data: 24-06-2003
Cod. di rif: 320
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Pantaloni e territorio
Commenti:
Inimitabile Gran Maestro,

da una attento “esame territoriale”, emerge l’assoluta necessità di un confronto nella pregiata Lavagna del nostro Castello. La disamina verte sull’uso di bottoni in resina sintetica, o plastica, nei pantaloni. Nelle sartorie padane ho infatti spesso visto confezionare pantaloni con piattine o vaschette quattro fori in plastica. Più opportuno, a mio avviso, l’utilizzo di corozo o corno, ma le posizioni non sono concilianti.
A Lei la parola ed il magistrale giudizio.
Aggiungo al problema bottoni una postilla : nel calzone la tradizione italiana è quasi esclusivamente dominata dalle due pences, quella anglosassone da una o addirittura nessuna. Esistono situazioni ovvero peculiarità fisiche in cui sia meglio preferire una tipologia piuttosto che l’altra ?

Con cavalleresca resistenza,
Suo
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 03-07-2003
Cod. di rif: 327
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Teorie bestiali
Commenti:
Insigne Gran Maestro,

nel tardo pomeriggio di ieri ho misurato il nome di una camiciaia, segnalatomi, dopo lunga ricerca, da un piccolo drappiere di Parma. Se il buon giorno si vede dal mattino, l’indirizzo mi sembra virtuoso : sarò più preciso e ricco di dettagli dopo l’esecuzione dell’opera prima. Riporto con piacere nella nostra Lavagna un suo racconto :
“Pochi mesi or sono un nuovo cliente, durante la prima prova, ha sostenuto con forza la superiorità di un collo incollato per quel che concerne la stiratura. La camiciaia, irritata ed amareggiata dalla bestialità, ha immediatamente preso in mano il pesante ferro da stiro ed eseguito una doppia prova : collo naturale – collo adesivato. Il risultato è stato tanto inclemente che l’avventore, al suo ritorno a casa, ha fatto il lavaggio del cervello alla “responsabile” della disgraziata teoria…”

L’interessante serata, iniziata con l’incontro di camiceria, è proseguita con la visione del primo, leggendario, 007. Un particolare mi ha colpito : Bond indossava camicie con cannolo. Quale il Suo parere su questa scelta ?

Nel mio continuo consumare le pagine di Monsieur dedicate alla drapperia, non sono riuscito a ricordare il tessuto dei Suoi pantaloni beige che indossava durante il primo Laboratorio d’Eleganza. Non Le nascondo che mi colpì alquanto.
Mi sembra quasi di sentire il profumo di questi 20 campioni intrisi di storia virile …

Suo fedelissimo
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 12-07-2003
Cod. di rif: 370
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Pochi giorni tanta scienza
Commenti:
Carissimo Gran Maestro, frequentatori di tanto pregiata Porta,

pochi giorni lontano dal Castello mi fanno trovare le nostre stanze dense di preziosi quanto scientifici gessi.
Assolutamente appropriato il titolo di “professore” al nostro Sig. Pugliatti che con i Suoi scritti ha illuminato zone oscure del mio sapere. Complimenti per la conoscenza e l’acume.
Mi trovo poi assolutamente d’accordo con Lui sulle corazze del Presidente del Consiglio che ogni giorno sembra sempre più “imbustato”, a tutto danno della naturale eleganza. Ferdinando Caraceni e sua figlia Nicoletta non mi sembrano così ispirati …
Proprio quest’inverno sono entrato nella boutique/show-room di Massimo Piombo a Milano, in via della Spiga. Leggevo spesso i suoi sagaci commenti sul costume maschile, contenuti all’interno di Capital nel periodo fine anni ottanta - primi anni novanta, da cui si riusciva sempre a trovare spunti interessanti. Ebbene, nello spazio milanese, in cui è contenuta la sua collezione uomo/donna, sembra tendere più al vestire moda che al vestire uomo. La fattura dei capi esposti è tutt’altro che accettabile, livellata a quella delle tante griffes che infestano le vie meneghine. Non metto in dubbio la perizia di Piombo sulla drapperia e sullo stile, ma sembra che non riesca a trasferirla nelle sue collezioni.
L’estate, al mercoledì sera, ci appare un po’ più fresca se allietata da un buon Martini e dalla visione di 007. Nel mio gesso 327 notavo la presenza nelle camicie di Bond del cannolo. Era tipico della camiceria inglese dell’epoca ? Se è assolutamente certo che il sarto era Sinclair, chi era la camiceria del nostro agente segreto ?
Sempre a proposito di shirtmakers, ho letto tempo addietro un articolo sulla camiceria Truzzi di Milano, trasferitasi da poco in via S. Eufemia e sempre nella mani di Luigi Ballini. Nell’ultimo numero di Monsieur un ampia pagina pubblicitaria reclamizzava la camicia Truzzi, prodotta e distribuita da un azienda di cui non ricordo il nome. L’incongruenza delle informazioni mi porta alla fantomatica interpellanza : il solito imbroglio in cui un prodotto dal glorioso passato “rinasce” in vesti industriali sinistre ?

Ristorato dalle fresche mura del maniero,
con osservanza, cavallerescamente saluto.

Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 14-07-2003
Cod. di rif: 376
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Truzzi
Commenti:
Pregiato Gran Maestro,

l’articolo sulla camiceria Truzzi, contenuto in un numero di Io Donna allegato al Corsera e scritto da Paolo Bagnara, parla inequivocabilmente di un trasferimento del laboratorio da corso Matteotti a via S. Eufemia e di come la maison milanese sia ancora la stessa dell’anno di fondazione, il 1890. Si parla del grandissimo Ballini come di un “consulente factotum” e regista della camiceria dove il tempo non sembra trascorrere mai. Le fanfaluche continuano, essendo ormai un prodotto del tutto industriale …
Il lettore che si avventura nelle due pagine del pezzo esce con un idea completamente fuorviata della realtà delle cose, come Lei in maniera acuta ha sottolineato.
Arrivo alla spietata quanto scomoda domanda : servizi come questi sono completamente pagati dalle aziende, rappresentando subdola propaganda dell’inesistente ?

Suo,
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 14-07-2003
Cod. di rif: 380
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Redazionali
Commenti:
Eccellente Gran Maestro,

conosco la prassi dei redazionali; su varie riviste del settore in cui pubblicizziamo i prodotti della nostra azienda, vengono proposti articoli tecnico-informativi sulle imprese reclamizzate. Il punto è che qui non vi è nulla di tecnico da presentare, ma solo creazione di un immagine e di un allure mendace.
Devo cominciare ad avere sinistri sospetti anche su Monsieur … !?

Sotto un cielo plumbeo e denso di “dubbi”
Cavallerescamente Suo
Lorenzo Villa



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Nome: Lorenzo Villa
Data: 15-07-2003
Cod. di rif: 385
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Sartoria Brioni ?
Commenti:
Caro Gran Maestro,

lungi da me ogni perplessità sugli articoli di Vestirsi Uomo. Conosco la Sua penna e la so intoccabile dai venti sinistri che alitano su molte riviste. Le dirò di più : solo a Lei potevo porgere con naturalezza quella domanda, ben consapevole di una Sua risposta autentica e senza peli sulla lingua.
Sono un estimatore di Monsieur e, per quel che ho visto finora, in pieno accordo con la linea editoriale di Botrè.
A tal proposito, l’articolo sulla nuova sartoria attivata a Milano da Brioni, mi trascina alcuni interrogativi. Lodando l’iniziativa della scuola superiore per sarti, mi chiedevo innanzitutto se in questa l’allievo apprenda tutte le fasi di lavorazione di un abito, come un qualunque sarto artigiano. La Brioni appartiene a quelle aziende che propongono il su-ordinazione e lavorano con criteri parcellizzati; gli allievi-sarti che vengono cresciuti nella scuola, una volta inseriti in azienda, seguono una sola fase di lavorazione : chi taglia, chi cuce i colli, chi asola, etc…
E’ corretto educare un giovane all’arte sartoria per poi indirizzarlo solo ad un compito ben specifico ? Nel nuovo spazio milanese ci sarà spazio per figure complete, ma sarà davvero così ?

Con stima,
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 16-07-2003
Cod. di rif: 396
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Mocassini
Commenti:
Eccellente Gran Maestro, tenaci Cavalieri,

in merito ai mocassini, calzatura che utilizzo esclusivamente nel periodo estivo, esprimo il mio amore per quelli inglesi, Tricker’s su tutti. La suola pesante, la costruzione inequivocabilmente virile, li rendono un validissima alternativa estiva ad una stringata full brogue.
La regola che seguo per l’abbinamento è semplicissima : solo in abbinamento a spezzati o nel semplice camicia-pantaloni.
Posseggo in realtà anche un vecchio paio di Tod’s primi anni novanta, che il tempo ha reso affascinanti nell’uso sportivo. Mai con giacca. Oggi non li acquisterei più.
Se pantofola deve essere, che sia inglese. E qualcosa di americano …

Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 17-07-2003
Cod. di rif: 398
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Piccole note
Commenti:
Esimio Gran Maestro, stimati Cavalieri,

nel gesso 396 ho mancato di precisare che i miei modelli preferiti di Tricker’s sono quelli della linea “Country”, seguiti dai più manierati “St.James”.

E’ sempre difficile riuscire a presentare su internet il proprio lavoro; lo è ancora di più per una persona che si chiama Mariano Rubinacci. Il sito mi è parso discreto, ma incapace di ritrarre cosa significhino le due parole “London House”. Chi ha visitato via Filangieri capisce cosa voglio dire.

Assolutamente Vostro
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 29-07-2003
Cod. di rif: 440
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: La giacca Maremmana
Commenti:
Carissimo Gran Maestro, eccellenti Cavalieri,

riemergo dalle profondità di un oceano di lavoro e respiro la purissima aria delle stanze del nostro Castello. L’immensa mole di impegni mi ha fatto purtroppo mancare l’appuntamento di mercoledì 23 a Bologna di cui spero di leggere il dettagliato resoconto nella nostra pagina degli Eventi : per un intera settimana sono stato nella provincia di Lodi a seguire il collaudo e l’avvio di un nostro nuovo sistema.
Visto che scrivo all’interno della Lavagna dell’Abbigliamento dirò subito di un capo che mi ha colpito. Il presidente del nuovo stabilimento di trasformazione pomodori, un agiato tenutario, indossava spesso una giacca maremmana per girare tra impianti di concentrazione, caldaie, vasche di selezione e quant’altro di sporchevole ci sia. Se per mia esperienza è inopportuna in situazioni di questo tipo l’accoppiata giacca-cravatta, ho trovato la giacca dei pastori mandriani ricca di personalità, di “sapore” e adatta a preservare signorilità all’interno di una fabbrica di produzione in aperta campagna.
Siamo soliti pensare alla giacca sportiva inglese in ruvido tweed; la maremmana può essere considerata un autentica giacca informale italiana ? Il suo rimando alla macchia della Maremma, alle sue acque, ai cavalli, al vino, a questo selvaggio angolo di Toscana, sembrano rendere questo capo affascinante e intriso come pochi altri di prepotente “terroir”.

Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 29-07-2003
Cod. di rif: 444
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: De parmensis sartoribus
Commenti:
Egregio Signor Armelli,

non voglio in alcun modo sostituire la magistrale risposta del nostro Gran Maestro, armato custode di conoscenze imprendibili.
Da Suo concittadino Le consiglio di visitare la sartoria di Aimi&Gigliotti in via Farini, 82/A oppure la sartoria Ghirardi-Kingdom via XX Marzo, 9 . Non ne ho esperienza diretta, ma faccia una visita anche alla sartoria di Franco Parmelli, str. Repubblica 42.
Mi faccia sapere e mi consideri a Sua disposizione qualora desiderasse ulteriori informazioni.

Buona fortuna.
Lorenzo Villa



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Nome: Lorenzo Villa
Data: 29-07-2003
Cod. di rif: 447
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Maremmana atto II°
Commenti:
Pregiatissimo Gran Maestro,

la stanchezza di giorni sul campo potrebbe aver tolto sicurezza ai miei occhi ma la giacca maremmana mi è parsa cucita in un pesante lino cachi finestrato.
Quale a Suo avviso i migliori tessuti per la realizzazione di questo capo ? In inverno non mi allontanerei da un pesante corduroy ovvero da un moleskin nei colori del sottobosco, ma nella bella stagione non ho ferme convinzioni. Trattandosi senza alcun dubbio di una giacca campestre e molto rustica, toglierebbe la cravatta ? Il fazzoletto al collo da buttero mi sembra eccessivo …

Assolutamente Suo
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 30-07-2003
Cod. di rif: 449
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Le Berluti di un amico.
Commenti:
Stimato Chiusa,

per combattere il canicolare clima, mi trovavo ieri sera a sorseggiare un Daiquiri con un caro amico, felice possessore di un paio di Andy Warhol testa di moro.
Acquistate pret-a-porter nella boutique di via Verri, si segnalano per una buona comodità e, a quanto mi riferisce, per la bassissima durata della suola.
Mi risulta, e qui attendo conferma, che le scarpe Berluti pret à soulier sono realizzate dall’azienda “Manifattura Ferrarese”, che produce anche StefanoBi, entrata nell’orbita LVMH due anni or sono.
Ovviamente tutt’altra storia e prodotto per il su-misura di Olga : a prezzi da qui alla luna, arte e poesia da calzare.

In attesa di ulteriori commenti,
Le porgo cavallerescamente i miei saluti.
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 31-07-2003
Cod. di rif: 455
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: 007-70'
Commenti:
Indefettibile Gran Maestro,

è incredibile come anche la sartoria, con passo cauto ma implacabile, si adegui alla moda. Non mancavo di notare in “007 Una cascata di diamanti”, film del 1971 che allietava la serata del giorno scorso, come la giacca dell’inafferrabile Bond sia inequivocabilmente diversa da quelle indossate nei primi films. Revers, pattine delle tasche, cran, linea, assolutamente anni 70.

Consapevole dei profondi appassionati che visitano questa sala del Castello, chiedo ratifica.
Vostro
Lorenzo Villa



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Nome: Lorenzo Villa
Data: 05-08-2003
Cod. di rif: 486
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Ragione ed Emozione
Commenti:
Esemplare Sir Alden ,

con il Suo inconfondibile english disposition, ci rammenta che il sarto, come qualunque altro artigiano di bottega, deve anche badare a “portare a casa il pane”.
Il nostro sconfinato amore per la sartoria - come per tutto il mondo artigianale, unico porto per l’uomo di gusto - spesso ci allontana da questa realtà e ci fa vedere il Maestro sarto come mitologico artista devoto univocamente al superbo.
Il tailoring, è vero, come ogni altra attività produttiva, mira ad offrire un prodotto per ricavarne un guadagno. Quest’operazione è facile con il novanta percento della clientela, difficile con il nove percento, meravigliosamente impossibile con il restante uno percento.
Non dimentichiamoci però che il sarto deve proprio ringraziare i committenti più estremi e virtuosi per l’affinamento della sua arte. Di ciò ne godranno tutti i clienti.
Il vestire maschile scatena inevitabilmente epiche passioni ed il sarto è chiamato a rispondere ad esse non solo da esecutore ma da “plasmatore d’idee”, da artigiano colto che da un guizzo dell’avventore scatena la mano, gli occhi, l’appetito.
Chi vuol vedere oltre l’orizzonte vuole un Maestro che gli sappia infondere pathos con il suo lavoro, perché solo quando la logica della ragione e la forza dell'emozione operano insieme può nascere l’opera d’arte che chiamiamo Eleganza.

Con stima,
cavallerescamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 05-08-2003
Cod. di rif: 468
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Committenza e salvaguardia
Commenti:
Il nostro eccellente Sir Alden punta il riflettore su di un elemento fondamentale e di notevole peso all’interno dell’equazione dell’eleganza. Il suo studio, che necessita l’abbandono della meccanica classica in favore di quella quantistica, in quanto formata da troppe “particelle” per una trattazione individuale di esse, non può tralasciare l’interazione delle forze cliente-artigiano. Come ha più che correttamente asserito il nostro Gran Maestro, l’importanza della committenza è fondamentale per ogni forma d’arte e per il suo naturale progresso. La sartoria, così come altri magisteri, non evolverà la sua storia, non affinerà la sua perizia, senza un bacino di clienti che ne metterà alla prova i limiti. E’ ovvio, e qui mi sovvengono varie esperienze passate, il maestro dovrà essere capace di “cum prehendere”. Quest’ultimo si trova infatti di fronte al difficilissimo compito di capire quello che spesso è inspiegabile. Deve pensare con le mani, vedere con il cuore, sentire con gli occhi. Inutile negare che molti di essi non ne sono capaci. Così come di pari passo pochissimi clienti detengono la capacità di produrre innovazione materiale con un genio feerico. Quante volte ho sentito citare la frequentazione di blasonate sartorie come se ciò bastasse per essere considerati latori d’eleganza. L’interazione con l’artista è la più intelligente forma di protezione delle arti, un forma di mecenatismo attuata da individui coltissimi e raffinatissimi capaci con le loro richieste spesso fuori dagli schemi, di avanzare l’intero sistema. A vantaggio del futuro di tutti. Tutti vedono l’orizzonte. Qualcuno vuole vedere cosa c’è dietro. Quando viene a mancare questo delicatissimo meccanismo, il declino è già scritto, la fine vicina.

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Nome: Lorenzo Villa
Data: 08-08-2003
Cod. di rif: 488
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Pences "rovesciate"
Commenti:
Carissimo Gran Maestro,

aiutata dal caldo torrido, la mia mente veleggiava verso le fresche lande scozzesi quando, all’improvviso, si lasciava incantare da un idea che ben aveva a che fare con l’isola britannica : chiedere al Maestro Ambrosio di cucire il prossimo pantalone con le pences rovesciate, cioè rivolte all’interno.
Tipologia assolutamente british, dovrebbe aiutare la mia predilezione per i pantaloni asciutti. Ovviamente da considerarsi con una sola pence. Appropriato completamento potrebbero essere i due cinghietti laterali nel bustino al posto dei passanti.
Confido nella Sua sterminata perizia per un responso che mi convinca a perseguire il progetto o a lasciarlo fluttuare via nei venti delle Highlands.

Con sempre più stima,
Suo
Lorenzo Villa




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Nome: Lorenzo Villa
Data: 14-10-2003
Cod. di rif: 616
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Hic manebimus optime !
Commenti:
Esimio Gran Maestro,

mi permetta prima di tutto un cavalleresco saluto a tutti i Cavalieri nonché ai prodi uomini del maniero che da qualche tempo non incontro : hic manebimus optime !
Mi ha molto interessato lo scambio epistolare sull’eminente Agnelli, monumentale arbiter elegantiarum.
Vorrei concentrare le mie righe sulla Sua precisazione della cravatta in tela di lana, indossata in compagnia del fratello Umberto.
Mi sono in particolare chiesto chi confezionava queste cravatte all’Avvocato e quali gli abbinamenti possibili di tale accessorio ad un “comune mortale”, lontano dalla regale autorità di Agnelli. Infatti, nel mio caso, le sole cravatte di lana che indosso, di ruvido shetland, completano giacche molto country.

I miei più cavallereschi ossequi.
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 15-10-2003
Cod. di rif: 623
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Agnelli, imprendibile.
Commenti:
Caro Gran Maestro,

mi trova, e non è cosa rara, assolutamente d’accordo sull’analisi dei segreti che hanno erto Agnelli all’inimitabilità assoluta. Ogni qualvolta guardavo e guardo una sua foto, il mio occhio va subito alla ricerca di un dettaglio, scruta nell’immagine il particolare fuori posto. C’è sempre.
Rimango li, in ammirazione, e comprendo il dualismo tra la semplicità di ciò che ha fatto e la certezza che nessuno riuscirà a replicarlo nella stessa guisa. Un “mostro” nel lessico dell’eleganza.

Rammento di aver letto su qualche rivista nazionale di secondo piano, in occasione della sua morte, che l’Avvocato non indossava mai una camicia nuova prima di aver strofinato, con mano leggera, collo e polsi mediante una pietra pomice. La cosa mi ha incuriosito, lasciandomi però forti dubbi sulla veridicità. Un gentiluomo giammai indossa un capo nuovo, ma la curiosità mi è parsa un po’ troppo carica di…fascination.

Cavallerescamente,
Lorenzo Villa




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Nome: Lorenzo Villa
Data: 22-10-2003
Cod. di rif: 643
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: La committenza
Commenti:
Gentilissimo Gran Maestro, intrepidi Cavalieri, amici di squisita Lavagna,

un importante fiera di alcuni giorni tiene lontano dal computer le mie membra ma non lo spirito, desideroso di affrontare gli affascinanti convivi del nostro Castello di rare virtù.
Stanco nel corpo, ma vigile nella mente grazie ad un ottimo single-malt, ieri sera mi interrogavo su di un argomento già accennato tempo addietro con il nostro eccellentissimo sir Alden : il rapporto cliente – sarto.
L’argomento non è tale da esaurirsi in poche righe, così come nella mia piccola ed umile esperienza. In cuor mio cercavo di postulare quando è lecito intervenire nel “lavoro” di sartoria e fino a che punto. Sono pochi gli artigiani che riescono a carpire il meglio del cliente, ‘il libretto’, e musicarlo : si tende a pensare che ne siano capaci solo i ‘grandi’.
Quando si ha di fronte un grande Maestro risulta però difficile vincere il timore che il suo blasone incute; con sarti meno conosciuti siamo invece indotti ad invadere con più baldanza il suo repertorio e soprattutto a riempirlo di richieste e raccomandazioni.
Orbene, è giusto rinunciare col primo ad ogni controllo ed affondare invece la lama sul classico sarto sotto casa ?

Il Vostro saggio parere ed un altro bicchiere di Whiskey potranno senza alcun dubbio aiutarmi …

Cavallerescamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 27-10-2003
Cod. di rif: 659
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Cavalli
Commenti:
Caro Gran Maestro,

indotto dal gesso del nostro Carrara, soppesavo un’inquietudine della mia mente.
La mancanza di sartorie è un fenomeno che attraversa non poco la vita del sensibile uomo di gusto. Quest’ultimo si trova infatti spesso nell’amletico dubbio se scegliere un “cavallo” anonimo di scuderia comoda e vicina - razza quanto mai in estinzione - ovvero armarsi di tenacia ed affrontare la trasferta in ippodromi più ricchi di purosangue. Senza tener conto che l’età dei cavalli sta drasticamente salendo al nord laddove al sud si è ancora capaci di seguire questa dura ma gloriosa strada; Napoli su tutti.

Anch’io ho vissuto l’esperienza di un grande Maestro napoletano, Solito, che ha generosamente accorciato la distanza con visite in una città a me vicina. Ma non sempre avviene così e, soprattutto, ciò non potrà continuare in eterno. Proprio il mio gesso del ventidue Ottobre conteneva, celato, questo mio pensiero.

Con l’autunno che sferza le poderose mura del nostro Castello,
cavallerescamente,

Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 28-10-2003
Cod. di rif: 670
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: La vetta
Commenti:
Carissimo Gran Maestro, esimio Sig. Pugliatti,

il lavoro che caldeggia il Cavalleresco Ordine è di inaudita forza e concretezza.
Solo chi ha provato può capire lo sconforto che prova ai nostri tempi il cacciatore del Bello. Sono più gli insuccessi che i trionfi. Come nella vita.
Ma finché ci saranno Cavalieri, Scudieri, perseveranti adepti, potranno tentare a somministrarci Super 1000’s , nylon, lycra, tessuti specchio, cachemire con teflon, “antiche e premiate sartorie” e amenità simili, la nostra spada, affilata e inalterabile, darà a tutto ciò quello che si merita.
Costa sacrificio ma la via verso la vetta è la strada verso noi stessi, verso la verità.
Non intendo il Cavalleresco Ordine come associazione di amanti del lusso; siamo partigiani della bellezza veridica. Moriremo per Lei.
Vale quindi la pena andare avanti, credere fermamente che il meglio deve ancora venire; sta a noi costruirlo e poi tutelarlo.
I progetti che ci trasmette il Gran Maestro ci danno forza.
Come scriveva Kazuo Ishiguro, “quel che resta del giorno è la parte più bella da vivere”.

Più cavallerescamente che mai,
Numquam Servavi !

Lorenzo Villa



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Nome: Lorenzo Villa
Data: 29-10-2003
Cod. di rif: 679
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Sartoria militare
Commenti:
Sensibilissimo Gran Maestro,

per abbeverare la mia curiosità attingo all’imperitura fonte rappresentata dalla Sua sapienza, mio sollievo, mio refrigerio.
Siamo soliti considerare e conferire la sartoria in termini civili. Esistono botteghe artigiane specializzate in uniformi ovvero completi militari ? Un carabiniere graduato, piuttosto che un ufficiale della marina, dispone della facoltà di farsi cucire l’uniforme in sartoria ?
Gli inglesi, iniziatori di ogni tradizione virile, mantengono luoghi in cui ciò è possibile. Ho paura che noi italiani, avversari del tempo, delle armi e del decoro costruito su antiche tradizioni, difettiamo di codesti.

Con saluto militare,
Suo fedelissimo Cavaliere,
Lorenzo Villa

P.S.
Il saluto militare è di antica origine medioevale derivando dal gesto di alzare la visiera dell’elmo, o levarlo, per farsi riconoscere e mostrarsi indifesi con osservanza ad un superiore.
Più che mai cavalleresco…


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 31-10-2003
Cod. di rif: 696
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: La sartoria dell'esperienza
Commenti:
Le ardite vette vanno conquistate con preparazione e dedizione. La ritirata è sempre in agguato; il fallimento dietro l’angolo. Se riusciremo a domare i miraggi, tener lontano le maliarde sirene, avremo la gloria della conquista, un nuovo tassello della nostra vita.

Quello che rende affascinate all’inverosimile la sartoria ed il mondo del su-misura, quello vero, è proprio questo. Lo chiamiamo percorso di conoscenza ma è anche percorso che scava dentro noi stessi, i nostri desideri, i nostri sogni, le nostre fedi.

Mi trovo spesso a maneggiare dubbi, insicurezze, demoni che sembrano minare ed intaccare il cammino. Dispero e scaravento con rabbia lontano le idee, i proponimenti; si arriva ad un punto in cui si comprende che così facendo ci allontaniamo da noi stessi, da ciò che siamo.
Il capire e l’accettare di vivere questo, simboleggia una catarsi interiore che anima colui che ricerca.

Si deve vivere per conoscere, conoscere per credere.

Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 03-11-2003
Cod. di rif: 708
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Frase
Commenti:
Egregio Gran Maestro,

mi perdoni la licenza nel sottolineare una frase del Suo gesso - rif.700 - che risuona sinistra e non abbandona la mia mente : “ Quando, tra otto anni, avrò terminato questo sito, ne dimenticherò l'indirizzo e passerò ad una nuova impresa “.
Il mio cuore e la mia spada si augurano che il significato sia diverso da quello inteso.

Cavallerescamente da Parma
Sempre Suo
Lorenzo Villa



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Nome: Lorenzo Villa
Data: 04-11-2003
Cod. di rif: 717
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Cravatte sfoderate
Commenti:
Inossidabile Gran Maestro,

prendo in mano il gesso per tracciare sulla Lavagna qualche riflessione personale sulla cravatta.
Conosco la Sua passione per i modelli sfoderati e non Le nascondo l’attrazione che hanno anche nei miei confronti : le prossime cravatte ordinate da Marinella saranno private della fodera.
La mia decisione porta però con se qualche ombra che prontamente faccio rischiarare dalla Sua scienza : è concepibile e consigliabile una cravatta completamente sfoderata – priva dell’interno - ovvero optare solo per l’ultima parte della pala superiore ed inferiore ? In quest’ultimo caso quanto salire e che tipo di interno utilizzare ?

Nell’attesa della Sua torcia…cavallerescamente mi congedo.

Suo,
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 07-11-2003
Cod. di rif: 723
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Monsieur De Paz sulla lavagna.
Commenti:
Esprimo tutto il mio compiacimento per la presenza in questa nobile Lavagna di monsieur De Paz che distilla, a beneficio dei frequentatori, la Sua perizia.
E’ un onore che gratifica tutti noi, umili scribacchini.

Cavallerescamente,
Lorenzo Villa



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Nome: Lorenzo Villa
Data: 07-11-2003
Cod. di rif: 726
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Barbour tribute.
Commenti:
La piovosa mattinata delle mie lande me lo ricorda, appeso al portabiti, pronto a proteggermi da vento e pioggia. Il Barbour con il suo inconfondibile ‘odore’ è lì, dal 1894 immutato giaccone Made in England.
Nell’ultimo capitolo del magistrale “Vestire uomo” mi ha fatto piacere vederlo segnalato nei soprabiti sportivi. Era doveroso; se lo merita.
L’idea di John Barbour risultò vincente fin dall’inizio : cotone egiziano a fibra lunga impregnato di cera, così da risultare thornproof and waterproof. Un capo semplice, duro, robusto, non civilizzato e rispondente a quella teoria totalmente britannica della ‘semplicità per una funzione specifica ’.
I primi modelli erano del tutto sprovvisti della possibilità di inserire un caldo interno, fedeli al loro “made to last” come antipioggia e antivento nel gelido porto di South Shields. Veniva indossato da naviganti, cacciatori, pescatori e chiunque volesse rimanere all’asciutto nell’inclemente clima della campagna britannica. Poi il successo planetario.
Il Barbour è un simbolo che accresce la sua forza con l’uso estremo e con i conseguenti segni di consumo, strappi, rammendi : medaglie al valore guadagnate sul campo.
A tutt’oggi è una delle poche case inglesi a fregiarsi dei tre riconoscimenti di fornitore reale : Duca di Edinburgh, Regina d’Inghilterra, Principe di Galles.
A mio avviso i due modelli più belli rimangono il classicissimo Beaufort - in Mediumweight Wax Cotton - e l’eterno Northumbria, nel pesante e resistentissimo Heavyweight Sylkoil. Finalmente riconsegnati al loro fascino dopo anni di usurpante “moda”.

A questo punto, riscaldato da un buon sorso di Cognac, porgo una questione al nostro Gran Maestro. Perché solo gli inglesi riescono a realizzare indumenti che avranno quello che io chiamo “fascino dell’usura” ? Sarà forse per il loro continuo rimando ad una vita senza inutili fronzoli … less is more …

Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 17-11-2003
Cod. di rif: 743
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Age in London
Commenti:
Dear Sir Alden,

non si può evitare di rileggere più volte il Suo gesso 738, contenente una storia che da sola evoca tutta l’esperienza del vivere nella bellezza etica. Quest’ultima intuita e colta in una purezza formale così elevata da volgere a insegnamento. Eticità del bello autentico e veridico riflesso sull’uomo …

Questo fine settimana colloquiavo con un caro conoscente sulla sartoria inglese.
Il fascino che l’english tailoring esercita su tutti gli appassionati del vestire classico rimarrà sempre inespresso come vastità e durata. Questo suo essere fuori da ogni logica di mercato aggiunge un denso strato di elitario distacco, un imperturbabile forza : noi non ci muoviamo, la storia è qui.
E’ di dominio comune l’alzarsi dell’età di molti Maestri italiani, taciuto che forse nella sola Napoli si possa ancora parlare di sarti trentenni.
Il prezioso spazio di questa Lavagna offre l’opportunità di un colloquio tra gentlemen e quindi di chiederLe se nella Londra di Savile Row è possibile trovare giovani Maestri emergenti ed autoctoni.

Con osservanza e stima,
Cavaliere
Lorenzo Villa



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Nome: Lorenzo Villa
Data: 20-11-2003
Cod. di rif: 764
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: 'Il Suo nodo'
Commenti:
Carissimo Gran Maestro,

è qualche istante che osservo il nodo della cravatta azzurra che sfoggia in un paio di foto del nostro fausto Laboratorio d’Eleganza del dodici Novembre. La Sua Marinella è annodata con un nodo molto basso, consistente, ma che restituisce l’impressione di essere poco stretto; devo ammettere che non è la prima volta che noto al Suo collo nodi simili.

Trovo che il nodo della cravatta esprima inequivocabilmente l’umore ed il carattere. Mi permetto di asserire che questo nodo parla di Lei splendidamente. Sento in esso l’aria di Napoli.

Come lo ottiene ?

Nella speranza di non essere stato indiscreto,
cavallerescamente in questa nebbiosa serata,
Suo
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 24-11-2003
Cod. di rif: 778
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Laboratorio sulla Cravatta
Commenti:
Stimatissimo, unico Gran Maestro,

pochi lemmi per caldeggiare, auspicare, bramare, un Laboratorio d’Eleganza dedicato alla cravatta.
La Sua fucina non ha mai tradito, forgia solo lame votate all’eterno. Così sarà questo prossimo, entusiasmante, incontro con la storia dell’accessorio più allegorico.

In saecula saeculorum.

Cavaliere
Lorenzo Villa



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Nome: Lorenzo Villa
Data: 24-11-2003
Cod. di rif: 785
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: I Leoni fendono l'aria
Commenti:
Virtuosissimo Gran Maestro, gentilissimo Dott. Marinella,

Vi ringrazio fin d’ora per l’onore tributatomi. La vediamo tutti, lassù, alta, sventolare intrepida. E’ la nostra bandiera, ad maiora.

Numquam Servavi !

Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 28-11-2003
Cod. di rif: 799
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Antichi telai, tessuti gloriosi.
Commenti:
Inesauribile Gran Maestro,

il mio scudo e la mia spada fiancheggiano impavidi simile progetto cavalleresco.

Il riuscire a riesporre ciò che di bello il passato ci ha donato e il presente usurpato e maltolto, merita l’appoggio di ogni uomo di gusto.
Spesso ci perdiamo in ricordi, ovvero in ancestrali memorie; sentiamo dolere una ferita mai rimarginata. Il sapere che un manipolo di Cavalieri riesce a far rivivere gesti e materiali “veri”, renderà il percorso di noi tutti più sereno.

NUNC EST BIBENDUM !

Gloria al Gran Maestro. Gloria al Cavalleresco Ordine dei Guardiani delle Nove Porte.

Cavaliere
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 11-12-2003
Cod. di rif: 811
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Church's
Commenti:
Carissimo Gran Maestro,

la mia semplice penna per scribacchiare qualche commento sulla blasonata maison “Church’s”.
La sua storia, il suo blasone, quello che da anni concede all’uomo di gusto alla ricerca dell’immutabile, può senza alcuni dubbio annebbiare la vista e farci tralasciare gravosi particolari.
Certo le tomaie non sono più quelle di un tempo – voci sinistre sussurrano di pelli prodotte, conciate e preparate fuori dai confini britannici – alcuni nuovi modelli sono discutibili, la proprietà italiana è nome che suscita orrore, ciò nondimeno i modelli storici sono ancora molto belli, le scamosciate insuperabili, le ‘grafton’ e le ‘shannon’ caramello immortali.
Auspico che la nuova proprietà sappia guadagnarsi un posto in purgatorio, lasciando il meritato inferno in cui sinora dimora, rispettando, custodendo, proteggendo da volgari manovre, questo nome che di diritto risiede nell’olimpo del bello inglese.

CORRUPTIO OPTIMI PESSIMA…

Con osservanza,
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 17-12-2003
Cod. di rif: 819
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Intime dissertazioni
Commenti:
Pregiato Gran Maestro,

abbraccio in pieno l’affranco della maglia intima, scorrettamente considerata da troppi inutile e sgraziata.
Personalmente indosso tutto l’anno un modello mezze maniche in puro cotone. Insuperabile nel periodo estivo come ‘intercapedine’ tra pelle e camicia, calda barriera d’isolamento nei freddi inverni della nostra pianura.

Mi giovo dell’interessante ed intima conversazione aperta per dissertare di mutande maschili. All’uomo di gusto è consentito l’uso delle cosiddette mutande “slip” in sostituzione dei boxer ?

Compiaciuto,
assolutamente Suo,
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 19-12-2003
Cod. di rif: 824
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Solo attimo e nome
Commenti:
Caro, stimato Gran Maestro,

in una serata offerta all’ingollo di vino ed al pasteggio di verro, preludio alle pantagrueliche strippate dei prossimi dì, nel primo atto della cena, il più sobrio, si è disquisito con un caro amico delle ragioni che hanno statuito il successo planetario dello stile sartorio campano.
Prepongo che non si è voluto ripetere cose ormai arcinote, ma solamente comprendere il momento precipuo in cui tutto ha avuto origine, il “bing-bang” del presente ed il suo demiurgo.
Ricomporre l’insieme in un periodo preciso ed in un nome.
A Lei l’onore del brindisi – con sentenza - finale.

“ Chi non ama vino, donna e canzone
per tutta la vita rimane un buffone ”

Lorenzo Villa
Parma, diciannove Dicembre duemilatre


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 31-12-2003
Cod. di rif: 837
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Parma - Napoli - Rif. Taccuino del 31-12-2003
Commenti:
Carissimo Gran Maestro,

ho accluso al nostro Carnet de voyage – rif. 31-12-2003 – una recentissima foto di Paolo Barilla.
Dai tempi del grandissimo Pietro – formidabile uomo di gusto - la famiglia si affida precipuamente alle forbici di Tommy Caraceni in Roma.
La giacca che l’industriale indossa mi è parsa tuttavia di impostazione campana, soprattutto nel cran. La Sua inarrivabile scienza avvalora questa tesi ?

Cavallerescamente,
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 14-01-2004
Cod. di rif: 850
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: S.A.B. - Bridle Hide - Consigli per la manutenzione.
Commenti:
Egregio, stimatissimo Gran Maestro,

è qui al mio fianco. Balenante, seducente, mirabile opera di accorti artigiani, la mia Swaine Adeney Brigg troneggia, nella sua totale rinuncia ai tempi moderni, incorruttibile. Dio salvi l’Inghilterra …
Sono persona che ama custodire al meglio gli oggetti che accompagnano il mio umile arco vitale. Per tale cagione sono a chiederLe lumi sulla migliore manutenzione nel corso degli anni del bridle hide : pulizia, nutrimento, “conservazione”. Di certo seguirò il Suo consiglio sull’esposizione solare.

Con affezionatissima osservanza,

Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 20-01-2004
Cod. di rif: 856
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Da St James's Street a Savile Row
Commenti:
Carissimo Gran Maestro,

La ringrazio infinitamente per la cortese ed esauriente risposta. Consideri prenotato a mio nome un vasetto della magica “pozione” fornita dai Maestri inglesi.
La magnificenza di questa semplice cartella è tale da farmi auspicare una sua durata per l’intera mia vita.

Di recente ho avuto occasione di rileggere un eloquente trafiletto di Massimo Piombo, apparso su Capital di Agosto 1997 di cui trascrivo :

“ Tutto avremmo voluto vedere, fuorché Savile Row stravolta e rinnovata. Cosa che invece sta puntualmente avvenendo. I vecchi sarti, che costituivano la gloria e la forza di questa strada-simbolo, stanno cedendo il posto a nuovi e ambiziosi venditori di abbigliamento. Sono giovani stilisti emergenti che si spacciano per antichi sarti. E che degli antichi sarti hanno preso l’aspetto e i modi esteriori. Così, oggi, se un ignaro visitatore passasse per questa strada, alla prima occhiata non saprebbe forse riconoscere un Anderson & Sheppard, che può essere a buon diritto considerato il principe europeo della sartoria e dei tessuti, da uno qualsiasi dei tanti negozietti da stilista appena aperti. Eppure la differenza c’è. Ed è sostanziale. Perché non ci si improvvisa sarti. E non basta un astuta operazione di maquillage per cambiare la propria natura. Non basta, cioè, rubare il fascino e il valore creato dalle sartorie in decenni di lavoro e trasportarli poi in una bottega di stilista per “fare stile”. Perché lo stile è cultura, anni di lavoro sui tessuti, sulla moda intesa come storia del costume, anche sulla psicologia degli uomini che quei vestiti indosseranno. I nuovi stilisti non fanno nulla di tutto ciò. Si appropriano dell’immagine dei vecchi sarti, dei loro modi, della loro eleganza esteriore, forse anche dei loro clienti, senza capire che non potranno appropriarsi della loro anima. Senza capire che non si diventa Anderson & Sheppard in 20 giorni, solo per il desiderio di far bella figura in società. In Savile Row si sta consumando un grande inganno. “

E’ da qualche anno che sono lontano dalla city, eppure il mio lume interiore guarda a ogni piè sospinto il faro guida d’oltremanica. Quale commento a queste parole dopo sette evi ?

Cordialmente,
Suo
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 22-01-2004
Cod. di rif: 864
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Cera neutra per l'eternità
Commenti:
Strepitoso Gran Maestro,

il Suo versato gesso sulla conservazione e protezione delle scarpe è nutriente vivanda, corroborante vino. Quale argomento è stato sollevato…! Ha la forza di ricondurre il mio naso ad effluvi di cuoio e cere, il mio senno a quello smisurato gaudio che prova l’uomo nel calzare una Scarpa, nel sognarla dentro la sua vita intera; da qui alla fine dei giorni, testimone di mille avvenimenti.

Prima, granitica, puntata sulla manutenzione del guardaroba, propone profondi spunti ed offre preziosissimi consigli, tant’è che cresce l’impazienza per i successivi capitoli.

La Sua scienza potrà certamente aiutare la mia umile conoscenza.
Cera neutra per la pulizia iniziale : quale altro prodotto, oltre “l’ineguagliabile” confettura di monsieur Barbera ?

Lorenzo Villa



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Nome: Lorenzo Villa
Data: 23-01-2004
Cod. di rif: 868
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: F.lli Sanvito - Milano
Commenti:
Gentilissimo Gran Maestro,

sono a ringraziarLa per la preziosissima segnalazione. Con molta probabilità sarò a Milano nel pomeriggio di domani e a questo punto, una visita ai F.lli Sanvito, è doverosa.
La mia penna riferirà con dovizia di particolari.

Suo Cavaliere
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 23-01-2004
Cod. di rif: 869
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Un caloroso ringraziamento !
Commenti:
Nella mia precedente dimenticavo un cavalleresco e solido ringraziamento al Cavaliere Franco Forni. Invincibile, come sempre.

Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 26-01-2004
Cod. di rif: 871
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Milano, ventiquattro gennaio duemilaquattro
Commenti:
Pregiatissimo Gran Maestro,

è con animo accorato che comunico la mancata visita ai F.lli Sanvito, giacché il negozio effettua nel giorno di Sabato la chiusura pomeridiana.
Nella mia prossima perlustrazione non mi farò trovare così impreparato.

Veloci scappate ad alcuni santuari del Bello, taciuto il sempre più palese degrado di gusto che interessa il capoluogo lombardo, rincorrono la giornata.
Sobillato dalla mia adorata compagna, ho affrontato inoltre la porta del nuovo negozio Burberry di via Verri : tre piani di indulgenze e calunnie al glorioso Thomas Burberry, parzialmente riscattati da una vetrinetta. Quest’ultima contenente un leggendario trench del 1939, donato da un ufficiale forte della partecipazione a numerosi campi. Come non notare le “grasse” asole fatte a mano, i bottoni cuciti manualmente a croce, cuciture eroicamente ribattute da abili aghi per resistere all’uso più estremo.
Dietro esso una lunga teoria di impermeabili moderni, quasi a voler dimostrare “quanto siamo peggiorati”. Il capo non è in vendita, ma un uomo di gusto, se solo potesse, saprebbe quale acquistare tra i due …

Da una Parma artica,
Lorenzo Villa



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Nome: Lorenzo Villa
Data: 04-02-2004
Cod. di rif: 879
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Il polsino della camicia
Commenti:
Inavvicinabile Gran Maestro,

la giornata di oggi mi conduce a casa, dopo una trasferta di lavoro in terra iberica, con la malinconia di non aver potuto partecipare all’evento felsineo sulla tauromachia. … acta est fabula …

Sono grato da subito al Cavalier Forni per l’indirizzo genovese : sarà mia premura una visita non appena mi troverò nel capoluogo ligure.

Durante il trasferimento da Saragozza a Barcellona ho avuto il tempo di riflettere su di un particolare : il “taglio” del polsino della camicia.
Sono solito farmi confezionare dalla camiciaia un classico polsino arrotondato, lungo 7,5 centimetri, chiuso da un bottone. Noto tuttavia con assoluta frequenza che la maggioranza delle camicie sono tagliate con il polsino smussato.
Personalmente trovo di gran lunga più elegante il primo, ciò nondimeno chiedevo il Suo definitivo e magistrale giudizio, per avvallare o rivedere la mia tesi.

Incessantemente Suo,
Cavaliere devoto,
Lorenzo Villa



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Nome: Lorenzo Villa
Data: 05-02-2004
Cod. di rif: 883
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Ancora sul polsino
Commenti:
Carissimo Gran Maestro,

il Suo asserto è alquanto puntuale, dal momento che dirigenti, banchieri, professionisti finanziari adottano senza indugi il polsino smussato a quarantacinque gradi.
Come non cedere al fascino veridico della Sua scienza …

Ieri sera, colloquiando con un amico che lavora a Milano, è emersa una terza, a mio avviso tremenda, versione : diritta. Assolutamente sgraziato e innaturale, ha come famoso interprete Pippo Baudo, uomo che primeggia in abiti e accostamenti non proprio irreprensibili.

Con osservanza,
Suo
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 11-02-2004
Cod. di rif: 905
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Punto di equilibrio tra solido e fluido
Commenti:
Non sono certo io che devo tessere panegirici alla sartoria napoletana, celebrata da clienti virtuosi e temperanti ai quattro angoli delle terre conosciute. La giacca che sto indossando mi piega a ogni buon conto alla tentazione di intingere il pennino nel calamaio e azzardare queste scompigliate parole.

Che strana sensazione non sentire nulla e cingersi di tutto quello che deve essere implicato in questo indumento maschile ! Rimando esplicito ed onirico alle vele che vagano nel golfo … leggere, ma capaci di imbrigliare tutta la tempra di Eolo.

Chi ha provato solo giacche “internazionali”, si conceda almeno una volta questo piacere tutto personale.

Cavaliere
Lorenzo Villa, in questa mattina dell’undici Febbraio duemilaquattro


P.S.
Al Signor Guarnaseri :

Senza dubbi, senza tentennamenti, provi i Maestri Solito. Comprenderà il punto di equilibrio tra solido e fluido.



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Nome: Lorenzo Villa
Data: 12-02-2004
Cod. di rif: 910
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Ringraziamento assoluto
Commenti:
Infinito Gran Maestro,

non posso esimermi dal rinnovare i miei più assoluti ringraziamenti per quanto è stato fatto, per quanto di così irripetibile sarà fatto.
E’ un onore essere al Suo fianco.

“Bisogna porsi delle mete per avere il coraggio di raggiungerle”

Numquam Servavi !

Devotamente,
Suo fedele Cavaliere
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 13-02-2004
Cod. di rif: 917
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Uno dei Paladini
Commenti:
Monumentale Gran Maestro,

il mio stato d’animo mi impedisce di entrare nelle nostre grandiose sale senza dire nulla. E’ troppo l’onore concessomi.
Ebbene con il cuore colmo di riconoscenza e gratitudine per Lei e per il Cavaliere Marinella, farò sellare il mio cavallo per l’incontro del quattro marzo.

Verae amicitiae sempiternae sunt.

Più che mai, numquam servavi !

Cavaliere del Cavalleresco Ordine dei Guardiani delle Nove Porte nell’anno di Nostro Signore duemilaquattro,
Lorenzo Villa



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Nome: Lorenzo Villa
Data: 17-02-2004
Cod. di rif: 929
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Giacca sfoderata per sempre ...
Commenti:
Ardito Gran Maestro,

non c’è niente da fare, il mio è stato un amore a prima vista, di quelli che non si condonano. Fin dal primo incontro il suo fascino è stato ineluttabile, il mio animo annientato, le mie certezze capitolate. Levità e bellezza coniugate al maschile : la giacca sfoderata.
Quasi non ne riuscissi più a fare a meno, la passione che mi divora incita l’io cosciente a far cucire solo giacche in tal guisa, come sospese nell’aria di un intenzione ontologica.

Cedere o resistere ?

Suo passionale e fedele Cavaliere
Lorenzo Villa da Parma


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 19-02-2004
Cod. di rif: 941
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Via la fodera !
Commenti:
Gentile Gran Maestro,

la legge “Maresca” è quanto mai irreprensibile e sicura rotta verso l’edificazione di un guardaroba efficace, duttile e completo.
Il mio contiene due giacche sfoderate, una in hopsack di medio peso e l’altra cucita in un pesante tweed di J.G.Hardy. Entrambe hanno tasche applicate. Ambedue sono tra le mie giacche preferite.

Per un intenso amore verso “l’alito di vento”, è ponderabile questa semplice regola : giacche sportive, sfoderate con tasche applicate - completi semi-formali, sfoderati con tasche applicate o a filo – completi formali, foderati e tasche a filo.

La cecità arrecatami dalla passione affilerà la mia ragione.

Con devozione
Suo
Lorenzo Villa



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Nome: Lorenzo Villa
Data: 19-02-2004
Cod. di rif: 942
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: ...? mancante...
Commenti:
Stimatissimo Gran Maestro,

la mia precedente in realtà è priva di un punto interrogativo. Voleva essere una cortese domanda …
Chiedo venia per l’errore.

Ancora Suo
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 20-02-2004
Cod. di rif: 951
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Taccuino di viaggio - Antonio Panico
Commenti:
Eccellente Gran Maestro,

ho inserito nel nostro Carnet de Voyage una foto di Antonio Panico. Il Maestro indossa un completo con una giacca che possiede alcune caratteristiche, a mio avviso, dissonanti dai canoni napoletani. Prima tra tutte le spalle.

La Sua cortesissima e magistrale disamina saprà indirizzare il mio occhio molto meglio della mia umile esperienza.

Con deferenza
cavallerescamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 26-02-2004
Cod. di rif: 973
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Edotte consorti
Commenti:
Eccellente Gran Maestro, compagni d’arme e di ricerca senza menzogne,

narro in questa Lavagna un episodio riportatomi dalla camiciaia nell’imbiancata serata di ieri.
Mi trovavo infatti nella sua dimora per consegnare una pezza di popeline quando, tra una verifica di alcune rifiniture e una misura, è spuntato il racconto di questa deprimente traversia :

Qualche giorno prima, un nuovo cliente è stato così audace da farsi accompagnare dall’edotta consorte, abile nel postulare le tre nuove regole per un’eccellente camicia : 1. Le asole ricamate a mano andavano ai tempi del Re.”…mi raccomando, per mio marito solo quelle belle cucite a macchina…” 2. I colli flosci e non incollati sono per le camicie da quattro soldi. “…mio marito indossa solo colli impeccabilmente stirati. Che non si parli neanche di interni senza adesivo !” 3. Gran Finale (ndr). Le prove sono totalmente inutili. “…se le misure sono prese correttamente, nessuna prova. Mio marito non ha tempo…vero Aldo ?!”

Non so come la granitica Signora Ester ci sia riuscita, ma i signori sono stati gentilmente invitati a rivolgersi altrove, in quanto il suo lavoro non era all’altezza di “simili” esigenze …

AB UNO DISCE OMNIS

Devotissimo Cavaliere
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 03-03-2004
Cod. di rif: 992
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Percezione dell'individualità
Commenti:
Egregio Signor Ambrosi,

desidererei prima di tutto esprimere il mio compiacimento per la Sua presenza all’interno del nostro Castello, luogo in cui un Maestro, tra fedeli ed intrepidi difensori del buon gusto, non può che trovare giustificazioni alla sua difficile e abilissima arte : trasfigurazione e manifattura dell’idea in materiale plastico.
Esperienze come quelle vissute dalla mia camiciaia, ovvero direttamente da Lei, dimostrano da un lato l’assoluta e nefasta influenza che il gentil sesso ha su alcuni uomini e dall’altro la profonda incapacità a godere delle cose veridiche. Metaforicamente la rinuncia alle prove di sartoria è la rinuncia stessa a costruire la propria individualità, a spendere tempo per la propria esistenza.

Approfitto della piacevole conversazione su questa Lavagna per domandarLe di un particolare che il mio occhio non ha mancato di notare in alcuni pantaloni di sartorie napoletane. Sia infatti il mio - cucito dal Suo laboratorio - sia quello di un caro amico che veste da un maestro della Sua splendida città, sono privi del nastrino battitacco sulla finitura del fondo. E’ una particolarità campana ?

Con stima,
cavallerescamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 04-03-2004
Cod. di rif: 1001
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Innocua differenza
Commenti:
Esimio Signor Ambrosi,

la cosa Le sembrerà alquanto singolare, ma la quasi totalità dei sarti della mia città cuce ancora, senza scetticismi ed indulgenze ad abitudini transitorie, quel piccolo nastrino di cotone sul fondo dei pantaloni.
Rinuncio malvolentieri a questo lembo di stoffa – quasi sempre ridotto alla metà posteriore - che ritengo utile anche alla struttura e al perfetto drappeggio del pantalone.
Ciò nondimeno è un piccolo ed innocuo particolare …

Cordialmente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 11-03-2004
Cod. di rif: 1031
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Il distacco armonico
Commenti:
La suprema prosa del Gran Maestro riverbera entro noi fino a lambire i gradi della salita che abbiamo compiuto, che stiamo compiendo, che compiremo.
Ho il timore che troppi scambino la sartoria per un luogo dove ci si va a vestire. In verità essa non abbiglia esclusivamente il nostro corpo bensì cerca di coprire l’individualità rivelandone la sintesi. Anni di ricerca e crescita per dar vita ad un istante in cui gli opposti muoiono, per confluire nella forma sublime di un distacco armonico. Ci ferirà a morte colui che è approdato in simile condizione, lo osserveremo frastornati e capiremo tutto.
L'unico modo per rafforzare l'intelletto è quello di non decidere niente riguardo a nulla - di lasciare che la mente sia una strada percorribile da tutti i pensieri, ci ricorda Keats.

Un Cavaliere ramingo
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 19-03-2004
Cod. di rif: 1049
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Vate
Commenti:
Stimato Pugliatti,

il Suo lavoro merita lode incondizionata.
D’Annunzio fu un grandissimo che segnò un epoca con il graffio di un estetica individuale frutto di una ricerca esasperata ed estrema. Quasi un drogato dell’attimo esemplarmente bello, portò la sua vita ad inimitabile altezza.
La sua fu esistenza d’Arte.

Un sincero saluto
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 24-03-2004
Cod. di rif: 1059
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Forte voce
Commenti:
Superbo Gran Maestro,

La so in quel di Bologna a presidiare senza alcun ripiegamento i nostri magnifici Laboratori d’Eleganza.
Come vede tanto clamore d’acciaio, qui al Castello, abbisogna della Sua forte voce, della Sua slanciante guida.
Come Roosevelt, noi non vogliamo predicare la dottrina della tranquillità ignobile, ma quella della vita intensa di un umanesimo ineluttabile.

Numquam Servavi !

Suo devotissimo
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 31-03-2004
Cod. di rif: 1068
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Lino irlandese
Commenti:
Stimato Gran Maestro,

come uomo che giunge alla verità, lietamente appunto la decisione di farmi cucire dal Maestro Parmelli un abito monopetto in lino irlandese - ne esiste forse uno nazionale ?! – di colore blu.
Durante la ‘seduta’ il maestro mi ha esternato la pericolosa tendenza ad indebolire la grammatura che interessa anche le pezze irlandesi più pregiate; buona stella, il sarto è provvisto di una buona scorta di tessuti acquistati in tempi migliori…
Devo in ogni caso arguire che questa perniciosa prassi contagi ormai ogni maison, anche la più prestigiosa.

I miei appunti finali si concentrano su due domande per la Sua scienza : le caratteristiche del lino si sposano con il mio consueto pantalone ad una pence ? Esistono possibili alternative al rassicurante corozo blu notte per i bottoni ?

Cavalleresco mi congedo.
Suo
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 31-03-2004
Cod. di rif: 1070
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Maliarde tradizioni
Commenti:
Instancabile Gran Maestro,

semper avarus eget !
Alla ricerca di facili consensi, i millantatori – astuti fondatori di maliarde, quanto ingannevoli, tradizioni – curvano il mercato ai loro bisogni. Come spesso mi ricorda : occorre vigilare.

Credendo per comprendere ciò che mi appartiene, preserverò quello in cui ho creduto.

La madreperla odierna, colorata con discutibili sostanze – il caso del corozo, discusso in passato, è emblematico - preserverà, nel caso del blu, la sua bella foggia nel tempo ?

Con fedeltà
Suo
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 08-04-2004
Cod. di rif: 1083
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Tessuti estivi per camiceria
Commenti:
Ammirato Gran Maestro,

la primavera, col suo profumato sbuffo, prepara la terra a ricevere il terso colore dell’estate. Allo stesso modo noi Cavalieri approntiamo le armature per la stagione più calda.
Proprio ieri sera, sistemando una cravatta nel guardaroba, ho deciso di ordinare un paio di camicie bianche alla camiciaia e di conseguenza sono ora a sottoporLe alcune stime sulle quali mi compiacerei di ricevere il Suo eccellente parere.
Il drappiere di fiducia per i cotoni, nella mia ultima visita, mi aveva proposto un batista svizzero, realizzato con un cotone egiziano makò.
Abituato a scartare a priori grammature ridotte, capaci di ricordarmi muliebri toilette, anteporrei un vigoroso popeline ovvero un Royal Oxford ( taluni lo chiamano Oxford rasato ), versione lievemente più fine del normale Oxford.

Assolutamente Suo
Lorenzo Villa



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Nome: Lorenzo Villa
Data: 09-04-2004
Cod. di rif: 1085
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Lo spirito segue il cuore.
Commenti:
Carissimo Gran Maestro,

la mia penna per ringraziarLa della preziosa Sua.

Il mio corpo era qui, a trastullare scartoffie e problemi d’ufficio, ma non vi è dubbio che il mio spirito, la mia mente, erano con Voi a Napoli, ieri sera.
I miei più cari omaggi a tutti i Cavalieri partenopei ed al grandissimo Maurizio.

Numquam Servavi ! Semper !

Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 21-04-2004
Cod. di rif: 1096
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Lunghezza delle gambe nella cravatta
Commenti:
Eccellente Gran Maestro,

l’abito era cucito in uno splendido mohair “cielo di Capri”, la camicia in un voile bianco immacolato, cravatta a fondo nocciola di Maurizio. Così il mio interlocutore ha varcato ieri la soglia del mio ufficio. Un insieme ineccepibile, un fermo gusto su ogni particolare, eccezion fatta per un ‘errore’ su quegli splendidi centimetri di seta inglese : la gamba stretta era visibilmente annodata più corta di quella larga di almeno dieci centimetri.
Non nascondo che allo stesso Francesco Barberis Canonico – gentilissimo anfitrione nella nostra giornata di fuoco a Trivero - ho notato un nodo che metteva in mostra una lunga gamba stretta, “sgusciata” ben oltre la cintura. Il divino Agnelli esibiva spesso in tal guisa le sue cravatte…
Ogni individuo edifica codici su più piani, cardini su cui incernierare il gusto ed il piacere. Uno di questi non mi permette, mi riferisco soprattutto al primo caso, di considerare armonica quella cravatta. Lei cosa ne pensa ?

Avendo trovato in un cassetto un vecchio libello, contenete alcune utili informazioni sulle etichette dei capi d’abbigliamento confezionati e su alcune procedure di manutenzione, pensando di far cosa gradita ai tanti appassionati di questa sala, ho inserito un paio di immagini dello stesso nel nostro, ormai ricchissimo, Taccuino. (rif. 446-447 ).

Vostro fidato,
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 21-04-2004
Cod. di rif: 1098
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Particolari
Commenti:
…entrando in profondità : l’abito era praticamente un blu e la cravatta aveva un ‘fondo’ color tabacco. L’insieme era tutt’altro che stridente.

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Nome: Lorenzo Villa
Data: 22-04-2004
Cod. di rif: 1107
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Indagine sulle 'gambe'...
Commenti:
Carissimo Gran Maestro,

La ringrazio per l’accurato approfondimento sulle gambe della cravatta. Come ben sa, l’indagine dei linguaggi è cosa a me molto cara. Compulserò le immagini che mi ha suggerito e Le traccerò alcune riflessioni a breve.

Suo devoto
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 22-04-2004
Cod. di rif: 1109
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Espana
Commenti:
Amado G.M.,

tenga un viaje agradable!

Su Caballero
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 29-04-2004
Cod. di rif: 1128
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Percezione totale
Commenti:
Fratelli Cavalieri, amici,

convengo con la congettura espressa sull’eleganza che permane l’essere umano nella sua totalità. E’ difficile scindere le sensazioni, tanto più quanto queste ci giungono dall’esterno. Il principio dell’origine dello stimolo – “stimulus belongingness “ – di Rozin e Kalat, secondo il quale un organismo sarebbe in grado di associare tra di loro coppie e più di stimoli esogeni, conferma una nostra percezione ‘totale’ del Bello e dell’elegante. Guai a ricercar nelle sole vesti l’origine della classe.
L’uomo di gusto arriva al nucleo di ciò che è senza produrre alcuno sforzo e risuonando d’armonia.

Lorenzo Villa




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Nome: Lorenzo Villa
Data: 04-05-2004
Cod. di rif: 1139
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Oggetti
Commenti:
Mio edotto Gran Maestro,

gli oggetti che circondano un uomo di gusto sono capaci di interpretare l’azione della scelta e tramutarla in conoscenza ? Io credo di si.
La storia che scorre su di essi deposita al loro interno tracce di umanità; la loro materia ‘cattura’ la vitalità del proprietario medicando la sua struttura alchemica, elevando un bene materiale ed inanimato a chiave intellettuale.
Spiego in tal modo l’irresistibile attrattiva per gli oggetti che portano come medaglie i segni ineluttabili, ma benefici, del tempo. Quando mai saremo colpiti ‘ a morte’ da un oggetto nuovo e senza “sapore”, per di più abbandonato in una fredda vetrina ?!
E se è vero che ciascun uomo è un’umanità, una storia universale, un gentiluomo segnerà le cose rendendole meravigliose.

Suo Cavaliere
Lorenzo Villa



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Nome: Lorenzo Villa
Data: 04-05-2004
Cod. di rif: 1140
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Errore
Commenti:
Nel gesso precedente "medicando" è in realtà "modificando".

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Nome: Lorenzo Villa
Data: 05-05-2004
Cod. di rif: 1149
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Scelta e conoscenza.
Commenti:
Carissimo Gran Maestro,

convergo con le Sue acute parole; nel mio precedente parlavo di un azione di scelta così profonda da interagire con la conoscenza, o meglio, con la consapevolezza dell’oggetto esterno. E’ ovvio il tramutare l’acquisizione di sapere in scelta, bensì quando quest’ultima interpreta l’io soggettivo più arcano possiede, a mio avviso, la capacità di stabilire un percorso di cognizione.
L’itinerario di conoscenza preparerà la giusta valutazione, l’atto spontaneo di decidere sarà fine e di nuovo principio del cammino.


Un deferente Cavaliere
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 06-05-2004
Cod. di rif: 1151
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Strane abitudini.
Commenti:
Quest’oggi mi trovavo per motivi di lavoro a vagare nel centro città in compagnia di un inconsueto, quanto affascinante, clima londinese. Tutto ad un tratto, il sole che metteva a fuoco ‘splendidi’ centimetri di grazia femminile ha lasciato il posto ad un piccolo scroscio. Niente di preoccupante.
Tuttavia intorno a me un fuggi-fuggi di donne, uomini d’affari e bambini verso tendoni e portoni di palazzi a volgere imprecazioni verso Giove pluvio.
Il sottoscritto non ha fatto altro che aprire l’ombrello da passeggio, splendido accessorio per le giornate incerte, e continuare il suo cammino.
Vi lascio con una domanda : è così spiacevole, quando il cielo promette pioggia, camminare con un bell’ombrello appresso ?
Per i parmigiani sì.

Dalla terraferma padana,
Vostro
Lorenzo Villa



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Nome: Lorenzo Villa
Data: 07-05-2004
Cod. di rif: 1160
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Dei e colori
Commenti:
Saggio Gran Maestro, nostro infallibile sorvegliante,

il nostro ponte levatoio non si abbasserà facilmente ai nuovi Dei : i nostri siedono forti sulla volta.

Di altro argomento Le vorrei dare cenno.
L’accostamento ‘blu – marrone’ è considerato da molti errato e disarmonico. Io, al contrario, nutro un grande amore per questi due colori e trovo il loro avvicendamento alquanto eufonico. Penso, a titolo di esempio, ad una giacca blu sopra un pantalone marrone. Le stesse, amatissime, oxford full-brogue marroni legano a meraviglia sotto un pantalone blu.
Lei come stima tal assunto ?

Arditi saluti da Parma
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 11-05-2004
Cod. di rif: 1171
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Vita al Castello
Commenti:
Caro Tommaso,

le tue parole sono quanto mai emendate : l’assenza del nostro GM non può e non deve condizionare così tanto la vita al Castello. Lui stesso se ne rammaricherebbe.
Leggevamo in Rochefoucauld che l'assenza rimpicciolisce le passioni minori e ingrandisce quelle più grandi, così come il vento estingue una candela, ma ravviva un fuoco.
Affiliamo indi l’acciaio per il suo ritorno.

Cavallerescamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 11-05-2004
Cod. di rif: 1179
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Vigileremo e combatteremo !
Commenti:
Stimato Pugliatti,

l’articolo addotto è una di quelle aguzze armi da taglio che feriscono in profondità l’uomo di gusto. Io stesso ho lamentato in passato l’esistenza di un problema così grave; mi consolo pensando alle felici eccezioni. Il nostro meridione non ne è avaro : molti i Maestri giovani.
Per quel che concerne il lavorare al servizio di un grandissimo come Maurizio, questo giustifica da se la parola “lavoro”, poiché ne contiene il significato più alto : tradizione e perpetuità artigianale.
In ogni modo non sarà così facile far volgere le nostre ugole a false o mediocri arie ! Qui al Castello si odono suoni d’armi.

Numquam Servavi !

Suo
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 12-05-2004
Cod. di rif: 1187
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Ricerca - Al Signor Bruno e al Signor Granata
Commenti:
Egregio Signor Bruno,

la presenza di un maestro nelle stanze del nostro Castello innalza l’atmosfera; mi compiaccio quindi del Suo intervento, auspicando di rileggerLa in redivivi interventi.

Mi permetto di suggerire al signor Granata di cominciare ad intendere il Suo cammino come percorso di comprensione interiore ed ontologica. Allo studio delle misure geometriche classiche – di per sé fondamentali - affianchi la Sua strada, commetta errori, cada nei baratri del dubbio e dell’errore, nelle tentazioni che il diavolo le proporrà, approfondisca fino allo sfinimento. Troverà se stesso e con questo il modo di indossare il ‘Suo’ abito.
Un uomo non muore finché è alla ricerca di qualcosa.

Mariano Rubinacci è un grandissimo Maestro del più autentico “su-misura”, un campione dell’eleganza dotato di una struttura britannica che, come una banca, custodisce tessuti fuori serie. Se deciderà di varcare quella porta, non rimarrà deluso.

Sempre a Sua disposizione,
cavallerescamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 13-05-2004
Cod. di rif: 1194
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Veritas filia temporis. Al Signor Granata.
Commenti:
Egregio signor Granata,

le falsità e le alterazioni della verità circondano ogni ambiente capace di calamitare denari. Il tema del ‘su-ordinazione’ spacciato per ‘su-misura’ è stato trattato ampiamente all’interno di questa porta. Esso non costituisce un male di per sé. Lo diviene quando entra “nell’abito” della parola ‘sartoria’ e si mostra per quello che non è.
Non posso evitare di rilevare nelle Sue parole troppa apprensione. Il percorso sarà lungo e difficile sed veritas filia temporis. Proceda quindi con calma, si conceda tempo e non abbia fretta di trovare all’istante tutto e subito.
È bene, anche nel perseguire le cose migliori, procedere con calma e moderazione, ci ricorda Cicerone.

Cavallerescamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 18-05-2004
Cod. di rif: 1222
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Bentornato Grande Maestro !
Commenti:
Caro Gran Maestro,

qualche giorno di ritardo per il mio “Bentornato !”.
Come non ha mancato di notare Lei stesso, il nostro Castello ha continuato ad arricchire i suoi dimoranti e a rinforzare le sue mura. Le nostre legioni di ‘dannati’ hanno in ogni caso sentito la Sua mancanza !

Ieri sera ho rammentato il mio gesso 1160 sull’avvicinamento dei colori blu-marrone: nella serata appena trascorsa, un vecchio maestro si complimentava con un suo cliente per l’inusuale, quanto interessante, accostamento del blazer blu con pantalone marrone.
Ricorro di qui a Suo magistrale pensiero.

Cavallerescamente
Lorenzo Villa



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Nome: Lorenzo Villa
Data: 18-05-2004
Cod. di rif: 1225
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Blu e marrone amore a prima vista.
Commenti:
Stimato Gran Maestro,

la Sua sottoscrizione fiancheggia il mio amore per questo accostamento e rallegra il mio pensiero. In realtà, levandosi da più parti la condanna dell’abbinamento di questi due colori, sono a domandarmi da dove trae origine questo pregiudizio. Un mondo così facile a favoreggiare ogni più turpe mise o abitudine, è indubbiamente capace di annientare immagini così belle come quelle da Lei citate.
Tuteleremo ciò che la storia ci ha dato in dono, non ne devono dubitare.

Con osservanza
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 21-05-2004
Cod. di rif: 1258
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Conoscenza e spada.
Commenti:
Egregio Signor Granata, versati Cavalieri,

in effetti una stabile e qualificata domanda di prodotti pienamente artigianali e privi di ogni inquinamento industriale difende con forza l’arco vitale del buon gusto sartorio.
E’ opportuno, occorre a mio avviso insistere su questo passo capitale, serbare così alto il livello di conoscenza da sostenere lo slancio del lavoro di bottega : un cliente può far crescere considerevolmente un giovane e alacre maestro.
Una devozione forte come la nostra non sarà incline ad accondiscendere alle lusinghe artificiali che infestano il classico maschile d’oggi.
Vigilanza e sapienza, indi, al modo di redenzione per il futuro.
Tutti desiderano possedere la conoscenza, ma relativamente pochi sono disposti a pagarne il prezzo…
La nostra fortezza presidia, senza cedimenti, tutto questo.


Numquam Servavi !

Cavaliere
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 22-05-2004
Cod. di rif: 1263
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Fede
Commenti:
Carissimi Cavalieri, amici,

sono lieto di essere in questo luogo in Vostra compagnia. Al Castello ritrovo pensieri audaci, idee che non hanno paura di mostrare la loro forza.
Sono loro che devono paventare : non si vince la fede.

Di spada periranno: saranno un pasto per i lupi. (Salmi 63)

Cavaliere
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 26-05-2004
Cod. di rif: 1279
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Difesa del "fatto in Italia".
Commenti:
Caro Gran Maestro,

conti sulla mia spada per la difesa del Made in Italy. Quello vero, intriso di tradizione ed artigianalità senza cedimenti.

Suo fedelissimo
Cavaliere
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 28-05-2004
Cod. di rif: 1288
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: La Guayabera
Commenti:
Mio Gran Maestro,

mi giovo del Suo recente rientro da Cuba per tracciare, e riportare qui di seguito, un saggio sulla “Guayabera” - simbolo indiscusso dell’abbigliamento cubano - di Garcìa Alvarez.
L’interesse e al mia costante ricerca sull’abbigliamento maschile questa volta approdano nei Caraibi; inutile nascondere le molteplici immagini di Ernest Hemingway o di Compay Segundo che affiorano nella mia mente. L’ambientazione, gli uomini, sembrano invero interpretare la guayabera come simbolo di sole, mare, rum e di ammaliante decadenza.
Distante dalle atmosfere caraibiche mi sembra comunque fuori luogo. Lei cosa ne pensa ?

Il più tipico capo d'abbigliamento cubano è senz'altro la guayabera, un modello di camicia maschile che anche in altre nazioni — come Messico, Panama e Filippine — viene considerato appartenente alla tradizione nazionale. Negli ultimi tempi si è fatta strada l'ipotesi che il suo inventore sia stato un dominicano. I cubani, tuttavia, non nutrono dubbi circa la sua origine, ben radicata nella propria cultura, tradizione e nazionalità.
Esbertido Rosendi Cancio, dirigente del Ministero della Cultura, ha spiegato in un'intervista a "Prensa Latina" che la sua invenzione non si deve tanto a un singolo creatore, quanto piuttosto a un particolare gruppo sociale.
Secondo alcuni documenti conservati nell'archivio storico di Sancti Spíritus, quarta città dell'isola a essere fondata dagli spagnoli nel 1514, la guayabera apparve a Cuba per la prima volta agli inizi del XVIII secolo.
Testimonianze risalenti a tre secoli fa riportano infatti che nel 1709 una coppia di spagnoli di Granada — tali José (Joselillo) Pérez Rodríguez ed Encarnación Nuñez García — giunse in quella che era conosciuta allora anche come Città del Yayabo (Sancti Spíritus). Dal loro paese di origine i due avevano portato con sé un indumento la cui foggia "fu particolarmente apprezzata dai parrocchiani".
A confronto dei vestiti maschili di taglio tradizionale in uso a quell'epoca, la camicia di Joselillo rappresentava una grande novità. Un sarto di Sancti Spíritus osservò che alcune sue caratteristiche la rendevano particolarmente appropriata per il clima cubano — era infatti allo stesso tempo elegante e fresca — e vi apportò alcune modifiche aggiungendovi ricami, ampie tasche, bottoni e nastrini di guarnizione.
Quella camicia derivata da uno strano incrocio iberocubano — che somigliava di fatto a un modello di camicione spagnolo a manica lunga senza pieghe e con tre tasche — cominciò a diventare popolare con il nome di yayabera e a essere indossata sempre più spesso durante i festeggiamenti di Santiago a Sancti Spíritus nel mese di luglio.
Con il tempo subì delle modifiche — spiega Rosendi — prima con pieghettature sul davanti e poi sul dietro ed era sagomata con due bande di tessuto, una per ogni lato. Poi vennero aggiunti gli yugos (bottoni di legno tipo gemelli) all'estremità delle maniche e infine i bottoni di chiusura della parte triangolare sormontante le tasche e un bottone dorato, e a volte d'oro, al colletto.
Durante le festività in onore di Santiago, le si aggiungeva un vistoso fazzoletto rosso brillante annodato sulla parte anteriore del collo — una tradizione che è stata tramandata fino ai giorni nostri.
Il fatto che a quell'epoca gli abitanti di Sancti Spíritus venissero chiamati espirituanos o yayaberos, dato che la città si trovava in prossimità del fiume Yayabo, deve aver indubbiamente influito sulla formazione del termine guayabera — spiega ancora Rosendi.
A quanto sembra, la definizione originaria andò mutando con il tempo, fino a essere sostituita da quella attuale. Alcuni storici sono dell'opinione che il termine guayabera derivi dal nome con cui erano conosciuti i numerosi raccoglitori e venditori di guayaba della zona, dove all'epoca abbondavano questi alberi da frutto.
Una conferma di tale supposizione si ritrova in una popolare quartina che dice:
"... lo chiamavano guayabera / così, semplicemente / perché si riempiva le tasche / di guayaba croccante".
In ogni caso l'evoluzione nell'uso e nella denominazione di questo indumento, che rappresenta un simbolo per tutti i cubani e in particolare per la gente di Sancti Spíritus, la si deve indubbiamente al suo utilizzo da parte di persone semplici, della campagna.
Nel 1955 il Municipio di questa cittadina istituì la "Giornata della Guayabera", da celebrarsi il 1° luglio, accogliendo la proposta avanzata da un comitato capeggiato da José R. Palmero Arcis, presidente della delegazione dei Veterani della Guerra di Indipendenza, che intendeva in questo modo commemorare anche la nascita del poeta Juan Cristóbal Nápoles y Fajardo (El Cucalambé).
Dopo la fine della guerra divenne una consuetudine vedere i mambises, che avevano combattuto per l'indipendenza, indossare la guayabera bianca di cotone, su cui erano appuntate le loro onorificenze.
La guayabera fu molto utilizzata anche durante la pseudorepubblica, anche se in occasione di cerimonie ufficiali o eventi mondani si preferiva indossare vestiti secondo la moda dell'epoca.
Attualmente la guayabera è un indumento che, senza perdere la sua classe — elegante e fresco — ha subito infinite variazioni e modifiche fino a trasformarsi in un modello unisex prodotto in più di 30 Paesi.
Tuttavia, nonostante il boom di questo indumento ad altre latitudini, questo capo mantiene la propria identità cubana e continua a rappresentare, allo stesso modo delle palme reali, un simbolo dell'Isola.

Cavallerescamente Suo
Lorenzo Villa



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Nome: Lorenzo Villa
Data: 01-06-2004
Cod. di rif: 1304
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Marte e il mare.
Commenti:
Caro Carnà,

la drammatica storia che ha steso su questa Lavagna non fa che confermarmi il crepuscolo di quell’etica del bello che si basa sulla coscienza virile. L’uomo e la donna sono lì, con i piedi appoggiati al bordo del baratro, nel cui fondo, c’è la civiltà che brucia.
Spodestati dai loro mondi, quest’uomo e questa donna - io non sarei dell’idea di chiamarli così ma semplicemente ‘esseri’ - si apprestano a saltare.
A Roma sono sbarcati i marziani, a Parma è arrivato il mare.

Con stima,
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 03-06-2004
Cod. di rif: 1308
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Non siamo lontani... - Al Sig. Vidali.
Commenti:
Egregio Signor Vidali,

pur non volendo sostituire in alcun modo la risposta dell’immenso De Paz, sulla quale manifesto anche il mio interesse, ho il piacere di portare a Sua conoscenza che il maestro Franco Gigliotti della sartoria Aimi&Gigliotti – si veda scheda “Il Portico dei Maestri” – ha una ‘fresca’ età di cinquantadue anni. Non siamo lontani …

Cavallerescamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 09-06-2004
Cod. di rif: 1321
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Grazie !
Commenti:
Mio carissimo Maestro De Paz,

che incanto leggere le Sue pagine traboccanti di importanti, quanto fondamentali, informazioni ! Il lavoro che sta svolgendo in questa sala è immenso quanto la Sua scienza.
Alle volte mi domando dove arriva la mia conoscenza : prontamente comprendo che arrivare ad essa è intuire il contorno della mia ignoranza.

Con osservanza La ringrazio, perché alto più che mai è il nostro vessillo.

A presto a Bologna !
Cavaliere
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 10-06-2004
Cod. di rif: 1325
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Il jeans
Commenti:
Caro Gran Maestro,

coartando un poco il mio gusto, distante per certi aspetti da questo capo, ancorché facente parte del “classico internazionale”, stavo lambiccando il jeans.
Ho posseduto un 501 che ho utilizzato nella mia giovinezza con mocassini e camicia.
Alcune foto di Gianni Agnelli e di Andy Warhol, indiscutibili ed imperturbabili conviventi di questo pantalone – quest’ultimo pare addirittura si facesse modificare in Savile Row il suo onnipresente Levi’s – mi hanno piegato a ritagliare nel mio guardaroba un piccolo spazio per un paio di questi.
La Sua scienza ed il Suo gusto cosa distillano ?

Con cavalleresca osservanza,
Suo
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 11-06-2004
Cod. di rif: 1339
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Dal jeans al fascino della funzione storica.
Commenti:
Egregio Gran Maestro,

dopo la lettura del Suo intenso commento alla “Depaziana” scienza – opera di enorme portata - non posso che condividere il Suo collocamento del jeans : nato per lavorare, cresciuto per durare.
Le mie riflessioni anteriori erano in effetti influenzate – e in parte lo sono tuttora – dal vasto uso improprio che l’efebo moderno fa di questo capo, anche grazie a migliaia di modelli con marchi più o meno in evidenza e nei più improbabili colori.
Lei però mi ricorda un carattere, una storia, ‘un sapore’, posseduti da questo robusto denim e creati con il tempo in un uso internazionale.
Era doverosa la Sua precisazione : non possiamo dimenticare la storia di un capo e la sua funzione. Funzione per incontrare un esigenza; storia per le azioni che vi hanno scorso dentro. Il fascino di un oggetto maschile nasce in gran parte da qui. Lo si ricerca, si cerca di capirne il significato e come erano le persone che lo usavano: ci assomigliavano, avevano i nostri stessi desideri, dubbi, paure, passioni ? E che significato aveva per loro questo capo che oggi, a distanza di trenta, cinquanta, ottanta, cento anni, teniamo nelle nostre mani di uomini di gusto ?
Sarà poi compito del singolo interpretarlo nel rispetto della tradizione del suo trascorso, rispondendo a questi interrogativi.

Lorenzo Villa




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Nome: Lorenzo Villa
Data: 11-06-2004
Cod. di rif: 1342
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Aristotele Onassis
Commenti:
Ineffabile Gran Maestro, incrollabili appassionati del Bello,

ho inserito nel Taccuino di viaggio alcune immagini dell’armatore greco, Turco di nascita, Aristotele Onassis. (Taccuino della Porta dell’Abbigliamento - Rif. 648-649-650-651-652-653)
Il nostro fu immenso e tenacissimo uomo d’affari, un duro senza cedimenti, un devoto del doppiopetto.
Studiando queste fotografie, del periodo che va dal 1955 al 1975, sembra che il suo animo vorace, e dotato di incredibile fiuto per il denaro, avesse bisogno di rassicuranti completi per mascherare queste indomite indoli.
Odiava la mediocrità e seppe piegare nazioni e governi ai suoi piedi.
Tutto questo sembra però “uscire” dai suoi abiti; c’è eleganza ma anche arroganza, forza controllata a malapena.
Un uomo che ha avuto tutto con rabbia.

Allargo la disamina con Lei, mio Gran Maestro, e con tutti i nobili frequentatori della Lavagna.

Vostro
Lorenzo Villa





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Nome: Lorenzo Villa
Data: 15-06-2004
Cod. di rif: 1352
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Tartan - Tweed
Commenti:
Insigne Maestro De Paz,

la Sua opera è sempre più entusiasmante; essendo un appassionato di tessuti inglesi, in particolar modo dei tweed, ho letto e studiato con ingordigia il Suo ultimo gesso arricchito dalle immagini del Taccuino.
Dal mio breve cartiglio una piccola riflessione sulla differenza Tartan – Tweed.
Ho evinto che il primo è legato alla famiglia, il secondo solo al luogo d’origine. Quindi in un distretto identificato da un particolare disegno, che ne lega gli abitanti, potremmo avere poi delle differenze legate alle varie famiglie di quel particolare distretto ?

Con stima assoluta,
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 17-06-2004
Cod. di rif: 1357
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Check of knighthood
Commenti:
Esimio Maestro De Paz,

La ringrazio per la convalida alla mia deduzione. Rimango in attesa di altre delizie per i nostri palati affamati, sapendo che c’è tempo e che le Sue opere saranno lunghe.

Trovo gradevole l’idea di ipotizzare un check of knighthood per i Cavalieri. Vediamo cosa ne pensa il venerabile Gran Maestro.

Cavallerescamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 18-06-2004
Cod. di rif: 1369
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Il trilby
Commenti:
Non poteva essere evitato, nel “classico internazionale”, l’incontro con il trilby.
In Inghilterra la versione realizzata in feltro marrone è segno distintivo degli appassionati di ippica; la sua tesa morbida ha però esteso il virile aplomb in ogni angolo del globo.
Come ho già tracciato nel Taccuino ( rif. 696-697-698 ), la nostra mente non potrebbe essere capace di dar forma e corpo tattile ai nostri pensieri senza possedere l’idea di molte immagini di questo superbo copricapo. Ormai icona ancestrale dell’uomo.

Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 22-06-2004
Cod. di rif: 1371
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Pence aperta o a ridosso.
Commenti:
Carissimo Gran Maestro,

non Le concedo neanche il tempo di rientrare nella città di Partenope che già dal Castello mi appresto a sottoporLe alcune riflessioni animate con alcuni nostri Cavalieri, fratelli in gusto e fede, durante il laboratorio della giornata di ieri.
Il dovizioso desco suonava la visione di tessuti “fuori-serie” – ineffabile De Paz ! - ed uno studio personale sulle due differenti metodologie di pence dei quarti anteriori della giacca di sartoria : aperte ovvero a ridosso.
Le seconde lasciano la magnifica e succulenta doppiatura del tessuto pronta ad accogliere infiniti e pazienti puntini e sono artefici della carnosità di una grande giacca.
La pence aperta, piatta e perfetta, risuona a me lontanamente diafana e a nulla serve l’ipotesi di salvezza di un impuntura su uno dei due bordi della cucitura : infingarda !
Il discorso è facilmente ampliabile ad ogni giunzione di tessuto : dalle maniche ai quarti posteriori.

Probabilmente il troppo champagne – ce n’era da che colmare un impluvium – mi ha fatto dimenticare di rivolgerLe la questione di persona.
Lo faccio quindi ora, mio Maestro.

Cavallerescamente Suo
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 23-06-2004
Cod. di rif: 1373
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Immagini - al Sig. Granata
Commenti:
Egregio Sig. Granata,

questo pomeriggio inserirò all’interno del Taccuino due immagini estrapolate da mie altrettante giacche con le due tipologie di pence : aperta o a ridosso.

A presto cavallerescamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 23-06-2004
Cod. di rif: 1376
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Pence aperta o a ridosso - Immagini
Commenti:
Dando seguito alle richieste del Sig. Granata, e per meglio evidenziare i concetti del mio gesso nr. 1371, ho inserito nel Taccuino due immagini delle due tipologie di pence.
Chiedo venia per la scarsa qualità delle foto, la mia macchina digitale mi ha evidentemente tradito !

Mi rimetto al nostro venerabile Gran Maestro.

Cavallerescamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 23-06-2004
Cod. di rif: 1377
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Cecità e ragione
Commenti:
Stimatissimo Gran Maestro,

alle volte il trasporto per l’artigianalità più pura ci conduce in strade estreme, comprendo e condivido le Sue sagge parole.
Quasi fossimo sulle ali di un carro alato, vorremmo deragliare nella pura poesia. D’altronde essere cieco d’amore non è così triste; è triste non riuscire a sopportare questa cecità.

Ritornando allo specifico e terreno discorso sulla pence, gradirei attingere alla Sua infinita conoscenza e chiederLe su quali tessuti, ed in quali occasioni, stima adatta una tipologia piuttosto che l’altra.

Suo devoto
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 25-06-2004
Cod. di rif: 1383
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: O sancta simplicitas !
Commenti:
Mio Gran Maestro,

sommo alla Sua del ventitré giugno l’assioma “less is more”.
Tre parole inglesi che sintetizzano meglio di qualunque prolisso scritto un attitudine al bello e all’eleganza da inseguire nella semplicità e nella rinuncia di qualunque ostentazione. Un profilo basso, una ricerca dell’assenza e dell’essenza, che nulla rubano all’insita grandezza di un abito di sartoria ovvero di un grande uomo che lo indossa facendolo ‘parlare’.
Come scriveva il moralista francese Jean de La Bruyère, ci sono occasioni nella vita in cui la verità e la semplicità sono il più abile maneggio.
So che concorderà con me che gli inglesi non hanno rivali in ciò.

O sancta simplicitas !

Cavallerescamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 28-06-2004
Cod. di rif: 1389
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: ...ancora Onassis.
Commenti:
Egregio Gran Maestro,

una brezza portata dal mare – uomo libero sempre avrai caro il mare -, un toscano a sfidarla, il mio “Amore” vicino.
Durante il breve soggiorno marino ho visto un uomo che mi ha ricordato un personaggio che negli ultimi tempi frequenta la mia mente : Aristotele Onassis.
Soltanto un paio di settimane fa ho inserito alcune sue fotografie nel nostro Taccuino e a tutt’oggi non sono ancora riuscito ad identificare la struttura del suo abbigliamento; c’è qualcosa che mi colpisce ma per il momento riesco solo a chiamarla “eleganza arrogante”. E’ probabile che la sua storia, le sue vicende umane, influenzino le capacità del mio occhio – si ricorda la teoria del ‘nostro occhio’ – invadendo l’immagine che riesce a creare.
Ho parlato di eleganza arrogante, tacendo la sensazione di un uomo che vuole sempre celare un invadente forza con la tecnica di uno stile inappuntabile. Una maschera.

Suo
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 30-06-2004
Cod. di rif: 1397
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Da Paisley alla Grecia.
Commenti:
Eccellente Maestro De Paz,

lo splendido lavoro sul disegno Paisley estrae dal cassetto della mia memoria il ricordo di alcune cravatte possedute ed indossate decenni or sono da mio nonno; rivivo inoltre un ombrello con motivo paisley nella tonalità bordeaux di fabbricazione italiana a cui era affezionatissimo. Tutt’ora non sono ancora riuscito a salvarlo dall’oblio…se mai riuscissi nell’avventura di esplorare antichi guardaroba, ne pubblicherò di certo una fotografia.
Un doveroso salamelecco alla Sua opera, carissimo Dante, pronti a seguirLa su altre strade.

Un ultimo rigo per le mie riflessioni su Aristotele Onassis. Prego il Gran Maestro di confermare o smentire la summa a cui sono pervenuto : “un impalcatura di eleganza classica a celare un edificio travolgente”. A Lei, mio insuperabile Maestro, penna e cartiglio.

Assolutamente Vostro,
fedele Cavaliere
Lorenzo Villa



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Nome: Lorenzo Villa
Data: 01-07-2004
Cod. di rif: 1401
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Onassis - discorsi senza orologi.
Commenti:
Caro Gran Maestro,

il nostro Castello vive senza tempo nella più adamantina perpetuità. Non c’è mai nessuna fretta, neppure per un parere magistrale.
Attenderò quindi senza che prenda forma il ben che minimo problema; sarà un discorso che potrà durare anche anni.

Suo
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 05-07-2004
Cod. di rif: 1421
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Made in England
Commenti:
Determinante Gran Maestro,

conscio del fatto che qualsiasi accadimento viene stabilito meglio da un paio di buone testimonianze che da un migliaio di discussioni, durante una delle mie solite (lunghissime…) visite alla sartoria del maestro Parmelli ho avuto il piacere di scambiare alcune di queste con un suo vecchio ed irreprensibile cliente.
Verificando la mano di alcuni tessuti inglesi, l’habitué dell’atelier ha affermato che oggigiorno buona parte delle pezze cimosate “Made in England” sono in realtà prodotte in Italia. Non è nuovo infatti, secondo le sue conoscenze, che molti di questi drappi compiano quanto meno “impervi” viaggi per poi essere venduti come inglesi.
Da fedele appassionato dei prodotti di Sua Maestà, la cosa, come può ben capire, mi ha incuriosito.
Non rinunciando mai alla Sua testimonianza, Le do la parola sull’assunto.

God save the Queen !

Cavallerescamente
Lorenzo Villa



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Nome: Lorenzo Villa
Data: 05-07-2004
Cod. di rif: 1422
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Made in England
Commenti:
Aggiungo in calce al mio precedente un invito all’insuperabile scienza del Cavaliere De Paz : la Regina apprezzerebbe di certo.

Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 05-07-2004
Cod. di rif: 1425
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Made in England II
Commenti:
Stimato Gran Maestro,

la vera scelta è emanata dalla conoscenza e dalla disciplina. Concordo quindi con l’assoluta inutilità di qualunque vessillo atto a ‘certificare’ la qualità di un prodotto.
Il nostro Castello – leggano bene alcuni recenti scrittori – è stato edificato pietra su pietra per resistere nei secoli nella sua più ardita impresa : accogliere e proteggere la qualità irregolare e intima delle cose fatte interamente dalla mano umana per l’Uomo.

La teoria sostenuta con forza dall’avventore della sartoria da me frequentata, ha in realtà superficialmente scalfito quella mia parte indifesa di coscienza; ho deciso quindi di riportare su questa Lavagna - sala d’addestramento - questo mio tentennamento, perché possa aumentare la mia forza.
“Gli uomini che desiderano conoscere il mondo devono imparare a conoscerlo nei particolari” – Eraclito
Perché, allora, farci soggiogare da quella serpe che avvelena il nostro sguardo, immobilizza i nostri più alti istinti ?!

Cavaliere
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 08-07-2004
Cod. di rif: 1443
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Carta o squadra ?
Commenti:
Esimio Gran Maestro,

lo studio dei dettagli tecnici, seppur spesso lontani dall’affascinante poetica, può costituire un interessante approfondimento della nostra conoscenza e, per dei valorosi armigeri come noi, obbligatorio momento di allenamento.

Confrontavo ieri sera con il maestro Parmelli i due differenti prologhi dell’arte sartoria, i modelli.
Taluni maestri, come tutti ben sappiamo, realizzano per quest’ultimo dei patterns, cioè vere e proprie trasposizione su carta dell’architettura del cliente; altri tracciano direttamente sul tessuto con il solo ausilio del metro e della squadra. Il mio sarto tesse le lodi di quest’ultima categoria.

Quale il Suo acuto pensiero in materia ?

Cavallerescamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 12-07-2004
Cod. di rif: 1454
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Modelli e prove.
Commenti:
Caro Gran Maestro,

leggo con piacere il Suo tratteggio della figura di Aristotele Onassis.
Come Lei ha avuto modo di scrivere, ritengo sia stata doverosa, oltre che interessante, una disamina dell’uomo così legato alla sua vita da “nutrirsene”.

Continuo con piacere il discorso sull’arte sartoria del modello. Il maestro Parmelli è dell’idea che il tracciare direttamente su tessuto, se da un lato può nella prima prova portare a qualche piccola correzione, lascia dall’altro una grande libertà di modifica e personalizzazione capo per capo. Ogni traccia, ogni taglio, nasce individuale e frutto del “sentire” il tessuto.
All’inverso il modello in cartone definisce da subito con precisione la fisionomia del cliente ma rende più disagevole apportare rettifiche nel tempo.
Personalmente ho provato tutte e due le scuole con almeno tre prove; diventa tuttavia arduo generalizzare su due casi che potrebbero rappresentare delle eccezioni. Certo è che nel maestro che non utilizza il cartamodello ho notato una maggior disponibilità a ‘lavorare’ congiuntamente, con un forte coinvolgimento del cliente. Terrei a precisare che, quando parlo di assenza di cartamodello, includo in ogni caso l’ausilio delle misure.

Quanto da Lei osservato è sicuramente corretto e verificabile. La mancanza delle prove – questo apre un altro argomento interessante – rende a mio avviso necessario disporre di un modello reale da riprodurre.
Qui, a ogni buon conto, mi si permetterà un dubbio : si può parlare di frequentare una sartoria “virtualmente”, eliminando piacevolissime visite e solenni prove ?

Da una Parma autunnale,
Suo
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 14-07-2004
Cod. di rif: 1459
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Fanfare non riprensioni !
Commenti:
Grandissimo De Paz,

sarà arduo muovere critiche al Suo lavoro ! Ogni pagina avanza lo scafo della nostra appassionata conoscenza di parecchie miglia marine.
Mi perdonerà una domanda : la produzione di Filo di Scozia è quindi sempre avvenuta in Italia con una società anglo-italiana ?

Con stima,
Cavaliere
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 21-07-2004
Cod. di rif: 1476
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: La fodera dei pantaloni : scuola inglese o italiana.
Commenti:
Nostro insostituibile Gran Maestro,

la mia penna ritorna su temi prettamente tecnici, da appassionato del microcosmo alla permanente ricerca delle leggi del macrouniverso maschile.
Vengo dunque al punto, riguardante la semplice fodera dei pantaloni.
La maggior parte delle sartorie del continente usa foderare con la “piuma”, che parte dalla cintura per arrivare al ginocchio, da qui il nome di “ginocchiere” o “ginocchielle”, nei tessuti invernali ed in quelli estivi di lana. Fanno eccezione talvolta i cotoni ed i lini.
Gli inglesi, al contrario, sono soliti rinunciare completamente alla fodera, anche sui più ruvidi tweed o thornproof.
Quest’inverno, assecondato di buon grado dal maestro che segue la scuola londinese, ho fatto cucire un pantalone in cavalry twill senza la ginocchiera; ebbene la sensazione del tessuto accanto alla pelle mi è piaciuta. Ho quindi replicato su lino irlandese e tropical quest’estate.
Mi gioverei di un Suo prezioso commento in merito.

Suo devoto Cavaliere
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 17-07-2004
Cod. di rif: 1471
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: La frequentazione virtuale.
Commenti:
Mio imprendibile Gran Maestro,

già accennavo nel mio gesso 1454 alla frequentazione virtuale della sartoria e sullo stesso argomento discutevo proprio ieri davanti ad un caffè - infame - con il maestro Parmelli.
In effetti esistono clienti che visitano la bottega non più di una volta l’anno e ordinano i capi telefonicamente. Pur con tutti i problemi che può comportare la visita ad un Maestro lontano, non sono con tutto ciò convinto dei risultati di un simile rapporto. Per di più molti di questi clienti non risiedono per niente affatto in un'altra città. Troppo viene perso lungo la strada e troppo poco viene colto per arricchire la continua crescita del gusto. Sembra un poco una ricetta per chi vive nelle spire della premura e nulla fa mai veramente; vicino al passare delle ore, molto distante dal fruire il tempo dell’Uomo.

Suo deferente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 03-08-2004
Cod. di rif: 1493
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Ancora sulla fodera : i pantaloni.
Commenti:
Eccelso Gran Maestro,

l’esaustiva risposta in calce al Sig. Poerio arricchisce i contenuti nel mio gesso millequattrocentosettantasei.
Allora parlavo della fodera dei pantaloni, sulla sua scelta, ovvero la sua rinuncia. E’ invero di irrefutabile interesse soffermarsi altresì su questo dettaglio per una buona riuscita di un abito o anche del solo pantalone.
Come avrà già avuto modo di leggere, negli ultimi tempi la mia strada è stata quella del sacrificio della “piuma” alla guisa della scuola inglese. L’unica mia perplessità è rappresentata da una probabile minor durata del capo, in virtù del diretto sfregamento della gamba con il tessuto.
A Lei onore - e onere - dell’arbitrato.

Suo devoto Cavaliere
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 05-08-2004
Cod. di rif: 1502
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Ancora sul pantalone : il mantesino.
Commenti:
Glorioso Gran Maestro,

prezioso è il Suo gesso che avvalla la strada da me intrapresa : via quindi la fodera senza remore, taciuto che il mio gusto è sempre tonificato dal sapersi affine al Suo pensiero.

Come Lei sa sono solito farmi cucire i pantaloni con una sola pence; mantengo il fondo ‘strettino’, sui 20,5 cm, e perentoriamente asciutta la linea…God save the british style ! Gradirei con tutto ciò renderli leggermente più comodi di mantesino, evitando però di allargare troppo la parte superiore. Cosa mi suggerisce per incontrar tal proposito ?

Suo ossequioso Cavaliere
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 07-08-2004
Cod. di rif: 1504
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Pantaloni, ultimo atto.
Commenti:
Mio virtuoso Gran Maestro,

sono a ringraziarLa per il raffinato suggerimento tecnico. Il mio piede sarà lesto a portarsi nella bottega del maestro per riferire di questo azzeccato “trucco”.
Così facendo avrò un mantesino asciutto ma dotato di tasche pratiche e consone ad un uomo. Troppi oggi sono votati alla sua mortificazione, come se si potesse ammazzare la bellezza senza ferirlo a morte.
Cosa ne dice per concludere di ampliare leggermente la pence ?

Sempre cavallerescamente Suo
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 12-08-2004
Cod. di rif: 1516
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Riscoperta. Al Gran Maestro ed al Cavalier De Paz.
Commenti:
Nulla si distrugge, tutto si trasforma. Alle volte si nasconde.
Un polveroso scaffale ci ha voluto dar prova della teoria restituendoci una pezza di cui il maestro Parmelli aveva perso memoria. Cimosata “Gamekeeper - woven in Scotland” ci parla di aria gelida e di nebbie da tagliare con il coltello. E’ un tweed finestrato di rara bellezza, ruvido quanto una corteccia, virile quanto uno scotch invecchiato dall’aria marina.
Per il momento è stato riposto, sotto mia insistenza, nella “cassaforte”, anta ove risiedono i drappi opzionati dai clienti più fedeli.
Ovviamente sono subito corso qui, tra le mura del castello, a domandare lumi sul tessuto a Voi, saggi Gran Maestro e Cavalier De Paz.

Cavallerescamente Vi porgo i miei omaggi.
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 12-08-2004
Cod. di rif: 1519
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto:
Commenti:
Preziosissimo Cavalier De Paz,

le Sue vivaci risposte danno sempre sollievo e piacere al mio spirito. La ringrazio di cuore. Cercherò quanto prima di inserire una foto del tessuto all’interno del nostro ormai grandioso taccuino. Certe cose abbisognano sempre del Suo occhio versato.

A presto rivederLa a Bologna,
Suo
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 16-08-2004
Cod. di rif: 1526
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Ulster sfoderato
Commenti:
Abilissimo Cavalier De Paz,

c’è invero elevata eloquenza nei disegni inseriti per arricchire il Taccuino e la nostra scienza sull’Ulster. Complimenti Maestro !
Qualche anno fa ricordo di aver notato un Ulster in cammello, indossato da un gentiluomo, completamente sfoderato ad eccezion fatta per le maniche e le spalle. Non ho mai scoperto quale sartoria avesse tagliato il cappotto, certa invece la sua grandiosa bellezza. Ad ogni buon conto Le domando : significato originario snaturato ovvero interessante interpretazione ?

Con ammirazione e deferenza,
Suo
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 16-08-2004
Cod. di rif: 1528
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Ulster sfoderato II
Commenti:
Gentilissimo Maestro De Paz,

sono io che devo ringraziare Lei per la smisurata disponibilità e l’inesauribile conoscenza che ha il garbo di concedermi.
In realtà credo che tutti i lettori di questa stanza debbano ben custodire la fortuna che possiedono nel colloquiare con uomini come Lei. De iure.
Ritornando al nostro Ulster, questo non aveva fodera nelle mostre in quanto finite solo con il tessuto. Il risultato mi era sembrato notevole, degno di memoria, così come chi indossava l’elegante cappotto. Un riuscito equilibrio tra leggerezza e calore.
Chissà, quest’inverno potrebbe proprio riservarmi un bell’Ulster…

La saluto più che mai cavallerescamente da Parma
Suo
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 23-08-2004
Cod. di rif: 1542
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Pancierina e spacco. Alla c.a. del nostro Gran Maestro.
Commenti:
Prezioso Gran Maestro,

chioso le mie ultime battute sul pantalone, artigianale evidentemente, per domandar scientifico parere su due particolari di lavorazione di molte sartorie, ma precisamente non di tutte : il tira-pancia, o pancierina, e lo spacco della cintura sul posteriore. Scrivo in particolare non di tutte poiché molteplici sono i casi in cui affermati maestri vi rinunciano.
Sono dettagli necessari alla buona riuscita del capo, quindi sempre da esigere dal nostro sarto ?

Vigile sul torrione sferzato da una briosa brezza, Le porgo i miei saluti più cari.
Suo Cavaliere
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 27-08-2004
Cod. di rif: 1551
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Pantaloni : pence posteriore. Alla c.a. del Gran Maestro.
Commenti:
Mio Grandissimo Maestro,

parere più esaustivo ed accurato non poteva essere dato, taciuto un corredo iconografico che agevola ed arricchisce maestosamente il testo. Lei è Grande tra i Grandissimi; bentornato, ci mancava.

Un particolare della foto 978 mi incuriosisce e richiama alla mia memoria una domanda che da tempo desideravo porgerLe : la pence sul posteriore. Quest’ultima, precisamente, oltrepassa la tasca per terminare qualche centimetro sotto di essa. Tutti i miei pantaloni al contrario hanno la pence che finisce sull’apertura della tasca, eccezion fatta proprio per quello cucito dal maestro Ambrosio che nel lato sinistro – solo in questo – ha come il Suo la pence che attraversa, per così dire, la tasca.
E’ una lavorazione tipica dei pantalonai partenopei ?

Con devozione
Il Suo Cavaliere
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 30-08-2004
Cod. di rif: 1555
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Pence posteriore nel pantalone.
Commenti:
Carissimo Gran Maestro,

la mia supposizione deriva proprio dall’assenza di questa particolare lavorazione sui pantaloni artigianali di almeno tre sartorie delle lande nordiche. Mi aveva inoltre stupito il fatto che comparisse solo su di una tasca, la sinistra, e non su entrambe.
Attendendo il pronunciamento del maestro Ambrosi, La ringrazio per la Sua, senza dubbio già risolutiva e completa.

Cavallerescamente devoto
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 31-08-2004
Cod. di rif: 1561
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Hail to England con postilla al maestro Ambrosi.
Commenti:
Tenendo ben lontano dalle mie parole ogni alto tradimento della bandiera italica, sotto la quale sommi e celeberrimi Maestri sartori amministrano la loro arte, non nascondo il compiacimento per la scelta di Jaki Elkann Agnelli, evidenziata dal nostro esimio Professor Pugliatti nel Taccuino. In simil guisa ho salutato la scelta di un conoscente che ha temerariamente intrapreso la via di Londra.
Si è già detto che il debito che abbiamo nei confronti dell’Inghilterra è grande; a mio avviso tanto grande da condividere predilezioni di siffatta maniera e custodirle per una vita.
Vivere non è accettare tutto, ma scegliere, sfrondare, sacrificare. La linfa dell'albero sale solo quando i rami sono stati potati. Ludovic Giraud

Ringrazio il maestro Ambrosi per la precisa puntualizzazione. Mi resta solo da chiarire la ragione della scelta di operare la ripresa lunga solo da un parte e non su entrambe le tasche : trovo ci sia una certa mancanza di simmetria.

Cavallerescamente
Vostro
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 04-09-2004
Cod. di rif: 1574
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Gamekeeper Tweed ovvero la promessa al Maestro De Paz.
Commenti:
Attivissimo Maestro De Paz,

accordo un nuovo capitolo al tweed scozzese custodito dal maestro Parmelli mantenendo la promessa, contenuta nel mio gesso millecinquecentodiciannove, di includerne nel Taccuino degna immagine.
Le Sue parole di commento, ragioni di pensiero e di finissimo intelletto, spero non disilludano il fascino subito dai miei occhi. Talvolta l’acqua scorre fresca e impetuosa a lavar via e a rinnovare idee passate e mai compiute.
VERITAS FILIA TEMPORIS.

Con assoluta stima
Suo
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 08-09-2004
Cod. di rif: 1584
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Monopetto due bottoni made in Parma
Commenti:
Eccellenti Carnà e Pugliatti,

è di qualche mese fa un lungo discorso con il maestro Parmelli sulla giacca monopetto due bottoni. Tutto nacque da un abito in mohair cucito ben vent’anni or sono e riportato in sartoria da un suo affezionato cliente per alcune modifiche resesi necessarie per motivi di taglia. La giacca, due bottoni, colpì il mio occhio ricordandomi proprio alcuni capi indossati dall’agente segretissimo. Il maestro mi riferì ad ogni buon conto che è alto il numero di clienti che richiede ancora giacche tagliate in tal guisa, soprattutto tra quelli di più lungo corso.
Secondo il mio sarto la modellatura prevede falde lunghe, spacchi alti, linea asciutta e revers piuttosto sottili ma che ‘rollino’ in maniera tale da far scivolare all’indietro i quarti anteriori a giacca aperta.
La moda rispolvera sempre ciò che è già scritto con interpretazioni esasperate e copie indecenti. Nessun compianto quindi per una eventuale infestazioni di giacche due bottoni : omnia munda mundis ! In sartoria si cuciono da lustri e, fin che ci sarà un solo cliente a richiederle, si cuciranno per decenni. Solo qui.

Cavallerescamente Vostro
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 09-09-2004
Cod. di rif: 1594
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Le jeux son fait !
Commenti:
Gran Maestro stimatissimo,

non parli di ‘ modesto suggerimento ’ poiché la Sua penna non ne è capace, essendo al contrario avvezza a tramare e distillare ciò che altri percepiranno tra giorni, anni o giammai.
Or dunque, lo cheviot rinascerà in un tre bottoni e porterà una fodera completa. Conosce il mio amore per la giacca sfoderata, ma in questo caso mi lascio facilmente conquistare dal fascino di un foderame prezioso, non avendo, fin dai primi momenti, ferma convinzione sulla sua rinuncia. Le jeux son fait.
La invito fin d’ora a permettersi perpetuamente ogni sorta di suggerimento : Lei è il mio Maestro.

Più che mai cavallerescamente,
Suo Cavaliere
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 09-09-2004
Cod. di rif: 1592
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Gemekeeper Tweed, la tentazione.
Commenti:
Eccelso Cavalier De Paz,

le Sue parole soffiano sulle vele della mia decisione : il drappo prenderà forma e corpo in una giacca. D'altronde, come qualcuno ben più famoso di me ha scritto, sappiamo resistere a tutto tranne che alle tentazioni. Questa è molto forte; ancor più La ringrazio, Dante, mio maestro.

Gradirei avvalermi indi del Suo giudizio e di quello del nostro Gran Maestro, capace di parlare allo spirito più profondo, sulla mia ‘tentazione’ : tre bottoni stirata-due, tasche applicate, fodera solo sulle mostre.

A Voi fedelissimo
Lorenzo Villa

P.S.
Dalla mattinata di domani lascerò per qualche giorno il Castello per recarmi nelle infuocate terre del regno di Sicilia, richiamato da urgenti impegni di lavoro.


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 22-09-2004
Cod. di rif: 1624
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Lo cheviot, tappa del percorso di un anima.
Commenti:
Eccellentissimo Gran Maestro,

la pezza di cheviot ha ormai iniziato il suo cammino e sento di doverLa informare a tal riguardo : nell’inflessibile e seducente altalena della volontà del sarto, prenderà forma una giacca tre bottoni, spacco centrale, tre tasche con pattina senza friso. Avrà inoltre le tasche piuttosto alte, per onorare lo stile anglosassone da cui trae vita ed ispirazione. Domani sarò dove mi hanno portato i miei pensieri.

Si parlava in qualche gesso passato dell’esperienza in sartoria, argomento che sembra non esaurirsi mai, come tutte le vere passioni dell’uomo.
Degli anni trascorsi nelle botteghe artigiane mi rimane una grande introspezione e il derivante avvio dell’edificazione della struttura poetica virile : il guardaroba; può sembrare bizzarro avvicinare la sartoria all’analisi psicologica, ma chi si serve con passione da un maestro, sa che dovrà conoscere bene se stesso per avere ciò che concupisce il suo gusto. Più volte sono stato sul punto di abbandonare tutto, di optare per una via pianeggiante. Questa, tuttavia, non era per me. Nessuna scelta dettata dall’istante – facile e tentatrice - ma un lungo percorso di preparazione ed elucubrazione sull’individualità più profonda che forse non avrà mai fine. Non mi hanno spaventato gli errori e le sventure : sono stati i successi degli abiti a venire, le vittorie della mia coscienza maschile.
Ho trovato la mia verità nella santità di ciò che è nel mio cuore e nella mia ferma determinazione. Ora non sto più cercando la giacca ideale, sto semplicemente sostenendo la mia vita ed il mio gusto, ciò che è perché esiste in me : la giacca avrà tutto questo e lo custodirà.

L’uomo si avvicina alla verità irraggiungibile attraverso una serie di errori. A.L.Huxley

Fedele Cavaliere
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 20-09-2004
Cod. di rif: 1621
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Lontana partenza
Commenti:
Stimato Mr. Alden,

non nascondo il piacere di incontrarLa nuovamente nelle nostre rigorose stanze, luoghi che non possono che giovarsi della Sua presenza. Or dunque sono ad augurarLe il mio più cavalleresco bentornato.
Convergo pienamente con il Suo giudizio di Elkann-Agnelli ed il suo morning coat. Prima che bello è adeguato e giusto : mette in luce un uomo che sa il fatto suo nonostante l’età e trova, nel paradigma tutto inglese del “less is more”, la cifra da interpretare al suo matrimonio. Nessuna concessione fuorché ad un profilo basso di superiorità interiore. E’ a mio avviso partito da lontano, da molto lontano, molto bene.

A presto risentirLa
Suo
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 23-09-2004
Cod. di rif: 1629
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Flight Jacket. Alla c.a. del Cavalier De Paz
Commenti:
Eccelso Dante,

è meravigliosamente efficace il tuo racconto della flight jacket; ci ricorda di un tempo in cui la vita popolare aveva da sfondo mitiche ed eroiche imprese, un mondo ed un epoca in cui l’uomo non ha avuto paura di dare il meglio – ed il peggio – di se. Ogni epoca ha gli eroi che si merita.
Dovrei possedere ancora una flight jacket regalatami all’età di sedici anni e indossata per anni con piglio fiero e burbanzoso; questa sera andrò a cercarla.

In calce una piccola domanda : negli anni ottanta era salita alla ribalta una versione imbottita in nylon di colore verde ovvero blu. Origine inventata o capo realmente utilizzato dalle forze aree ?

Cavallerescamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 30-09-2004
Cod. di rif: 1642
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Scelte d'autunno
Commenti:
Egregio Gran Maestro,

l’autunno si è ormai erpicato stabilmente tra le mie colline, cominciando la sua splendida opera pittorica, declinata nelle mille cromie del rosso e del giallo. E’ proprio questa stagione, a me tanto cara, che mi porta ad esaminare lo stato dei lavori del mio guardaroba ed evidenzia la necessità di un abito semi-formale per la mezza stagione.
Ponderavo un gessato a fondo blu, in realtà oggigiorno un po’ sfruttato, ovvero, scendendo un tantino di registro, un occhio di pernice blue. Quali tessuti e pesantezze ritiene più idonee ?
Sono aperto ad ogni Suo gentilissimo suggerimento, non essendo con essi mai caduto in errore.

Mi congedo con osservanza.
Cavaliere
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 30-09-2004
Cod. di rif: 1644
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Gagniere
Commenti:
Carissimo Gran Maestro,

sotto l’etichetta Gagniere ho sempre trovato tessuti superbi e di un incantevole fascino fané. Sono a conoscenza che il marchio ora è sotto la bandiera Holland&Sherry. Quale la sua storia ?
La ringrazio, infine, per il preziosismo consiglio : convincente ed incontrovertibile. Sentirà presto profumo di bosco…sotto un cielo azzurro.
A domani, mio Maestro.

Suo Cavaliere
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 13-10-2004
Cod. di rif: 1681
E-mail: lorenzo.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Stile e Foggia. Riflessioni.
Commenti:
Esimio Gran Maestro,

ho riflettuto con insistenza sui concetti di Foggia e Stile, cercando di appropriarmi di quel loro significato profondo e celato dalla semplicità con cui ci appaiono. Non credo di esserci ancora riuscito appieno, tuttavia riporto alcuni modelli, ben conscio che non ci sono errori, ma opportunità per conoscere le cose.

Lo stile è il modo di raccontare una storia, la via per aderire al mondo con la propria coscienza. Coinvolgerà tutto e sarà capace di narrarci lo svilupparsi della vita secondo l’identità soggettiva. Saprà anche guidare le nostre scelte e proteggere il nostro vivere dagli attacchi esterni.
La foggia è un accidente dell’oggetto per aderire ad uno stile. E’ il suo farsi diverso per far si che possa esistere.
In altre parole, lo stile plasmerà un oggetto secondo una foggia che riterrà utile alla storia. E l’uomo ? L’uomo di un certo stile si circonderà di certi oggetti per vivere una storia che percepisce come sua.

Mi si permetta infine di esprimere il più grande compiacimento per la nomina ufficiale a rettore del Cavalier-Maestro Dante De Paz. Scelta suprema.
Ad maiora !

Il mio corpo è ormai redento, la mia mente schiava del desiderio di sapere.

Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 18-10-2004
Cod. di rif: 1701
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Del cannolo
Commenti:
Insuperabile Gran Maestro,

trovo eccellente la parade di immagini illustranti alcune tipologie di camicie inserite nel taccuino; ancor più eccezionali sono i personaggi che le indossano, in quanto inarrivabili monumenti della cittadella maschile.

Vedo che mi trovo solo a difendere la predilezione per il cannolo; siccome in ogni uomo che aspira a vivere deve necessariamente esserci un autentico sibilo di curiosità e voglia di conoscenza, sono a sottoporLe la domanda sulla storia della nascita di questo particolare.

Sapremo in base a quanto avremo dato.

Con osservanza
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 19-10-2004
Cod. di rif: 1706
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Del gesso 1699
Commenti:
Esimio Gran Maestro,

muovendoci nell’ambito di un percorso artigianale, è a mio avviso opportuno considerare la salita che conduce l’uomo di gusto a divenir Cliente e, successivamente, Committente. Quest’ultimo agisce attraverso la suprema sintesi dell’esperienze, raggiunta con una non facile alchimia di forte perizia ed inaudita costanza, costruita nel tempo e per tempo. Costui darà incarico all’artigiano, valutato in base alla preparazione nella sua arte, un lavoro e sarà capace di trarre il meglio dal maestro. Il Committente non sa, ovviamente, produrre l’oggetto ma concepire la causa prima che il Maestro interpreterà e tradurrà in mirabile effetto. Non si limiterà ad un disegno o ad un modello ma seguirà ogni passo, ben conscio che i limiti dell’uno saranno le regole del “gioco” dell’altro.
Quando ciò avviene, prende forma ciò che ammireremo nei prossimi decenni. Come ci ricorda Emilio Cecchi, l'arte, in fondo, come tante fra le cose più belle, vien meglio un po' di nascosto. Cerchiamo, or dunque, o moriremo senza pensieri e problemi.

Suo Cavaliere
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 25-10-2004
Cod. di rif: 1711
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Hamilton Khaki
Commenti:
L’eccellentissimo Cavalier De Paz protrae il Suo immenso lavoro alla ricerca del Classico Internazionale arricchendo la Lavagna, e le nostre conoscenze, di storie e di oggetti che sono entrati nel circolo universale dell’abbigliamento virile.

E’ seguendo questa idea che presento, nel campo degli accessori, un orologio che per i servigi prestati è entrato, come classico segnatempo militare, nel guardaroba del gentiluomo più avventuroso e temerario: l’Hamilton Khaki.
L’azienda della Pensylvannia fu fornitrice durante la Prima Guerra Mondiale del governo statunitense e per la fama di robustezza e precisione che i suoi orologi godevano, venne prescelta quale azienda produttrice esclusiva di orologi e cronografi per la Seconda Guerra Mondiale. L’esercito statunitense ed alleato portava al polso orologi Hamilton. Ma non era tutto. Gli orologi Hamilton trovarono impiego in quasi tutte le missioni condotte dalle forze aeree, marittime e di terra. Le stesse navi da guerra facevano affidamento su questi segnatempo : impossibilitate a servirsi di radio o sistemi di navigazione satellitare, si dovevano unicamente affidare alla navigazione astronomica. Utilizzando un cronometro di navigazione era possibile determinare posizione e rotta : gli orologi Hamilton determinavano e coordinavano i movimenti di incrociatori, cacciatorpediniere, motosiluranti e da essi dipendeva spesso il successo della missione.
Durante l’ultimo conflitto l’azienda sospese il 98% della produzione destinata al consumatore privato per concentrarsi sullo sforzo bellico. Per questo, e per la grandissima affidabilità dei suoi prodotti, gli vennero riconosciute dal Governo ben cinque onorificenze “E”, sinonimo di eccellenza.

Oggi Hamilton propone ancora la linea Khaki, diretta discendente degli orologi indossati dai soldati nelle guerre mondiali e in Vietnam. Il fascino che tuttora portano questi orologi è ineluttabile nella sua commistione di semplicità, razionalità, funzionalità. L’uomo è sempre stato attratto dagli oggetti militari, che di frequente custodiscono al meglio le cifre dell’uomo : essenzialità e sobrietà.

Lorenzo Villa

P.S.
Nel Taccuino ho inserito alcune fotografie dei modelli più significativi.


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 27-10-2004
Cod. di rif: 1716
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: La caccia è aperta
Commenti:
Prodigioso Cavalier De Paz,

i Suoi complimenti mi lusingano e mi spronano a dare il meglio di me stesso. Il mio occhio è sempre pronto a seguir la preda ovunque si trovi. Ciò che è autenticamente bello e sobrio non scapperà dal nostro carniere.
A presto, qui al Maniero, magari in compagnia di un buon vino.

Cavallereschi saluti.
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 28-10-2004
Cod. di rif: 1720
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Storia. Al Signor Poerio
Commenti:
Egregio Signor Poerio,

sono anch’io un discreto appassionato di orologeria e, come tanti altri qui al Castello, mi diletto a misurare il tempo con orologi che contengono qualcosa da raccontare, quasi il loro quadrante riuscisse a collegare e tramandare gli eventi della storia.
Con la mia breve ed umile presentazione della Hamilton ho voluto solo far conoscere una grande storia fatta di piccoli oggetti. Oggetti che mantengono immutato, anche nelle ultime versioni tradizionali, fascino e sobrietà, elementi di non poco conto per le scelte virili.
Riguardo all’orologio che Lei cita come “copia” del Master Compressor, è in realtà il Khaki Navy e non il Khaki Field da me descritto e rappresentato. E’ verso quest’ultimo che va l’ammirazione di oltre cinquant’anni di produzione sempre vicina all’originale.
Se poi vogliamo parlare dei grandi segnatempo allora è tutta un'altra storia, sono d’accordo…ma non quella militare di Hamilton.

Cavallerescamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 03-11-2004
Cod. di rif: 1741
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Le cifre ricamate. Al Cavalier Forni
Commenti:
Carissimo Franco,

la tua lettura del significato del ricamo delle cifre sulla camicia mi convince sul lato del percorso personale, imprescindibile strada verso la comprensione del gusto, e su quello della perpetuazione di un usanza familiare.
Amo anch’io far ricamare le iniziali sulla camicia, vedendole non come orpello ma come un segnale di adesione alla mia storia – mio nonno le aveva sulle sue camicie, mio padre le ha sulle sue – forte dimostrazione che quel capo lo potrò indossare solo io.
In un capo artigianale, ed autenticamente su misura, le iniziali sono un segno distintivo ed identificativo che simboleggiano e ‘sigillano’ la teoria di elementi estetici e morali che l’hanno generata. Dall’idea all’opera passando per il progetto. Un piccolo timbro che ne certifica l’appartenenza.

Cavallereschi saluti
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 04-11-2004
Cod. di rif: 1744
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Gli ordini del cuore
Commenti:
Caro Gran Maestro,

la tarda serata rappresenta uno splendido momento per godere di una visita in sartoria; con le prime luci dei lampioni a tingere di giallo la strada, le vie che si popolano di frettolose anime, è dolce cullarsi tra pezze e riempirsi di profumo di stoffa. Ancor più d’autunno. Proprio in un occasione come questa mi sono ritrovato, come tante altre volte, a parlare di tessuti con un cliente della sartoria che frequento. E’ uscito l’argomento gessato blu dalla fine riga bianca. Ebbene, neanche con l’aiuto del maestro, siamo pervenuti ad una unanime idea del suo grado di formalità e dello spettro d’utilizzo.

Incantato da istanti che sembrano fatti apposta per redimere l’uomo dalla noia del comprare da una vetrina, dal vivere senza cuore, quasi non mi accorgevo di una vecchio scampolo di fustagno pesantissimo, oserei dire corazzato, di color verde bosco. Granitico e matto sembrava uscire da una battuta di caccia nelle lande polari, abbandonato com’era nel buio di un angolo. La mia mente ha subito cominciato a fantasticare un pantalone…

Chiamo indi in aiuto la potenza del Gran Maestro, forza e voce di noi guerrieri. So che saprà chiarire e calmare idee e propositi.

A presto.
Cavaliere
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 05-11-2004
Cod. di rif: 1750
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Sequenza devastante. Al Professor Pugliatti
Commenti:
Stimatissimo Professor Pugliatti,

magnifico con trasporto la “devastante” sequenza di immagini 1235 – 1245, inclusa or ora nel nostro Taccuino. Merita un lungo e accorto esame, non fosse altro per quel doppiopetto di Astaire alla foto milleduecentoquarantaquattro : nella sua naturalezza, nella sua morbidezza, sembra quasi parlarci di un eleganza inalienabile dall’uomo. Grazie Professore !

Cavallerescamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 08-11-2004
Cod. di rif: 1757
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Pesi estremi
Commenti:
Incrollabile Gran Maestro,

questa fredda mattina, insieme ad un sole puro che fatica a riscaldare l’aria, mi ha regalato la vista di un uomo che ha ineluttabilmente rievocato il gesso 1744.
Questi, infatti, scendea da ripida riva collinare – come forse Ella sa dimoro in campagna - indossando un abito cucito in un pesantissimo fustagno color castagna. La mia mano, disgraziatamente, non ha potuto avvicinarsi per controllarne pesantezza e consistenza ma Le posso assicurare che erano entrambe dei pesi massimi. Come, di lì, non ricordare lo scampolo del maestro ?
Attenderò Sua incontestabile risposta, tuttavia forte è il desiderio di un pantalone capace di sfidare rovi, gelo e tempo. Mi rimane il dubbio dell’abbinamento più consono…

Con osservanza
Suo devoto Cavaliere
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 08-11-2004
Cod. di rif: 1759
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Dai sentieri brinati ai margini dell'abitato
Commenti:
Mio carissimo Gran Maestro,

La ringrazio per l’edotta decifrazione del fustagno e del moleskin. In effetti, credo che l’abito visto stamani, fosse proprio realizzato con quest’ultima tipologia. Bensì, senza ombra di dubbio, la pezza del maestro Parmelli era moleskin.
Nascerà quindi questo pantalone “da lavoro”, selvatico, privo di risvolti, pences e piega, che mi accompagnerà nelle passeggiate lungo erti sentieri, così come in quei rari fine settimana nei quali vorrà abbandonare foglie secche e prati brinati, per scendere lungo qualche strada un po’ più civilizzata.

Felice chi conosce gli Dei agresti. (Virgilio)

Cavallerescamente mi congedo.
Suo
Lorenzo Villa

Nei sentieri brinati


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 08-11-2004
Cod. di rif: 1762
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: La 'Grandezza' di un Gran Maestro
Commenti:
Epico Gran Maestro,

non conosco episodi che segnalino un fallo della Sua sfera di cristallo. Per dirla tutta, credo che l’esperienza di intere vite spese nel gusto è condensata e custodita nella Sua mente, capace di alchimie non terrene.
Non scrivo sterili panegirici ma fruttifere verità; chi passeggia nelle nostre severe stanze lo sa bene e si inebria di questo rarissimo nettare.

Sollecito a piè sospinto una chiosa del Magnifico Rettore De Paz sul moleskin e sulla foggia più consona ad un pantalone realizzato con questo tessuto. Le sue parole completeranno la mia visione.

Vostro devotissimo
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 10-11-2004
Cod. di rif: 1764
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Corduroy : ieri, oggi, domani
Commenti:
Eccelso Gran Maestro,

completando la panoramica sul “rustico” invernale, Le domandavo se la sequenza pences, risvolto, piega può essere riversata sul pantalone in corduroy. Queste giornate, in cui la pioggia ha tanta voglia di trasformarsi in nevischio, mi mettono fregola di sentire una coccola di calore da questo amato tessuto.
Ritorno con piacere su di una constatazione che feci in compagnia del mio sarto non molto tempo addietro : la proliferazione di tanti cords misti con fibre nobili dai nomi più improbabili. Ebbene, l’anno scorso, il maestro cucì alcuni completi con questi corduroy in cotone-cashmere, ritrovandosi tra le mani capi delicatissimi e sui quali scommettere per una vita breve. Ineccepibilmente il contrario di quello che ci deve regalare questa tipologia di tessuto.
Pare che dalla pubblicità sulle finte scoperte non vi sia proprio salvezza…lasciate che un uomo parli abbastanza a lungo e troverà credenti.

Da una Parma intirizzita,
Suo
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 11-11-2004
Cod. di rif: 1768
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Lontano dalla dottrina, pronto a difendere
Commenti:
Pregiato Gran Maestro,

accolgo di buon grado le Sue parole sulle quali mi trova assolutamente d’accordo. Rimanga infatti da me lontana la critica perentoria al nuovo e ben custodita la celebrazione della tradizione dell’autentico. Lei, come sempre d’altro canto, ha ragione : il nuovo di oggi, se ben pensato, sarà il classico di domani. Certo, bisogna riconoscere che non sempre le idee sono delle migliori, che alle volte si insegue una chimera ma c’è, e ci sarà, ancora tanto di che gioire. Forte allora il nostro grido di battaglia, poiché l’uomo che ha fede nel piacere, sa che quel ci resta da vivere e da scoprire sarà la parte più bella. Noi saremo con lui, lontani dai dogmi. Se nel mio gesso così è stato, non sarà più.

Con tutta la mia stima,
Suo devoto
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 15-11-2004
Cod. di rif: 1774
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Informazioni sullo Shetland
Commenti:
Eccellentissimo Cavalier De Paz,

non poteva certo sfuggirmi lo shetland nella nuova “edizione” del Suo ricchissimo dizionarietto. Che colori e che clima porta entro la sua trama...! Di fatto adoro senza cedimenti la maglieria in questo filato e mi chiedevo le ragioni dell’uso, nella Sua definizione, della parola ‘morbido’, in quanto sono abituato ad un pullover in shetland ruvido e rustico, più che mai adatto alla vita dinamica della campagna. Mi sto forse confondendo ?

Con osservanza
Lorenzo Villa

P.S.
Lo so, mi ripeto ogni volta, ma come evitare di tessere le lodi per un lavoro così formidabile. I racconti che intrecciano capi leggendari a vicende epiche fanno tripudiare il Cavaliere. Onore al merito Maestro !


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 22-11-2004
Cod. di rif: 1782
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Cappellai inglesi
Commenti:
Virtuosissimo Gran Maestro,

sabato pomeriggio mi intrattenevo a colloquiare con un cliente storico del mio cappellaio di fiducia, scoprendo qualche cosa che ignoravo. L’elegante gentiluomo mi faceva infatti notare che oramai non esistono più laboratori di produzione di cappelli in feltro in Gran Bretagna in quanto, negli ultimi anni, tutti i produttori erano confluiti in Christy’s. Quest’ultimo ha chiuso i battenti un paio di anni or sono lasciando le lande britanniche sguarnite di autentici cappelai. Rimangono, ovviamente, marchi storici legati alla produzione di berretti in tessuto : Olney, per citarne uno glorioso.
Per chi come il sottoscritto viveva nel mito di J.Lock, alimentato da un vecchio feltro di mio nonno acquistato proprio a Londra, è stata una sorpresa; spiacevole, non c’è che dire.
E’ tutto corretto, mio caro G.M. ?

La saluto cavallerescamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 25-11-2004
Cod. di rif: 1784
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: S.A.R. Carlo d'Inghilterra - cod. rif. 1319 , Taccuino
Commenti:
Nell’attesa di una risposta, all’interno dello studio, da parte del venerabile Gran Maestro, non posso rinunciare a sottolineare la bellezza del doppiopetto di S.A.R. magnificato dalla foto nel Taccuino (cod. rif. 1319).
Il Professore è riuscito a portare alla luce del Castello un doppiopetto che “parla” : una compostezza esemplare, un archetipo giustamente militare, tutto sublimato in un concetto di eleganza come appartenenza. Lo stile inglese…

Vostro
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 30-11-2004
Cod. di rif: 1790
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: H.Johnson e i cappellai inglesi. Rif. gesso 1782
Commenti:
Egregio Gran Maestro,

proprio ieri sera, per puro caso, uno splendido incontro con un fedora di Herbert Johnson mi ha posto seri dubbi sull’autenticità di quanto espresso nel mio gesso 1782. Splendeva, con la sua caratteristica tesa arcuata, distrattamente appoggiato su di una pezza di puro cammello. Sono a conoscenza che questo cappellaio è fornitrice della casa reale inglese e mi sarebbe gradito sapere se sono ancora prodotti su suolo britannico, al pari di altri grandi nomi. Suonerebbe sinistro il contrario…

Cavallerescamente più che mai,
in fede
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 30-11-2004
Cod. di rif: 1793
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: A Londra !
Commenti:
Insuperabile Gran Maestro,

mi compiaccio sempre quando individuo un argomento interessante per l’uomo e per lo studio che l’Ordine affronta con intrepidezza. Cercheremo di scoprire lo stato della cappelleria inglese nel migliore dei modi : sul campo di battaglia. Non cercheremo di credere ma di scoprire.
A Londra dunque !

Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 01-12-2004
Cod. di rif: 1797
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Il nostro cappello
Commenti:
Eccelso, unico Gran Maestro,

plaudo con gioia la Sua accurata scienza che ci ha restituito una dettagliata e precisa documentazione sulla produzione dei nostri cappelli.
Accessorio fondamentale nel guardaroba di un uomo, si eleva al giorno d’oggi a vera dichiarazione d’appartenenza per tutti coloro che vedono il vivere come arte unica di interpretare se stessi nella semplicità dell’essere e nella grandezza dei pensieri.
Mi riallaccio con tutto ciò a quanto espresso all’interno del Suo studio con la mia del ventinove Novembre (L’hortus conclusus individuale) : chi può dire di combattere questo conflitto ?
Ci ricorda Lawrence che non serve a niente scacciare i nostri demoni: essi fanno parte di noi; dobbiamo accettarli e vivere in pace con essi. L’uomo non può ricacciare se stesso tanto a lungo.

Devoto Cavaliere
Lorenzo Villa

P.S.
Mi sia consentita una domanda, nata probabilmente dal chiamare la stessa cosa con due nomi. Cosa intende per “nodino” ?


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 01-12-2004
Cod. di rif: 1802
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Particolari sui cappelli
Commenti:
Caro Gran Maestro,

avevo intuito a cosa si riferisse con il termine “nodino”. Io, erroneamente, ho sempre attribuito a questo particolare proprio il nome di “fiocchetto”. Guarda che coincidenza : sono entrambi due termini usati anche in macelleria…
Le confermo, a quanto mi è dato sapere, che l’annodatura del nastro si chiama “galla”.

Non sono solito riferire notizie prive di un personale riscontro, tuttavia secondo un abituale frequentatore della mecca londinese, Lock propone tutt’ora, e senza il minimo tentennamento, l’abituale su misura. Vedremo comunque da vicino e con ineccepibile certezza …

Cavallerescamente
Suo
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 13-12-2004
Cod. di rif: 1831
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: La camicia in viyella
Commenti:
Esimio Rettore De Paz,

nella malconcia casa di campagna dei mie avi, sotto i primi colli parmensi, ho avuto modo di scoprire in un cassetto due vecchie camicie in viyella appartenuta a mio nonno. La flanella, wool-cotton, è di un tenue color panna con una fitta finestratura nocciola. Verosimilmente erano state dimenticate in quell’armadio da molti anni e in un pessimo stato di conservazione. Ciò nonostante mi hanno fatto pensare al nostro castello ed in particolare alla Sua ricerca sul classico internazionale.
In effetti non se ne vedono più da tempo ed anche i negozi di più lungo corso se ne sono disfatti. Diamogli un attimo di gloria : possono essere considerate un classico internazionale ?

Cavallerescamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 20-12-2004
Cod. di rif: 1841
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Giacche : la teletta delle maniche.
Commenti:
Eccellente Gran Maestro,

ancora in penoso pensiero per la mancata partecipazione all’incontro d’augurio in casa Peron, rimango in tema di giacche per domandarLe di un particolare tecnico : la teletta che viene inserita nel fondo delle maniche. Ho notato in due giacche, di altrettanti maestri nostrani, che questa viene incollata.
Mi chiedevo se la sua presenza è importante e se dovrebbe, al pari di ogni altra tela interna, essere cucita e non perniciosamente “adesivata”.

Non ci faremo sconfiggere dagli imprevisti,
lontano che navigheremo
la meta è comune.

Suo Cavaliere
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 04-01-2005
Cod. di rif: 1858
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Solo piccoli punti ?
Commenti:
Carissimo Gran Maestro, guida di noi uomini d’armi,

ritorno qui, nella dimora dei Cavalieri, dopo alcuni giorni trascorsi ramingo per le strade del soave far niente, lieta condizione dell’uomo che ama se stesso. Di ritorno, porto con me una domanda che mi è stata posta da un amico durante una di queste lunghe serate.
Questi ha notato come in alcune sue giacche le tele interne sono cucite attraverso dei punti meccanici, effettuati con la macchina Strobel, in particolar modo su collo e bavero. Molto dispiaciuto per ciò che il suo occhio ha visto, chiedeva al sottoscritto se era opportuno abbandonare la sartoria.
Siccome è massimo valore la pazienza, mi sono preso qualche giorno per la risposta, volendo prima parlarne con Lei. Non nascondo che il mio primo impulso sarebbe stato quello di dire : abbandona pure ! Teniamo lontana la sartoria che mima l’industria sui suoi peggiori concetti !
Ma tant’è…la sua scienza è insostituibile ed è da essa che attendo la saggezza.

Con questo mio gesso, giunga a tutti i frequentatori della Lavagna il mio più cavalleresco augurio di buon anno.

Cavaliere
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 07-01-2005
Cod. di rif: 1861
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Del cappotto
Commenti:
Ardito Rettore,

sento molto vicino al mio spirito il Suo panegirico del cappotto. Questo non solo è supremo re del nostro guardaroba ma sottintende enormi significati. Dalla sua fattura e dal modo in cui è indossato molto si evince del proprietario : indole, temperamento, classe sociale. Come fosse capace di legare in se stesso tutto il suo contenuto, splende, portando fuori ciò che dentro è celato.
Qualche tempo addietro lessi, in un libro dedicato all’abbigliamento maschile, di come il cappotto possa essere una forte barriera tra noi ed il mondo esterno; pensiamo all’idea che diamo dei nostri sentimenti evitando di togliercelo : è chiaro che non siamo a nostro agio ! Esso è come un baluardo in un ambiente ostile, l’armatura del Cavaliere…
Sono quindi al Suo fianco. Lasciamo nelle vetrine i giubbotti firmati e le altre “amenità” del momento; questi piacciono solo ai pazzi ed alle donne.

Suo fedele
Lorenzo Villa

P.S.
Ieri sono tornato nella vecchia casa di campagna dei miei nonni. Purtroppo non vi è più alcuna traccia di quelle camicia in viyella di cui al mio gesso 1831 : mia nonna deve avere agito con le sue pulizie senza risparmio ! Sono molto dispiaciuto, ma sono impossibilitato a produrne immagini.



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Nome: Lorenzo Villa
Data: 17-01-2005
Cod. di rif: 1864
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: La fiaschetta
Commenti:
Se sono indeciso sul considerare la “fiaschetta” un classico internazionale non lo sono affatto nel ritenerla un classico dell’uomo di gusto che ama misurarsi con lunghe passeggiate, in un ambiente campestre o cittadino, nella stagione più fredda.
Proprio quando le sferzate sembrano tagliare come lame il nostro cappotto, la fedele compagna riuscirà a farci sembrare meno ostile l’inverno del nord, regalandoci una sorsata di paradiso (questo, ovviante, dipenderà oltremodo dalla capacità di discernimento sulle bevande del proprietario !)
Questi sono tempi di proibizioni e prescrizioni, in nome di una salute totale che sembra schiacciare tutto quello che l’uomo ha costruito in secoli di buon vivere. A taluni potrà quindi sembrare inopportuno farsi vedere a bere da una fiaschetta, riempita di nobile cognac o whisky, girovagando per una strada o per un sentiero. Qui al castello, però, si sa ben distinguere l’Uomo dagli altri viventi e quindi sono al sicuro, ben consapevole che comprendete la mia chiosa.
L’enorme vantaggio che si ha ad vere a portata di mano un simile oggetto è nel sapere ciò che si beve e nel poter evitare qualunque compromesso sulla sua qualità. Inoltre è utilizzabile anche in quei luoghi in cui ci sono remote possibilità di incontrare un bar decoroso.

Ricordo, per amore della storia degli oggetti, che in passato il contenitore per le bevande alcoliche era per lo più di vetro in quanto facente parte di un set da viaggio, immancabile nel corredo di un gentleman. Oggi i modelli più diffusi sono in argento od in acciaio inox. Se i primi per regalità di materiale sono i più belli i secondi hanno dalla loro una durata pressoché eterna.
La mia esperienza consiglia una versione in metallo non troppo grande, leggermente ricurva e dotata di un tappo che non ponga dubbi sulla sua tenuta.
In Inghilterra se ne trovano di riccamente decorate con scene di caccia o animali selvatici. Interessante poi la possibilità di farvi incidere le iniziali.

La mia fiaschetta, cha anche in questo momento riposa nella tasca del mio covert coat, è quasi sempre riempita di Ardbeg Ten Years, scotch quanto mai adatto a quei piccoli sorsi che allietano una pausa riflessiva, un attesa noiosa, una scarpinata in un bosco, un giro tra tristi vetrine. Diciamolo, esse hanno come la forza di far da lente al presente.

Vostro
Lorenzo Villa

P.S.
Attendo commenti da altri indefessi utilizzatori.

Nel Taccuino alcune immagini di fiaschette.


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 20-01-2005
Cod. di rif: 1870
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Traslochi di idee. Al Gran Maestro
Commenti:
Intrepido Gran Maestro, vitale timoniere,

so che incombe nei Suoi giorni un gravoso trasloco in una nuova dimora, compito assai faticoso e non privo di insidie; come premio la Sua nuova torre svetterà ancor più alta.

Aggiungo al mio gesso 1858 che tutte le giacche di confezione “pretenziosa”, ovvero “su-ordinazione”, da me esaminate fino ad oggi presentano la cucitura degli interni tramite macchina Strobel e non, come vorrebbe le tradizione, a mano. Non Le nascondo che la cosa non mi ha stupito.
Aspetto ora un Suo definitivo commento.

Suo fedele
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 25-01-2005
Cod. di rif: 1876
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Io e Loro Piana
Commenti:
E’ passata molta acqua sotto i ponti da quel lontano 1996, anno in cui il sottoscritto bussò per la prima volta alla porta dell’abbigliamento maschile classico. Avvertivo invero il bisogno di ritrovarmi e di iniziare finalmente a tracciare la mia strada. Ma questa è un'altra storia.
Quello di cui volevo parlarvi or ora riguarda la scelta del mio primo capo in quel solco : un paio di pantaloni su-ordinazione – si incomincia sempre commettendo “peccati” - in winter-tasmanian di Loro Piana.
Avvolto dalle parole del commerciante, frastornato da un mondo che si schiudeva innanzi a me come un fiore della sera, decisi entusiasta per questo drappo grigio antracite.
Ricordo ancora la prima volta che li indossai; e come dimenticarlo, era un uscita galante con una splendida ragazza ! Purtroppo per me il piacere di quella serata invernale si ridusse solamente a quell’incontro in quanto i miei pantaloni, dopo circa due ore di ristorante, giacquero indosso completamente spiegazzati ‘a fisarmonica’; per di più mi fecero patire un freddo gelido.
Nei mesi successivi, non contento di quest’avventura, ne ordinai un altro paio in tasmanian grigio medio. I problemi furono ancora più accentuati e la resa finale terribile : nel nostro dialetto li definiremmo “tirlindi”, cioè miseri, leggeri, sgualciti e informi.
Tolsi il passaporto per li mio guardaroba a Loro Piana. Per sempre.

Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 27-01-2005
Cod. di rif: 1883
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Verità dell'Uomo
Commenti:
Egregio Signor Boggio,

non trovo nella maglieria, nella camiceria, nella giubbotteria, negli abiti di Loro Piana, alcunché di apprezzabile e di vicino al gusto maschile inteso come conoscenza di se stessi nella propria assoluta individualità.
Non si tratta in verità di guardarsi allo specchio ma di guardarsi dentro, cercando ciò che si è e dove andare con fatica e lamento. Umiltà e tenacia, senza cedimenti, non troveranno un Cary Grant ma l’Uomo.
Non ci importano strategie di prodotto o successi bensì “verità”. Parola grossa, fatta per durare come un macigno nella nostra coscienza. Siamo qui a cercarla e a proteggerla da chi tenta di darcene una pur non possedendola. Nessuna alternanza di stagioni anno dopo anno, nessuna “moda” sobria : solo perpetuità di ciò che è nostro.

Cavallerescamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 28-01-2005
Cod. di rif: 1888
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: La chiave e la spada.
Commenti:
Egregio Signor Boggio,

riscontro nella mia di ieri una certa imperscrutabilità a chi non è avvezzo a vedere l’abbigliamento come suprema forma di conoscenza del proprio Io e come percorso di coscienza. Il discorso presupponeva un forte grado di trasporto e dedizione ad un universo che altrove è galassia dispersa ma qui al Castello è impavida e assoluta realtà.
Tutto ciò sarà difficilmente comprensibile a chi elenca l’abbigliamento nel cassetto dell’apparire; non c’è alcuna intolleranza, mi creda, ma come avrà sicuramente notato il Castello è abitato da Cavalieri che portano con onore lo stemma dei leoni affrontati : uno di essi ha in mano una chiave - la conoscenza imperitura, l’altro la spada, per difendere e proteggere una verità cercata e scovata dall’Uomo, in ogni dove, in secoli di storia.

Le giungano i miei cavallereschi saluti.

Cavaliere
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 07-02-2005
Cod. di rif: 1893
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: La cravatta del Gran Maestro
Commenti:
Trascinante Gran Maestro,

spero acconsentirà di appagare la mia curiosità rispondendo ad una tacitiana domanda sulla cravatta che indossa, con inflessibilità, in occasione della cena organizzata da Monsieur al Principe di Savoia (pag.45 - Monsieur di Febbraio).
Orbene, è mia volontà domandarLe se è sfoderata e priva di interno. Le dimensioni del nodo suggeriscono infatti queste soluzioni.

Nella speranza di un indulgenza verso tale indiscrezione,
La saluto cavallerescamente.

Suo
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 10-02-2005
Cod. di rif: 1895
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: 9.II.MMV
Commenti:
Come audace che torna da vittoriosa battaglia, ringrazio l’immenso De Paz per la sempre calorosa ospitalità.
Al Maestro Pirozzi va poi tutto il mio più profondo compiacimento : coinvolgente come pochi, appassionato come nessuno, passionale come chi conosce la verità. Un Maestro di una forza dirompente che guiderà una ricerca inaudita. Il nostro Gran Maestro vede sempre giusto e ci porta entro il mondo della sartoria dalla porta principale.
Non so se tutti comprendono la portata di quello che sta facendo il Cavalleresco Ordine. Se così fosse Vi troverete con una parola in bocca : grandioso.

Numquam servavi !

Cavaliere
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 18-02-2005
Cod. di rif: 1897
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: A masterpiece ovvero un italiano a Londra.
Commenti:
Eccelso Gran Maestro, provveduti Cavalieri, frequentatori del maniero,

il nostro cuore s’infiamma nello sventolio della bandiera dell’universo britannico, eterno approdo dell’uomo che è giunto entro se stesso. Non vi è alternativa, la sua primogenitura contiene ogni successiva evoluzione che avremo nello stare al mondo; in tal guisa ogni nostra avventura ne sarà contenuta e ne sarà assieme compendio e dimostrazione.
Ad ogni buon conto Vi volevo rendere partecipi della mia buona sorte.
Recatomi in centro città per motivi di lavoro, non ho resistito a suonare il campanello del mio sarto, non fosse altro per sincerarmi sullo stato dei lavori di un pantalone in cavalry twill, inglese of course.
L’idea, talvolta, precorre la fortuna. Tanto è vero che ho avuto modo d'incontrare un giovane gentiluomo, appartenente ad una ricca famiglia cittadina, che indossava un abito uscito dalle mani di un giovane sarto inglese, un certo Thomas Mahon. (non Vi nascondo di aver annotato di nascosto il nome, in quanto a me completamente sconosciuto…) Insieme ad un fratello veste a Londra da sempre !
Il completo era cucito in una pesante flanella grigia con lievissima gessatura, tre bottoni su asole robuste, cran alto, spacchi laterali altissimi, linea asciutta ed aderente con una morbidezza alla Anderson&Sheppard; ma quello che più mi ha colpito, magnificenza per i miei occhi, era l’aria di elegante preminenza che la giacca sapeva donare. Nonostante un fisico prestante, il signore non aveva baldanza o superbia ma solo superiorità intellettuale. E’ una sensazione difficile a descriversi. Ho però capito all’instante che ci muovevamo in un mondo superiore per nascita e tradizione, lontanissimi da un concetto di mera bellezza ma prossimi a una eleganza così virile da inquietare. A masterpiece.

Tuttavia mi manca ancora qualcosa. Perché Gran Maestro ho percepito tutto ciò ? Cos’altro mi è sfuggito ?

Cavaliere
Lorenzo Villa

P.S.
Complice il maestro, confido di poter rubare qualche foto. L’abito dovrebbe - al momento tutto è incerto - rientrare in sartoria per una piccola riparazione alla fodera… Vedremo.


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 21-02-2005
Cod. di rif: 1900
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Le due letture
Commenti:
Carissimo Gran Maestro,

l’apprezzamento per il gesso sullo Stile Inglese è grande almeno quanto la mia passione.
Il Suo scritto si presta ad una duplice lettura. La prima ci porta a capire perché un uomo che cerca la coscienza di se stesso avvicinandosi a certi oggetti non può che inciampare sul suolo britannico. La seconda, più profonda e meno intelligibile, ci svela che lo stile inglese non è una norma per concepire il guardaroba ma una maniera di intendere la vita ed i suoi valori. Con la forza del suo impero, l’exemplum di una grandezza data per nascita e mai urlata, scava un solco nell’anima di chi sa percepirne la forza. In questo incavo svolgeremo l’esistenza, forti della spada più tagliente : l’imperturbabilità del distacco dal tempo. Avremo infatti così tanta storia entro noi che non avremo più bisogno di misurare la nostra esterna. Siamo e saremo.
Non vale la pena avere la libertà se questo non implica vivere da uomo.

Mio insigne Maestro La lascio con una domanda : può in italiano incarnare nel profondo questo modello ovvero interpreta una sua visione ?

Cavallerescamente Suo
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 28-02-2005
Cod. di rif: 1903
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Il nostro sole
Commenti:
Eccelso Rettore,

lungi dai miei scritti ogni sorta di timidezza o tremore nei confronti dello stile inglese. In verità ho forse mancato di sottolineare come un suo studio e una sua interpretazione non può che avvenire tenendo conto della nostra introvabile nazionalità, della nostra millenaria storia e, per ultimo, dei tempi d’oggi. E’ ovvio; non dovremo mai limitarci ad una copia irragionevole quanto ad una felice interpretazione personale. Sarà alquanto divertente, non c’è che dire.
Concordo, quindi, assolutamente con il suo saggio gesso 1901 : caliamoci in noi stessi, guardando in Inghilterra ciò che può far parte del nostro vivere. Assimiliamolo e viviamolo sotto il nostro sole.

Con profonda stima
Suo
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 17-03-2005
Cod. di rif: 1911
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Lucidi e tasche.
Commenti:
Egregio Gran Maestro,

la mia connaturata curiosità mi stimola a recarmi al Suo cospetto per alcune domande.
Rostand sosteneva che un uomo non è vecchio finché è alla ricerca di qualcosa. Io aggiungo che la ricerca è la vita stessa.

La prima istanza riguarda i riti di cirage officiati da Olga Berluti. Guardando qua e là immagini e fotografie, ho l’impressione che le cere utilizzate durante questi cerimoniali siano le Sapphir dell’Avel. Le latte sembrano non mentire ! Ho visto giusto ?

Per il secondo tema ho il piacere di tornare in sartoria, luogo dove sia io che Lei amiamo sostare regolarmente.
Parlavo ieri sera con il mio sarto sulla corretta altezza della tasche nella giacca. Per onor di cronaca, mi sto facendo cucire un abito gessato a fondo blu (…non mi dica che seguo la moda del momento, non è vero !), sul quale abbiamo optato per un altezza di 26,5 centimetri. Ah, dimenticavo, la giacca è a tre bottoni stirata a due. Le tasche sono due, con friso e pattina.
Quali sono i limiti del corretto posizionamento ?

Nell’attesa di leggere Sue nuove sull’incontro in terra ligure che mio malgrado ho dovuto disertare,
voglia ricevere i miei più cavallereschi saluti.

Suo
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 23-03-2005
Cod. di rif: 1912
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Fodera nelle scarpe d'oltremanica
Commenti:
Caro Gran Maestro,

consideri questa mia come un piccolo codicillo al gesso precedente; di fatto ho in mente di indagare con la Sua scienza un particolare delle scarpe inglesi. Questa volta sarò tacitiano.
Praticamente tutti i marchi anglosassoni fanno un largo uso della fodera anteriore in tela.
Da cosa deriva questa scelta ? Influisce sulla durata e sulla robustezza della scarpa ?

Con cavalleresca osservanza,
Suo Cavaliere
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 24-03-2005
Cod. di rif: 1914
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Liturgie sacre per un Uomo
Commenti:
Mio carisssimo Gran Maestro,

si respira aria di sacro nel leggere la Sua ultima, così come si ha la sensazione che si sia compiuta una liturgia che ha riscattato un Uomo dal profondo, iniziandone una parte sensibile a quel vissuto straodinario che talune volte la vita vissuta riesce a far respirare. Sembrerà strano ai più, ma certi eventi sono degli ex-voto verso la consapevolezza di sé. C’è un prima e un dopo, un nucleo che sa trasferire così tanta energia da farci tirare avanti per anni : è sacro ciò che ci prova.
La ringrazio per aver voluto condividere con me, e con gli altri frequentatori del maniero, questa esperienza. Ne riparleremo, se vorrà, a quatt’occhi.

Suo devoto
Lorenzo Villa



P.S.
Perdoni il mio tornare su argomenti ben più rozzi per una sola domanda : l’interno in tela è meno longevo ? Se così fosse, per quale motivo lo scelgono proprio gli inglesi, da sempre fautori di una solenne perpetuità ?


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 31-03-2005
Cod. di rif: 1921
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Incontro serale
Commenti:
Stimato Gran Maestro,

le scrivo con ancora negli occhi un mirabile tasseloafer scamosciato di Lotus che il mio sguardo ha avuto la fortuna di incrociare ieri sera, in una vetrina del centro. La carne, si sa, è debole quel tanto da trasformare in dovere il cedere alle sue tentazioni : sono entrato per vedere meglio. E poi il lavoro condito dal diletto remunera l’uomo di grosso bottino, il piacere.
Ma ritorniamo alle scarpe. Cucitura goodyear, suola importante e…quel particolare di cui parlavo qualche giorno or sono, la parte anteriore foderata con tessuto e non con pelle.
Sarò pure in errore – ne farò ammenda a tempo debito - ma questa fabbricazione mi comunica un non so ché di delicato, come se fosse capace di rovinarsi prematuramente. Questo concetto sembra in totale dissonanza con la filosofia della nazione natia e con la stessa costruzione della scarpa. Mi permetto quindi di rilanciarLe la domanda di cui al mio gesso 1914.
La tentazione dell’acquisto è forte, dura da vincere. Ma quel particolare…abbisogna di magistral arbitrato.

Cavallerescamente
Lorenzo Villa



Ho già dato ordine di controllare i finimenti del destriero e di preparalo per la missione in terra bolognese. Neanche una tempesta soprannaturale potrà tenermi lontano da via Bassi il prossimo sei Aprile. L’acciaio sarà con me; gloria a chi crede !

L.V.


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 08-04-2005
Cod. di rif: 1924
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Quel colpo di ferro
Commenti:
Mio carissimo Gran Maestro,

sono molte le immagini che ritraggono H.R.H. il Principe Carlo con le maniche della giacca stirate. Ricordo ancora quando ammirai per la prima volta questo vezzo a Londra e ne rimasi stupito. Stupito e ammaliato, direi.
Come Lei – al contrario del Maestro Pirozzi che sembra di tutt’altra idea – guardo con ammirazione questa particolarità capace di rivelarci molto più del semplice dettaglio estetico. In essa si cela infatti uno stile di vita. Non dimentichiamo in tal senso le Sue parole, pronunciate durante il laboratorio d’eleganza appena trascorso : il mondo inglese si basa sulla servitù. Questo termine, in Italia, è sempre stato pronunciato con imbarazzo, quasi fosse testimonianza di un vivere da abbattere nel nome di quella modernità del “corretto e giusto” che tanto sa di borotalco e ben poco di tabacco…
Segno un altro punto a favore di Londra, capace con un colpo di ferro da stiro di riempire la dignità virile di quella storia che sa curarci da molti mali.
HIC MANEBIMUS OPTIME.

Le ultime parole vengono dal mio più profondo compiacimento per l’opera del Maestro Pirozzi in quel di Bologna. La grandiosità del Cavalleresco Ordine passa proprio da quell’ago…e dalla possibilità di entrare, oggi, da De Paz.
NUMQUAM SERVAVI !

Cavallerescamente,
Suo
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 11-04-2005
Cod. di rif: 1929
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Eventi e storia. Al Rettore Cavalier De Paz
Commenti:
Magnifico Rettore De Paz,

mi accodo al gesso del nostro Gran Maestro nell’esprimerti tutto il mio compiacimento. Come ho già avuto modo di scrivere, ci sono eventi che si svolgono anche per chi non vi partecipa; la loro forza è proprio quella del saper tracciare una strada nel buio, di saper dare un pezzo di storia da custodire a chi sa entrarvi intimamente. Nessun uomo vive invano se sa decifrare la storia del vissuto per perpetrare la tradizione.

Cavaliere
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 13-04-2005
Cod. di rif: 1932
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Lingua rara
Commenti:
Egregio Signor Tarulli,

il Principe Carlo parla una lingua lontana e tremendamente colta, cosa che alle volte lo può fare apparire poco comprensibile. E’ a mio avviso uno dei pochissimi capace oggi di vivere l’espressione britannica in tutte le sue forme, componendola in un eleganza che è figlia della tradizione e della storia.
Quello che Le può sembrare “opinabile” è un assioma di invincibilità : l’appropriato sul bello, la sottrazione sull’esibizione. Come ho già avuto modo di scrivere, qui l’aria si fa rarefatta…
Quanto alle maniche stirate, vengono di prevalenza adottate su tessuti leggeri ed estivi. Ovviamente non sono una regola presente su tutte le giacche ma una medaglia per come un inglese è ancora capace di vivere.

Cavallerescamente attendiamo il Gran Maestro.
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 15-04-2005
Cod. di rif: 1935
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Cavalcare le nuvole
Commenti:
Egregio Gran Maestro,

sfogliando una vecchia rivista inglese in compagnia di un tumbler di malto, non mi è sfuggita una bella pubblicità della DENTS, antica manifattura di guanti anglosassone. Attraverso una ricerca sul web ho scoperto che l’azienda esiste ancora, è in buona salute, ed è fornitrice di guanti della Casa Reale.
Chiamo ora in gioco la Sua scienza per saperne di più sulla qualità dei prodotti di una casa che sembra vantare lunga e gloriosa storia, atteso che, in un prossimo viaggio a Londra…

Le confesso, infine, che sono quasi imbarazzato nel mettere accanto al Suo gesso questa mia. Nel gesso 1933 la Sua penna ha raggiunto e toccato le nuvole. Mi piacerebbe, lo confesso apertamente, che lo leggesse il Principe. Chissà…

HAIL TO ENGLAND !

Cavallerescamente
Suo
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 22-04-2005
Cod. di rif: 1939
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Fulcro
Commenti:
Eccelso Gran Maestro,

nel ripassare in rassegna le molte immagini del Principe del Galles e nel ricordare due gentiluomini inglesi che per motivi di lavoro ho conosciuto, ho formato una domanda che desidererei porgerLe. In tutti i casi presi in esame riconosco un comune denominatore di accostamenti cromatici, di riduzione di ogni possibile particolare esibito, che sembra concentrarsi e ruotare in un nodo della cravatta piccolo e teso. Proprio quest’ultimo fulcro ha fatto nascere l’istanza : la tipologia del nodo piccolo - all’inglese diciamo - è solitamente ottenuto con cravatte dotate di interni molto sottili ovvero da una larghezza ridotta della stessa con forma a bottiglia ? O da entrambi ?

Un caro amico si recherà questo fine settimana a Londra. Ho già suggerito di approfondire il discorso Dents e di portarmi notizie su alcune “chicche”… obviously, riferirò senza oscillazioni.

Suo fedele Cavaliere
Lorenzo Villa da Parma


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 27-04-2005
Cod. di rif: 1947
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Il vestito della festa
Commenti:
Insigne Gran Maestro,

seguire un condottiero su strade così erte non è da tutti e il cammino, talvolta, può riservare più di una sorpresa. Sono qui ad accompagnarLa, carico di dubbi e di incertezze, forte di quell’orgoglio dell’appartenenza che fa grande l’uomo come il suo battaglione.

Alla prima lettura del Suo gesso ho riflettuto a lungo sulla mia personale idea di “vestito buono” o, che dir si voglia, “vestito della festa”. Il primo muro che questo pensiero ha dovuto affrontare è l’idea di travestimento che la mia mente riserva a ciò che non è insito nella coscienza di un uomo. Il vestito della festa si presenta, infatti, come una maschera che copre la realtà e non v’è dubbio che questo concetto sia al di fuori di quella ricerca di se stessi, e del proprio nucleo umano, presupposto per tentare la via dell’eleganza. Vivo di vestiti miei, mi travesto in una particolare occasione, sembrano voler dire quei due lemmi. Li ho sentiti molte volte pronunciati da mia nonna, recepiti dal sottoscritto con un accento dispregiativo, come se fossero figli di quella finzione che incarna indossare ciò che non si possiede. Buon ben capire che può essere condivisibile.
E’ poi giunta la seconda riflessione, quella che viene dopo aver bevuto un paio di bicchieri. In questi casi si riflette lontani dai preconcetti, per avviare quel lento scorrere nel ripensamento che riesce a scavalcare il muro. Mi ha aiutato in questo la seconda e la terza rilettura del Suo gesso.
Nel vestito della festa non alberga una maschera di un uomo ma un emblema sociale che può essere il lascito della tradizione di un popolo.
La cura maniacale atta a preservare quest’oggetto nel tempo e per il tempo nasce dal rispetto di se stessi e della propria terra. Quel rispetto che può essere oltraggiato tutti i giorni ma che è capace di riscattarsi in una sola ora all’anno. Anzi, questa circostanza giunge ad una simile concentrazione da abbagliare la memoria storica e bloccare il tempo. In effetti foto come quella da Lei riportata recingono la storia umana. Chi vive rispettando questo codice è colui che non può ma che sa, è quell’uomo che è capace di vivere ogni giorno la parte più semplice di se stesso ma che sa tributargli la dignità più alta.
Quel vestito tolto dalla naftalina e indossato con goffaggine e modestia non è maschera; è simbolo dei valori che un uomo ha potuto - e voluto - portare dentro se.

I miei cavallereschi saluti.
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 02-05-2005
Cod. di rif: 1960
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Dalla leggerezza alla libertà
Commenti:
Insigne Gran Maestro, versati Cavalieri,

non sono certo qui a tessere le lodi della leggerezza, figurando spesso come matrice di pericolose cadute in un qualunque percorso. Per una specie di contrappasso gli individui che ne abusano risultano, di frequente, pesanti nei discorsi e nei fatti.
In questo caso, tuttavia, la parola mi ha aiutato a dipanare una matassa che avevo tra le mani da un paio di giorni. Riflettevo sulla foto 1530 del nostro ormai succulento Taccuino, cercando di dar nome a una sensazione che nasceva dal confronto tra le tre figure in primo piano, unite dal filo dell’essere ciò che si deve, e la figura dirompente che esce sulla destra, exemplum dell’essere ciò che si vuole. Non c’è sensazione che non porti alla nascita di un idea e, parimenti, alla sua confutazione. Vediamola.
Nel sindaco, nel vescovo e nel militare riscontro una levità esterna nata da una pesante consapevolezza interna; è come se il loro apparire niente più di ciò che la storia ha voluto che siano, celi un maestoso percorso di autocoscienza di un ruolo regale, capace di rappresentare e guidare un esercito, si esso di militari, di anime o di cittadini.
La figura alla page evidenzia, al contrario, quella pesantezza e quella fatica che compie chi vuole essere costantemente “alla moda” : l’individuo è teso nell’ansia di una rincorsa che non ha mai una meta, perché questa cambia ogni stagione, unitamente alla direzione della tribù.
Ogni figura della triade vive con una forza così serena e degna da dare l’impressione di essere semplice. La figura in nero, liberata dalle convenzioni, si trova ad affrontare tutti i dubbi di un animo in perenne lotta con la tradizione e quindi con una parte di se stesso. Io ci leggo pesantezza e stanchezza
Alla resa dei conti, chi ha cercato la libertà sfrondando la dignità dell’uomo, ha messo la sua anima in una prigione. Quella stessa da cui si voleva affrancare.

Cavallerescamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 06-05-2005
Cod. di rif: 1963
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Vestito buono : costume invertito ?
Commenti:
Munifico Rettore,

con i tuoi scritti riesce sempre a scovare gli angoli più nascosti e ad illuminarli.
In effetti, togliersi veementemente un indumento, una giacca ad esempio, ha sempre significato violenta passione o estrema protesta. Potremmo stare a lungo a discutere se è un atteggiamento consono a un gentiluomo, che può di certo esternare in altre maniere il suo fervore, tuttavia non c’è piacere senza peccato, non c’è vita senza duello. Sono d’accordo con te.

A proposito del “vestito buono”, cosa ne pensi carissimo Dante dell’usanza molto comune di vivere una settimana con un certo decoro e svilire il sabato e la domenica con magliette e scarpe da tennis ? Sembra che la storia ci abbia condotto oggi a capovolgere il costume.

Tuo
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 10-05-2005
Cod. di rif: 1967
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Stile per tutti i giorni. Al Cavalier De Paz.
Commenti:
Eccelso Rettore,

ti ringrazio per la risposta che, al pari di tante altre Tue, riesce sempre a darmi una visione limpida di una questione, con uno stile così personale che non smette mai di colpirmi e affascinarmi.

Condivido il richiamo all’Inghilterra per il tempo libero, a quel mondo fatto di capi naturali per vivere con sobrietà e stile la tranquillità dei giorni festivi. Basta solo sfogliare le tante immagini dedicate al classico internazionale per pescare oggetti immortali per chi si crede uomo.
Ti confido che il mio quesito non era altro che un semplice riscontro sui comportamenti di molte persone : un gentiluomo rimane se stesso in ogni momento della sua vita, sia che abbia un appuntamento nella city sia che sia intento a potare le piante in uno sperduto casolare di collina piuttosto che a fare due passi in un mercatino. So che approverai.

Non posso che stringerti con i miei più cavallereschi e fraterni saluti.
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 13-05-2005
Cod. di rif: 1969
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Il bastone da campagna inglese
Commenti:
Ho voluto scrivere queste righe per tutti quelli che come il sottoscritto sono stati affascinati da quel bastone portato fieramente da S.A.R. il Principe del Galles e dal conte di Perth. Troverete le due splendide immagini nel nostro Taccuino (rif. 1451) e nel nostro Florilegio (Vestirsi Uomo I° puntata). In realtà se ne possono trovare altre.
Quello che più colpisce è la forma insolita, identificata come bastone da campagna inglese.

Innanzitutto cominciamo col dire che un bastone da passeggio è composto da tre parti : l’impugnatura, il fusto, il puntale.
La prima è la parte del bastone trattenuta dalla man. E’ fabbricata nelle fogge e nei materiali più disparati - corno, avorio, legno, metallo, osso, porcellana - ma sempre trova la sua cifra nella forma primitiva del bastone ricavato da un ramo d’albero. Può essere diritta, come un semplice bastone, o laterale, come il classico manico d’ombrello.
Il fusto è la parte principale, essendo quello che espleta la funzione stessa del bastone. Nel corso della storia ha mutato dimensioni, lunghezza e materiali : più lungo e grosso nell'antichità per essere usato come sostegno e come arma da difesa della persona, dall’ottocento è diventato più piccolo e corto in ossequio al divenire del bastone da passeggio puro oggetto ornamentale. Bambù, avorio, ciliegio, faggio, malacca i materiali più comuni nel corso dei secoli.
Il puntale è la parte che batte il terreno e può essere realizzato in metallo, in corno, in avorio o, più recentemente, in metallo e gomma.

Ma torniamo a quel leggendario bastone inglese. Le sue origini sono legate alla pastorizia, da qui la grande lunghezza del fusto - spesso in faggio - comoda non solo come sostegno ma anche come arma e come utensile per i più svariati usi. L’impugnatura è a “gancio”, chiamata così per un laterale fortemente incurvato che prende proprio la forma di un gancio. Utilissimo, questo, per avvicinare rami ovvero raccogliere e sorreggere qualunque cosa. Il puntale è in ottone o in corno. E’ molto utilizzato nell’Inghilterra del Nord e, soprattutto, in Scozia. Un vero e proprio scettro della tradizione pastorale e agreste di queste regioni.
Ogni volta che mi reco nella bottega del nostro magnifico Rettore, il Cavalier De Paz, faccio sempre cadere i miei occhi su quell’esemplare che troneggia a fianco del bancone.

Nel Taccuino due particolari del bastone da campagna inglese.

Ogni commento, precisazione o aggiunta, è fortemente gradito.

Cavallerescamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 19-05-2005
Cod. di rif: 1977
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: The last King
Commenti:
Mio illimitato Gran Maestro,

sporadiche immagini sono apparse a tratti all’interno delle nostre mura e brevi righe sono state tracciate, quasi ci invadesse una colpa nel tralasciare un icona che è imprescindibile dal ragionamento italiano e mondiale degli ultimi cinquant’anni. Gianni Agnelli si è affacciato così al Castello. E’ giunto a mio avviso il momento di prendere in considerazione un analisi che è una misura stessa dei nostri limiti e dei nostri slanci, dei successi e delle cadute di un popolo.
Dopo H.R.H. the Prince of Wales – sul quale, nel tempo, molto altro aggiungeremo – vedo giusto nel pensare a the last King of Italy.
Credo saremo tutti qui a salire questa scala. Più di un uomo ha meravigliato il mondo; l’Avvocato è stato meravigliosamente grande per essersi mosso sempre per motivi forti, trovandoli e amplificandoli in ogni più minuscolo particolare. Titano di un intera era.
Partirei da quell’Italia del dopo guerra per innestare questa figura, già capace di prefigurare quella grandezza che verrà.

Al Suo servizio,
Cavaliere dell’Ordine
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 20-05-2005
Cod. di rif: 1980
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Non forziamo i tempi
Commenti:
Egregio Signor Tarulli,

mi affianco al Cavalier Granata nel ribadire l’assoluta necessità di uno studio su Gianni Agnelli che eluda ogni confronto con individui che non possono ancora reggere bordate così forti. In uno scambio epistolare con il nostro Sommo Gran Maestro – 29 Luglio 2004 all’interno dello Studio – già convenimmo sulla correttezza di lasciare a distanza i giovani Elkann che avranno tempo per salire su navi così corazzate e navigare in mari così pericolosi. Concentriamoci su di una persona che già spaventa. Per il resto lasciamo vincere la storia.

Cavallerescamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 24-05-2005
Cod. di rif: 1984
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Una cravatta, un gioco, un ruolo.
Commenti:
E’ davvero sorprendente il gioco che Gianni Agnelli instaura con la cravatta nel Taccuino 1554. Se tutta la squadra Ferrari è “imbustata” in posa, l’Avvocato mostra con sarcasmo una cravatta annodata con la gamba anteriore vistosamente più corta della posteriore. Un espediente, questo, tanto eclatante quanto arduo, teso a sminuire la vettura ai suoi piedi e a sottolineare, in un modo che può essere concesso solo a Lui, chi è il capo di tutta la brigata. Tra l’altro non c’è possibilità di imitazione : chiunque si troverebbe a sbattere la testa con il grottesco; mortalmente.

Scegli la strada in salita, di solito porta alla verità.

Cavallerescamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 03-06-2005
Cod. di rif: 1994
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Dai campi di guerra alle strade cittadine.
Commenti:
Intrepido Gran Maestro,

stiamo tutti controllando e riaffilando le nostre daghe, i cavalli sono nelle scuderie a rifocillarsi, qualche coppa di vino è scesa fin negli inferi. La battaglia, dura e compatta, ha cementato i prodi, magnificato gli animi, celebrato una forza di cui oramai siamo certi.
Andremo fino in fondo e altre prove verranno. Tutti avranno ciò che meritano.

Abbandonate le vesti marziali ritorno su di un particolare civile, già trattato un paio di anni fa : la camicia con collo bianco. Parlo solo del collo perché prendo in esame la versione originale inglese e non la traduzione nazionale con collo e polsi.
Un valoroso e attempato avvocato ne indossava una a bastoncini bianchi e azzurri tenuissimi sotto uno splendido completo tre pezzi Glen Urquhart questo martedì.
Sono andato subito a rileggere le Sue parole al gesso 244 e a ripensare alle mie sensazioni di allora. Non so dirLe se quell’uomo di oltre settant’anni ha studiato in Inghilterra, tuttavia so con certezza che le Sue parole furono profetiche poiché quell’individuo era elegante. Di un eleganza sobriamente fuori dal coro, direi. Mi ha decisamente colpito.
Ora si chiederà “perché mai mi dice tutto questo ?”. Ebbene, ritiene che dovrò aspettare quell’età per possederne una ? Una piccola riga, un quadratino…un peccato mi sarà perdonato ?

Cavallereschi saluti
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 06-06-2005
Cod. di rif: 1998
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Nel tempo, per il tempo.
Commenti:
Egregio Gran Maestro, mio sublime compagno di vascello,

lascerò che la tentazione si impadronisca delle mie azioni facendomi cucire una camicia dalle tenui righe bianco-azzurre e dal collo bianco. Acquisterò la stoffa, la consegnerò alla camiciaia e me ne dimenticherò. L’abilità degli artigiani di prolungare i tempi di consegna farà il resto.
Dopo averla ritirata la deporrò nell’armadio lasciando che venga sfiorata solo dai miei occhi. Verrà un giorno che sentirò di indossarla, forse solo in casa, forse anche per uscire. Vedremo…
Le Sue parole sono sagge, danno al tempo la facoltà di doppiare i mie anni e così la mia esperienza e la mia perizia.
Nell’attendere c’è gioia e massima compiutezza.
Sarà il primo a sapere come è andata.

Un saluto cavalleresco
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 07-06-2005
Cod. di rif: 2000
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Al tempo il suo compito.
Commenti:
Caro Lello,

allora sali anche tu sul nostro vascello, la barca di quelli che danno ancora al tempo il suo compito : maturare la storia. Me ne compiaccio.
Benvenuto a bordo, Cavaliere !

Numquam Servavi.

Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 10-06-2005
Cod. di rif: 2008
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Sole, mare, classe.
Commenti:
Stimatissimo Pugliatti, insigne Professore,

cedo appagato dalle ultime immagini che ha inserito nel Taccuino. Sessantasei anni dopo sarebbe bello incontrare questi gentiluomini in Versilia piuttosto che in Costa Azzurra o Sardegna. L’incrociarne solo uno darebbe un contributo all’atmosfera così forte da far sparire l’afa !

Interessantissimi i disegni sull’accostamento abito-calza-scarpa. Sono d’accordo con Lei : trovare belle calze a piccoli disegni è oggigiorno un impresa ardua. Questa perdita deriva, a mio avviso, dall’assoluta incapacità dell’uomo moderno di rischiare su campi da gioco così divertenti. Meglio stare sul sicuro nei tanti completi scuri, nella miriade di calze blu, insomma, nella grande uguaglianza della diseducazione al bello e alla sua molteplicità.
L’ultima volta che ne vidi di splendide era qualche anno fa a Londra, se non ricordo male da Turnbull&Asser. Forse da quelle parti…

Un saluto cavalleresco e ancora complimenti.
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 13-06-2005
Cod. di rif: 2011
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Una giacca riassunto.
Commenti:
Eccelso Gran Maestro,

la mia umile penna ha nuovamente arrischiato il commentare alcune immagini dell’Avvocato Gianni Agnelli. La scalata a queste quote è sempre ardua, lo sforzo per comprendere l’opera di un immortale immane.
Come già richiestoLe nel Taccuino, gradirei un Suo commento sulla giacca rif. 1623. E’ molto diversa dalle altre : sembra un riassunto.

Cavallerescamente,
Suo
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 14-06-2005
Cod. di rif: 2018
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Giovanni Agnelli II°
Commenti:
Caro Tommaso,

l’analisi che proponi non è digiuna di prove, così come la lettura che se ne trae può essere più che plausibile. Quello che non capisco è il tuo dissenso sulla mia frase, giacché quest’ultima contiene tutta la tua chiosa. Forse ne hai visto solo un lato, quello più esterno; le mie parole parlano di un uomo che con quella posa ci fa già intuire la forza e le passioni che lo animeranno. Non per ultimo il gentil sesso…

Quanto alle scarpe mi sono volutamente calato in uno dei giochi dell’Avvocato. Immaginate il suo divertimento nel pensare a tutti gli imitatori con indosso un paio di Tod’s ! Non era certo quest’ultimo lo stivaletto del Re d’Italia…chissà, forse qualche artigiano lo aveva proprio seguito in uno dei suoi abili enigmi.

Cavallerescamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 16-06-2005
Cod. di rif: 2021
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Il cappello in baku
Commenti:
Inarrivabile Gran Maestro,

non più tardi di cinque anni fa mi sembra di aver visto un cappello maschile in paglia baku in una antica cappelleria della mia città. Non saprei dire con certezza dell’autenticità, certo è che dall’aspetto mi era parso proprio quello vero, sul quale avevo letto qualche riga su di una rivista maschile.
So che è una paglia leggerissima, per cappelli freschi e di peso piuma, che deriva dalla palma Talipot che cresce in paesi come Ceylon e Filippine.
Mi sa dire altro su questo copricapo ? In particolare è nato e viene prodotto proprio in questi paesi ?

Cavallereschi saluti
Suo
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 21-06-2005
Cod. di rif: 2030
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: L'energia di una serata
Commenti:
Egregio Cavalier Granata,

mi addolora la mancata partecipazione ad una serata, la Wine Accademy, che avrebbe portato tanta energia potenziale entro me quanto la diga di Assuan ne è capace di contenere. La forza di Luca è devastante : volge lo sguardo dove nessuno avrà mai la sfrontatezza di guardare, parla di cose che nessuno avrà mai il coraggio di dire. Ma in tutto questo c’è un eccezione : i Cavalieri.

Cavallerescamente
Lorenzo Villa

P.S.
Per mia fortuna godo ancora i frutti di un orto di campagna faticosamente e gelosamente coltivato da mia nonna. La bellezza è nella verità.


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 27-06-2005
Cod. di rif: 2034
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Espadrillas
Commenti:
Un gentiluomo ricercherà sempre la sobrietà come punto d’arrivo di ogni suo percorso estetico e concettuale. Abbiamo su questo assunto trattato poc’anzi l’argomento spiaggia-mare, citando un paio di calzature di origini povere bensì dotate di quella sobrietà e di quell’eleganza che non di rado si ritrovano in oggetti che hanno navigato lungo la storia : le espadrillas.
Calzata nei secoli dai pescatori spagnoli e portoghesi arriva, sospinta dal vento, negli anni trenta sulle spiagge più esclusive del mondo. Pensate che nel museo archeologico di Barcellona è conservato un esemplare di espadrilla trovata nella cueva de los murciélagos a Granada e indossata da uomini approssimativamente 4000 anni fa !
E’ costruita con materiali assolutamente naturali e per essere originale deve essere cucita a mano. La suola si ottiene arrotolando una corda di canapa o juta mentre per la calzata si utilizzano due pezzi di cotone ovvero di lino grezzo. Una robusta cucitura assicurerà la calzata alla suola.
Semplice, modesta, sobria, batterà la sabbia del Cavaliere e dell’uomo di gusto.

Cavallerescamente Vostro
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 07-07-2005
Cod. di rif: 2043
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Con il cuore a Londra
Commenti:
Gli infami vermi sono riusciti dalla melma per cercare di sporcare con la loro bava ciò che i millenni hanno consegnato all’uomo. L’amarezza che proviamo deve essere pari ad una risolutezza non più figlia di parole ma di fatti. E’ ora di agire profondamente, lontano dagli errori fin qui commessi.
Per essere felici bisogna essere liberi e per essere liberi bisogna aver coraggio.

Con il cuore a Londra.

Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 08-07-2005
Cod. di rif: 2048
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Comprensione del silenzio
Commenti:
Egregio Gran Maestro,

fino a ieri sera avevo deciso di non rispondere alla Sua, o almeno non nei toni che qui sto utilizzando. C’era qualcosa che mi aveva stupito : senza giri di parole, sentivo le Sue righe stridere in un momento così drammatico.
Ieri sera, questa notte, ho capito. Ho compreso, senza bisogno di aggiungere altro, Lei, le Sue parole, il mio marchiano errore. Ora so.

L.V


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 11-07-2005
Cod. di rif: 2050
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: In profondità
Commenti:
Caro Gran Maestro,

non tema, comprendo, condivido, “respiro”, ogni singola parola del Suo commento. Il tempo che passa, e il Suo ulteriore gesso, non fanno che sprofondare via quei miei pensieri espressi con tanta fretta e leggerezza.
I sentimenti di un Uomo hanno una collocazione così alta da sentirsi smarriti se riversati platealmente in piazza, al pari di certe umane opere, così elevate, da dover necessariamente essere collocate in spazi ristretti e fruite nei tempi dovuti.
Questa resa spettacolare che oggi ci chiedono, domani ci leverà quella dignità, quell’onore, che la nostra civiltà ha costruito nei secoli non senza difficoltà.
Ora so e La ringrazio tanto. Mi ha spinto in profondità.

Cavallerescamente Suo
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 13-07-2005
Cod. di rif: 2051
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Occhiali
Commenti:
Insuperabile Gran Maestro,

di ritorno dalle turbinose bocche di Bonifacio mi giovo da qualche giorno della quiete e dell’ascesi che regna al castello. Qui ho trovato il mio cuore, qui ne ho narrato i moti.

Durante il breve riposo mi ero ripromesso di tornare a quell’argomento appena accennato in una mia nel Suo studio : gli occhiali.
Su quest’oggetto che cosa consiglia a chi come il sottoscritto nulla vuol concedere alla tendenza del momento ? Cosa è rimasto ad uso di un gentiluomo in un ambito infestato da pubblicità e griffes ?
Gli occhiali influenzano non poco le caratteristiche somatiche di un individuo e, nel caso di quelli da vista, compongono l’individualità della persona a tal punto che, di sovente, non riusciamo a riconoscere un volto privo di essi.

Cavallereschi, fraterni saluti.
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 14-07-2005
Cod. di rif: 2053
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Lenti sulla storia
Commenti:
Caro Gran Maestro,

i Suoi splendidi wayfarer in tartaruga li ammirai a lungo, in silenzio, circa due anni fa durante una nostra passeggiata sul lungo mare di Napoli. Non me li feci scappare e li ricordo piuttosto bene !
So che si trovano dei Ray-Ban pre-Luxottica in qualche negozietto e sono deciso a dare un occhiata in giro. Lei cita la Bausch&Lomb : produce anche occhiali ? Pensavo si occupasse esclusivamente di materiale ottico, lenti in primis, dacché tutti sappiamo che i “veri” Ray-Ban statunitensi montavano queste lenti…
Qualche tempo addietro un cliente in sartoria parlò di un artigiano parigino che produceva, dalle parti di Place Vendôme, originali ed eccelse montature, anche su disegno del cliente. Il nome non lo ricordo proprio ma l’occhiale indossato da quell’uomo non l’ho mai dimenticato : tartaruga vera per una stranissima forma a orecchia di bassotto.
Celeberrimi gli occhiali Desil, veramente imbattibili nel dorato.

In attesa di Sue nuove,
La saluto più che cavallerescamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 19-07-2005
Cod. di rif: 2061
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Centimetri "segretissimi"
Commenti:
Caro Pugliatti,

la white dinner jacket che il nostro segretissimo agente indossa in “Goldfinger” è entrata in tanto cuori non per ultimo il mio. Come sostiene il mio sarto occorre sempre chiarire in che modo si misura la larghezza del rever : orizzontalmente o lungo la giunzione del cran.
Considerando la prima metodologia, direi che in questo caso siamo all’incirca sui 7-7,5 centimetri.
Sinclair porta il rever in “Diamonds are forever” a circa 10,5-11 cm al massimo.
Ovviamente i mie calcoli portano con se un errore dato dalla misurazione indiretta e approssimativa.
L’occhio del nostro GM, indubbiamente più allenato, dirà la sua.

Cavallerescamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 28-07-2005
Cod. di rif: 2063
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Reiser & Livaditi
Commenti:
Qui al Castello non mancano certo i palati fini, quelli abituati alla “ciccia” che sa piegare la graticola. Proprio per tutti questi ho il piacere di sottolineare la bellezza delle ultime produzioni di una casa storica per i tessuti da camiceria artigiana : Reiser & Livaditi, manifattura che fin dal 1870 ha sempre guardato alla qualità senza compromessi di sorta, esportando in Italia la grande tradizione svizzera.
Ho avuto modo di visionare, e di farmi cucire, un popeline croccante, serico, pieno, carnale. Eccezionale poi il twill nella sua grammatura pastosa e scattante. Tutti, ovviamente, nell’altezza 90 per camiceria vera.
La Fatam di Parma, storico negozio di teleria e biancheria, ha ritagliato nel suo spazio di via Cavour un bell’angolo dedicato alla manifattura. Interessanti anche i prezzi.

Fatam – via Cavour, 30/I – Parma

Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 03-08-2005
Cod. di rif: 2068
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: ...e la campagna.
Commenti:
Gran Maestro insigne,
caro Franco,
egregio Cavalier Zaccaro,

dopo interventi così ispirati ardua e spregiudicata è l’intenzione di inserire un mio breve commento. Dacché il coraggio sprona il Cavaliere… via al galoppo !
Per quanto riguarda la campagna occorrerà, a mio avviso, togliere qualcosa nell’abbigliamento da montagna ed aggiungervi altro in quello cittadino. Bene i pantaloni in drill di cotone khaki con una vecchia cintura in cuoio e ottone, benissimo le camicie meno formali in cotone e in lino, perfetti i pullover a V nei colori del bosco e uno a maglia inglese, preferibilmente ‘vissuto’ e stagionato, per i momenti più freschi.
Mi piace l’idea di una bella giacca “cacciatora” in cotone, semplice, spartana, robusta per le passeggiate ma anche per le serate spese a banchettare allegramente. Naturalmente con cravatta.
Chukka boots ovvero una bel polacchino scamosciato e cucito a guardolo per i nostri piedi.
Conoscendo la bellezza del passeggiare sotto la pioggia nei luoghi agresti, non dimenticherei un bell’ombrello, di quelli robusti da campagna, e un paio di pratici stivali in gomma verde; magari un Toscano e una fiaschetta.
Ah, dimenticavo, non sia mai che in un bel posto si sia soli…

Cavallerescamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 05-08-2005
Cod. di rif: 2072
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Sui sentieri della ricerca
Commenti:
Egregio Cavalier Zaccaro,

sono certo che il completissimo gesso del nostro Gran Maestro darà nutrimento alla Sua ricerca nel campo dell’abbigliamento da campagna.
Un’alternativa che può avvicinare, nei pantaloni, i due lati della strada, cioè comodità ed estetica, è la pence singola all’inglese, ovvero la reversed pleat. Con questa costruzione si ottiene un pantalone asciutto senza rinunciare del tutto ad una vestibilità confortevole e ad una formalità virile. Può dare un occhiata alla foto 1748 del Taccuino in cui l’ineffabile Bond ci mostra questa tipologia.

Per giacca “cacciatora” intendo, in effetti, una maremmana. Per dirla tutta il mio sarto l’arricchisce di particolari rustici, come il carniere nella schiena, inserti di camoscio, tasche supplementari e via di questo passo sulle ali della fantasia (estrosità) del cliente.

Cavallerescamente a rivederLa su di un qualche sentiero. Le offrirò un buon malto scozzese.

Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 08-08-2005
Cod. di rif: 2074
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Maturità, ovvero gusti maturi.
Commenti:
Pregiatissimo Gran Maestro,

plaudo caldamente a questa nuova sfida dell’Ordine. L’idea di un confronto con personalità eccezionali e di caratura internazionale porta alle estreme conseguenze gli scopi su cui si erge il nostro maniero ed è di un imponenza tale da prefigurare scenari imprevedibili e irripetibili altrove. Ormai si va per mari profondi, ormai si va dove nessuno ha mai posto gli occhi.

Sono altresì impressionato dalle parole di monsieur Joseph : “mature taste” ovvero gusti maturi. Riflettiamoci bene su questi due lemmi, poiché, nella loro semplicità, parlano di un intera visione umana, quella che abbiamo di fronte a noi stessi e che dovremmo riuscire a vedere. Questa maturità così tanto avversata oggi, sarà una delle poche vie per vivere nuovamente domani

Complimenti GM ! Un altro centro.

Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 10-08-2005
Cod. di rif: 2075
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Domande d'Agosto. Al Gran Maestro.
Commenti:
Caro Gran Maestro,

la prima delle due domande che mi appresto a consegnarLe è piuttosto singolare, ciò nondimeno credo possa essere di un certo interesse per taluni appassionati. Entrambe le questioni sono nate in una di queste piacevoli serate, alle quali non difettano fresche brezze e ‘fumosi’ piaceri. Può già intuire a cosa mi riferisco per questi ultimi…
Vengo a bomba. Il conservare il proprio vestiario in un armadio antico espone a maggiori rischi di attacchi di tarme ?
La seconda interpellanza riguarda la distanza appropriata dei due quarti anteriori di una giacca sbottonata e con postura eretta. E’ preferibile avere una distanza piuttosto ridotta, aderente al busto, o è corretta anche una distanza maggiore, diciamo dell’ordine di 20-25 centimetri, tra le due estremità ?

Or ora andrò ad accendermi un Toscano originale. Con cosa mi fa compagnia in questo pomeriggio di Agosto ?

Cavallereschi, amichevoli, saluti da Parma.

Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 30-08-2005
Cod. di rif: 2113
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: La congiunzione dell'adeguatezza e della bellezza.
Commenti:
Egregio Gran Maestro,

desideravo sottolineare il valore di quanto espresso nel Suo indovinato gesso su adeguatezza e bellezza. In particolare il passaggio sul perfetto bilanciamento di questi due concetti di fronte alla materializzazione dell’eleganza. E proprio per tale ragione trovo errato porsi sulla scelta tra adeguatezza o bellezza, giacché per aprire quella parte di noi stessi che si manifesta esteriormente nella personalità necessitiamo di tutte e due le chiavi. O meglio, arrivando a questo traguardo, incrociando così profondamente sé stessi, non potremmo che aver percorso entrambi i sentieri secondo una propria identità univoca. Anche se ci troviamo alle prime armi. In un mio passaggio di qualche tempo fa scrivevo a proposito del Gusto come il luogo che ci permette di dare una rappresentazione dello Stile in cui abbiamo circoscritto il nostro sentire, espresso con la nostra personale tavolozza. Concludo, quindi, affermando che quando il Gusto è supportato – con successo o meno, questo lo si vedrà – da un individualità che tenta quella via dell’assenza e della sottrazione, intesa come sobrietà di ricerca, non ci sarà nessuna adeguatezza senza bellezza, e viceversa, bensì la figurazione esterna del nostro Io in armonia. Quanto, a ragion veduta, questo è difficile da ottenere lo sappiamo tutti…

Cavallereschi saluti.
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 11-08-2005
Cod. di rif: 2079
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Miseri centimetri, grande fumata.
Commenti:
Egregio Gran Maestro,

ha ragione, non piacciono neanche a me quei centimetri, ben più adatti a misere istruzioni da supplemento di rivista. In realtà mi domandavo se tecnicamente è preferibile una giacca con i quarti ben ravvicinati ovvero aperti e distanti; la Sua risposta mi ha già instradato sulla via giusta.
Ci mancherebbe la compassionevole formuletta da saputello, quella che una volta letta e memorizzata eleva lo spirito umano a censore e arbitro del gusto da rotocalco ! Ogni giorno ne nascono cento; ogni notte si spera ne muoia qualcuno.

L’ho vista poche volte con un Toscano tra le labbra. In visione della Sua stagione, rapito di certo da quei forti effluvi, si lasci amare da quel ‘maledetto’…

Cavallerescamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 16-08-2005
Cod. di rif: 2084
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Una sola verità per i dannati. Al Signor Fontana.
Commenti:
Egregio Signor Fontana,

Lei sta proprio vivendo la parte più oscura e affascinante del percorso che La introdurrà, con la perseveranza, nel nucleo di se stesso.
Come già sa qui al Castello difendiamo a spada levata il vero artigianato, la vera sartoria, quel mondo che produce l’unicità come il risultato di individualità, passione, conoscenza. Nessuna casa del cosiddetto “su ordinazione” Le potrà mai dare una sorsata da questi pozzi cristallini. Trovo oltremodo grandioso il passaggio del nostro Gran Maestro qui sotto. Lo legga, lo rilegga ancora, aspetti qualche giorno e torni su quelle righe. Le Sue parole di oggi parlano già di quello che farà e di dove andrà. Sarà tra noi dannati; per usare parole “magistrali” : condannati a vita alla sartoria artigiana.
Propongo un brindisi…

Cavallerescamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 22-08-2005
Cod. di rif: 2089
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Il gusto siede sul trono. Al Cavalier De Paz
Commenti:
Carissimo Dante, sublime Rettore,

la tua penna torna a graffiare la nostra Lavagna e i nostri cuori. Come d’altra parte resistere alle abbaglianti immagini che hai inserito nel Taccuino ! Altro che panegirico della Famiglia Reale Inglese; nessuno si dolga, tuttavia lì siede ancora in trono un gusto inavvicinabile (per ora quello…).

Approfitto della mia per domandarti della camicia da morning coat. Noto che i figli di H.R.H. Prince Charles indossano la classica camicia inglese con collo bianco e corpo azzurro. E’ dal codice del tight che risaliamo all’usanza, tanto cara al british code ed estesa ad abiti formali, del collo bianco su sparati in contrasto ?

Cavallerescamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 01-09-2005
Cod. di rif: 2115
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Proper - Al Cavalier Fratocchi.
Commenti:
Egregio Cavalier Fratocchi,

per adeguato non considererei il concetto di un’adesione ad una corrente bensì il termine inglese “proper”. Questa parola, dall’apparenza semplice, contiene un intero modo di vivere e di affrontare la quotidianità secondo la legge che combina sobrietà, sottrazione, tradizione, storia, sia questa in un abito, in una scarpa, in un qualunque atteggiamento esterno ed interno. Quando riesco a raggiungere questa condizione, contenendo a forza la vanità, ho quasi sempre con me la bellezza.

Cavallereschi saluti da Parma
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 03-09-2005
Cod. di rif: 2118
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Dall'indossare il bello al portare il giusto.
Commenti:
Egregio Cavalier Fratocchi,

abbiamo trovato il giusto tiro proprio sul quel termine, “proper”, tanto caro all’eleganza e al codice britannico. Me ne compiaccio. L’inversione del cammino di cui Lei brillantemente parla non è cosa da poco, giacché il passare dall’indossare per la bellezza ad una bellezza che nasce dal vestire con la cosa giusta, ci conduce a mettere un abito non perché bello ma perché corretto, adeguato. In quel modo esso diverrà splendido e consono alla grandezza di quell’uomo che comincerà ad intravedere, da lontano, l’adeguatezza e la bellezza che si fanno una cosa sola. Eleganza ? Forse. Certamente quest’uomo cammina verso la sua storia con la forza del suo passato.

I miei cavallereschi saluti verso Caracas.
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 10-09-2005
Cod. di rif: 2126
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Un Mohair salvato dagli abissi.
Commenti:
Ineffabile Gran Maestro,

il piacere di una scoperta risiede nel gioco dell’inaspettato e nella magia di un bisogno che trova un’accidentale risposta quando si aveva da tempo dimenticato la domanda. E’ quello che deve essere successo ieri sera quando il mio sarto ha (ri)trovato una pezza di Mohair blu di trentuno anni fa (1974 in etichetta). Lasciata da parte per tutto questo tempo in uno sgabuzzino, sepolta da polvere e altre stoffe, è riapparsa come uno splendido galeone salvato dagli abissi. Pesantissimo – pare quasi un thornproof - recita in cimossa : Pure Mohair – Cumberland – England.
Perdonerà la poesia della mia eppure continuo ad incantarmi e ad illuminarmi interiormente quando trovo ciò che ho sempre desiderato senza saperlo. Questo è un argomento interessante… ci capiterò intorno quanto prima.
Quanto alla pezza si apre un problema : il maestro non è certo che la metratura consenta di cucire una giacca. Se così fosse, cosa filtra la Sua scienza se optassi per un pantalone ? In secondo luogo, visto il peso del tessuto, si può pensare ad un Mohair anche per l’inverno ? Credo che al giorno d’oggi tessuti in mohair di questa gravita siano fuori da ogni campionario. Si sa sempre quello che si lascia, raramente quello che si perde.

Cavallereschi saluti
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 12-09-2005
Cod. di rif: 2128
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: E giacca sarà !
Commenti:
Egregio Gran Maestro,

giusto questa mattina ho contattato telefonicamente il maestro per domandar responso. Ebbene, pur riservandosi di tracciare gli ultimi particolari, sembra che sia possibile sublimare il tessuto in una giacca. L’inizio settimana mi remunera con una gran moneta ! In ogni caso andrò a far visita al prezioso reperto uno di questi giorni, onde accertare la composizione esatta del tessuto. Diciamo pure che è un pretesto : per il sottoscritto ogni motivo è buono per passare un po’ di tempo in sartoria. Così come per fare una domanda al Gran Maestro. Mentalmente associo il Mohair alla bella stagione e invero la grammatura della pezza ci porta a tempi in cui la percezione della stagione era il riflesso della civiltà e del gusto, non del malcostume. A quell’epoca, come sostiene il mio sarto, sarebbe stata utilizzata in estate; oggi tutto l’anno. Ne conviene ?

Cavallereschi, raggianti, saluti.
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 16-09-2005
Cod. di rif: 2130
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Alleggerimento : dal tessuto alla bellezza.
Commenti:
Caro Gran Maestro,

è bizzarro che l’uomo di oggi debba alleggerire continuamente i tessuti e di pari passo rinforzare sempre di più il fisico. Peregrina in palestra tutti i giorni, segue diete rigorosissime, non beve alcolici, si allena di continuo per rincorrere la giovinezza e poi non riesce a sopportare qualche grado in più nella colonnina di mercurio ? Non riesce neanche a tollerare una giacca in lino ? Con quella struttura che si ritrova deve slacciare la cravatta, ammainare quel piccolo e lucente drappo di seta ? Gli sembra tutto insostenibile e al contempo eliminabile e superfluo, soprattutto quello che porta un significato maestoso. Anche la bellezza che tanto sembra inseguire, e pagare a caro prezzo, è stata “alleggerita”. Non tanto tempo fa essa si mostrava, da aristocratica qual’è, a chi sapeva intenderla nella maniera più genuina possibile; con la sua democratizzazione si sono costruiti palazzi dove prima c’erano monumenti d’arte. La bellezza è sempre stata intesa come un soffio per avvicinarsi a Dio, un mezzo per viaggiare nel metafisico, una musica dell'anima, un valore che ne mostrava altri con il compito di proteggerli, di farli brillare ancor più. Come un manto onirico creava gli eroi – pensiamo ad un guerriero greco -, faceva sì che si potesse dimostrare l’esistenza di una forza creatrice suprema.
Oggi la bellezza è stata svuotata del valore e concessa al popolo nel suo lato più facile e assieme più banale, quello che è sempre esistito solo per essere un tramite.
E’ un grosso spostamento quello che è avvenuto, un cambio epocale che ha generato non pochi problemi : quest’uomo e questa donna, così sicuri del loro fisico, della loro salute, lamentano psicosi, nevrosi, problemi esistenziali. Ma come, non erano i campioni del nuovo benessere ? Del “ è bene ciò che fa bene “ ? No Signori, l’orrido edificio cade; riescono a sopportare questa vita solo grazie all’assassina del costume e del gusto : la velocità. Tramite questo drago spietato e drogato vanno e credono di vivere. Non sanno che se solo rallentassero un poco, in quel vivere, diverrebbero pazzi o suicidi.

“Che opera mirabile è l'uomo! Così nobile nel ragionamento! così illimitato nelle facoltà! nella forma, nel movimento, quanto preciso e ammirevole! nell'azione così simile ad un angelo! Nelle percezioni, così simile a un dio! la bellezza del mondo! il paragone degli animali! Eppure, cos'è per me questa quintessenza di polvere? l'uomo non mi delizia; no, neppure la donna” W.Shakespeare

Suo devoto Cavaliere
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 19-09-2005
Cod. di rif: 2133
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Del gilet e del tempo.
Commenti:
Per capire cosa fosse il gilet qualche decennio fa, scrivo di un episodio narratomi in questo fine settimana da mio padre.
All’età di venticinque anni si era fatto cucire da un giovane sarto della città – di quelli frequentati dai baldi giovani degli anni sessanta-settanta che si credevano alla moda - un due pezzi grigio in fresco lana. Fu tanto compiaciuto del risultato dall’indossarlo prontamente dopo il ritiro, voglioso di mostrarlo a suo padre. Ebbene, una volta a casa, mio nonno esordì con questa frase : “Ah, ti sei fatto fare un ‘completo’ giacca-pantalone…credevo un ‘abito’.”. Suppongo che queste parole la dicano lunga sull’uso del gilet in quegli anni !
I tempi cambiano e noi cambiamo con essi.

Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 23-09-2005
Cod. di rif: 2142
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Italia - Inghilterra. Ancora sul gilet.
Commenti:
Egregio Gran Maestro, fieri Cavalieri,

molto prima di me, ed in maniera indubbiamente più brillante, Wilde sostenne che è molto difficile resistere alle tentazioni. Una di queste è per il sottoscritto la sartoria, luogo che al piacere della visita unisce spesso lo stupore della scoperta, soprattutto da quando il mio sarto peregrina alla ricerca di pezze inglesi d’annata.
Stamani ho inoltre avuto la fortuna di incontrarvi quel gentiluomo parmigiano di cui davo cenno in un mio gesso ad inizio anno. Abituale frequentatore di sartorie britanniche, è Uomo piuttosto avanti nella strada individuale verso l’eleganza, nonostante un età tutt’altro che veneranda.
In virtù del suo completo tre pezzi in mohair non è stato difficile far scivolare il discorso sul gilet. Stando alle sue parole, pare che in Inghilterra abbai subito sorte migliore che in Italia, essendo ancora piuttosto richiesto da fedeli appassionati. Ha poi perentoriamente confermato la teoria del Gran Maestro che ha visto nascere parte della sua decadenza in una domanda estenuante di differenza minima di prezzo. Nelle sartorie inglesi i costi delle due soluzioni - abito due o tre pezzi - sono notevolmente diversi e si traducono in una distanza di esborso che può arrivare ad oltre quattrocento sterline. Lo stesso maestro Parmelli mi ha comprovato che – fatte le debite distanze di prezzo con Londra – qui sarebbe improponibile.
Sono certo che vedremo ulteriori approfondimenti e commenti.
Nell’attesa Vi saluto cavallerescamente.

Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 26-09-2005
Cod. di rif: 2158
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Spariamo con tre cannoni.
Commenti:
Imprendibile Gran Maestro, carissimo Franco, amici studiosi del Gusto,

alle volte le parole guidano le idee e questo vento solenne ci può condurre alle azioni più coraggiose. Avevo già programmato per quest’inverno un Principe di Galles 'Gagniere' da ben quattordici once, recuperato dal mio sarto da non so quanti lustri di abbandono. Adesso giace ben nascosto in un cassettone. Nel donare vita a questi gloriosi saggi pare quasi di trovarsi al cospetto di un azione che fa grande un uomo. Si va oltre il capo in sé e si entra con l’animo nella storia.
A questo punto farò cucire anche un gilet. Il primo.
La giacca sarà un tre bottoni stirato a due, una foggia che amo particolarmente. Mi chiedo, or ora, quale sia il taglio del gilet più appropriato per questa scelta.

Nell’attesa di una Vostra,
epici, cavallereschi, saluti.

Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 28-09-2005
Cod. di rif: 2161
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Lorica da battaglia. Al Gran Maestro.
Commenti:
Caro Gran Maestro,

nel silenzio cerco la verità e di certo nel silenzio troverò la fede. L’esibizione controllata è una chiave, bensì il silenzio della mia lorica sarà un grimaldello. Vada per il due punte-sei bottoni. A proposito di quest’ultimi, per un tessuto siffatto cosa instilla la Sua perizia ?
Dalla stessa conversazione di cui al mio gesso 2142, ho carpito che in Inghilterra è molto usato il corno in tutte le sue splendide, seducenti, sfumature. Anche con abiti formali. I nostri sarti usano più il corozo, lasciando al corno naturale la voce sulle giacche più sportive. Quello che non mi è piaciuto del costume britannico sono i bottoni a due fori.

In attesa di Sua graditissima,
cavallereschi saluti.

Cavaliere
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 28-09-2005
Cod. di rif: 2163
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Dal corno alla battaglia.
Commenti:
Egregio Gran Maestro,

ricordo molto bene di come a Londra amino un corno matto, opaco, leggermente velato, per intenderci a pasticca di liquirizia. Me ne feci portare un set da un mio amico l’estate scorsa; erano splendidi nella fattura ma assolutamente ottenebrati. Devo confessarLe che su alcuni tipi di tessuto, ad esempio alcuni tweed, non li disdegno. Proprio quella serie finì su di una giacca realizzata in un villereccio cheviot.

Era stato molto interessante l’incontro con il signor Conti lo scorso anno. Sciaguratamente il ventidue ottobre non sarò presente al laboratorio, dacché si chiude proprio quel sabato la più importante fiera del nostro settore, manifestazione in cui siamo presenti al gran completo e dal martedì. Un vero peccato, lo so. Da fiero ed eroico Cavaliere non potrò invece mancare la serata dell’Adunanza. Per il sottoscritto sarà una giornata titanica, un vero tour de force, ma in ogni caso predestinata.

Un cavalleresco omaggio.
Suo
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 30-09-2005
Cod. di rif: 2166
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: La rivalsa
Commenti:
Egregio Pancotti,

l’articolo di Alberoni manifesta su carta ciò che qui al Castello si fa da sempre. Questa rivincita del gusto, della decenza, della distinzione, non può che nascere dove viene praticata quotidianamente e naturalmente. Non occorre elencare quello che non va in una corrotta reiterazione, ma proseguire a vivere secondo quella linea naturale che la nostra sensibilità ha in dono. Che quindi vengano riportati esempi grandiosi, serviranno – come ci fa notare lo stesso Alberoni – a guidare chi ancora non ha visto. In effetti la parte più interessante del testo è quella che ci fa capire la totale mancanza oggigiorno di riferimenti. Il gioco è al continuo ribasso e al tavolo verde sembrano seduti solo dei grulli. Cominciamo a far vedere che ci sono ancora dei grandi giocatori. Noi tutti per primi, poiché l’esempio è sempre più efficace del precetto.
L’argomento ha innegabili vicinanze con quanto imbastito nello Studio del Gran Maestro sulla corrente uniforme. Direi che alcuni sviluppi potranno essere intonati in quella stanza. A presto.

Cavallerescamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 06-10-2005
Cod. di rif: 2175
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Una piccola favola : la bellezza e la praticità.
Commenti:
A proposito della praticità, che ammorba ogni oggetto per l’uomo moderno, vi è da dire che ha un solo vantaggio sulla bellezza : dura, a volte, più a lungo. Non so perché ma ho sempre avuto un attrazione particolare per ciò che non era pratico. Forse perché come nelle favole il cattivo perde sempre, così nei discorsi sulle cose la bellezza esce sconfitta dalla praticità. Tutti vogliono riconoscere agli oggetti solo questa caratteristica. E’ ora di finirla, dacché l’Uomo, se avesse tracciato la storia con la sola praticità, non avrebbe l’onore di veder studiata la sua storia.

Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 26-10-2005
Cod. di rif: 2184
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: John Lobb a Parigi. R.I.P.
Commenti:
Torno al Castello con una bisaccia che cela una brutta notizia, addolcita solamente dal ritorno nella mia dimora.
John Lobb ha ristrutturato il suo atelier parigino per offrire un immagine più fresca e al passo con i tempi. Inserisco nel nostro Taccuino due immagini del negozio, la prima com’era e la seconda com’è attualmente, dopo l’umiliazione. Si commentano da sole, sembra un negozio Hermés. Qualche scellerato manager avrà pensato che profanare questa Cattedrale con il solito gioco di luci, plastiche e legni poveri possa incrementare le vendite per qualche mese. Avremmo preferito una chiusura; meglio un ricordo di gloria e fede che una continua bestemmia.
Una macigno ancor più grande è sulle nostre teste : la stessa sorte toccherà anche al negozio di Londra ?

Stringiamoci forte amici e portiamo in salvo la bellezza, entro queste mura è il futuro del gusto maschile.

Cavaliere
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 27-10-2005
Cod. di rif: 2186
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Gloria al tempo.
Commenti:
Caro Gran Maestro,

non conoscevo l’esistenza della figura “dell’Historiador de la Habana”, ma già me la immagino; contiene un ché di romantico, deve essere per forza affascinante. Come, d’altra parte, può essere un individuo che seleziona la differenza fra l’immortalità reale e quella fittizia, quel sopravvivere nella storia o in una storia ?! Concordo sull’assoluta impraticabilità alle nostre latitudini per un problema non solo politico ed economico ma di percezione diversa del tempo.
Tutto quello che noi proviamo è visto dalla società moderna come attaccamento verso quel passato che chiama “vecchio” senza percepire che il rifiuto di cambiare una moquette logora, uno scaffale secolare, una vetrina polverosa non è immobilità bensì tributo di gloria al tempo.

Suo osservante
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 27-10-2005
Cod. di rif: 2189
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Centro di conquista.
Commenti:
Egregio Gran Maestro,

il destino dei centri storici delle città europee sembra volersi adagiare sul suono ammaliante delle multinazionali del finto-lusso o delle terrificanti catene di abbigliamento giovane. E’ una musica che si suona in tutte le realtà medie o grandi, da Roma a Milano, da Londra a Barcellona, da Glasgow a Lisbona. Tanto per farLe un esempio, molti sarti della city si sono trasferiti fuori città a causa degli affitti stellari dei dintorni di Savile Row, ormai sponda di conquista per i marchi pseudo-sartoriali. In sostanza si appoggiano ad alcuni negozi della gloriosa strada per le prove e per gli incontri con i clienti ma adibiscono il laboratorio altrove.
Torniamo in Italia ? Facciamo due passi a Milano ? Un lago di sangue in cui i pochi sopravissuti coprono un rigo del tomo che elenca i caduti.
Ma Lei ha ragione, qui occorre dare l’esempio, l’unica cosa che nobilita e mobilità gli animi. Finché ci sarà un solo cavaliere, sono certo che ci sarà almeno un luogo in cui potrà trovare la bellezza. Quindi via gli elenchi degli estinti, e al lavoro per scovare chi resiste con gloria, tradizione e storia.

Cavallereschi, combattivi, saluti.
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 02-11-2005
Cod. di rif: 2195
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Blazer monopetto e jeans
Commenti:
Carissimo Gran Maestro,

la Sua competenza in materia di abbigliamento (e non solo) La espone ad essere il mio primo referente per dubbi, idee, follie e quant’altro la mente umana può architettare o complicare. Così, ora, domando la Sua torcia per esplorare una riva difficile e pericolosa, di quelle da rimetterci l’osso del collo : Blazer monopetto e jeans. Sì, ha letto bene, l’accoppiata più stravista, abusata, fagocitata, odiata, adorata, degli ultimi trent’anni giunge anche al Castello. La franchezza può essere un dono : non Le nascondo di averla sperimentata in prima persona e in più occasioni, sempre senza cravatta senza mai giungere ad una conclusione positiva o negativa. Ho bisogno del Suo aiuto.
Spero che sull’argomento intervengano tutti gli appassionati del maniero.

Cavallerescamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 03-11-2005
Cod. di rif: 2197
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Possiamo, però...
Commenti:
Egregio Signor Tarulli,

La ringrazio per aver accolto il mio invito su di un argomento così scontato eppure di così difficile messa a fuoco.
Sono d’accordo con Lei sul tipo di jeans, stretto e vissuto; posso essere ancora d’accordo sul tipo di giacca e sulla camicia. Posso aggiungere che ci vedrei bene anche una robusta derby brogue, color cognac, di scuola inglese. Posso, però…c’è un però. Il jeans è un pantalone da lavoro, le sue origini parlano un’altra lingua di quella degli altri capi qui citati. Il punto, a mio avviso, è proprio qui; giacché se riflettiamo bene su quanto abbiamo affermato ci rimane quel dubbio. Sarà veramente tutto nell’età di chi lo indossa ?

Cavallereschi saluti
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 04-11-2005
Cod. di rif: 2201
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Blazer e jeans. Al Cavalier Marseglia
Commenti:
Stimato Cavalier Marseglia,

più che sottrarmi tempo Lei mi dona civiltà. Quindi La ringrazio per le preziosissime righe che nella loro virtuosa semplicità ci istradano nella giusta direzione.
E’ ovvio che nessuna regola e nessuna formula possono supportare la teoria dell’Eleganza, tuttavia, da appassionato, un approfondimento tecnico di storia-fogge-materiali-abbinamenti è ineluttabile per chi cerca la verità dell’abbigliamento. Credo che vada rifuggita la formuletta per uno scambio di idee, veicolo principe dell’elevazione culturale umana.
Nel gesso 2197 ponevo nel finale una domanda. Era un dubbio e una provocazione. Alla luce di oggi ritengo si possa sublimare eliminando il punto interrogativo e la parola “età” : E’ tutto in chi li indossa. Un'altra volta, la vittoria è nella coscienza, nella personalità nucleo di sé stessi.
Il jeans dello stilista ? L'idolo è la misura di quello che adora.

Sono d’accordo con Jeeves sul Levi’s 501. Purtroppo oggi sono inesorabilmente larghi e a vita bassa; l’anno scorso ne ho fatto modificare un paio dal mio sarto. Il blazer blu lo vedo un po’ vissuto, segnato ‘benevolmente’ dal tempo. Obviously, al pari del denim.

I miei più cavallereschi saluti da Parma
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 07-11-2005
Cod. di rif: 2207
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Arte e artisti.
Commenti:
Caro Gran Maestro,

il Suo gesso mi ha entusiasmato dacché apre per bene la finestra attraverso la quale ci si deve affacciare sul mondo dell’abbigliamento dal nostro castello. Non solo, Lei ci fornisce le chiavi di queste persiane e, molto più di una semplice risposta o di una singola indagine, ci fa riflettere sulla metodologia, e non esclusivamente sui risultati, portandoci un valore che diviene universale.

Colui che è stato riconosciuto come artista ha nella sua opera, e quindi nei suoi gesti, nella sua ‘maniera’, la capacità di imporre all’umanità la sua particolare illusione. Cioè il suo sentire istantaneo e, nel tempo, storico. Quello che mi domando è fin dove si può spingere in un suo guizzo (gesto) artistico ? Il sommo Duca di Windsor quando portò in città parte dell’abbigliamento del gentiluomo di campagna compì un atto ardito; quando l’Avvocato si presentò a Montecarlo, in un ricevimento così importante, in jeans e blazer sfondò di non poco il canone di riferimento, puntando sul tavolo verde quasi tutta la sua immagine. Credo ne siano usciti entrambi vincitori; ma chi è stato investito “artista” ha davvero una licenza senza limiti ? La cosa è molto affascinante…

Cavallerescamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 08-11-2005
Cod. di rif: 2209
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Il metodo cavalleresco.
Commenti:
Egregio Gran Maestro,

ora credo di aver compreso appieno il senso più profondo delle Sue parole. La ringrazio ancora una volta per i Suoi gessi che danno corso ad una riflessione sull’agilità dei nostri pensieri. Dalla venuta del Castello nulla è più come prima.

Non puoi attraversare il mare semplicemente stando fermo e fissando le onde.

Suo fedele
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 17-11-2005
Cod. di rif: 2219
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Ricordo di un annosa questione : l'incrocio delle righe nell
Commenti:
Eccellente Gran Maestro,

non più tardi di lunedì Le ho chiesto venia per aver indirizzato nel Suo studio una mia con argomenti prettamente tecnici e da addetti ai lavori. Siccome come sosteneva Benjamin Franklin “ chi è bravo a scusarsi raramente è buono a qualcos'altro “ non lo farò una seconda volta. Il punto è che ciondolando in rete sono arrivato nel blog del sarto inglese Thomas Mahon (www.englishcut.com) che, tramite l’esposizione di un problema, mi ha ricordato un episodio di alcuni anni fa e avente come protagonista le rimostranze di un cliente sul mancato incontro delle righe in gessati o rigati nelle spalle delle sue giacche. Il maestro britannico sostiene che a causa della conformazione della spalla umana, scavata e ossea sul davanti, piena e muscolosa sul dietro, è impossibile costruire una giacca che vesta alla perfezione con un incrocio perfetto delle righe sulla cucitura della spalla. Per meglio chiarire il tutto, ho inserito nel Taccuino due fotografie prese in prestito dal sito in questione.
La stessa osservazione era stata fatta da quel maestro parmigiano di cui sopra : la ricchezza tenuta in un capo di sartoria nel tessuto del quarto posteriore è maggiore del quarto anteriore e rende praticamente impossibile il “matching” del tessuto nelle spalle. Questo, invece, avviene quasi sempre nella confezione di buon livello, perché i quarti sono creati per una rapida cucitura a macchina e quindi con poca differenza di lunghezza.
Non le nascondo che la cosa non mi convinse più di tanto e la dimenticai in qualche parte della memoria.
Oggi mi domando : se dall’altra parte della Manica viene sollevata la medesima argomentazione, che sia tutto vero ?

In attesa di incontrarLa al Castello,
cavallereschi, vigorosi, saluti.
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 18-11-2005
Cod. di rif: 2222
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Dalle spalle al collo, ai baveri e qualcos'altro.
Commenti:
Eccelso Gran Maestro,

in effetti l’utilizzo di tessuti gessati o a righe evidenzia, e misura, parte della regola dell’arte utilizzata nella costruzione della giacca dal maestro. La sua foto del Taccuino ( rif. 2110 ) toglie ogni nuvola dalla questione ‘spalle’ ma apre per gli appassionati molte, possibili, indagini. Dai baveri al collo e qualcos’altro. Il prossimo laboratorio invernale ( 18 Gennaio 2006 ) sarà una ghiotta occasione per parlare di questi particolari e sfruttare la Sua inarrivabile scienza con l’impavida perizia del Pirozzi.
Due mesi esatti in mezzo ai quali Le domando di anticipare un po’ di materiale di studio : per quel che riguarda il bavero, occorre solamente rispettare il parallelismo tra righe e lembo ? Nel collo sono abituato a vedere in sartoria le righe che incrociano perpendicolarmente il lembo esterno. Inoltre, se il collo è tagliato bene, il lembo deve essere una linea dritta una volta alzato. Sono le uniche regole ?

La prossima settimana, come già Le ho anticipato, sarò a Milano per una fiera e quindi, a malincuore, dormirò fuori le mura del Castello. Ad ogni buon conto, rientrerò con dei prigionieri.

Cavallerescamente Suo
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 28-11-2005
Cod. di rif: 2234
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Regalo di un giorno.
Commenti:
Caro Gran Maestro,

come si sta bene al Castello dopo aver consumato qualche giorno lontano dalle sue mura !
Rimettimi sulla terra, e preferirei essere uno schiavo nella casa di qualche uomo senza terra...che re di tutti questi uomini che con la vita hanno chiuso. (Omero)

L’episodio a cui ho assistito questo pomeriggio mi ha reso un grande piacere : un infusione di felicità sottocutanea. Desidero riportarlo proprio qui.
In un negozio non lontano dall’ufficio in cui mi sono dovuto recare ho visto lavorare un imbianchino che ultimava le pareti della bottega con un lucido stucco. Alla mia uscita dal portone del palazzo, l’uomo, sulla quarantina, si era posto dietro una parete di cartongesso. Tolta la tuta imbrattata di mille vernici, pulite le chiazze di pittura, indossava una bella giacca blu su di un pantalone di flanella grigia. Si stava annodando la cravatta, con semplicità, ma con estrema cura.
Sono venuto via immaginando i mille motivi di quel comportamento. Che strani, alle volte, i nostri pensieri… Era solo un Uomo. Oggi è così tanto ?

Suo
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 01-02-2012
Cod. di rif: 4562
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Ancora sul puntale metallico
Commenti:
Egregio Gran Maestro,

in cuor mio desideravo proprio una risposta così ! Al di là della precisione dell’analisi, il Suo commento è imprescindibile ed insostituibile, insomma magistrale. La ringrazio.
Credo anch’io che il registro delle scarpe provviste di puntale metallico (devo chiedere al mio calzolaio come viene chiamato da queste parti) si situi tra l’informale e lo sportivo e sarebbe del tutto fuori luogo su scarpe dedicate all’ambito formale e professionale, a meno che quest’ultimo non presenti scene all’aria aperta, vicine alla campagna.
Un ultima curiosità : la funzione di questo puntale risiede solamente nella protezione della suola o ha origini diverse e/o specifiche ?

Cavallerescamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 07-12-2005
Cod. di rif: 2250
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Berretto e giacca : uniti nel tweed ?
Commenti:
Egregio Gran Maestro,

parlando con il mio sarto è venuto fuori un particolare che trovo interessante e sul quale desidererei approfittare della Sua esperienza e di quella degli altri frequentatori della Lavagna.
Il maestro ha un paio di clienti storici che quando decidono di farsi cucire una giacca in tweed domandano sempre un pezzo del tessuto per farsi realizzare, da un artigiano, un driver cap, il classico berretto con visiera all’inglese. In particolare, uno di questi due signori porta di frequente il pesante completo in tweed sopra un maglione - spesso senza soprabito - accompagnando la mise con il cappello realizzato con il tessuto dell’abito.
Le confesso che l’idea non mi dispiace : nelle occasioni più sportive può godere di un certo “sapore”…di campagna, di bagnato, di polvere da sparo. Lei cosa ne pensa ?

Cavallereschi saluti
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 09-12-2005
Cod. di rif: 2253
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Driver cap
Commenti:
Pregiatissimo Gran Maestro,

rispondo al Suo richiamo e mi metto immantinente sulle tracce di questo artigiano dei berretti, cosa che tra l’altro avevo già deciso di fare. Partirò da un ‘sondaggio’ dal maestro per vedere se riesce a farsi dare l’indirizzo dal cliente; speriamo non ne sia troppo geloso…cosa tutt’altro che rara !

Dal nostro Rettore De Paz ho visto dei bei berretti con visiera realizzati in Italia con i suoi imponenti tessuti. Che sia lo stesso nome ?
Recentemente ho acquistato il mio terzo driver cap dell’Olney, la gloriosa casa inglese specializzata in questa tipologia, e tutto mi sembra a posto. Ritiene che anche questa maison abbia degradato la sua produzione ?

Stamani Parma è spruzzata di neve. Quale miglior occasione per corpirsi di tweed…
Cavallerescamente La saluto.
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 14-12-2005
Cod. di rif: 2257
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Driver cap and old shop. Al Rettore Cav. De Paz.
Commenti:
Carissimo Dante,

è quel guizzo improvviso che sa illuminare tutto in un istante che rende i tuoi gessi così preziosi e profondi. Grazie.

Parlavo di driver cap un paio di giorni fa con il Gran Maestro, proprio enunciando l’idea che oggigiorno è il cappello più usato e diffuso tra chi sceglie il classico internazionale. Forse perché meno impegnativo di un fedora o di un trilby dacché per indossare uno di quest’ultimi occorre aver speso qualche tempo per capire chi si è e che parte di noi stessi vogliamo far vincere. Inoltre vedo che un tweed cap viene indossato con tutti i soprabiti immaginabili, insomma, è uno degli ultimi cappelli ancora vivi e vegeti.
Toglimi una curiosità, nata sempre da quella conversazione con il GM : per realizzare i tuoi caps sei riuscito a centrare la linea inglese con facilità ?

A presto in questa Lavagna o nel tuo old shop.

Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 15-12-2005
Cod. di rif: 2259
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: La giacca di Montezemolo
Commenti:
La giacca di Montezemolo fa discutere. Lo immaginavo. Si è però letto in maniera approfondita il commento sul Taccuino (rif. 2196) del Gran Maestro ? Mi pare che metta il capo sotto la giusta luce. Si è parlato di divertimento, di gioco, di collage tra parti inconciliabili prese da un tema riuscito. Si può concludere che sia una giacca brutta – o meglio una “ciofeca” -, si può aggiungere che nessun uomo attento alla bellezza uscirebbe con una giacca così. Tutto questo, tuttavia, è quello che nasce da una visione veloce della situazione, diciamo per così dire una scorsa del titolo. Noi tutti sappiamo che Luca Cordero di Montezemolo è stato in gioventù un buon interprete dello stile classico – ricordo bene alcune foto che lo ritraevano accanto all’inarrivabile Avvocato – e che in molte, recenti, occasioni ha sempre vestito correttamente e in maniera inappuntabile. Nulla di trascendentale, nulla di monumentale, siamo d’accordo, ma neanche nulla di sbagliato, di impersonale. Il fatto che Montezemolo inizi a scherzare con la complicità di un grandissimo, Mariano Rubinacci, ci dimostra che vuol tentare la strada più ardita, più estrema, quella della sperimentazione della personalità, della foggia, del desiderio. Chissà se ci riuscirà…per questo vedremo.
Ci rimane il dubbio di quando una giacca anomala è un divertimento o è solo brutta ? A mio avviso lo scherzo è nella citazione perfetta di ogni dettaglio su di un insieme al limite dell’improponibile. Guardiamo bene la foto e ad uno ad uno ogni particolare : collo, bavero, spalla, apertura anteriore, manica. Al meglio in un tutto impossibile. Questo era proprio quello che non riuscivo a capire. La ciofeca non divertirebbe neanche, lascerebbe i nostri occhi senza traccia.

A Voi
i miei Cavallereschi saluti.
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 20-12-2005
Cod. di rif: 2265
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Ulster oggi e scuola veneta.
Commenti:
Carissimo Andrea,

come tu ben sai ero presente anch’io venerdì dal nostro insostituibile De Paz ad ammirare il suo Ulster realizzato in quel Harris Tweed maestoso. Che mano…che colore…! Ne parlavo ieri sera con il maestro Parmelli, convenendo sull’inarrestabile diminuzione di peso dei drappi recenti. Sic transit gloria mundi…
In effetti oggigiorno non è facile farsi cucire un Ulster come si deve, tuttavia secondo il maestro è una tipologia tutt’altro che desueta. La lavorazione è notevole, comporta un impiego di tempo e di energie importante, ma non è così difficile imbattersi in un bel capo se il cliente – non dimentichiamoci mai di questo fatto : siamo noi che dobbiamo legare l’asino dove vogliamo – conosce bene ciò che vuole, dalla foggia al risultato. Qualche anno addietro ne vidi uno da Aimi & Gigliotti, altra sartoria cittadina, realizzato con una tale ricchezza di tessuto e con una dovizia di particolari che ti avrebbe colpito. E’ chiaro che un soprabito del genere ha un certo costo, superiore ad altri modelli, che si deve essere disposti a pagare. Parlando di costi, in ogni caso, l’intervallo può essere alquanto ampio.

Sono colpito dall’affermazione del Gran Maestro sulla sartoria veneta dacché, per dirla tutta, avevo già sentito alcune frasi di questo tipo in varie occasioni.
Questa scuola veneta dove prende le sue origini e come si sviluppa oggi ? E’ molto meno “pubblicizzata” di quella napoletana – cosa che da un lato gli può giovare – ma è altrettanto caratterizzata ?

Cavallereschi saluti.
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 22-12-2005
Cod. di rif: 2273
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Ulster
Commenti:
Egregio Scudiero Zichittella,

un Ulster realizzato con perizia e amore è sempre un gran bel vedere, di quelli che promuovono l’Uomo ad un livello superiore di linguaggio e appartenenza.
Concordavamo proprio con il nostro imbattibile Rettore sulla sua assoluta superiorità e sulla sua forza espressiva rispetto a qualunque altro soprabito invernale. Certo, c’è il Chesterfield, ci può essere un sontuoso cappotto doppiopetto comme il faut, tuttavia l’Ulster rimane il Cappotto da Uomo. Quella sua abbottonatura molto alta, quella martingala, quel piegone nel retro con la lunga serie di bottoni sullo spacco centrale, quello splendido collo doppio uso, quelle tasche applicate con pattina, contribuisce a dar forma ad un grande senso di completezza e ricchezza che è già nella nostra memoria.
Se capita dalle parti di Bologna, non manchi di fare una capatina nell’old shop di De Paz e, tra le tante cose, si faccia vedere il suo Ulster in Harris Tweed grigio chiaro. Unificherà le Sue due strade in maniera meravigliosa.
Con tutto ciò, un Ulster regge, a mio avviso, veramente tutti i tessuti, dal cachemire al tweed finestrato più azzardato, perché capace di parlare tutte le lingue dell’eleganza.

Mi conceda ora due parole al Sommo Gran Maestro e al nostro Rettore. Spesso, con il termine Ulster, viene designato anche un pesantissimo tessuto in lana proveniente dall’omonima regione irlandese. Di che cosa si tratta ? Ha qualche collegamento con il relativo cappotto ?

Cavallerescamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 29-12-2005
Cod. di rif: 2280
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Sostituzione consentita ?
Commenti:
Dante carissimo, Gentili Cavalieri,

quali migliori giornate di queste ci dovrebbe consegnare il cielo per indossare un Ulster ! Gelo, neve, vento…il mio guardaroba piange la sua mancanza e reclama la sua presenza.
Il Rettore mi permetterà, allora, una chiosa che è da un po’ di tempo che cova sotto la cenere : so che non si può più parlare di vero Ulster tuttavia, lasciando invariati tutti gli altri dettagli, è possibile che io abbia visto, qualche tempo fa, un cappotto siffatto senza martingala ma con cintura in vita ? E’ una variante accettata e accettabile ?

Un anno fa il nostro Castello aveva qualche pietra in meno. Ogni giorno che passa portiamo dentro ciò che arricchisce tutti.

Come si dice dalle mie parti : buona fine; buon principio a Voi tutti.

Lorenzo Villa
Parma, 29.XII.2005


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 31-12-2005
Cod. di rif: 2284
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Doppiopetto sartoria Sciamàt. Rif. Taccuino nr. 2210
Commenti:
Egregio Gran Maestro,

ho passato un po’ di tempo ad esaminare gli ultimi documenti inseriti nel Taccuino e le loro relative fotografie. L’approfondimento sul doppiopetto, e sui suoi migliori interpreti, non manca, e non mancherà, di generare riflessioni, dubbi, curiosità negli appassionati della Porta. A proposito del secondo di questi sentimenti, sono ad evidenziare alcune mie perplessità circa il bavero della giacca della sartoria Sciamàt. Non Le nascondo la mia approvazione sullo sviluppo generale del capo : la sua accentuata verticalità, la notevole asciuttezza della linea, l’evidente e mai celata artigianalità, portano questa giacca a parlare ad una platea giovanile, dinamica, attuale, che vede nella sartoria un potente mezzo di caratterizzazione personale. Quello che mi lascia interdetto è quella punta del bavero che esce dalla spalla e che smette di parlare per urlare. Sembra si sia voluto dare troppo.
Il problema è che conosco la Sua inarrivabile perizia in materia e, indi, se ha scelto questa immagine è perché c’è qualcosa che dalla mia altezza non vedo o non comprendo. Su che cosa devo salire ?

Alla mezzanotte mancano circa sei ore, il tempo giusto per cominciare ad aprire una fresca bottiglia di Billecart-Salmon e bere alla Vostra salute. Brindiamo, quindi, prima che il bicchiere si sia fatto svuotare dalla notoria sete del Cavaliere !

Cavallereschi saluti
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 02-01-2006
Cod. di rif: 2290
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Domande e doppiopetto nei mari del Sud
Commenti:
Prodigioso Gran Maestro,

in effetti non dovremmo mai commettere l’errore di Perceval che, una volta a cena dal Re Pescatore, evita di porre la fatidica domanda dopo aver visto la processione del Graal e della lancia che sanguina. Un po’ come lui, fraintendiamo le convenzioni sociali ed evitiamo di mostrare troppa curiosità. Ma nel giusto domandare c’è spesso molto di più che nel lungo pensare.

Ritornando al discorso sul doppiopetto, sono d’accodo con Lei sulla giacca di Sciamàt; mi risultava arduo interpretarne l’esempio, sicché ne ho compreso la cifra in sé stante, così come se si fosse voluto dar voce, e platea, ad un esigenza che esiste, vive, si rinforza.
Lo sa a cosa stavo pensando ? Al fatto che le fotografie e le schede che ci ha proposto nel Taccuino non fanno altro che alimentare una mia convinzione : la giacca doppiopetto è interpretata al meglio nelle sartorie meridionali. E’ da tempo che medito su questa cosa e che di pari passo cerco di rammentare tutte le giacche in tal guisa che mi hanno lasciato qualcosa; ebbene, praticamente tutte sono state cucite al sud. Solo un caso ?

Cavallerescamente
Suo
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 16-01-2006
Cod. di rif: 2310
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Divertita Scienza e Libero Cammino
Commenti:
Insuperato Gran Maestro, egregio Cavalier Ricci,

trovo di grandissima portata l’assunto della Divertita Scienza. Alcune notti passate fuori dalle mura del Castello mi hanno fatto ritrovare scritti interessanti, idee brillanti, invero concetti più che mai degni di riflessione.
Quando alcuni anni or sono mi sono avvicinato al Cavalleresco Ordine – che bella la strada per arrivare fin quassù – avevo una gran voglia di apprendere, ma soprattutto di trovare finalmente delle regole, delle teorie, dei “metri”, che mi permettessero di risolvere d’amblé tutti i problemi del mio percorso conoscitivo. Il mio animo pareva un vulcano che aveva finalmente trovato dove far scorrere la sua lava incandescente. Qual gioia nel dimandare a chi viaggia innanzi a noi ! Con carta e penna preparavo protocolli, prontuari, precisissime misure e via, via, vagavo in cerca di quella perfezione che avrebbe sicuramente ucciso il mio piacere. Per fortuna non l’ho mai trovata. Ne, oggi, vorrei mai trovarmela tra le mani. E’ guardando il nostro gonfalone che ho capito che stavo sbagliando : quella chiave, portata fieramente dal leone, non apriva un trattato della verità ma quella parte più profonda di noi stessi che aveva contribuito a portarci fin qui. Entrando in quel nucleo si è spalancato un mondo che non si vedeva ma che c’era sempre stato, un luogo che non sapevo esistesse ma che era già dentro di me. Non c’era più bisogno di andare dal sarto o dalla camiciaia con formule, teoremi, squadre e righelli, dacché in quei luoghi non facevo altro che ri-scoprire che non volevo un abito perfetto, ma un sereno compagno di quello che avrei vissuto. Che serenità la conquista della coscienza ! Tutto ciò porta a riconsiderare certi quesiti o certe richieste di queste lavagne. A mio avviso si giunge qui non solo per trovare delle risposte ma per chiedersi da dove vengono quelle domande. Spesso, compiuto questo passo, siamo già oltre l’istanza stessa, che assume la forma di cammino. Grazie alla nostra individualità nascerà così quel Libero Cammino che, grazie alla Divertita Scienza, proverà a condurci verso l’Uomo Vivo.

Cavallerescamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 19-01-2006
Cod. di rif: 2313
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Uomo ben vestito e Uomo elegante.
Commenti:
Egregio Signor Starace,

credo che l’istanza che pone con il Suo gesso 2307 ha insidiato più o meno tutti i frequentatori e gli abitanti del Castello. Io stesso, in varie occasioni, ho avuto modo di pormi su questa duplice natura dell’Uomo, che come può notare ho scritto, non a caso, con la lettera maiuscola. Non ci abbandonerà facilmente, bensì, vista l’esortazione del Gran Maestro, lontano in ogni caso da sterili definizioni da rotocalco, ho cercato di ragionare un po’ sulla questione, limandone al massimo i contorni.
Innanzitutto separare l’Uomo ben vestito dall’Uomo elegante non è semplice, dacché i due insiemi sono, per una piccola porzione di spazio, intersecati. Lei stesso parla di “scindibilità/inscindibilità”, ben comprendendo il problema. Gli elementi differenti tuttavia esistono e ci possono aiutare a collocarci nel giusto punto di osservazione.
Quando si parla di Uomo ben vestito si fanno entrare in campo una serie conseguente di elementi esterni, realizzati secondo lo stato dell’arte dell’epoca, che vengono coniugati e composti secondo una visione globale. Parliamo di una capacità di dare una rappresentazione adeguata all’armonia esterna, percepibile come universale, cioè di tutti e per tutti. Un Uomo ben vestito ha saputo sfruttare il massimo dell’esterno per poter far sbattere l’attenzione altrui nella bellezza di ciò che indossa : un euritmia che ricopre e, alle volte, cela. Un Uomo così veste il bello.
Un uomo elegante ha l’inaspettata capacità di traslare la visione dall’esterno all’interno; per un particolare, un insieme di particolari, una caratteristica estrema, una “punta” di finezza, l’occhio di quella parte di mondo ancora attenta a certi linguaggi non vede una giacca od un abito ma un guizzo che rende tutto semplice, superfluo, ammaliante. Quello stesso vestito non è necessariamente un capolavoro in se stesso ma lo diviene perché facente parte di un sistema che traduce tutto nel naturale. Qui l’Uomo è esso stesso una rappresentazione di armonia, ma interna. Non importa il bello di ciò che possiede perché è lui a donarglielo. Diciamo, semplicemente, che veste di bello ciò che indossa e vive.
Ritengo che siamo ben lontani da aver trovato il tesoro ma almeno abbiamo iniziato a scavare.

Cavallereschi saluti
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 20-01-2006
Cod. di rif: 2316
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Laboratorio di meraviglia
Commenti:
Caro Franco, Cavalieri tutti,

chi è veramente grande non si muove senza grave motivo, ma trova un grave motivo in ogni piccola cosa, questa volta divenuta grande.
Mercoledì in Bologna, nell’ancient shop di De Paz, abbiamo visto per alcuni istanti la meraviglia dell’opera umana più sublime. Ho parlato un po’ con il Maestro Pirozzi : ha tutto ciò che deve essere.

Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 25-01-2006
Cod. di rif: 2320
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Eleganza come armonia
Commenti:
I vari scritti in cui immergiamo la nostra mente alla ricerca di quell’eleganza distinta dalla bellezza, o dall’uomo ben vestito, assomigliano tanto a quei recipienti che il cuoco usa in cucina, colmi di ingredienti già preziosi uno ad uno, ma che uniti e composti ci daranno l’esistenza di un piatto.
Se leggiamo i gessi fin qui tracciati da Cavalieri, e da gentili Ospiti, abbiamo proprio questa sensazione. Che l’eleganza fosse il prodotto di un’alchimia era già palese; quello che ci mancava è la regola di composizione : l’armonia. Un armonia che non è bellezza - quest’ultima nasce dalla natura, come dono - ma risultato dell’arte. Arte come artifizio, come rappresentazione ? No, arte come capacità di fondere lo spazio con la semplicità più disarmante di sé stessi, quella che vive dove si sono accumulate le più alte e pure esperienze della nostra vita. Essere eleganti è forse la forma d’arte più ardita, poiché è la più vicina all’Uomo.

Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 31-01-2006
Cod. di rif: 2326
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Arte marziale
Commenti:
E’ facile dimostrare che il sillogismo riportato dal Cavalier Marseglia è di notevole impatto oltre che di incontrovertibile veridicità.
Che la pratica di uno stile sia un arte marziale lo si comprende bene dalle regole che richiede : fede, devozione, applicazione. Queste, invero, non sono molte distanti dalle parole divenute ragione di vita di un vero soldato. La prima regola la forza che ci fa conoscere e agire nel tempo e nello spazio. La seconda è la caratteristica di quella parte interna che ci fa sfidare, e alle volte vincere, le prove (difficoltà). L’ultima è l’indomita volontà di continuare a migliorare alla ricerca di quella perfezione che si chiama superamento.
Credo che a pochi sarà sembrato strano il fatto che qui al Castello ci si consideri un manipolo di guerrieri. Diamo già per acquisito il considerare la ricerca dell’eleganza come una guerra che l’uomo si trova a dover affrontare solo e con le armi che ha saputo costruirsi nel corso di quella ricerca che spesso ho citato : il viaggio verso il nucleo di sé stessi.
A quei pochi di cui sopra sembrerà un paragone bizzarro e sconveniente, ma una battaglia la si può combattere in molti modi e in molti campi, guarda caso il più delle volte dove si cerca di rovesciare un sentimento, un idea, un confine, decretato dalla storia.
Il richiamo a quella terna di valori, la devozione a quelle regole, è insita in noi dalla nascita; almeno una volta nella vita quella voce lontana prova a vedere di che pasta siamo fatti. Se qualcuno, o qualcosa, ci avrà insegnato la sua lingua, potremo decidere se ascoltarla oppure ignorarla, rifiutando le armi. Ma se non saremo capaci di comprendere quel richiamo non vivremo mai fino al punto che ci è stato concesso dal cielo.

Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 02-02-2006
Cod. di rif: 2332
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Nessun dubbio
Commenti:
Egregio Signor Segattini,

ho atteso la prima risposta del Gran Maestro alla Sua domanda : ha ricalcato il mio pensiero e, credo, quello degli altri frequentatori della Lavagna. Non c’era, infatti, nessuna possibilità di dubbio nella sua frase. La scelta era tra Attolini in un negozio di Verona e Attolini in London House. Rilegga bene e capirà. L’attenzione che qui si pone alle parole è l’ultimo bastione che ha la verità sull’approssimazione.

Cavallerescamente
Cavaliere Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 02-02-2006
Cod. di rif: 2335
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Aria strana
Commenti:
Egregio Signor Tarulli,

sono alquanto stupito dalla Sua dacché l’argomento delle mie brevi righe riguardava ‘solamente’ la forma di presentazione della domanda che, senza alcuna possibilità di fraintendimento, presentava in lingua italiana un legame Attolini-Rubinacci.
Sono assolutamente d’accordo sulla possibilità, tra l’altro più che interessante, di avere discussioni su qualunque tipo di argomento riguardante l’abbigliamento maschile classico. Compresi tutti i marchi commerciali possibili del settore. Altre volte è stato fatto e altre volte verrà fatto.

Sarà quel che dev'essere; ma ciò che è una necessità per chi si ribella, è poco più che una scelta per chi vi si adatta di buon grado. Seneca

Lorenzo Villa

P.S. per il signor Segattini :
Le risponderò al più presto riguardo alle calzature.


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 03-02-2006
Cod. di rif: 2342
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Pericolosi cedimenti, nessuna gloria.
Commenti:
Egregio Signor Tarulli,

non vedo proprio la necessità di un area al Castello dedicata ai marchi commerciali. Se si concede il tempo, e perché no, il piacere, di leggere la nostra Carta dei Principi, nella parte del Castello riservata agli Atti, troverà ciò che non comprende.
Il Gran Maestro non poteva dar miglior suggerimento del riflettere sui nostri leoni affrontati, le nostre insegne difese con acciaio e sangue. Senza cedimenti.

Mi sento vicino al Cavalier Granata che pone al Signor Segattini due ottimi suggerimenti.
Per quel che riguarda le calzature, un gentiluomo non dovrebbe mai tralasciare una visita alla bottega dei maestri calzolai Bruno e Simone Peron, in Bologna. Gentilezza, conoscenza, perizia al massimo livello ed una insuperata capacità di incontrare i desideri del cliente.
Un altro interessante, quanto sconosciuto, artigiano è la calzoleria Giacopelli di Parma. Gestita da un giovane e dinamico maestro ha prezzi molto interessanti ed una linea sempre in ampliamento. Ovviamente tutto su misura. La bottega è in via Cairoli 17/A.
Sempre su misura George Cleverly a Londra è un nome garanzia di superba qualità a prezzi umani per la city. Se capita da quelle parti entri nella piccola bottega, il suo animo virile La ringrazierà.
Molto bene Edward Green che sul pronto è, a mio avviso, una delle scarpe meglio eseguite in circolazione. Non dimentico mai un mio vecchio amore : Tricker’s. La loro linea “country” è da sempre il miglior compromesso tra prezzo-qualità.
In passato ho posseduto con notevole soddisfazione un paio di Crockett&Jones. Non Le nsacondo che sono ancora nelle mie milizie e che conosco più di un estimatore di questo glorioso marchio.
Le ricordo, inoltre, di leggere il capitolo di Vestirsi Uomo dedicato alle scarpe maschili. Può trovarci molto di più che in tanti libri.

Cavallerescamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 13-02-2006
Cod. di rif: 2350
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Rapporti spacchi-bottoni-tasche
Commenti:
Eroico Gran Maestro,

con una fotografia di qualche settimana addietro, rif. 2252 del taccuino, il professor Pugliatti esibiva la schiena di una giacca monopetto in Shepherds check appartenuta al Sommo Duca. Al di là dei commenti stilistici, mi ha colpito l’altezza degli spacchi posteriori, bassa e lontana dai dettami tipici di Savile Row.
Partendo da questa riflessione, mi sono accorto di una certa mia confusione nei rapporti geometrici tra spacchi-bottoni-tasche nella giacca ad un petto.
Può la Sua inafferrabile scienza fare un po’ di chiarezza su questi dettagli ed, in particolare, sulle loro diverse interpretazioni ?

Un cavalleresco ringraziamento ed un carissimo saluto da Parma.
Suo
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 24-02-2006
Cod. di rif: 2359
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Profilo di artigiano
Commenti:
Egregi Cavalieri, devoti Visitatori,

qui al Castello non si tace l’amore per l’artigianato e per i suoi protagonisti. E’ quello in cui crediamo e quello per cui lottiamo. Lo stesso sarto, alle volte adulato, tante altre odiato e maledetto, è un po’ come un porto da cui partiamo per poi sempre tornare; ci si prova, tentati dalle sirene, ad allontanarsi, ma come il vero amore, è per sempre. Basta anche mirare gli Eventi che l’Ordine celebra – perché dire ‘organizza’ sarebbe riduttivo – per comprendere una vastità che è cercata nella verità, ogni giorno, in ogni cosa.
Mi è piaciuto, a tal proposito, il profilo d’artigiano tracciato sull’ultimo numero di Spirito Divino da Dario Cecchini, maestro macellaio in Panzano. Lo propongo qui di seguito, già sapendo i Vostri pensieri.

Profilo di Artigiano

Un artigiano nutre la sua anima
poi il suo corpo. Ha bisogno di
sentire, toccare, fare qualità. Dedica a
questo scopo la sua vita. Spesso
la consuma senza ottenere un risultato
che lo accontenti. Qualche
volta riesce a esprimere la qualità e a
sentirsi vicino a Dio e agli
artisti. Allora in quell’attimo è felice.
Poi torna nel patire nella
Passione di fare e nella speranza di
“vedere”. Generalmente definisce
così la sua vita, nella gioia di qualche
attimo di felicità e con la
coscienza di averla consumata in cambio
di poche briciole di sapere,
ma che in fondo ne valeva la pena.
E’ sempre un bel gioco essere vivi !

Numquam Servavi !

Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 02-03-2006
Cod. di rif: 2368
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Tartans
Commenti:
Per tutti gli appassionati delle lande scozzesi, ed in particolare dei suoi straordinari tessuti, segnalo un interessante sito internet che racchiude, in una banca dati di facile consultazione, tutti i patterns dei Tartans della terra delle Highlands. Alcuni sono così familiari che sono diventati una simpatica presenza nella nostra vita, un po’ come una vecchia, piacevole, conoscenza.
Il sito è : www.tartans.scotland.net/index.cfm

Ne consiglio la consultazione con bel drum di malto scozzese full-proof, la Vostra gola gioirà per l’attenzione e le cornamuse Vi sembreranno più vicine.

Cavallereschi saluti
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 07-03-2006
Cod. di rif: 2374
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Boellis
Commenti:
Egregio Gran Maestro,

Le riportavo di ieri sera giacché, partecipando ad un vernissage per il rifacimento di una storica profumeria cittadina, ho avuto occasione di allietarmi con gli effluvi di Panama 1924, il profumo creato dalla storica barbieria napoletana Boellis.
Pur essendo un convinto anglofilo delle fragranze, non ho potuto resistere al fascino di questa fragranza che, chiudendo gli occhi, ci porta nel bel mezzo di un salone di barbieria d’epoca.
Eh bravi Signori Boellis, proprio un bel prodotto e non sola la solita operazione di marketing !
Immediatamente mi sono ricordato del Suo articolo sulla bottega partenopea. E’ d’accordo con le mie impressioni ?

Cavallereschi saluti.
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 03-04-2006
Cod. di rif: 2401
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Uniforme di dignità
Commenti:
Inavvicinabile Gran Maestro, egregio Signor Galli,

diventa arduo aggiungere una riflessione a quelle, tante, generate dal gesso 2400. Un analisi di questo tipo, sul formalismo in campo lavorativo, non tralascia una profonda indagine psicologica dell’uomo ne, d’altra parte, poteva prescindere uno schema alieno da una definizione rigida quanto convergente ad un modello universale.
Utilizzando le parole di William James, quando due individui si incontrano, quando entrano in contatto per un colloquio, in realtà sono presenti sei uomini : c'è ogni uomo come egli si vede, ogni uomo come l'altro lo vede, e ogni uomo come egli è in realtà. Questa triade vivente gioca ed esercita il suo ruolo nel complesso ‘uomo-sistema esterno’ ed è proprio nell’amministrare questi componenti che otteniamo lo scopo che ci prefiggiamo. Se un azienda desidera presentarsi con la sua filosofia nel mondo, dare un messaggio di “marchio”, dovrà governare il secondo elemento minimizzando gli altri due. Come ? Coprendoli con l’uniformità, “l’uniforme” che rinchiuderà l’esprit individuale in favore di un sentire globale e comunemente accettato. Detto così parrebbe che la cosa abbia una connotazione negativa ma in realtà questa scelta non precipita l’uomo in un canale, bensì gli dà la possibilità di salire un colle, quello fondamentale dell’appartenenza. Di assoluto valore in campo militare, il sentimento dell’appartenenza è uno dei più forti unguenti per l’Io che ne trae tempra e dignità. Sposata in maniera ragionata e condivisa con coscienza, l’uniforme, la divisa, è un vessillo su cui ci si può aggrappare come ad valore tangibile e sereno. Ecco che questa direzione apre ad una delle più vivide comunicazioni, quella del rispetto e dell’onore.

Cavallereschi saluti
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 14-03-2006
Cod. di rif: 2381
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Bretelle : materiali & Co.
Commenti:
Eccelso Gran Maestro,

pochi uomini restano immuni al fascino delle bretelle. Magari le indossano poche volte nella vita, di sovente anche una sola, tuttavia il solo vederne un paio nel proprio guardaroba fa sentire più ‘grave’ il proprio Io.
Per quanto riguarda il materiale della bretella stessa, si può scegliere dalla classica barathea al boxcloth, una specie di feltro di lana. Vedo che gli inglesi interpretano con dovizia entrambe le tipologie, in special modo Albert Thurston. In effetti si parla sempre dei materiali dei tiranti e poco di quello della fascia della bretella. Il linguaggio parlato è lo stesso, a parte il moiré ?

Cavallerescamente, sotto un sole primaverile,
Suo
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 16-03-2006
Cod. di rif: 2386
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Nubian : crema italiana.
Commenti:
Egregio Signor D’Aquino,

conosco la Nubian e i suoi prodotti da diversi anni e, in effetti, mi risulta difficile parlarne male, dacché usai i suoi prodotti con successo prima di scoprire la Avel. La ditta, fondata nel 1880 proprio a Milano, produce due tipi di creme simili, l’Alpina e la Nubiana. Sono fabbricate esclusivamente con cere vegetali, con un abbondante uso di cera d’api, e possono essere usate come prodotto “totale” : pulizia, rigenerazione, lucidatura.
Personalmente trovo che i prodotti della Avel – la linea Saphir – siano superiori e capaci, con la loro specializzazione, di produrre i migliori risultati disponibili sul mercato.
In ogni caso la crema italiana è una buona scelta.

Segnalo, per curiosità e maggiori informazioni, il sito web della storica ditta Nubian : www.nubian1880.it . Vi si trova storia e prodotti.

Cavallereschi saluti
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 28-03-2006
Cod. di rif: 2392
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Scarpe in coccodrillo
Commenti:
Egregio Gran Maestro,

quante volte indugiamo coccolati dai vetusti muri delle nostre città in quelle ore dove tutti sono in altro affaccendati ! Così il sottoscritto, ieri, dopo i rintocchi del mezzodì.
Nel mio vagare vedo un negoziante di Parma - uno dei tanti che si definiscono di “lusso” nella città moderna – che espone un paio di penny-loafer di Peluso in coccodrillo lucido.
Al di là del mio basso e modesto rigo, sarò franco oltremisura esprimendo il mio disamore per le scarpe in alligatore. Quel gusto vagamente “americano”, quel senso di affettato e plateale che mi rammenta una vetrina milanese di uno stilista di grido di qualche anno fa, quella forte ‘esibizione’ di lusso facile e da poco, stride, ai miei occhi, sul gran fondo di un pantalone da gentiluomo. Un Uomo può cercare la meraviglia e l’ammirazione del suo tempo attraverso un mezzo più solido : il silenzio del Bello, quello che parla a chi è disposto a perdere qualche minuto oltre lo stupore.
Oltre a conoscermi piuttosto bene come persona sa del mio amore per le scarpe, cosa tra l’altro condivisa praticamente da tutti i Cavalieri. A questo punto immagina già dove voglio arrivare : Lei cosa ne pensa delle scarpe in coccodrillo ?

Mi sappia Suo fedele Cavaliere
Lorenzo Villa da Parma


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 29-03-2006
Cod. di rif: 2394
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Un rettile che colpisce...
Commenti:
Insuperabile, caro, Gran Maestro,

al di là dell’enorme ricchezza che si riesce da sempre a desumere dalle Sue parole, quello che mi ha sempre colpito durante le nostre, tante, conversazioni al Castello e dal vero, è la Sua inimitabile capacità di farmi ripensare ad un idea posteriore poggiandomi su di un altro piano. E’ un po’ come se riuscissi a penetrare quel nucleo primo che, liberato dalla soggettività, non è altro che il fondamento stesso di un criterio universale. Non è una sensazione facile a descriversi, ma il provarla mi fa stare bene qui con Lei e con gli altri Cavalieri.
Quanto alle scarpe in coccodrillo, non credo che comincerò ad amarle, ne a dedicargli uno spazio nel mio guardaroba, tuttavia gli occhi con cui da oggi guarderò questa tipologia di calzatura saranno diversi. Come sopra, il suo gesso ne ha estratto un lato nascosto e, quantomeno, interessante. Ahimè, le sneaker stanno divorando come delle termiti il monumento dell’uomo : oramai, si sono impossessate pure dell’abito formale. Vorrei descriverLe un episodio di due settimane fa che, comunque, mi rende felice : nell’ufficio legale dove lavora la mia compagna, il direttore ha ripreso, con garbo, un collaboratore per aver abbinato, ad un incontro di lavoro, gessato e “scarpe di plastica”. Una goccia, certo, bensì di nitroglicerina !
Quasi mi dimenticavo : quale tipo di scarpa ritiene più adatta per il coccodrillo, tra derby, oxford o loafer ?

Sono vicino ad una finestra aperta che, con la sua tintura di primavera, elogia il mio stato d’animo. Che spettacolo mio Maestro !

Cavallereschi saluti
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 07-04-2006
Cod. di rif: 2405
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: La rottura del cannone
Commenti:
Egregio Gran Maestro,

da poco rientrato dalle piane germaniche, desidero avanzarLe un approfondimento tecnico avvenuto con il mio sarto qualche serata fa : la curiosità, in una visita, ci viene a trovare per farci perdere tempo e guadagnare piacere.
Valutando e parlando del grande Caraceni, e più in generale di sartoria abruzzese, il Parmelli ne ha prontamente evidenziato una caratteristica tipica : la cosiddetta “rottura del cannone”. In altre parole la schiena non è rettilinea e liscia, ma presenta due pieghe verticali in prossimità del giro manica. Non so quanto la mia spiegazione sia felice, tuttavia credo che la Sua incomparabile competenza abbia già compreso ciò che le mie parole fanno, probabilmente, solo intuire.
Si dà il caso che quello che parrebbe un difetto diventa un effetto, capace di spezzare una certa plasticità fissa e di sviluppare un volume più morbido – e comodo - all’altezza delle scapole, pur mantenendo una vestibilità piuttosto aderente. D’altra parte, come abbiamo detto in passato, le pieghe verticali non sono imperfezioni ma semmai il ‘carattere’ di una giacca. Ritiene che l’analisi sia corretta e proprio di questa sartoria ? Personalmente non ne avevo mai udito cenno.
Talvolta quello che può sembrare una pedante rincorsa di particolari non è altro che una volontà di conoscere ciò che rende sublime vivere.

Suo fedelissimo
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 12-04-2006
Cod. di rif: 2407
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Alfa & Omega
Commenti:
Insuperabile Gran Maestro,

non c’è niente da fare, la sartoria inglese ha avuto un influenza così profonda nel terreno del gusto maschile da confondere le sue tracce con le tantissime interpretazioni e derivazioni locali. In ogni caso, ineluttabilmente, si và a finire lì. Proprio per questa ragione, credo che Savile Row non morirà mai, dacché il suo DNA scorre da sempre in ogni vena dell’essere uomo. Dirò di più : la nostra stessa vita ne fa propri modi e storia.

Colgo l’occasione per ringraziare il Cavaliere Granata che, con il disegno inserito nel Taccuino, chiarisce le mie parole perplesse.

Cavallerescamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villal
Data: 19-04-2006
Cod. di rif: 2415
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: L'inversione delle idee
Commenti:
Egregio Gran Maestro,

Coleridge asseriva che solo i saggi possiedono delle idee, mentre la maggior parte dell’umanità ne è posseduta. Occorre, talvolta, comprendere da quale parte delle due stanno quei fenomeni che incontriamo e che ci colpiscono perché autentici.
A questo modo, ieri mattina, nel centro città, ho incrociato un signore di risaputa classe, e ineluttabile rango, che si è divertito ad invertire un classico dell’uomo : blazer e pantaloni beige. Tanto è vero che il gentiluomo parmigiano portava una giacca in un leggero gabardine di color beige chiarissimo sopra dei pantaloni blu in covert. Le dirò che la sua cravatta blu a microdisegni, svolazzante come l’innata eleganza della figura, completava un quadro veramente interessante. Un bel panama avrebbe accarezzato quest’idea al punto da doverla sposare.
Lei cosa ne pensa di un abbinamento di questo tipo ?

Cavallereschi saluti.
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 27-04-2006
Cod. di rif: 2418
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Chiari orizzonti
Commenti:
Caro Gran Maestro,

l’immagine generata da quel signore citato dal mio gesso non mi aveva colpito invano; una costruzione così insolita, e al contempo così cordiale, da subito percepita come inimitabile, è un azzardo di una divertita irriverenza. Monsieur Boschi - questo il nome del gentiluomo di Parma – ha da sempre una confidenza con queste alchimie.
Mi domandavo a questo punto se esiste nel guardaroba classico una giacca beige tinta unita.
Scavando un po’ mi vengono in mente la sahariana e la maremmana. Entrambe “funzionano” alla grande in un rustico cotone color sabbia. Questo ci mette sulla strada dell’informalità, dell’avventura, di una sportività d’azione ed è forse qui che dobbiamo confinare quest’idea. Le tante vetrine che, nella bella stagione, espongono giacche tre bottoni nei mille misti più uno – cotone-seta, cotone-lino, lino-lana-seta, etc... – non danno, a mio avviso, una risposta convincente.
Lei cosa pensa ?

Cavallereschi, eroici, saluti a quell’instancabile che alza il nostro vessillo in ogni dove.
Con Lei, sempre.
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 02-05-2006
Cod. di rif: 2422
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Il jeans ovvero la natura delle cose.
Commenti:
Ecco un bell’argomento dove puoi ricercare la vera natura delle cose ! La penna del cavalier Forni – guidata dalla sua mente e dal possente Calvadòs di Druein – ci parla del jeans, quei pantaloni che colorano (infestano) di azzurro ogni angolo delle nostre città, orizzontalmente e verticalmente. Ebbene, partirò col dire che non lo disprezzo, purché venga indossato rispettando la sua autentica funzione : il lavoro duro. Quando ci si deve sporcare, quando non bisogna andare tanto per il sottile, quando si incontrano olio, benzina, grasso, morchia, terra, un bel Levi’s non stonerà di certo sulle gambe di un Uomo. Il problema è semmai il loro abuso al di fuori dall’ambito originario, che li ha oramai fatti diventare stucchevoli. Esibirli ad una cena, in una serata informale, è di cattivo gusto, è una vera maleducazione, intesa come scarsa conoscenza di un oggetto e della sua storia. E’ vero che i tempi cambiano ma non esiste un modo corretto di fare un azione scorretta. Il jeans sta bene nel guardaroba di un gentiluomo, ma attenzione a non umiliarlo esibendolo in posizioni che al suo livello non sono concesse.

Cavallereschi saluti
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 08-05-2006
Cod. di rif: 2440
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Dal piacere al gusto. Al Signor Mattioli
Commenti:
Egregio Signor Mattioli,

Lei vede nel Cavaliere un ché di stantio e palustre, quasi si trattasse di un essere abituato alle acque morte e stagnanti delle paludi della vita : spirato nel suo vecchio vestito, ammuffito nei suoi modi d’antan, “sfigato” nel suo essere lontano dalla vita che Lei ritiene possibile.
Il punto è che Lei si trova su di un percorso e ne sta vivendo una parte di indubbio fascino e di seducente euforia da primadonna. Inutile nasconderne una certa attrattiva, così come sarebbe impossibile non comprenderne i significati. Una via al piacere che sa rispettare gli altri è meritevole, tuttavia capirà – sento che farà questo passo che io stesso ho compiuto più volte – che dal piacere occorre passare al gusto. Lo potrà trovare parte di questo nei suoi orologi, nelle sue automobili – che seppur lontane da una verità d’altri tempi appartengono senz’altro al Bello – nelle sue donne e tutto sarà diverso perché diventerà per sempre. Potrà benissimo indossare il suo jeans alla moda, portare o meno la giacca, ma saprà sempre cosa è giusto. Ecco che non vedrà più nella cravatta un cappio ma uno svolazzo di fantasia. Non sentirà più l’abito come un sarcofago ma come un compiacimento della parte più alta di se stessi, quella vicina all’anima. Le sue donne non troveranno più un vincente ma uno che ha già vinto. Superi questa fase e sentirà che tutto attorno è già passato di moda perché sarà molto più avanzato, nel punto tra storia e futuro. Un Cavaliere ? Probabilmente sì.

Cavallereschi saluti
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 10-05-2006
Cod. di rif: 2445
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: L'ambizione
Commenti:
Qualche sera fa, un caro amico che ben conosce la mia passione per l’abbigliamento, ed in special modo per la sartoria, mi rivolge questa domanda : “Ma se devi scegliere, preferisci una bella giacca di confezione o una brutta giacca fatta da un sarto ?”. La mia riposta è stata veloce : “Quella brutta di un sarto”.
Lì per lì mi sono stupito, e anche un po’ pentito, delle mie parole. Solo dopo qualche istante ho compreso perché la mia lingua aveva già intuito i passi del mio cervello.
“Vedi Riccardo, indossare una giacca di sartoria, per brutta che sia, è come andare a caccia in una brughiera del selvaggio nord; può essere che il tuo carniere resti vuoto ma sarà comunque stata una grande giornata. La giacca di confezione - o del su-ordinazione di alto profilo - è simile a cacciare in uno di quei safari organizzati, dove spari da un pullman in mezzo a decine di turisti.” Ancora riflettevo, tra me e me. “ La giacca artigianale ha una cosa che nessun’altro può darle : l’ambizione. Nei suoi difetti, nelle sue approssimazioni, nei suoi errori, ambisce ad un traguardo, osa arrivare. Può non riuscirci, tuttavia avrà sempre giocato tutto quello che aveva perché vive per meravigliare il suo padrone. Vuole andare oltre, durare per lungo tempo, afferrare una storia. Diciamo che la bella giacca non ha un padrone, è di tutti; quella brutta, ma vera, appartiene ad un solo uomo che è utile alla sua fortuna, alla sua grande ambizione”.

L.V


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 12-05-2006
Cod. di rif: 2451
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Il mio ombrello
Commenti:
Egregio Signor Longo,

un vecchio proverbio popolare asserisce che l'acqua di maggio inganna il villano, par che non piova e si bagna il gabbano; personalmente, al primo accenno di nubi grigie e volo radente di uccelli, mi porto appresso il mio inseparabile Talarico.
Attenderò insieme a Lei il commento del Gran Maestro, non dimenticando di riportarLe un mio semplice pensiero in materia di ombrelli. Uso parapioggia ad asta intera in ciliegio, o tornita, con coperta in tartan per le occasioni semi-informali o informali e quando il mio abbigliamento girovaga per le lande inglesi. Manico in bambù a collo d’oca e coperta sottile nera in seta per le occasioni formali e cittadine durante la settimana lavorativa. Non amo le regole prefissate, e sa che qui ne stiamo alla larga; prenda, quindi, tutto ciò come un comportamento personale e ad uso di Lorenzo Villa.
Per dirla tutta ho un grosso amore per l’ombrello da passeggio e mi basta una piccola velatura del cielo per farlo mio compagno della giornata.
Poche nuvole ? Una delle ultime spade dell’Uomo moderno le farà perire. Come vede serve sempre…

Cavallereschi saluti.
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 15-05-2006
Cod. di rif: 2458
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Jeans e nomi storici. Al Rettore De Paz
Commenti:
Carissimo Dante, supremo Rettore,

il gesso sul jeans, con la sua completezza storica e filosofica, cinge tutti gli scritti fin qui raccolti sul denim. Concordo sull’assoluta necessità di ricercare i capi originali, i soli che hanno una storia da raccontare : nel marasma di questo mondo era d’obbligo riferirsi ad alcuni nomi.
In ogni caso, ritieni che anche queste aziende abbiano abbassato la qualità ?
Per quel che riguarda il Levi’s 501, l’etichetta che è sul Taccuino (rif. 2437) mi fa venire una curiosità : il nome 501 deriva da un codice/lotto di produzione ? Guardando l’immagine sembrerebbe di sì, dacché riporta “Lot 501XX”.

Cavallereschi saluti
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 16-05-2006
Cod. di rif: 2464
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: I veri jeans
Commenti:
Egregio Signor Savarè,

trovo il Suo gesso 2461 alquanto interessante, così come è degna di attenzione la collezione Levi’s vintage che ripropone oggi ciò che era ieri; è, d’altra parte, un peccato constatare che si sia deviato a tal punto un prodotto da dovergli dedicare una particolare produzione per ristabilire una verità e una qualità che era già nelle sue origini. E’ dato certo, constatato più volte di persona, che il Levi’s 501 prodotto attualmente nella linea tradizionale sia molto diverso dai suoi predecessori : qualità del denim e vestibilità che si traducono in una durata limitata, una vita efferatamente bassa, una modellistica risibile.
Non più tela da scaricatore di porto o cercatore d’oro, non più divisa alternativa, drappo di una generazione che voleva cambiare il mondo, il jeans si è suicidato in nome di un uso scorretto ovvero corretto su di uno stile errato. Così è se vi và… Certo si possono ancora ri-cercare i veri blue-jeans – meno male – ma questa è un'altra storia. Non doveva essere un capo semplice, basico e popolare ?

Nel ringraziarLa per le informazioni,
cavallerescamente La saluto.
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 25-05-2006
Cod. di rif: 2472
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Richiamo d'armi
Commenti:
Caro Franco,

non si può rimanere indifferenti al tuo gesso “contro i jeans” (rif.2467) che, al di là della visione su di un capo di abbigliamento, contiene un richiamo profondo ed un clamore forte, quei moti che avvertiamo in noi nel pensiero, nell’azione, nell’amore, una sorta di musica congelata nello spirito. Inutile nasconderlo, inutile cercare di sviarlo. E’ con noi fin dalla nascita, poiché siamo nati diversi. E allora hai ragione tu. L’avevo compreso solo in parte. Il Cavaliere deve trovare la morte, quella che contiene quella vita che l’Uomo sa inseguire, proteggere, godere, ma che è già trapassata in un mondo che non l’ha sconfitta ma l’ha allontanata per non vederla. Unirei il tuo gesso con la sublime introduzione che il Gran Maestro ha lasciato nel suo studio in occasione della prima risposta al Cavalier Zaccaro martedì (23.05.06).
Facciamo ciò che è giusto, e che il mondo sprofondi, o si unisca nell’esempio.

Cavallereschi, fieri, saluti.
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 26-05-2006
Cod. di rif: 2474
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Riflessioni libere sul gesso del Cavalier Fratocchi
Commenti:
Almeno fino ad una quindicina di anni fa, le aziende, quelle importanti della città, avevano dei fattorini, degli operai, che credevano e capivano ciò di cui facevano parte e amavano il lavoro e la vita. I primi, me lo ricordo ancora sebbene siano passati anni, venivano a ritirare o consegnare i pacchi di ricambi in camicia, cravatta e giacca.
Era normale, nessuno se ne stupiva.
I secondi - gli operai - venivano anch’essi al lavoro vestiti con decoro, spesso in giacca; si cambiavano e facevano le loro ore di produzione.
Era più che normale, nessuno se ne stupiva.
C’erano le differenze sociali ma c’era anche una rispettabilità umana del nome, della famiglia.
Oggi, i padroni delle stesse aziende vanno dai clienti con le scarpe da ginnastica e i jeans, lavorano negli uffici in t-shirt e ciabatte.
Non è normale, nessuno se ne stupisce.

Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 09-06-2006
Cod. di rif: 2476
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Laboratorio d'Eleganza del 7 Giugno
Commenti:
Diventa sempre arduo parlare di Napoli. L’atmosfera, la vita, l’unione, che riesce ad infondere sotto la nostra pelle sono così profonde che emergono solo dopo alcune ore di distacco. E’ quello che succede a me; è quello che è successo a tutti noi, presenti al Laboratorio d’Eleganza di mercoledì 7 Giugno. Il Gran Maestro, il Prefetto, i Cavalieri di questa città unica ci stringono e fondono con premura.
Un ringraziamento con la spada levata e un abbraccio con il cuore a Maurizio Marinella, devoto apostolo dello spazio di Piazza Vittoria e al Cavalier Oscar Leonessa, elevato e attento anfitrione di Villa Giulia.

Lorenzo Villa
Dante De Paz
Andrea Rizzoli


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 10-06-2006
Cod. di rif: 2479
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Il panama : breve storia di un amore.
Commenti:
Assecondando un amore che è nato proprio nei primi anni di frequentazione del Castello, mi sono divertito a ripercorrere la storia, e le nozioni, di un cappello, il panama, che ha un valore intrinseco assoluto, tale da renderlo unico, inimitabile, insostituibile. Al pari di altri oggetti maschili, la carica emotiva di questo copricapo è un tutt’uno con un vivere che riconosce valori mai legati a mode passeggere e momentanee, ma sublima il concetto stesso di esteriorità in “perentorio essere”. Un cappello che è metafora di una maniera di vivere e pensare.

Il cappello panama muove i primi passi in Ecuador all’incirca nel 1600, periodo dove sono state rinvenute le prime tracce di un copricapo fabbricato a mano dalle popolazioni locali intrecciando le foglie della palma toquilla. Uno dei primi grandi della Terra ad indossarlo pubblicamente fu il presidente USA T.Roosvelt in visita, nel primo decennio del 1900, nel canale di Panama, ma molti erano gli uomini che già ne facevano uso; da qui il nome con cui divenne famoso, giacché in precedenza era noto con il nome indigeno di Jipi-Japa. Altre fonti vogliono che il nome derivi dal fatto che questi cappelli partivano da Panama per tutti i destini del mondo.
Il materiale con cui è intrecciato – la toquilla – è una paglia elastica e brillante che si ricava dalla palma “carludovica palmata”. Le sue foglie, lunghe circa un metro, vengono recise per produrre la paglia, di sovente quando sono ancora chiuse in cilindri. Una volta raccolte, vengono dapprima eliminate le nervature, successivamente tagliate in fili sottili e quindi bolliti e asciugati. In un secondo tempo vengono ri-lavati e sbiancati con lo zolfo. A questo punto i fili, lasciati umidi, sono pronti per la tessitura. Il panama può essere di tre tipi - Montecristi, Cuenca, Brisa – anche se a dir la verità il vero panama è il Montecristi, un Re che non ha nulla da spartire con gli altri due, al più vassalli della sua corte.

La qualità Montecristi – nome che deriva proprio dalla cittadina dell’Ecuador – nasce da un intreccio orizzontale-ovale che non mostra cambio di tessitura e che presenta un armonioso e compatto disegno. Si suddivide in : regular, fino, fino-fino, extra fino. E’ prodotto nella Costa e richiede un tempo lunghissimo che può arrivare anche ad alcuni mesi per le qualità più elevate. Sono in pochissimi a saperlo realizzare e questo ne giustifica quantità limitatissima e prezzo elevato. I colori vanno dal bianco latte all’avorio, passando dal miele : esso dipende dal processo di lavorazione della toquilla e anche dalla personalità che l’artigiano vuole dare al cappello; non sempre, infatti, una fibra più scura, o più lucente, significa una qualità più bassa. La bellezza di questo capello sta invece in una tessitura finissima ma al contempo elastica, fresca, morbida, realizzata solamente di prima mattina, quando l’aria è umida e fresca, per evitare la rottura della paglia, quest’ultima finissima come capelli. Nelle varie fasi di intrecciatura si deve far riposare la paglia per conferire ad essa elasticità e robustezza. Più leggero della carta è un soffio, al contempo d’aria e di poesia, all’ennesima potenza. A mio avviso deve avere solo nastro e galla neri.

Agli inizi dell’800 nasce il panama Cuenca, dall’omonima città. Questa qualità è intrecciata nella Sierra dalle abili mani delle donne ecuadoriane. Vengono utilizzati i fili più cilindrici e grossolani di paglia per ottenere una trama molto più ampia e irregolare rispetto al Montecristi. Nasce da una rosetta centrale e possiede vari livelli di tessitura diagonali in un disegno a cerchi concentrici. E’ inavvicinabile alla sottigliezza e alla mano di un Montecristi e per produrlo occorrono, al massimo, sette giorni di lavoro. Qui il colore è ottenuto con una concia vegetale. Si suddivide in scala crescente di qualità : grado 2, grado 4, grado 8, grado 12.

Infine il Brisa, intrecciato con i fili piatti, ha trama lasca e aperta. Per alcuni non si può neanche fregiare del nome panama. I colori sono fantasiosi e spesso virano verso il gusto femminile.

Chiamo sul discorso l’imperturbabile Gran Maestro, espertissimo amatore di cappelli. Molte cose avrò dimenticato e tante altre soffriranno di imprecisioni : la Sua scienza non potrà che approfondire ulteriormente le mie righe.
D’altra parte, questo mio gesso, vuole solo essere un’introduzione all’argomento. Molto altro verrà.

Una nota biografica verso l’ANTICA MODISTERIA LONGO in Calle del Lovo, 4813 - VENEZIA Tel: 041.5226454, preziosismo e fornitissimo fondaco più volte citato al Castello. Varie informazioni sono state reperite nel sito della ditta : www.giulianalongo.com
Interessante anche il sito – da cui sono tratte alcune foto - www.kunstunddesign.com/printout.php?l=it

Nel Taccuino una serie di immagini che ci mostrano la nascita di un panama Montecristi fino-fino. Un’opera di altissima pazienza e perizia.

Sotto un bel sole…da panama, ricordando Napoli.
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 12-06-2006
Cod. di rif: 2482
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Panama : alcuni approfondimenti.
Commenti:
Caro Gran Maestro,

non avevo dubbi sulla Sua entrata in “campo”. D’altra parte so anche che il Suo amore per il cappello non Le avrebbe lasciato alternative… Inutile nascondere che noi tutti, io in primis, ne siamo contenti.
Continuiamo, quindi, questo approfondimento con alcuni quesiti che sono sorti durante le mie modeste ricerche, nel corso della mia frequentazione di varie cappellerie e – ultimo in elenco ma primo per importanza – mentre indosso il panama.

La prima quaestio riguarda la presunta maggior freschezza del Cuenca rispetto al Montecristi. Alcuni appassionati – tra cui un cappellaio – sostengono che il primo, in virtù della sua tessitura aperta e grossolana, lasci penetrare più aria verso la testa rispetto al suo ben più nobile parente.
Personalmente non ho mai riscontrato una differenza assiomatica tra le due tipologie, bensì, nella speranza che non si tratti di “suggestione”, una bella brezza si fa più apprezzare da un Cuenca. Lei cosa ne pensa ?

Le immagini che entrambi abbiamo proposto nel Taccuino tralasciano quella che per molti è la versione ‘unica ed originale’ del panama : quella pieghevole e che il mio sarto chiama scherzosamente “da esploratore”. (Nel Taccuino inserisco una fotografia di un super-fino).
Accanto ai classici fedora, trilby, pork-pie, nelle vetrine c’è sempre, spesso accompagnato da un astuccio di cuoio o legno. Come ho già avuto modo di dire non mi ha mai attirato molto, anche se, lasciando libera la mente di correre verso terre lontane, riesco a vedermi in sua compagnia, magari con una sahariana o con un completo khaki sporco di sabbia e terra.
E’ ovviamente più informale, e meno importante, delle altre forme, tuttavia sa custodire una sua ben precisa anima avventurosa, capace di dirci “non sono avventuriero per scelta, ma per destino”.

Ultimo argomento di questa prima tornata è il Brisa. E’ spesso trascurato e dimenticato, tanto da non farlo includere in molte trattazioni sul panama. Quale è la storia oscura di questo copripaco ? E’ qualitativamente così marginale ?

Non so se ha notato che da quando abbiamo iniziato a parlare di questo manufatto così speciale anche l’estate se n’è accorta. Almeno lei ha buon gusto…

Cavallerescamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 14-06-2006
Cod. di rif: 2487
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Colpe, scuse e nastri. Al Gran Maestro
Commenti:
Egregio Gran Maestro,

con tutta la polvere alzata dalla vettura del Signor Mattioli si giustifica ancor più il panama in testa. Non sarà certo questo pulisco uno dei sedimenti delle millenarie mura del nostro maniero…

Dopo qualche parola burlesca comincerò con il dirLe che troverà in me – credo lo sappia già bene – il primo tutore della precisione e dell’accuratezza.
Il punto è che il maestro sarto ha torto, diciamo, al cinquanta percento, poiché la sua definizione “sciatta” deriva da un episodio occorsole qualche anno fa. L’ho trascurato nella mia, colpevolmente. Ecco che l’altro cinquanta percento di colpa può andare al sottoscritto… Non c’è male all’infuori della colpa.
Monsieur Arturo Maggiali è un vecchio cliente della sartoria (dagli anni ’60) che si è sempre diviso tra arte antica e studi archeologici. E’ un simpatico e pimpante settantenne che ha visitato almeno i tre quarti del globo terrestre, raccontando, documentando, fotografando, tutto ciò che lo spirito umano è stato in grado di produrre. Buon collezionista d’arte, indossa, e possiede, solamente due-tre vestiti per stagione fino a quando sono in grado di resistere ai suoi itinerari. Dopo ne commissiona un'altra coppia che porterà ininterrottamente fino alla fine suprema.
Qualche anno or sono, di rientro da uno dei suoi numerosi viaggi, se non ricordo male in Libia, è incappato nello smarrimento del bagaglio che conteneva tutto il suo guardaroba, cioè gli altri due vestiti e qualche paio di pantaloni. L’indomani si è recato in sartoria con indosso lo stesso abito di lino, impolverato, sporco e ben sgualcito, accompagnato dal suo inseparabile panama optimo pieghevole. Da quel momento monsieur Maggiali è “l’esploratore” e l’optimo il suo cappello inseparabile.
Un personaggio affascinante e contagioso. Come quel cappello.

Il mare sembra immenso ma i punti dove è più pescoso sono i più frequentati. Molto interessante il sito di Brent Black - sopratutto per la parte iconografica che prende in esame ogni foggia del cappello di toquilla - da cui avevo già pescato qualche informazione.

Continuerò ad alimentare il fuoco della Sua passione con un domanda che riguarda la guarnitura del cappello finito. E’ probabile che affronti questa disamina in una Sua futura; se così fosse non consideri questa mia quaestio. In caso contrario desideravo approfondire con Lei la scelta del nastro e della galla sulla cupola. Siamo abituati a vederli di un solenne e grave gros-grain nero. Tuttavia, di tanto in tanto, qualche vetrina ne espone un esemplare con nastro color tabacco o ecru’. Tempo addietro ne divi addirittura un esemplare “plantation” con nastro in cuoio. Lei cosa ne pensa ?

Cavallereschi saluti
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 15-06-2006
Cod. di rif: 2495
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Con noi e sopra di noi. Al Gran Maestro
Commenti:
Caro Gran Maestro,

innanzitutto mi compiaccio per gli sviluppi del mio primo trattato sul panama dacché ha innescato un molteplice e avvincente approfondimento, condiviso da più frequentatori. D’altra parte il fascino di questo copricapo è un tutt’uno con la sua manifattura.

Dalle Sue ultime parole evinco che la mia non era del tutto suggestione; diciamo, almeno, che il mio Cuenca da l’impressione di essere più fresco del mio Montecristi. Confronteremo le nostre impressioni tra qualche settimana, quando il caldo sarà all’apogeo.
Proprio questa mattina stavo pesando il grado di formalità del panama. Alcune fotografie inserite nel Taccuino lo pongono in alto nella scala dell’eleganza maschile e questo mi ha indotto una specifica domanda : può essere indossato durante un matrimonio diurno o rischierebbe di svettare un po’ troppo tra tutte quelle teste disadorne ?
Insieme a questo pensiero meditavo sul fatto che siamo abituati ad associare al panama un gagliardo sole estivo. E’ ovvio che sia così : la sua natura segue il suo scopo e la sua storia. Tuttavia ci sono alcune giornate primaverili, o autunnali, che ci omaggiano di un clima così raro da starsene seduti ad ammirare quest’arte di Dio. E non sempre siamo vicini all’estate. Un panama stonerebbe ?

Rispondo al Suo incitamento sul panama : che sia sempre sopra di noi !

Cavallereschi saluti da una Parma già pronta per il test “freschezza”.
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 16-06-2006
Cod. di rif: 2497
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Panama e individuo
Commenti:
Stimatissimo Gran Maestro,

in effetti la versatilità del panama è grande e limitata forse solo dalla personalità di chi lo indossa. Tra l’altro – come vedremo nel proseguo dell’analisi – è capace di riproporsi in numerose fogge che lo caratterizzano per luogo, uso e individuo.
Non è raro vederlo indosso a qualche spettatore di Wimbledon così come a un capo di Stato o un facoltoso dignitario. Un campione che non stona mai e che affonda il suo valore nella personalità di chi lo frequenta e nella sua irresistibile iconografia storica. Quest’ultima è così forte che io stesso lo immagino senza vederlo, lo ipotizzo senza che sia indossato. Se vivessimo a Clerville, la città di Diabolik, “sarebbe normale incrociare una nera Jaguar E-type del ’62. In quella città ci sono più gioiellerie che ristoranti; più musei che palestre; più castelli (abitati da ricche e nobili famiglie) che banali condomini; più chilometri di fognature abbandonate e condotti sotterranei che di metropolitana”. Forse in quella città ci sarebbero molti più cappelli, molti più panama, molto più gusto.

Cavallerescamente
Lorenzo Villa

P.S.
Rimango in attesa dei preziosi sviluppi. Ho già qualche altra questione…


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 20-06-2006
Cod. di rif: 2499
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Le strade del panama
Commenti:
Eccelso Gran Maestro,

in fervida attesa per i futuri sviluppi dello studio sul panama, viaggiavo in rete e su alcuni testi fotografici alla ricerca di quello spirito che fa di questo capello un oggetto capace di emanare quella luce propria che si può anche chiamare fascino.
In effetti quello che colpisce è il fatto che la paglia toquilla visita tutti gli stili possibili del cappello maschile (…e femminile) con tesa. Ritroviamo, infatti, lungo la sua strada ogni forma e foggia storica di copricapo, dal più formale e classico al più confidenziale e avventuroso. E’ già da qui che si può intendere la grandezza di un materiale unico che è stato in grado di re-interpretare con successo cristallino ogni forma che ha fatto vivere. Non è da tutti, ma solo di quei prodotti che riescono a spiritualizzare un idea e fissarla nella storia della società. Un icona plastica di un modo di essere, tanto che quando ne vediamo uno percepiamo un mondo complesso ma di comprensione immediata.

Cavallerescamente in ascolto,
Suo devoto
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 20-06-2006
Cod. di rif: 2501
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Eventuali mie approssimazioni. Al Gran Maestro
Commenti:
Egregio Gran Maestro,

spero che la Sua premessa, incisiva come un fioretto, non si riferisse anche alle mie parole.
In verità ho cercato, come sempre, di indagare personalmente ciò che mi affascina e ciò che ha una storia da raccontare. Una cosa “vera”, insomma. E la verità è spesso una terribile arma d’offesa.
Mi piace ricordare una massima di Nathaniel Hawthorne : dai principi si deduce una probabilità, ma il vero o una certezza si ottengono solo dai fatti.
Ad ogni buon conto domando scusa per eventuali pecche.

Cavallerescamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 26-06-2006
Cod. di rif: 2505
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Le bretelle di Francesco Maglia
Commenti:
Caro Gran Maestro,

siccome non si può di certo attraversare il mare stando fermi ad ammirarne le onde, quelle fotografie del Signor Maglia non possono che dilettare e incuriosire chi è attento ai prodigi dell’inaspettata semplicità e condurre a tentare una ricerca. Quelle bretelle in cuoio la meritano; trovo che il profumo, e soprattutto il “rumore”, che il cuoio intrecciato possiede sia di grande conforto. Quello strofinio, virile e romantico, asseconda e compiace molto i movimenti di un uomo. Per di più sono insuperabili in uno spezzato sportivo con quelle reminescenze di caccia e vita all’aria aperta. Lei ne espanderebbe l’uso ? Dove tentare di scovarle, quindi ? Immagino siano prodotte principalmente in Inghilterra…

Cavallerescamente
Lorenzo Villa

P.S.
Ringrazio il Signor Borio per gli immeritati-ssimi complimenti.


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 03-07-2006
Cod. di rif: 2515
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Una spada. Al Gran Maestro
Commenti:
Carissimo Gran Maestro,

di ritorno da un breve soggiorno in Côte d'Azur, La ringrazio, con qualche giorno di ritardo, per la preziosissima informazione sulle bretelle di monsieur Maglia e per il tempo che mi ha voluto dedicare. “Il peso materiale rende prezioso l'oro, quello morale l'uomo”. Se nel grande mare non troverò nulla, so già dove cercare l’ultimo tesoro.
La spada che mi viene donata è importante e andrà usata con perizia per poter onorare ciò che al Castello viene offerto : la conoscenza.
Grazie Maestro.

Cavallereschi saluti
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 18-07-2006
Cod. di rif: 2524
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Dei bottoni in madreperla colorata e di altre delizie.
Commenti:
Egregio Gran Maestro,

le Sue ultime dissertazioni sui bottoni in conchiglia all’interno del Taccuino meritano una vivissima approvazione, nonché un approfondito studio, dacché l’argomento è stato spesso arricchito di imprecisioni ed errori marchiani. Ogni cosa possiede un nome, e una caratteristica, e non si sa perché ci si sia sempre divertiti a confondere e sovrapporre le carte.
E’ probabile che la domanda che mi appresto a porgere derivi da questa congerie, tuttavia, tempo fa, sentii dire che la madreperla colorata – si parlava, in particolare, del blu – molto intensa e profonda da nuova, ha la caratteristica di perdere progressivamente il colore, sbiadendo nel tempo.
Devo ammettere che non ho mai avuto modo di vedere questa evoluzione ma ritengo che questo mutamento, visto in quel caso in negativo, possa invece essere interessante se riesce a far virare il bottone verso un’unicità cromatica. Tra l’altro la nuova tipologia di coloranti può aver accentuato questo decadimento.
La Sua inarrivabile scienza cosa lambicca in proposito ?

La varietà dei bottoni in conchiglia mi fa pensare ad un utilizzo nel campo della camiceria. E’ possibile, in determinati casi, tralasciare la MOP per le altre tipologie ?
Ricordo ancora adesso una camicia in Royal Oxford bianco, calata nei cassetti di un vecchio armadio di mio nonno, logora ma viva, che portava cuciti dei bottoni di una madreperla giallo-grigia che era incredibilmente di carattere. Sembrava un incrocio tra il Trocas e la madreperla di fiume. Era come se fosse un po’ “affumicata” dal tempo. Avrebbe un ché di familiare citarla e replicarla…

Leggo ora della Sua decifrazione della ‘lineatura’ dei bottoni. Finalmente riesco a dare una misura dimensionale ai vari lines. Mirabile GM, superlativo come sempre.

Cavallerescamente Suo
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 18-07-2006
Cod. di rif: 2528
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Pietra di latte
Commenti:
Caro Gran Maestro,
utilizzerò il Suo prezioso strumento per approfondire e cercare di recuperare le tracce di quelle forze irresistibili che agiscono su di un corpo profondo e cosciente. La nostra stessa ricerca è una strada su cui misurare la forza dell’eleganza. D’altra parte per nostra natura dobbiamo amare le cose somme quando le vediamo, anche un bottone.
Quanto al colore artificiale, come già pensavo, era una corbelleria nostrana.

E’ in effetti da un po’ di tempo che non vedo nelle sartorie dei bottoni in galalite. Questo materiale si presta a lavorazioni straordinarie ed è un materiale vivo e come tale presenta delle
leggere modifiche nel tempo. Il procedimento per ottenere la galalite pare sia stato scoperto nel 1899 dagli austriaci Kritsche e Spitteler. La caseina derivata dal latte veniva sottoposta ad un lungo processo di coagulazione, purificazione ed essiccazione. Perché si abbia una notevole tenuta della forma le lavorazioni sono alternate a periodi di essiccazione e riposo del materiale. Successivamente la si trattava con formolo e quindi veniva colorata. Il nome curioso deriva dall’unione di gala(latte) e lithe(pietra).
Tra l’altro con la galalite si sono fabbricati oggetti di gran gusto e non solo bottoni : da splendidi tappi per profumo, a pomoli per le prime radio, da manici per utensili preziosi a splendide penne. E la lista può continuare per un pezzo.
Voglio proprio vedere se il mio sarto ne riesce a far saltare fuori qualche esemplare dai suoi consumati e cricchianti cassetti.

So che ci sarebbe arrivato presto ma l’anticipo con una domanda : e il legno, oltre ad alcuni alamari, dove si può usare ? Ho visto bottoni in legno d’ulivo ed in radica di alcune essenze esotiche veramente interessanti. E’ il campo d’uso che spaventa un po’…

Cavallereschi saluti
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 26-07-2006
Cod. di rif: 2535
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: La rarità del corno naturale.
Commenti:
Caro Gran Maestro,

preoccupati del significato, e il bel suono verrà da sé.
Mi vengono in mente le parole di L. Carrol quando percorro la Sua strada sui bottoni, fieri sigilli sulla nostra - e della nostra - volontà di essere. Ed è sempre parlando di questi accessori con il mio amico Cav. Rizzoli, davanti ad un traboccante tavolone di torta fritta e salumi, che ci siamo chiesti la ragione della rarità del corno. Il mio sarto li conserva dentro una vecchissima scatola di latta, nascosti sul fondo di un cassetto, lontani da occhi che potrebbero richiederli; nella maggior parte dei negozi e delle mercerie tengono solo delle imitazioni e quei pochi che ce li hanno li esibiscono come la mirra dei Re Magi.
Dove risiede la ragione di questa eccezionalità ? E' facile convenire che si macellano migliaia di capi di bestiame in tutta Italia, cosa che dovrebbe garantire un approvvigionamento più che discreto di materia prima : corni, zoccoli e quant’altro.
Ci deve essere un altro motivo. Cosa ci sfugge ?

Cavallereschi saluti
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 31-07-2006
Cod. di rif: 2538
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Dalla macchina della rarità al metallo brunito.
Commenti:
Egregio Gran Maestro,

leggendo la Sua comprendo le ragioni che hanno spinto i bottoni in corno dentro quella terribile macchina che porta all’eccezionalità ciò che prima poteva essere considerato pregiato. Questo strano marchingegno opera su tutte le categorie del gusto, dal cibo all’abbigliamento, dai gioielli alle automobili, facendo compiere a questi oggetti, nati ricercati ma non unici, un viaggio per riportarli a noi mitologici come l’unicorno. La lista è lunga e questo dispositivo opera a ciclo continuo.
Ad un Laboratorio d’Eleganza bolognese parlammo di corno con il proprietario della Conti Wej e, se la memoria non m’inganna, si cercava proprio di riportare tra di noi queste belle chiusure.
A questo punto del copione arriva quella domanda che non vorrei mai porgerLe, ma che una vita di ricerca e protezione impone : dove poter trovare – per impieghi futuri – dei bottoni in corno ? Sono consapevole della difficoltà sul corno nero, tuttavia, nella mia città, è arduo reperire sets anche nei colori più “semplici”.

Le domandavo una postilla sul Suo giudizio riguardo il metallo brunito. Ricordo in una sartoria dei bottoni in metallo chiaro, resi matti da una brunitura calata dal tempo, recanti due spade affrontate e una corona. Mi erano parso splendidi per un blazer monopetto; oggi mi trovo a riflettere sulla Sua chiosa negativa : il metallo brunito è una scelta errata ?

Con cavalleresco e agguerrito piglio,
i miei cari saluti.
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 02-08-2006
Cod. di rif: 2542
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Viaggio e borse. Al Signor Rubin
Commenti:
Egregio Signor Rubin,

c’è ben poco da accodare a quanto dettoLe dal nostro insuperabile Gran Maestro. Pelletterie di Tolentino sarà la scelta migliore.

Le dirò che posseggo una Keepall di almeno vent’anni e sulla qualità di questa borsa da viaggio c’è poco da eccepire, tranne che non la trovo assolutamente adatta all’aereo e che la sua insita vistosità la pone al limite del gusto maschile. D’altra parte il canvas monogram di Louis Vuitton è oramai, e di buon diritto, una pietra miliare della valigeria. La usi in un bel baule di un automobile.

Parla di Londra come seconda scelta. Da quelle parti non può non visitare Swaine Adeney Brigg, templio del cuoio inglese e braciere di emozioni virili senza tempo. Dia un occhiata alla Gladstone-Bag o alla Weekend Hlldall e converrà con me che sarà poco : ci perderà parecchio tempo.
Ho visto un paio di cartelle notevoli di Daines & Hathaway - per gli accessori e una valigeria orientata al lavoro - ma non saprei dirLe se questa casa ha un negozio nella city.

Buona ricerca e cavallereschi saluti
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 03-08-2006
Cod. di rif: 2543
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Una postilla al mio gesso 2542.
Commenti:
Nella mia precedente dimenticavo, colpevolmente, di precisare che i due storici marchi inglesi hanno nell’English Bridle Hide il loro inavvicinabile punto di forza. E’, a mio avviso, il più bel materiale da valigeria e se curato nella maniera dovuta è come il grande vino : sa migliorare nei decenni.

Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 07-08-2006
Cod. di rif: 2546
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: La voce del metallo.
Commenti:
Pregiato Gran Maestro,

una malattia “intelligente” ci da risposte prima della nostra ragione. Quanto è gradito l’indirizzo dove poter cogliere un bel preparato, prima che il morbo diventi inquieto !
La ringrazio; nella mia prossima visita a Milano non mancherò di recarmi in via Plinio, se non sbaglio dalle parti di Corso Buenos Aires.

Quanto al metallo bronzato, colgo bene l’esempio con le canne dei fucili, dacché non più tardi di tre anni or sono ebbi modo di visitare la fabbrica d’armi Beretta, in Val Trompia. Credo sarebbe sublime avere delle lavorazioni sui bottoni di metallo a quel livello; ricordo un loro ‘piccolo’ museo, conservava armi che avevano delle canne, delle culatte, dei grilletti, con una profondità di bronzatura da poterla passare con gli occhi e assaporarla con le mani. Vibravano, mi creda !
In effetti il procedimento non era dei più facili e immediati. Si interveniva, se non ricordo male, anche con la fiamma viva su superfici trattate con sostanze e reagenti. Un operazione manuale e laboriosa.
Dice che non c’è nessun bottonificio che lavora il metallo bronzato come si deve ? Neanche in Inghilterra ?

Il metallo esercita un influsso sull’uomo. Chi sa ascoltarlo ne prende la sua tempra.

Cavallerescamente e fermamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 07-08-2006
Cod. di rif: 2548
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Preattoni, fondaco del metallo
Commenti:
Caro Gran Maestro,

un'altra impresa, ed un altro fondaco, si aggiunge alla mia futura campagna milanese. In ogni caso era già decisa una visita a Lorenzo Preattoni; d’altra parte è raro che vada a Milano senza varcare la sua porta.
Visitiamo e accogliamo la madre delle arti, delle armi e delle leggi della fede; dall’alto operiamo perché tutto ci sia chiaro.

Suo devoto
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 16-08-2006
Cod. di rif: 2550
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: I risultati di una vita nel gusto
Commenti:
Carissimo Franco,

anche se perso in qualche terra remota e alta, ti giunga la mia gratitudine per l’ennesima concessione di un nome frutto della tua instancabile pratica e della tua lontana ricerca.
Nella mia prossima spedizione all’ombra della Madonnina visiterò la bottega del Sig. Maurizio per battere in caccia di qualche bel set di bottoni in corno. Credo che nella partita si unirà anche il Cavalier Rizzoli, tuo prode conterraneo.
Come diceva Forster “se dovessi scegliere fra tradire il mio paese e tradire il mio amico, spero di avere il fegato di tradire il mio paese”.

Grazie ancora una volta, fratello e alleato in gusto.
Cavallerescamente da Parma
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 18-08-2006
Cod. di rif: 2555
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Preppy men
Commenti:
Eccelso Gran Maestro, magnifico Rettore,

è sorprendente come, e quanto, il nostro guardaroba contenga capi “preppy style”, di sovente vissuti senza pensarci. E’ un abbigliamento che nel tempo libero ha trovato ampi spazi per chi ha saputo coniugare una semplicità che non è sottrazione ma interpretazione del classico in fogge e accostamenti dinamici, atletici, privi di ogni negligenza. Sono tanti i pezzi preppy che amiamo e che indossiamo !
Mi stavo immaginando, dopo due fotografie che tolgono il fiato e su cui solo l’inarrivabile Gran Maestro poteva dar voce, quali siano i suoi alfieri maschili; sul momento mi vengono in mente Ralph Lauren, che con la sua linea Polo ha saputo vivere e far vivere, leggere e rileggere, chiamare e richiamare, più volte lo stile preppy americano. Il successo che ancora gli arride giunge anche dalla capacità di essersi situato su questi binari senza tempo e senza rincorse momentanee a ciò che chiamano moda. E’ un mondo che conosce e frequenta bene. Mi viene poi in mente John Fitzgerald Kennedy e le sue tante immagini che fanno capire uno dei più bei regali al gusto dell’american way of life.
Avrò sicuramente dimenticato il meglio. Per questo chiedo il Vostro aiuto.

Una prima, piccola, domanda sul preppy style. Coniughiamo questa maniera nello sportivo. C’è spazio per una certa giacca e una certa cravatta ? Gli inglesi nello sportivo hanno saputo percorrere anche qui delle strade memorabili. Il preppy style come vive questi due oggetti ?

Cavallerescamente vigile
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 25-08-2006
Cod. di rif: 2560
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Una freccia per Milano. Al cav. Longo
Commenti:
Egregio Cavalier Longo,

altro nome, altra posta, da aggiungere alla nostra spedizione meneghina. Non so perché ma sono già certo che il carniere del nostro fidato scudiero non rimarrà vuoto.
Più che mai interessante la notizia della reperibilità del corno nero, nelle botteghe delle mie lande visto come oggetto della notte dei tempi e, quindi, introvabile.
Già che ci siamo Le ponevo una quaestio su notizie che mi sono giunte fresche dalla Sua città in merito a notevoli fibbie in ottone per cinture. Ha qualche freccia nel suo arco su quest’accessorio ? Un cliente del mio sarto ne riesce a reperire esemplari di stupenda fattura, e di provenienza britannica, proprio all’ombra della madonnina. Sciaguratamente non ho mai avuto occasione di domandarle “dove”.
A Parma si può trovare qualcosa di interessante frugando nel vecchio magazzino "Bozzetti" di b.go San Silvestro, 18 - Parma - Tel. 0521 285491.

Cavallereschi saluti e ancora grazie.
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 01-09-2006
Cod. di rif: 2563
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Alla ricerca delle fibbie. Al Cav. Longo
Commenti:
Egregio Cavalier Longo,

non si preoccupi, so che avrebbe volentieri partecipato alla battaglia e so anche che il suo onore sarebbe stato pari alla Sua abnegazione. In ogni caso, qualora scoprissi il fondaco lombardo, non mancherò di darne ambasciata. La forza del nostro maniero è anche questa.
Spero di rivederLa presto. Volesse il cielo in occasione dell’Adunanza della Legione bolognese.

Numquam Servavi !

Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 11-09-2006
Cod. di rif: 2571
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Un oppio, il suo rito.
Commenti:
Egregio Signor Leonardi,

il quesito che Lei pone non è altro che una metafora della vita dell’uomo, sempre in bilico tra un essere per gli altri e un divenire per sé stesso. Quante volte avrà trovato un momento di pace nel varcare le soglie di quei negozi scintillanti, infidi spacciatori di una bella dose di oppio ? Quelle porte così curate, quegli arredi che gridano da ogni cassetto l’acquisto, quella massa umana che vaga alla ricerca di un qualcosa in cui credere, quei commessi tanto curati quanto inutili, quel trattamento così lussuoso eppure così banale, quell’aria così studiata ma invero così volgare, non son, forse, creature atte a farci credere di essere arrivati dove gira il mondo ? Ci si sente importanti e si fa sfoggio di un’arrogante importanza che deriva da questo circo del nulla.
Il punto è che abbandonare quelle strade per cercarne una propria, che arrivi dove la nostra coscienza smette di comprare per aver iducua ma sceglie per usare, è una brutta strada. Lo abbiamo detto tante volte; è pericolosa, ed è solitaria. Non è meglio quella droga ? Non ci fa sentire più forti ?
Vediamo una pietra che rotola e per la quale è ormai giunto il momento dello scalpello. A quel punto non potrà più tornare indietro; Le capiterà di desiderarlo, di maledire il giorno di aver provato ad eliminare la semplicità di una scelta così facile, ma altresì si commuoverà per ciò che ha saputo comprendere. Sarà un dannato. E nel tempo la Sua mente sarà così sgombra da non dover più pensare.

Cavallereschi saluti e in bocca al lupo.
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 12-09-2006
Cod. di rif: 2574
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Buoni e cattivi
Commenti:
Trovo che una suddivisione tra marchi buoni e marchi cattivi sia inutile giacché miglior investimento è lo studiare, l’approfondire, il governare, l’idea prima delle cose, cioè la risposta qualitativa ad una necessità che non può che essere un piacere. Non ci sarà mai un nome che potrà tutelare un principio, ma solo una conoscenza che esigerà una scelta; occorre esercitarsi a lungo su questo punto, non tralasciando nulla del cimento.
Al giorno d’oggi il cambiamento degli oggetti è così veloce che occorre fermare il tempo con la propria forza, l’unica, sicura, guida verso la corrispondenza tra verità e qualità. A quel punto non ci spaventeremo più della perdita di identità di una marchio, dello snaturamento di un nome, perché sapremo cosa andare a cercare dietro quell’etichetta. L’unico compito sarà trovare chi può “dare” e divenire suoi difensori.

Cavallerescamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 19-09-2006
Cod. di rif: 2578
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Narrow ties. Un'altro approdo.
Commenti:
Irriducibile Gran Maestro,

l’unico argomento possibile con un amore è amarlo. E così il tema “narrow ties” vive nel Suo studio e appassiona come mille altri qui vissuti, giacché dentro i nostri cuori c’è una amore e una fede che al Castello si alimenta e può vivere.
Ho in mente una vecchia fotografia del Principe Carlo in cui una “cravatta stretta” regimental era inalberata su di un collo di camicia francese molto aperto. Personalmente trovo che sia una “par nobile fratrum”, anche se non nascondo di aver visto buoni risultati anche con il botton-down. Credo che l’importante sia avere una pistagna anteriore ben svasata e non troppo alta.
In parer Suo, questa tipologia di cravatta si sposa bene con tutti i colli di camicia ?

Cavallereschi saluti
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 20-09-2006
Cod. di rif: 2581
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Narrow ties in vetta. Stoffe ed interni.
Commenti:
Egregio Gran Maestro,

in effetti H.R.H. Prince Charles, nella foto citata dal mio precedente, ha una pistagna tutt’altro che bassa e, complice un solito nodo “nocciolina”, posiziona la cravatta altissima, con un effetto rimarchevole per solennità, compostezza e fermezza. Non Le nascondo che ho sempre amato un nodo non troppo grande e ben stretto sulla sommità dell’incrocio delle vele del collo. Come Lei ha giustamente notato dipende dai materiali, tuttavia noto che pur avendo la stessa stoffa, ad esempio un foulard o una saglia, non sempre la giocata porta a casa la puntata.
Può avvenire che, confrontate due stoffe di peso uguale, e della stessa età, una qualità nascosta nella seta influenzi la riuscita e la tenuta del nodo a quelle altezze ? Che peso hanno nella partita gli interni ? Nelle nostre care “narrow ties”, gli interni, a buon vedere, influenzano non poco la plasticità del drappeggio e del nodo, nonché le dimensioni.

Il piacere di conversare tra gentiluomini è secondo solo a quello di conoscere dai gentiluomini.

Cavallereschi saluti
Suo Cavaliere
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 22-09-2006
Cod. di rif: 2583
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Un cocktail ovvero la sua ricerca futura.
Commenti:
Caro Gran Maestro,

spalleggio con piacere, e con naturale passione, un approfondimento, ovvero un laboratorio tecnico, per ricercare la giusta equazione che tra seta e interni ci dia il buon nodo, cioè plasticità e tenuta. Collo e mani sono a disposizione della scienza cavalleresca…
Personalmente, reputo che la stoffa dia la tenuta e “l’impronta” alla cravatta ed, in particolare, al nodo. L’interno è responsabile del nerbo e del “ritorno” dell’amatissimo drappo. Proprio queste caratteristiche, e questa grossolana divisione, sembra venir meno allorché si confrontano stoffe uguali ma di provenienze diverse. Come in un grande cocktail, la giusta proporzione e l’alchemica miscela di stoffa ed interni è la base della cravatteria artigiana di qualità.
Non c’è che dire, occorre indagare, capire, studiare questa relazione prima. Sono con Lei. Come sempre.

Cavallereschi, devoti, saluti.
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 27-09-2006
Cod. di rif: 2584
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Giubbino scamosciato e cravatta.
Commenti:
Egregio Gran Maestro,

la sua stagione, dopo la pausa estiva, sta tornando. Parlo del giubbotto scamosciato, quello che taluni, per via di una famosa casa produttrice lombarda, chiamano anche “valstarino”. Incominciano le sue prime uscite, soprattutto nelle ore più fresche della giornata, ma sarà un crescendo che dalle nostre parti durerà fino a Novembre inoltrato.
Lo avevamo già incrociato in un Suo gesso, il 2442, tuttavia mi era gradito investigare con Lei il suo abbinamento con la cravatta. Il sommo cavalier Forni – gesso 2067 – la consiglia senza dubbi.
In effetti non sono rare le occasioni in cui il giubbino è abbinato a pantaloni grigi in saglia leggera e cravatta. Non più tardi di ieri sera, in una via del centro, un distinto signore che per la società moderna è già trapassato e tumulato – avrà avuto, infatti, più di sessant’anni – indossava lo scamosciato con una duttile cravatta in maglia. L’insieme era d’effetto e mi ha portato a questo scritto non senza un dilemma : ammessa la cravatta, quando il giubbetto viene levato si rimane, miseramente, in camicia e cravatta. Quale, dunque, il Suo pensiero ? Il risultato è estensibile anche ad un Baracuta G9 nei colori classici come blu e beige ?

Cavallereschi saluti
Lorenzo villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 28-09-2006
Cod. di rif: 2589
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Fiori, boccioli, frutti. Idee per capire.
Commenti:
Irraggiungibile Gran Maestro,

formalità e dinamicità, dicotomia di notevole fondatezza nell’abbigliamento, trovano i loro codici, rispettivamente, nel rispetto e nell’energia. Se andiamo a fondo, vedremo che indossare una giacca è un cimento in cui migliora il nostro intelletto, e spesso vale la pena parlare di un’eleganza intellettuale che “rispetta” l’umanità, mentre in un giubbino proveremo a muoverci nel lato fisico del nostro corpo, convogliando quell’energia naturale che dovrebbe essere in realtà più direzione che velocità. Quando scegliamo cosa indossare, compiamo, a mio avviso, un percorso che parte da un pensiero che è il fiore, approda ad un linguaggio che è il bocciolo, esercita un’azione estetica che è il frutto. E’ chiaro, allora, come può essere inconcepibile levare una giacca. Tutto ciò mi aiuta a capire la scelta di un giubbotto e il suo uso. Fiore, bocciolo e frutto sono diversi.
Se tengo a mente questi concetti, sarò in grado di evincere che sotto un valstarino si annoderà meglio una cravatta in maglia, una grenadine in seta ovvero reps regimental. Il collo preferirà i bottoni, sarà cioè un botton-down.
Fedele all’idea che l’abbigliamento del gentiluomo non poggia su leggi universali, le mie sono solo modelli. Lei cosa ne pensa ?
Per ogni cosa c’è un momento, e un tempo per ogni azione sotto il sole.

Cavallerescamente
Lorenzo Villa

P.S:
Abbiamo parlato di giubbotto scamosciato e bomberino. E’ d’accordo sull’estensione dell’impianto teorico alla safari jacket (sahariana) o alla giacca da caccia ?


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 02-10-2006
Cod. di rif: 2592
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Sicuro errore nel mio gesso. Al Gran Maestro
Commenti:
Pregiato Gran Maestro,

Lei ha quanto mai ragione : per sorte sotto l’effetto di qualche fiore oppiaceo, ho proprio invertito l’evoluzione della natura ! Me ne ero accorto, ma era troppo tardi. In quest’epoca di facili remissioni, l’animo umano è fin troppo pronto a scusare le proprie colpe. Ammettiamo gli errori : ci servirà; ci serviranno.
In ogni caso trovo che l’allegoria, nel giusto corso, possa ben presentare la mia idea.

Ora il mio forte, sincero, saluto cavalleresco.
Suo
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 06-10-2006
Cod. di rif: 2597
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Un collo morbido di un anno fa.
Commenti:
Egregio Signor Corbey,

l’anno scorso, dalla mia camiciaia, vidi appoggiata sul tavolo da lavoro una camicia in un carnoso popeline che presentava proprio un collo morbidissimo e cedevole. Parlandone con l’artigiana scoprii che l’interno era in tela di lino irlandese. La pistagna era, all’incirca, come quella delle camicie in Suo possesso (3,5 cm) ma le vele del collo erano piuttosto lunghe e importanti, almeno una decina di centimetri. L’effetto era rimarchevole. Non ne ebbi più notizia, seppi solo che era un campione di “riferimento” di un cliente fuori città.
In tutta sincerità non vedo pecche in una vela che si piega leggermente all’insù, anzi, semmai una caratteristica del collo morbido. La piega contraria, da Lei ricercata, si potrebbe ottenere con una vela piuttosto corta in rapporto all’altezza della pistagna. Il problema, a mio avviso, riemerge indossando la cravatta : corre il rischio di alzare dallo sparato le vele, soprattutto con nodi alti e ben serrati.
Stia poi attento agli scogli di un collo soffice e molto piccolo : ricorda terribilmente alcune camicie estive di un noto stilista milanese.
Per il resto non resta che provare quel rapporto; non è, d’altra parte, uno dei lati più seducenti del su-misura ?

Cavallereschi saluti
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 10-10-2006
Cod. di rif: 2605
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Scarpe da uomo fatte a mano. Al Sig. Dal Farra
Commenti:
Egregio Signor Dal Farra,

le segnalo che qualche settimana addietro notai un paio di copie dell’interessante libro del calzolaio Laszlo Vass in una libreria della mia città. Tra le altre cose il negozio in questione è veramente “denso” di opere fuori dal normale giro delle catene nazionali . Ecco nome e indirizzo : Libreria dei Portici, via Repubblica 15, Parma, Tel. 0521 239144. In bocca al lupo !

Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 16-10-2006
Cod. di rif: 2629
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Il cuore
Commenti:
Avrei voluto scrivere queste righe qualche giorno addietro, ma solo uno splendido viaggio nelle Langhe mi ha tenuto lontano dal Castello per un paio di giorni; in tutta sincerità sono stato molto bene e lo spirito si è stimolato.
Torno e mi ritrovo gli ultimi gessi del nostro sublime Gran Maestro, del Cavalier Barone, del Rettore De Paz, e mi lasciano pensieri, sicurezze, serenità. Sembra che la nostra ricerca vada verso la nostra natura e quando la incontrerà capiremo il perché di tante cose delle nostre vite. Alle volte oscure, spesso difficili, sempre autentiche.

Egregio Signor Mattioli, si interroga su di una scelta senza comprendere che per scegliere occorre sfrondare, approfondire, sacrificare e, soprattutto, sapere. Le parrà strano tuttavia questa maniera di porsi porta ad una condizione che lei sembra non desiderare : il divertimento. Andare dal mio sarto, che lei riterrebbe “mediocre”, mi diverte tantissimo. Come ha ben detto il Gran Maestro, il mio entusiasmo, le mi domande, il mio continuo ri-cercare, e, perché no, la mia sincera passione, lo hanno predisposto ad un modello di cliente che è in grado di domandare e capire. Passione e divertimento, Signor Mattioli. Le sue certezze cadono se non è capace di creare con queste un enigma da una soluzione, un nuovo guizzo da ciò che ha già avuto, non importa da dove. La sua domanda non esiste perché non c’è il cuore. Neanche nei suoi nomi del lusso, giacché tra qualche tempo nen le andranno più bene neanche quelli.

Cavallerescamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 18-10-2006
Cod. di rif: 2633
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: L'imprenditore non veste più. Anche se...
Commenti:
Durante il ritorno dalla gloriosa Adunanza felsinea, con la notte profonda e cittadina che invadeva i portici, parlavo con il Cavalier Rizzoli dell’abbigliamento attuale di chi, come noi, lavora e porta avanti una piccola azienda familiare. Se nella libera professione si può ancora atterrare su qualche isolotto di buon gusto e buon senso, nel campo dell’imprenditoria privata di medio-piccole dimensioni, i nostri due baluardi più simbolici, la giacca e la cravatta, hanno intrapreso un volo di sola andata che li ha lasciati, via, via, sempre più emarginati e distanti. Solo alcuni anni addietro - neanche tanti in verità - l’imprenditore, parimenti sia quello a capo di una piccola realtà artigiana, sia il timoniere di una solida impresa di alcune decine di addetti, era nella sua ditta in giacca e cravatta e mai avrebbe abdicato a questa simbologia, pur occupandosi, ieri come oggi, delle più svariate faccende. Simbologia che non si lega al potere ma alla dignità e alla distinzione. La rincorsa a sostituire questi due pilastri della vita con le stampelle della gioventù e della dinamicità ha fatto sì che questo scivolo riguardasse tutte le età. Dai sessant’anni in giù praticamente tutto il mondo imprenditoriale indossa ogni amenità possibile del triste guardaroba odierno, rinunciando al primo propellente del lavoro : l’armonia.
Il sottoscritto, vestendo in giacca e cravatta, trova nel suo peregrinare in uffici e laboratori di clienti e fornitori un’impressione d’imbarazzo, il loro, inadeguati e impreparati, oramai, a tale semplice visione. Senza dimenticare, e qui invito Voi tutti a confermare, che quando sono vestito bene, appropriato al ruolo che la vita ha dato al mio io, lavoro meglio - infinitamente meglio - e penso cose migliori.
Siccome al Castello non abbiamo pianto per le sciagure ma solo ferro e coraggio per il buon esempio, lascio la Porta con una bella luce : sempre più spesso vedo in sartoria capi di clienti giovani, taluni imprenditori, che sono stanchi di morire senza la gloria di un vero campo di battaglia e di una divisa. Se si deve perire facciamolo con stile.

Cavallerescamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 19-10-2006
Cod. di rif: 2637
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Il vestito dell'Italia che lavora
Commenti:
Pregiatissimo Gran Maestro, Cavalieri stimati,

mi compiaccio di aver trovato il Vostro interesse e la Vostra attenzione su di una cosa che mi riguarda così da vicino. Era ormai giunto il momento di capire i principi, le correnti, che hanno spinto la nostra barca fin qui.
Sottolineo la rilevanza delle parole del Cavalier Rizzoli che individua un origine chiara e netta di un usanza consolidata : il far emergere la propria storia. E non solo in Emilia-Romagna, ma un po’ in tutta Italia le origini della classe imprenditoriale, che attraverso i suoi piccoli capillari ha dato linfa a tutta la pianta Italia, non può abbandonare e prescindere le sue origini agricole. Siamo una nazione ancora piuttosto giovane da questo punto di vista e i collegamenti con la “terra” ci sono ancora tutti e sono ben in profondità. Ecco che l’imprenditore non potrà vestire o porsi come un uomo d’affari ma come colui che lavora perché ha strappato da quel terreno un’idea di successo, di sovente forte e radioso, capitalizzato come azienda e come uomo, che, tuttavia, lo ha sempre tenuto distante dall’universo oscuro e “improduttivo” di una ricerca estetica. La mancanza di una generazione capace di trovare nella nazione degli archetipi su cui modellare fogge e stili, anche di vita, ha lasciato scivolare via la possibilità di un canone italico che si imponesse sul vissuto e cascasse nella storia. Come davo cenno nella mia precedente, alcune nuove leve di queste famiglie si stanno ponendo solo ora in azienda in maniera diversa, rifacendosi a momenti in cui i nostri due baluardi erano, comunque, sempre ben presenti.
L’evenienza di una ricerca che ci conduca verso uno sfrondamento della coscienza diffusa, per ottenere, capire e, quindi, preservare, quella parte di noi che è il “vestito dell’Italia che lavora per costruire”, è la concezione magistrale del nostro Gran Maestro per il futuro. Il passo, mirabile e ultimo, è di una suggestione incredibile, una pietra miliare nella concezione umanistica della vita che sblocchi il pensiero per farlo accedere alla poesia. Come iniziare ?

Cavallereschi saluti da chi è pronto all’azione.
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 20-10-2006
Cod. di rif: 2640
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Spettacolo e lavoro : comunanza di vedute.
Commenti:
Egregio professor Pugliatti,

in effetti, parlando con persone che hanno qualche lustro sulle spalle in più del sottoscritto, la classe imprenditoriale e commerciale degli anni cinquanta-sessanta e primi settanta aveva dalla sua un chiaro e inequivocabile contatto con i riferimenti estetici più in vista dell’epoca tale da non evidenziare un passaggio di idee ma una comunanza di vedute. Proprio in chi è appartenuto a quelle generazioni si nota ancora oggi un certo tipo di atteggiamento verso l’abbigliamento nel lavoro che, successivamente, ha compiuto un bel salto in lungo fino a qualche sporadico caso dei giorni d’oggi. Negli anni successivi ai ’70, il mondo dello spettacolo, e di pari passo ”l’ispirato” mondo aziendale, è sceso a valle lasciando abbandonati in vetta classe e buon gusto. I riferimenti degli anni che Lei cita, sono stati a mio avviso uno dei rari esempi di canone italico visibile ed esportabile. Sarebbe alquanto interessante indagare i meccanismi dei campioni di stile delle varie epoche, dacché la legge basica è universale.

Cavallerescamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 26-10-2006
Cod. di rif: 2650
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Calici ed anime. Al Cav. Ricci
Commenti:
Egregio Cavalier Ricci,

lungi dalle mie parole l’annientamento e la libagione del suo esposto: qui si fa dello scambio di pensieri uno dei passi del nostro accrescimento. Tutti sulla via del conoscere noi stessi. Al contrario spero di avere presto il piacere di bere con Lei un bel bicchiere di vino, ché certo saprà ritemprare le nostre fatiche.
In verità credo che i nostri concetti siano tutt’altro che distanti e che , semplicemente, esprimano con passione una profonda reciprocità. In particolare, è alquanto interessante il passaggio sulla bellezza del Suo ultimo gesso : ho sempre avvertito anch’io il tendere ad un punto che non deve (e non potrà) mai essere raggiunto. La nostra mente è di sovente schiava della “sua” bellezza e costruisce le tappe del suo percorso talvolta in maniera erronea. Sfocia, cioè, nella febbrile ricerca di una verità che è una maschera per coprire delle insicurezze, incapace di valutare la realtà dall’alto. L’uomo d’Azione - e con azione intendo non la frenesia ma la prontezza, una prontezza che non rinnega ma capisce, attraverso uno studiare che è conoscere - saprà levare queste maschere e vivere compiutamente al centro della storia. Sarà un uomo che conosce i suoi limiti, le sue energie, la sua vita. E saprà realizzarli, con decisione e amore. Come, sicuramente, fa Lei.

In attesa di un incontro di calici e di anime, i miei cavallereschi saluti.
Lorenzo Villa

P.S.
Esprimo sincera ammirazione per il Suo “doppio” mestiere. Unire e condividere una libera professione con un’attività artigianale è di notevole fascino.


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 23-10-2006
Cod. di rif: 2645
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: L'uomo al centro.
Commenti:
Come nel campo dell’azione, un’attività umana imprenditoriale, può attraversare diverse fasi e gradi di conoscenza e riflessione. Ciò che non riusciamo più a cogliere oggi nella maggior parte delle attività è l’Uomo, sommerso e incatenato dalla frenesia di una lotta esasperata ed esasperante, da una crisi d’identità e da una mancanza di sogni. L’uomo d’azione è l’unica persona che abbia più illusioni del sognatore ma è anche quello che grazie alla sua via riesce a liberarsi, e quindi a vedere, oltre questi ceppi. Quando rimetteremo al centro di un azienda l’Uomo, sapremo riscoprire anche la giacca, le passioni, i momenti di crescita, i periodi bui, le capacità autentiche. E’ l’Uomo che deve tornare a vedersi. Un uomo che ha smesso di sognare, un uomo che ha smesso di emozionarsi, è un uomo che ha smesso di pensare. Forse quella sensazione di quiete nel sentirsi a posto per il vestito che si indossa è il contatto con Le proprie tradizioni, il proprio passato senza salti ne esasperazioni. Qui ed ora, per usare il sublime concetto del Maestro d’armi Tiziano Grandi.

Cavallerescamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 24-10-2006
Cod. di rif: 2648
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: L'uomo, valore centrale.
Commenti:
Egregio Cavalier Ricci,

l’imprenditore non può che essere un uomo d’azione nella più alta accezione del termine, pena il naufragare della sua stessa attività. Non capisco bene l’impronta negativa che da’ a questo concetto maschile giacché l’intento del Cavalleresco Ordine è del tutto “umanista”, cioè pensare, e volere, una società in cui l’uomo sia il valore centrale. Se amiamo il bello è perché sappiamo che è il nostro bene. Rilegga bene molti dei nostri passi e non potrà che convenire l’assoluta necessità di un Uomo che dall’approfondimento passa all’azione, l’unica che permette di conoscere e gustare la nostra vita. E’ come un vino : non serve a niente leggerne le recensioni; occorre berlo.

Cavallerescamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 31-10-2006
Cod. di rif: 2657
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Dinner jacket, some questions.
Commenti:
Magnifico Rettore De Paz,

è arduo acquisire un’immunità all’eloquenza di un capo come la dinner jacket… Forse che le cose più affascinanti siano quelle che si usano meno ? Credo che solo dar corso all’idea di farsi cucire uno smoking dia alla nostra coscienza una percezione della speranza di poterlo presto indossare e quindi entrare nell’universo che simboleggia.
Vengo ad alcuni punti che gradirei approfondire.
Il primo riguarda la parentela della dinner jacket con la smoking jacket inglese. So che quest’ultima è utilizzata durante serate nella dimore di campagna, è di velluto verde o bordeaux e si accompagna con pumps di velluto, pantaloni neri con gallone, camicia bianca e cravattino nero. Quali sono i rapporti tra questi due capi ?
La seconda questione sbircia la formalità delle diverse fogge : monopetto, doppiopetto, revers a lancia o a scialle; hanno gradi di formalità diversi ovvero sono solo una scelta personale ?
Last but not least, sopra lo smoking che soprabito utilizzare ?

“Senza dubbio il sogno è per lo spirito ciò che il sonno è per il corpo”.

Con profonda e inviolabile stima
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 31-10-2006
Cod. di rif: 2659
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Scarpe per dinner jacket
Commenti:
Pregiato Rettore,

da alcune idee si deducono solo delle probabilità, ma il vero si ottiene solo dai fatti e dall’esperienza dei grandi Maestri. Ecco che le sue puntuali risposte mi fanno capire tante cose.
Parlando di smoking jacket usa il verbo al passato; ciò significa che è ormai desueta ? Mi piaceva immaginare dei simpatici fumatori di sigari e di pipe che si ritiravano nella smoking room in compagnia di qualche calice di scotch e una buona dose di ‘chiacchiere’…
Quando parlavo di pumps in velluto mi riferivo proprio alla smoking jacket, sebbene la stessa tipologia di calzatura, questa volta in vernice, può essere indossata con la dinner jacket.
A questo punto è interessante parlare delle scarpe : solo vernice ? Pumps o Oxford in suo parere ?

Nel lasciarla con queste mie umili domande, la ringrazio e cavallerescamente La saluto.
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 02-11-2006
Cod. di rif: 2661
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Dinner jacket; ora la camicia...
Commenti:
Pregiato Rettore,

in compagnia della dinner jacket condivido senza cedimenti la scelta delle Oxford anche se non Le nascondo il fascino che esercitano le pumps di vernice. Come qualcosa che è stato e non sarà più, quelle scarpe ci portano proprio in un Castello…
Ho inserito nel Taccuino una bella Oxford Plain di John Lobb, quello “vero” di Londra. Come resistere ad indossare, adesso, uno smoking ?! Resta da ponderare la camicia. Il Suo inavvicinabile gusto che cosa distilla ?

Cavallerescamente affascinato, attendo Sue ulteriori.
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 08-11-2006
Cod. di rif: 2668
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Che Inghilterra conosciamo ?
Commenti:
Egregio Cavalier Granata,

condivido appieno il richiamo ad un’assenza di fisime che si riferiscono più ad un “desiderio che sia” piuttosto che una “realtà che è”. E’ inevitabile considerare l’Inghilterra con parte dei suoi prodotti come le pietre miliari di un modello maschile che tutt’ora è il riferimento supremo per codice, etica, sostanza. Come nel caso di una scuola pittorica che ha segnato un periodo estetico, il magistero anglosassone dell’abbigliamento avrà sempre il suo buon rimando, i suoi seguaci, le sue illusioni.
Molto di quello che noi vogliamo “che sia” è degenerato e si è corrotto. Le parole pratiche di monsieur Ang-Angco già indicando dove andare a cercare ciò che di quel modo di intendere il mondo è rimasto puro e cristallino. Occorre però domandarsi cosa conosciamo noi dell’Inghilterra. Il nostro parlare è sempre sui suoi gloriosi, e spesso decaduti, nomi. Siamo certi che lo stile inglese sia amministrato ancora lì ? Non sarà in qualche indirizzo privo di fama internazionale, e conosciuto dai locali, che sarà ancora perpetrata la perizia inglese del gusto ? Sono domande che mi pongo spesso e che a causa della mia scarsa frequentazione dell’isola non hanno risposta. Le istanze, ad ogni buon conto, potrebbero avere purtroppo risposta negativa.
Abito a Parma. Quanti di Voi conoscono il giovane calzolaio parmigiano G. Banzola ? Eppure realizza da quasi due lustri, migliorando di anno in anno, scarpe totalmente su misura nel senso più tradizionale del termine.
Allora, che Inghilterra conosciamo ?

Cavallereschi saluti
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 09-11-2006
Cod. di rif: 2670
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Notizie al di là del conosciuto.
Commenti:
Pregiato Cavalier Granata,

è bello lasciare in una lettera un finale così piacevole. A prescindere dal cognome – che comunque ci indica come si muovono le cose – c’è da compiacersi di una decisione come quella del signor Graziano. Se ha avuto la possibilità di cogliere, capire e “sentire” lo stile inglese non potrà che esserne una voce autorevole e rispettosa, forte e tradizionale.
Mi fa piacere che qualcosa “c’è” in Inghilterra al di là del conosciuto e risaputo; mi dice che l’autonomia è poca, tuttavia potrebbe essere sufficiente a portare a casa qualche altra bella notizia. Non cerchiamo certo i numeri quanto un nucleo capace di mantenere viva una storia così grande da rendersi vitale per tutti noi. Alcuni segnali di risveglio ci sono : l’importante è che non dormano in piedi.

I miei cavallereschi saluti
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 13-11-2006
Cod. di rif: 2678
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: I lavaggi del Principe
Commenti:
Irraggiungibile Gran Maestro,

per la quinta volta mi trovo ad appoggiare la testa sulle mie mani, azione necessaria ad esaminare con serenità e sincerità quel doppiopetto in lino del Principe Carlo d’Inghilterra di cui al Taccuino 2762. Ammirare, alle volte, è segno di uno stato di comprensione più profonda che sfocia nella conoscenza. Cosa che non ci possiamo permettere fino a che anche la cosa più stupida è rimasta in gioco. Così, probabilmente, la mia domanda : come sono avvenuti i ripetuti lavaggi ? E’ un procedimento che si può applicare a tutti i capi in lino ?

Con osservanza
Suo fedele
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 16-11-2006
Cod. di rif: 2684
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Lavaggi e lavanderie : fuori dal pericolo.
Commenti:
Insuperabile Gran Maestro,

La ringrazio per il Suo commento sul lino principesco. Da qualche parte conservo ancora una giacca di confezione, in lino nazionale blu, completamente sfoderata. Questo fine settimana proverò l’alchemico antro della lavatrice per saggiarne i risultati. Se incontrerò una strada in discesa, avvierò una serie di ripetuti lavaggi; sfruttando l’umile origine, privo quindi di preoccupazioni, vedremo un po’ cosa salta fuori.

Sarebbe quanto mai interessante avere, sparsi qua e là nelle nostre città, degli indirizzi di lavanderie affidabili o, quanto meno, incapaci di demolire il lavoro dei nostri abili maestri.

A presto
Suo
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 17-11-2006
Cod. di rif: 2691
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Via i bottoni ?
Commenti:
Egregio Gran Maestro,

come non convenire sull’importanza della stiratura. Paragonerei, grossolanamente, il ferro da stiro del sarto alla pialla dell’ebanista : entrambi scolpiscono e piagano la materia nella forma voluta ricercando la grazia del materiale.
Personalmente, quelle rare volte che abbisogno di un rimessaggio, mi affido direttamente al maestro. Sarà lui che sceglierà la lavanderia di sua fiducia e, successivamente, ri-stirerà giacca e pantaloni.
So di alcuni appassionati che prima del “tagliando” in tintoria eliminano i bottoni dalla giacca. E’ pratica utile ?

Cavallereschi saluti
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 17-11-2006
Cod. di rif: 2693
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Bottoni in metallo. Meglio levarli.
Commenti:
Ineccepibile Gran Maestro,

le Sue parole sanno dove indirizzare i bottoni più pregiati delle mie giacche in attesa di un loro ripristino : nel cassetto del mio sarto.
Parlava di madreperla, corozo e corno. Il metallo lo possiamo lasciare al suo posto ? Gli agenti chimici della lavanderia possono, a mio avviso, nuocere alla sua patina, sopratutto all'argento.

Cavallereschi saluti in questo pomeriggio carico di fumära (nebbia).
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 20-11-2006
Cod. di rif: 2702
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Tweed a mio modo
Commenti:
Egregio Signor Caprari,

se da un lato ci accomuna l’amore per il tweed dall’altro sento un po’ ristrettivi - e prossimi a quelle regole pronte e fisse che noi rifuggiamo - i suoi “consigli” su questo magnifico mondo della drapperia.
Sono d’accordo sul pantalone in Harris Tweed il linea teorica, tuttavia la magnificenza di questo tessuto crea dei completi giacca-pantalone difficilmente evitabili dal mio occhio maschile.
Trovo che non vi siano barocchismi nelle tasche applicate e nelle martingale : con un gamekeeper o con un ‘vero’ Donegal danno risultati lirici. Il mio sarto ha in lavorazione un pesante cheviot, finestrato su sfondo herringbone, in una giacca con tasche applicate a soffietto e grossa patta di chiusura e martingala su doppia ripresa posteriore : mi creda, il risultato è tutt’altro che pesante; vuole solo respirare della frizzante e terrosa aria di campagna e sentirsi addosso a chi sa ancora emozionarsi.

Cavallereschi, fumosi, saluti.
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 21-11-2006
Cod. di rif: 2704
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Nome in maiuscolo
Commenti:
Egregio Signor Caprari,

non comprendo perché continua a vergare, dai Taccuini alla Lavagna, il suo nome con le minuscole. Se è così attento ai dettagli non può farsi sfuggire un particolare così macroscopico e dal quale tutto nasce : la storia individuale che si porta dietro merita rispetto e dignità. Le lettere maiuscole.

Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 23-11-2006
Cod. di rif: 2719
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Nero e marrone, voglia e amore.
Commenti:
Non sia arriva di certo all’eleganza attraverso l’orologio, non si fa proprio il buon gusto contando le ore.
A livello personale, lontano da formule, avverto sempre il certo fascino delle scarpe nere, pur cedendo, di giorno, all’alcova carnale del marrone. Ci sono cose che se si fanno tutti i giorni perdono di gusto ma arriva anche il giorno giusto per il nero. Certo che anche nel mondo della calzatura nera occorre distinguere forma e modello e in tal guisa risulterà difficile parlare di una derby brogue e di una Oxford al contempo. Materica e scolpita la prima, solenne e religiosa la seconda.
Ricordo ancora un uomo nella Londra mattutina di qualche tempo addietro – ahimè manco da troppi mesi dalla city – incedere nel suo grave completo grigio doppiopetto accompagnato da un cenobitico paio di Oxford nere. Il cielo era lì, lì, per stormire acqua primaverile, il vento ci faceva ancora più chiare le idee, quell’uomo ci ha fatto capire d’un colpo la sublimità di un’imperio maschile basato sulla dignità di essere. Facciamo in modo che la sensibilità, la forma, il codice di noi stessi si armonizzi con la nostra storia, le nostre fatiche, le nostre gioie, il nostro ambiente; studiamo il linguaggio del mondo maschile per conoscere e rivelare ciò che siamo.
E lasciamo che il nostro orologio segni soltanto il tempo che manca all’incontro con il più piacevole dei destini.

Cavallerescamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 24-11-2006
Cod. di rif: 2724
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Varchiamo la porta
Commenti:
Noto con piacere che gli ultimi gessi contengono un buon indirizzo sull’approccio alla diatriba nero-marrone che all’inizio sembrava funestata da regole e norme, a mio avviso, fuori luogo. Lo stesso Signor Caprari, nel suo ultimo contributo, parla del nero con una visione più completa. Ciò non può che preludere ad un esame delle fogge; brogue, semi-brogue, Oxford, derby, come accennavo in un mio precedente, hanno linguaggi diversi e comportamenti differenziati. Come Vi ponete sui diversi modelli ? Appena si entra in un mondo che pare chiuso e limitato, ecco che per chi sa vedere si aprono parecchie porte espressive.

Cavallereschi saluti
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 27-11-2006
Cod. di rif: 2740
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Non si può chiudere il gusto
Commenti:
Ogni volta che, aggirandomi tra le vie dei nostri centri storici, assisto a quella mesta affissione di cartelli che preannunciano la chiusura di un fondaco di rarità provo una stretta al cuore e una sensazione di smarrimento, prove di una perdita importante nella mia storia personale. Provo quasi sempre ad indagare le cause per cercare di farmene una ragione e per vedere accesa la piccola fiamma della speranza sul futuro. Ricordo la gloriosa serrata di una decina di anni or sono di Old England a Parma, la caduta di quegli scaffali di pezze d’antan e di trionfi britannici. Così come è stato forte lo sgomento per la chiusura di Brigatti e, l’anno scorso, di Battistoni a Milano. Cadono le statue, costruiscono pupazzi di cartapesta. E’ un parte di noi che se ne và, anche se quelle soglie non le abbiamo mai varcate; l’importante è che fossero lì, a farci credere che qualcosa, con la volontà, si poteva ancora desiderare perché esisteva.
Qui al Castello non abbiamo mai concesso spazio alle lacrime e mai concederemo terreno alle lapidi. Siamo in guerra, di conseguenza non è difficile portare a casa qualche bandiera : nella mia città si è appena “espansa” una storica sartoria, ha aperto i battenti un signorile spazio dedicato alla toeletta maschile, sta crescendo la bottega di un giovane calzolaio. Sono cose che mi fanno trascorrere bene il tempo, mi porgono quella felicità di cui non si ricorda la causa tranne l’effetto generale di “diffusione” piacevole e serena. Insomma, fanno bene.

Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 27-11-2006
Cod. di rif: 2745
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Blucher vs. Oxford
Commenti:
Caro Gran Maestro,

un mio recente gesso si poneva di evidenziare una possibile indagine del significato che risiede nelle varie tipologie di scarpe allacciate. La Sua completa panoramica nel Taccuino ci faceva addentrare con scienza in quest’ambito e chiariva eventuali errori o fraintendimenti.
Apro una parentesi per consigliare a tutti gli appassionati la ricerca del libro del calzolaio Laszlo Vass “Scarpe da uomo fatte a mano”. Pochi scudi spesi bene.
Ritorno a bomba per domandarLe un qualcosa di più nel rapporto Derby (blucher) vs. Oxford. Sappiamo che la prima ha un grado di formalità inferiore e che meglio si muove nei formati più importanti di suole, cuciture e pellami. La Oxford veste di più e nella sua maggiore austerità, nella sua virile sobrietà, c’è parte del fascino di quella linea che colpisce sempre e non smette mai di essere icona di un mondo. Tuttavia, a parità di colore e decorazione, ad esempio plaintip o full-brogue, c’è un qualcosa che si può immettere in questo ragionamento che ci possa far scegliere l’una o l’altra ? Solo individualità o aderenza al contesto dell’abito ?

“Ma io invecchio imparando sempre molte cose”.

Cavallerescamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 29-11-2006
Cod. di rif: 2752
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Proprietà e district check. Al Rettore De Paz
Commenti:
Magnifico Rettore,

comincio con il mio compiacimento per il Suo ultimo, esemplare, gesso che fuga ogni caligine su di un argomento che ne conteneva fin troppa. Con chiarezza e attraente semplicità pone le basi su cui poggiare future indagini e, soprattutto, ci dota di un linguaggio comune e corretto.
Perdonerà, ora, una domanda che nasce dalla mia curiosità.
Se un proprietario, e tutti gli abitanti, di una tenuta adotta un district check, può trascinare lo stesso motivo in un altro maniero ? Mi spiego meglio : se dopo un certo lasso di tempo vende la sua magione, e ne compra un’altra, il district check creato si può trasportare nella nuova proprietà ovvero rimane legato alla prima; in questo caso il nuovo proprietario lo può indossare ?
Alle volte il banale è, per ciascuno, cruciale.

Nel rinnovarLe i miei più arditi complimenti,
cavallerescamente La ringrazio.
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 30-11-2006
Cod. di rif: 2757
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Forse una domanda formulata male... Al Cav. De Paz
Commenti:
Egregio Rettore,

in verità sono un po’ colpito dalla Sua ultima giacché mi fa pensare di aver sbagliato modi e parole della mia domanda. E’ altresì probabile che mi sia sfuggito qualcosa o che mi sia mancata della luce per vedere bene.
Durante l’attenta lettura dei Suoi passi su tartan, check and tweed, mi era sorta la curiosità di capire se ad una determinata proprietà poteva rimanere legato per sempre un ben preciso district check. Chiunque vi andasse ad abitare nei secoli, visto che dal Suo gesso 2749 parlava dei district checks come identificativi di persone che vivono e lavorano nella medesima area (o tenuta).

Cavallerescamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 01-12-2006
Cod. di rif: 2759
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Interpretazioni d'ombre. Al Cav. De Paz.
Commenti:
Stimatissimo Rettore, caro Maestro,

abbiamo incrociato le interpretazioni e prelevato solo l’ombra delle nostre parole, fatto che può condurre al fraintendimento. Solo ora avverto la Sua esortazione come una spinta di una persona vicina e amica che incoraggia, fa vedere, stimola. E’ il compito di un Maestro, quale Lei è. La ringrazio per la Sua ultima chiosa e per quella conoscenza che ha sempre voluto condividere e confrontare. Il mio grazie, mi permetta, è con il cuore.

Il Suo ultimo gesso qui sotto ha inoltre chiarito bene la mia domanda. L’argomento è in realtà così vasto e così ricoperto dalla sabbia della storia, dei costumi, delle ri-letture che non è sempre facile resuscitare il reperto originale.
Per confermare la previsione con cui chiude, continuo l’argomento aprendo un’ulteriore approfondimento. Ci sono patterns (checks o tweeds) che si sono legati in particolare ad un capo specifico stabilendo con esso una relazione storica ?

Cavallereschi saluti e un abbraccio.
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 04-12-2006
Cod. di rif: 2772
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Irreperibilità di Monsieur. Al Signor Prisco
Commenti:
Egregio Signor Prisco,

Monsieur esce con dieci numeri l’anno a cadenza mensile, ad eccezione di Agosto-Settembre e Gennaio-Febbraioche sono due mesi in uno.
Non ho mai avuto problemi nel reperirlo nelle edicole di Parma e ne sono un lettore della prima ora. Non conosco la città dove Lei risiede ma la difficoltà che presenta nell’acquistare la rivista andrebbe segnalata all’editore. Nel sito on-line, www.monsieur.it, sarà di certo disponibile il numero di telefono e la modalità per un eventuale abbonamento annuale.

Cavallerescamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 13-12-2006
Cod. di rif: 2783
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Savile Row e la sartoria italiana.
Commenti:
Pregiato Gran Maestro, egregio Signor Nocera,

attendo con interesse questa nuova interazione tra Savile Row e la sartoria italiana. Molti guardano ancora alla strada londinese come ad un monumento esemplare del vestire classico maschile e non pochi tra questi ritengono che li risieda ancora il meglio. Londra, o meglio la sua impalcatura iconografico-estetica, è una cometa che rischiara ancora il nostro percorso ma che, talvolta, sembra farlo con i frammenti delle sua coda.
Dopo decenni di contemplazione riverente da un parte e di distante snobismo dall’altra, è forse giunto il momento di capire bene dove si muovono questi due piccoli pianeti ; forse c’è qualche orbita in comune che si può compiere.
In ogni caso, un motivo in più per essere al Pitti quest’anno.

Cavallerescamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 18-12-2006
Cod. di rif: 2792
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Torneranno le tigri ?
Commenti:
Egregio Gran Maestro,

forse questa “vacca” è davvero pazza come sembra. Il nutrito e ricco popolo che io chiamo “dell’uno per” ( grossi ed ignoranti ordini di uno per colore) combatte per appropriarsi di una crescente dose di muro dove affiggere gli idoli d’oro in copiosa quantità; più ne mettono, più ne comprano, più salgono di casta.
Molti luoghi che una volta tributavano onori ai ricercatori dell’arte individuale, densi di una qualità morale e fisica, hanno capito che era meglio annacquare il loro whisky e servirlo a chi voleva solo farsi vedere li o far sì che si sapesse. Molte insegne di Londra hanno intrapreso questa strada ma è altresì vero che, come brillantemente osservato, se ciò può accadere è perché il cliente non c’è più.
Il nostro stesso Primo Guardiano Parisi ci rammentava come il grande prodotto nasce dal grande cliente.
Quello che mi può far tornare il buon umore è sapere che quel cliente non è morto bensì, forse, si è solo spostato. Prima degli altri, sa capire, e dopo aver saputo, sa vedere. E’ probabile che la tigre sappia rientrare, per far ritornare nuovamente grande, ovvero per far estinguere per sempre, il cacciatore glorioso.
“Gli inglesi oggigiorno hanno veramente tutto in comune con gli americani, tranne, naturalmente, la lingua.”
Dopo le parole di Wilde le mie : secondo Lei saranno capaci di accorgersi di tutto questo o naufragheranno tutto per sempre ?

Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 18-12-2006
Cod. di rif: 2795
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: E se arriva la tigre, si sa ancora sparare ?
Commenti:
Deliziandomi con l’ascolto della terza sinfonia “Eroica” di Beethoven, con in mano un negroni, mi domandavo, in aggiunta al nostro discorso su Savile Row, se in presenza della grossa tigre il cacciatore bianco saprebbe ancora sparare bene e con un solo colpo.
Se in Savile Row tornasse, cioè, il grande cliente, si avrebbe ancora l’abito londinese all’altezza della storia che è stata e che è giusto che sia ancora ?
Forse è un interrogativo banale, una domanda stupida, tuttavia credo che una risposta affermativa gioverebbe al nostro slancio.

Cavallerescamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 20-12-2006
Cod. di rif: 2802
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Three enemies, one shot for the Row
Commenti:
Con i saggi commenti fin qui raccolti, siamo giunti alla constatazione di un problema bifronte. Da un lato la mancanza di vera committenza, dall’altro l’annoiata e stantia indole dei maestri britannici di oggi, capaci di seguire solo le tracce dei cuccioli e non delle belve adulte.
Riflettendo ulteriormente si scopre però un’altra questione, solo un po’ più nascosta, che agisce come un catalizzatore sui due primi elementi : la durata di questo stato di fatto. La clientela che frequenta oggigiorno Savile Row e dintorni, come d’altra parte tutti i parvenu in cerca di un idolo, si stanca ben presto del “nome” e dall’oggi al domani migra a far danni altrove. Ecco che quei banchi, una volta splendenti, oggi solo antiquariato, rimangono privi di quei bei soldi abbondanti.
Il Signor Nocera ricorda avvedutamente che il compito di un Maestro sta anche nell’educazione del gusto dell’avventore, condotto in un percorso intimo fondamentale per la crescita della sensibilità estetica ed etica. Da questo punto di vista non si è fatto niente a Londra; d’altra parte i soldi facili delle commesse ignoranti non fanno creare troppi scrupoli.
Non tutte le tre incognite hanno lo stesso peso nella soluzione dell’equazione “Row”. La prima è facilmente risolvibile dal momento che un cliente sapiente si affacci da quelle parti, cosa che si potrà verificare. L’ultima può essere un bene : l’abbandono della marmaglia bilionaria può essere vista come la luce nel tunnel ovvero il fondo su cui risalire. Quando la prospettiva sembra inesistente l'uomo coraggioso si rialza e comincia a vivere con verità.
E’ la seconda che deve trovare una risposta : con di fronte un Uomo di Gusto, sapranno ancora tornare al fasto estetico di un impero che ha vestito non solo il nostro fisico ma anche il nostro essere mentale con valori, tradizioni, onori ? Lo sanno ancora fare ?
Da qualche parte, lontano da Londra, qualcosa si muove. Qualche giovane maestro c’è e sembra spostarsi con passi un po’ più accorti e sapienti nel mondo inglese del bespoke.
Noi promettiamo secondo le nostre speranze e manteniamo secondo i nostri timori ma è anche vero che occorre dare sempre speranza al paziente, anche quando la morte sembra ghermirlo.

Cavallerescamente da un Parma finalmente invernale.
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 21-12-2006
Cod. di rif: 2805
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Un contatto per il futuro.
Commenti:
Egregio Gran Maestro,

considerando che quello che è auspicabile è la difesa del gusto maschile , un avvicinamento della sartoria inglese a quella italiana, dopo decenni di voluto isolazionismo, può condurre, come Lei fa ben notare, a risvolti interessanti per il cliente capace e curioso.
Non più tardi di sabato scorso, parlavo con il mio sarto sullo stato dell’arte della sartoria attuale, già capace di aver subito, e assorbito, notevoli trasformazioni sul piano esecutivo e nel piano dell’immagine. Molte lavorazioni si sono perse, lo abbiamo già detto più volte, e il canone produttivo odierno proviene proprio da uno sfrondamento delle lavorazioni più laboriose e di difficile giustificazione economica verso il cliente.
La sartoria, tuttavia, sta vivendo un momento di grande fermento, di interesse notevole, di vivacità psicologica. Alcuni suoi interrogativi stanno trovando risposta, alcune questioni annose si stanno comprendendo. Certo, ci sono non pochi problemi irrisolti, ma fa piacere sentire parlare un maestro di sessantacinque anni di tanti clienti giovani che vogliono essere competenti, che sono entusiasti, che bramano di capire metodologie e tradizioni per farle proprie. Ed è u numero che sta sempre più crescendo, forte di un piacere che altro non è che essere sé stessi, fino in fondo. Vediamo quello che succede solo qui al Castello…
Qualunque cosa succeda, vestiremo su-misura a vita. Ricordiamoci tutti bene che non si può tornare indietro.

Cavallerescamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 21-12-2006
Cod. di rif: 2807
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Lapo sul Tamigi. Rif. Taccuino 2925
Commenti:
Invincibile Gran Maestro,

il Suo ottimo Taccuino rif.2925 (Taccuino della Porta dell’Abbigliamento) su Lapo Elkann mi rammenta una notizia che ho avuto modo di leggere la settimana scorsa su uno dei soliti periodici spazzatura che costellano la sala d’attesa del mio medico. Non Le nascondo che l’ultimo dei miei pensieri era riportare un fatto del genere ma la Sua ipotesi può essere rinforzata, se non avallata, da quel becero articolo. Ebbene, un breve servizio da paparazzi, risalente a qualche mese fa, mostrava Lapo a Londra nell’atto di uscire da una nota sartoria di Savile Row (così riportava la giornalista). Le mie conoscenze non mi hanno permesso di capire chi fosse. In ogni caso non è difficile fare due più due con la foto da Lei inserita.
Come Lei ben scrive, forse qualcuno sul Tamigi sa ancora “parlare” con una giacca.

Cavallereschi saluti
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 22-12-2006
Cod. di rif: 2816
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: La fessura dell'innovazione
Commenti:
Egregio Gran Maestro,

innovare non significa riformare (Burke), al più se l’innovazione non lambisce quello che abbiamo denominato “corrente uniforme”, colei che produce una novità senza ragione e un’imitazione senza alcun beneficio.
Diventa difficile dare un giudizio su ciò che ha fatto Lapo Elkann e quanto è stato detto fin qui, critiche ed elogi, è a mio avviso vero e corretto su tutti i fronti. Forse – si badi, è solo una mia idea – un’innovazione diventa fruibile e, soprattutto, universale quando riesce a cogliere una piccola porzione di buon gusto che mancava. Si incunea in una fessura e colma un minuscolo vuoto.

Mi accodo al professor Pugliatti per la quaestio sull’asola del rever nel caso della dinner jacket sciallata. Allungo la lista delle istanze, rubandoLe un po’ di tempo, con la questione impunture : nella dinner jacket vanno sempre evitate, anche se finissime ?

Mi avvalgo di questo mio per ergermi sulle sempre più colossali mura del nostro maniero e rivolgere a Voi tutti un augurio per la conclusione di quest’anno cavalleresco così forte di significati. E bello sapere di poter tornare quotidianamente in questa dimora per sentir crescere la forza in noi.

Cavallereschi auguri.
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 08-01-2007
Cod. di rif: 2824
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Maglieria : alcuni consigli per la manutenzione.
Commenti:
Egregio Signor Consolini,

il mio amore per la maglieria risale al giorno in cui venni al mondo, dacché mia madre ha sempre lavorato con questa e per questa : più dei giocattoli, ho maneggiato gomitoli di lana e quel profumo particolare della lana greggia mi fa sempre tornare indietro nel tempo, un po’ come se ci fosse un codice di memoria olfattiva.
Ma veniamo alla cura dei maglioni, argomento che mi pare le stia particolarmente a cuore.
Per quel che riguarda il collo, la relativa smagliatura nel tempo dipende più che altro dalla qualità del filato e dalla lavorazione. Se la dilatazione non è grande, una buona stiratura con ferro a vapore può riaccodare il bordo del collo. Se, al contrario,ha proprio ceduto, non si può che smontare il bordo e agire sull’occhiatura, ma in questo caso deve entrare in campo una magliaia, con mano esperta e volenterosa, e una “gugliata” di filato : una volta nella buona maglieria artigianale si consegnava sempre un rocchettino di filato per eventuali rammendi o usi del caso. Usanza persa…quasi completamente.
Fondamentale è il lavaggio del capo. Occorre usare una bacinella d’acqua sui 20-25 °C con del buon sapone liquido per capi delicati (Woolite et similia) muovendo il maglione senza mai torcerlo. Si lava sempre a mano e un capo alla volta. Il risciacquo va effettuato in acqua pulita alla stessa temperatura di quella di lavaggio : ricordo che l’infeltrimento è più che altro dovuto agli sbalzi di temperatura e non all’acqua calda come si vuole far credere in giro. Una volta ben premuto – mai strizzato – si adagia in un capiente asciugamano che verrà avvolto sul maglione per eliminare l’acqua residua. Dopo un paio di questi passaggi si stende l’amato pullover lontano dal sole e in piano, per evitare tensioni alla maglia. Un buon lavaggio riduce, nel tempo, il peeling ed è per questo che è sempre meglio lavare la maglia una volta in più che una volta in meno.
Non dimentichi di alternare i maglioni come fa con le giacche e, di tanto in tanto, di esporli vicino ad una finestra aperta.

Lunga vita al Suo maglione !

Cavallerescamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 09-01-2007
Cod. di rif: 2829
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: La fede nell'Uomo. Al Sig. Pavone
Commenti:
Egregio Signor Pavone,

c’è ben poco da aggiungere alle rivelate parole del maestro Grandi. Lei ha capito ancor prima di pensare giacché è tra noi prima di averlo saputo.
La fede ha bisogno di tutta la verità e ci dice anticipatamente ciò che i sensi vogliono provare. L’acciaio qui è non è per chi dice addio nel buio ma per chi crede che l’uomo abbia bisogno di vivere secondo i suoi valori reali. Il Cavalleresco Ordine è l’ultimo baluardo di questa verità senza cedimenti, senza compromessi, senza bisogno di giustificazioni. Non è per tutti, non è una rivista, non è un club.

Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 16-01-2007
Cod. di rif: 2835
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: La maglieria : brevi cenni sul pilling.
Commenti:
Qualche giorno addietro si è parlato di manutenzione della maglieria. Uno dei problemi più ricorrenti a cui ho dato cenno è il pilling, fenomeno naturale insito nella natura stessa di molte lane.
Il pilling è l’accumularsi delle fibre corte, e sfilate, che a causa dello sfregamento che avviene durante l’uso si staccano, portando alla formazione di piccole sfere o di peluria sulla superficie della maglia. Questo fenomeno è più evidente in maglioni e tessuti realizzati con filati nobili e con mano morbida; non è necessariamente correlato alla qualità della materia prima ma a parità di filato utilizzato sarà meno propenso al fenomeno quello ottenuto da fibre sane, lunghe, ben filate, correttamente ritorte e accoppiate.
In ogni caso, dopo alcuni lavaggi manuali, il fenomeno tende a diminuire, ragion per cui, come si diceva, è meglio lavare la vostra maglia una volta in più che una in meno così da evitare un accumulo eccessivo di pilling.
C’è poi la via dell’eliminazione “chirurgica” delle famigerate palline. Con il camino acceso, un buon tumbler di malto scozzese, la mano ferma, il coraggio di un prode, si può utilizzare una forbice `en affilata usata parallelamente alla superficie da trattare. Agendo con pazienza in prossimità della maglia si elimina tutta la peluria. Evitate ogni tipo di marchingegno o apparecchio venduto per lo scopo : sono solo danni.
Come un vecchio amico, confidente e generoso, un maglione sa offrire tanto chiedendo poco. Amiamolo e invecchiamolo con noi : i suoi buchi saranno i nostri ricordi d’imprese o di piccoli aneddoti.

Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 19-01-2007
Cod. di rif: 2838
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Lanolina
Commenti:
Egregio Cavalier Longo,

la lanolina non è altro che una cera che si trova nella lana grazie alle secrezioni prodotte dall’animale. Essendo composta per lo più da steroidi esterificati con acidi grassi, ha un grande potere emolliente, e protettivo, che da il meglio di sé a prodotto “vivo”. Diventa, quindi, fondamentale avere un filato che sia naturale e “integrale”, cioè trattato a monte esclusivamente con lavaggi neutri e acqua pura, questo per conservare la lanolina che si è formata naturalmente. Pochi sanno che anche la lana, al pari del vino e di altri prodotti della natura, è vera Lana con tutte le sue peculiarità fisico-chimiche quando è viva e non morta come quella di molta maglieria che si trova in vendita. Tengo a sottolineare che molte delle allergie che sono imputate alla lana derivano proprio dalla sua neutralizzazione tramite trattamenti aggressivi e tecnologici. Se la lana è ricca di lanolina si può mettere a contatto con la pelle senza problemi dacché si comporta come una seconda pelle, fornendo una barriera al nostro fisico : assorbe il sudore in eccesso per poi eliminarlo, fornisce tepore con il freddo e isolamento dal caldo, fa da polmone verso l’umidità esterna, insomma è un vero termoregolatore. Tutto questo grazie alla lanolina.
Gli inglesi, da sempre abili nel confezionare maglieria vera con filati vivi, consigliano una pratica che in realtà non riporta mai la lana alle stesse condizioni iniziali. La lanolina che si trova in commercio non sarà mai la stessa prodotta naturalmente dall’animale nel tempo. Tuttavia la pratica di spruzzare lanolina diluita in acqua può essere una pratica consigliabile per un ulteriore mantenimento del maglione. Essendo usata nei campi cosmetici e farmaceutici non è molto difficile procurarsene un tubetto in una farmacia ben fornita. Si può diluire bene in acqua pura e nebulizzare con un comune spruzzatore sul capo ancora umido, dopo il lavaggio, avendo cura di lasciare asciugare il capo in un ambiente areato. Di più non so dirle, certo è che la maglieria dei nostri armadi non ne avrà certo a male.

Cavallerescamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 31-01-2007
Cod. di rif: 2871
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Quello spacchetto posteriore...
Commenti:
Egregio Gran Maestro,

tempo addietro disquisiva con lo scudiero Zichittella sullo spacchetto posteriore della cintura dei pantaloni. Siccome il tempo è una bella medicina che leva il tormento delle sofferenze vecchie e fa arrotondare i nostri pensieri, ripensavo ieri sera a questo particolare.
Innanzitutto vorrei far notare che non viene proposto con frequenza, almeno al sottoscritto. Possiedo pantaloni provenienti da diversi maestri e solo uno di essi ha realizzato il “taglio” senza una mia richiesta esplicita. Altra questione è la sua effettiva funzione su di un soggetto - chi firma questo gesso - che non ha fluttuazioni di taglia e di misura nel girovita.
Consiglia comunque di richiederlo ?
Indosso i pantaloni principalmente con cintura ancorché mi lascio sempre più sedurre dalle bretelle, nel guardaroba, nelle vetrine. Non Le nascondo che, indossati con la cintura, i pantaloni cuciti con siffatto particolare tendono ad essere un po’ meno saldi, in poche parole li “sento” meno in vita.
In questo caso di duplice uso occorre sempre far scendere lo spacco fino al passante ?

Attendendo i Suoi suggerimenti, cavallerescamente mi congedo.
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 05-02-2007
Cod. di rif: 2878
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Vita piuttosto alta, fisico asciutto : spacchetto sempre ?
Commenti:
Egregio Gran Maestro,

anch’io sono solito indossare pantaloni a vita un po’ più alta rispetto ai canoni odierni. E’ chiaro che tale caratteristica va sempre specificata dacché, generalmente, gli stessi sarti tagliano correntemente con una linea definita “normale” ma che in realtà è bassa nello standard classico.
In base alle mie caratteristiche (fisiche e stilistiche), consiglia comunque l’utilizzo dello spacchetto nei miei pantaloni ?

RingraziandoLa per il tempo che sa donarmi,
cavallerescamente saluto.
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 09-02-2007
Cod. di rif: 2882
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: La silesia
Commenti:
Insostituibile Gran Maestro,

la Sua risposta pesca un’idea che avevo in mente da tempo e potrebbe aver la forza di condurla in essere. La soluzione dei due cinturini laterali mi ha sempre affascinato e già qualche anno fa gliene diedi cenno. Credo sia giunto il momento di provare con il mio sarto, avvalendomi di alcune immagini che ho catturato nel nostro Taccuino. Come sempre, La ringrazio.

Già che siamo in tema di pantaloni, Le domandavo informazioni sulla “silesia”, la fodera interna della cintura. E’ un termine che avrò sentito in sartoria sì e no tre volte e a quanto mi è dato sapere è un tessuto in puro cotone apprettato e calandrato. C’è qualcos’altro da sapere ? Ha caratteristiche particolari ?

Cavallereschi saluti
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 14-02-2007
Cod. di rif: 2891
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Studio-guardaroba. Al Cav. Longo
Commenti:
Egregio Cavalier Longo,

con le mani ancora sporche d’inchiostro – prima per il disegno e poi per l’assegno – mi permetto di esporLe il semplice guardaroba che è in fase di completamento in un appartamento cittadino che sto riattando. Mi preme sottolineare che approvo le parole dell’architetto Catalano in merito alla stanza guardaroba : deve essere piuttosto ampia, meglio se una stanza vera e propria, e dotata di ampia finestra. Fermo su questa posizione, ho progettato due armadi distinti, uno per il sottoscritto a muro di cinque ante doppie e l’altro per la signora di tipo tradizionale, sempre di cinque ante, ma singole e più “mobile” in tutto e per tutto. Il duetto tra mobile a incasso e a vista rimbalza in una stanza che funge anche da piccolo studio e agevola la ripartizione dei volumi.
Il mio custode di idee è organizzato con quattro zone d’appeso nelle ante laterali : una per le camicie, una per i pantaloni, una per giacche e abiti ed una, più ridotta, per soprabiti e cappotti. Quella delle camicie, la più bassa, porta cinque cassetti doppiati in lunghezza per cravatte, accessori, cinture, bretelle e quant’altro di uso maschile. La doppia anta centrale è completata di sei ripiani nella parte superiore per la maglieria e di altre tre mensole nella zona bassa.
Consapevole di sicure migliorie possibili e di essermi adattato alla disposizione della casa, il fatto di aver adibito una stanza-studio con il guardaroba renderà la mia permanenza sullo scrittoio sempre in amata compagnia; quella dei miei abiti. Speriamo non la sola…

Con l’auspicio di non aver annoiato Lei e gli altri attenti visitatori,
cavallerescamente saluto.
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 15-02-2007
Cod. di rif: 2897
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Il mio studio-guardaroba. Al Cav. Longo
Commenti:
Caro Cavalier Longo,

con gli appunti nel Taccuino rif. 3058 e 3059 do un’idea delle mie abiette capacità figurative e del progetto del mio studio-guardaroba. La soluzione è, ovviamente, del tutto personale, tuttavia confido che possa esserle di qualche aiuto giacché, da quanto ho capito, ha intenzioni simili.

A presto, sotto la Madonnina.
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 19-02-2007
Cod. di rif: 2908
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Pour Hommes - Milano, 16 Febbraio 2007
Commenti:
Tutto il mio compiacimento per l’ospitalità di Maurizio Marinella, splendido padrone di casa di quei metri quadrati che hanno raccontato tante nostre storie e che sanno sempre custodirle al meglio.
Gentile, profonda, tecnica, la conoscenza del Dott. Levi, patron della Calé e di chissà quanti segreti di un mondo, quello del profumo d’autore, che ha saputo donarcene qualcuno.
Una traccia olfattiva, invisibile, nella memoria cosciente.

Grazie di cuore.
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 20-02-2007
Cod. di rif: 2915
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Tolleranza e verità
Commenti:
Le dieci regole che il nostro invincibile Gran Maestro fissa sulla Lavagna mi rammentano alcuni passi di M.Frisch : “Tolleranza è sempre indice di potere sicuro; quando si sente in pericolo, nasce sempre la pretesa di essere assoluto; nasce dunque la falsità, il diritto divino del mio privilegio, l'inquisizione”.
Chiosando sulle parole si potrebbe dire che proprio una conoscenza sicura e profonda da luogo ad una tolleranza condivisibile capace di arrivare alle più “estreme” verità. Un po’ come se la capacità di capire fosse insita nel dono di voler conoscere il vero. Lo stesso estremismo può essere la forma più sincera della libertà.

Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 23-02-2007
Cod. di rif: 2918
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Bottoni per bretelle.
Commenti:
Egregio Gran Maestro,

in una recente chiacchierata con il Cavalier Rizzoli si discuteva dell’attacco nei pantaloni dei bottoni per le bretelle. Nell’atto di sostenere dalle spalle, le bretelle esercitano sui bottoni, cuciti internamente alla cintura, una certa forza che tende da un lato a rovesciare la cintura e dall’altro, col tempo, a forzare la fodera.
Credo che la soluzione ottimale sia utilizzare un interno nella cintura piuttosto robusto e rigido e di appuntare i bottoni ghermendo con il filo la silesia e l’interno. Può convenire, talvolta, muovere i bottoni un po’ più in basso, verso il confine tra cintura e mantesino, per trovare una presa più resistente.
Consapevole delle sue lunghe “battaglie” in sartoria, e di una scienza ineguagliata, chi meglio di Lei può dare un parere in proposito ?

Cavallereschi saluti
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 26-02-2007
Cod. di rif: 2922
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Bottoni per bretelle. Grazie al GM
Commenti:
Egregio Gran Maestro,

La ringrazio infinitamente per la delucidazione tecnica sui bottoni per bretelle. La completezza delle informazioni e delle fotografie inserite nel Taccuino mi chiarisce quelle caratteristiche così semplici e storiche che, come confermato, molti sarti sorvolano. Quando uno sa cosa, e come, guardare è sempre meglio per tutti.

Cavallerescamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 05-03-2007
Cod. di rif: 2939
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Una piccola idea, solo l'inizio di una grande raccolta.
Commenti:
Non si ha la primavera se questa non ci visita in anticipo, ogni anno così semplice che sembra già tutto.
E’ su questo pensiero che accolgo l’appello del nostro Rettore, ed è sulle nuove temperature dei dì che avanzano che incomincio a guardare quei capi del guardaroba che sembrano nuovi ogniqualvolta vediam sbocciare i primi fiori nei viali e nella campagna.
La tutt’altro che banale richiesta del Cavalier Longo mi fa ritornare in mente alcuni tessuti della Holland&Sherry, in particolare delle belle fantasie leggere (7-9 once) in Escorial, che potrebbero essere un piccolo bacino in cui pescare nella stagione che citava…
Attendo con interesse l’approfondimento del Rettore e del nostro Gran Maestro.

Cavallerescamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 06-03-2007
Cod. di rif: 2950
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Giacca estiva. La luce del Gran Maestro
Commenti:
L’interessante argomento che il Cavalier Longo ha avviato, parlando dei suoi dubbi sulla giacca estiva, lascia ampi spazi d’intervento. La soluzione proposta dal Signor Nocera non mi convince del tutto e credo che il vero spezzato per la bella stagione, lontano dal blazer, stia altrove. Dove ? Proprio in quei quadri che citava il Rettore De Paz o nelle fantasie pastello di un bel Tropical. Non si può poi dimenticare un cavallo purosangue come il lino herringbone (spina di pesce) nei colori più caldi, in quegli azzurri così radiosi, negli avori più avventurosi. L’anno passato ne ricordava una il Gran Maestro, quella indossata dal Cavalier Cozzolino. Se non ricordo male era color tabacco.
Ma lascio la parola a lui che insieme al nostro invidiabile Rettore saprà indirizzare i nostri sguardi su zone ancora inesplorate.

Cavallereschi saluti
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 07-03-2007
Cod. di rif: 2954
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Perchè tanto scuro ?
Commenti:
Irripetibile Gran Maestro,

in effetti la luce del cielo è la latrice della scelta e della comprensione, ciò nondimeno la Sua fiaccola è sempre troppo luminosa per non poter guardare nella sua direzione. E’ molto interessante il Suo richiamo : troppe volte trascuriamo l’effetto della luce, della luminosità, nella nostra opera d’abbigliarsi, giacché è grazie ad essa che riusciamo a evolvere la sua forza nell’altrettanta robusta costruzione di ombre, gioco duale di presenza e solennità. Lo storico, e letterato, britannico Thomas Fuller sosteneva che “la luce, figlia primogenita di Dio, è una delle principali bellezze di un edificio”.
Quello che non mi spiego è l’abuso odierno del grigio antracite, in special modo nei pantaloni. Nessuno spezzato rende bene su questo colore : il blazer ne è terribilmente sminuito, un bel gamekeeper tweed cala nell’ombra, un virile harris-tweed diventa prigioniero. Noto dal mio sarto che la scelta riguarda anche uomini d’indubbio gusto e savoir-fare. Da dove deriva questa voglia di oscurità ? Forse dal desiderio di far apparire più formale ciò che in realtà non lo è ?

Cavallerescamente La saluto.
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 13-03-2007
Cod. di rif: 2965
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: L'azione umana nelle stagioni naturali
Commenti:
Gli sviluppi e le scelte che risiedono dietro il cambio delle stagioni influenzano lo strato sociale del nostro vivere e fanno sì che sia proprio l’uomo ha portare nello spazio che lo circonda la sua percezione stagionale. Proprio questa visione umanista rende possibile la comprensione di fenomeni che partono dal singolo e sono capaci di “colorare” e “profumare” un ambiente macroscopico. E’ nell’azione umana, dunque, che risiede l’impressione e fin tanto che un uomo si sentirà stupito da quel sole e da quell’aria così densa, da cucirseli addosso e restituirli al mondo tramite la sua cultura, nell'abbigliamento ma non solo, ci saranno le stagioni.
Il progettista giapponese Y.Mifune sostiene che i giapponesi hanno sempre governato le percezioni delle stagioni creando una simbiosi tra la cultura e l'alternanza delle stagioni. Per percepirne il senso sostituivano gli oggetti ornamentali al variare delle stagioni. Entrano in gioco la forma, la funzione, il colore degli oggetti.
L’uomo deve dare un ruolo personale alla stagione e la sua primavera deve essere in grado di portarne le peculiarità. E’ arrivata ? Semplicemente l’abbiamo fatta nostra e da lì influenzato la nostra città. Dice benissimo il Gran Maestro “il gesto estetico ha una terrificante influenza sul contesto”.
Occorre ricercare. Ricercare ancora la via.

Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 13-03-2007
Cod. di rif: 2966
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: ...l'asino che sapeva parlare...
Commenti:
La prima frase del precedente, corretta, ovviamente :

Gli sviluppi e le scelte che risiedono dietro il cambio delle stagioni influenzano lo strato sociale del nostro vivere e fanno sì che sia proprio l’uomo a portare nello spazio che lo circonda la sua percezione stagionale.

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Nome: Lorenzo Villa
Data: 13-03-2007
Cod. di rif: 2969
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: L'inconscio che percepiamo. All'arch. Pensanti
Commenti:
Egregio architetto Pensanti,

un messaggio subliminale è un’informazione, un codice, che il nostro cervello assimila a livello inconscio. Il proporre una determinata, e propria, combinazione di capi d’abbigliamento grazie alla nostra percezione stagionale, può avere un’influenza sugli altri se dettata da criteri di conoscenza, volontà e sensibilità. Non nascondo, finanche, che alcuni messaggi che si possono ritrovare in un colore, in una combinazione cromatica, possono agire a livello subconscio come catalizzatori di un sentimento. L’azione che esercitiamo con la nostra cultura su di essi, e la scelta che ce li ha fatti vivere e interpretare, può indurre una sensazione di “adatto” che ci viene da un vissuto millenario, probabilmente profondo e irrazionale.

Cavallereschi saluti
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 21-03-2007
Cod. di rif: 2979
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Stili e scuole. Un'avventura affascinante.
Commenti:
Egregio Gran Maestro,

seguo con interesse l’approfondimento dei tre stili architettonici riflessi nella giacca maschile. Talvolta, piuttosto che cercare una risposta giusta, è meglio cercare a chi fare una domanda e la radice della sua origine. Se la divisione che proponiamo al Castello risente, come Lei ha ben detto, punti di sovrapposizione e visioni personali, certo è che leggendo e osservano i Suoi taccuini non possiamo evitare di tacere questo audace, affascinante oltremisura, tentativo di studio. Personalmente lo trovo efficacissimo.

Al momento ci siamo focalizzati sulla giacca, anche con le immagini. Sono quindi a chiedere se i pantaloni che l’accompagnano seguono anch’essi la tripartizione o se il loro adeguamento costruttivo riservi modifiche solo nell’ampiezza, come visto nel caso dorico-ionico.

Si può, inoltre, riconoscere in una scuola sartoria, ad esempio la napoletana o l’abruzzese, una predilezione di un canone piuttosto di un altro ovvero possiamo trovare una giacca dorica, ionica o corinzia, all’interno dello stesso stile “regionale” ?

Ho paura che sia solo l’inizio della questione, d’altra parte la curiosità intellettuale che nasce dalla ricerca e dalla passione è il sangue dell’uomo di gusto.

Cavallerescamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 22-03-2007
Cod. di rif: 2985
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Nello studio che verrà...
Commenti:
Eccellente Gran Maestro,

condivido la posizione espressa sui pantaloni. Nell’evoluzione che subirà lo studio stilistico-architettonico dell’abito ci sarà di certo lo spazio per alcuni approfondimenti sulla loro influenza nella riuscita della costruzione finale.
Quanto alle varie scuole, in effetti, non è difficile trovare una risposta guardando, ad esempio, una giacca del maestro Pirozzi, tipicamente dorica, ed una del maestro Solito, a mio sentire ionica. Entrambi campioni dello stile napoletano con due architetture differenti. Nello stesso ambito britannico non è arduo individuare la differenza che coglie la giacca indossata da HRH Prince Charles e alcuni capi cuciti da un Huntsmann o da un Poole.

Che dire ? Non posso che attendere con avidità l’ulteriore strada che si parerà innanzi.

Cavallereschi saluti
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 28-03-2007
Cod. di rif: 2996
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Talarico ombrelli : buona notizia.
Commenti:
La bellezza è spesso la prima ad avere le buone notizie. Sono le ultime parole del Gran Maestro che donano quel buon umore che completa i nostri gesti.
I nostri cuori guerrieri si sono fatti ora più teneri.

Lorenzo Villa

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Nome: Lorenzo Villa
Data: 30-03-2007
Cod. di rif: 3006
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Dal false-collar al "collo bianco" attuale.
Commenti:
Stimatissimo Gran Maestro,

colgo l’interesse dei Suoi Taccuini (cfr. 3186-3187) dedicati al false-collar (detachable collar) ed in particolare alla genesi del britannico collo bianco, tuttora molto utilizzato in quel di Londra e dintorni.
Come ho avuto modo di dirLe in passato, non nascondo il fascino che esercitò su di me in gioventù, prossimo, dopo un viaggio nella city, all’inglese sentimento.
E’, quindi, nel collo staccabile che dobbiamo ricercare la sua genesi ?

Cavallereschi saluti
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 05-04-2007
Cod. di rif: 3020
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Edward Green. Al Cav. Bassan
Commenti:
Egregio Cavalier Bassan,

sono da sempre un devoto e fedele innamorato delle scarpe Edward Green sulle cui qualità mi permetto di aggiungere pochi lemmi : la migliore sul prodotto pronto e, spesso, non solo qui. Lo stesso “made to order” su forma ha livelli di personalizzazione, varietà, caratteristiche, di livello supremo.
Avevo appreso da un gesso di qualche tempo fa della momentanea sospensione del su-misura per la dipartita dell’abile artigiano che mi pare fosse di origini italiane. Le domandavo, quindi, se ha notizie di questa nuova attività in virtù della Sua confidenza con le lande di Sua Maestà.

Cavallerescamente da Parma
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 06-04-2007
Cod. di rif: 3022
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: E.Green. Oggi e domani.
Commenti:
Stimato Cavalier Bassan,

plaudo alla sua precisa e più che mai competente chiosa sulla storia recente della factory inglese Edward Green. Come molte aziende che portano sulle spalle gloriosi anni di storia, l’altalena commerciale e produttiva è sempre presente, sebbene qui si sia sempre risolta salendo i gradini della qualità. Altro punto a favore di questa bella realtà britannica. In riferimento alle circostanze attuali, e alla Sua conoscenza diretta (la migliore), La invitavo, per quanto possibile, a delucidare meglio la proprietà e la gestione futura. Dalle vetrine della mia città vedo che sono sempre le più ammirate. Come Le dicevo dianzi, l’amore che nutro per questa casa mi invita a sapere di un futuro in buone mani.

Con i saluti Le giungano gli auguri.
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 10-04-2007
Cod. di rif: 3034
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: E.Green. Forte e semplice.
Commenti:
Ottimo Cavalier Bassan,

proprio il continuo ed inequivocabile passo verso una salita qualitativa ha sempre caratterizzato la casa inglese E.Green che non ha mai rinunciato a porsi il domani come punto di crescita. Le Sue notizie ci lasciano bene, con quella sensazione semplice e autentica di letizia.
“La bellezza è soltanto la promessa della felicità”.

Cavallerescamente La saluto e La ringrazio per le preziose parole.
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 12-04-2007
Cod. di rif: 3040
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Occhiali in laguna
Commenti:
Nel corso dei nostri numerosi approfondimenti sugli accessori maschili, venne tempo addietro il turno degli occhiali, in special modo di montature di “sapore” e non di piatta diffusione planetaria. Grazie ad un antiquario della mia città, gentiluomo bon-vivant, segnalo l’indirizzo di un negozio di Venezia che propone occhiali ricchi di fascino fané e privi di ogni logo, marchio, simbolo di riconoscimento. Sono realizzati in semplice (e, diciamolo, un po’ banale) acetato, tuttavia il prezzo del tutto vantaggioso e la sobrietà dei modelli - segnalo su tutte la collezione “Venice 1”- rende l’oggetto interessante, soprattutto per il sole. E’ possibile visionare il catalogo su internet all’indirizzo : www.otticacarraro.it.
Ottica Carraro, S.Marco 3706, Calle della Mandola, Venezia.

Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 16-04-2007
Cod. di rif: 3054
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Giacca "tre-due". Scopriamo qualche numero.
Commenti:
Irraggiungibile Gran Maestro,

le forti correnti stagionali danno una primavera degna di essere percorsa, con spirito rinnovato, dall’uomo coraggioso, certo e lieto dei suoi limiti.
Lascio subito le mie endemiche espressioni a questo gesso che Le domanda un breve approfondimento sulla giacca a tre bottoni tirata a due, tipologia, come sa, a me vicina per gusto e filosofia; qualche tempo addietro, se non ricordo male nel Taccuino, il valente Ricci ci ricordava che i revers non vanno mai stirati e che la tipologia “tre-due” (si perdoni l’abbreviazione di mio conio) è una costruzione a sé stante. I nomi con cui si sente apostrofare la nostra vanno dal tre bottoni ‘stirata’ a due allo ‘strappato’, ‘tirato’ e via di seguito, virtù che la lasciano, comunque, in balia di una modifica e non di una realizzazione specifica.
Le chiedevo, pertanto, se è corretto progettare questa giacca fin dal taglio o se il primo bottone “sparisce” solo alla fine della realizzazione del maestro, con lo spostamento del rollio nel bavero.
Cosa mi dice questa luce ? Che i venti e le passioni non hanno passaporti addietro.

Cavallereschi saluti
Lorenzo Villa

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Nome: Lorenzo Villa
Data: 18-04-2007
Cod. di rif: 3062
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: La polo : ricerca al castello. Al Sig. Bondi
Commenti:
Egregio Signor Bondi,

sento di avvicinarLa senza indugi alle polo di John Smedley che quanto a fattura, qualità del cotone e gamma colori, sono ineccepibili, quasi insuperabili. Non di certo secondario, poi, la totale assenza di marchi, stemmi e simboli che riconducano il capo ad una casa piuttosto che allo stile del proprietario che l’indossa.
Al secondo posto arriva, a parer mio, la Fred Perry. Blu, bianca o celeste. Visiti, se possibile, l’old shop bolognese della famiglia De Paz : troverà tutto il podio.
La polo è un classico internazionale e chi meglio del nostro insuperabile Rettore De Paz può guidarLa nella sua scoperta : digiti la parola “polo” nel Taccuino e nella Lavagna; c’è da giurare che troverà acqua per la Sua gola…pardon…whisky, obviously.

Cavallereschi saluti
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 19-04-2007
Cod. di rif: 3067
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Piquet tinto in filo.
Commenti:
Eccelso Rettore,

mi permetta una piccola domanda sul tessuto in cotone piquet tinto in filo che cita nella Sua ultima chiosa indirizzata al signor Bondi. Le Polo utilizzano normalmente tale tessuto ?
In verità credevo che molte di esse fossero tinte in capo, tuttavia è ovvio che alcune case scelgano la via più qualitativa e onerosa. Il punto è quali di esse.

Cavallerescamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 20-04-2007
Cod. di rif: 3070
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Dal piquet alla conoscenza, la giusta strada del Rettore.
Commenti:
Stimato Rettore,

apprezzo oltremisura il Suo metodo di approfondimento dell’abbigliamento classico e concordo nella ricerca della qualità vera e storica, così come bagaglio di conoscenza ed esperienza vissuta. In effetti la mia poteva essere un richiamo a fare “nomi” che potessero guidare una comprensione ma ci si può anche leggere quel guizzo di volontà che è l’indagine prima, fonte inesauribile di strade meravigliose. Proprio una di queste mi porta a capire questo piquet tinto in filo ed è in questo percorso, complice una mai doma curiosità, che Le domando se è possibile capire, a capo finito, che tipo di colorazione ha subito il tessuto.
L’arte suprema di un maestro risveglia l’espressione della conoscenza più pura. La ringrazio.

Cavallerescamente da Parma
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 24-04-2007
Cod. di rif: 3081
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Quei dubbi che celano la via.
Commenti:
Insuperabile Cavaliere De Paz, illuminato Rettore,

quei dubbi, quelle domande, quelle luci che si accendono dentro, sono il risultato di un confronto dialettico con i Suoi scritti, così capaci di stimolare quello che mettiamo in oziosa riserva da renderci, in un primo momento, disorientati. Con la Sua ultima risposta non soddisfa solo una mia istanza ma da corpo ad un processo che ci prende, ci coinvolge, ci vuole, ci pungola a metterci in cammino con un bagaglio metodologico che non rifiuta il confronto, evita l’elencazione, ama l’individuo pensante e appassionato, colleziona un patrimonio profondo di cultura accademica, cerca la verità. Nondimeno i quesiti di una volta divengono una prassi che ci fa guardare allo specchio e una forza che ci fa conoscere, perché no, anche noi stessi. Come dice il Gran Maestro : “essere per capire, capire per essere”. L’essenza stessa del Cavaliere.

Un cavalleresco grazie a Voi Maestri, guide di animi sensibili.
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 03-05-2007
Cod. di rif: 3104
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Monopetto con revers a lancia. In taglio a Parma.
Commenti:
Egregio Professor Pugliatti,

pur sentendomi vicino a quell’indipendenza estetica che cita il nostro Rettore e che affonda le fondamenta tra la coscienza delle storia e la ricerca di un’individualità del gusto, di ritorno dal mio sarto, non posso mancare di riportare la vista di un monopetto a lancia che sta confezionando per un giovane professionista della città. Il tessuto prescelto è un bel mohair inglese color blue. Parlando della cosa con il maestro, ho notato nel suo parlare un certo “non-so-che” verso questa giacca, quasi un segnale di una tipologia che non incontra una totale approvazione. E’ chiaro che può essere un atteggiamento del tutto soggettivo, ciò nonostante colgo una percezione leziosa verso i revers a lancia sul monopetto, come se si spingessero al di fuori del classico. Ovviamente non da parte mia.
Ritiene ci sia un retaggio storico dietro quest’atteggiamento ?

Cavallereschi saluti
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 04-05-2007
Cod. di rif: 3108
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Lance per la serata ? Al proff. Pugliatti
Commenti:
Egregio Pugliatti,

precisando meglio il mio ultimo, occorre evidenziare che le perplessità riguardavano il maestro e non il sottoscritto. Ho cercato di leggere nell’assenza di parole del mio sarto una ritrosia che nasceva o nella non completa assimilazione della cifra stilistica-storica del capo o nella sua presunta mancanza di poliedricità rispetto ad un tre-due bottoni canonici. In effetti, se la Sua previsione può essere una realtà vicina, questa riguarderà soprattutto l’utilizzatore più dinamico giacché il monopetto a lancia è li che muoverà le sue zampe. Per dirla tutta, a me non dispiace affatto e una volta consci della mancanza di un raggio d’azione ampio come nel caso di un monopetto tradizionale, saprà dare al committente un bel diversivo per una serata. Personalmente, è qui che lo vedo. Potrebbe essere un mio limite, tuttavia la sua storia nell’ambito “cocktails dresses” conferma un idea. Lei ne estenderebbe l’azione ?

Cavallereschi saluti
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 07-05-2007
Cod. di rif: 3114
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Musica, Gran Maestro !
Commenti:
Egregio Gran Maestro,

non rimango sordo ad un sistema musicale applicato allo studio dell’abbigliamento. La cosa può apparire bizzarra solo ad una prima analisi : nessun’altra forma d’arte ha come misura del suo travolgere la nostra coscienza la pelle d’oca. E’ nel nostro profondo che fa emergere uno stato d’animo, è dallo stato d’animo che trae la vita. Così come l’abito, la musica non ha valore fine a se stessa ma si misura con l’interprete che usa le sue capacità mentali, spirituali, individuali per far cogliere all’ascoltatore un sentimento. Potremmo, inoltre, dire che dalla TRGE vediamo uscirne l’uomo : ecco perché la relatività estetica è così importante. Se oggi l’intimità ha perso valore, l’individualità è confusa con la moltitudine, dalla Sua teoria esce invece l’uomo che cerca un espressione, una volontà, una maniera personale re-interpretando i “classici”. Parla di un associazione istantanea tra alcuni capi ed un vissuto storico : è verissimo. Ma come non vedere, altresì, un legame con la musica, la sua armonia, la sua capacità di parlare al cuore, la sua trasparenza verso l’emozione, la sua libertà ben densa di paradigmi e ferree tradizioni. Non c’è forse la natura dell’abbigliamento classico come noi lo intendiamo ? C’è l’uomo come noi lo concepiamo, quello che porta con sé il suo essere.
Mi permetta una precisazione, probabilmente banale e un po’ manierata, ma utile per porre le basi di questo approccio : in chi indossa vede il musicista ovvero lo spettatore della musica che “suona” la giacca ?
Al fine di evitare un eccessivo ricamo, è utile ricordare le parole del direttore d’orchestra Sir T. Beecham : “Il musicologo è uno che può leggere la musica ma non può sentirla”.

Cavallereschi saluti
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 09-05-2007
Cod. di rif: 3121
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Corni del Ducato
Commenti:
Il pianto può durare per una notte, ma al mattino ritorna la gioia. Così, qualche bella notizia, anche se piccola piccola, è acqua fresca per la bocca che arde di sete.
A Parma sono riuscito a trovare una merceria che conserva tra i suoi scaffali, in modo continuativo, dei pregevoli bottoni in corno , sia nella versione bionda-tostata che in quella nera. Tre le misure offerte : lineato 32”, 22” e 40”.
Ecco, allora, nome ed indirizzo :

La Duchessina, Piazza Ghiaia, 21/a, Parma, tel. 0521 236633


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 14-05-2007
Cod. di rif: 3136
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Giacca tre-due. Ulteriore appunto.
Commenti:
Insondabile Gran Maestro,

in un gesso di qualche settimana fa (cod. rif. 3054) Le domandavo qualcosa sulla giacca tre bottoni stirata a due. Una recente visita dal mio sarto mi fa aggiungere a quelle parole un piccolo appunto, dal momento che il maestro mi sta proprio cucendo una giacca in tale foggia.
Ebbene, l’effettiva immagine che deve possedere una volta indossata è confacente ad una pura due bottoni ?
Qui al Castello abbiamo esaminato alcune fotografie e siamo già entrati nell’argomento ma sento il bisogno della Sua inappuntabile chiosa per approfondire questi principi tecnico-costruttivi.

Ancora lieto del nostro incontro di venerdì,
cavallerescamente mi congedo.
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 16-05-2007
Cod. di rif: 3139
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Ago o ferro ? Forse tutti e due...
Commenti:
Egregio Gran Maestro,

mi sento di acclamare un Suo studio iconografico e filosofico sui tre e sui due bottoni nella giacca. Negli ultimi tempi sono particolarmente vicino alla foggia “tre bottoni meno uno” e nonostante gli stessi maestri affermino di “lanciarsi con la rete” nella sua esecuzione, sento che c’è ancora molto da sapere e capire, quanto meno da parte mia. La caduta è in agguato...ed è rischiosa. Inutile nascondere che una richiesta ad un artigiano di una particolare costruzione ne sottintende la sua profonda conoscenza tecnica.
Nel Suo ultimo gesso parla di indirizzare il bavero tra il primo ed il secondo bottone. A questo concorre esclusivamente la lavorazione d’impuntura dell’interno o anche il ferro da stiro ? In effetti, quando si parla di giacca tre bottoni stirata a due, letteralmente per il nome stesso, viene da pensare che sia proprio quest’ultimo il protagonista del finale.
Delibando l’autorevolezza dell’apparato illustrativo che potrà produrre, La prego di ignorare questa mia domanda qualora sia già contenuta in una Sua futura.

Ora un piccolo pensiero nato sulla giacca di Vittorio De Sica : perché considerare i pantaloni a vita alta come emblema di un età avanzata ? Ovvero per quale ragione si deve identificare l’uomo perpetuamente giovane - ed eternamente fuori luogo, aggiungo io – con i pantaloni a vita bassa e privi d’importanza ? Perché questa metafora ? Se la società moderna alla comodità ha preferito la praticità, ebbene, per quale motivo ha scelto d’indossare pantaloni così poco pratici ? Vi posso assicurare che lo sono.

Cavallereschi , attenti, saluti.
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 18-05-2007
Cod. di rif: 3145
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: La strada delle tasche. Due applicate più taschino a filo
Commenti:
Egregio Gran Maestro,

intervengo nella discussione sulla foggia delle tasche da giacca includendo nella disamina un abbinamento che mi è capitato di vedere in alcuni capi : le tasche a toppa, o applicate che dir si voglia, con il taschino a filo. Ricordo a tal proposito una superba e carnosa flanella gessata di un vecchio maestro milanese. Nella strada che parte dalla formalità e finisce nello sportivo, questa soluzione dovrebbe collocarsi più o meno in mezzo. Tuttavia, a mio avviso, da un’idea di indecisione, di “fatto a metà”.
Lei cosa pensa a tal proposito ?

Cavallerescamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 21-05-2007
Cod. di rif: 3159
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Tasche e taschini e un invito sul due bottoni.
Commenti:
Egregio Gran Maestro, consacrati appassionati,

in effetti le parole del Signor Nocera sulla tipologia filo-toppa trova nella mia memoria un riscontro su di una giacca indossata anno or sono dal maestro napoletano Gennaro Solito. Se non ricordo male era proprio una flanella gessata con manica a camicia, tasche applicate, taschino a filo; senza ombra di dubbio una giacca di “sapore” e la combinazione con la forza del tessuto rendeva il tutto non una via di mezzo ma un mezzo per una bella via.
Sono rimasto affascinato sulla possibilità offerta dalle parole del Gran Maestro di cucire un bottone direttamente sul taschino sinistro del doppiopetto. Se possibile lo invito a proporre una fotografia di una giacca in tal guisa.

Il tema del due bottoni è quanto mai lontano da una conclusione definitiva e, cosa piacevole, credo mai ci sarà. Alcune gloriose sartorie come Rubinacci lo ignorano, altri importanti laboratori l’hanno da sempre proposto ed affrontato. Personalmente mi schiero dalla parte di chi non ama particolarmente questa foggia, ma a questo punto la cosa non ha importanza. Importante è capirne i significati e i codici di base, ciò in pratica quello che rende ‘viva’ questa giacca.

Lascio con un invito e un saluto cavalleresco.
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 22-05-2007
Cod. di rif: 3162
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Giovinezza, corpo e abbigliamento; rif. gesso del G.Maestro
Commenti:
Egregio Gran Maestro,

l’indirizzo dello scoprirsi ha preso talmente piede nella cultura occidentale da non riuscire più a uscirne. Siamo costretti a interrogarci su questa possibilità, a capirne la filosofia.
Pur rappresentando un atto di maleducazione, non per il connotato di esibizione del corpo quanto per l’assoluta mancanza di rispetto nei nostri confronti, a ben vedere cerca una linea mediana impossibile, dacché lo stesso nudo è una forma di eleganza, ed il ben vestito il suo giusto contraltare. Penso sia innegabile il riconoscimento di suprema bellezza al nudo; il suo alto valore simbolico si riallaccia ai valori della vita nella più perfetta e pura semplicità. Migliaia di testimonianze artistiche confortano quest’idea di bellezza. Penso ad una donna, innegabilmente più elegante nuda che tramortita da vestiti che sottintendono questa condizione con pochi centimetri di stoffa : “vederti nuda è come ricordare la Terra” ma guardarti mal vestita è come dimenticare l’esistenza.
Credo non vi sia nulla di male nel ricercare un corporeità forte, salubre, audace, tuttavia questo sforzo dovrebbe servire a proteggere meglio il proprio io. In effetti il corpo era involucro, protezione, diaframma, di una personalità. La completa rinuncia ad una forma di codice che si articola su scelte complesse e indipendenti ha portato ad un livellamento non solo basato sullo svestirsi a tutti i costi ma a svestirsi tutti allo stesso modo. Abbattuti i confini della dignità personale non rimanevano che quelli basati sulla differenza di età, censo e sesso. Tutti e tre sono caduti miseramente. Uomini e donne, ricchi e poveri, giovani ed eternamente-giovani, vestono uniformemente, e noi non riusciamo neanche più a distinguerli.
Resta da vedere se questa marea ha raggiunto il punto più alto – guardandomi in giro non vedo come si possa riuscire a fare di peggio – e se sarà possibile un deflusso che potrà lasciarci qualche bella speranza, qualche sorriso in più.
Non nascondo che qualche piccola rinascita mi capita di ammirarla; alcuni uomini e alcune donne che si aggirano nella mia città con scelte e dichiarazioni individuali si cominciano a ri-vedere e, soprattutto per quest’ultime, è un così gran bel vedere che viene da domandarsi se se ne accorgono tutti.
Se il dominio della fisicità e dell’illimitata giovinezza ha preso piede come religione fino a giustificare l’assassinio d’intere specie d’abbigliamento, occorre pensare al corpo non più in termini d’involucro quanto di mezzo unico d’espressione; l’atto reiterato di scoprirlo, di esibirlo come icona, par voler comunicare sensualità. Allo scadere delle possibilità in nostro possesso, raggiunta la quasi completa nudità, ritroveremo il desiderio, il divertimento, l’estetica, la distinzione del coprirlo. Sperando che ci sia ancora questa possibilità. Alla fine, può ritornare l’inizio.
Lei ritiene questo il percorso dell’uomo e della donna di oggi ?

Cavallereschi saluti
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 31-05-2007
Cod. di rif: 3168
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Una strana pace. Tre parole chiave.
Commenti:
Illimitato Gran Maestro,

credo che la Sua potente disamina sulla nudità apra più di una breccia nel comune sentire del Castello e lasci basiti per l’agile chiarimento di molto ciò che viene portato ai nostri occhi. Sono tre, in particolare, le parole chiave del discorso : nudità come rincorsa, seduzione come movimento, società come tribù.
Per quanto concerne il primo penso sia inoppugnabile la visione più volte qui proposta della catena giovinezza-bellezza-nudità. C’è poco altro da aggiungere se non, forse, indagare ancora più a fondo – ogni fenomeno ha uno ‘specchio’ filosofico intrinseco – questo cambiamento macroscopicamente trasversale, transgenerazionale, transociale, quasi un fuoco sul cemento.

Il secondo principio brilla di luce propria ed esemplifica quello che possiamo noi tutti provare in prima persona. L’idea di una seduzione e di una sensualità in movimento non è nuova e trova nell’arte uno dei suoi sigilli. Il Suo esempio, semplice ed efficace, ci conduce sulla giusta strada. Mi sia concesso aggiungervi il pensiero di una seduzione come cambiamento tra stati propri. Lo stesso “svestirsi” è proprio un atto seduttivo, dal momento che è in mezzo a due stadi di un individuo, e uno spiazzamento dello schema mentale che una persona sta usando in quel momento. Spesso è una qualcosa di inaspettato per cui “l’algoritmo” psichico non riesce ad adattarsi : è un metalinguaggio.

Quanto alla tribù, alla base di ogni clan sociale di questo tipo vi è un fortissimo indirizzo estetico ed esistenziale comune, parte unica e necessaria per provare il sentimento dell’appartenenza. Quest’ultima genera un contrasto con tutto ciò che sta fuori il gruppo, tuttavia per esistere deve avere un avversario. Bene, ora mi chiedo dove sia oggi. Perché c’è solo una tribù ? Si è notato che per la prima volta viviamo in un periodo di assoluta pace generazionale e culturale ? Ovvero tutti cercano la stessa cosa, a qualunque età, in qualunque fascia sociale.

Lascio la penna con una colomba : la vaticinata morte della giacca sembra trovare nell’epoca attuale qualche nuovo difensore nei più giovani : molti sarti potranno confermare la frequentazione delle loro sartorie.
Che tutto abbia preso un giro contrario ? Lei ha visto ancora giusto : “cosa verrà riposa nella mente di Dio”.

Sarò lontano per qualche giorno dal Castello ma ritornerò carico di Grazia. Lei sa.

Cavallereschi saluti e buon viaggio a Moskva.
Suo fedele
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 19-06-2007
Cod. di rif: 3221
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Scelga il mare. Al Sig. Occhelli
Commenti:
Egregio Signor Occhelli,

pur apprezzando quelle potenzialità di internet che sono al servizio del Castello e che danno la possibilità visiva di questa cattedrale, inorridisco quando sento parlare di acquisti via rete. Comprendo le difficoltà di ordine logistico che alcuni indirizzi comportano, tuttavia occorre sempre conteggiare che proprio queste peripezie, alcuni viaggi, molti sogni, ci fanno crescere più di ogni visita ‘virtuale’. Le sagge parole del Cavalier Forni La dovrebbero guidare nel verso giusto, in mare aperto. Certo, è un po’ pericoloso ma li ci sono i pesci più grossi, quelli per cui vale la pena ardire. Non si incanali in un “torrentello” artificiale, se le è venuta fame, cerchi la carne.
Visitare, toccare, parlare e ancora parlare, devono essere i suoi attrezzi per arrivare a capire perché è giunto fino a qui. Il bello è che ci si diverte tanto, anche se non mancheranno delusioni e, soprattutto, incertezze : molte volte vorrà tornare indietro, maledirà questa seconda vita, vorrà buttare tutto al vento. Resista ! Sono purificazioni e atti di fede necessari alla crescita.

Cavallerescamente in bocca al lupo.
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 21-06-2007
Cod. di rif: 3229
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: L'ora del ferro
Commenti:
Inaccessibile Gran Maestro,

che non sia più ora di esitanti passi lo si coglie bene dalle Sue parole che di certo non sottintendono un appello ma una chiamata. Sta ad ognuno dei Cavalieri, e dei visitatori, farla Sua, capirla, e incominciare a dichiarare perché si è qui.
A mio avviso occorrerà un po’ di tempo per far sì che il disegno prenda forma definitiva e cristallina, così che tutti possano trovarvi sia un riferimento per arrivare che una base per partire. L’incontro con il maestro Rubinacci a Napoli formerà le prime avanguardie ed è per questo che l’importanza di esserci ha una valenza massima.
Ancora non mi è tutto chiaro - è così nella logica dell’azione - ma la mia spada non ha certo paura della notte che precede l’inizio della battaglia. Anche il timore di uscire allo scoperto con l’esempio fa parte di questo a cui non ci si deve sottrarre. Auspico, sempre, quel Suo aiuto che sa vedere tanto distante.
Un ultima menzione per la dichiarazione della natura guerriera dell’Ordine : era, ed è, fondamentale trasmetterlo, giacché al di fuori potrebbe essere stata percepita solo la “chiave”.

Numquam Servavi
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 22-06-2007
Cod. di rif: 3231
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Primi passi.
Commenti:
Egregio Gran Maestro,

se secondo Napoleone una costituzione che funziona dovrebbe essere breve ed oscura, è normale che le fondamenta del Dress Code siano, all’inizio, come una luna : un pianeta con un lato misterioso e buio. Tutte le grandi cose che funzionano sono così. D’altra parte plaudo i Suoi approfondimenti, utili nei primi preparativi della campagna per capire come muoversi.
Mi domandavo, or ora, se la monumentale sfida che si para innanzi a noi come DRESS CODE avrà una parte dedicata all’interno della Lavagna ( e Taccuini) o fluirà nei vari gessi alternata, mi passi la metafora, ai “giorni di pace”. Inoltre la successione dei tre punti di cui sotto avrà un esecuzione temporale o sarà affrontata in maniera orizzontale ?
Un manipolo di uomini potrebbe finalmente capire di avere un’aspirazione.

Cavallerescamente dal Ducatus Parmensis.
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 25-06-2007
Cod. di rif: 3237
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: DRESS CODE. Subdola benevolenza
Commenti:
Egregio Gran Maestro,

nel Suo ultimo gesso mi ha colpito la frase “abbandonato dai proprietari e non saccheggiato dagli invasori”. In verità credo anch’io fermamente che il tesoro sia stato tralasciato e che, salvo ahimè alcuni infausti trapassi, sia ancora li che attende un riuso incline all’uomo elegante di oggi.
L’opera che ci proponiamo ha una portata formidabile perché farà uscire allo scoperto molti – non sono pochi – che attendevano un punto di riferimento per poter dar sfogo a ciò che sentivano dentro da sempre : la ricerca del vero, la fede nel giusto.
Qualcuno di questi, incontrando il solito accaldato che non ne può più della giacca e della cravatta, rappresenterà dal vero, sicuro e beato, una scelta che è nella tradizione e nel decoro, ieri come domani.
Infine aggiungo una postilla : ritengo che la moltitudine non sia così benevola come la si vuole dipingere; amici e inclini nel consigliare, devoti e fermi nel beffeggiare, non mancano mai di catechizzare i loro infedeli. Il classico fa tanto paura…

Come Lei attendo con desiderio la relazione napoletana del Sommo Rettore.

Cavallereschi saluti
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 28-06-2007
Cod. di rif: 3246
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Dress code. Del classico
Commenti:
Parlando di musica Stefano Catucci scrive : “La parola “classico” è una delle più controverse della storia dell’estetica: può indicare un valore, una norma, un canone, può riferirsi a una precisa epoca della storia dell’arte, può essere utilizzata per descrivere uno stile dotato di caratteri chiaramente riconoscibili, come armonia, misura, trasparenza, ma può anche definire un atteggiamento ideale che contrappone al fondo oscuro dell’ispirazione artistica un bisogno di razionalità.”
Nell’idea comune l’associazione di un’opera umana con la parola classico identifica un’idea stabile, un’azione di conservazione, un mezzo storico immutabile. In altre parole classico è ciò che sopravvive alle circostanze in cui nasce, si fa ripetere e rimandare, e mantiene vive le stesse circostanze da solo.
Nel campo dell’abbigliamento è un termine che ricorre spesso per identificare fogge e stili che hanno assimilato una cultura di vivere tradizionale e legata ad una ricerca oggettiva di identificazione in un patrimonio sociale e culturale vissuto sociale e dal quale trae la ragione di essere.
Parrebbe, quindi, una parola che sottintende staticità e immutabilità. In realtà ciò che cambia in una capo d’abbigliamento è la cosa meno importante, cioè la fattura del dettaglio, ma a ben vedere l’implicito significato culturale non muta mai se non con l’uomo che l’indossa. Il classico ha la capacità unica e irriproducibile di far parlare ogni suo estimatore nella maniera più personale. Altro che inazione !
Spero in ulteriori vagli del Rettore, del Gran Maestro e di tutti gli appassionati.

Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 10-07-2007
Cod. di rif: 3263
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Un bluff
Commenti:
L’analisi del nostro Rettore induce alcune forti riflessioni ed un’amara analisi del corso degli eventi. Considerato, altresì, quanto riportato dal signor Spadaro, osserviamo un continuo inseguimento di un problema con una sua sicura complicazione, come se non si comprendesse che in mezzo ad una difficoltà c’è, spesso, un’opportunità.
L’assurdo evidente di talune proposte dovrebbe indurre la società ad una meditazione di buon senso ma ciò non avviene poiché vengono mascherate e indorate con il potente mezzo della liberazione da qualcosa. E siamo sempre pronti a liberarci, ad eliminare qualcosa del passato. Riuscire a prescrivere che da domani sarà possibile evitare d’indossare la cravatta non toglie certo il problema del consumo energetico - c’è veramente qualche stupido pronto a contarci ? – ma riesce a far credere che la soluzione passi ancora, sempre, comunque, da una liberazione. Una società che passa questo fenomeno non crede più nel buon gusto e nella dignità umana, nella creazione e nella gioia, ed accelera il suo declino naturale ben prima della fine delle riserve energetiche planetarie. La filosofia di consumo che ha idolatrato rende il conto; ma non viene pagato, si pretende di chiudere gli occhi al cameriere con un bluff da spiantato.

Mi viene da pensare che lo stesso Dress Code possa davvero porre una visione non solo estetica ma fortemente etica della vita. C’e n’è una gran bisogno.

Cavallerescamente rifletto
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 19-07-2007
Cod. di rif: 3283
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Pomeriggio arido. Anche questo è dress-code.
Commenti:
Insuperato Gran Maestro,

le parole del Cavalier Borrello hanno trovato un eco recentissimo per le vie del centro cittadino di Parma, ieri, nel tardo pomeriggio. Il rimando intellettivo si specchia in un noto gentleman cittadino - già citato, in verità - che con il suo completo in mohair, la sua camicia in lino, la sua cravatta foulard, sembrava voler far riprendere tutti i passanti dalla calura intontente e sbeffeggiare quella colonnina del termometro che tanti, troppi, intercalano in ogni loro concione sociale.
La cosa mi ha fatto riflettere, vieppiù pensieri sono affiorati a sbirciare i miei chino e la mia camicia in seersucker. Anche questo è dress-code. Anche questo aiuta a capire e a trovare una ragione d’essere in queste strade di ciabatte e mutandoni.
Immaginiamo uno di questi pomeriggi, caldi, molto caldi, verso le sei-sette. Una passeggiata in centro, due chiacchiere con qualche negoziante di fiducia, un aperitivo in piazza, magari in dolce compagnia. Lei come vestirebbe quest’uomo ?
Sembra, altresì, che le poche giacche e cravatte di questi giorni vengano da mansioni professionali piuttosto che da stile, e decoro, personale. Lo trovo triste, un’isola arida in città.
“Se non sopporti il caldo, scappa dalla cucina”.

Cavallereschi saluti.
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 23-07-2007
Cod. di rif: 3287
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Quanti uomini al Castello ?
Commenti:
Egregio Gran Maestro,

condurre la danza di questo scambio accerta inequivocabilmente le Sue ultime parole : da sempre se la risposta è giusta ti da il vantaggio di una sorpresa per la tua mente.
Sottolineerei l’introduzione, necessaria non solo in quest’analisi ma più in generale per comprendere vasti fenomeni sociali, del concetto di “insofferenza”. Sembra che l’uomo moderno sia straordinariamente, morbosamente, appassionatamente innamorato e bisognoso d’insofferenza, visto che la dispiega come sua ambasciatrice in ogni relazione esterna. Per dirla tutta, la centralità del fenomeno forza a considerare l’uomo delle palestre come l’uomo dell’insofferenza. Insofferenza verso il caldo, verso la cravatta, verso l’ozio, verso la contemplazione, verso il mistero (quanto è importante nella bellezza), verso la tradizione ferma e forte, verso ciò che non corre.
Ma siamo alle solite disamine di tristezze quotidiane; non vogliamo critiche. Qui al Castello si viene perché dentro si ha una fede incrollabile e devota verso un gusto che è estetico e morale. Pochissimi la raggiungono, ma è inutile nascondere che la mano tesa verso l’eleganza, qua, interessa a tutti. Ed è di questo che ci interessa parlare, studiare, approfondire, conservare. Altrimenti monsieur Melli (vedi gesso sotto) non avrebbe inciso così profondamente sulla mia coscienza. Quella sua mise parlava a noi e si divertiva con gli altri. Resta il probo desiderio di capire tutti e di rispettare tutto ma queste mura poggiano su di una precisa scelta di vita.
E’ interessante l’analisi che propone per tipologie di uomo, tuttavia chi siamo di quelli ? O chi lusinghiamo di essere ? Non è una domanda scontata e conviene porsela intimamente.

Noto che nel Suo avveduto gesso non c’è spazio per la cravatta. Perché, illuminato Maestro ?
Lo spartiacque sembra essere la giacca. Questa si carica di tutta la potenza espressiva di un vaglio così simbolico eppure, guardandolo, così semplice e naturale.
Un antico adagio dice che quello che siamo ci accompagnerà sempre; non si può divorziare da una parte di noi. Neanche con l’afa.

Cavallereschi saluti
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 24-08-2007
Cod. di rif: 3461
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Svincolo da un marchio: condizione necessaria?
Commenti:
Eccelso Gran Maestro,

un periodo ed un tempo che riflette pensieri e invita a ri-considerare scelte e metodi, cammini e posizioni, con quell’aria fresca che si tinge ancora d’estate ma sa già, di par suo, che altri cicli l’attendono, porta qualche domanda, a volte qualche dubbio.
Già col mio gesso tremilaquattrocentoquarantanove vergavo delle impressioni sulle quali, con serenità, mi darà il Suo pensiero esplicativo.
Ripensando al tema Classico Internazionale ed ai Suoi irreprensibili postulati di identificazione – diffusione, continuità, internazionalità –, mi domandavo se un’altra condizione necessaria, ma non sufficiente, fosse da ricercare nello svincolo dell’oggetto da un marchio. Inutile nascondere che il pensiero è nato sull’onda della mia breve esposizione sulla ditta americana Ray-Ban. Nella fattispecie siamo fronteggiati da occhiali entrati nella storia e che soddisfano i tre presupposti ma che, tuttavia, ‘cadono’ proprio su questo ipotetico requisito : fare capo a se senza ricondurre l’indumento, ovvero l’accessorio, ad una casa prestabilita.
Spero che anche l’insigne Rettore si esprima su questo punto. Due fari così potenti danno la rotta ad un intero arsenale.

Cavallerescamente,
Suo fedele
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 09-08-2007
Cod. di rif: 3359
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Ray Ban ovvero un classico internazionale.
Commenti:
Pochi fotogrammi del Taccuino hanno presentato agli occhi degli appassionati alcuni modelli di occhiali da sole che possiamo tranquillamente definire classici internazionali. Non sorge dubbio nel sostenere che molti di essi appartengono, di diritto, alla casa statunitense (ora, purtroppo in mano alla Luxottica) Ray Ban, fondata nel lontano 1937 dalla Bausch&Lomb.
Vero e proprio simbolo degli eroi americani della seconda guerra mondiale, il primo brevetto venne depositato nel 7 Maggio 1937 proprio dalla B&L, colosso statunitense di materiale ottico fondato nel 1853 e leader nel campo delle lenti qualità.
La vera e propria storia parte, però, da più lontano, agli albori del ‘900, quando il luogotenente Mac Cready, nell’attraversare l’Atlantico con un pallone aerostatico, nota il negativo influsso dei raggi solari in quota. Terminata l’impresa si rivolge subito alla Bausch&Lomb per far produrre un occhiale ad alta protezione e visuale. Nasce così il prototipo del 1937 – chiamato Anti-glare – con una montatura d’oro di appena 150 grammi e lenti in vetro minerale verdi. Per ragioni commerciali, incontrando in verità la sua vera funzione, venne ribattezzato “ray-ban”, cioè “filtro ai raggi”. Da quel momento passa subito, e con forte entusiasmo del governo per un prodotto nazionale, nelle mani, o meglio sul naso, dell’aviazione americana e la Bausch&Lomb, con il Ray-Ban, diventa fornitrice ufficiale. E’ nato il primo modello, l’Aviator, gloriosamente portato dal generale Douglas Arthur MacArthur, comandante supremo delle forze alleate sul Pacifico, durante lo sbarco nelle Filippine ed immortalato per sempre, e per tutti, da centinaia di fotoreporters, da quel momento icona e suggello d’avventura. Un altro oggetto che dal campo militare passa a quello civile arricchito di fascino autentico e che trova nel suo perfetto progetto la virtù del successo.
Altri modelli che hanno fatto epoca si aggiungono, tra cui il Wayfarer, lo Shooter, il Caravan, il Clubmaster, l’Outdoorsman. Si veda a tal proposito il Taccuino (rif. 3449-3450-3451-3452-3453-3454).
Indimenticabili protagonisti di alcuni films, da Easy Rider a Blues Brothers, da Top-Gun a Le iene, vengono indossati dal grande tycoon internazionale come dal cacciatore appassionato.
Come ho avuto già modo di scrivere non è difficile imbattersi in qualche esemplare pre-1999, data di acquisizione del marchio da parte dell’italiana Luxottica. La qualità delle lenti , il grado di finitura, la “verità” del prodotto, sono incomparabili.

Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 21-08-2007
Cod. di rif: 3449
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Mappa di una ricerca. Al Gran Maestro
Commenti:
Egregio Gran Maestro,

sono certo che il Suo gesso vergato alla luce del Dress Code contiene diversi livelli di comprensione, nonché l’impostazione che mancava per la costruzione futura della Lavagna. E’ doveroso sottolineare che chi frequenta il Castello crede in quell’uomo che si è brillantemente definito “homo elegans”, lo stesso per cui le nostre legioni combattono. L’ossatura fin qui radiografata può ancora crescere molto, sia in maniera orizzontale che verticale, ma l’indirizzo è doveroso. Migliaia di contributi - un lavoro sbalorditivo - superano spesso il livello espositivo e stabiliscono, come tanti tasselli di un puzzle, evoluto dalle fondamenta fin qui erette, un quadro che nel futuro sarà capace non solo di contenere passioni e conoscenze ma, per chi la sentirà propria, una storia da vivere.
E’ nella Sua lungimiranza e nella Sua vista che so di cercare quel futuro che troverà queste mura più forti. Può essere che si sia persa una guerra ma “voglio vivere e morire con questa fede”.

Detto questo, alcuni passi del testo mi hanno lasciato una sensazione di critica. Eppure non mi sono fermato ma ho cercato di capire : una ricerca così approfondita e ampia necessità di una forte condivisione. Inoltre la ricerca va sempre considerata nel suo più grande contesto e per il più alto scopo.
E’, forse, un punto da chiarire meglio ? Cosa mi sfugge, Maestro, nel Suo discorso ?

Cavallerescamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 28-08-2007
Cod. di rif: 3508
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Con la mappa in mano. Prime impressioni.
Commenti:
Insostituibile Gran Maestro,

potrà sembrare accessorio e consueto sottolineare la rilevanza delle Sue parole ma con il gesso di presentazione della mappa del nostro peregrinare (cfr. 3495) trovo che si indichi, da principio, la direzione che molti tenaci monaci-guerrieri desideravano svelata. Non lo nego, io in primis.
Nel disegno individuo la sublimità dell’idea base della CONTAMINAZIONE, miscela potentissima che al giorno d’oggi ha perso la sua compagna elettiva, la ricerca, e la sua immagine futura, la conoscenza, e che necessiterebbe di un etichetta : attenzione veleno.
Secondo solo nella mia il concetto di ideazione di un domani possibile non con una sterile critica dell’oggi ma nell’azione conservativa, forte ed autentica, del nostro mondo, quello dell’homo elegans. La più grande azione responsabile che possiamo osare secondo la nostra fede che, inutile ricordarlo, è sprone puro ad una vita cavalleresca. Qualcuno ben più insigne del sottoscritto ha affermato che la responsabilità è il prezzo della grandezza.

La munificenza del materiale iconografico e bibliografico del Castello necessitano di una ponderata archiviazione, nonché una gestione protetta dei tesori riaffiorati, per permettere loro di risplendere non come in un museo ma come un patrimonio condivisibile ed attuabile in chi si senta pronto alla chiamata. In giro ce ne sono di più di quanto si crede. Tengo a rimarcare la lontananza debita dall’idea di un’esposizione statica intesa come camposanto delle cose. Fedeltà al contesto e aderenza alla storia devono essere i capisaldi su cui innestare l’opera di aggiornamento e attualizzazione di archetipi, modelli, fogge, che possono essere rivissuti oggi con naturalezza. Conservare per far sì che molto del bello prodotto – insuperabile e difficilmente migliorabile – possa continuare a rappresentare una fontana fresca a cui abbeverarsi. L’Uomo di domani deve poter contare su tutto questo ma anche noi stessi, oggi, vogliamo che il nostro sguardo possa continuare a volgere in questa direzione e per questo siamo pronti a combattere.
Il lavoro che ci attende sotto l’egida del DRESS CODE ci aiuterà, in fondo, a capire quanta importanza riveste per la nostra vita la possibilità di poter avere qualcosa su cui poggiarsi, riposarsi e costruirsi. Grazie ai tanti “fedeli” presenti, al loro prezioso operato di approfondimento sui più svariati temi d’interesse dell’uomo di gusto, è possibile ottenere questa sicurezza nonché la certezza di una memoria che vale più di un grido di vittoria.

Vista l’importanza e la vastità del progetto mi consentirà, in futuro, ulteriori domande come pure, inesorabili, affioramenti di dubbi e di idee.

Ad maiora, mio Maestro.
Suo
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 29-08-2007
Cod. di rif: 3512
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Marchi e nuovo commercio.
Commenti:
Egregio Gran Maestro,

l’emblema stesso della caduta del nome come garanzia sta nell’illogico capovolgimento di un tempo in cui la conoscenza e la necessità portavano a ricercare prodotti che venivano affinati da talune case. Queste si distinguevano proprio perché erano in grado di garantire la soddisfazione della clientela più esigente ed il loro nome, negli anni, si costruiva passo dopo passo. Il fenomeno comportava delle specializzazioni locali e nazionali cosicché alcune aree di gusto hanno esercitato per anni un modello a cui attingere e nomi famosi solo per la perfetta corrispondenza tra una necessità e una completa soddisfazione.
Oggi avviene il contrario : nella migliore delle ipotesi la firma è usata per vendere sulla gloria passata. La soddisfazione è indotta artificialmente.
E’ ben chiaro il discorso ad ampio raggio sul classico internazionale giacché da sempre, l’uomo di gusto, va a scegliere dove trova la verità. Questa non è detto che si trovi dove è sempre stata; la geografia può cambiare, così come la riserva di caccia.
Sempre di più, riallacciandosi al discorso abbracciato ieri, è fondamentale l’opera cavalleresca di conservazione e protezione di un sapere che permetta la ricerca individuale e, consapevolmente, la sopravvivenza di un nucleo ancora importante di piccole botteghe capaci di offrire sé stesse e non blasoni da vetrina. Tra i tanti mali sofferti da quest’ultime, la volontà del cliente di non avere più un rapporto diretto con il proprietario, insegna fissa e valente nonché sigillo di certezza, ha inflitto una ferita profonda. Le multinazionali, desiderose di vendere in ogni parte del mondo le medesime cose, hanno sferrato il fendente per eliminare un filtro che le avrebbe potute prima dirigere e poi bloccare. Parlo per esperienza vissuta dacché mia madre gestisce un piccolo negozio di filati e maglieria da venticinque anni. Non tanti, ma sufficienti per capire quanto è cambiato il commercio.

Cavallereschi saluti
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 30-08-2007
Cod. di rif: 3516
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: L'esempio di civiltà ed eleganza
Commenti:
Insigne Rettore, caro Dante,

accolgo anch’io la serietà delle tue parole nonché quel richiamo profondo e sincero che viene da un uomo illuminato. Credo sia infruttuoso aggiungere frasi al declino già ben evidenziato dalla tua e dalle parole del Cavalier Borrello.
Invitare lo Stato ad una vigilanza educativa appare oggi improbabile in virtù di una ineducazione che le istituzioni hanno alzato a vittoria di libertà. Inutile parlare della famiglia, pilastro sociale oramai scacciato da una società disattenta e barbara che annaspa in problematiche da rotocalco.
La vita vissuta con passione e coerenza, che sta alla base della costruzione dell’amore e dell’affetto, è un fardello gravoso per chiunque; ci vuole uno sforzo terribile per rimanere un uomo civile ed educato. Nessuno, pare, lo vuole più sostenere. Noi Cavalieri abbiamo però questa forza e con l’esempio sapremo che quei valori possono ancora essere trasmessi, ad un figlio, all’umanità.
Alziamo dunque il nostro sguardo, ‘ l'esempio è uno specchio lucente, universale e fatto in modo che tutte le forme vi si specchino ‘.

Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 05-09-2007
Cod. di rif: 3526
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Lode alle nostre Donne : l'unione raggiunta.
Commenti:
Credo che la riunione di pensiero auspicata dal Cavalier Forni sia già avvenuta.
Il ricordo e la meditazione su Diana Spencer che il supermo Rettore ha proposto negli ultimi tempi ai Cavalieri ed ai visitatori del Castello ci ha fatto sovvenire la centralità, nella nostra vita, delle Dame che con passione e personalità accompagnano le nostre gesta. E certo non per ultimo si fanno accompagnare nelle loro, in uno scambio fondamentale a tal punto da farne dimenticare l’esito, a volte incerto ma di sicuro irrinunciabile. E’ proprio qui che la forza della grazia ci fa diventare uomini e ci pone quegli interrogativi che sembrano privarci di libertà ma ci rendono a vita le gioie della passione. “Il peccato peggiore, forse l'unico, che la passione può commettere, è di essere senza gioia.”

Non conosco così a fondo la vita di Lady Diana per poter esprimere un giudizio scevro e maturato con coscienza. Tuttavia sento di esprimere più di un dubbio su di una figura mediaticamente ingigantita e forzatamente riproposta ad esempio di virtù. Mi pare doveroso rilevare un carattere sincero, su cui si è innestata un’educazione tradizionale in cui “dolcezza e rigore” sono stati dosati con saggezza e temperanza; è anche vero che in molte occasioni quella forza di cui sopra e quella lungimiranza di carattere e volontà, che un reale deve possedere, sono state dissipate con banalità e sorprendenti cadute. Come dice l’amico Franco “ad un Re si chiede di elevarsi al di sopra del popolo, non di essere popolare; di essere incomprensibile, non di essere capito”. La saga della principessa voleva far credere che un reale potesse essere del popolo e non per il popolo. Finché si crederà questo non ci saranno abbastanza monumenti che ricorderanno all’uomo la necessità di un credo, un’allegoria ‘ex umbris et imaginibus in veritatem’.

Lode quindi alle nostre Donne, che hanno intelletto d’amore. E a noi non resta che amarle sconsideratamente.

Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 06-09-2007
Cod. di rif: 3529
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Regimental, rispetto e conoscenza. Al Gran Maestro.
Commenti:
Caro Gran Maestro,

mi permetta di plaudire la recente disamina sulle cravatte regimental nonché di auspicare il completamento dei lavori di studio di cui ci riportava la certa fatica.
I taccuini mostrano quanta gloria è contenuta in così pochi centimetri di righe e che nulla ha valore vero senza essere un oggetto di significato. Quegli stessi significati che rimangono silenziosi fino a quando non se ne coglie la storia.
Nella Sua risposta al nostro stimatissimo Cavalier Borrello presenta tre punti in cui situare il codice della cravatta regimental per chi non è inglese. Come vede un italiano che indossa una regimental inglese per segnalare una qualche forma di rispetto e di vicinanza storica ? Ritiene cioè accettabile un riconoscimento cosciente e partecipato verso un corpo militare, avendone studiato storia e tradizioni ? Ovviamente al di fuori della Gran Bretagna e non in compagnia di inglesi.
La conoscenza, talvolta, giustifica l’azione.

Cavallereschi saluti e un ulteriore cenno di compiacimento per l’opera iconografico-storica fin qui svolta.
Suo
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 06-09-2007
Cod. di rif: 3531
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: I monumenti del tempo.
Commenti:
Eccelso Gran Maestro,

il tempo sembra sempre voler rimestare le carte ed erigere muri per scoraggiare gli uomini nelle imprese più significative. Questo non avviene al Castello, luogo dove una dichiarazione come quella posta da Lei qui sotto rende ancora più forte lo spirito d’appartenenza ad un gruppo e ad un progetto che misura la volontà stessa dell’Uomo di voler darsi il futuro che gli spetta. Se crediamo nell’homo elegans è anche per questo ed è per la nostra vita e la nostra fede che il tempo scorre non sulle nostre teste ma sulle nostre spade.

La grandezza alberga ove trova giusta dimora.

Cavallerescamente, qui, ora e per sempre,
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 07-09-2007
Cod. di rif: 3538
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Sulle Brooks Brother's... Al Sig. De Giglio
Commenti:
Egregio Signor De Giglio,

non posseggo camicie Brooks Brother’s, ma grazie a mio padre, che ne ha un paio in popeline in servizio da qualche anno, Le trascrivo di un polso “cartaceo”, molto simile ai capi più sportivi, sempre in popeline, di Ralph Lauren. Ho sempre imputato la cosa ad interni piuttosto coriacei e ad un tessuto lavorato fittamente; tastato tra le dita è rigido e compatto, quasi carta. Tutto sommato, se il Suo caso rientra tra questi, non ravviserei una caduta, considerato poi che la durata e la resistenza all’abrasione sono molto lunghe. Ah, dimenticavo, le camicie a cui mi riferisco sono ‘normali’ e assolutamente da stirare.
Di più è in chi le acquista da anni.

Cavallerescamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 12-09-2007
Cod. di rif: 3543
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Delle regimental. Da un materiale ad un altro.
Commenti:
Egregio Gran Maestro,

appassionato dalle sue recenti immagini di cravatte regimental, mi domandavo se il passaggio di un particolare disegno può avvenire su ogni materiale senza perdere le sue caratteristiche di distinzione e appartenenza. Cioè se le righe di un corpo militare possono trovarsi da un tessuto ad un altro.
La mia curiosità in materia ringrazia di cuore il suo commento.

Cavallereschi saluti da Parma
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 13-09-2007
Cod. di rif: 3546
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Cime maestose ma pericolose. Al Gran Maestro
Commenti:
Insostituibile Gran Maestro,

la ringrazio per il suo indispensabile parere che non fa che aumentare l’interesse per un mondo, quello delle cravatte regimental, che mi appassiona di cuore. In ogni caso spero che l’approfondimento non si fermi qui ma faccia del castello un luogo di deposito, conoscenza e ricerca. Il posto è quello giusto.
Saranno gli ultimi argomenti, sarà l’inesauribile fascino che il magistero inglese esercita sul sottoscritto, ma quelle immagini di casa Windsor non fanno che governare una forza che poggia su di un credo sconfinato nell’uomo e nelle sue possibilità. Lei ha ragione quando parla di vetta, alte cime con un’aria colma di maestà. L’uomo può tentare di scalarle ma pochi possono dimorarvi a lungo. E’ con questo timore, con l’azzardo dell’esploratore di ben più bassi luoghi, che le do in valutazione una mia idea, quella di farmi stirare dal mio sarto le maniche della prossima giacca.
Non voglio che una passione sia la vittoria del piacere sulla verità.
A Lei, quindi, il sincero consiglio.

Cavallerescamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 14-09-2007
Cod. di rif: 3548
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Un ponte fino al Tamigi. God save the Queen
Commenti:
Caro Gran Maestro,

nuovamente sono a ringraziarla per un suo commento. Diventa arduo per un italiano accedere ad un canone che non appartiene alla sua cultura e, in parte, al suo modo di porsi intimamente ed esteriormente. Ciò nonostante, ben comprendendo e assecondando il suo prologo sull’uomo elegante, la visione estetica inglese può essere rispettata con onore se ci si pone nell’ottica di una vicinanza di vedute e pensiero nonché di ideali di sobrietà e silenzio. Da sempre mi sento prossimo a questi codici e, siccome una giacca inglese viene cucita in Inghilterra, seguendo un suo vecchio adagio rivolto ad un visitatore, dirò al mio sarto, il maestro Parmelli, di pensare un po’ al Tamigi e alle sue nebbie quando cucirà la mia.

“Lo scambio di idee e opinioni costruito nella fabbrica della vita concreta è di per sé consiglio.” La sua è guida indispensabile.

Cavallereschi saluti
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 28-09-2007
Cod. di rif: 3555
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Impermeabili : codici e significati.
Commenti:
Egregio Gran Maestro,

lo scambio con il Sig. Spadaro mi ricorda che è ormai giunto il momento di tirar fuori il mio annoso proposito di acquistare un impermeabile per sostituire l’ormai logoro capo che trafugai tempo addietro dal guardaroba di mio padre. Per onor di cronaca, non credo si sia ancora accorto del furto…
Visto i precedenti non posso di certo assicurare che sarà quest’autunno, tuttavia per la scelta non ho mai avuto dubbi : il trench. La sua origine militare, la sua più alta simbologia, la sua fedeltà senza tempo, conquistano ogni cuore maschile ancora capace di emozioni da diluire negli anni, e ci invitano ad affrontare con spavalderia le prime piogge e i cieli grigi. Ciò nonostante ho sempre guardato anche dall’altra parte, cioè verso l’impermeabile monopetto e manica raglan. Forse più sobrio e meno ingombrante, mi ricorda da sempre il periodo in cui i miei occhi hanno iniziato a guardare la sostanza di alcune vetrine e l’eleganza di alcuni uomini. Direi che il primo è l’impermeabile bello ed il secondo quello caldo, coprente, ma so già che con il suo aiuto riuscirò a capire molto di più sui ‘codici’ insiti nei vari modelli. Quali impermeabili e quali espressioni in essi ?
Adesso c’è il sole eppure la volta sembra già pronta a nuovi profluvi.

Cavallereschi saluti
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 01-10-2007
Cod. di rif: 3558
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: L'eroico
Commenti:
Imprendibile Gran Maestro,

in effetti lei ha ragione, sarebbe una forzatura tentare di applicare la teoria bello-caldo, che ha brillantemente trovato per il cappotto, all’impermeabile, anche se la forza espressiva ed evocativa di quest’ultimo è così possente che sembra quasi ‘scaldare’ più di quanto è nella realtà dei fatti.
Mi è piaciuto il termine che ha utilizzato per il trench : “più lunghi”. Credo proprio che questo capo sia ‘lungo’ in termini di significato e immagine e che sia ovvio regalargli un bello spazio del guardaroba. La stessa ricchezza di dettagli sembra rendere più facile qualsiasi avventura quotidiana e ci mette a prova di tutto. Io vi aggiungerei “eroico”. In effetti, al di là delle sue gloriose origini, ha sempre mantenuto - almeno nei primi decenni – un forte connotato militare : indosso ai militanti dell’IRA a Dublino, ad Adolf Hitler, ai partigiani. Gli stessi attori del cinema, che dagli anni quaranta si avvalgono del suo coprire di intrigo e fascino, vogliono sempre servirsi di questo accento. Forse che a quei ganci a D della sua cintura si sia sempre potuto appendere ogni arma o protezione dell’uomo di mondo, a confronto col mondo.

Di questo sabato non posso proprio dimenticare lo splendido Grenfell che esibiva la vetrina del nostro Rettore. In un negozio della mia città ne ho potuto visionare altri di questa casa, assolutamente da consigliare quanto a fedeltà e tradizione. Se molto crolla qualche fondamenta è ancora capace di reggere un intero edificio.

La sartoria Ghirardi di Parma, l’autunno passato, ne esibiva un’esemplare, monopetto a tronco di cono, in costruzione. Realizzato in un cotone trattato tecnicamente con qualche diavoleria, dimostra come questo modello possa essere trasportato con facilità nel su misura.
La ritiene una scelta consigliabile e percorribile ?

Cavallereschi saluti
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 05-10-2007
Cod. di rif: 3562
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Shetland : differenze in maglieria e drapperia.
Commenti:
Eccelso Gran Maestro, caro Rettore,

l’argomento shetland testé trattato mi rammenta una lontana domanda che non ha mai trovato il gesso della lavagna. La duplice caratteristica di questa lana, perfettamente ricordata dal Gran Maestro, rivendica una scientifica chiosa che mi permetta di capire perché la maglieria in shetland – la mia preferita per sapore irripetibile e confort insuperabile – possiede una mano ruvida ed agreste mentre il tessuto per sartoria, nella medesima lana, è decisamente più morbido e cedevole.
Da cosa dipende questa differenza ?

Cavallereschi saluti
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 08-10-2007
Cod. di rif: 3566
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Dalle isole Shetland la certezza di una conoscenza autentica
Commenti:
Stimato Rettore, insostituibile De Paz,

avendo più volte appoggiato e supportato le idee sul tuo sapere, so che nulla in te vacilla, grazie a quella inesauribile , e continua, volontà di conoscenza che nel fatto anticipa l’esperienza. Quella luce che dici derivare dal mondo tessile è giunta a noi ben oltre le pile delle tue rare stoffe, colpendo in profondità i sentimenti dei Cavalieri con una parola che non è semplice consiglio ma fonte di quel dubbio così caro a chi desidera capire.
Sappiamo che l’arcipelago britannico riserverà ancora molto e, certo, non potevi concludere con frase più salutare. “La fede ha bisogno di tutta la verità”.

Ringrazio per la spiegazione sulla duplice natura della lana shetland. Le vie che ha preso in drapperia e in maglieria costituiscono, nei rispettivi mondi, due punti importanti per il guardaroba, non solo maschile. La memoria è un bel salvadanaio; ricordo i grossi ferri di legno con cui mia nonna lavorava quei gomitoli di shetland che mi pungevano le guance. Allora era una tipologia di filato che si trovava con facilità e che mia madre, nel suo negozio, vendeva fin dal giorno della sua apertura. Con rammarico constato come oggi, al contrario, sia diventata una lana rarissima nell’aguglieria e con essa le immagini di quelle signore che sferruzzavano… Per fortuna le lontane isole inglesi sanno ancora portarci dei capi pronti ineguagliabili.

Con cavalleresca devozione
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 26-10-2007
Cod. di rif: 3574
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Abbigliamento da casa
Commenti:
Il nostro magnifico Rettore, nel dar rilievo alla quaestio del signor Bertinelli, dimostra per l’ennesima volta quella forza della verità e dell’osservanza che da sempre contraddistingue la sua penna. Trattato, tra tutte le tipologie, in maniera marginale, credo meriti un lungo approfondimento, non fosse altro per l’ambito così prossimo e caro a tutti i gentiluomini : la propria casa. “La casa di uomo è il suo castello”.
E’ un argomento che mi interessa particolarmente e dal quale si possono condurre stili che per il loro forte legame con l’intimità sondano angoli remoti della personalità. Molto di ciò che siamo vive dentro quelle mura e il nostro guardaroba domestico ne sprigiona energia ed essenza. L’uomo in casa è seduto davanti a sé stesso e pronto a levare ogni velo di preparazione.
Personalmente amo indossare capi “vecchi”, sobri, e carichi di anni, che serbano tanti ricordi e tanto sapore, un po’ come fiori della sera che acquistano, per quelle luci più filtrate e amichevoli, una sana confidenza; un bel maglione con qualche rammendo, una vecchia giacca, un pantalone in velluto che nasconde ancora qualche ago di pino, mi legano ai momenti intimi di casa.

Invero forte è in me l’attrattiva verso giacche da camera, vestaglie e abbigliamento da notte; sono ancora memore di quei pantaloni che si fece cucire il Gran Maestro di cui al taccuino 380. Tuttora, quando penso ad un pantalone da casa, mi sovviene quel capo.

E’ corretto indossare indumenti con qualche tempo sulle spalle a cui si è affezionati ?
Come, e con che cosa, costruire il nostro guardaroba domestico ?

Con il contributo importante di tutti è giunto il momento di intraprendere quest’avventura. Io, eccelso Rettore, ci sono.

Cavallerescamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 07-11-2007
Cod. di rif: 3581
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Lacci da scarpe : un mare profondo ed oscuro.
Commenti:
Stimato Gran Maestro,

essendo un argomento del tutto pertinente con l’abbigliamento spero non si dispiaccia se trasferisco l’argomento “lacci delle scarpe” all’interno della Lavagna. Per dovere di cronaca, e a beneficio dei visitatori, rammento che il tutto è partito con una mia domanda, posta nello studio del nostro inarrivabile Gran Maestro, su di alcune tipologie di nodi.
La sua risposta, corredata da un esplicativo ed esaustivo impianto iconografico (taccuino rif.3658), dimostra inequivocabilmente la vastità d’oceano che si scorge da quell’oblò : dispersi per il vasto deserto delle acque, le cose più semplici sono andate in profondità, là dove è difficile scorgerle e reperirle. Gettiamoci pure dove altri non immaginano neanche.

In riferimento al Suo commento, avrei alcune prime impressioni su questa “immersione”.
La prima riguarda la lucidatura contemporanea della tomaia della scarpa e del laccio. In particolare, so da suoi consigli precedenti che occorre sempre passare la crema o la cera anche sui lacci. Occorre, indi, lucidare anch’essi ? Con il tempo manifestano una certa “impastatura” che li irrigidisce e li insudicia.

La seconda domanda riguarda l’affascinante disamina delle diverse tipologie di allacciatura sulla scarpa. Non Le nascondo che fino ad ora ho adottato la cosiddetta “shoe-shop”, riservandomi, ora che la vedo materializzata, di sperimentare quella inglese. Ebbene, spesso il tiro dei due lacci non è sufficiente ad ottenere un buon morso e devo intervenire sui singoli passaggi orizzontali. E’ colpa del laccio sbagliato ? Della scarpa ovvero della tecnica del proprietario ?

Sono appena riemerso dal profondo blu. Già colmo di gioia so che c’è ancora tantissimo da vedere e catturare.

Cavallerescamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 20-11-2007
Cod. di rif: 3584
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Solo ammirare.
Commenti:
Superbo Rettore, Dante carissimo,

m’inchino di fronte alle tue parole che altro non rappresentano che la verità stessa contenuta nei fatti e testimoniata dalle immagini. Discussioni, parole, tante parole, dibattiti, sullo stile inglese trovano qui ogni conclusione. Non sta a me giudicare, infine voglio solo ammirare.
Hail to England.

Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 06-12-2007
Cod. di rif: 3589
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Spacco centrale e tasche oblique : una verità da cercare ?
Commenti:
Egregio Gran Maestro,

pochi giorni fa ho ritirato dal sarto la sua ultima fatica, ovvero una giacca tre bottoni cucita in un Harris Tweed proveniente dall’old shop del nostro Rettore.
Ogni mia visita in sartoria - qui credo di essere in buona compagnia - si traduce ineluttabilmente in un ampio raggio di riflessioni sullo stato dell’arte sartoria, con annessi e connessi che si addentrano in esami fotografici, bibliografici, storici. Vestire su misura è anche questo.
Esaminando alcune vecchie fotografie, il sarto mi ha fatto notare come una giacca realizzata in un pesante tweed inglese o scozzese, pensata con riguardo storico, dovrebbe necessariamente avere lo spacco centrale e le tasche inclinate (per dovere di cronaca annuncio che la mia non è così). La sua convinta e serena esposizione invece di accattivarsi idee ha portato dubbi.
In passato, nella Lavagna, sono stati espressi alcuni pensieri in merito. Qui voglio essere più diretto, a scapito della sua idiosincrasia per il consiglio : si può ponderare in futuro una simile fattura su di una giacca sportiva ? C'è una verita da rintracciare ?

Cavallerescamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 11-12-2007
Cod. di rif: 3595
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Nelle tasche della sartoria futura.
Commenti:
Eccelso e inarrivabile Gran Maestro,

anch’io sarò in quel di Bologna, per assaporare un bel bicchiere dorato, questo venerdì. Le Sue parole, le Sue idee celate ma non troppo, infine il Suo entusiasmo, mi portano a piè veloce verso una bella chiacchierata.
Anche se da meno tempo di Lei, l’intrattenimento in sartoria è per me l’appuntamento fatale di ogni settimana, spesso più volte nella stessa. Sono certo che la sua frequentazione, l’approfondimento entusiasta e intelligente di quest’arte, raccoglie molto della natura umana, vizi e virtù, follie e risolutezza. Sempre in bilico, sempre in gioco. Come nella vita.
Interessante prospetto futuro quello del sarto meno maestro e più guida del buon gusto; non conosco a fondo la realtà inglese ma se ciò avverrà anche in Italia - detto da Lei è vaticino pressoché certo - credo ci si dovrà abituare a sacrificare parte della ricerca, almeno quella più estrema che abbisogna di mano sicura, certa e perita. Dall’altra riva del fiume nuove ricchezze e buoni guadagni. Speriamo solo che la bilancia stia in equilibrio.
Secondo Lei finiremo sotto uno “stile” che evade la manualità più antica ? Sarà divertente ?

Per ultimo un piccolo codicillo : nella Sua non menziona le tasche oblique. Crede che siano corrette con lo spacco centrale ?

A presto mio Maestro. Sento che nuove battaglie ci attendono.
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 13-12-2007
Cod. di rif: 3598
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Sartorie a Parma. Al Sig. Borlenghi.
Commenti:
Egregio Signor Borlenghi,

sparse e protette dalle mura del Castello ci sono varie informazioni riguardanti alcune sartorie del Ducato di Parma. All’interno del Portico dei Maestri troverà una scheda relativa a quella di Franco Parmelli, valente interprete di una congiunzione tra passato e presente. Disponibilità, rilassatezza, tradizione, sono le cifre di questa bella bottega.
All’ombra dello stesso Portico potrà recuperare informazioni anche sulla sartoria Aimi&Gigliotti, tra le più abili e frequentate della città. Due maestri,una sola scuola, quella abruzzese classica.
Il negozio Kingdom è gestito dal figlio Alberto del maestro Bruno Ghirardi, altro pilastro storico tra i sarti urbani. Il negozio sembra un po’ annacquare la filosofia gradita all’uomo di gusto, tuttavia superato l’ingresso troverà competenza e gentilezza. Buono anche il servizio di camiceria su misura, uno dei più vivaci e ricchi di tessuti del Ducato.
C’è anche qualche altro nome ma, al momento, lo lascerei per una eventuale seconda battuta; qualche ottima cartuccia ce l’ha, non Le resta che prendere bene la mira. In bocca al lupo.

Cavallerescamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 13-12-2007
Cod. di rif: 3599
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Hacking Jacket
Commenti:
Imprendibile Gran Maestro,

con il Suo Taccuino rif. 3728 sulla Hacking Jacket mi spalanca le porte della verità sulla giacca in tweed da me, e non solo, amatissima.
Quel numero 1 sul titolo del documento mi fa intuire che è solo una prima cucchiaiata - l’argomento d’altro canto è vastissimo - e che il nostro appetito avrà di che saziarsi. Con la calma e la serenità che si confà al Castello e al gentiluomo, lungo processo attraverso il quale si può giungere all’oblio della conoscenza, siamo qui per studiare e capire. Non mancheranno le domande, i dubbi, le illuminazioni.
La ringrazio per il primo, profondo, assaggio.

A domani rivederLa,
cavallerescamente Suo
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 18-12-2007
Cod. di rif: 3606
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Intreccio di colori
Commenti:
Egregio Gran Maestro,

ho ammirato più di una fotografia ritrarre il sommo Principe Carlo in blazer e Oxford nera. Sarà per questo motivo che l’abbinamento scarpa nera e abito sportivo è per me vicina ad un certo gusto inglese ?! Dalle nostre parti è più infrequente anche se non mancano alcune eccezioni eloquenti.
Mi domandavo che codice sottintende questa scelta. C’è una posizione diversa da definire rispetto alla tradizionale scarpa nelle nuances marroni ? La cifra dello stile prende, evidentemente, una piega un po’ diversa.

In un periodo dell’anno che sembra regalarci un gran momento per il glorioso cappotto, con quel mercurio che finalmente abbassa lo sguardo e pretende quei tessuti che tanto amiamo, vista la recente disamina sul blue a coprire un dinner suit, Le chiedevo che campo di azione può avere un soprabito blue. La domanda può sembrare banale ma nasconde una moltitudine tale di variabili, dai tessuti alle fogge, da far pensare al cappotto blue come ad un passepartout - come pensano troppi - ovvero ad una scelta coerente, precisa e con momenti giusti.
Nessuna prova, nessuna competenza può prescindere dalla comprensione. E’ invero quel piacere sottile ma profondissimo che l’appassionato, l’uomo, prova di fronte alla bellezza.

Cavallereschi saluti da un Ducato agghiacciato.
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 08-01-2008
Cod. di rif: 3625
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Cappotto blu e grigio. Due stazioni.
Commenti:
Caro Gran Maestro,

scegliere la stazione giusta, di sovente, è il migliore auspicio per un buon viaggio. Riallacciandomi alla metaforica risposta che ha dato nel taccuino al signor Giacomelli, volendo nell’immediato futuro salire in quella carrozza, valutavo le due possibilità che prospetta con selettiva ed attenta analisi. In effetti concordo appieno con l’assoluta ineluttabilità di un cappotto scuro per le situazioni più formali. Dovendo oramai sostituire uno degli ultimi rimasugli di vecchie scelte, mi domandavo al caso su quale dei due colori buttare le forbici. Blu o grigio ? Storie e scelte diverse, codici e filosofie sottilmente discordi. Ce n’è da riempire un libro. Non è forse tutto ciò che ci affascina e ci rende straordinario il viaggio ? Con in più la possibilità di potersi godere ogni tappa, ogni località minore.
Ebbene, quale cifra valutare nel vaglio tra i due colori ? Perché si sceglie l’uno o l’altro ? Certo, il blu si sa dove vuol mostrarsi. Tuttavia, la sua storia si intreccia in qualche punto con il grigio ?
Sarà per l’inverno forte e deciso ma quest’anno vedo un interesse rinnovato per il cappotto. Il mio stesso sarto ne ha in lavorazione un buon numero, mediamente più elevato che in anni passati.
Quasi sempre, le cose belle, sono quelle più giuste. Decidere di farsi cucire un bel soprabito è una di queste.

Cavallereschi saluti, oggi, dove la teredine è una mantella.
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 09-01-2008
Cod. di rif: 3627
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Ferro e fede. Al sig. Corbey
Commenti:
Egregio signor Corbey,

non è certo mio solito formulare domande “oziosamente”. La stessa natura che ci guida e spinge fin quaggiù è la volontà di capire, comprendere e rivelare ciò che la vita elegante, in ogni sua forma e manifestazione, ha prodotto da e per l’Uomo.
La curiosità di sapere e di rendere cosciente non ha spunti di riflessione di serie minore ma si giova, talvolta, di percorsi tortuosi e necessari. E' fede. Sono proprio le considerazioni personali che legano e mortificano questa forza.

Cavallerescamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 09-01-2008
Cod. di rif: 3629
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Forme diverse per strade vicine. Al sig. Corbey
Commenti:
Egregio Signor Corbey,

nella Sua c’è quella strada che porta all’analisi di ogni possibile situazione, la loro valutazione, la loro comprensione.
Le parole del sommo Gran Maestro sul colore del cappotto, leggasi blu e grigio, mi avevano proprio colpito per questo interessante dualismo che porta a considerare entrambi i colori. E’ ovvio che il cappotto blu rappresenti un paradigma cosciente e condiviso ma credo che il grigio meriti qualche analisi, un confronto, una certa collocazione. Non ci resta che attendere la chiosa magistrale e, certamente, gli ulteriori spunti e riflessioni che nasceranno in proposito.
Non si cosparga il capo di cenere; qui siamo tutti (spero) dalla stessa parte.

Cavallereschi saluti.
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 14-01-2008
Cod. di rif: 3635
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Cime 'grigie'. Al Gran Maestro
Commenti:
Grigio neve il cielo fa brutte promesse, nebbia e nuvole sui picchi che ho innanzi, ritorno volentieri al Castello, più solido della dolomia che mi circonda. Quassù tutto sembra mutare rapidamente ma le idee che nascono sono ferme e sincere e quella pietra ne vuol essere testimone.
La ringrazio per la Sua risposta sul dualismo cappotto blu-grigio che , come sempre, apre innumerevoli spunti di riflessione. Grazie ad uno di questi, non Le nascondo che il grigio comincia ad avanzare nelle mie preferenze, complice anche qualche fortunato incontro che mi ricorda come l’esempio sia la forza dell’idea. Giustamente lo spettro d’azione di un bel cappotto grigio è maggiore dei suoi due fratelli blu e cammello. Siccome tutto il ragionamento è partito con un consiglio per un soprabito formale, gradirei domandarLe qualcosa di più su questo piano.
Il cappotto grigio e quello blu hanno un codice di formalità confrontabile e sostituibile ?

“Sulle montagne si trova la libertà !
Il mondo è perfetto ovunque, salvo quando l'uomo arriva con i propri tormenti.”

Dalle cime del Brenta,
cavallereschi saluti.
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 28-01-2008
Cod. di rif: 3643
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Modello e colore, una scelta indipendente ?
Commenti:
Caro Gran Maestro,

si poteva rispondere al quesito sul registro formale del cappotto blu e di quello grigio argomentando teorie ed esempi didascalici o esponendo una teoria di classificazione legata all’abbigliamento. Invece Lei, come sempre, prende la strada dell’autentica riflessione, della codificazione estetica non delle cose ma del senso delle cose, riuscendo ad imprimere al nostro studio, e alla nostra ricerca, quel balzo che permette non solo di scegliere ma di capire.
Spero tolleri un’ultima domanda, nata dall’osservazione di tante immagini : crede che ci siano alcuni modelli di cappotto più adatti per uno dei due colori ?

Cavalleschi saluti.
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 28-01-2008
Cod. di rif: 3644
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Quel gusto sopra l'estetica.
Commenti:
Stimato Rettore,

come sostenava Kafka “un credo è come una ghigliottina, altrettanto pesante, altrettanto leggero”. La propensione sincera verso la leggerezza non deve travolgere la tradizione e la fede in un’idea chiara, leale e vigile. Ma la pesantezza che può derivare dall’uso di tanta passione deve essere governata dalla mente sgombra e curiosa, quella che sa rinnovare ciò che forzatamente non gli appartiene. Equilibrio indispensabile, gioco della vita. Il gusto ha in sé la leggerezza, altrimenti non saprebbe come lievitare sopra la pura estetica. Ma va protetto, compreso, reso cosciente. Il Castello lo sa fare.
Credo di cogliere il tuo invito; come sempre hai visto lontano.

Cavallerescamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 01-02-2008
Cod. di rif: 3653
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Grigio, blu. Monopetto, doppiopetto.
Commenti:
Inavvicinabile Gran Maestro,

se, come sosteneva Picasso, i colori seguono il cambiamento delle emozioni, la Sua semplice considerazione ci fa intuire un qualcosa che va ben oltre una scelta estetica. Di sovente, significati così complessi, sono in noi da tempo e solo la nostra mente riesce ad esprimerli in maniera semplice.
Incanalata nel gusto personale la Sua di-visione è più che interessante. La ringrazio e mi consegno ad ulteriori riflessioni.

Cavallereschi saluti
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 07-02-2008
Cod. di rif: 3656
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Un recente Taccuino
Commenti:
Le mie brevi parole non vogliono altro che sottolineare l’importanza, direi l’esemplarità, del superbo taccuino sull’Hacking Jacket inserito dal Gran Maestro nella giornata di ieri (rif. 3803, 06.02.2008). L’immagine a corredo, le parole “l’Homo Elegans, per sua natura, rispetta il Tempo astronomico ed il luogo culturale, prima del tempo meteorologico ed i luogo geografico”, sono delle vere e proprie cifre esistenziali per ogni uomo che giunga fin quassù.
C’è molto su cui riflettere; auspico altresì un sommo riferimento per tutti i Cavalieri, e tutti gli animi vicini all’Ordine, giacché il faro del Gran Maestro possa superare quella lieve bruma che a volte ci copre gli occhi.

Numquam Servavi
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 11-02-2008
Cod. di rif: 3657
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Yellow flannel
Commenti:
Egregio Gran Maestro,

sfogliando un numero di Capital di una quindicina di anni fa, ho rinvenuto una breve colonna dell’allora ‘non stilista’ Massimo Piombo che tesseva le lodi di un tessuto chiamato “yellow flannel”. Il drappo in oggetto, una pesante flanella in cui è inserito un sottile filo giallo per esaltarne l’aspetto fané, era già stato menzionato tempo addietro dal professor Pugliatti, ma mai approfondito. Adesso la curiosità si è invaghita del mio sapere. E’ ancora reperibile ? Era di uso comune ? Ho domandato al mio sarto ma non è riuscito a fornirmi una spiegazione basata sui fatti.

Cavallereschi saluti.
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 18-02-2008
Cod. di rif: 3664
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Dalla leggerezza alla superficialità : breve riflessione.
Commenti:
Quante volte la fissità di un particolare ruba la scena a quello che potrebbe essere un oggetto ad arte. La passione autentica ci vuol spingere a conoscere l’etimologia di ogni vocabolo, il significato di ogni parola, facendoci, talvolta, perdere la forza del pensiero completo : la composizione armoniosa di una frase non deve essere pregiudicata da un greve rotismo sintattico. Ecco quella mirabile leggerezza che libera la bellezza della cosa giusta. E’facile solo a dirsi, giacché inerpicarsi sulla montagna comporta fatica e pericoli, ma anche la somma grandiosità del piacere della conquista che si nutre, finanche, di ossessione.
Io, prima di tutti, continuo un itinerario che mi pare solo all’inizio, senza far trascorrere un giorno con qualcosa da illuminare, un dubbio da svanire, una curiosità da appagare. Siamo uomini e il nostro viaggio attorno all’eleganza non finirà mai, troverà soltanto pace se vorrà esiliarsi dal continuo cercare ma in fondo non è quello per cui siamo giunto fin quassù. Più forte di ogni cosa, la leggerezza dell’agire, dell’essere sapendo di conoscere, sarà capace di togliere un po’ di quella gravosità di certe nostre manie e ci renderà un tutt’uno con il nostro abito. Proviamo a farlo nostro e basta.
La leggerezza si confà a chi conosce e non a chi la usa per evitare ogni pratica disciplinata del vivere con gusto. In questo caso muta in superficialità.

Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 20-02-2008
Cod. di rif: 3667
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Il Tempo dell'homo elegans. Al Sig. De Lucia
Commenti:
Egregio Signor De Lucia,

in attesa dell’insostituibile commento del Gran Maestro mi permetto di rammentarLe che l’uomo elegante non pensa con “raccapriccio” alla temperature estive, anche quelle più intense.
Pochi giorni fa il sommo Gran Maestro, all’interno del Taccuino, in occasione di una monumentale immagine di S.A.R. la Regina Elisabetta d’Inghilterra, tracciava un solco definitivo : “L’Homo Elegans, per sua natura, rispetta il Tempo astronomico ed il luogo culturale, prima del tempo meteorologico ed i luogo geografico”.

Occorre riflettere. Poi agire.

Cavallerescamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 21-02-2008
Cod. di rif: 3669
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: E' l'uomo che determina e che crede.
Commenti:
Egregio Signor De Lucia,

la mia voleva essere un richiamo a guardare nella giusta direzione lungo un cammino difficile ma che Lei, mi sembra di capire, si trova a compiere. Ben lontano da un rimprovero, veda le mie righe come un’occasione di riflessione e si renda cosciente della parole del nostro sommo Gran Maestro. L’atteggiamento inizia dal pensiero, l’Uomo è determinante.
Per quello che cerca, per quel che vorrà comporre, il Castello sarà sempre un sicuro eremo ma ricordi che vigilantibus jura succurrunt, non dormientibus.

Cavallereschi saluti
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 29-02-2008
Cod. di rif: 3681
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Una finestra interessante
Commenti:
Egregio Signor Whitmill,

mi permetta innanzitutto di complimentarmi per il suo italiano, lingua certamente ostica per un anglosassone, soprattutto nella scrittura.
Fa piacere leggere qualche intervento “dell’altra parte”, mia singolare espressione per identificare i gentiluomini d’Oltremanica. Interessante la visione che aggetta sul mondo del su misura che, a quanto afferma, mi sembra muoversi su canali poco noti ma ancora possibili. Bene. E’ ovvio che in Italia si conoscono le grandi maisons di Savile Row e dintorni, tuttavia giudicare un’espressione d’arte come la sartoria basandosi solo sui nomi eccellenti comporta il rischio di una visione molto parziale, lontana dal substrato reale e vigente.
La invito ad approfondire ulteriormente la sua conoscenza e, soprattutto, a portare al Castello una finestra sulla terra d’Albione. Come avrà già capito si gioca dalla stessa parte.

Cavallereschi saluti
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 07-03-2008
Cod. di rif: 3687
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Il percorso del possesso.
Commenti:
Il possesso di un oggetto è la caduta di una tensione. Orbene occorre stabilire ed indagare la causa di quest’ultima.
Nata entro noi come forza positiva del desiderio, può seguire la strada maestra della conoscenza o la via periferica della soddisfazione istantanea. Quest’accumulo di energia potenziale - che se segue la prima strada si accresce con l’approfondimento continuo, incessante, passionale - sfocerà nella soddisfazione di una mancanza rilevata. Ritengo, quindi, inutile associare - idea comune - il possesso ad una quantità misurabile, bensì lo circoscriverei ad una capacità, o meno, da parte di quella forza, di produrre un lavoro utile. Spero mi si perdoni la ripetuta metafora con la fisica meccanica; Il numero di beni in nostro possesso crea questa capacità solo se questi hanno apportato un aumento di energia interna, capace di farci avanzare nella coscienza sensibile, desiderosa di sfociare in una natura propria di una cosa che, arrivati a quel punto, è mancante. Ovviamente il possesso porta con sé la rinuncia, ma non necessariamente la privazione. Si potrà anche decidere di “rinunciare” ad avere un oggetto ma se la conoscenza ci avrà portato fino alla sua porta è come se fossimo già entrati in casa sua.
In realtà, nessun processo conoscitivo è un costituto organico, anche se le facoltà utilizzate, sensibilità e giudizio, utilizzano la nostra materia corporale per agire. “La conoscenza è il possesso di una forma”. Forma che relaziona con il nostro corpo, e mediante il percorso della facoltà conoscitiva, costruisce l’oggetto come fine ultimo e insuperabile dell’atto di conoscere, ben oltre il nostro corpo. In quel momento c’è tutta la potenza dell’uomo.
Tuttavia, se si rilegge il meccanismo, ci accorgiamo che manca l’anelito creatore di ogni azione positiva (cosciente), quell’amore che il Sommo Gran Maestro ci rivela nella sua alta interpretazione. Una conclusione, la sua, brillantissima e chi ci da tanto da pensare.

Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 14-03-2008
Cod. di rif: 3695
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Momme
Commenti:
La ricerca scocca una freccia nell’aria. Quando fa centro, può lasciare un segno, ma non sempre è detto che abbia colpito il bersaglio giusto. La mia parafrasi delle parole di Adkins per introdurre una recente scoperta su di un vecchio libretto d’istruzioni per una bilancia di precisione.

Una tabella riporta i fattori di conversione del famigerato “momme”, unità di misura delle sete da cravatte e non solo.
Ebbene 1gr. = 0,2667 momme ovvero 1 momme = 3,745 gr.
Si era parlato della difficoltà di reperimento di corrispondenze in merito; spero di aver tirato con la diottra ben tarata.

Cavallerescamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 19-03-2008
Cod. di rif: 3700
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Taccuino rif. 3871. Al Gran Maestro
Commenti:
Nel Taccuino (rif. si veda oggetto) ho inserito una recente immagine di Carlo d’Inghilterra. Ebbene, osservando la fotografia molto ingrandita si nota come il tessuto con cui è cucita la giacca del Principe del Galles non è un vero e proprio district check. La questione si ingarbuglia ulteriormente…
“Occorre un saggio per riconoscere un saggio”.

Lorenzo Villa



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Nome: Lorenzo Villa
Data: 25-03-2008
Cod. di rif: 3713
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Voto estetico individuale. Chiosa sull'asola inglese. Al Gra
Commenti:
Egregio Gran Maestro,

l’analisi della giacca di Carlo d’Inghilterra m’instrada verso una piega dello stile oltremodo affascinante : la ferma coerenza. Se Oscar Wilde ebbe a sostenere che la coerenza è l'ultimo rifugio delle persone prive d'immaginazione, qui ci troviamo di fronte ad una persona che riesce a piegare ogni forza verso l’esterno, creando così quel paradigma del voto estetico individuale. Anche una scelta al limite viene riconsiderata nei limiti della sua fermezza : l’individuo e le sue certezze sono al centro di ogni oggetto esteriore. La lavagna della storia è incisa con caratteri non facilmente leggibili ma, certamente, eterni.

Lo spunto della giacca inglese del Principe mi riporta ad una vecchia domanda tecnica. Ebbene, perché la sartoria britannica ha sempre tagliato e ricamato asole lunghissime ? Questa usanza trova una giustificazione nelle sue origini militari e, indi, nell’utilizzo di bottoni piuttosto grandi ?

Cavallereschi saluti.
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 26-03-2008
Cod. di rif: 3717
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Quello che da la storia ai grandi. Piccola postilla sui bott
Commenti:
Inavvicinabile, invincibile Gran Maestro,

i due voti estetici di Carlo il Chiaro - sposo con entusiasmo il soprannome - sono marmi luccicanti ma impenetrabili ad occhi profani e non avvezzi a valutazioni lunghe, complesse e precise.
Posso solo immaginare cosa possa fare il tempo su di un Uomo di questa levatura. Se il percorso è da Re, la sua vita è nella grandezza della storia di una bandiera. Fedeltà assoluta.

Il quesito del signor Fontana mi fa ricordare una discussione di questo sabato con il mio sarto che riguardava il livello dei bottoni in una giacca monopetto, in special modo del dormiente. In effetti, secondo il maestro, può anche non trovarsi esattamente a livello della tasca, o del lembo superiore della pattina, bensì può scivolare un po’ sopra o un po’ sotto (2-3 cm) a seconda dell’apertura del bavero e del punto di vita voluto.
C’è qualcosa di ulteriore da sapere ed indagare ?

Cavallereschi saluti
Suo
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 26-03-2008
Cod. di rif: 3721
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: La mia ancora
Commenti:
Caro Gran Maestro,

nessuna preoccupazione : la mia barca è solida e quando è in rada scende un ancora che non si smuove facilmente. Neanche con una tempesta.
Sabato, per dirla tutta, mi sono introdotto in una discussione tra il sarto e un suo cliente (da me conosciuto); quest’ultimo lamentava il posizionamento del dormiente sopra la linea della tasca e ha trovato nel sottoscritto più di un dubbio sulla correttezza dell’esecuzione, anche in funzione della linea della giacca.
Il nostro Castello, e la Sua inarrivabile scienza, sono sempre la mia ancora migliore. Grazie Maestro.

Cavallereschi saluti
Suo fedele
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 02-04-2008
Cod. di rif: 3732
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Vestaglia : materiali, fogge, compagnie.
Commenti:
Nel gesso del nostro insostituibile Rettore, nelle pagine del recente articolo del sommo Gran Maestro - a breve, di certo, copia nel nostro florilegio - c’è molto del mio riflettere in tempi recenti. Addietro avevo dato cenno ad un primo pensiero sull’abbigliamento da casa, quello che vive una parte fondamentale di vita, quella più intima, privata, autentica.
Diventa difficile al giorno d’oggi conciliare una vita serena entro una casa che ci coinvolge sempre più in realtà artificiali, leggasi TV, computers, telefoni, etc., e sempre meno su di un’accoglienza distesa che dovrebbe essere alla base del nostro rifugio. Spesso mi capita, e per i più svariati motivi, di entrare in abitazioni che manifestano le stesse forze tese e snervanti del mondo esterno ! L’apparato iconografico classico, basato su di un signore che siede sul suo divano leggendo un bel libro, fumando e bevendo un drink, conduce immediatamente al tempo passato. Ciò significa che la nostra mente si è abituata a questa “ipercinetica” modernità e che l’ha fatta entrare ben oltre la soglia della propria porta. L’abbigliamento, indi, non può sottrarsi a questa condotta sociale e la sciatteria privata viene eletta a testimone unico, e privilegiato, della nuova condizione umana : l’attività continua. Non si vede l’ora di rientrare a casa, liberarsi di quegli abiti indossati, di sovente, per formalismo estetico, gettarsi sotto pezze di cotone o cenci da ginnici squallidi, accendere la “scatola” televisiva e diventare degli esseri per cui la libertà è concedersi tutto ciò che toglie sacralità e compostezza ad uno de luoghi più sacri e composti dell’uomo. Dovremmo vegliare su casa nostra come dei Re e ci troviamo a girovagare per essa come gli ultimi servi.
Quelle splendide fotografie, che ritraggono gentiluomini in momenti di intimità casalinga, non rappresentano degli artifizi ad uso dello spettatore ma la reale condizione del loro vissuto. Quella sincerità e quel raccoglimento ci impressionano, perché come ha magnificamente esposto il Gran Maestro al signor Pretti : “Lei ed altri, se vogliono, possono sempre scegliere il classico come proprio abito mentale e come abbigliamento, ma non possono ereditarlo o indossarlo come destino inevitabile”.
A ogni buon conto siamo entusiasti di quanto si può fare al Castello; noi conosciamo la fede che ci ha spinto fino a qui. E’ quella che in maniera naturale ci fa essere sé stessi, prossimi alla dignità di costume e pensiero di un destino diverso. In casa nostra dovremmo essere (e dare) il meglio.

Dopo le scuse per il mio noioso scritto, vengo ad una prima domanda rivolta al Gran Maestro e al nostro Rettore.
La veste da camera ha codici diversi in funzione di materiali e fogge ? Evolve, durante la giornata, negli abbinamenti ?
Ricordo che mio nonno ne indossava spesso una in lana bordeaux, sopra di un vecchio pantalone di velluto a coste (cords) e una polo in maglia. E pensare che aveva anche un profumo che utilizzava solo in casa, la lavanda di Atkinsons...semplice, stabile.

Cavallereschi saluti
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 03-04-2008
Cod. di rif: 3737
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Inventiva e conoscenza
Commenti:
Egregio Signor Signani,

nell’espressione delle emozioni, l'originalità merita grande considerazione. Le parole da usare, tuttavia, devono essere vecchie.
Il pensiero del poeta giapponese Fujiwara No Teika da il massimo respiro all’aspirazione d’originalità, tuttavia solo l’immaginazione innestata sulla conoscenza fa sì che la verità trovi la sua esistenza. La conoscenza, e non l’invenzione, è la suprema padrona dell’arte, del gusto, della poesia della vita. Nel classico affonderà la sua vita; nelle sue infinite possibilità troverà la via personale ed irripetibile.

Cavallereschi saluti
Lorenzo Villa



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Nome: Lorenzo Villa
Data: 09-04-2008
Cod. di rif: 3754
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Dai nobili costumi alla nobiltà di costume.
Commenti:
Carissimo Rettore, magnifico De Paz,

leggo le Sue parole da terre lontane ma non è certo questa distanza a velare l’interesse per un argomento che, pensiamoci bene, riguarda una parte così sacra di noi che dovrà trovare una sistemazione profonda nella nostra coscienza.
Le abitudini che hanno sempre riguardato l’abbigliamento da casa hanno avuto in buona parte dei dell’aristocrazia i loro più arditi, e sottolineo naturali, custodi e creatori silenziosi di comportamento. Quello che fin qui abbiamo esaminato, e abbiamo trovato così affascinante, non poteva, e spesso non può, trovare una modalità in ambiti più comuni, bensì credo che la nobiltà d’animo di chi crede ancora in un valore di fede e dignità dell’uomo possa nuovamente rigenerare e veicolare un codice tra i più simbolici : l’Uomo - l’homo elegans - nella sua dimora vive secondo il suo credo, secondo ciò che la sua natura gli ha riservato, certamente con stile classico. Non potrà, quindi, che giovare a tutti noi l’inizio di questa strada che possiede la potenzialità di completare con un’importante tessera quel mosaico di verità tradizionali che viviamo e del quale, grazie a Dio, siamo parte fino all’ultimo dei nostri capelli.
L’inizio è già alle spalle.

Da Palermo, cavallerescamente, ti abbraccio.

Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 14-04-2008
Cod. di rif: 3761
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Passato certo ?
Commenti:
Egregio Signor Tarulli, nobili appassionati,

lo stile inglese, richiamo reiterato e periodico in decine di pagine, fa sempre discutere. Il sommo Gran Maestro è riuscito a scattare un’istantanea precisissima sulla situazione attuale dello stato dell’arte sartoria londinese e non.
Cercavo, in questo frangente, di pormi in un’angolazione diversa; ne abbiamo contemplato, e dimostrato, la decadenza, quanto la sua ineluttabile forza d’attrazione. Ebbene, siamo certi che i capolavori del passato non siano sempre stati frutto di un grande cliente ? Siamo sicuri che parecchi lustri fa, sotto la corrente del Tamigi, ci fosse veramente quella cura, quella forma, quella perizia di lavorazione e di dettaglio che noi riconosciamo ?
Proprio le parole di Tarulli, nate dietro una lunga frequentazione della capitale britannica, ed in particolare l’esemplare racconto del conte Nuvoletti, inducono più di una riflessione. Le differenze tra un inglese ed un italiano sono tali da ricondurre parte dell’analisi in un contesto sociale che non può prescindere le distanze tra i due popoli. E credo che la cosa interessi più a noi di loro. E’ come se ne avessimo un gran bisogno…
Le vie esplorate, e i monumenti raggiunti, dalla sartoria italiana sono mai state contemplate da quella d’Albione ? La definizione di un codice necessità di profonda pulizia e semplicità; chi prende da esso il canone per svolgere un’interpretazione evoluta e personale (leggasi locale) può spingere la sua opera a tal punto da rendere superato nella forma ma, ovviamente non nella sostanza dell’essere, il riferimento. In altre parole è possibile un confronto tra sartoria italiana e sartoria inglese ? Su quali basi ?
Riconosciamo, io in primis, alle forbici italiche capacità passate e attuali incontrastate, tuttavia, possiamo sostenere che nei trascorsi di quelle inglesi ci sia stata una perizia simile o confrontabile ?

Tengo a sottolineare che le mie sono riflessioni e pertanto si gioverebbero alquanto di un insieme di pareri.
Forse la vera forza del cosiddetto stile inglese è che non si può proprio evitare d’incontrarlo.

Cavallereschi saluti
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 16-04-2008
Cod. di rif: 3766
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Due partenze, due strade.
Commenti:
Egregio Signor Tarulli,

analizzo con vivo interesse le esperienze di chi ha provato sul campo, e non per il demagogico sentito dire o letto, la vita nella capitale inglese. Il vissuto sociale, la frequentazione prolungata, rappresentano osservatori unici ed insostituibili per comprendere, almeno a livello primario, giacché le radici culturali profonde sono solo assimilabili per nascita, codici di comportamento e stili che vengono, per così dire, annacquati da lustri in continue riletture e re-interpretazioni sull’originale.
Detto questo, credo che dalle Sue parole sia agevole evidenziare i due humus su cui crescono le differenti estetiche che separano italiani ed inglesi. E’ ovvio che vi saranno eccezioni, intrecci, casi che giaceranno in bilico da ambo le parti. Questo è bene e, come ben sappiamo, regola tutta l’umanità.
Stavo pensando al mondo del profumo; tempo addietro avevo avuto proprio con Lei un piacevole scambio di opinioni su alcune essenze britanniche. Ritorniamo ad alcuni esempi classici. Non rappresentano anch’esse lo stesso concetto veicolato dai loro abiti ? Sobrietà, pulizia, nessuna esibizione, nessuna ricerca estetica individuale, essenzialmente nessuna manifestazione di un’estetica voluta. In parte sembra che stiamo contornando l’eleganza…
Con tutto ciò, ben terse queste dissomiglianze, potremo mai parlare di un confronto ? Se l’uomo non è mutato, questa comparazione non avrebbe potuto aver luogo neanche lustri passati. Si sono, indi, mai potute confrontare le due scuole sartorie ? Forse no. La sartoria inglese può aver perso parte della sua perizia ma certo è partita da basi molto difformi da quella italiana, giacché quello che gli è stato sempre richiesto è dissimile. Agli occhi di molti appassionati, italiani compresi, è proprio questa lontananza a tendere la minacciosa tentazione del fascino, facendo sì che la costruzione ideologica superi di gran lunga la realtà evidente. Da sempre. Dall’inizio, si badi bene, non da questi anni.
Concludo con la reiterazione di una semplice ma basilare domanda : Londra saprebbe seguire in pieno le intenzioni di un cliente ? Saprebbe ancora dar forma alle sue idee ? E alla sua personalità ? Ovviamente nel suo stile. Se le risposte sono affermative, c’è da esserne compiaciuti.

Cavallerescamente dal Ducato di Parma
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 24-04-2008
Cod. di rif: 3778
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Archetipo inaspettato
Commenti:
Insuperabile Gran Maestro,

è alquanto interessante la Sua individuazione di un sereno archetipo dell’accappatoio. Devo confessarLe che non avevo proprio pensato ad un monogramma da grande albergo.
L’oro mi sembra un tantino vistoso e fin troppo relegabile ad un lusso ostentato. Un monogramma in un tricot marrone profondo mi pare più vicino al mio gusto.
Nondimeno, adesso che cerco di immaginarlo, quel filo d’oro ricamato a mano potrebbe essere la scelta più autentica, diciamo di sapore blasé. Siccome pensavo di procedere nell’opera grazie all’abilità di mia madre, riuscirò di certo a fare qualche prova e a decidere sul campo.

Nel ringraziarLa calorosamente,
La saluto cavallerescamente.
Suo
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 22-04-2008
Cod. di rif: 3775
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Accappatoio e iniziali
Commenti:
Egregio Gran Maestro,

l’abbigliamento da casa, in particolar modo gli accessori da toeletta, mi hanno sempre ispirato una certa libertà interpretativa, o meglio, una forte possibilità espressiva legata a fisime prettamente personali. In effetti davanti ad uno specchio di un bagno, ai bordi di una vasca, nessuna finzione si interpone tra noi e l’esterno, tra la nostra personalità e la maniera di rappresentarla.
Ebbene, mi è da poco giunto in dono uno splendido accappatoio bianco, collo sciallato, in un pastoso e pesantissimo cotone makò egiziano che desidererei adornare con il ricamo delle mie iniziali nella parte alta del petto. Avrei optato per un color marrone-nocciola ed una dimensione non troppo piccola, diciamo un’altezza di circa cinque-sei centimetri. Carattere corsivo.
A questo punto gradirei molto il Suo puntuale e determinante parere in merito.
“Per una giusta causa, sbagliare è virtuoso”.

Cavallereschi saluti
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 29-04-2008
Cod. di rif: 3780
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Accappatoio. Accessorio per l'anima.
Commenti:
Esimio Rettore,

la natura intima e appartata di questa “cappa” da toeletta pare, di frequente, abbandonarsi a qualche volo onirico, a qualche immaginazione che il cinema, la letteratura, la storia, ci hanno incasellato nella memoria. Contraddizione solo apparente, proprio davanti allo specchio, così soli e sinceri, lasciamo che questi pensieri, come ebbe modo di scrivere il nostro Gran Maestro nella trattazione della toeletta maschile, ci facciano immaginare nelle vesti e nell’apparenza dei grandi.
Credo non sia male, sotto questa luce, personalizzare il nostro accappatoio con un sigillo individuale che ne rintraccia l’archetipo (si veda il gesso del Gran Maestro) e che sappia parlare di noi, del nostro amore, delle nostre piccole-grandi manie che ci rendono inimitabili ed irripetibili.

E’ da accogliere con entusiasmo il Suo invito garbato ad una maggiore considerazione dei momenti rigeneratrici che questo accessorio evoca; l’attenzione, che esternamente viene sempre più distolta dalla frenesia della fretta, vuole privarsi anche di questa zona d’ombra, di queste parti poco illuminate che costituiscono l’impero della nostra stanza più schietta.
C’è una parola che è fondamentale del Suo scritto : la solitudine. Condizione che aiuta l’anima a concentrarsi.
Siamo sulla buona strada. Grazie.

Cavallereschi saluti
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 30-04-2008
Cod. di rif: 3782
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Perfetta complementarità
Commenti:
Illuminato Rettore, carissimo Dante,

neanche un minimo cenno d’improperio giunge mai dai suoi commenti ! Tacere il nitido e sano scambio di idee che fonda la nostra appassionata ricerca significherebbe rinunciare a conoscere.
Quindi ti ringrazio nuovamente per la pronta chiosa.
La solitudine del Cavaliere va intesa come un momento necessario per una riflessione cosciente da parte dell’anima. Di fatto, l’audace combattente, seppur sempre pronto al duello, ha necessità assoluta di riservarsi degli spazi solitari nei quali potersi spogliare dalla corazza e valutare con sincerità quel complicato meccanismo che non è la vita ma il vivere. Detto questo, trovo di incondizionata complementarità i nostri pensieri, non fosse altro per quella conclusione che pone la cultura e l’educazione al centro, e all’arrivo, del nostro percorso.
Da subito ho notato come l’aver iniziato a discorrere di abbigliamento da casa ci abbia messo sulla strada di una personale franchezza, giustificata forse dalle origini profonde di un ambito che, proprio nel caso di un gentiluomo, sarà fermo nella bellezza, nel buon gusto, nel decoro privo di artificiose costruzioni. Non resta che “comportati fuori con lo stesso rispetto con cui ti muovi tra le mura domestiche.” E viceversa, aggiungo io.

Con profonda stima e sincera amicizia,
cavallerescamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 07-05-2008
Cod. di rif: 3786
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Foulard e cravatta come cintura
Commenti:
Egregio Gran Maestro,

l’usanza di Mr. Astaire di indossare, al posto della cintura, foulard e cravatte, si veda, a tal proposito, anche l’ultimo Taccuino del Cavalier Nocera (rif. 3980), mi riporta ad un annoso quesito in materia, giacente da tempo in un cassetto della mia conoscenza.
Anche il Duca di Windsor era solito stringere pantaloni informali con una cravatta. Come si evince dai nomi riportati, ci troviamo fronteggiati a titani del gusto difficilmente avvicinabili; ciò nonostante, l’estate scorsa, ho azzardato la mise con un pantalone in lino beige e una vecchia cravatta distintiva. Le confesso che, codardamente, mi sono limitato agli sguardi dello specchio, nonostante fosse un rilassato sabato pomeriggio all’aria aperta. Riprova della mie esiguità nei confronti di nomi così travolgenti ? Non vi è dubbio. Tuttavia vi è stata anche la mancanza di sicurezza nel maneggiare un simile abbinamento.
Ebbene, quali sono gli stilemi da seguire e capire per utilizzare questi due accessori in un contesto così singolare ? Sono da lasciare in fotografia ?

Cavallereschi saluti
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 08-05-2008
Cod. di rif: 3789
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Nessuna questione per nessun lino.
Commenti:
Egregio Signor Corbey,

la Sua reiterata ricerca di un parere sulla questione matrimonio-mare-lino è già stata ben conclusa dal Gran Maestro che ha fornito una risposta tutt’altro che dogmatica. Se osserva il filo conduttore di un comportamento che giustifica codici e usi secondo una tradizione classica e storica non potrà che evincervi un epilogo perfettamente ponderato e magistralmente interpretato.

In realtà ritengo che il problema non si ponga neanche. Lei parla di un matrimonio, uno dei giorni più importanti nella vita di un Uomo. Nessuna stravaganza, nessuna ambientazione, nessun “caso a sé”, toglie una solennità che giunge dall’alto e che è colta con uno sforzo profondo di coscienza e civiltà. Non c’entrano il mare o la spiaggia, ma l’unione di due individui che vogliono farne nascere uno nuovo, la coppia. Nessun lino potrà mai reggere questa gravità.

Cavallerescamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 08-05-2008
Cod. di rif: 3791
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Condizione suprema
Commenti:
Egregio Signor Corbey,

lei evidenzia una visione molto parziale dell’eleganza, quasi un suo assoggettamento ad una condizione precostituita. La Sua disamina era molto chiara; mi è dispiaciuto che in tutti i suoi gessi resti sullo sfondo quello che dovrebbe guidare una scelta che non è snobismo ma adesione ad una condizione suprema.
Siamo inadatti ad ignorare la bellezza, a voler creare delle ambigue e sinistre forme di comportamento sociale. C’è tutto il divertimento che si vuole in questo immenso cortile.

Cavallereschi saluti
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 12-05-2008
Cod. di rif: 3795
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Guardiamola in fotografia
Commenti:
Insuperabile Gran Maestro,

dettagli tecnici che mi sfuggivano e non mi permettevano una modalità di nodo acconcia, unitamente ad una certa mancanza di naturalità, ci fanno fermare l’azione nel riverbero di uno specchio o nella visione di una fotografia. Così è stato seguendo l’indescrivibile senso oscuro che vede prima di noi.
Saggiamente opto per una cintura intrecciata in corda ovvero per una via di mezzo tra la cravatta e la cintura tradizionale, che vidi la prima volta due anni or sono nel fondaco napoletano di Marinella : del corposo reps a righe cucito come una cinta con due anelli concentrici nel terminale. Semplice ma deliziosamente adatto a ricordarci il mare del Golfo. Si è diffusa un po’ ovunque, leggera come l’aria d’inizio estate.
Riguardando quelle vecchie immagini viene voglia di credere che sia ancora possibile trovare la naturalezza in un gesto creativo che sorprende e diverte tanto. Pare proprio che Astaire e il Duca di Windsor avessero così tanta prossimità con la cravatta da trattarla con burla, complice insostituibile della loro contentezza.

Cavallerescamente Suo
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 16-05-2008
Cod. di rif: 3799
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Tono chiari
Commenti:
Egregio Gran Maestro, stimato Cavalier Nocera,

il susseguirsi di pregiate immagini, che ci riportano ad accostamenti giacca-pantaloni chiari, non può non destare interesse negli appassionati di abbigliamento classico. Non manco invero di affermare che taluni di essi mi paiono piuttosto felici e più che mai replicabili oggigiorno in molti ambienti diurni. L’estate alle porte, le avvisaglie della stagione del colore solare e delle temperature elevate, ben raccolgono questo invito. La stanca e ripetitiva reiterazione di colori scuri nel mondo professionale e non, la mesta perdita, anche nel mondo tradizionale, del chiaro, rendono la vista di alcune mise tenui un forte stimolo verso accostamenti che sono in noi stessi da sempre.
Ricordo, come avessi l’immagine qui davanti, una lirica giacca in lino chiaro del Principe Carlo abbinata ad un chinos.
Dopo la breve disamina del completo giacca chiara e pantaloni scuri, auspico qualche riga sul tutto chiaro qui rappresentato, in particolare nel campo dell’accostamento dei materiali. Lo stesso Rettore, proprio qui sotto, ne focalizza l’importanza.

Cavallereschi saluti.
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 26-05-2008
Cod. di rif: 3804
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Una giacca legnosa
Commenti:
Caro Gran Maestro,

il guardaroba può nascondere ma certamente mai eliminare. Così, ieri, ho ritrovato, e riprovato, una delle prime giacche di sartoria che mi fece un sarto della mia città. Ben sviluppata nei baveri, nel cran e nelle spalle, ha sempre sofferto di una certa “legnosità” dei quarti anteriori.
Questo termine lo abbiamo utilizzato spesso nella Lavagna e nel Taccuino e credo che noi tutti appassionati ne comprendiamo bene il significato visivo.
Mi domandavo se era possibile dare una spiegazione tecnica a questa sensazione da busto statico e senza brio, insomma da tronco. In altre parole, inforcando la forbice e l’ago del sarto, perché esce una giacca con il busto legnoso ? Dove sono gli errori di costruzione ?

Cavallerescamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 27-05-2008
Cod. di rif: 3807
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Legnosità. Le mani del committente.
Commenti:
Egregio Gran Maestro,

mi trova perfettamente d’accordo sull’amore verso l’opera dell’uomo, soprattutto quando è profusa con garbo, interesse e utilizzo della massima perizia in suo possesso. Così fu per quella giacca un po’ legnosa di cui sotto, che guarda caso oggi è qui con me. Era qualche anno che non veniva utilizzata ma proprio per alcuni suoi particolari e per la sua storia merita certamente rispetto e buon uso.
Ero altresì ansioso di conoscere i dettagli tecnici che stanno alla base di una certa legnosità che si riscontra in taluni tagli. Il giro armonioso e dinamico dei quarti non deve essere una cosa facilissima da ottenere e, da quanto evinco dal Suo chiaro gesso, ben poco possono le forbici nei confronti di una lavorazione imprecisa a monte. E’ un dettaglio su cui vigilare. C’è qualche intervento che può fare il committente o è tutto nella mani del sarto ? Ha una certa influenza il tipo di tessuto ?

Grande è l’amore che può navigare nella passione.

Cavallerescamente Suo
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 30-05-2008
Cod. di rif: 3812
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Old squares. Al Sig. Corbey
Commenti:
Egregio Signor Corbey,

come l’ottimo Nocera, mi sento di avanzare anch’io il nome di Rubinacci per dar pace alla Sua ricerca. L’imprendibile Mariano realizza dei veri e propri soffi di vento, spesso con sete rare e d’antan. Vincendo la forza della London House, non sarà arduo far uscire qualche squares d’annata con cui farsi tagliare delle cravatte.
Un secondo nome che ha una linea vintage, a quanto mi è dato sapere pronta e su misura, è Ulturale cravatte. Anche in questa riserva si può passare qualche ora di caccia.

Ci tenga aggiornati su eventuali, inaspettate, scoperte.

Cavallerescamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 30-05-2008
Cod. di rif: 3813
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Old squares. E Finollo ?
Commenti:
Mentre rileggevo qualche gesso, mi è sovvenuta questa domanda, sempre a proposito di vecchi tessuti per cravatte : e Finollo a Genova ? Avrà ancora qualcosa ?
Vediamo se c’è qualche Cavaliere con notizie recenti.

Cavallereschi, attenti, saluti.
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 02-06-2008
Cod. di rif: 3816
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Cravatta : alcune lacune.
Commenti:
Eccelso ed inavvicinabile Gran Maestro,

il Suo ultimo, interessantissimo, gesso sulla cravatta apre svariati punti di riflessione e svela alcune mie lacune. La prima di esse riguarda la giuntura dei due lembi di finitura : Lei parla di due cuciture con angoli alternati di 45°; potrebbe chiarire meglio questa fattura giacché, pur tenendo tra le mani un paio di cravatte a tre pieghe, non riesco a comprenderla. La cucitura invisibile sotto il lembo superiore non raccoglie anche l’interno ?
Come perfettamente riportato, uno dei punti sostanziali di una cravatta di qualità è l’altezza del travetto di fissaggio. Il motivo risiede nella possibilità di “aprire” la cravatta e saggiarne l’interno stoffa ?

Assieme al Cavalier Rizzoli e all’abile, nonché disponibile, artigiana bolognese Enza Truglio di Cometa cravatte si è ricercato più volte un esempio miliare su cui sviluppare un’autentica sette pieghe d’antan. Si potrebbe costruire un piccolo campionario d’immagini storiche sul nostro Taccuino ?
In un momento di diluizione del canone autentico, sarebbe molto piacevole avere qualche fotografia certa su cui lavorare e riscoprire così una verità a buon uso.
La ringrazio anticipatamente per ogni chiosa aggiuntiva.

Come sempre, cavallerescamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 03-06-2008
Cod. di rif: 3821
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Sette e più pieghe : occorre una sistemazione.
Commenti:
Carissimo Cavalier Rizzoli,

confermo a pieni voti la bontà del prodotto di Cometa e proprio la perizia e la disponibilità di questo piccolo laboratorio potrebbe veicolare quel prodotto di cui stiamo dibattendo.
La stessa sovrapposizione di numeri di pieghe che riporti, e di tecniche verie, necessita, come credo, un’attenta disamina iconografica. Ulteriore scopo del su misura è il divertimento, basato però su crediti storici certi.

Cavallereschi saluti
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 04-06-2008
Cod. di rif: 3824
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Le tante "pieghe" del Taccuino
Commenti:
In riferimento al mio gesso tremilaottocentosedici che richiedeva qualche immagine tecnica sulle cravatte sette pieghe, riporto i numeri di riferimento di un paio di interessantissimi taccuini del passato prossimo : il 2677 del nostro insuperabile Gran Maestro ed il 2700 del Cavalier Nocera. In entrambi è raffigurata una superba interpretazione della London House di Mariano Rubinacci.

Colgo l’occasione per rimarcare la vastità e l’eloquenza del materiale contenuto al Castello. Con un’agevole ricerca per parola si può accedere ad una grande quantità di informazioni, di sovente quelle che stavamo cercando.

Auspico, in ogni caso, delle nuove fotografie, magari di qualche altra maison e con una visione più approfondita.

Cavallerescamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 09-06-2008
Cod. di rif: 3839
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Il cavallo di Troia
Commenti:
Esimio Rettore,

leggo il Suo garbato invito al grigio come un buon inizio verso il contegno ed il buon gusto personale. E’ un colore che crea versatilità e può di certo aiutare molti uomini a ri-entrare entro lo steccato del decoro e dell’eleganza.
Credo, invero, che soprattutto i più giovani possano trovare molto allettante il blazer nelle sue due classiche strade : pantalone grigio - aggiungerei mai troppo scuro - e chinos. La dinamicità e la fresca disinvoltura di quest’ultimi, possono essere la vera testa d’ariete per la fortezza giovanile, da troppo tempo in preda a forze oscure e turpi. Ricordo con piacere un bel esempio juniores : Alessandro Botré nella recente serata milanese. Giovane età, brillanti particolari.
Cravatta naturalmente, regimental possibilmente.
Già che se ne parla, altro cavallo di Troia è l’accessorio, strumenti capaci di modificare il tono dell’insieme e renderlo adatto ad ogni individualità. Quando se ne scopre il divertimento, le infinite possibilità, le macro-potenzialità espressive, si lascia in fondo all’armadio la felpa e il jeans strappato.

Cavallereschi saluti, o meglio knightly regards,
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 11-06-2008
Cod. di rif: 3848
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Alle origine del colletto "riviera". Al Cav. Longo
Commenti:
Egregio Cavalier Longo,

in merito alla Sua interessante chiosa storica, che ci riporta alle origini dei colletti morbidi estivi, mi permetto di aggiungere che la tipologia Cannes o riviera, come Lei giustamente osserva facente ricorso storico alla camicia dei braccianti agricoli delle Colonie, ha percorso buona parte della sua vita proprio sui capi da lavoro : dalla giubba dei completi delle tute blu ai camici da operatore. A tutt’oggi, praticamente tutto l’abbigliamento da lavoro presenta questa foggia di colletto, testimonianza di un origine veritiera e certa.
Complimenti per il Suo gesso.

Cavallereschi saluti
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 19-06-2008
Cod. di rif: 3863
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Quanto per la Corona ?
Commenti:
Esimio Gran Maestro,

in riferimento al Royal Ascot, mi sovveniva la curiosità di sapere se è mai esistito un evento simile in terra italica. In particolare, quando si parla di manifestazioni legate a fortissime tradizioni sociali e culturali, ci si sposta inesorabilmente verso l’isola britannica, a meno di qualche piccolo “laghetto” in terra francese. Personalmente mi sono fatto l’idea che il perpetrarsi di tradizioni così fortemente legate alla civiltà del buon gusto e del decoro molto devono alla monarchia.
Il discorso sarebbe piuttosto lungo, e oltre gli interessi della Lavagna, tuttavia è innegabile che la presenza di una casa regnante, e di un aristocrazia ancora radicata e viva sul territorio in tono propositivo, sia uno dei potenti tramiti tra un popolo e la sua storia, tra un accettazione interpretativa e una rinuncia volgare.
Lei cosa ne pensa ?

Cavallereschi saluti
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 26-06-2008
Cod. di rif: 3868
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Tradizioni e nobiltà.
Commenti:
Egregio Gran Maestro,

credo che ogni tradizione necessiti di molta storia; abbiamo avuto tanto dalla seconda e poco da questa sua prima figlia. L’effettiva attitudine italica alla negazione di una via aristocratica della vita si è imposta soprattutto nella classe dominante, che ha rinnegato l’esercizio di un privilegio sano e naturale da un lato e ribaltato, senza mai immergersi, tutti i valori legati fortemente alla nazione, perché visti come prodotto del popolo, dall’altro. Odiata “l’inutile” nobiltà - a dir la verità molto ci ha messo di suo -, abbiamo voluto separarci dalle disuguaglianze residue, sostituendole con privilegi meschini creati dall’individualismo e non da un’investitura. La nobiltà comporta anche degli obblighi, la casta dominante successiva non ne ha mai avuti.

Da Cap Ferrat
Suo
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 30-06-2008
Cod. di rif: 3871
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: La nobiltà e il suo dovere
Commenti:
Insuperabile Gran Maestro,

il Suo gesso coglie perfettamente l’essenza delle mie parole e aggiunge un’imperiosa comprensione di ciò che il concetto di nobiltà, o meglio, la sua precisa manifestazione vivente, deve rappresentare non per sé stessa, ma compiutamente per l’espressione esemplare che deve rivolgere. Il suo dovere, il suo obbligo, è la sua stessa natura, quel superamento a ragione della sua eccezionale esistenza.

Quanto alle parole del Signor Panicelli, sarebbe fin troppo semplice spingersi sul terreno della natura umana. Mi limiterò a rammentare che chi cerca la grandezza non può guardare attraverso un foro. La chiosa del Gran Maestro contempla la giusta direzione.

Cavallereschi saluti
Lorenzo Villa



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Nome: Lorenzo Villa
Data: 10-07-2008
Cod. di rif: 3874
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Una certa esterofilia
Commenti:
Stimatissimo Rettore,

il Rinascimento, che ci ha attraversato plasmando profondamente la mentalità delle nostre genti con una svolta del pensiero segnata dalla scoperta dell'uomo e del mondo, è stato un momento irripetibile per tutta l’umanità, con la sola colpa di aver da subito costruito in profondità e poco in lunghezza. Ha attraversato uno slancio che supera di gran lunga il manierismo, e tutti vi hanno pescato a piene mani per intere ere. L’umanesimo lo aveva preparato bene, ma altrettanto non ha fatto il rinascimento con l’età moderna.
L’Italia, nei secoli successivi, non ha raccolto nessuna forza centrifuga, non ha avuto nessuna capacità di portare avanti idee e aneliti di portata culturale e ideale, in fin dei conti, eccezion fatta per piccoli gruppi intellettuali, si è ridotta ad una elite capace di guardare i modelli oltre confine. La nostra sincera esterofilia nasce anche da qui, da un sentimento individuale insofferente verso uno Stato che per il cittadino borghese aveva poco da sognare e molto da imitare. E’ ovvio che la nostra insopprimibile capacità di migliorare, di “creare” un bello umanista, ha fatto sì che molti di questi tentativi diventassero esempi mirabili. La propensione a guardare ad altri Stati nasce per un offerta inadeguata nazionale; non dimentichiamo la nostra giovinezza e un campanilismo che è stato spesso alimentato da regnanti di altri paesi.
Detto così può sembrare di voler accendere un fuoco con della legna verde. In realtà, credo che l’italiano, il gentiluomo italiano, grazie alla sua forma allergica verso il condizionamento storico nazionale, sia riuscito a prendere il meglio da ogni dove, instillandoci l’eredità più vera del Rinascimento : l’amore per la bellezza. Ovunque essa derivi.

Cavallerescamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 17-07-2008
Cod. di rif: 3876
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Bellezza italiana
Commenti:
Stimatissimo Rettore, caro Cavalier De Paz,

i nostri pensieri sono ben più vicini di quanto non appaia da una prima lettura.
L’eredità del rinascimento ha sempre fatto vivere alla gente italiana un autentico gusto per il bello, insinuato in ogni sua manifestazione dell’essere, stante che in nessun altro paese la “cultura” artistica è arrivata così profondamente in ogni dove da compartecipare a tutte le azioni dell’uomo. Proprio questo profondo scavo, unitamente ad una storica predisposizione, ha fatto sì che nell’individuo, nella sua vita, ci fosse ampio spazio per la ricerca “ di tutto ciò che di bello c’è nella vita”.
Il tutto, però, in un piano prettamente individuale, individualista, egocentrico. Questa incontrovertibile caratteristica nazionale - sia ben chiara l’assenza di ogni critica nelle mie parole - ha creato da subito una forma di snobismo che si è sempre alimentato nella differenza, nella scoperta dell’unicità, nella manifestazione personale. L’esterofilia è figlia di quest’atteggiamento e al contempo madre di tanti personaggi che hanno dimostrato la grandezza e lo spessore estetico della loro sensibilità.
L’italiano è propenso ad un bello che costruisce sulla sua persona, creando un unico irripetibile. All’estero la bellezza viene ricercata nella tradizione corale di un popolo, nell’adesione ad un pensiero condiviso e accettato pluralmente. Quella potenza che nasce nel colpire giusto più che forte.
Niente di nuovo sotto il sole.
Evviva l’Italia !

Cavallerescamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 07-08-2008
Cod. di rif: 3879
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Un mattino d'Agosto
Commenti:
L’aria oziosa che giace immobile sotto il cicalio, il tempo che d’un tratto pare diventato senza passo e quella palla, gialla, che diffonde la sospensione dall’azione. Gli stessi, pochi, uomini in giro corrono velocemente per non cadere in questa bolla e agli occhi paiono strani, innaturali, inumani.

L’Uomo che ha catturato la mia attenzione indossava un candido abito in lino, riparava il suo capo con uno splendido panama Montecristi e si beffeggiava di noi tutti con il suo cravattino a pois. Camminava con i suoi capelli argentei, sereno e disinvolto come se stesse solo vivendo.

Il contenitore spazio-temporale era tutto in lui e finalmente l’aria, lo spazio, sono tornati naturali.

Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 22-08-2008
Cod. di rif: 3882
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: La tonalità
Commenti:
In riferimento all’interessantissimo gesso sull’uso classico ed attuale del colore ad opera del Gran Maestro (rif. 3880), gradivo sottolineare una caratteristica che è spesso trascurata nell’approfondimento tecnico dell’abbigliamento : la tonalità.
Possiamo identificare la tonalità come il rapporto tra le varie parcelle di una scala. Si capisce come variando la tonalità varia anche il colore all’interno della propria scala cromatica.
Ho sempre notato la forza espressiva di questa proprietà nei grandi film in bianco e nero. Gli abiti, pur essendo privi di una precisa identificazione colorimetrica, grazie alla tonalità riescono a rendere viva la percezione e superflua la presenza del colore. La tonalità si insinua nel tessuto e lo rende vivo, tridimensionale, tattile, “saporito”. Il suo gioco con la luce fa sì che i nostri occhi non vedano un mondo in bianco e nero (tonalità di grigi) ma una rappresentazione plastica di una vita che è in armonia con noi stessi e non accidente di un passato non vissuto. Capiamone la forza nella scelta di un tessuto.

Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 09-09-2008
Cod. di rif: 3883
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Pantaloni rossi e traversata atlantica
Commenti:
Egregio Gran Maestro,

i Suoi recenti appunti nel taccuino, attinenti ai pantaloni rossi, mi hanno fatto ricordare un passaggio in cui lessi che le norme di comportamento nautiche ne permettevano l’utilizzo soltanto a chi avesse compiuto, almeno una volta, la traversata dell’Atlantico a bordo di uno yacht.
Il taccuino che parla di Nantucket (rif. 4103) potrebbe dare una spiegazione a questo codice, ammesso che abbia mai avuto una rilevanza ovvero un’osservanza reale ?

Cavallereschi saluti, dalla terra ferma.
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 12-09-2008
Cod. di rif: 3886
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Codice rosso : qualche traccia
Commenti:
Eccelso Gran Maestro,

durante la ricerca del testo oggetto della nostra disanima - ahimè non ancora rintracciato - ho recuperato una traccia nel libro “Gentleman” edito da Koneman (1999) e scritto da B. Roetzel. Ebbene, nel capitolo dedicato all’abbigliamento sportivo nautico, nel presentare il pantalone rosso in cotone, parla di un suo utilizzo sulla barca riservato agli armatori che abbiano compiuto almeno una traversata atlantica. Codesto dimostra poco, ma da un’ulteriore testimonianza di un’usanza che da qualche parte deve essere stata seguita e codificata.

Cavallerescamente
Suo
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 17-09-2008
Cod. di rif: 3890
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Pantalone rosso : uno scoglio ben segnalato.
Commenti:
Egregio Gran Maestro, stimato Cavalier Rizzoli,

nella giornata di sabato pomeriggio ho avuto modo di domandare la cosa ad un famigerato “uomo di mare” salernitano, da tempo residente nella nostra città. Ebbene, la conferma è perentoria : a bordo indossa il pantalone rosso solo chi ha attraversato, con la sua barca, l’Atlantico.
Pare proprio che abbiamo sbattuto contro uno scoglio tutt’altro che limitato e sconosciuto alle carte nautiche. Sarebbe ora interessante risalire all’origine di questo codice.
Stiamo, indi, ben attenti quando salpiamo su qualche yacht, la brutta figura è in agguato…

Cavallerescamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 02-10-2008
Cod. di rif: 3900
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Shoes accademy 08
Commenti:
Il 19 Settembre appena trascorso ha consegnato molto da rimpiangere a chi, suo malgrado, non è potuto essere sotto le torri felsinee. Le parole del sommo Gran Maestro hanno detto già tutto. Mi permetto solo di aggiungere che i maestri Peron, il loro laboratorio, il consesso dei Cavalieri, hanno creato la cosa più bella, più difficile, più ineffabile, più indescrivibile che esista : il piacere.

Un sentito, battuto, ringraziamento ai Maestri Bruno e Simone.
Sapiens fingit fortunam sibi.

Cavallerescamente entusiasta
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 06-10-2008
Cod. di rif: 3902
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Pellami verniciati
Commenti:
Egregio Gran Maestro,

in pieno clima di shoes academy, gradivo riallacciarmi ad una Sua recente risposta nello studio a riguardo dei pellami verniciati utilizzati dalla ditta anglosassone Saxone. Ovviamente il vaglio già sottintende l’utilizzo di una materia prima niente affatto eccelsa e un procedimento atto a coprire magagne e difetti della tomaia.
E’ sempre facile accorgersi di un pellame verniciato ? C’è una metodologia d’indagine facile da eseguirsi a vista e senza strumenti ?

Con saluti cavallereschi, da Parma
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 08-10-2008
Cod. di rif: 3905
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Scarpe : strade di pulizia
Commenti:
Egregi Cavalieri, Signor Tarulli,

un’apprensione naturale e una forte volontà di conoscenza mi hanno sempre portato nelle sabbiose spiagge della pulizia-lucidatura delle scarpe. Non dimentichiamoci che se la loro fattura è causa prima della loro durata, la manutenzione è altresì fondamentale per la corretta e imperitura conservazione della loro bellezza scultorea e simbolica. Da sempre la scarpa ben curata e vissuta è simbolo silenzioso di una ricerca estetica disciplinata e coerente, nonché forte gratificazione per il possessore. Ma veniamo alla pulizia. Per esperienza personale, dopo aver provato vari prodotti, trovo valido il latte emulsionato Reno-mat della Saphir. Utilissimo per rimuovere lo strato vecchio di crema e lucido, come gli inevitabili segni “di guerra” quotidiani. In particolare, trovo che quest’ultimi possano diventare, se ben trattati, quei segni di vita che fanno diventare nostra la scarpa, specchio del nostro tempo. Il Reno-mat elimina lo sporco ma fa vivere in profondità la storia della tomaia, pronta, poco dopo, a ricevere l’ottima crema in barattolo di vetro Saphir Medaille d’or 1925.
C’è una seconda strada, già accennata dal signor Lucchetti : i fluidi struccanti-detergenti delle signore, nelle versioni in crema o liquidi (tonici). In passato ho testato con successo quello della Clinique (non ricordo il nome). Sono generalmente meno aggressivi di quelli specificatamente realizzati per le calzature e si possono usare in alternanza con essi. In mano mia tendo a privilegiare i tonici.
Questa la mia umile esperienza sul campo “pulizia”. Le mie scarpe sembrano gradire…

Cavallerescamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 29-10-2008
Cod. di rif: 3909
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Chiusura della cintura nei pantaloni. Due stilemi, due filos
Commenti:
Egregio Gran Maestro,

ben tornato, anche se le occorrenti piogge non Le riscalderanno certo le membra raffreddate nel palpitante e sconfinato Nord.
Nel taccuino numero 4150 illustro due tipologie di finitura della chiusura nella cintura dei pantaloni. Nel primo caso abbiamo la linguetta che prosegue abbottonandosi sul lato, con contro-bottone interno di fermo, mentre nel secondo la classica finitura con abbottonatura semplice.
Il primo pantalone è del maestro parmigiano Parmelli, il secondo del maestro napoletano Solito.
A dir la verità non mi ero mai interrogato su queste due scuole di pensiero, presenti con inversioni locali, tuttavia l’effetto estetico è così difforme che merita certamente un’indagine aiutata dalla sua scienza.
C’è una filosofia diversa dietro l’una o l’altra scelta ? Indirizzo d’uso, bretelle o cintura la possono influenzare ?

Cavallerescamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 18-11-2008
Cod. di rif: 3926
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Per chi vede
Commenti:
Insuperabile Gran Maestro, Superbo Rettore,

le immagini del Taccuino rif. 4164 e 4161 vincono con la potenza dell’esempio. Esempi che risplendono per la capacità di attingere ad un’estetica-etica non filtrata da costumi temporanei, bensì a quel concetto di simbolo universale ed inequivocabile che irradia luce in ogni strato della società. Ogni lettura di questa dimostrazione di precisa correttezza conduce una forza invisibile, eppure insostituibile, in ogni uomo sensibile. E’ la forza che si approssima finanche a chi non può e non deve, all’ultimo degli ultimi, a chi comprende la storia dell’Uomo, indipendentemente dalla classe sociale.
L’esistenza di questa civiltà è infine più importante di molte battaglie che il mondo moderno intende portare avanti, andrebbe protetta e custodita come non lo sono neanche i diamanti.

Cavallerescamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 26-11-2008
Cod. di rif: 3930
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Chiusura dei pantaloni e bottoni. Rif. taccuini 4173-4174
Commenti:
Egregio Gran Maestro,

in corso d’opera mi permetta di elogiare i Suoi significativi taccuini sulle tipologie e tecniche di chiusura dei pantaloni. In particolare mi rallegra trovare descritta nella Sua un’abitudine che da sempre sposo, cioè quella di scegliere i tre bottoni visibili (laterale cinturino e due tasche posteriori) nello stesso materiale di quelli della giacca del completo ovvero in materiale nobile specifico al tessuto, anche se diverso dagli altri, nel caso di spezzati.
Nella foto (rif. 4174) i pantaloni del maestro Antonio Mola presentano anche metodologie di cucitura differenti : alcuni a croce altri a binario. C’è una ragione tecnica o stilistica ?

Attendo gli studi successivi e La ringrazio per l’approfondimento impensabile. Credo mi sarà difficile resistere ad ulteriori domande o riflessioni.

Cavallerescamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 27-11-2008
Cod. di rif: 3932
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Arte e caos
Commenti:
Eccelso Gran Maestro,

compito della vera arte è di introdurre il caos nell’ordine, un atto apparentemente incomprensibile che assume il più alto significato umano. In caso contrario non saremo qui a parlare e ad affondare un po’ nel mistero di piccoli, enormi, episodi che generano parte di quell’arricchimento di cui parla.
Ora posso solo immaginare la mano del Suo lino, di certo rara quanto il genio che la possiede.

A presto,
cavallerescamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 12-12-2008
Cod. di rif: 3937
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Coerenza
Commenti:
Stimatissimo Rettore De Paz,

trovo significativo parlare di coerenza applicata al linguaggio del vestire, tanto più come forza distinta capace di scegliere il giusto personale. Le possibilità che abbiamo innanzi sono tante, giacché per mezzo di una coerenza che è adesione ad un’idea precisa ed individuale, possiamo trovare la nostra identità.
In effetti la coerenza non è altro che lealtà a noi stessi e giammai chiusura e amovibilità della nostra capacità intellettiva. Una lealtà comprata con la conoscenza ed il giudizio.

Cavallerescamente da Parma
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 12-01-2009
Cod. di rif: 3952
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Tecnica : proporzione nella manica al polso.
Commenti:
Egregio Gran Maestro,

mi domandavo se, al pari dell’altezza delle tasche e dei bottoni, esiste una misura proporzionale della circonferenza della manica di una giacca all’altezza del polso.

Trovo un’inclinazione più solenne in un’ampiezza più accentuata, più dinamica ed estetizzante in un cono più stretto, come nella visione partenopea, il tutto in funzione della cifra stilistica del corpo della giacca. Tra l’altro, la definizione implica un taglio ed una lavorazione, in rapporto alla spalla ed alla tromba , alquanto differente, considerando un giro “da sartoria”, ciò sempre ridotto.

Cavallereschi saluti
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 20-01-2009
Cod. di rif: 3954
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Manica tornita e manica a tubo. Postilla sulla sartoria.
Commenti:
Egregio Gran Maestro,

riconoscendo la forte valenza estetica di una manica correttamente eseguita, non posso che plaudire la Sua risposta, capace di comprendere basi su cui poggiare l’ulteriore passo della ricerca. In particolare mi soffermerei sulle misure che cita : sono, ovviamente, diametri del fondo manica ?
A ben vedere, in un solo centimetro ci passa un intero mondo !
Interessante, poi, la dicotomia della manica tornita e della manica a tubo, felici interpretazioni di spiriti diversi. Auspico proprio qualche fotografia che sappia dare qualche riferimento visivo ulteriore e che approfondisca iconograficamente le due direzioni, con le evidenti sfumature intermedie.

Non sono passate sotto l’uscio le parole sullo stato dell’arte della sartoria contemporanea. Pur non potendo vantare una frequentazione di diversi decenni, nondimeno constato con evidenza una certa “secolarizzazione” della sartoria artigiana, evidente a vari livelli, sotto vari profili.
Dopo la notevole rivalutazione che ha investito la stessa negli ultimi dieci anni, non è venuto il momento di riappropriarsi di una cifra stilistica propria e personale capace di dar valore al lavoro manuale e limpida rappresentazione ? La stanchezza, a lungo andare, crea sbadigli.

Cavallerescamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 30-01-2009
Cod. di rif: 3964
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Contesto
Commenti:
Concetto interessante quello del “contesto”. La parola deriva dal latino , cioè contessere, intrecciare. Pare che un certo legame con il tessuto non ci voglia abbandonare…
Ebbene non si può tradurre un utilizzo senza spiegare il contesto, cioè il complesso delle circostanze e dei registri di ambito, epoca, età, luogo, cultura. Lo stesso senso, e significato, di un oggetto trae origine, morfologia ed uso, proprio in base al ‘contesto’che lo ha generato o ri-cercato.
Detto questo, può risultare difficile separare ciò che è reso coesivo dalla sua stessa natura, la cui conoscenza è portatrice di uso corretto e “proper”. Usiamo quindi con serenità, naturalezza e coerenza. Silenziosamente proteggiamo. Non dobbiamo scoprire niente di nuovo. Siamo gentiluomini !
Lascio una domanda che mi arrovella : quando il sommo Duca di Windsor ha sdoganato parte di ciò che è divenuto classico, secondo Voi ha “decontestualizzato” ? Ci sono cose fondanti del classico che sono uscite dal loro contesto d’abilitazione originario.
La potenza non consiste nel colpire forte o spesso, ma nel colpire giusto (H. de Balzac)

Cavallerescamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 02-02-2009
Cod. di rif: 3970
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Le forze in gioco.
Commenti:
Eccelso Nocera, stimatissimo Cavaliere,

perfetta l’acuta precisazione, anche se a mio avviso per qualcosa di ciò che hanno toccato le mani illuminate del Duca non è impossibile parlare, quanto meno, di uscita dal contesto di riferimento abituale, ovvero canonizzato dall’uso comune.
Si plasma solo la materia ‘viva’, ecco perché oggi è pressoché irripetibile un’opera di decontestualizzazione; proprio l’assunzione della morte del classico pone ben delineati i confini di studio e movimenti sul codice espressivo dell’abbigliamento a noi caro. E’ però interessante immaginare i meccanismi e le forze in gioco in questi passaggi : ritiene in campo solo il tempo e l’uomo ? Sono questi i due soli protagonisti di quest’azione ?
Essendo a ragione possibile recepire solo ciò che è stato codificato, e decretato, “Classico”, sarà da questo interpretabile un costume sociale condiviso che ne ha reso possibile la crescita. Insomma lo studio della dinamica ci dirà tanto di un epoca d’oro.
Mi associo con slancio agli elogi rivoltaLe. Il campo di battaglia ha misurato quanto sono meritati.

Cavallerescamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 09-02-2009
Cod. di rif: 3977
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Uomini, tempi, esempi.
Commenti:
Egregio Cavalier Nocera, eccelsi Cavalieri,

l’indagine fin qui condotta evidenzia su scala profonda il principio della possibilità e del dovere. E’ grazie all’interazione di questi due che è stato possibile creare un codice preciso d’abbigliamento su modelli culturali altrettanto precisi. Nella Sua analisi ricorre evidente quella corrente sotterranea dell’adesione e dell’appartenenza, fiume che ha la fonte nel dovere, vissuto giammai come obbligo bensì come scelta della “giusta” possibilità.
I passaggi di contesto che hanno forgiato elementi, oggetti, combinazioni del Classico sono nati all’interno di questo recinto - si può anche parlare di elitès - dove l’amministrazione di sé, intesa qui come comportamento estrinseco, era subordinata ad un dovere sociale e mossa da un io che portava su di sé il peso della solennità. Pare strano in un mondo timoroso del solenne, ma le possibilità che offre l’impegno della tradizione sono incredibili.
Orbene, ogni epoca umana ha estrinsecato delle cifre estetiche, prodotto dei passaggi sui vari contesti. L’homo elegans che noi sentiamo così vicino per sensibilità, cultura, conoscenza, ha prodotto il palinsesto del Classico nel “suo” mondo e grazie ai “suoi” sentimenti sociali. Analizziamo delle fotografie dell’epoca in questione : dal notaio all’impiegato, dal nobile possidente al ragioniere, dal poeta al pittore, tutti indossavano naturalmente l’abbigliamento classico. Era normale, più che normale, che in quel cosmo di significati, idee, tensioni emotive, si producesse il vocabolario che noi tutti apprezziamo. Detto questo ogni periodo ha la sua costruzione, le sue decontestualizzazioni, le sue elitès creatrici. Probabilmente anche l’uomo delle palestre, colui che sta incidendo nei nostri giorni e la cui ascesa ha, come abbiamo già notato, concluso e posto la lapide al Classico.
Uomini, tempi, esempi. Ecco le forze in gioco. Vorrei sottolineare come gli ultimi siano da sempre dei centri di energia; in epoca classica erano i gentiluomini, le dinastie, oggi i calciatori.

Abbiamo veramente circoscritto questo tema ? Possediamo il meccanismo ?

Cavallerescamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 09-02-2009
Cod. di rif: 3978
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: I tempi della scrittura
Commenti:
Leggo solo dopo aver inserito il mio gesso lo scritto del Gran Maestro. Chiedo subito venia per la mancanza di un saluto a Lei rivolto, ed in seconda battuta mi rallegro per il Suo gesso illuminante.

Una società non è tale senza un'aristocrazia, un'élite minoritaria (José Ortega y Gasset)

Cavallerescamente Suo
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 23-02-2009
Cod. di rif: 3981
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Blazer : blue navy vs royal blue
Commenti:
Eccelso Gran Maestro,

nel bel mezzo di una 'remata' sul blazer, che grazie al Suo notevole articolo ha trovato ulteriori spiagge storiche, stavo esplorando l’archetipo blue nelle sue nuance canoniche. Ho indi ripercorso il materiale al Castello, capitando dalle parti di un Suo Taccuino (rif. 2602) che elencava quattro tipologie di bottoni per quattro tipologie di blazer. In particolare, mentre mi trovavo dalle parti del Suo “Savoia” in cachemire, un royal blue ancora più aperto, scoprivo in un polveroso scaffale del mio sarto una saglia di medio peso in una tonalità di poco più scura. Sarebbe errato cucirla in un doppio petto per la mezza stagione ? Nell’equazione sul blazer come agisce l’incognita della tonalità blue navy e royal blue ?

Cavallerescamente Suo
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 02-03-2009
Cod. di rif: 3990
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Principi e metodo : de gustibus
Commenti:
Insuperabile Gran Maestro,

complimentarsi è una qualche forma di vicinanza, una condivisione di pensiero limpida, ovvero una forma di stupore di fronte a qualcosa che ha scoperto delle idee che si rivelano brillanti ma che non si sono sviluppate autonomamente. Complimentarsi è una forma timida di scoprirsi, è un sussurrare un compiacimento che cita noi stessi nel silenzio e che ci porta ad una dimensione di gentilezza umana. Talvolta è la vittoria della cortesia sulla sincerità, spesso “è qualcosa di simile a un bacio attraverso un velo” (V.Hugo).
Il Suo recente scritto sui Principi e Metodi cavallereschi (rif. 3987) non volge quassù, bensì apre in noi il sentimento dell’identificazione - tremendamente più forte dell’elogio - principio che risiede nello stato profondo dell’essere e che, a differenza della condivisione, ha capacità creativa.

Nel tutto delle Sue parole il poco “enorme” del : “Il fatto che il gusto si trasmetta per vie misteriose, in parte genetiche ed in parte culturali, permette a chi non ne possieda di considerarlo relativo, inaffidabile, inutile, se non inesistente. Tutti sanno bene che non è così, ma la pietà umana ci spinge a tacere questa evidente gerarchia. Come non giudichiamo un paraplegico dalle gambe, così evitiamo di sanzionare un amico commentandone le calze. Accettando la sentenza popolare secondo cui tutti i gusti sono gusti, pratichiamo un’opera di carità, non di filosofia”.
In effetti questo entimema si è sempre taciuto. In nome del rispetto, assolutamente necessario, si è negato. E’ un particolare non secondario nella nostra ricerca, nei nostri studi.

Cavallerescamente dedito
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 12-03-2009
Cod. di rif: 3994
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: La sindrome del bello
Commenti:
Stimato Rettore,

tengo a sottolineare l’importanza delle Sue parole che riporto fedelmente : “…la nostra maggiore difficoltà oggi ad essere eleganti davvero, la nostra timidezza nelle scelte, il nostro continuo bisogno di conferme, non derivano forse dal questo radicale cambiamento?”

Lo spazio di una riga per alcune importanti riflessioni.
Sono certo necessarie visto che è inevitabile notare quotidianamente questa “sindrome del bello”. Molti uomini, appassionati del vestire classico, scelgono mise neutre, facili, scontate. I soliti grigi, i blue, poco altro. Tinte splendide, siamo d’accordo, ma che abbisognano, come ogni opera, della giusta ambientazione. A volte sarebbe opportuno del colore, degli abbinamenti che riflettano meglio la stagione ed il luogo che viviamo, un palinsesto completo che si muova dallo sportivo, quello vero, al formale più importante. Queste sono tappe imprescindibili in quella ardua strada che, con risultati diversi, vogliamo percorrere. Siamo un po’ adagiati, giustappunto timorosi della bellezza. Può certo derivare da un mutato sentire, tuttavia non dimenticherei la forza vitale della personalità, merce rara oggigiorno. Si può “vivere” il classico, tutto, niente escluso, anche adesso, utilizzando la conoscenza e la personalità. Ci saranno così esempi per strada e la bellezza, talvolta, è contagiosa.

Cavallerescamente e coraggiosamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 24-03-2009
Cod. di rif: 4005
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Attenzione alla teoria. Al maestro Mocchia
Commenti:
Egregio Scudiero Mocchia,

La ringrazio per il suo prezioso commento che leggo solo ora.
In realtà il collage-confronto delle due immagini del Taccuino 4353 è volutamente esasperato. Sir Charles Watson, ritratto dal lucchese Pompeo Batoni, indossa il Vandyke dress, l’elegante vestito alla Van Dick, divenuto comune tra l’élite alla moda dell’epoca e usato nelle corti della seconda parte del ‘700. Così come il riferimento al cappello non è dovuto ai dipintine bensì ad una mia recente rilettura del testo di Folledore “Il cappello da uomo”.
Detto questo, quello che va sottolineato è la portata della teoria magistrale sull’impatto socio-estetico di Brummel. Le implicazioni profonde sono ancora da investigare e meritano certo la nostra più precisa attenzione. Sono fermamente convinto anch’io che l’impianto di dominio maschile nel gusto parte da quell’impatto.

Cavallerescamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 25-03-2009
Cod. di rif: 4008
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Sui fiori del Donegal
Commenti:
Egregio Gran Maestro,

mi accodo all’interesse suscitato dall’argomento Tweed, tessuti che ci paiono da subito in confidenza, forti di un rapporto profondo e, a mio avviso, altamente evocativo.

In particolare, nel Taccuino che esemplifica un immagine di un Donegal Tweed (rif. 4362) potrebbe spiegare meglio come sono incorporati i fili colorati nella trama. Siccome si parla di un solo filo, come è possibile ottenere il sempre stupefacente effetto dei “fiori” colorati ?

Mi permetta poi di complimentarmi per la scientificità e la resa delle ultime immagini. Ottimo.

Cavallerescamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 30-03-2009
Cod. di rif: 4020
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Nel mare del Nord
Commenti:
Impareggiabile Gran Maestro,

con il Taccuino 4399 relativo all’analisi dei “fiori d’Irlanda” che colorano il prato del Donegal tweed chiarisce un dubbio che mi rincorreva da tempo. Ora ho capito quello sbucare di meravigliosi punti colorati e La ringrazio per la precisa esplicazione.

Qualche giorno addietro il cavalier Rizzoli domandava un parere etimologico sul termine Shetland Tweed. Personalmente non ho mai classificato strettamente lo shetland nella famiglia dei tweed, ma la domanda è invero tutt’altro che banale. Infatti molti tessuti in shetland hanno pesi, rese cromatiche, trame vicine al tweed. Come comportarsi ?

Cavallerescamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 22-04-2009
Cod. di rif: 4028
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Scarpa da tennis
Commenti:
Egregio Signor Lucchetti,

anch’io non sono un grande amante della suola in gomma, tuttavia mi ha colpito la scarpa da tennis di Serafini pubblicata nel Taccuino (rif. 4422-4423). Ho ricordi di prima gioventù legati ai campi in terra rossa, allora non ancora legati in maniera così maniacale alla performance tecnica.
Scendere in gioco calzando una scarpa come quella raffigurata farà forse perdere qualche prestazione (in realtà non ne sono sicuro…) ma rimane un esempio sublime di buon gusto e raffinato piacere. Guardando le odierne sneakers - una volta si chiamavano scarpe da ginnastica per descriverne bene la sola funzione che avevano - ovvero le tante suole in gomma che spopolano per le strade cittadine, c’è da domandarsi quanto siamo scesi in basso : anche una scarpa sportivo-tecnica può essere bella e conforme ad una cifra estetica precisa.
Match point !

Ho sempre ammirato la scelta del tacco interamente in cuoio. Un gentiluomo della mia città era solito farsi realizzare le scarpe dal calzolaio Giacopelli in questa guisa. A quanto mi è stato riferito era uomo di gusto eccelso, un instancabile “domatore” d’artigiani. Credo passasse la sua vita a fare solo quello. Ah, sì, aveva un’altra passione : le Donne.

Cavallerescamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 27-04-2009
Cod. di rif: 4033
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Un origine
Commenti:
Egregio Signor Masci,

non riesco proprio a cogliere il significato del suo gesso. Pur nell’esame attento dei cartigli, le sue parole rimangono come buttate lì. Ho l’impressione, come altrove, che sia tanto per scrivere qualcosa.
La ricerca tecnica compiuta dal Signor Lucchetti ha illuminato una zona di margine, in verità alquanto interessante dal punto di vista della storia. Come ho avuto modo di scrivere, risalire ad una verità, ad un codice funzionale primario, ci fa comprendere tanto di ciò che dovrebbe essere e abbiamo perso. L’esame di quella scarpa da tennis, ben la di là di un giudizio estetico, è di grande portata in un luogo di studio.
Non sono mai andato via dal Castello.

Cavallerescamente
Lorenzo Villa

(Ex giocatore -balordo- di tennis)


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 28-04-2009
Cod. di rif: 4038
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Ricerca e verità
Commenti:
Egregio Signor Masci,

come è deprimente vedere in queste Lavagne discussioni che non servono a nulla... La ricerca che viene qui effettuata merita rispetto e profonda partecipazione. Le battaglie da combattere sono altrove.
Detto questo, Le significo che ho giocato a tennis dai 9 ai 16 anni, all’incirca 25 anni fa, tanto per constatare quanto quegli anni fossero più lontani dall’estetica da “torronaio” che oggi circonda i campi. Le federazioni, come si è detto più volte, sono quelle cha hanno rovinato lo sport, non le citerei da esempio. Non credo proprio che una partita da gentiluomini con le scarpe in questione metta a repentaglio l’incolumità fisica dei partecipanti; a meno che non si ritenga che indossare la cravatta possa danneggiare l’afflusso di sangue al cervello, come qualche ben pensante ha scritto !
Non ritengo che sia giustificabile e giustificato andare oltre. Come ho già scritto, la lettura dei quattromila gessi della Lavagna dovrebbe far comprendere bene ciò che si fa qui.

Cavallerescamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 29-04-2009
Cod. di rif: 4043
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: ABC of men's fashion - Ardy Amies - England
Commenti:
Egregio Signor Caprari,

non più tardi di tre mesi fa ho rinvenuto, e prontamente acquistato, una copia del libro in oggetto.Il piccolo tomo blu è ristampato (l'edizione originale è del 1964) dalla Victoria&Albert Museum di Londra e distribuito dalla Pinguin Ltd. In Italia dovrebbe essere importato dalla Rizzoli ma, avendone ricercato una copia di recente per un caro amico, al momento non sembra reperibile nei canali tradizionali.
Al di là delle solite querelle distributive che alcuni libri di nicchia sembrano seguire, il testo di Amies ha diversi spunti interessanti, alcune rivelazioni, semplici descrizioni, una visione estetica semplice e coerente. Pulizia e precisione dell’epoca su capi, tessuti, fogge; vista poi la sua lingua originale è facile apprendere il corrispondente inglese di molti termini tecnici.

Cavallerescamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 29-04-2009
Cod. di rif: 4044
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Errore sul nome
Commenti:
Oltre all’errore sul nome, Hardy Amies, nel mio gesso precedente tralasciavo di parlare di alcune ingenuità che sono a mio avviso presenti nel testo. In ogni caso un libro da leggere e da avere.

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Nome: Lorenzo Villa
Data: 11-05-2009
Cod. di rif: 4053
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: La fiducia, la durata, la tradizione, la ricerca del negozio
Commenti:
Tra i rimbalzi di una pallina gialla, è passato nei giorni scorsi un gesso di fondamentale importanza per tutti coloro che desiderano e fondano la vita sulla capacità di conoscere.
Il negozio storico ha rappresentato, e rappresenta ancora, un potente nucleo di energia capace di attrarre verso di sé gli appassionati di sempre ed il desiderio di chi presto o tardi lo diverrà. La prova di questa forza, formatasi in decenni di specializzazione e differenza, risiede nell’anelito umano - vieppiù maschile - del viaggio verso questi fondaci, talvolta ubicati in prestigiose aeree urbane, altre volte in sperduti agglomerati di poche case. In tutti i casi lo stesso percorso di programmazione, avvicinamento, contatto e conoscenza lega indissolubilmente i due animi umani, il commerciante/artigiano e l’acquirente, in un qualcosa che va ben oltre il mero acquisto merceologico : la fiducia. E la fiducia, si sa, è una speranza di felicità che attecchisce nel terreno nella durata. Il solo sapere che tra un mese o cinque anni avremo la possibilità di capire ed infine ottenere ciò che abbiamo raggiunto con il nostro apprendistato ci regala quella dolce serenità che addolcisce lo sforzo e rinforza la passione. La disponibilità ad un offerta collaudata e pulita da ogni spuria, sinceramente diversa e formalmente iniziatica è un percorso di specialità, di eccellenza (non di lusso, termine terribile perché elimina la tradizione della ricerca per una “cottura veloce”). Il titolare è un instancabile ricercatore, perché solo l’affinamento della scoperta giudica con il metro della verità : negli anni passati questi luoghi erano di sovente sede non solo di ciò che era impossibile trovare altrove ma anche terribilmente all’avanguardia (nel senso classico).
Fiducia, perpetuità, tradizione, ricerca.
Il pericolo numero uno di queste attività non risiede solamente nel lievitare degli affitti - se l’azienda è sana un trasferimento non intacca il contenuto ma solo il contenitore - ma nell’abbassamento fisico e psichico della domanda, nella sua mancanza di slancio. è questa che fa prosperare il circolo virtuoso di cui si parlava prima. E’ tenendo e rinnovando ad un livello sostenibile la domanda “colta” che un negozio storico continua a produrre il ciclo vitale di fiducia-durata-tradizione che è il suo scopo primo, siccome un’attività non si può basare solo sulla poesia ma deve produrre utili e stare sul mercato. In altre parole, se ci stanno a cuore queste forme veritiere di commercio dobbiamo frequentarle.

Spero che la rilevanza dell’argomento trovi qui la Castello terreno solido per ulteriori riflessioni e formule conoscitive.

Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 30-04-2009
Cod. di rif: 4048
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Palaestra
Commenti:
Lo scontro fa parte della stessa natura cavalleresca. Sia leale, sincero, puro, duro e carico di ideali come solo chi osa guardare le cose sa fare. Le emozioni intime, il Cavaliere, le tiene per sé; si lascino i muliebri conforti e le apparenti partecipazioni ad altri luoghi, ci si potrebbe far male. Qui si studia ma si combatte anche : è normale che qualche volta ci si azzuffi per poi andare a bere copiosamente insieme.

Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 13-05-2009
Cod. di rif: 4058
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Fraintendimento. Al Sig. Bianchetti
Commenti:
Egregio Signor Bianchetti,

mi rammarica il suo risentimento nei confronti della mia espressione. In realtà credo che abbia frainteso il riferimento giacché con le mie parole “estetica da torronaio” mi riferivo a certe scritte-griffe-sponsor-marchi che trovo fuoriluogo in campo e fuori, giammai ad una critica verso la categoria. Non le nascondo che appena mi ci imbatto, e trovo quello buono (raro), non manco di acquistarne qualche ettogrammo.

Mi preme in ogni caso farLe presente che l’espressione non è mia ma è apparsa la prima volta nel V° capitolo dello stupefacente percorso “Vestirsi Uomo” (rivista Monsieur luglio 2003 – articolo su ns. Florilegio pag. 5) redatto dal sommo Gran Maestro. Non Le sarà difficile recuperare il passaggio di riferimento.

Se legge il Castello, lo legga tutto. E sia prudente.

Cavallerescamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 22-05-2009
Cod. di rif: 4066
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Metallo bianco e blazer.
Commenti:
Egregio Gran Maestro,

la scelta dei bottoni argentei da blazer è molto ampia per materiali, fogge, superfici e finiture. Chiunque ha avuto modo di sfogliare i cataloghi di alcune ditte inglesi (H&S, Benson&Clegg, etc.), e di curiosare in alcune vecchie botteghe, ha assistito ad una panoramica vasta e multiforme che già ad una prima occhiata esprime nei suoi casi distinti significati ed espressioni molto diverse tra loro. Passare da un semplice bottone piatto ad uno semisferico con fregi muta fortemente la cifra estetica della giacca; in mezzo tutte le possibilità, dal lucido all’opaco, dallo zigrinato a quello con stemmi, dal più silente al più squillante e via di questo passo.
Mettendo in raffronto i diversi bottoni in metallo bianco con le due tipologie canoniche di blazer (mono e doppiopetto), possiamo interpretarne alcune lingue canoniche ?

Cavallerescamente
Suo
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 29-05-2009
Cod. di rif: 4079
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: La grandezza di ogni uomo. Rif. gessi 4071-4075-4076
Commenti:
Al di là di uggiose e lontane glosse su questioni politiche e sociali, del tutto estranee a questo luogo, credo che le parole dell’ottimo Cavalier Borrello puntassero invero quel concetto di “decoro” personale che ogni uomo dovrebbe ricercare, senza vincoli di appartenenza, idee e ruolo sociale.
L’aspirazione ad una correttezza formale necessaria rende plausibile l’educazione, da sempre una forza che aiuta gli elementi del sistema quando sono lasciati soli ma fieri di una condivisione. Qualche volta sfocia nella dignità, la grandezza di ogni Uomo.

Cavallerescamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 08-06-2009
Cod. di rif: 4088
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Blazer e metallo
Commenti:
Insuperabile Gran Maestro,

apprendo dalla Sua risposta al Sig. Fontana che i bottoni piatti in metallo chiaro non sono adatti per il blazer. La suggestione dei particolari, ove muoversi diventa periglioso ! Un mio gesso (rif. 4066) cercava di codificare i significati nascosti in relazione alle varie foggie. Qui ne apprendo già una.
D’altra parte, se il percorso iconografico si fa leggere per bottoni importanti e plastici, nondimeno mi è capitato di vedere vari capi di sartoria che si ornavano di bottoni piatti argentati, magari dotati di una zigrinatura superficiale ovvero di alcune decorazioni, dal mondo militare ai più inintelligibili simboli e fregi.
Non le nascondo che io stesso scelsi per un blazer monopetto, tre bottoni in fresco tre capi, un bottone piatto argenteo-brunito recante in rilievo due piccole spade incrociate. Era un bottone perso negli scricchiolanti ed impolverati cassetti del mio sarto da chissà quanto tempo (…lui parlò di almeno trent’anni) e mi piacque per quel suo spirito silenzioso e marziale.
E’ possibile approfondire l’argomento ? Temo che la Sua chiosa mi abbia posto più di un dubbio in merito.

Cavallerescamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 08-06-2009
Cod. di rif: 4090
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Il gusto della verità
Commenti:
Egregio Gran Maestro,

ho sempre preferito le caramelle alle pastiglie. Mio nonno era solito tenere in una piccola scatolina dorata delle pastiglie di “menta fredda” che tuttavia io desideravo sempre barattare con qualche bella caramella panciuta, ruffiana, avvolta nella crocchiante carta sgargiante !
Domando fin d’ora scusa per la divagazione ma il titolo e la metafora della Sua ultima mi hanno ricordato quei giorni dei tempi andati.
Ora comprendo bene la direzione su cui operare quello che prima di tutto è un’adesione storica ed estetica e poi una scelta personale. Come si diceva è la via naturale pensare ad un bottone concavo, bensì qualche decorazione, invero qualche lavorazione decisa, della superficie piatta del bottone - un bottone comunque di buon spessore e consistenza - non mi hanno mai dettato sospetti estetici. E’ probabile che grazie alla riflessione indotta dalle Sue parole sul canone, le cose non stiano più così. L’umile esperienza che ho accumulato in questi anni mi insegna infatti che le scelte operate solo sulla preferenza personale hanno una durata molto più limitata rispetto a quelle mirate dalla correttezza di una verità storica e di costume. Fermo restando il piacere e l’individualità di ciascuno.

Cavallereschi saluti
Suo
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 09-06-2009
Cod. di rif: 4093
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Lino e scoloriture, un auturitratto.
Commenti:
Egregio Signor Caprari,

non posso che accodarmi alle parole dell’inarrivabile Gran Maestro giacché quello che ho sempre amato del lino irlandese è proprio questa sua splendida attitudine all’invecchiamento migliorativo. Le rughe, le piccole rilassatezze nelle giunture o nei ridossi, lo scolorimento periodico ed irripetibile fanno di questo tessuto regale la gioia della diversità, la fierezza dell’unicità.
Cito, sperando di non sbagliare troppo, le parole del nostro Gran Maestro a memoria : “il Principe Carlo le esibisce (le scoloriture, ndr) come decorazione del suo rango”.
Ami i suoi pantaloni, sono veramente suoi, un simbolico autoritratto.

Cavallerescamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 12-06-2009
Cod. di rif: 4099
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: L'impero del cashmere, il dittatore della maglieria.
Commenti:
Nel Taccuino 4555 il Gran Maestro parlava di maglieria maschile dolendosi dell’impossibilità di poter disporre di capi su misura e con i filati corretti.
In verità, taciuta la fatica nel reperire il giusto artigiano, impresa non facile ma ancora possibile a patto di avere le idee molto chiare sul cosa domandare e come realizzarlo, la complicazione maggiore si affronta nella ricerca del filato. Ancor più che il mondo della drapperia, quello del filato è stato sterminato dal Sacro Impero del Cashmere, tipologia che è diventata così diffusa da divenire stucchevole. Tanto è vero che la (quasi) totalità dell’offerta maschile su misura, e non, è focalizzata su questo pelo caprino, a discapito di una varietà meravigliosa di lane : merinos, alpaca, shetland, lambswool etc. Le stesse case produttrici, per mimetizzare un’offerta ai minimi storici da almeno quindici anni, presentano cartelle colore di vari misti, in cui la parola cashmere è il grimaldello di un improbabile accesso alla bellezza. Non c’è che dire, una delle massima riduzioni di diversità si riscontra nella maglieria.
Qualunque discorso sul classico maschile deve, a mio avviso, terminare sempre con un minimo slancio costruttivo : è ancora possibile vestire maglieria su misura. Forse è il momento giusto.

Cavallerescamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 15-06-2009
Cod. di rif: 4103
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Sapori della lana e dintorni. Al Sig. Lucchetti.
Commenti:
Egregio Signor Lucchetti,

qualche piccolo giacimento c’è ancora in giro, per fortuna. Mia madre trattava fino a qualche anno fa la Steinbach Wolle, un’azienda austriaca che non rinnegava nulla della tradizione tirolese dura e pura. La Mondial di Brescia bobina ancora un buon merinos fine 2/28 da lavorare a uno,due,tre capi. Ottimo il loro cotone Egitto makò per maglioni estivi. Conosco di fama la Moessmer; se mi trovassi a passare a cielo aperto da quelle parti darò volentieri un’occhiata al loro spaccio aziendale. A Parma c’è Zuccheri Lane : mi risulta avere ancora qualcosina al di fuori dei soliti “sapori”. La sede, unica e storica, è in via Mazzini 10/a. Cercando, cercando…

Cavallereschi saluti
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 15-06-2009
Cod. di rif: 4104
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Errore
Commenti:
Chiedo venia per il refuso precedente. La mia era indirizzata al Sig. D’Agostino e non al Signor Lucchetti. L’età comincia a farsi sentire… Chiedo scusa agli interessati.

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Nome: Lorenzo Villa
Data: 16-06-2009
Cod. di rif: 4106
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Torrenti sotterranei
Commenti:
Egregio Cavalier D’Agostino,

pensi che a Parma, fino ai primi anni ’80, c’erano almeno dodici-tredici negozi di filati. Ora ne è rimasto praticamente uno (uno e mezzo, diciamo) e per di più con una scelta azzoppata; non c’è però da lamentarsi, ci sono città di queste dimensioni che stanno peggio. In ogni caso, se vuole trovare una rocca o una matassa di shetland da dare alla sua magliaia è un impresa che ha dell’impossibile. Sono però convinto che i torrenti non si esauriscono interamente ma scendono in profondità : sarebbe interessante trovare qualcuna di queste fonti di approvvigionamento. Se dalle parti del Granducato Toscano c’è qualcosa, riempia la bottiglia e ce ne faccia bere un poco. La “sete” è tanta.

Cavallerescamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 18-06-2009
Cod. di rif: 4108
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Calzoleria Giacopelli. Al Sig. Chierici
Commenti:
Egregio Signor Chierici,

la calzoleria Giacopelli è una bottega storica del Ducato aperta dal maestro Ugo Giacopelli negli anni ’70. Pare che la storia si sia ripetuta giacché Giacomo Banzola, con sua sorella Shara, verso la metà degli anni ’90 hanno affiancato e poi rilevato la calzoleria di via Cairoli, splendidamente prossima alla chiesa di San Giovanni e a quella Piazza Duomo che parla ancora tanto ai visitatori e che sussurra quotidianamente al cuore dei parmigiani.
Ben frequentata e avviata, offre un buon servizio ed una grande disponibilità. Il signor Giacomo non le farà mancare un calice di buon vino, di cui è grande collezionista, e una buona chiacchierata. Insomma, cura del cliente, personalizzazione e affabilità che il gentiluomo desidera. La modellistica è ampia con una predilezione per l’allacciato. Lo stile innesta, a mio avviso, parte della scuola bolognese con alcuni stilemi d’oltremanica senza mai essere eccessivamente pesante.
Alcuni modelli, come il mocassino e la francesina 5-6 fori, mi hanno sempre fatto un’ottima impressione. Notevole la collezione dedicata alla campagna e alla montagna : bellissime le scarpe da roccia, ineccepibili per fattura e caratteristiche tecniche. Insomma un indirizzo da visitare e da tenere in ottima considerazione, con il più della giovane età del maestro e di una curva professionale in piena crescita. Ad interesse di tutti segnalo il sito internet : www.calzoleriagiacopelli.it
Passo e chiudo.

Cavallereschi saluti
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 09-07-2009
Cod. di rif: 4116
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Spartana essenzialità
Commenti:
Molto interessante il commento del Cavalier Rizzoli. Personalmente credo che l’essenzialità sia un approdo, una sintesi ultima. Difficile operarla da principio.
Non è invero difforme un parallelismo con la cucina, la quale anch’essa trova la sintesi, la nettezza, la pulizia dei sapori, nell’assoluta semplificazione, nella riduzione di ogni ridondanza dopo aver compreso e approfondito ogni possibilità. Il guardaroba non fa eccezione, ciò nondimeno questo culmine di spartana precisione è un traguardo non da poco che coinvolge non solo gli oggetti ma l’uomo nei suoi costumi e nelle sue abitudini quotidiane.
“In ogni arte la semplicità è essenziale”.

Cavallerescamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 22-07-2009
Cod. di rif: 4130
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Lino irlandese e bagni di colore.
Commenti:
Invincibile Gran Maestro,

la settimana appena trascorsa, durante un mio abituale pellegrinaggio in sartoria, mi sono ritrovato tra le mani due splendide pezze di lino irlandese, una blue navy e l’altra color avorio, ordinate per un cliente che spera in una lunga estate (…considerati i tempi del maestro !).
Alle ineccepibili caratteristiche di rigidità e corposità che tanto ce lo fanno desiderare, si univa una considerevole differenza di mano tra i due colori. Nel dettaglio, a parità di peso e produttore, la blue era al tatto molto più inflessibile e consistente della tinta chiara.
A questo punto mi domando : può il bagno di colore influenzare così tanto la resa del tessuto ? Ho ricordi legati ad alcuni filati merinos da aguglieria che presentavano una rimarchevole differenza tra un bagno di colore e l’altro. Può avvenire la stessa cosa con la tela di lino irlandese, che sappiamo, ovviamente, essere tinta in pezza ?

Cavallerescamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 31-07-2009
Cod. di rif: 4139
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Bianco e blu, mohair e shantung.
Commenti:
Eccelso Gran Maestro,

in riferimento all’interessantissimo accostamento bianco-blu - a mio avviso da sempre, oltre ad un amplia casistica storica classica, ha dalla sua un allure che riesce a farci sentire più belli - Le domandavo una precisazione sull’accostamento tra pantaloni in shantung bianco e giacca in mohair “svelto” blu. Qualche tempo fa esplorammo la possibile spezzatura del mohair dalla sua dimensione da abito. Qui si riferisce ad un tessuto particolare ?

Cavallerescamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 07-08-2009
Cod. di rif: 4153
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Mohair "infedeli". Rif. gessi 4139-4140
Commenti:
Egregio Gran Maestro,

un paio di anni fa credo di aver visto quel mohair “svelto” a cui fa riferimento. Aveva un’armatura a tela piuttosto grossolana e ritorta, cosa che per molti aspetti lo avvicinava alla mano di un ritorto tre capi. Ho centrato il tessuto ?
La causa del possibile “divorzio” di questa tipologia dai pantaloni va ricercata sopratutto nella tessitura, giacché la composizione anche per i “fedeli” da abito è sempre lana-mohair, e nella cromia ?

Cavallereschi saluti
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 24-08-2009
Cod. di rif: 4163
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Contrasto soffice e sole, la luce di un protagonista ?
Commenti:
Egregio Gran Maestro,

sono alla seconda rilettura dei Suoi ultimi capitoli dedicati al bianco (con tutte le sue varianti) e alla sua presenza nel cosiddetto “contrasto soffice”, nonché nella sua vocazione marina. Come ebbi a dire in un mio gesso di qualche settimana fa, da sempre i pantaloni bianchi con giacca blu esercitano sul sottoscritto un’attrattiva che le tante immagini proposte non hanno fatto che accrescere.

L’anno passato un giovane cliente della sartoria da cui abitualmente mi servo si è fatto cucire un pantalone bianco in un moleskine di 15 once della ditta inglese Brisbane Moss. Proprio in quel tempo il sarto mi stava realizzando una giacca in uno shetland spigato grigio chiaro. L’accostai, per gioco, ai pantaloni in questione e ne rimasi colpito per una certa grazia dell’insieme.
Possiamo parlare di contrasto soffice ? A tal proposito esiste un registro ove inserire il moleskine ed il velluto candidi ?

Riguardo al “contrasto soffice” tanto bene enucleato, è errato pensare al sole come ad un protagonista importante nel gioco delle parti ? Quasi tutte le illustrazioni si giovano di una piena luce solare e, a mio avviso, un contrasto così leggero è plasticamente intensificato dal sole.

Cavallerescamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 28-08-2009
Cod. di rif: 4166
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: La propensione del bianco e la sua sciarpa.
Commenti:
Egregio Gran Maestro,

mi rallegra la Sua affermazione sull’influenza positiva del sole sul contrasto soffice, nonché la nota vantaggiosa sull’utilizzo del moleskine candido con lo shetland.
Vi è di certo assonanza tra colori ed atmosfere, tra tonalità e riflessi; ecco che un bianco niveo non può che richiamare a sé quella luce naturale.
Inutile resistere, cedo volentieri al fascino della sciarpa anche se, Le dico la verità, ho qualche dubbio in proposito. Nelle splendide immagini non sempre è possibile capire se sotto la sciarpa ci sia una cravatta. Mi domandavo, quindi, come dosare la sua assenza ovvero la sua pulsante, contemporanea, presenza. Torno con la mente al Taccuino 4855 ed al gentiluomo-playboy con blazer doppiopetto : splendida la sua sciarpa a pois rossi !

Nel chiaro c’è una propensione evidente; come un foglio può contenere le infinite possibilità delle espressioni umane.

Cavallerescamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 23-09-2009
Cod. di rif: 4179
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Le toppe di Carlo il Chiaro
Commenti:
Carlo d’Inghilterra, faro dello stile inglese, riesce sempre ad interrogare chi sa cosa guardare. Le toppe delle sue Oxford, presumibilmente John Lobb, sono applicate e lavorate così bene da rimarcare ulteriormente l’attenzione che è stata riposta su “queste” scarpe. Si può parlare a lungo della scelta operata dal Principe del Galles e sull’opportunità-possibilità di ricondurla entro le serrate file del nostro quotidiano, ma non è questo che vedo in quelle “medaglie”.
L’uso sino alla fine è il sostrato della ricerca sensibile, della scelta scalpitante domata dalla storia. L’estremo gesto che ci spinge ove molti avrebbero già abbandonato è il ricordo, la percezione di una presenza importante che si può trovare in un manufatto perfetto ed usato. Chissà a Carlo cosa rievocano quelle sue scarpe nere…che parte della vita vogliono testimoniare..? Potrebbe farsene realizzare un paio nuovo alla settimana invece preferisce custodire, e far vivere finché può, una memoria. Siamo a mio avviso di fronte ad un alto senso delle storia, della tradizione, di una coscienza pronta a riconoscere l’equilibrio, invero una protezione contro gli strali dell’odierna sensibilità. Una smisurata passione per il bello autentico.

Cavallerescamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 09-10-2009
Cod. di rif: 4180
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Ulster blu
Commenti:
Caro Gran Maestro, stimato Rettore,

se il bel tempo fino ad ora ci ha intorpidito i sensi con giorni insoliti, le nuvole ostili che sovrastano il cielo di oggi mi fanno pensare agli svolazzi delle foglie, alle folate di vento fresco, alla nuova stagione della penombra, del sapore di terra, dei profumi di legna. E sono contento. Il momento è quindi propizio per valutare qualche nuova idea e dal momento che ci troviamo nella Porta dell’Abbigliamento quest’ultime non potranno che riguardare il guardaroba.
L’idea si fa proposito : un cappotto modello ulster in lana blu. Non voglio considerare il cachemire, volutamente. Che tipologia di tessuto ritiene più adatto per questo ardito e complesso modello in siffatto colore ?
Non c’è nulla da fare, ho sempre amato di più la stagione fredda; l’autunno e l’inverno riescono a contenere meglio il mio mondo, la mia sensazione ovattata ed intima di piacere.

Cavallereschi saluti
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 15-10-2009
Cod. di rif: 4186
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Ulster, un particolare non da poco.
Commenti:
Stimatissimo Rettore,

La Sua chiosa sul tessuto adatto per l’Ulster mi giunge alquanto gradita. Le confesso che da qualche tempo sto “studiando” i Suo disegni del 2004 che raffigurano il davanti ed il dietro della forma canonica di questo capostipite dei cappotti. Mi complimento ancora per la precisione e la dovizia di particolari che raffigurano, cura che rende molto agevole la sua comprensione stilistica.
Ho una domanda sull’immagine del Taccuino 926 raffigurante il davanti : il quarto bottone che compare da sotto il bavero è il responsabile del doppio uso o cela una quarta fila di bottoni ? Sento che qualcosa mi sfugge e quindi accorro alla Sua ineguagliabile scienza.

Cavallereschi saluti da Parma
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 28-10-2009
Cod. di rif: 4190
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Diametro dei polsini doppi da gemelli. Due filosofie ?
Commenti:
Egregio Gran Maestro,

il doppio polsino con gemelli presenta, analizzando diversi apparati iconografici, una notevole escursione di ampiezza. Tento di spiegarmi meglio. Su taluni modelli - specie di ispirazione anglo-americana - è molto ampio di diametro sul polso, con la conseguente caduta totale della manica; su altri è più serrato con la manica che si comporta in maniera similare al polsino tradizionale. La costruzione e le misure da adottare per i due effetti differiscono non di poco.
Mi chiedo, quindi, quale filosofia sottintendano le due scelte, comprendendo che certamente non si può parlare di superiorità dell’una rispetto all’altra.

Cavallereschi saluti
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 09-11-2009
Cod. di rif: 4197
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Le ampiezze del polsino doppio.
Commenti:
Egregio Gran Maestro,
il Suo commento conferma la mia idea originaria, nonché l’esistenza di interessanti – per chi gradisce studiarle – peculiarità espressive territoriali e culturali che si insinuano nei particolari altamente espressivi. Personalmente, solo ora mi sento di esprimerlo : preferisco il polsino piuttosto saldo che porterà, indi, un diametro di poco superiore a quello del mio polso. Come prima, anche qui si conferma l’adesione alla cultura personale della mia terra, concetto che mai deve portare ad un’esclusione cieca della ricerca conoscitiva. E’ stata altre volte rimarcata l’importanza di un giudizio, di una visione, di uno studio, che tralasci il più possibile le inclinazioni del soggetto per poter percepire, serenamente, le ampie possibilità che affrontiamo nell’abbigliamento, nostro amore, nostra condanna.

La preziosità delle Sue parole.
Testis unus testis nullus.

Cavallerescamente ringrazio.
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 25-11-2009
Cod. di rif: 4207
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Pantaloni : consistenza e tecnica del bustino.
Commenti:
Inarrivabile Gran Maestro,

la risposta fornita di recente al Signor Limardo su di alcuni dettami tecnico-costruttivi dei pantaloni cita un particolare che da sempre caratterizza i precetti consegnati al mio sarto e che proprio qualche tempo fa avevo in animo di portare alla Sua attenzione : la rigidità del bustino. In effetti ho sempre richiesto, e preferito, un bustino molto rigido, che fermi saldamente i pantaloni al punto vita e che li faccia “percepire” (ovviamente in guisa piacevole). In più con le bretelle mi pare di evitare il problema del rimbocco.
Nella Sua chiosa parla invero di “consistenza” e non di “rigidità”. Il mio sarto utilizza una tela interna alquanto rigida, in certi casi anche doppia, per ottenere l’effetto desiderato. Lo stesso Ambrosi, in un paio di pantaloni di qualche anno fa, mi cucì un bustino molto rigido che fece da capo scuola ai capi via via fatti realizzare successivamente.
Potrebbe chiarire meglio questa caratteristica ? La mia scelta è una scelta corretta ?

Cavallerescamente
Suo
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 02-12-2009
Cod. di rif: 4222
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Rigidità del bustino. Rif. gessi 4207, 4217.
Commenti:
Egregio Gran Maestro,

il mio sarto, che come quasi tutti dalle mie parti si affida ad una pantalonaia, utilizza proprio una tela di crine interna al bustino, a volte doppia, naturalmente libera. In effetti è una soluzione che mi sento di consigliare e di far percorrere a chi cerca una vestibilità ben salda e precisa come dicevo soprattutto con le bretelle. Mi rallegra la Sua condivisione e quella di una maison come London House.

Cavallereschi saluti
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 11-12-2009
Cod. di rif: 4226
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Abbigliamento maschile - femminile.
Commenti:
La parole del Cavalier Lucchetti nel gesso 4224 contengono un concetto a mio avviso tutt’altro che banale e molto significativo : la relazione tra abbigliamento maschile e femminile. Non è certo negli scopi di questa Porta indagare e studiare l’abbigliamento femminile, tuttavia credo sia interessante domandarsi se questi due ambiti hanno sempre percorso un cammino parallelo, ma distante, ovvero se ci sono avuti punti di contatto rilevanti ai fini dell’evoluzione del vestire maschile, ciò che a noi sta a cuore. In altre parole rilevare come, quando e se, ci sono state influenze. Inutile negare che le forze in gioco sono disposte in un campo amplissimo e la stessa storia evolutiva dei codici d’abbigliamento ci fa intuire la difficoltà di un’analisi in tal guisa. Ciò nonostante trovo intelligente porsi la questione, diciamo accendere una piccola lampadina, per essere certi che nulla nella nostra immensa trattazione venga trascurato. Alcuni relitti sono difficili da raggiungere ma possono ancora celare dei tesori.
Il sommo Gran Maestro cosa ne pensa ?

Cavallerescamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 14-12-2009
Cod. di rif: 4229
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Forze tra le parti
Commenti:
Egregio Cavalier Lucchetti,
come premesso il mio commento non voleva certamente condurre l’attenzione del nostro studio accademico sull’abbigliamento femminile, non sia mai, ma solo sottolinearne l’influenza che può avere avuto nella creazione di parte del palinsesto virile.
Ciò che Lei ha ben evidenziato sul piano tecnico-costruttivo e sull’impianto sociale è in effetti un dato certo ed assimilato, al quale mi permetto di aggiungere il sottile influsso della “relazione” personale. Inutile dimenticare, ahimè, molte esecrabili scelte effettuate dalla parte muliebre nel puro ambito maschile ovvero la positiva dinamica di pensiero che necessariamente porta una diversa punteggiatura : un’idea, una preferenza che persa l’accondiscendenza passiva diventa passo creativo, la riduzione di una forza ad un silente contrappunto. Devono esserci forze contrapposte in gioco per poter generare un equilibrio.
Concordo nuovamente con Lei sull’importanza dello stile “dell’altra metà del cielo” per comprendere molto del “nostro” mondo. Se non fosse ben netta questa differenza non saremmo neanche a parlare di rapporti tra le parti.

Cavallereschi saluti
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 22-12-2009
Cod. di rif: 4231
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Le galoche, queste sconosciute.
Commenti:
Pare che quest’anno nessuno abbia voluto far sentire la sua mancanza : neve, gelo, atmosfere e colori della memoria. Alla faccia di chi sostiene che non ci sono più le stagioni di una volta ! Amando questo clima mi trovavo a passeggiare coraggiosamente (il termometro della vecchia farmacia di via ventidue luglio fermava il mercurio a nove gradi sotto lo zero) nel cuore pulsante della mia città, il centro storico, quando ho incrociato un signore che proteggeva le sue belle derby burgundy con delle galoche. Immediatamente sono tornato con la memoria ad alcune immagini viste qua e là in alcuni libri d’abbigliamento. Se la casualità di un incontro può rappresentare una circostanza isolata, l’imbattersi nuovamente in questo desueto accessorio, questa volta in una vetrina di un negozio, è per forza di cose un segno, un richiamo da non trascurare e giacché sono “poco” superstizioso sono immediatamente entrato per approfondire.
Sono realizzate in una gomma molto morbida e piuttosto elastica, guarnite con un gros-grain elastico e fornite di una doppia sacca per riporle, magari bagnate, dopo l’uso. La suola è lievemente tassellata e dello stesso materiale. In questo caso la casa di produzione è la norvegese swims (www.swims.com) che con la gomma realizza tutta una serie di accessori/scarpe. Si calzano sulle scarpe piuttosto facilmente fino e la camminata risulta anch’essa normale, quasi non ci si accorgesse della loro presenza, in quanto la morbidezza della gomma, e la sua aderenza, fanno sì che siano un tutt’uno con la calzatura. Le abbondanti nevicate di questi giorni, le imminenti piogge fanno pensare ad un loro utilizzo.
A questo punto l’ineluttabile domanda : possono essere utili e meritorie di attenzione per l’uomo di gusto ?
Gradirei un parere dell’irraggiungibile Gran Maestro e di tutti i grandi appassionati di calzature maschili come il Cavalier Lucchetti.

Cavallerescamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 07-01-2010
Cod. di rif: 4243
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Piacere (verso l'estreno) ed essere (in sé stessi). Rif. ges
Commenti:
Egregio Gran Maestro,
Le sono grato per il commento relativo al rapporto tra abbigliamento maschile e femminile, opportuna e chiara precisazione che inquadra molto del materiale contenuto entro queste mura di roccia. Altri, credo, si saranno interrogati su questa eventualità e non si saranno trovati in errore una volta giunti a siffatte conclusioni. L’enunciato “l’arte maschile del vestire classico non ha un vero e proprio corrispettivo in quella femminile” potrebbe in un primo momento generare un po’ di disorientamento, sebbene un’attenta ricerca in tal senso mi abbia portato alla stessa conclusione, con alcune, doverose, precisazioni. Mi sono di fatto convinto che il vestire femminile - ricercatore del piacere verso l’esterno - ha generato alcuni classici che tuttavia non hanno composto un vocabolario articolato e spendibile come quello maschile. Cioè ci sono parole che non riescono in maniera autonoma a comporre una storia. Infatti si tratta quasi sempre di creazioni-idee isolate e mai di un contesto complesso. Possiamo parlare del petite-robe-noir di Chanel ma non di un guardaroba femminile che spazia in maniera autosufficiente, poiché le sole fogge capaci di un accostamento classico sono di fatto importate. Ecco che si parla di gusto, di capriccio, di diletto, sostantivi del piacere in contrapposizione all’essere verso l’interno, tutto maschile. Se ci volessimo divertire a concepire uno studio sull’abbigliamento femminile compiuto dalla’altra metà del cielo ci troveremmo in mano una trattazione di costume che, guarda guarda, è ancora attinente al piacere.
Son solo mie modeste considerazioni e per di più in ambito che non attiene a queste severe stanze. Nondimeno credo che le chiose fin qui raccolte possano aiutare anche loro la ricerca che avanza.

Cavallerescamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 14-01-2010
Cod. di rif: 4244
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Galoche : Prova su Strada.
Commenti:
Spronato da questo bell’inverno che non ci fa mancare nulla, nei giorni scorsi mi sono deciso ad acquistare le famigerate galoche swims. Finalmente ho potuto provarne l’effettiva validità, secondo quanto già commentato dal Gran Maestro e dal Cavalier Lucchetti, “su strada” : farmi arrivare ad una cena in centro con le Oxford nere perfettamente lucidate, nonostante una passeggiata tra neve e pioggia ghiacciata. Il peso di preventivare una loro collocazione una volta sfilate dalle scarpe è controbilanciato da un utilizzo semplice e rapido. Ottimo grip su ghiaccio e bagnato. Ulteriore nota : il bordo di tenuta può, a lungo andare, creare delle leggere abrasioni sugli scamosciati. Attenzione dunque.
Giudizio (personale) finale : utili in condizioni atmosferiche molto gravose (magari improvvise), qualora si debba mantenere la scarpa lucida e ben preservata, soprattutto se in pellami delicati, durante una camminata ovvero su di un mezzo a due ruote. Sconsigliato l’utilizzo prolungato.

Cavallerescamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 25-01-2010
Cod. di rif: 4251
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Le mura del Castello
Commenti:
Egregio Signor Pagano,
la precisione della risposta del Gran Maestro non ha certo aggiunte. Mi permetto solo di far Le notare come la Sua domanda, la modalità della stessa, è da “quesiti all’esperto” per rotocalchi femminili o per quelle infime riviste maschili che sprecano tanta carta utile. Se conosce l’opera del Castello, le silenziose leggi che governano questo immenso lavoro, sa che la conoscenza non si baratta nel consiglio per gli acquisti su prodotti o marchi (per carità, li abbandoni da subito) ma nella strada faticosa della conoscenza di sé stessi, la fede dell’uomo classico.
Buon divertimento e in bocca al lupo per la sua relazione.

Cavallerescamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 29-01-2010
Cod. di rif: 4256
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Sartoria Creed
Commenti:
Stimatissimo Professor Pugliatti,

leggendo i Suoi Taccuini di oggi non mi è sfuggita la chiosa (rif.5086) sulla sartoria parigina Creed. Come forse intuisce da alcuni miei modesti gessi all’interno della Nona Porta, mi appassionano da sempre gli oggetti della toeletta maschile, in particolar modo la profumeria.
Ho sempre associato la maison di Av. Pierre 1er de Serbie, e tutta la sua gloriosa storia, a questo mondo, ignorando, colpevolmente, il suo trascorso di sartoria. Sa sviscerare meglio i fatti salienti di quest’avventura ? Dalle date che riporta pare che il mondo del su misura sia stato abbandonato, più o meno, con l’entrata di monsieur Olivier Creed. L’argomento è alquanto interessante e ben poco trattato. Spero proprio riesca a dirmi qualcosa in più.

Cavallereschi saluti
Lorenzo Villa

P.S.
Chiedo gentilmente alla Cancelleria dell'Ordine di rimuovere la copia di questo mio gesso inserita, erroneamente, nella Nona Porta. Grazie.

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Nome: Lorenzo Villa
Data: 01-02-2010
Cod. di rif: 4262
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Stoffe profumate. La sartoria Creed.
Commenti:
Stimato professor Pugliatti,

più che interessanti le informazioni riportate nella Lavagna, e le relative immagini del Taccuino (splendida la fotografia della donna in tailleur), sul periodo in cui la maison Creed veicolava la sua voce sartoria; ha ragione, in maniera autorevole direi.
La sua lunga storia, dalla fondazione nel 1760 da parte di Mr. James Henry Creed a Londra al successivo trasferimento a Parigi nel 1854, percorre come un leone la strada della profumeria e proprio sul mondo olfattorio fonda da sempre la sua grande tradizione e perizia.
Il trascorso di sartoria, dagli anni che descrive, riguardano il quarto (1863 – 1949) ed il quinto (1901 – 1980) discendente della famiglia dal doppio passaporto (inglese e francese). Trovo, mi corregga se sbaglio, la storia della London House di Rubinacci invero diversa nelle premesse : Creed parte da una nascita, da un mondo e da un’esperienza legate alla produzione di profumi. Come Lei afferma, il buon gusto del proprietario e le frequentazioni del negozio di profumeria - non dimentichiamo i rapporti dei Creed con le più importanti teste coronate nonché l'elite del bel mondo - avranno indotto ad affiancare al mondo della toeletta quello dell’abbigliamento, ovviamente, per i tempi, su misura, questo abbandonato successivamente dall’entrata in scena di monsieur Olivier (le date tornano).
Se conosce altro non esiti ad aggiungerlo alla Lavagna e nei Taccuini; trovo avvincenti le storie e i corsi delle case del gusto autentico.

Cavallerescamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 11-02-2010
Cod. di rif: 4266
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Interni per camiceria : scelta sulla consistenza.
Commenti:
Egregio Gran Maestro,

in una recente visita alla mia camiciaia ho preso visione di alcuni campioni di interni, appena arrivati dal fornitore di foderami. Per la maggior parte di noi la preferenza si orienta verso l’intelatura naturale, senza gli odiosissimi adesivi e la conseguente rigidità delle vele del colletto. Stiamo quindi parlando di tele naturali. Ebbene almeno un paio di queste erano piuttosto rigide, con un evidente effetto cartonato; vi erano poi due vie di mezzo ed un’ultima con una consistenza delicata e una buona flessibilità. Alla domanda della camiciaia su quale tipologia scegliere per le mie camicie ho risposto dando la preferenza per quest’ultima. Ho fatto bene ? Invero non mi era mai capitato di avere a disposizione più interni e di così differente tipologia.
Secondo la Sua esperienza magistrale, quale preferire per un collo francese “morbido ma plastico” ?

Cavallerescamente
Suo
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 12-02-2010
Cod. di rif: 4267
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: La Via del Cavaliere
Commenti:
Pare che una grande condivisione si sia avvolta su sé stessa, che l’assunto su cui la direzione del nostro lavoro si era basata, il piacere e la sua coltivazione, non distinta dalla gerarchia di valori che disegna il nostro modo di essere, sia schiacciata da una teoria che considera un'opera, un mondo, come un insieme scomponibile e valutabile matematicamente in ogni parte, meccanicamente come se le parti fossero indipendenti ed il rapporto tra esse, non il tutto, sia la verità da ricercare. Viene meno molto del pensiero e del credo cavalleresco. Molti dei vecchi lupi capiranno le mie parole e ricorderanno - perché non sono lì per decoro - gli Instrumenta delle Porte, le chiose, le scoperte e le crescite che tutti abbiamo avvertito come tali. Trovo pesantissimo, fangoso, questo "Nuovo terreno" della ricerca. La fuorviante meta strutturale verso cui indirizza la ricerca è frutto di un credo estraneo al Cavaliere, che dovrebbe essere colui che sa scegliere con buon senso e buon gusto. Non so perché, ma la mia mente va a Bond, Grande dell'Ordine e come tale suo ispiratore, personificazione non unica, ma significativa del credo cavalleresco. La sua natura contraddittoria ci dice più di ogni assolutismo e la sua impossibile cittadinanza nel mondo attuale afferma ancora di più la morte, nel senso di perdita del dominio, di quel sistema di valori che il semplice fatto di indossare una giacca, divestire in modo classico, salva dall'oblio e non dalla subordinazione. Ci divertiamo con un mondo condannato da tempo, aiamo noi i vivi, non il Classico. Se così non fosse non sarebbe possibile avere queste mura, essere noi stessi ogni giorno e poter raccontare la nostra storia.
Che bruttura, che stridore in tutte quelle date, quelle caselle in cui non si parla del bello, del piacere di cercare e del sentimento èrimo ed ultimo del vestire. Come è possibile ? Alcune cose scritte al Castello sono avanti di almeno un quarto di secolo. Siamo vivi grazie a questo. Questa grande condivisione è finita? Dobbiamo discutere tra noi e non della bellezza, e della verità?

Cavallerescamente
Lorenzo Villa



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Nome: Lorenzo Villa
Data: 04-03-2010
Cod. di rif: 4294
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Il silenzio del fare
Commenti:
E’ proprio del costruire quel silenzio che evita la futilità delle parole, il precipizio del pedestre compiacimento.
Forse mai come negli ultimi tempi le pietre sono avanzate, sode e solidali una sull’altra. Molto ci attende ancora, quel tutto, solo in parte percepibile, che è la nostra via naturale. Il materiale qui raccolto è poderoso ma c’è ancora tanto, tantissimo da esplorare e da amare; sopratutto da amare perdutamente !
“Il conservatore ha poco da temere dall'uomo la cui ragione è la schiava delle passioni e si dovrebbe fare attenzione a colui il quale ha fatto della ragione la più grande e la più terribile delle passioni”.

Cavallerescamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 05-03-2010
Cod. di rif: 4297
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Tutto ritorna
Commenti:
Egregio Cavalier Masci,
La ringrazio perché mi ha fatto ritornare alla mia infanzia, ai giorni trascorsi nella residenza di campagna dei mie nonni. Lì un grande viaggiatore, un uomo capace di ogni avventura romantica ma dai modi selvatici, di ritorno dalla terra dei canguri, mi regalò un boomerang decorato con grafie aborigene. Ricordo che imparai ad usarlo con destrezza e proprio la fase del ritorno era quella che mi riusciva meglio. Chissà in quale scatola ed in quale soffitta sarà finito…
Passato a parte, credo che abbia letto male le mie parole. Diciamo la verità, la colpa è mia giacché ho giocato con un aforisma del biologo inglese - importante il suo studio sull'importanza dimensionale dei fenomeni (si veda “Della misura giusta”, ed. Garzanti) - immaginandolo “rovesciato” : in positivo la ragione dominata dalla passione ed in negativo la ragione come passione tout-court. Un jeu de mots qui succombe !
Dalle Sue parole evinco la fierezza della passione che l’hanno condotta fin qui e comprendo bene lo stato d’animo che porta quella forza al servizio di una rivelazione così potente.
Una sola osservazione : trovo che andare in sartoria non costituisca un ‘puro agire’ nell’azione conoscitiva di sé stessi ma un’esperienza che contiene tutte le fasi evolutive dell’uomo : ricerca, applicazione, decisione, crescita. Cosa ne pensa ?

Cavallerescamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 11-03-2010
Cod. di rif: 4302
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Il cannello posteriore. Storia e tecnica.
Commenti:
Egregio Gran Maestro,

Homo Elegans, il celebre libro di Villarosa e Angeli, attribuisce l’invenzione del “cannello” posteriore della giacca alla sartoria inglese. Per comprendere meglio la tecnica e la funzione di questo particolare ho affrontato l’argomento con il mio sarto tuttavia, nonostante la sua buona volontà, non siamo riusciti ad esaudire la mia curiosità fino in fondo. In calce mi ha altresì confidato che si è sempre utilizzato anche nei nostri laboratori e che dubita che sia un dettaglio d’invenzione strettamente britannica.
Potrebbe spiegarne i dettagli ? So che la Sua immane scienza, unita alla Sua irraggiungibile penna, saprà fermare ciò che mi sfugge.

Cavallerescamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 02-04-2010
Cod. di rif: 4309
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Una via molto gratificante. Il proposito del Cav.Policelli.
Commenti:
Eccelsi Cavalieri,

come non concordare con il pensiero del Cavalier Policelli ! Da tempo i bacini di approvvigionamento sono avvelenati alla fonte : riuscire ad ottenere materiali e mezzi consoni alle nostre conoscenze, nonché ad una verità storica precisa, è un proposito ardito ma ineluttabile. Sappiamo tutti fin troppo bene quanto è difficile ottenere la purezza dell’età d’oro della classicità, in ogni ambito; se ben calibrata e studiata, potrebbe essere un’iniziativa importante e, soprattutto, tremendamente gratificante.
Auspico di cuore una via in questa direzione. Credo sia più facile di quel che si creda e poi l’audacia non ci è mai mancata.

Cavallerescamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 02-04-2010
Cod. di rif: 4310
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Scuse al Cav. Pollicelli
Commenti:
Domando scusa al Cavalier Giovanni Pollicelli per l’errore imperdonabile nel mio gesso precedente : ho vergato il suo cognome con una sola “l”. Chiedo umilmente venia .

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Nome: Lorenzo Villa
Data: 12-04-2010
Cod. di rif: 4320
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Una guida mai assente
Commenti:
Egregio Gran Maestro,

mi unisco a quelle voci di devozione e sorrido, con il cuore, al Suo rientro. So che non è mai stato lontano e che il suo sguardo non ha mai smesso di indirizzare e comandare il vascello. I tempi del Castello e del Cavalleresco Ordine non sono scanditi dal calare del sole ma dalle rivoluzioni astrali.
Ad ogni buon conto leggere le Sue fa bene.

Ad Maiora
Suo fedele,
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 14-04-2010
Cod. di rif: 4327
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: La terza nota delle bretelle
Commenti:
Tra un adagio che contempla una posizione di serena e distaccata virilità e l’allegro potere seduttivo che un’acuta visitatrice riporta - il Gran Maestro lo appunta nel gesso n.4324 - c’è, a mio riflettere, lo spazio per una terza nota di questo nostro amato oggetto : l’andante dell’arroganza, al suo massimo qualche decennio fa. La già sottolineata verticalità, il contenimento quadro del torace, la scelta di alcuni colori e contrasti, suonano lo spartito dell’autorità e della prepotenza, quasi il loro tessuto riesca a tendere e lanciare al massimo la forza impudente dell’uomo. La già citata capacità attrattiva si giova di questa situazione.
Un esempio tra tanti ? Uno che ricordano tutti : Michael Douglas nel film “Wall Street” (reg. Oliver Stone 1987). Difficile fare a meno delle bretelle per delineare la personalità di Gordon Gekko.

Cavallerescamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 23-04-2010
Cod. di rif: 4336
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Il bottone
Commenti:
Egregio Signor Fontana,

la Sua passione per i bottoni e per il significato che hanno, e che danno, ad un capo di sartoria trova giustificazione nelle attenzioni che da sempre molti gentiluomini vi ripongono.
La lascio con un famoso scritto di Italo Calvino dal titolo “Il bottone”; nel particolare c’è la differenza sensibile.

“Il bottone, al tramonto, raccoglie le ultime luci sulla sua superficie liscia ma non può trattenerle dallo scorrere, giù per la lieve convessità, verso il bordo rilevato dove un'ala d'ombra sta in attesa, pronta a inghiottirle. I riflessi luccicanti che nelle ore del giorno hanno cullato il bottone nell'illusione d'essere specchio e di poter accogliere nella sua imperturbabile circonferenza l'immagine tumultuosa del mondo, alla sera si smorzano e restituiscono il disco alla sua solidità opaca. È l'ora in cui una ritrovata certezza potrebbe ripagare il bottone della perdita di splendori fluttuanti e ingannevoli: se non potrà essere mondo, sarà bottone, come è sempre stato ed è, modellato in un eterno presente. Ma già un'altra ambizione lo prende: quella di sfoggiare le striature della sostanza cornea e la traccia impercettibile lasciata dal ruotare del tornio: le prove insomma della nobiltà di chi ha avuto per madre la natura vivente e non lo stampo della plastica sorda e inanimata. Per scorgere questi dettagli, c'è un momento in cui la luce non si riflette più sul disco ma è diffusa ancora nell'aria del crepuscolo. Ecco, forse adesso. No: troppo tardi! Cala il buio. I pertugi della natura — caverne nella roccia, crateri di vulcani, orifizi del corpo umano — conservano il mistero di vie che s'aprono sulle forze oscure dell'essere. Non così i fori del bottone: netti, regolari, simmetrici, centrali, essi rappresentano la ragione — nelle sue accezioni più usuali: ragione pratica, ragione sufficiente — e fanno del bottone un bottone, ne condizionano funzione ed essenza.
II filo che in essi scorre dovrebbe partecipare della stessa univocità e assolutezza; invece il contrasto tra il suo modo d'essere e quello del bottone è irriducibile. In mezzo alla distesa levigata, priva della minima increspatura, si leva un doppio ponte di fibre, che a uno sguardo ravvicinato si rivelano filamentose e bioccolute: lacci che si stringono alle pareti esatte dei fori con l'accanimento malleabile delle liane nella giungla e delle spire dei serpenti. Nel cuore del bottone impassibile s'annida un'anima flessuosa e intrigante, capace di disporsi in due parentesi simmetriche e uniformi nel tratto del suo percorso allo scoperto, ma anche di nascondere nell'interstizio tra bottone e stoffa un groviglio attorcigliato e bitorzoluto. Ed è su questo tronco-viluppo ritorto e convulso che il bottone regge la sua serenità imperterrita. Tra le cose del mondo i legami più saldi si fondano sull'eterogeneità, purché essa garantisca l'elasticità necessaria a una connessione mobile e articolata: così la gomena tra la nave e il molo, così il filo tra il bottone e la stoffa. Se il centro del bottone custodisce gli organi più essenziali alla funzione dell'allaccio, insieme esatti come ingranaggi e reattivi come visceri, la circonferenza può permettersi un segno di lusso ornamentale, sia pur austero, quale il bordo rilevato. Questa rifinitura non è priva di significato: giustamente sottolinea una proprietà decisiva dell'oggetto: la misura dei suoi confini. Infatti, un bottone d'estensione illimitata non servirebbe ad abbottonare perché non entrerebbe in alcun occhiello, così come un bottone di superficie nulla o scarsa non potrebbe esercitare alcuna presa; dunque esiste una norma aurea, il giusto calibro che il rilievo del bordo incorona, a ricordare che il mondo è una rete di corrispondenze, dove non c'è cosa fine a se stessa e ogni bottone presuppone un occhiello e viceversa.
Valicati i bordi, si ritorna verso il centro percorrendo la faccia inferiore del bottone, che è svasata, come d'un piatto o scodella. Per studiarne le proprietà, si consiglia d'attendere il sorgere della luna: bottone e satellite brilleranno entrambi di luce riflessa sulle facce che reciprocamente si fronteggiano, mentre le facce nascoste resteranno fasciate d'ombra, ma con questa differenza: mentre il rovescio della luna s'affaccia su vuoti abissi di lontananza, il rovescio del bottone schiaccia la propria ombra sui campi di stoffa, da cui solo lo separa un peduncolo di filo più corto d'un gambo di fungo, o addirittura aderisce alle labbra dell'occhiello nel lungo bacio dell'abbottonamento, e accetta la carezza vellicante del tessuto.
I rapporti tra il bottone e la distesa morbida di stoffa in cui affonda le sue radici filiformi — prato erboso se è lana, o fitta stuoia di fibra sintetica — non sono definibili con certezza, come sempre accade tra entità inconciliabili. Insensibile al caldo, al freddo, al secco, all'umido, il bottone può ben farsi forte del suo temperamento stabile, ma non di rado la ricchezza di reazioni della stoffa, il suo fiorire e il suo patire, la sua partecipazione ai climi e alle intemperie, gli paiono aspetti degni d'invidia, o gli suscitano uno struggente desiderio. Insofferenza reciproca e complementarità amorosa s'alternano e si mescolano, come in tutte le lunghe convivenze. L'autunno è la stagione in cui questi sentimenti toccano l'acme: dalla stoffa che assorbe l'umidità dell'aria, esala una nebbia pungente; il bottone non si stanca d'aspirarla spalancando le sue tonde narici.” (I.Calvino)

Cavallerescamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 26-04-2010
Cod. di rif: 4340
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: La nostra via
Commenti:
Se oggigiorno ci fossero ancora sartorie in ogni androne, così come calzolai, camicerie, drappieri, artigiani di ogni sorta e, soprattutto, ci fossero ancora tanti gentiluomini, noi non saremmo qui !
Inutile negarlo, il Cavalleresco Ordine non si propone di creare alcunché. Senza le “perdite” che soffriamo e che sentiamo come estremamente dolorose, il nostro sodalizio, forse, non esisterebbe perché ad ogni angolo di vita ci sarebbe la possibilità di sapere ed imparare. Era così naturale ! Oggi ci passiamo i nomi degli artigiani come carbonari…
Siamo in trincea a difendere gli ultimi baluardi, siamo in pochi, spesso siamo smarriti, ma sappiamo amare. Ecco perché ogni iniziativa che mira a riportare alla luce una verità della nostra storia ci appare così inebriante; ecco perché bramiamo le imprese difficili come quella della rinascita di un tessuto; ecco perché è così importante trovarsi ai nostri incontri, ai nostri laboratori, per far sì che una tradizione, anche la più insignificante, possa essere trasmessa; ecco perché dopo aver partecipato ad un nostro evento si porta qualcosa a casa che mai svanirà.
Se vogliamo vivere come sappiamo dobbiamo rendere possibile la nostra scelta.

Cavallerescamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 04-05-2010
Cod. di rif: 4343
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Solaro e corozo, le ragioni di un'affinità.
Commenti:
Egregio Gran Maestro,
le mani del mio sarto stanno lavorando da qualche settimana su di un abito doppiopetto in solaro. Durante una mia solita visita in sartoria - com’è sempre dolce passar per quei luoghi - cominciai a pensare ai bottoni da scegliere, optando mentalmente per la via del corno.
Dopo qualche tempo, parlando della cosa con il Cavalier Rizzoli, mi è stato ricordato un Suo scritto in cui consigliava, per il solaro, il più silenzioso corozo. Fatto mio il proposito, non Le nascondo con qualche piccolo dubbio, ho avuto modo di verificare l’esattezza del Suo consiglio : il corozo, in colore tabacco medio, presenzia senza prevaricare questo ispirato tessuto. Fin qui, si dirà Lei, niente di nuovo. Ebbene, mi domandavo le ragioni di questa affinità; perché il corozo mi è parso perfetto non appena si è appoggiato al tessuto ? La nuance del solaro sembra fatta apposta per il corno invece…

Cavallereschi saluti
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 21-05-2010
Cod. di rif: 4346
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Salvaguardia della natura
Commenti:
Il resoconto del Signor Turchetti induce una riflessione sul rapporto uomo-natura. D’altra parte le parole di Sua Altezza Carlo d’Inghilterra sono di quelle che colpiscono la sensibilità del gentiluomo, per di più dispensate con un evidente passione che mal nasconde la grandiosa frequentazione del buon gusto e del buon senso dell’inarrivabile Principe. Si riflette sulla vita, insomma.
Sono fermamente convinto che il percorso d’esperienza e di conoscenza che porta l’uomo ad identificare la propria esistenza con il soave tocco della bellezza sia quanto di più possibile vicino all’ideale di natura vitale. Di fatto l’atteggiamento di amore e di precisa coerenza con l’ambito classico dell’eleganza maschile è una delle strade necessarie per far sì che l’uomo sia in armonia con l’ambiente circostante e con la meravigliosa creatività del mondo vivente. La stessa fotografia che ho appuntato nel Taccuino (rif.5221) da un esempio meraviglioso di come un abbigliamento appropriato possa lasciarsi ‘circondare’ dallo struggente prodigio di un paesaggio senza creare ostacoli o ‘macchie’ e di farsi scivolare addosso senza attrito quel pennello che è stato capace di dipingere quell’istante. Il vestire classico, secondo le proporzioni individuali ed il gusto personale, abbraccia la natura in quanto manifesto di un codice etico che contiene tutto il rispetto dell’uomo verso la Terra. Non violenta la scena ma ne fa parte precostituita in virtù dell’amore, della passione, dello slancio che l’uomo ha dedicato a sé stesso, rispettandosi e amandosi come essere capace di scegliere.
Il ciclo virtuoso della “riparazione” non è altro che un testimone di questa condizione di pace e di assenza di scialo che rispetta la fine come via naturale e non come imposizione esterna. Il consumo fino alla fine è un esempio, altissimo, di vivere ‘naturale’.
Perché mai, mi domando, è andato imponendosi il concetto di una protezione ambientale focalizzata solamente sull’opera umana e non suo essere ? Se misuriamo il tutto con l’uomo al centro, la sua scelta estetica dovrà ineluttabilmente contribuire ad una salvaguardia, ad una protezione ambientale, al pari di una raccolta differenziata. La scelta dell’abito “giusto” va nella direzione di una vigilanza sulla bellezza che non può essere lontana da una condivisione del pianeta Terra.
E’ ora di finirla con ambientalisti sciattamente vestiti e carichi di odio verso l’autentica bellezza; non vi è alcuna armonia nel loro essere e nello loro mire distruttrici.
L’indossare una cravatta, una scarpa opportuna, l’aprire una portiera ad una signora, protegge l’ambiente da quella violenza cieca che la società chiama “liberazione” ma che rappresenta l’aberrazione dell’anelito umano verso l’ armonia che ha come fine ultimo la protezione dei cicli naturali.

Cavallerescamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 25-05-2010
Cod. di rif: 4350
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: De rerum natura ovvero alcune piccole riflessioni.
Commenti:
Stimato Cavalier Lucchetti,

mi compiaccio dell’interesse suscitato dalla mia riflessione. Tenterò di chiarire, per mezzo della mia modesta penna, il punto di vista che sottintende la chiosa spesa.
Tutto si è riassunto con la visione, accidentale,di quella fotografia d’antan di cui al Taccuino 5221; in realtà l’immagine è di per sé banale e piuttosto comune nell’epoca di riferimento, tuttavia la sua visione ha come incollato idee e frammenti che erano fino a quel momento sparsi . La sua forza è stata proprio questa capacità evocativa a livello inconscio dove tutto, a posteriori, mi è sembrato chiaro.
Scrive C.Burr :”Le metafore sono la valuta della conoscenza. Ho trascorso la vita ad assimilare incredibili quantità di nozioni inutili, oscure, scollegate ed eterogenee, e si sono dimostrate quasi tutte molto preziose. Perché ? Perché i fatti scollegati non esistono. Esiste solo una struttura complessa. Per spiegare la struttura complessa agli latri e (cosa forse più importante, anche se di solito viene dimenticata) per comprenderli, servono metafore più efficaci. Sono riuscito a capirlo perché la mai caotica accozzaglia di informazioni mi ha fornito metafore più efficaci di quelle di chiunque altro”.

Siamo tutti cresciuti con l’effigie di un uomo amante della natura adorno di trasandatezza estetica, indispensabile, secondo loro, per alleggerire il codice individuale e “liberarlo” da vincoli sociali e morali che ne appesantiscono le energie, tutte protese ad un cieco annullamento dell’essere protagonista. Infatti tutta l’ideologia ambientalista si muove, a mio avviso, rinnegando la presenza dell’uomo nel centro di misura e considerando tutta la sua opera d’intervento come una minaccia e un sacrilegio del loro punto di vista distorto. La sciatteria - che si badi bene non è solo estetica - si fonde con quest’idea integralista che vede nell’uomo, dalle sue aspirazioni ai suoi piaceri, il nemico da vessare. E’ un’evidente contraddizione ! Forti di questa filosofia si crede che rinunciare a mangiare una specie in pericolo, demonizzare la caccia e quant’altro, sia la fede che chiude gli occhi di fronte all’inverecondo molo di Portofino pieno di ciabatte di plastica e maglie di nylon o di una borgo storico calpestato da braghette corte, infradito e canottiere.
Il mio pensiero non vuole in alcun modo giustificare scempi che si sono compiuti e che ancora offendono il mondo naturale ma far riflettere i tanti che hanno confuso la protezione della natura con la condanna della bellezza. Il mio comportamento, da sempre attento alle scelte che possono determinare un impatto su ciò che mi circonda, non può che essere sereno e compiaciuto di una cura estetica formale, che vede nella scelta del modo giusto di parlare, di vestirsi, di comportarsi in società, come un enorme contributo all’armonia e all’equilibrio della Terra.
Non gettare una cartaccia per terra mentre si passeggia con la propria signora vestiti da buzzurri non è attenzione alla natura; è come aborrire la corrida e mangiare il tonno in scatoletta. Una vita elegante soppesa ogni azione e ogni dinamica secondo un decoro consono alla propria dignità. Sarà vestito “proper”, per dirla all’inglese, non sporcherà i marciapiedi, mangerà ciò che la natura, con benevolenza, gli mette a disposizione. La sua cravatta sarà un messaggio di rispetto verso tanta bellezza e anche gli occhi della tigre bianca sapranno che quell’uomo gioca nel mondo con le alte regole della sua specie. Tutti e due risplendono dove si trovano.

Non ho la pretesa di aver chiarito tutto; anzi, auspico un interesse che sia portatore di confronti e idee.

Cavallerescamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 11-06-2010
Cod. di rif: 4358
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Le parole del Duca
Commenti:
Esimio Professor Pugliatti,

ho letto con molto interesse l’intervista al sommo Duca, da Lei mirabilmente trascritta; non si preoccupi di alcuni refusi : nulla toglie al valore del brano in questione.
Mi ha molto colpito il potere anticipatorio del Duca, in particolare l’esame della situazione coeva, che ci riporta con molta facilità ai tempi attuali, quasi che nei primi anni ’60 fosse già compiuta in maniera irreversibile quella decadenza di costumi che è oggigiorno sotto gli occhi di tutti. Ci vuole poca fantasia ad immaginare quest’articolo datato 2010 !

C’è poi una frase che ho riletto più volte e che, a mio avviso, esterna in maniera assoluta l’esprit del Duca : “Ho sempre cercato di indossare l'abito giusto al momento giusto nel posto giusto. “

Ce n’è da riflettere per giorni, forse per mesi. Quello che ho sempre amato è proprio la sua ricerca – originale ed inventiva - del “giusto”, lontano dalla facile immobilità che poteva avere un uomo del suo rango e ben prossimo ad una volontà “appassionata” del vivere. Lieto nel combattere su di un fronte, sapeva cogliere il buono che c’era nella trincea avversaria, in un riuscito equilibrismo tra tradizione sociale e rivolgimento “classico”.
Lei cosa ne pensa di alcune sue concessioni ai tempi ?

Cavallerescamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 22-06-2010
Cod. di rif: 4361
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Bottoni ben saldi
Commenti:
Egregio Gran Maestro,
in un recente discorrere di camicerie, ed in particolare della gloriosa maison parigina Charvet , si parlava di attaccature di bottoni a prova di strappo. In effetti il distacco di un bottone è cosa seccante, per di più se frequente.
Le domandavo : la bontà delle cuciture Charvet dipende dal filo utilizzato ? Che tipo di filo è ? Ci sono altri particolari da prendere in considerazione, mi riferisco, ad esempio, al bordo tagliente che presentano alcuni bottoni.

Cavallerescamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 25-06-2010
Cod. di rif: 4363
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Una "classica" e vantaggiosa riscoperta ?
Commenti:
Ho poca fiducia di quello che raccoglie la moda. Anzi, temo che non sia neanche in grado di esprimere un atto così diretto, quanto solamente di imbrigliare una corrente e renderla vantaggiosa economicamente. Detto questo, la tendenza attuale citata dal nostro illustre Rettore può spostare i fari mediatici su stilemi che appartengono al mondo classico e ciò può portare un certo compiacimento; il momento di imprecisata incertezza economica e marasma sociale influenza tutte le attività commerciali e produttive, più di altri l’industria dell’abbigliamento. E’ proprio di quando si perdono molti dei riferimenti ritenuti fino a ieri utili e remunerativi riclassificare il prodotto e “vestirlo” di tranquillità e di bellezza facilmente spendibile per re-immetterlo sul mercato. Ci sono vari elementi positivi. La riscoperta di un certo rigore, di un certo buon gusto, dell’Uomo. Dire che questa sia una rinascita, ovvero un prologo nuovo, per mezzo dei capisaldi del Classico - sappiamo tutti a cosa mi riferisco – è arduo. Il Classico come linguaggio è morto ed è solo capace di riscoprire e non di creare. La cosa per noi è terribilmente divertente, ne abbiamo già parlato. I cicli economi hanno sempre influenzato il vestire della massa. Ne consegue che in questa epoca il classico potrebbe essere stato scelto solo per convenienza, un alfiere come altri, ma ora più utile al cassetto.
Noi continuiamo a praticare con gusto.

Cavallerescamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 20-07-2010
Cod. di rif: 4372
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Ivy League e sartoria italiana.
Commenti:
Egregio Professor Pugliatti,

il gesso 4370 riporta in ultima riga un cenno del collegamento tra sartoria italiana e stile Ivy League.
Sappiamo che proprio sul finire degli anni ’50 e l’inizio dei ’60 prende il via la grande ascesa della nostra sartoria, da quel momento alla ribalta internazionale e punto di riferimento alternativo all’Inghilterra.
In questo successo, nei codici veicolati, quanto c’è di Ivy League ? In pratica, l’interazione tra le due impostazioni estetiche come ha interagito ed è anche per questa miscela che si è prodotta “l’esplosione” internazionale della sartoria italiana ?

Invero interessanti le osservazioni sul clima e l’abbigliamento. Un ulteriore riflessione che ci fa capire quanto sia l’uomo, la percezione che ha di sé, ad essere cambiato e non il clima.

Cavallerescamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 21-07-2010
Cod. di rif: 4374
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Ivy League - Al Sig. Pugliatti
Commenti:
Egregio Professore,

in effetti la mia conteneva un refuso, giacché parlava di grande ascesa della sartoria italiana in anni in cui l’affermazione era già perentoria e assodata, come Lei ha ben ricordato.
Quando nel Suo gesso scriveva “Notare anche tra le icone Ivy la presenza del nostro Marcello Mastroianni degli anni 60,a testimonianza dei punti di contatto tra stile Italiano del dopoguerra e Ivy League” lasciava intendere una certa permeabilità tra i due stilemi estetici; ciò mi ha fatto riflettere sulle analogie di forma e stile che, come ha evidenziato, non mancano.
Dalle Sue ultime parole evinco che i punti di contatto sono da ascrivere più ad un momento storico che ad una tracimazione di idee. Ciò nonostante tutto questo dimostra come, seppur in assenza di interscambio, il tempo coevo ha fatto sì che alcune necessità, e alcuni desideri, fossero comuni e risolti in maniera simile.
Chissà, i fatti scollegati non esistono. Esiste solo una struttura complessa ?!
Spero continui l’analisi di questo fenomeno, forse meno radicato, come idea, del British style ma di enorme portata sociale e storica, come ci ha ricordato il Gran Maestro.
Proprio a questo proposito mi permetto di sottolineare le possibili connessioni tra lo stile Ivy League e gli WASP – letteralmente i “Bianchi Anglosassoni Protestanti” – cioè il gruppo privilegiato e più influente della società americana non appartenente a nessuna minoranza etnica. E’ interessante come l’evoluzione di questa parte elitaria della società statunitense sia collegata con l’affermazione, l’evoluzione ed il ritiro esclusivo dell’Ivy style.

Cavallereschi saluti
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 05-08-2010
Cod. di rif: 4388
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Teoria Stagionale. Una questione sul Classico.
Commenti:
Invincibile Gran Maestro,

leggo con attenzione la Sua Teoria Stagionale, più che mia verificabile in questo periodo dell’anno dove si crea il più ampio spiraglio ad ogni velenosa volgarità di costume.
Faccio un po’ di confusione quando parla dell’estate nel mondo Classico. Nel dettaglio Lei scrive : “In estate gli obblighi sociali e culturali mantengono la giacca per gran parte dei luoghi e occasioni, ma avere qualcosa sopra la camicia si rende utile solo la sera e nemmeno sempre” e ancora “l'estate quella in cui si starebbe volentieri in maniche di camicia, a prescindere dal fatto che lo si faccia o meno”.
Ecco la mia domanda : ma nell’epoca classica dell’Homo Elegans non è normale considerare la giacca e la cravatta anche in piena estate ? Ci saranno i pesi ed i colori adeguati ma, soprattutto in città, l’uomo del Classico non veste sempre la giacca ? Credo che tutti noi guardiamo in quella direzione. Cosa non ho capito ?

Cavallerescamente
Suo devoto
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 12-08-2010
Cod. di rif: 4394
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: La stagione della fede
Commenti:
La Teoria Stagionale del nostro insondabile Gran Maestro, che ha raccolto e sigillato i primi interventi del Cavalier Tarulli e del Professor Pugliatti, ha colto nel segno stante il numero di contributi vergati in questi giorni sulla Lavagna. Certo ci tocca da vicino, vivendo ogni dì la posizione di chi ha scelto il credo del buon gusto e del decoro maschile.
A margine delle interessanti esperienze riportate che “rinfrescano” non poco la mia giacca – castigat ridendo mores – porrei l’accento su di un passaggio del recente gesso del nostro magnifico Rettore : “Mi verrebbe quasi da dire che siamo in una fase di obbligo e di non scelta”.
Ecco, utilizzerei la parola obbligo, come costume “libero” di adesione ad una fede. Se un Uomo trova una posizione che una volta compresa non è sottoposta a dubbio allora questa era innata. Parafrasando, non subisce la giacca con il caldo, semplicemente sa che è così, senza porsi alcun dilemma la vive come una parte del suo essere, consapevole che l’eleganza passa dalla volontà e dalla dedizione.
Se posso, allora devo.

Cavallerescamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 03-09-2010
Cod. di rif: 4409
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Uomini e musica
Commenti:
Egregio Gran Maestro,

l’interessante intervento di distinguo tra Homo Elegans e Uomo Classico porta ad affiancare all’Homo Gymnicus – brillantissima definizione coniata all’inizio del nostro studio del Classico per l’uomo contemporaneo – l’Uomo Fisico.
Sono arrivato a questo gioco di parole e rimandi prendendo ispirazione da un testo sulla musica letto di recente.
In effetti l’Uomo Classico, in cui noi ci riconosciamo per trasposizione della cultura dell’homo elegans – mi si perdonino queste ineleganti ripetizioni – ha un movimento estetico intellettuale che richiama attenzione delle facoltà superiori della mente. E’ una musica da ascoltare, da applicazione intellettiva.
Al contrario l’Uomo Fisico, che vive la cultura attuale del gymnicus, ha un movimento estetico sensuale che richiama l’attenzione del corpo, dell’emotività centripeta. E’ una musica di contorno, che non si ascolta, solamente un sottofondo d’atmosfera. Non a caso l’homo gymnicus mette musica leggera ovunque.
Cosa ne pensa ? E’ solo un divertimento speculativo ?

Cavallerescamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 06-09-2010
Cod. di rif: 4411
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Una nuova pietra
Commenti:
Egregio Signor Giambersio ,
mi compiaccio di ciò che riporta e, soprattutto, dell’entusiasmo che sembra pervadere la sua esperienza. Non conoscendo la perizia del maestro Mercurio non posso esprimermi sul lato squisitamente tecnico ma la sua giovane età, la disponibilità che dimostra nei suoi confronti, la futura partecipazione al laboratorio felsineo rallegra tutti quanti credono all’unica via disponibile per l’Uomo Classico, ovvero il su misura. Un nuovo indirizzo artigiano è una pietra luccicante nella sabbia che da forza a tutto quanto si fa nel Castello, con quel valore aggiunto della nuova bottega che costituisce una speranza che diviene possibilità.
Nelle sue parole c’è poi qualcos’altro : il divertimento. Ottimo, continui così.

Cavallerescamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 16-09-2010
Cod. di rif: 4412
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Piazza e sartoria
Commenti:
La grande tradizione della piazza italiana, luogo del pensiero e dell’incontro - a dispetto della strada, luogo del passaggio e della velocità - trova un rimando nel laboratorio artigiano, memento intimo in cui la sosta diventa riunione di idee e libertà dalle contingenze. Quando martedì sera sono passato in sartoria non avevo in mente uno scopo preciso perché sapevo che il solo entrare in quel luogo avrebbe dato un proposito alla mia visita. L’effetto di attraversare una piazza ci rende aperti a possibili incontri; così il passare per una prova, o solo per una pausa, dal maestro sarto. Io lo faccio spesso.

Dopo pochi minuti squilla il campanello per avvisare l’arrivo di un cliente frequente. E’ persona di squisito gusto e di maniere piacevoli, informato sulla strada maschile che arrischia la massicciata della bellezza. Si parla insieme di abbigliamento, di luoghi estivi, di donne, di vita. Come in una piazza. Come in luogo oramai solitario e inusuale. Giù tutti corrono; noi a decidere dove andare.

L’inaspettato visitatore mi ricorda una frase che, pressappoco, diceva questo : il mondo è pieno di uomini colti ed interessanti che sono mal vestiti; nondimeno un uomo ben vestito, che tende a quel limite infinito dell’eleganza, non potrà che essere colto ed interessante.

Bene, sicuramente Vi avrò annoiato. Ne chiedo scusa.
Cavallerescamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 28-09-2010
Cod. di rif: 4417
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Harris Tweed e tasche
Commenti:
Illustrissimo Gran Maestro,

in un gesso di anni fa - correva da pochissimo l’anno duemilaquattro (rif.839) - al Cavalier Gattagrisi suggeriva di realizzare con il virile harris tweed una giacca con tasca a filo. Parlava infatti di assecondare la natura rilassata del tessuto con tasche più capienti e pratiche. Sono in procinto di farmi cucire una giacca nel tessuto delle Ebridi nei colori lovat e devo confessarLe di aver pensato più di qualche istante alla soluzione delle tasche applicate, avendo già nel mio guardaroba un harris spigato color tabacco cucito con tasche a filo e pattina. La grandiosità del nostro Castello e la potenza della funzione di ricerca mi hanno fatto riflettere. E’ probabile che solo il fatto di aver dedicato una ricerca sull’argomento sia sintomo di un dubbio scivolato tra i miei propositi.
Meglio, quindi, sempre le tasche a filo con questo magnifico tessuto ? Nella scelta gioca un ruolo anche la caratteristica radezza del cardato e la conseguente, possibile, smagliatura nel corso degli anni di servizio ?

Cavallerescamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 06-10-2010
Cod. di rif: 4419
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: L'ispirazione dell'harris tweed
Commenti:
Inavvicinabile Gran Maestro,

inspirato dal profondo studio della fotografata scattata a Parigi qualche anno or sono (cod. rif. 299 - taccuino abbigliamento) ho deciso di realizzarla proprio come quella da Lei indossata in una radiosa giornata di un autunno parigino. Lo stesso colore, l’effetto tremendamente paradigmatico di una giacca che mi ricordo da anni (qui la “vigilanza” deve essere stata altina…), hanno spinto in questa direzione. Non riuscirò certo a raggiungere quella vetta estetica, tuttavia sarà la mia giacca in harris tweed, sempre preziosa e cara grazie alla fonte di ispirazione.
Mi tolga una curiosità : i bottoni sono in corozo ?

A beneficio del signor Leone suggerisco proprio la visione attenta di quell’immagine per comprendere il tema discusso nello Studio del Gran Maestro sul valigino. In primo piano uno degli esemplari, a mio avviso, meglio riusciti. Tra l’altro esemplifica la massimo la sua funzione fondamentale.

Cavallerescamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 02-11-2010
Cod. di rif: 4438
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Possesso e desiderio
Commenti:
Prodi Cavalieri, fedeli appassionati,

desidero sottolineare l’importanza delle parole del Gran Maestro : “nella via cavalleresca l'importante non è tutto avere, ma correttamente desiderare”.
Il dualismo tra possedere e desiderare apre ampi temi di riflessione e non smarrisce quella chiara idea posta alla base di ogni approccio umanamente corretto : il conoscere. Facile è avere, assodata la disponibilità economica necessaria. Diverso il correttamente desiderare, fine di ogni approccio conoscitivo dettato dalla passione e da un’instancabile ricerca. La possibilità, infine, di non arrivare al solo possesso implica nel desiderio una presa di coscienza sostanziale verso un oggetto, che ne indaga funzionalità e capacità di rispondenza. In pratica, il possesso è un azione singola e istantanea; il desiderio è un processo più o meno lungo, sempre capace di aumentare il nostro sapere e sposare la nostra attitudine al miglioramento : quel “salire” tanto caro all’Uomo.
Come ci ricorda Properzio : IN MAGNIS ET VOLUISSE SAT EST .

Cavallerescamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 11-11-2010
Cod. di rif: 4443
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Tela Massaua
Commenti:
Eccellente Gran Maestro, magnifico Rettore De Paz,

in questo momento di attenzione per la riproposizione di capi e tessuti scomparsi o dimenticati, domandavo lumi sulla tela “massaua”. Ne ho letto un gran bene nel recente articolo del Gran Maestro sull’abbigliamento nautico (Monsieur, Ottobre 2010) e ne ho sentito parlare, a mio avviso non sempre in maniera conforme, in sartoria.
Ebbene, è un tessuto ancora reperibile ? Il nome deriva dalla città dell’Eritrea ? Con la potenza della ricerca, ho scoperto che anche il Cavalier D’Agostino, con il gesso numerato 3043, chiedeva informazioni su questo tessuto di cotone.
Gli interessanti passaggi sul Giappone , ed il loro entusiasta approccio alla riproduzione, mettono addosso una grande voglia di pezzi autentici.

Cavallerescamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 18-10-2010
Cod. di rif: 4429
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Di tessuti e società
Commenti:
Dopo la lettura dei gessi del Cavalier Nocera (rif. 4422) e del Cavalier Pollicelli (rif. 4423) non posso che unirmi, per la seconda volta, al grido di dolore per la mancata reperibilità di tessuti “veri”, quelli contraddistinti da pesi e mani importanti. Proprio durante l’ultimo laboratorio sul Dress Code, nel’accogliente old shop del Rettore, ammirando una giacca del cavalier Pollicelli, si parlava del disamore diffuso tra certi appassionati di sartoria del tessuto che lui ha brillantemente definito “passo” (molle). Avere la possibilità di recuperare alcuni tesori darebbe una gioia per lo spirito e una luce per il guardaroba.
Con tutto ciò ho paura che sia la problematica di natura tecnica il muro che ci divide dalla soddisfazione. Ne ho discusso alcune volte con il Gran Maestro : oggi non sono più disponibili quelle lane, quelle filature, quel finissaggio. La questione economica è secondaria ed in verità superabile nel caso di un consesso come il nostro. Ma chi trova più quella materia prima e quella maniera di lavorarla ? Mi sovviene un paragone : anche pagandolo profumatamente ad ore, sarebbe oggi impossibile far eseguire certe lavorazioni ad un artigiano. Non c’è più la razza capace di farlo, è proprio un’altra storia.
Detto questo sono il primo ad unirmi per far sì che tutto ciò non sia vero o superabile. Addizionate pure il mio nome e la mia spada.

Cavallerescamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 18-11-2010
Cod. di rif: 4446
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Russia o Eritrea ? La parola al Gran Maestro
Commenti:
Egregio Signor Fontana,

anche al maestro Parmelli sentii una volta associare la tela massaua alle parole tela russa. I sarti, per usi locali e malcostumi generali, non hanno una grandissima conoscenza dei tessuti dal punto di vista teorico, pertanto non metterei la mano sul fuoco su questa associazione.
Invoco anch’io il nostro insostituibile Gran Maestro per le parole definitive su questo fantomatico tessuto estivo che sa di mare.

Cavallerescamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 04-02-2011
Cod. di rif: 4467
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Pence e piega continue. Un 'caso' dal sole di Partenope ?
Commenti:
Egregio Gran Maestro,
Cavalieri ed appassionati,

questa mattina ho “incontrato” una bella giacca doppio petto sei bottoni in puro stile dorico, di squisita fattura napoletana, per iscritto un blazer tagliato in una pesante saglia ornata da bottoni argentei. Il gentiluomo l’ha abbinata ad una paio di pantaloni in una matta e corposa flanella grigio chiaro. C’era già tanto da ammirare, lo so ! Ma non è questo che mi ha colpito. Come noi tutti sappiamo la scuola partenopea si caratterizza per la pence anteriore lunga. Ebbene, nel caso del gentiluomo, questa coincideva perfettamente con la piega dei pantaloni, andando così a formare una linea continua su entrambi i lati. La cosa mi ha incuriosito.
E’ un effetto ricercato e da ricercare ? E’ un caso ?

Cavallereschi saluti
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 14-01-2011
Cod. di rif: 4463
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Pantaloni, tasche e bottoni. Una via singolare.
Commenti:
Egregio Gran Maestro,

dopo alcuni tempi di sonnacchioso riposo della Porta torno a domandare una Sua chiosa.
Tale necessità è nata in sartoria – dove se non lì ?! – dal vezzo di un cliente del maestro che è solito farsi cucire le tasche posteriori dei pantaloni prive del bottone di chiusura. Le confesso in tutta sincerità che l’immagine non mi piace proprio. A questo punto non è meglio la scelta inglese, oramai rara, di cucire i pantaloni da completo senza alcune tasca posteriore ?
Quale il Suo ardito pensiero in merito alle due opzioni ?

Cavallereschi saluti
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 24-02-2011
Cod. di rif: 4470
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Sguardo di passione e serenità
Commenti:
Inavvicinabile Gran Maestro,

l’attesa di una Sua risposta giace nella tasca del piacere quando si ha la possibilità di avere una chiosa come l’ultima. Qui al Castello il tempo non è cosa così importante e i moti che governano la sua struttura, la nostra fede, si basano su principi inderogabili e verticali, mai orizzontali. Ecco che l’attesa di una replica, di un commento, sottintende altre riflessioni e dona il privilegio di un tempo “morto” che vive di illuminazioni. Ovviamente lo scambio dialettico è fondamentale, non bisogna dimenticarlo.
Al di là della precisa analisi della mia curiosità, il Suo gesso è una perla di rara beltà : una piccola cosa costruita ad arte ci parla del “giusto” approccio alla sartoria, del modo “proprio” di porsi in contatto con un oggetto commissionato. Frutto dell’idea del committente e della perizia del maestro ci apparterrà solo se sarà stato un gesto fluido, intenso, profondo. Fa sorridere il racconto di quel tale armato di flessometro tascabile; e deve fare riflettere. Un po’ tutti noi viviamo di dettagli, focalizziamo punti cardine del nostro sguardo, tuttavia dobbiamo essere in grado di capire che la bellezza e la passione si ricercano con una disciplina che non si misura ma si vive.
Le passioni più pericolose sono quelle piegate dall’ossessione.

Cavallerescamente felice
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 06-03-2011
Cod. di rif: 4471
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Napoli - Londra : così lontane, così vicine. Un piccolo appu
Commenti:
E’ da poco trascorsa una settimana dall’evento DRESS CODE VII tenutosi a Napoli. Non è ancora possibile dimenticare l’incontro con Mariano Rubinacci e con il suo sontuoso spazio di via Filangeri, quel fondaco di storia e continuità dal nome quanto mai inequivocabile : London House. Ho giusto lasciato scorrere qualche giorno per gustarmi meglio il ricordo, per assaporare quel piacere che nasce dal portarsi dentro qualcosa di totalizzante e cosciente in quel luogo eletto a dimora dell’esperienza.
La visita alla sartoria sopra il negozio, concessione più che mai cavalleresca di Mariano e occasione più unica che rara, ha sbalordito tanti per la vastità e la profondità della cultura artigianale che vi è raccolta. Entrare in uno spazio come questo da la possibilità di respirare un complesso sistema che raccoglie i desideri ai quattro angoli del globo e unifica gusti e modi così diversi. Non ho potuto non notare tra i vari capi in lavorazione la scelta delle fodere : in seta, quasi sempre con colori sgargianti, ricercati, diversi. Una piccola cosa in questa grandiosità che si ricollega idealmente al nome della sartoria; dove, se non a Londra, è riservata tanta attenzione per foderami colorati e pregiati ?! In effetti è un particolare la cui connotazione cromatica viene spesso trascurata e lasciata nella strada dei classici abbinamenti dalla maggior parte dei maestri. C’è da riflettere.

Brevi appunti sul finire di una domenica ‘quasi’ primaverile.

Cavallerescamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 05-04-2011
Cod. di rif: 4474
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: White dinner jacket e camicia celeste
Commenti:
Il cambio stagionale, avvertito in maniera sensibile dall’uomo classico, implica sempre un fiorire di idee e di propositi; la primavera, poi, porta ad occuparsi di cose che sono state pensate durante l’inverno e che al pari dei fiori sembrano voler dimostrare tutto il loro sfacciato colore ed il lodo denso profumo. E’ una cosa molto piacevole e da sempre accompagna quel senso di rinascita tipico di questo clima. Occorre essere sensibili a questi richiami !
La futura dinner jacket bianca in lino prunelle del Gran Maestro ed alcune immagini d’antan inserite nel Taccuino dal Cavalier Nocera enfatizzano queste sensazioni. E con la loro radiosità portano alcune riflessioni di contorno.
In particolare la scelta della camicia in celeste chiaro sotto un dinner jacket. Non nascondo una certa perplessità, una sorpresa. Difficile rinunciare al candore e all’eleganza di una camicia bianca in una situazione formale. Nell’immagine, tuttavia, il gentiluomo non indossa un dinner jacket nero o blu midnight ma un white dinner jacket. Può essere che con una nitida giacca bianca si possa osare quel leggero contrasto che l’azzurro chiarissimo introduce ? L’acqua non deve essere troppo lontana per insistere nel richiamo marino. Ciò nonostante i dubbi rimangono.

Cosa ne pensa il Gran Maestro ?
Cosa ne pensano gli altri Cavalieri e gli appassionati ?

La primavera non è primavera se non arriva troppo presto (G.K.Chesterton)

Cavallerescamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 06-04-2011
Cod. di rif: 4476
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Bianco e celeste. Mare di sera ?
Commenti:
Stimato Professor Pugliatti,

si sono allineati tanti gessi sulla white dinner jacket e sulle sue possibilità espressive. Come si era già evidenziato, il Bel Paese l’ha sempre guardata con riserva, con malcelata diffidenza. Detto questo, non riesce a nascondere un grande fascino, gli echi di una soirée estiva in riva al mare con l’insieme imprescindibile e metaforico di contorno, diciamo pure una “Esquireness” (passatemi il neologismo) innegabile…
Con la scelta della camicia celeste abbiamo una sotto-derivazione. Ammesso che si voglia validare la proposta del magazine. A onor del vero anch’io ho una grossa predilezione per la camicia bianca.
Ritiene che la scelta dell’azzurro chiarissimo sottolinei nei toni questa predisposizione “all’acqua” ?
Quanto il “bord de mer” gioca in questa mise ? A mio modesto e personale avviso non poco e potrebbe essere una trovata interessante.

Cavallerescamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 07-04-2011
Cod. di rif: 4479
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Corrispondenze...
Commenti:
Egregio Cavalier Rizzoli,
Egregio Professor Pugliatti,

sono dell’idea che un insieme così corrispondente tra le parti come quello di un dinner jacket vada valutato nella sua portata complessiva. Ecco che il riferimento al mare non era certo per il colore della camicia, quanto meno non solamente per quello. La scelta di indossare una camicia celeste chiaro (non a caso gli inglesi usano talvolta il termine “sky-blue” per questa tonalità e quindi il Cavalier Rizzoli, che riporta il pensiero del Gran Maestro, vede giusto) sotto una white dinner jacket è una scelta che personalmente non farei ma le mie inclinazioni al piacere non mi vietano di trovare alcune soluzioni interessanti, perlomeno sotto il profilo dello studio.
Dopo aver visto l’immagine del Taccuino del Cavalier Nocera, e avere appreso la sua personale predilezione verso gli azzurri chiari anche in situazioni formali, mi sono domandato se poteva esserci qualcosa dietro questa scelta specifica. Ebbene, ho pensato subito al mare, a quella luce che si trova solo in riviera e a quell’atmosfera serale che fa di una sera al mare, da sempre, un qualcosa di speciale.
Con il rumore delle onde, sognando e giocando, il bianco e l’azzurro mi sono sembrati a casa…

Cavallerescamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 24-05-2011
Cod. di rif: 4500
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Quel nastro rosso al polso di Rubinacci
Commenti:
Insuperabile Gran Maestro,
egregio Signor Reina,

non riesco a rammentare dove ho avuto modo di leggerlo, se qui al Castello o altrove, ma i nastrini rossi che porta al polso Rubinacci dovrebbero essere un’usanza della famiglia in occasione del santo Natale. La moglie di Mariano annoda infatti al marito e ai suoi figli questo semplice nastro rosso, per simboleggiare l’unione famigliare in quel particolare periodo dell’anno; solo il tempo potrà poi sciogliere o rompere il braccialetto.
Stante l’incertezza del ricordo, Vi prego di prendere la mia chiosa con la dovuta riserva e di attendere necessaria verifica.

Cavallerescamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 09-06-2011
Cod. di rif: 4502
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Due particolari del dinner jacket : gallone e bottoni
Commenti:
Egregio Gran Maestro,
qualche settimana fa abbiamo discusso di dinner jacket e di alcuni suoi insoliti abbinamenti. Ora gradivo addentrarmi su alcune caratteristiche che attengono alla tecnica e alla realizzazione del nostro eloquente smoking.
In particolare, il gallone dei pantaloni deve essere sempre eseguito con una striscia di seta identica a quella dei revers ? Parimenti i bottoni ricoperti del petto e delle maniche ? Sulla scelta di questi particolari influisce la costruzione ad un petto o a doppiopetto ?
Saranno queste luci della sera, saranno alcuni pensieri ricorrenti, ebbene credo che il mio sarto presto terrà a battesimo un dinner jacket per l’autunno. Queste riflessioni mi saranno certo favorevoli.

Cavallerescamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 02-08-2011
Cod. di rif: 4516
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Blazer nautico : risposta al gesso 4515 del Cav.Pacciani
Commenti:
Egregio Cavalier Pacciani,

nella tarda primavera di quest’anno, il Gran Maestro e l’eccellente Cavalier Nocera hanno introdotto due interessanti appunti sul boating blazer o blazer nautico : cod. rif. 5583 e 5579.
Questa giacca è a mio avviso dotata di quell’ ineluttabile fascino che risiede nello spirito dell’appartenenza che ammalia senza ritegno ogni uomo di gusto ma ne rende impraticabile una frequentazione a priori. A meno - forse, ma non ne sono così convinto - di colorazioni “libere”. In effetti una scelta con che criterio avverrebbe ? Può reggere un capo così caratterizzato la sola eccezione estetica ?

Cavallerescamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 12-09-2011
Cod. di rif: 4523
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Smoking doppiopetto : 4 vs 6
Commenti:
Egregio Gran Maestro,

partendo da un intervento del Professor Pugliatti, sto analizzando tutti i gessi ed i taccuini relativi alla dinner jacket doppiopetto, anche perchè il mio sarto lavorerà presto su questa tipologia.
Mi ha particolarmente affascinato la dialettica tra il composto e corretto quattro bottoni Kent ed il più personale e “fisico”- mi si passi il termine, mi trasmette quest’impressione – sei bottoni. Inoltre in un cartiglio citava la felice presenza degli spacchi posteriori su alcuni smoking db sei bottoni. E’ corretto associare il quattro bottoni al posteriore privo di spacchi ed il sei bottoni al posteriore con spacchi ?
In più iscriveva il sei bottoni a serate molto formali, con un’atmosfera un po' pesantina. Il quattro pare più lanciato verso una soirèe dinamica e divertente. Bene, ad un consesso cavalleresco cosa sarebbe più adeguato ? Stante che stare tra di noi è quanto di più piacevole ci possa essere a questo mondo verrebbe da pensare al quattro bottoni. Cosa ne pensa ?

Più che cavallerescamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 21-09-2011
Cod. di rif: 4526
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Smoking doppiopetto 4 - 6
Commenti:
Egregio Gran Maestro,

quando mi sono in messo in marcia per la realizzazione dello smoking in barathea (nera | 13 once) non ho mai avuto dubbi sul fatto che sarebbe stato un doppiopetto, ma fin da subito ho avvertito l’incertezza dell’abbottonatura, ovvero l’amletica scelta tra quattro e sei bottoni. La parte passionale di me propendeva per il secondo, giustamente dinamico, quella razionale per il primo, allacciato alla “Kent”. La grandiosa vastità del castello permette una ricerca importante e facilita quella comprensione filologica che è alla base dell’agire appassionato e divertito. Lo stesso scambio che sta animando questi giorni la Lavagna ed il Taccuino accresce sempre di più la riflessione e la conoscenza. Inutile poi sottolineare la definitiva sistemazione del dinner jacket db 6 bottoni che ci restituisce il Suo gesso : mancava proprio questo fondamentale tassello.
Mentre la parte passionale tenterà di convincere definitivamente quella razionale - non nascondo che il sei bottoni è in vantaggio - Le domando una delucidazione su aspetti prettamente tecnici, cioè sugli spacchi. Si può anche cucire un sei bottoni senza spacchi ? Che impronta di stile sottintende ?
Per ultimo : si è sempre parlato della giacca doppiopetto quattro bottoni come di un modello da tagliarsi piuttosto corto e aderente. La sei bottoni segue invero il taglio di una giacca normale di pari stile ? Scorrendo le varie immagini mi pare di riscontrare anche qui una tendenza a ridurre qualcosa in fatto di misure, tipico del registro formale.

Cavallerescamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 23-09-2011
Cod. di rif: 4528
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Smoking doppiopetto 4 - 6. Fisico e stile.
Commenti:
Egregio Cavalier Lucchetti,
la Sua nota è molto gradita e conferma l’importanza della dialettica che si svolge tra queste mura.

Molti considerano lo smoking doppiopetto solamente nell’eccezione a quattro bottoni, da qui il mio associare alla razionalità, cioè al ponderato sul costume, questa opzione. E’ inutile nascondere che il quattro bottoni ha fascino da vendere, basta analizzare il ricco apparato iconografico, in cui svettano esempi molto brillanti. Lei però introduce un criterio di scelta legato alla persona-personalità, a volte troppo trascurato, è vero. La selezione dovrebbe sempre tenere in considerazione la fisionomia dell’individuo.
Crede, indi, che il quattro bottoni sia preferibile per una fisicità alta e snella ?
Cosa ne pensa il Gran Maestro ?

Cavallerescamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 15-11-2011
Cod. di rif: 4542
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Dinner jacket : impuntura sui baveri.
Commenti:
Egregio Gran Maestro,

dopo vari gessi e diversi taccuini che hanno animato un bel dibattito sulla dinner jacket, soprattutto sul modello doppiopetto sei|quattro bottoni, interpello nuovamente la Sua fiera scienza su di un particolare relativo al bavero. Vale a dire la presenza o meno della leggera impuntura sul bordo nel caso del doppiopetto; i pareri sono contrastanti. Sa già dove voglio arrivare : chiuderà il dilemma la Sua indiscutibile opinione.

Cavallerescamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 29-11-2011
Cod. di rif: 4547
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Particolari e piacere
Commenti:
Stimato Cavalier Lucchetti,

Lei ha ragione, il gusto ed il piacere vengono dall’uso di un qualsivoglia oggetto. Ecco che la mia dinner jacket è già stata indossata con notevole compiacimento ! Non si può celare che ogni nostra idea trae il massimo giovamento nell’azione consapevole, con l’instillazione di quella leggerezza di spirito che è presupposto di eleganza e sicurezza.
Detto questo, occorre notare come dietro ad ogni risultato, come anche Lei ricorda, vi è una fondamentale opera di ricerca che compie un osmosi tra noi stessi e l’oggetto, tra la nostra personalità e la caratterizzazione della forma e dello stile. Dietro le più grandi e affascinanti scoperte dell’umanità, pensiamo, ad esempio, alla fisica, vi sono noiose pagine e pagine di calcoli, algoritmi, teorie. La vastità delle possibilità dell’abbigliamento classico maschile, ovvero l’argomento cardine di questa Porta, non può essere indagato, compreso e assimilato senza un approfondimento di particolari tecnici e non che guidano il risultato verso quel mirabile obbiettivo da noi anelato : la bellezza. E’ questa la principessa da sedurre ! Ognuno userà i suoi modi, avrà le sue occasioni, userà la sua perizia. D’altra parte è vero, non bisogna farsi offuscare con pedestri codicilli. Tuttavia, per comporre frasi d’amore occorre sapere la grammatica. Con disincanto… perché vestire deve essere divertente.
Insomma, ciò che ha posto è decisamente “un tema molto interessante”. Da investigare ulteriormente.

Cavallerescamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 02-12-2011
Cod. di rif: 4549
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Il giusto piacere o il piacere del giusto ?
Commenti:
Caro Cavalier Lucchetti,

il rapporto tra via cavalleresca e morale religiosa coinvolge una tale vastità di riflessioni e speculazioni che, solo ad immaginarle, darebbe da studiare per i prossimi anni. D’altra parte la profondità a cui giunge una fede così caparbiamente ed orgogliosamente vissuta implica delle domande che ognuno di noi ha facoltà di porsi. Non vi è alcun dubbio che vogliamo vivere e morire con questa fede nell’uomo, con questa ineluttabile aspirazione cosciente, capace di dare uno spazio di tradizione alla nostra vita. Non è forse nella tradizione e nella conservazione del giusto che riponiamo tante speranze ?! Affrontare oggigiorno il mondo con questo credo non è compito facile, richiede una grande forza, occorre essere dei “guerrieri”.
La visione epicurea della facile raggiungibilità del piacere si scontra con il concetto cavalleresco classico che non rinnega la sofferenza, lo sforzo, la battaglia, nell’affermazione dei propri ideali e nel contrasto dei nemici. Non è difficile trasferire tutto questo sul piano attuale : gli attacchi al fumo, la crociata salutista a tavola, la trasposizione del male instillata nella cravatta, sono tutti elementi funzionali ad una via cavalleresca, quindi bellica, della tensione.
Riconosco nell’epicureismo molti punti nodali della mia visione al bello ma non so quanto questo riesca a tenere conto dello sforzo. Lei mi può essere di aiuto.
Il rapporto con la morale cattolica si gioca in realtà su di una visione curiosa : lo stesso pensiero epicureo pone una limitazione ai piaceri, dividendoli tra necessari, naturali non necessari e né naturali né necessari. Questa visione etica del “giusto” è così apertamente in contrasto con l’idea cristiana ? Non so, mi pongo questa domanda. Ma la vita elegante non è la scelta del “giusto” ? Il piacere non è figlio di questa scelta ?
Molti interrogativi.
Molti pensieri…

Cavallerescamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 26-01-2012
Cod. di rif: 4560
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Scarpe : puntali di metallo
Commenti:
Egregio Gran Maestro, irriducibili appassionati,

il mio calzolaio, con una paio di double monk-strap scamosciate di serie, si è “divertito” ad applicare un puntale di metallo. Avendo portato le scarpe per una piccola riparazione, l’artigiano mi ha proposto l’applicazione di questa sottile mezzaluna, inchiodata in punta, sopra la suola.
Personalmente ho sempre visto puntali in ottone ben inseriti a livello suola in una loro sede ma a suo dire questi sono sconsigliabili in una scarpa finita in quanto ci sarebbe da fresare il cuoio, con conseguente danneggiamento della cucitura good-year.
Cosa ne pensa ?
Devo ammettere che protegge bene la suola dallo sfregamento e, di tanto in tanto, fa compagnia con il suo tipico suono.

Cavallerescamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 22-02-2012
Cod. di rif: 4570
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Interpretazione e creatività nell'espressione giusta
Commenti:
Eccelso Gran Maestro,

pur avendo già evidenziato in altre occasioni l’assioma del “giusto” sul bello, è a mio parere opportuno marcare la grandezza di questa Sua frase : “E poiché giusto è molto più che bello, ecco dunque lo scopo della ricerca: trovare l’espressione giusta di un materiale autentico, cioè che segua correttamente la sua formula originale.”
Ha visto bene il Signor Folli, su queste parole c’è molto, moltissimo, da meditare, massimamente in questo periodo ricco di teorie e propositi economici e sociali che paiono voler trovare l’uovo di Colombo. Un giretto al Castello schiarirebbe più di un dubbio.
Detto questo, gradivo ricollegarmi proprio alla frase evidenziata poc’anzi, che riassume idealmente il criterio di scelta e creazione che un Uomo di gusto dovrebbe esercitare, per domandarLe quanto spazio hanno l’interpretazione e la creatività in questa ricerca dell'espressione giusta. Giocoforza il nostro divertimento, mediato dalla facoltà di creare con i nostri occhi un criterio di opzione, dovrà entrare in gioco. Ecco che la capacità interpretativa e l’atto creativo individuale hanno un peso. Come agiscono e a che livello, secondo Lei ?

Cavallerescamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 02-03-2012
Cod. di rif: 4574
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: La protezione dell'esempio - Rif. gesso 4573
Commenti:
Il dolente reportage condotto da signor Volponi, riabilitato nel finale da quel bel raggio di sole, contiene un elemento tutt’altro che trascurabile : l’invito ad una sorta di “protezione” della bellezza.
Ebbene, tra le mille e più ricerche condotte al Castello, non bisogna dimenticare che questo baluardo è sorto proprio a protezione di quell’autenticità virile composta dal mondo classico. E’ probabile che mai nessuna legge si porrà l’obbiettivo di questa tutela, ciò nondimeno è auspicabile che ogni Cavaliere, ogni frequentatore, ogni simpatizzante, ogni Uomo di gusto, spenda sé stesso fino alle ultime forze per difendere la magnifica luce di una seta, il marmoreo splendore di un cuoio, l’autorevole superficie di un tessuto. Ovvero sia inflessibile paladino ed esempio dell’homo elegans. Il suo naturale compiacimento sarà più perentorio di ogni legge.

Cavallerescamente
Lorenzo Villa

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Nome: Lorenzo Villa
Data: 06-04-2012
Cod. di rif: 4588
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Differenza di potenziale
Commenti:
Ogni processo termico, fluido, elettrico è dominato dalla differenza di potenziale. E’ altresì corretto parlare di energia, in quanto l’elemento sottoposto a tal campo tende a spostarsi liberando energia in maniera proporzionale alla differenza di potenziale in essere.
La forte semplificazione della fisica ci aiuta a capire ogni evoluzione-evento che governa la natura umana, anche quella dei comportamenti. Trovo quindi molto brillante la metafora che ci introduce il Gran Maestro sull’arco voltaico e la diversità dei sessi.
Un uomo ed una donna per poter generare un’energia misurabile - possiamo poi parlare dell’uso di questa energia - devono necessariamente trovarsi in condizioni discordi, a forte potenziale ed ineluttabilmente antitetiche. Ovvero l’uomo deve essere caratterizzato da un senso compiuto di virilità e la donna avvolta da uno stato di grazia, femminilità e civetteria.
Se ci penso bene, la molla dell’interesse scatta quando mi accorgo di essere di fronte ad una donna che ha i suoi “marcatori” - mi si passi il termine infelice ma chiaro - al massimo, cioè una figura si sesso femminile in grado di trovarsi ad un punto così distante dal mio essere maschile da generare una differenza di potenziale (un energia) molto elevata. L’attrazione nasce dal tendere ad una posizione diversa, dal richiamo verso uno stato diverso che muta le nostre sensazioni, la nostra ‘potenza’.
In conclusione, il sommo Gran Maestro ha nuovamente individuato una metamorfosi del mondo odierno ma ci ha altresì fatto capire come la via cavalleresca alla vita sia una delle poche (l’unica ?) in grado di esaltare l’Uomo e la Donna.
Che sia argomento da Porta delle Donne ?

Cavallerescamente
Lorenzo Villa

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Nome: Lorenzo Villa
Data: 08-05-2012
Cod. di rif: 4603
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Necessità orizzontali
Commenti:
Con il gesso numero 4594 dal titolo “Autodeterminazione e cravattino” l’imprendibile Gran Maestro non fornisce una risposta ad una richiesta ma espone il paradigma della vita cavalleresca.
I più attenti se ne saranno accorti; quelle sette-otto righe cullano nella maniera più cristallina quel concetto di Uomo che è ricercato, protetto, incarnato, dal Cavalleresco Ordine. Niente sarà più come prima. Nulla è stato così chiaro fino ad ora.
L’organizzazione dell’esistenza quotidiana su di un agenda verticale è completamente sgretolata da una visione lineare che oso definire di “necessità orizzontale”. Se la vita comprende le sue necessità non si capisce perché queste non devono giacere sulla stessa linea, sulla stessa pagina e dotate della stessa importanza. L’appuntamento di lavoro con quello dal sarto, l’impegno professionale con la passeggiata sul lungo mare, gli oneri di famiglia con la sbirciata in libreria, la lettera al cliente con lo scarabocchio di queste righe, sono esigenze complementari e “necessarie” ai fini di un percorso che crede e pone l’uomo al centro e non trascura la pratica diretta del piacere. Non si tratta di differenze, di bisogni primari e secondari, bensì di equilibrio stabile, la forma compiuta di un’esistenza autentica e profonda.
Anche questa è protezione delle differenze, delle molteplicità di pari importanza.
Sarebbe facile confondere questa pratica nel privilegio. Signori, non è così. E’ la disciplina la forgia da cui escono i pezzi più belli.
Lasciatelo dire : è un fiore della maturità di cui il mondo d’oggi ha disperatamente bisogno.

Cavallerescamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 28-06-2012
Cod. di rif: 4621
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Quel sottile filo
Commenti:
C’è un lungo e sottile filo che lega il seersucker con l’ispirato pensiero del nostro Rettore De Paz, con la ricerca storica dell’abbigliamento, e del gusto maschile classico che qui compiamo, e la decadenza sempre più spietata di ogni forma di pertinenza, con le supreme parole del Principe Carlo d’Inghilterra e l’invito perentorio del Gran Maestro.
Vestire con una giacca su misura, spiegare una cravatta, non sono il gesto ultimo di una costruzione individuale ma il punto di partenza di una condotta capace di farci diventare migliori ogni giorno. Effettivamente il nostro abito, che se frega del caldo e della decadenza circostante, ci mette in guardia,ci pungola. Pretende il meglio, in un tutt’uno con l’ambiente, la storia, la tradizione della nostra terra. E la cosa è terribilmente piacevole, da sicurezza, fa sì che il risveglio dalla notte sia valso a qualcosa. Anche le avversità si faranno più deboli, quasi rispettose delle nostre scelte e della forza incrollabile che sottacciono.
E’ meraviglioso essere qui e leggere le esortazioni a praticare la via dell’eleganza.
L’esempio della dignità parte anche dalla strada estetica. Giù a pedalare !

Cavallerescamente con fede
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 18-07-2012
Cod. di rif: 4630
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Il senso di colpa da espiare
Commenti:
Non bisogna tralasciare le illuminanti parole del Gran Maestro sull’endemico sospetto italiano verso il capitale ed i suoi effetti. Pur essendo posseduto da un irriproducibile ed indomito individualismo, l’italiano ha paura di mostrare e dimostrare ciò che possiede, soggiacendo così a forme singolari di compiaciuta dissimulazione. Questa indole non va confusa con un understatement di privilegio; è più una fobia da caccia alle streghe. Non occorre dilungarsi oltre, sopratutto oggigiorno, per intendere la questione. Citerò solo l’esempio di un signore parmigiano, indubitabilmente ricco, che cela, sminuisce, contraffà, modifica ogni sua azione o acquisto per apparire congruo e per non “far parlare i vicini”. Non è solo paura; c’è qualcosa di più : una forma di snobistica malizia.
Non è un lato bello dell’Italia. Dall’alto al basso.

Chiedo al Gran Maestro : c’è un origine storica o culturale di questo senso di colpa ?

Cavallerescamente
Lorenzo Villa

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Nome: Lorenzo Villa
Data: 25-09-2012
Cod. di rif: 4646
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Due mezze stagioni
Commenti:
Abbiamo frequentemente rimarcato l’importanza e l’influenza delle stagioni sulle nostre scelte in materia di abbigliamento. L’alternarsi dei cicli e delle rivoluzioni che queste implicano - trascurate dai più - rappresentano una delle più apprezzabili muse del nostro vestire. La mancanza di sensibilità in tal senso non può portarci a toccare quelle sottili differenze che danno i particolari del gusto assecondato dal piacere !
E’ partendo da queste considerazioni, e dalla risposta del Gran Maestro al Signor Fainardi, che ho ordito una riflessione sulla cosiddetta “mezza stagione”. Pardon, due mezze stagioni. Se infatti pensiamo a questi due periodi dell’anno in termini di tessuti, dobbiamo tenere bene a mente che la primavera è molto diversa dall’autunno, pur avendo temperature spesso assimilabili. Nel primo caso il giorno si accresce sulla notte, mentre nel secondo è vero il contrario. La mezza stagione primaverile è una curva ascendente in cui tutte le variabili aumentano di valore in funzione del tempo mentre la mezza stagione autunnale è esattamente l’opposto, all’aumentare del tempo tutto cala, sfuoca, si dirada. Se pertanto ci limitassimo a considerare esclusivamente la temperatura, trascureremmo dei parametri fondamentali per il vaglio di tessuti, materiali e fogge. Torniamo nuovamente alla luce : quella primaverile è molto diversa da quella autunnale. Ma non solo; è differente anche l’aria, il vento, gli odori, i colori. Camminare con venti gradi centigradi in un viale che sta sbocciando di verde e di denso colore è significativamente diverso che passeggiare, sempre alla stessa gradevole temperatura, con le foglie che stanno candendo e ove tutto è dipinto di giallo, rosso e marrone. Anche il nostro spirito è diverso !

Orbene, magnifico Gran Maestro, si può trasfondere un principio che regoli le possibilità per le due mezze stagioni ?

“Essere interessati al cambiamento delle stagioni è uno stato mentale più felice di essere disperatamente innamorati della primavera.”

Cavallerescamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 02-10-2012
Cod. di rif: 4649
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: La potenza del vestire - Commento appunti 5955 e 5958
Commenti:
Gentile Signora Lollini,
tra i Suoi ispirati appunti (nn. 5955 e 5958) e quanto il Gran Maestro ha vergato nell’ultimo gesso dedicato alla mezza stagione, ci sono talune, evidenti, analogie. Tutti i momenti di cambiamento generano situazioni ad alta energia potenziale; l’ingresso dell’autunno, con il suo rilassato ed interiore moto centripeto che trascina in queste riflessioni, è uno di questi. Se scappa basterà attendere un’altro anno. Con il vestire si può spiegare il mondo. Questo assioma, che quasi tutti oggi ignorano, contiene quel concetto di “differenza”, che in quanto fonte di ogni ricchezza estetica è suscettibile di una percezione raffinata e colta. Non sarebbe mai stato possibile descrivere in maniera così fine dei personaggi se non ci fosse stata la possibilità di accedere alla potenza dei dettagli, a quella ricchezza espressiva che il mondo classico ha portato all’apogeo. Il suo vivido scritto denota sensibilità e passione. La base dell’ultimo passo del vivere autentico : credere. Non ci sono parole migliori di quelle dell’irragiungibile Gran Maestro : “Il gentiluomo non perderà mai di vista che il vestire classico è credere, non esibirsi. Per questo è così grande e così difficile.” Per ultimo, il mio vivo compiacimento per i suoi interventi.

Cavallerescamente
Lorenzo Villa

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Nome: Lorenzo Villa
Data: 12-10-2012
Cod. di rif: 4657
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Del Classico - rif. gesso 4655
Commenti:
Gentilissima Signora Lollini,

plaudo nuovamente al Suo interesse.
Una delle più condivise ed autorevoli conquiste compiute dal Cavalleresco Ordine, e dai suoi numerosi ed appassionati studiosi d’abbigliamento, è la teoria della “morte del classico”. La portata di questa idea, congiunta con le speculazioni complementari che qui hanno preso corpo, è formidabile nella capacità interpretativa di quasi tutti gli accadimenti della nostra epoca, ivi comprese le direzioni della società.
Come approdo più alto della civiltà umana, compimento di un percorso capace di raggiungere la massima esaltazione dell’aspirazione, il Classico è una lingua oramai morta, talché incapace di ricevere ed aggiungere nuovi lemmi al suo già immenso vocabolario. Questo, ovviamente, non significa affatto che questa lingua non sia più parlata, tradotta, amata; tutt’altro ! Per nostro sommo compiacimento ci sono migliaia e migliaia di uomini che in tutto il mondo parlano e vivono il classico. Il fatto che non verrà mai meno il suo codice, inserito nei gangli della civiltà, non significa che non sia “morto”. Proprio per questa sua condizione è stato possibile studiarlo così a fondo, sviscerarne le molteplici sfumature, approfondirne i dialetti, investigarne le pronunce.
Vivere in un epoca post-classica come la nostra, che ha sostituito il suo interprete, l’homo elegans, e il suo credo, l’aspirazione e la dignità, con il bagaglio culturale e filosofico di questa teoria e con la fede che arde, ci rende partecipi di un’azione altissima : la conservazione. Non dobbiamo infatti creare nulla, solo conservare e proteggere. Non è poco e da sola merita la spesa di una vita. Ed è quello che stiamo facendo con la massima naturalezza. Ogni giorno.
Viva il classico !

Cavallerescamente,
i mie omaggi.
Lorenzo Villa

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Nome: Lorenzo Villa
Data: 23-11-2012
Cod. di rif: 4670
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Tessuti. Dai grammi all'oncia e ritorno.
Commenti:
Egregio Gran Maestro,

chi ricerca e ama quei pesi importanti che piacciono tanto ai Cavalieri almeno una volta si è piacevolmente dato alla caccia tra siti e mazzette di converter e fabbricanti inglesi. Nello scorrere i vari tessuti ho notato che la corrispondenza tra once e gr. è un po’ astrusa ovvero non sempre ne è rispettata la corrispondenza matematica. Ad esempio, una flanella riporta un peso di 17 once tradotto in 570 grm. Il calcolo matematico darebbe in verità un altro risultato. Come mai ? Sfrutto la Sua inarrivabile conoscenza tecnica per chiarire questo dilemma.

Cavallerescamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 13-12-2012
Cod. di rif: 4676
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Il su misura di Carlo
Commenti:
Egregio Signor Bravi,

quanto riporta è una notizia di qualche anno fa, esattamente dell’anno duemilasei. A questo indirizzo si può reperire il commento e i conseguenti links ad articoli correlati : http://www.askandyaboutclothes.com/forum/showthread.php?49049-Prince-Charles-shifts-from-A-S-Bespoke-to-T-A-RTW. Nonché a questo indirizzo di pettegolezzi femminili : http://www.femalefirst.co.uk/royal_family/Royal+News-13421.html .

A dire il vero non sono del tutto convinto della veridicità di codesta voce. Il Principe Carlo è da sempre - e negli ultimi tempi con ancor maggior insistenza - sostenitore dell’artigianato britannico nonché autentico paladino dell’hand-made. Non vorremo mai dimenticare le sue illuminanti parole sulle sue scarpe rattoppate...
L’articolo in questione sosterebbe che i recenti abiti di Sua Altezza Reale siano dei capi della casa Turbull&Asser; noi tutti sappiamo che il noto camiciaio di Jermyn Street è il fornitore delle sue camicie. Pare quantomeno singolare che abbia deciso di servirsi da T&A anche per completi e giacche su ordinazione.

Ad ogni buon conto qui non mancano gli appassionati di Carlo d’Inghilterra e, sopratutto, preparati e devoti all’abbigliamento classico su misura. Vediamo cosa dicono.

Cavallerescamente
Lorenzo Villa

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Nome: Lorenzo Villa
Data: 21-12-2012
Cod. di rif: 4691
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Cappotto. Sulla martingala
Commenti:
Eccelso Gran Maestro,

ricordo di aver visto qualche inverno fa un cappotto ulster, assolutamente militare nel suo pesante melton verde oliva, guarnito da una martingala dotata di più asole (non ricordo se anche più bottoni). E’ corretto pensare che questa soluzione, magari non del tutto elegante ma certamente efficiente, fosse funzionale ad una sua ampia regolazione ? La ritiene “importabile” in un cappotto civile ?

Cavallerescamente
Lorenzo Villa

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Nome: Lorenzo Villa
Data: 01-02-2013
Cod. di rif: 4702
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Cappotto e...sciarpa.
Commenti:
Inavvicinabile Gran Maestro,

le ultime settimane hanno portato l’inverno dal tempo gelido ma gentile e questa interessante chiosa sul cappotto, capo che oltre al freddo è capace di preservarci come nessun altro da non so quanti demoni. Saremo sempre a debito per la protezione che ci dà.
Per arricchire ulteriormente di particolari la discussione in atto, è mio volere domandarLe che rapporto ha il cappotto con la sciarpa. Credo che la scelta del primo influenzi la seconda, ma che codici implica e mobilita ? La sciarpa è da riservarsi esclusivamente al “cappotto caldo” ? I suoi colori, i suoi differenti nodi, come si relazionano con il cappotto e le sue diverse fogge ?

Cavallerescamente Suo
Lorenzo Villa

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Nome: Lorenzo Villa
Data: 26-03-2013
Cod. di rif: 4723
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Vestire. L'esperienza alla fede.
Commenti:
Desidero sottolineare l’importanza dell’intervento del Cavalier Forni, stante l’acume e la verità di quanto in esso contenuto.
All’inizio di ogni interesse che si trasforma in passione siamo colti da un’irrefrenabile desiderio di sapere che porta un appetito di nozioni, nomi, indirizzi, consigli. E’ un momento affascinante come l’innamoramento e come esso destinato - se ben riposto - ad accompagnarci per la vita, ma anche ad un’evoluzione naturale in un sentimento maturo e cosciente. L’impetuoso desiderio diventa sereno approdo e limpida personalità. Questo percorso è molto chiaro nella via cavalleresca qui praticata. L’impossibilità di avere un’enciclopedia del gusto rende terribilmente piacevole scoprire ogni giorno, a volte per caso, a volte con fatica, una competenza nuova, che altro non è che un nuovo pezzo di noi verso quel nucleo di forza dell’io. Questo implica l’iniziazione dell’esperienza, la prova sul campo, il sacrificio del tempo, la spesa di energia. Ci danneremo per giorni per trovare “quel bottone” e quando lo avremo trovato avremo già in mente almeno altri tre oggetti da reperire e conoscere. E’ magnifico !
Tutto questo ovviamente non significa che non sia necessario un supporto cognitivo. Questa fortezza ne è la dimostrazione e la sua esplorazione è una metafora del cammino sovra descritto. Ma non deve essere troppo immediato e reperibile. La via all’eleganza non lo è e non c’è “summa” che la contenga per intero. L’unico suo piedistallo è la fede.

Cavallerescamente
Lorenzo Villa

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Nome: Lorenzo Villa
Data: 04-04-2013
Cod. di rif: 4729
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: La stondatura della lissa nel famice
Commenti:
Egregio Gran Maestro,

un particolare che non ha mai smesso di catturare l’attenzione dei mie occhi è il garbato ed elegante arrotondamento della lissa in corrispondenza del famice.
Stiamo ovviamente parlando di scarpe, oggetto che possiede una densità di significati e di attrattiva incredibilmente potente; la contiguità alla scultura, spesso citata, è autentica e provabile.
Ebbene, è sempre auspicabile questa particolare lavorazione di snellimento ? E’ opportuna con tutte le suole ?

Cavallerescamente
Lorenzo Villa

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Nome: Lorenzo Villa
Data: 11-06-2013
Cod. di rif: 4759
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Guanti in...mano.
Commenti:
Egregio Signor Ottaviani,

in inverno non è raro che mi faccia accompagnare nelle mie passeggiate tra le noiose vetrine del centro da un toscano. In questi casi sono solito calzare il guanto sinistro e tenere, sempre con la mano sinistra, il guanto destro. Il sigaro può così bruciare senza rischi per la delicata pelle del guanto. Ammorbidito dall’uso, ribelle alla stretta, giace nella mano con raffinata nonchalance e mi pare alquanto garbato. A pensarci bene ricorda un poco una pochette in seta...curioso rimando al taschino ! Sempre che il freddo non ci arrossisca troppo la mano.

Cavallerescamente
Lorenzo Villa

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Nome: Lorenzo Villa
Data: 19-06-2013
Cod. di rif: 4762
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Torna il caldo, torna lo stile.
Commenti:
Questa mattina ero in Camera di Commercio. In coda allo sportello estero, non smettevo di ammirare il completo di lino irlandese di un gentiluomo davanti a me. D’indubbia fattura artigianale e di squisito taglio, racchiudeva una cravatta in maglia di seta e una camicia candida in voile.
Tutto ad un tratto l’ascensore del piano ha espulso una signora sudata, arrossata ed alquanto insofferente, vestita di una minuta canotta. Mentre si faceva aria con dei documenti stropicciati si è rivolta al signore con occhi sbarrati : «Ma non ha caldo con quella giacca ?!!». Lui con strepitosa nonchalance ha risposto : «Perché Signora, Lei non ha caldo così ?».
Il mio blazer di fresco due capi si è emozionato.

Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 16-09-2013
Cod. di rif: 4774
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Possesso ed esperienza
Commenti:
In un recente articolo apparso su Gentleman Gazette, www.gentlemansgazette.com/goyard-i-the-most, il nostro Sven Raphael Schneider ci racconta una bellissima storia che parte dal fortunato e fortuito acquisto di un set di valigie Goyard per arrivare all’incontro con la donna della sua vita, grazie, per così dire, proprio a quelle magnifiche valigie. Vi invito a leggere il testo.

Qui siamo tutti entusiasti ricercatori e, per quanto possibile, possessori di un bello che trae origine da una verità e da una correttezza estetica. Per questo motivo non dobbiamo mai dimenticarci che il possesso senza una esperienza da associarvi non conta nulla, in quanto entità priva di ogni densità personale e spirituale. Occorre far vivere i nostri oggetti nella nostra vita. Ed anche in una rinuncia ci può essere una scelta perfetta.
Il possesso non ci deve possedere, ci deve far crescere.

Cavallerescamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 18-10-2013
Cod. di rif: 4788
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Cravatta in maglia si seta. La stagionalità.
Commenti:
Egregio Gran Maestro,

ieri sera in sartoria si è avviata una coinvolgente discussione con un altro cliente, per di più amico, sull’utilizzo della cravatta in maglia di seta. Lui ne è un abituale utilizzatore, diciamo di più, ne è un agguerrito amante.
Io non la disdegno affatto, anzi, durante la bella stagione cinge spesso il mio collo, rallegrandomi con la sua brillantezza e la sua morbidezza. Con tutto ciò considero questa tipologia appropriata solo in estate e la lascio in “letargo” durante il periodo freddo.
So che anche il nostro abilissimo Camerlengo Cav. Nocera ne è un fedele frequentatore.
Cosa ne pensano, indi, il Gran Maestro ed il Camerlengo ? E’ solo una mia fisima ?

Cavallerescamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 05-11-2013
Cod. di rif: 4801
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Della maglia in cravatteria
Commenti:
Immenso Gran Maestro,

mi accodo nel compiacimento generale generato dal ritorno della Sua penna. Chi possiede la magistrale facoltà di conoscere ed il grave onore di conservare non può stare lontano da queste stanze. Gli appassionati ne sentono subito la privazione.

Torno all’argomento cravatte in maglia per un paio di precisazioni. Quando parla della tipologia in “maglia grossa di lana…quasi sempre rovinata da loghi alla punta” a cosa si riferisce ? Ne posseggo un paio vintage di origine scozzese e non presentano nessun motivo.
In effetti credo di non aver mai tenuto tra le mani la versione “maglia sottile in lana”.
Ritiene possibile, e non troppo spiacevole, inserire una piccola fotografia delle varie tipologie ? L’approfondimento di questi giorni è stato così articolato e tecnico – cosa frequente al Castello - che qualche immagine gioverebbe alla sua completezza.

Le invio nuovamente la letizia che provo nel leggerLa.
Cavallerescamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 02-12-2013
Cod. di rif: 4805
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Ed ora la sciarpa !
Commenti:
Inavvicinabile Gran Maestro,

la spiegazione ed il successivo lavoro iconografico sulle cravatte in maglia ed in garza mi ha trovato molto interessato ed ha colmato alcune lacune, soprattutto per quel che riguarda l’ambito tecnico della tessitura, materia che Lei conosce ed amministra oramai come nessuno.
Mi sono preso un po’ di tempo. So che qui al Castello, opera che aspira all’eternità, è elemento tenuto nella giusta considerazione e valutato secondo umani criteri.

Da un nodo al collo fortemente simbolico ad un altro con funzioni estetiche e protettive. Proprio sul finire dell’inverno scorso Le avevo chiesto la possibilità di attingere alla Sua scienza per indagare stili e abbinamenti della sciarpa in relazione al cappotto, all’occasione, all’uomo.
Posso richiamare questa materia ? Non dimentichiamo che dalle nostre parti la sciarpa è necessaria da fine Ottobre ad Aprile inoltrato, ricoprendo un ruolo tutt’altro che comprimario.

Cavallereschi saluti
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 17-01-2014
Cod. di rif: 4815
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Shantung : i riferimenti.
Commenti:
Egregio Gran Maestro,

noto con gagliarda esultanza che il Suo ritorno ha galvanizzato il Castello. C’era da aspettarselo.

A Parma piove e fa relativamente freddo, il che mi ricorda il mio quesito sulla sciarpa (rif. 4805).

Mi ha colpito la Sua affermazione sullo shantung della sartoria Prandoni (taccuini rif. 6352) : <>.
Mi sembra di capire che lo shantung più bello deve avere fiammature sia in trama che in ordito. Con che caratteristiche ? E’ possibile capire e vedere un campione di riferimento ? E’ un tessuto così raro a vedersi in sartoria che se ne è diluita la confidenza.

Cavallerescamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 12-02-2014
Cod. di rif: 4829
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Sciarpa e cappotto
Commenti:
Sapiente Gran Maestro,

ritiene altresì esista una gerarchia d'utilizzo e funzionalità nella disegnatura della sciarpa. Spesso i suoi disegni ricordano quelli della cravatta, quasi a tra-spostare nella superficie immediatamente esposta durante l'inverno le cromie del nostro nodo al collo.
L'esperienza mi fa concordare sui materiali : la loro morbidezza è veramente importante in una zona sensibile e soggetta a continui sfregamenti. Certe lane sono magnifiche, piene, ruvide, dense ma molto scomode al collo.

Cavallerescamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 20-02-2014
Cod. di rif: 4833
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Homespun tweed for blazer
Commenti:
Il puntuale e versato Cavalier Nocera, tramite il taccuino 6402, chiarisce l'equivoco che si è generato a riguardo dell'Harris Tweed e del Donegal Tweed quando parliamo di blazer.
Tuttavia rimane una piccola zona oscura, un interrogativo lecito che riguarda le caratteristiche di questo tweed adatto alla realizzazione di un blazer. C'è qualche foto/esempio di riferimento che non sia un disegno ?

Cavallerescamente
Lorenzo Villa

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Nome: Lorenzo Villa
Data: 06-03-2014
Cod. di rif: 4849
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: La giacca senza pinces
Commenti:
Egregio Gran Maestro,

credo di non aver mai visto dal vivo una giacca di sartoria completamente priva di pinces. Le ho ammirato certune volte degli abiti di Puppato, ciò nondimeno non credo di aver notato questo particolare. E’ certamente un virtuosismo tecnico significativo; immagino sia ottenuto con un uso sapiente ed incisivo del ferro da stiro e con una calibrata unione dei quarti anteriori con quelli posteriori, in modo da dar garbo e linea tramite la cucitura laterale. Sono questi due punti in cui agisce il maestro Puppato ?

Cavallerescamente
Lorenzo Villa


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Nome: Lorenzo Villa
Data: 28-03-2014
Cod. di rif: 4854
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: Levi's bespoke
Commenti:
Eccelso Gran Maestro, esimi Cavalieri,

la Levi's, dopo San Francisco, approda a Londra in Regent Street con un servizio di su misura per i suoi jeans. Scelta del tipo di denim, bottoni, rivetti, cuciture e taglio su cartamodello del cliente. Il tutto viene eseguito nel negozio.
Al di là dell'evidente vantaggio sulla taglia, cosa ne pensa di un servizio del genere sul capo più popolare possibile ? Sembra voglia elevare definitivamente a rango di lusso un prodotto che nasce per sporcarsi, per lavorare, per andare a cavallo. Un vilipendio ?

Cavallerescamente
Lorenzo Villa

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Nome: Lorenzo Villa
Data: 29-04-2014
Cod. di rif: 4860
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: The return of the Rector
Commenti:
Stimatissimo Rettore De Paz,

apro con grandissimo compiacimento la Lavagna nel leggere, dopo tanto tempo, un Suo commento.
Mi auguro a gran cuore che la Sua penna sia tornata a donarci spunti, riflessioni, idee, dubbi, esperienze.

Ben tornato Magnifico Rettore !

Lorenzo Villa

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Nome: Lorenzo Villa
Data: 04-08-2014
Cod. di rif: 4876
E-mail: l.villa@relcoinstruments.com
Oggetto: La rabbia
Commenti:
Incliti Cavalieri,
idee e azioni, se tengono ci spingono lontani dalle proprie mura, di sovente ci fanno trovare nuove tracce.
A noi è sempre interessato l’esempio, il monumento che rischiarava la via. Vi è nondimeno nella ricerca della strada l’incombenza di capire perché il richiamo della forma, della bellezza, dell’appropriato, sembra riguardare sempre meno individui.
Mi pare di aver individuato una delle ragione di questo male nella rabbia. Sì, tutti questi esseri di sesso maschile che si muovono per le nostre città in bermuda, ciabatte, magliette e tracolle sono arrabbiati , furenti contro il mondo e contro i loro simili. Tutta quella pelle esposta, tutte quegli improbabili colori, tutta quella trasandatezza compiaciuta e compiacente è frutto di un’ira e di una insofferenza genetica che permea la loro giornata fin dal risveglio e dal loro vagabondare per l’armadio alla ricerca di “qualcosa”. Come si fa ad andare a vedere come è fatto il giorno in questo modo ?
Noi accoglieremo il tutto con un sorriso e con il buonumore. La nostra cravatta, la nostra giacca ed i nostri pantaloni ben stirati risplenderanno con noi perché prodromi della nostra serenità. Ed incomincio a vedere alcuni giovani tentati da questa armonia. Che cosa ci svegliamo a fare altrimenti ?

Cavallerescamente
Lorenzo Villa


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