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Nome: Marco Albricci Data: 07-10-2004 Cod. di rif: 1658 E-mail: marco.albricci@katamail.com Oggetto: Dedizione allo stile inglese Commenti: Egregio Gran Maestro, egregi Signori tutti, dopo aver letto per qualche tempo gli scritti mi sono deciso a prendere…la penna in mano e ad affrontare la lavagna. E’ da qualche anno che frequento la sartoria ed il mondo del su-misura; dapprima con quello che si definisce su ordinazione e poi la sartoria e la camiceria vera e propria. Vedo con piacere il grande risalto che qui si danno ai maestri napoletani, di cui ammiro le opere, e ad altri italici. Il punto è che io sono innamorato dello stile inglese, o almeno di quello che io definisco tale. Ispirarmi all’Inghilterra. avendola come modello, mi da una grande sensazione di forza, di lontananza da tutto e tutti, di distacco. Vedo in esso la semplicità e la durata nei secoli, un po’ come dire da lì è partito tutto e tutto sarà. Ho cercato con i sarti che ho frequentato e che frequento di avvicinarmi a quest’idea. Superiore a tutto, ecco. Nessuna concessione al tempo. Vorrei proprio da Lei, nobile GrandeMaestro, sapere se tutto ciò ha senso e se è possibile nel 2004 vestire inglese. Nel mondo domina il made in italy. E il made in England come è messo ? In calce chiederei un informazione : dove poter trovare le famose polo della Fred Perry made in England e non quelle fatte in Italia, enormemente più brutte e malfatte. Perché la decisione di fabbricare in Italia quelle vendute in Italia ? Non sarà il mio primo intervento. Se il cielo vorrà. Marco Albricci ----------------------------------------------------------------------------------------------------- Nome: Marco Albricci Data: 08-10-2004 Cod. di rif: 1661 E-mail: marco.albricci@katamail.com Oggetto: Modelli inglesi che buona idea ! Commenti: Egregio GranMestro, Signori, ho letto con piacere le Sue parole, molto piacere. Sottoscrivo inoltre la proposta del dott.Pugliatti : sarebbe interessante, se non fondamentale per il castello, avere uno studio iconografico di modelli inglesi attuali e non su tutto il guardaroba. Se non potremo vestire sempre a Londra, avremo in tal caso materiale da studiare con il nostro sarto. Dalle giacche ai pantaloni per passare a cappotti e cravatte, tutto assoluatamente inglese. –Sarto italiano, modello inglese. Mi rammaricano invece le parole sulla morte dell’artiginato inglese, spero non sia così definitiva. Ci sono molte case che meritano gloria eterna. E’ messa così male la sartoria/camiceria britannica ? A proposito di quest’ultima : noi italiani facciamo autentiche opere d’arte cucite a mano quasi dappertutto; asole, cuciture, collo etc. Gli inglesi no. E dico la verità : ce né veramente bisogno di tutta questa ostentazione di artiginalità del fatto a mano a tutti i costi ? Un buon cotone, misure perfette, bei bottoni, collo impeccabile, aggiungiamoci le sole asole ricamate manualmente, cosa latro serve ? A mio avviso, nulla. Siete d’accordo ? A presto. Grazie per tutto questo. Marco Albricci ----------------------------------------------------------------------------------------------------- Nome: Marco Albricci Data: 18-11-2004 Cod. di rif: 1780 E-mail: marco.albricci@katamail.com Oggetto: Il dubbio infinito Commenti: Egr. Grande Maestro, tempo fa Le avevo scritto parlando dello stile inglese e l’attrazione che nutro nei suoi confronti. In verità ciò celava altri fatti che mi sento ora di esprimere a Lei per un aiuto. Mi trovo in realtà a giocare sempre su di una partita doppia : la sartoria, di ispirazione britannica, ma fatta nella mia zona da sarti non entusiasmanti e piacevoli, e un piccolo negozio-laboratorio che presenta il su-ordinazione totale (nel senso che non vende niente di pronto e si parte tutto da un enorme quantità di pezze di tessuto) e alcuni accessori di grande pregio. Quest’ultimo è amministrato da una persona giovane, valente e capace dotata inoltre di grande gusto. Certo, non è vero su misura, sia negli abiti che nelle camicie, pur essendo tutti costruiti con criteri assolutamente artigianali. Adesso entra in gioco la sartoria, di cui si certifica la totale artigianalità ed il grande valore del capo. Ma con quest’ultimi maestri non si riesce ad entrare in un contatto profondo, di cura totale del guardaroba maschile che avviene con il primo. Insomma, pur andando in sartoria ed essendo andato in passato in questo negozio, non riesco ancora a decidermi su quale sia la strada per me. In una trovo la bellezza dell’essere fuori dal tempo nell’altro la ricchezza e il fascino di un mondo di gran gusto che va da una giacca ad un gemello e passa per una camicia o una cravatta. Tutto presentato e servito con un piacere immenso. Però non è vero su misura….. Lo so che è un brutto dilemma, ma spero che almeno Lei…. Cordialmente M.Albricci ----------------------------------------------------------------------------------------------------- Nome: Marco Albricci Data: 06-12-2004 Cod. di rif: 1816 E-mail: marco.albricci@katamail.com Oggetto: Decisione Commenti: Egr. Grande Maestro, mi sono preso una lunga pausa di riflessione per capire i mie dubbi e le mie perplessità. Avrei una decisione. Andrò sulla strada della sartoria ma a qualche condizione : che mi venga consigliato da una persona del suo calibro e che questo sarto abbia al massimo una cinquantina d’anni. Le ragioni di tutto ciò stanno nelle delusioni che ho avuto nel frequentare sarti privi ormai di ogni voglia di soddisfare un nuovo cliente e restii a dare il minimo entusiasmo. Queste le condizioni, tenuto conto che abito a Piacenza e non sarebbe un problema andare nelle province limitrofe. Sono nelle sue mani, con coraggio e una forte voglia di aver risultati dalla mia scelta. Grazie. Cordiali saluti. M.Albricci ----------------------------------------------------------------------------------------------------- |
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