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Nome: Marco Clerici
Data:
Cod. di rif: 3
E-mail: dwxcle@tin.it
Oggetto: Il "bombarozzo"
Commenti:
Gent. Gran Maestro,
potrebbe soddisfare questa mia curiosità circa quanto scritto su Monsieur di Marzo nel Suo splendido articolo: " che cosa si intende per collo col bombarozzo" ?
Grazie, La saluto cordialmente.
C.M.

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Nome: Marco Clerici
Data:
Cod. di rif: 13
E-mail: dwxcle@tin.it
Oggetto: Conferme !
Commenti:
Egregio Gran Maestro, Stimatissimi Cavalieri,
è ormai parecchio tempo che rientro tra i simpatizzanti del Vostro sodalizio. Molto probabilmente Vi chiederete per quale motivo non sia ancora un Vostro socio.
Considerando il Vostro sodalizio, cosa estrememante seria ed importante, prima di aderirvi vorrei assicurarmi della profondità dei miei "sentimenti" verso quei "valori" che Voi stessi perseguite con così intensa partecipazione.
penso ormai di essere "moralmente" uno dei vostri, prova di ciò l'ho avuta poschi giorni fa mentro ero in coda allo sportello della segreteria dell'Università.
Il motivo di questa mia è proprio quello di parteciparVi le mie sensazioni.
Nell'attesa del mio turno, non ho potuto non ascoltare il discorso di due ragazze che si trovavano alle mie spalle.
queste due studentesse criticavano, con titoli ed appellativi che Voi tutti potete ben immaginare, il comportamento di un docente in sede d'esame.
Non bastasse il fatto che ragazze, nonchè studentesse universitarie, si esprimano con termini non certo consoni alla "grazia" che il gentil sesso incarna; a peggiorar le cose era il tema oggetto di discussione. Al docente in questione veniva aspramente contestata la sua disapprovazione circa l'abbigliamento indossato da alcuni studenti e studentesse in sede d'esame. Più che di abiti indossati sarebbe opportuno parlare di abiti non indossati. Infatti dalle descrizioni fatte, l'uno era in pantaloncini corti e l'altra in pantaloncini attillati e cortissimi; idonei per il lungomare di Rimini o per le selezioni delle Veline, ma non certo idonei per un esame universitario.
Di primo acchito l'impulso era quello di intervenire e di mostrare la mia disapprovazione su quanto loro affermavano. La ragione jha prevalso. E' inutile tentare di raddrizzare chi non sente e non vede se non quello che indicano le mode stagionali.
Docente, Università, Esame: son situazioni ed occasioni che richiedono "rispetto". Rispetto che si rivolge in primis verso noi stessi.
L'abito non fa il monaco, ma risalta solo l'apparenza. La vera differenza è nel comportamento.
Viene da pensare che questi ragazzi alla fin fine non hanno sbagliato ad abbigliarsi in quel modo. Il loro abbigliamento non avrebbe di certo trovato nessun riscontro e nessun supporto nel loro atteggiamento.
Gentleman lo si è dentro.
Scusandomi per la forzata intrusione nelle sale del Vostro ospitale castello, porgo a tutto il corpo sociale ed a Lei Gran Maestro i più cordiali saluti.
Marco Clerici

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Nome: Marco Clerici
Data:
Cod. di rif: 31
E-mail: dwxcle@tin.it
Oggetto: Sarti & Sartoria
Commenti:
Egregio Sig. Villa, Stimatissimo Gran Maestro,
ho seguito con molto interesse la Vostra discussione sui problemi della sartoria. Purtroppo questo è un problema che investe tutte le città, forse Napoli è la sola a non risentirne pesantemente. La crescente offerta di prodotti "su misura" non ha certo migliorato le cose. Spesso questi "commercianti" (non si possono definire sarti) si sono limitati ad apportare aggiustamenti ad abiti già confenionati.Gli adattamenti eseguiti sugli abiti risultano essere mal eseguiti, rovinando così quello che poteva essere un "buon abito" di confezione. Mi unisco alla sua medesima soeranza di non vedere questa nobile arte estinguersi.
Cavallerescamente , porgo i miei cordiali saluti.
Marco Clerici

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Nome: Marco Clerici
Data: 12-03-2003
Cod. di rif: 197
E-mail: dwxcle@tin.it
Oggetto: Laboratori contro l'estinzione !
Commenti:
Egregio Gran Maestro,
Stimatissimi frequentatori di questa lavagna.

Con oggi prende l’avvio l’avventura del Laboratori d’Eleganza in quel di Bologna. Sebbene non presente non ho voluto essere lontano con lo spirito da chi invece questa avventura ha deciso di viverla personalmente.
Lo scopo di questa iniziativa è di divulgare il gusto del bello, di tramandare tradizioni e conoscenze da sempre bagaglio dell’uomo che vuole “vestire” e non coprirsi con indumenti senza storia e senza cultura.
È necessario per il perseguimento di tale scopo un impegno da parte di tutte le persone sensibili a questi problemi al fine di evitare l’estinguersi per sempre di queste conoscenze. Riusciranno le generazioni future ad indossare abiti fatti con gli stessi tessuti dei loro avi?
Non sia la trascuratezza dell’Uomo d’oggi ha permettere queste scempio.
Riflettendo su questi concetti ho estrapolato, da un mio quadernetto di appunti, un breve pensiero che W. Arkwright espose nel suo libro sulla razza di cani da lui preferita: i pointer.
Tale pensiero può essere applicato anche ad altri settori quali, in questo caso, tessuti o particolari tipi di lavorazioni. Pensando di fare cosa gradita riporto qui di seguito quanto scritto dall’Arkwright agli inizi del secolo scorso:
“…le buone razze d’animali, a differenza dei vini vecchi e della mobilia, non aspettano tranquillamente il risvegliarsi del buon gusto ma sono portate a scomparire e ad estinguersi nei periodi nei quali vengono trascurate…” .
Mi auguro che questa iniziativa dei Laboratori d’Eleganza non abbia vita breve ed aumenti al sensibilità degli uomini verso il buon gusto.

Dalla Lomellina baciata da uno splendido sole primaverile porgo i miei più cordiali saluti.
Oggi 12 marzo 2003

Marco Clerici


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Nome: Marco Clerici
Data: 18-07-2003
Cod. di rif: 409
E-mail: dwxcle@tin.it
Oggetto: Orologio da tasca !
Commenti:
Egregio Gran Maestro,

la mia crescente voglia di apprendere sempre più e di approfondire il linguaggio dell’eleganza e del buon gusto mi spinge nuovamente a rivolgermi a Lei.
Pur non essendo un appassionato di orologeria mi piacciono molto gli orologi da tasca. Devo dire che sono attratto dall’aspetto estetico più che da quello tecnico, nonché e soprattutto dai valori e tradizioni che essi richiamano.
Per questo motivo vorrei chiederLe, rivolgendo la richiesta anche ai preparatissimi frequentatori che ultimamente hanno animato questa ricchissima lavagna, quali sono i modi più opportuni per portare l’orologio da tasca.
La mia curiosità è rivolta in particolare alle modalità di portare l’orologio nel taschino del gilet, sia a due che a quattro tasche, essendo questo il tipo di abito che preferisco indossare in inverno, periodo nel quale porto con maggior frequenza l’orologio.
Mi scuso per la banalità della richiesta, ma non avendo ottenuto informazioni di particolare interesse né da orologiai né da persone che si definivano cultori della materiai non mi resta che rivolgermi ad una fonte sicura ed inesauribile di informazioni.

Nel congedarmi vorrei rivolgere i miei complimenti al Gran Maestro per aver creato questo castello ed ai preparatissimi frequentatori che arricchiscono la lavagna con argomenti molto interessanti nonché con pezzi molto ben scritti.

Cordialmente
Marco Clerici


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Nome: Marco Clerici
Data: 01-08-2003
Cod. di rif: 462
E-mail: dwxcle@tin.it
Oggetto: Orologi da tasca 2 !
Commenti:
Egregio Gran Maestro, Stimatissimi frequentatori,

tempo fa avevo avanzato in questa lavagna una mia richiesta di informazioni circa gli orologi da tasca nel gesso n° 409. Comprendo che il ritmo frenetico con il quale questa lavagna continua nella sua crescita rende difficile rispondere a tutti in tempi brevi, ma la competenza dimostrata in materia fra coloro che scrivono su questa lavagna mi spinge a non demordere.
Scusandomi per l’insistenza, desidererei ricevere una risposta.

Cordiali saluti
Marco Clerici


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Nome: Marco Clerici
Data: 02-08-2003
Cod. di rif: 467
E-mail: dwxcle@tin.it
Oggetto: ringraziamenti
Commenti:
Egregio gran Maestro,

La ringrazio per la sua pronta ed esaustiva risposta.

Cordialmente, Le porgo i miei saluti.
Marco Clerici

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Nome: Marco Clerici
Data: 30-08-2003
Cod. di rif: 506
E-mail: dwxcle@tin.it
Oggetto: Ancora sulla cipolla !
Commenti:
Stimatissimo Gran Maestro,

questo mia per chiederLe una delucidazione in merito ad un argomento già trattato. Nel gesso n° 463 Lei rispondeva ad una mia domanda sull’orologio da tasca dicendo che esso deve essere in metallo nobile e non in altri materiali, per evitare di sembrare un ferroviere. Parlando di metallo nobile, penso che intenda riferirsi all’oro giallo escludendo ovviamente l’argento e anche l’oro bianco.
Riflettendo su quanto da lei detto, ho ripensato alla “legge dei metalli” enunciata in questa lavagna. Dovendo rispettare un abbinamento tra orologio e gemelli nel caso si porti un orologio da tasca d’oro giallo dovranno evitarsi gemelli in argento o d’oro bianco?

Contraddicendo quanto detto in apertura, Le rivolgo una seconda domanda. Nel gesso n° 465 il Sig. Lorentoni esponeva un ulteriore modo di portare l’orologio da tasca, chiedendosi se tale sistema fosse accettabile. Si tratta di portare l’orologio da tasca con abito senza gilet, facendo scorrere la catenella nell’asola del bavero della giacca e far cadere l’orologio nel taschino della giacca. Il Sig. Lorentoni dice di aver notato questo uso dall’ambasciatore Sergio Romano mentre teneva delle lezioni in università. Personalmente ho visto anch’io in alcune immagini, che non sono più riuscito a trovare, figurini che indossano l’orologio in tale modo.
Ripropongo il quesito esposto a suo tempo dal Sig Lorentoni, chiedendo a Lei esimio Gran Maestro lumi in merito.

La ringrazio anticipatamente per la risposta in quanto lunedì p.v. devo portare il computer a riparare e non so quando potrò nuovamente visitare questo magnifico Castello.

Cordialmente, Le porgo distinti saluti.
Marco Clerici


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Nome: Marco Clerici
Data: 07-11-2003
Cod. di rif: 728
E-mail: dwxcle@tin.it
Oggetto: Camiceria su misura????
Commenti:
Egregio Gran Maestro, stimati frequentatori,
una breve esternazione per dar sfogo al mio turbamento.

Questa mattina mi sono recato a Pavia con l’intento di ordinare una camicia presso una “camiceria su misura” del centro città. Già consapevole, che il risultato non sarebbe stato il massimo, sono partito da casa con animo predisposto ad accettare asole rifinite a macchina, colletti e polsini scelti tra modelli standard, ecc….
Purtroppo questo è il massimo che la città di Pavia riesce ad offrire e ciò non è molto confortante per chi apprezzi le vere lavorazioni sartoriali.

Un altro negozio era già stato scartato giorni addietro (si trattava in questo caso di un “su ordinazione” della Ingram e 150 euro sono un tantino esagerate). Non avevo terminato la prima frase che già avevo voglia di scappare dal negozio. Quando ho chiesto informazioni al proprietario sull’ordinazione di una camicia “su misura” questo, guardandomi come se fossi un ritardato, mi ha risposto: “… perché ha qualche problema ?”. Di fronte alla mia perplessità ha ribadito la domanda una seconda volta “…che problema ha per fare un camicia “su misura”?. Problemi non ne ho, per cui me ne sono andato.

Ritorniamo all’ultima esperienza. Entrato nella camiceria incriminata, ho richiesto subito una tinta unita bianca o azzurra. Dicendo tinta unito credevo di essere stato chiaro, invece mi vengono proposti alcuni tessuti (su cartelle della ditta fornitrice) a quadretti, a bastoni, fil a fil ed altri ancora più lavorati. Arrivati finalmente al tessuto bianco, la catastrofe.
Che taglia porta? – mi domanda la camiciaia - Le faccio provare una camicia e poi compiliamo la scheda personale che verrà archiviata……..(la storia si ripete).
Già era un ripiego, figuriamoci accettare una porcheria del genere. Prima di slacciarmi il giaccone (che in realtà avevo già richiuso ben bene) ho chiesto perché dovevo provare una camicia già pronta, non le bastava prendere le misure?
La risposta era prevedibile e quella è stata. A peggiorare le cose l’intromissione di un’altra signora della camiceria (forse la titolare) che inviperita si intromette tracotante: “vuole insegnarci il mestiere?… noi abbiamo già clienti a sufficienza e lei non ci serve!!”
Voi tenetevi pure i vostri clienti ed io mi tengo le mie camicerie! Arrivederci, anzi no Addio, perché in questo negozio non rimetterò più piede!


Si riparte alla ricerca di una camiceria, prevedo una “missione impossibile”.

Cordiali saluti e arrivederci al prossimo laboratorio bolognese.
Marco Clerici


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Nome: Marco Clerici
Data: 22-11-2003
Cod. di rif: 775
E-mail: dwxcle@tin.it
Oggetto: Laboratorio sui nodi
Commenti:
Stimatissimo Gran Maestro,

ho appreso con molto interesse la proposta di un’edizione speciale dei laboratori di eleganza . Mi associo pertanto agli altri sostenitori che sono già intervenuti ad alimentare le richieste di una convention sul nodo della cravatta.
Spiritualmente e moralmente la sede ideale è certamente la città di Napoli, come propone il Sig. Liberati, però visto che molti dei partecipanti ai laboratori provengono dalle regioni del nord vorrei proporre come sede Milano, potendo vantare questa città un punto vendita ufficiale di Marinella.
Spero che la proposta di candidare la città di Milano come sede dell’evento incontri il consenso di un adeguato numero di sostenitori.

Cordialmente Le porgo i miei migliori saluti.
Un apprendista del buon gusto.
Marco Clerici


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Nome: Marco Clerici
Data: 25-11-2003
Cod. di rif: 790
E-mail: dwxcle@tin.it
Oggetto: Ringraziamenti
Commenti:
Stimatissimo ed attivissimo Gran Maestro,
Stimatissimo Dott. Marinella,

con profonda commozione per l’onore che mi si concede porgo i miei più sentiti ringraziamenti. Non mi sembra ancora vero, se è un sogno non svegliatemi perché è troppo bello.

Inchinandomi al cospetto dei sommi artefici, porgo cavallereschi saluti.
M.C.


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Nome: Marco Clerici
Data: 02-03-2004
Cod. di rif: 989
E-mail: dwxcle@tin.it
Oggetto: Ringraziamenti in ritardo
Commenti:
Stimatissimo Gran Maestro,
Eccellentissimo Dott. Marinella,

purtroppo solo venerdì sono ritornato in possesso del mio computer che era in riparazione da più di una settimana. Nel week-end ho recuperato il tempo perso aggiornandomi sulle vicende Cavalleresche. Ho visto con una certa emozione la cravatta che riceverò al prossimo Laboratorio sui Nodi. Sebbene in ritardo vorrei rivolgere a Lor Signori i miei più sinceri ringraziamenti.
Per l’occasione volevo indossare una camicia su misura, fatta secondo le mie preferenze. Purtroppo non sono ancora riuscito nell’impresa di trovare una camiciaia degna di nota nella mia provincia. In questi ultimi giorni sembra aprirsi uno spiraglio di luce, però prima di cantar vittoria attendo di verificare di persona con una visita al laboratorio, non vorrei che si trattasse delle solite camicie su ordinazione con asole fatte a macchina (da me sempre escluse).

Nel porgere cavallereschi saluti, rinnovo la mia stima.
Marco Clerici


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Nome: Marco Clerici
Data: 26-05-2004
Cod. di rif: 1276
E-mail: dwxcle@tin.it
Oggetto: Barbera e Made in Italy
Commenti:
Stimatissimo Gran Maestro,

accolgo con grande entusiasmo la possibilità di un istruttivo incontro con l’elegantissimo Signor Barbera.
Aderisco con profonda partecipazione alla petizione per la salvaguardia del “Made in Italy” nel relativo sito internet.

Cavallerescamente

Marco Clerici


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Nome: Marco Clerici
Data: 26-05-2004
Cod. di rif: 1277
E-mail: dwxcle@tin.it
Oggetto: esternazioni in riferimento ai gessi 1038 e 1242
Commenti:
Stimatissimi Cavalieri,

dopo un lungo periodo di silenzio, ma non per questo di lontananza dalle stanze del Castello, intervengo con questo mio gesso per sottolineare alcuni passaggi estrapolati dagli interventi, su questa lavagna, del Sig. Carnà e del mitico Sig. De Paz.

Il Cavalier Carnà nel suo gesso 1038 fa riferimento al comportamento adottato da alcuni docenti universitari, suoi colleghi, durante le lezioni e gli esami. Se un docente non sente il dovere di presenziare all’interno di un’istituzione, quale è l’Università, con una divisa appropriata figuriamoci uno studente.
In qualità di ex studente ho assistito ad esami nei quali sembrava di sedere sulla riva del Ticino e non nei banchi di un’aula universitaria. Le natiche della ragazza meritavano sicuramente una lode, ma il suo atteggiamento ben altro giudizio.
L’Università dovrebbe formare i dirigenti di domani, ma si è ormai disinteressata di formare gli uomini che un giorno diventeranno, forse, dei manager. E dopo ci si stupisce se non si è in grado di affrontare una crisi economica e/o politica?

Argomento simile è stato trattato dall’illuminante Drappiere per Eccellenza, il grandissimo De Paz nel gesso 1245, di cui riporto il passaggio in questione:

“La college la portavano i giovani in Italia, come ho detto, come prima giacca, in Gran Bretagna come divisa scolastica.
Pensate se le scuole avessero adottato questo stile imponendo la giacca in classe, pensate quale ordine mentale e quanto meno degrado avremmo subito”.

Parole sante e sagge carissimo Dante.
Come sarebbe bello vedere uscire dall’Aula Foscolo oppure dall’Aula Volta dell’Ateneo Pavese, dove rispettivamente insegnarono questi grandissimi personaggi, ragazzi in giacca e cravatta magari con un bel Panama e sedersi sulle panchine, sotto il magnifico glicine che percorre per buona parte il cortile delle magnolie, a discutere con delle gentil donzelle.
Usciti dal sogno e riaperti gli occhi, all’improvviso ci appare la realtà con tutta la sua decadenza, ragazzi e ragazze seduti per terra che discutono come galeotti gridando volgarità e gesticolando come scimmie.

Non penso sia giusto attribuire la colpa soltanto a questi ragazzi. Se i professori e la scuola avessero attribuito più importanza al comportamento dei propri alunni forse qualche anima la si sarebbe potuta salvare. Io stesso mi ricordo il professore di lettere e storia avuto negli ultimi anni delle superiori. Il suo abbigliamento era costantemente: jeans, camicia jeans portata sempre fuori dai pantaloni e una giacca blu. Confesso che non è stato di certo un bell’esempio, né sul piano didattico, né su quello umano. Avendo avuto la fortuna di frequentare nel passato altre scuole ed altri docenti sono riuscito a salvarmi dal contagio, altri però non hanno più ritrovato la strada del ritorno al “buon gusto”.

Oltre a dar sfogo a ciò che sentivo dentro, vorrei con questo mio intervento rivolgermi a tutte quelle persone che possono influire su un miglioramento della situazione. Se qualche docente leggerà queste righe si ricordi, quando dovrà dare un giudizio ad uno studente esaminato, di assegnare 2 punti per l’atteggiamento-abbigliamento. Forse fra un po’ di tempo vedremo una società migliore.

Cavallereschi saluti da un ex studente incompreso.

Marco Clerici


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Nome: Marco Clerici
Data: 24-06-2004
Cod. di rif: 1381
E-mail: dwxcle@tin.it
Oggetto: Assenze ai laboratori
Commenti:
Egregio Gran Maestro, Stimatissimo De Paz,

purtroppo non sono riuscito a prendere parte all’ultimo laboratorio bolognese. Dai primi resoconti apprendo che gli argomenti trattati sono stati di particolare interesse e come sempre il sig. De Paz ha illuminato le menti dei partecipanti con la Sua sapienza.
Attendo con ansia notizie circa il costituente Club del Tessuto ed appoggio pienamente l’idea del tessuto Cavalleresco. Il district check come proposto dal Cav. Rizzoli esprime senza dubbio alcuno l’essenza stessa dell’Ordine e dei Cavalieri stessi.

Scusandomi per il ritardo con il quale intervengo, Cavallerescamente, porgo cordiali saluti.

Marco Clerici


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