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Nome: Massimiliano Mocchia di Coggiola
Data: 27-08-2005
Cod. di rif: 2109
E-mail: mocchia@libero.it
Oggetto: Un doppio petto in rodaggio
Commenti:
Egregio Carrara,
la ringrazio molto per i complimenti, e per le critiche utilissime; quella cravatta in maglina di seta era una recente acquisto romano, e la tentazione di indossarla con quella giacca mi ha fatto passare sopra al difetto dei toni più accesi rispetto a quelli della giacca stessa.
Da parte mia e dello stesso Comi (che ci sta leggendo ora) tengo a confermare quanto specificato dal Gran Maestro: il doppiopetto di Caraceni che Comi indossa in quella foto usciva dal laboratorio per la prima volta; lo stesso Comi me lo disse quando ci incontrammo quel giorno a Cannero. Inoltre ho avuto modo di incontrare Comi diverse altre volte e posso ben dire che il suo stile è sempre stato ipeccabile quanto, se non più, dei suoi libri. Il rimprovero, se rimprovero deve esserci, va fatto alla sartoria che veste il signor Comi da decenni ed ha tuttavia commesso un errore così banale. Ma, si sa, anche i grandi possono sbagliare.
Quel che è certo, è che sanno rimediare meglio di altri.
Cordiali saluti
Massimiliano Mocchia di Coggiola

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Nome: Massimiliano Mocchia di Coggiola
Data: 28-08-2005
Cod. di rif: 2112
E-mail: mocchia@libero.it
Oggetto: L'ombrello fotografato
Commenti:
Egregio avvocato,
per rispetto di quanto l'Ordine si impegna a fare (ovvero evitare qualsiasi genere di pubblicità), Le risponderò privatamente. Confermo comunque in questa sede che l'ombrello proviene dal vostro fornitore.
Cordialmente
Massimiliano M. di Coggiola

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Nome: Massimiliano Mocchia di Coggiola
Data: 06-05-2006
Cod. di rif: 2430
E-mail: sperelli8@email.it
Oggetto: Jeans firmati e tutto il resto - breve riflessione personale
Commenti:
Gentile Gran Maestro,
Cavalieri tutti,
ammetto di non avere la scienza e le capacità di tolleranza dell'ottimo Forni, che come lui stesso ben sa accoglie buonissima parte della stima che sono disposto a dare agli altri - e tuttavia mi sia concesso di sorridere, in forza proprio della mia giovanissima età, dinnanzi alle parole del signor Mattioli, ch'io non conosco affatto ma la cui voce suona simile a moltissime altre. Si assiste ad un elogio straordinario dell'ostentazione che in parte, riconosco, potrebbe anche essermi propria - per quanto non ne desideri assimilare i simboli: orologio gigante, auto di lusso, capi firmati... (ma non manca un po' d'anima, in tutto ciò? vabbé...).
La ragione, la base sulla quale pare ci si voglia costruire l'intera propria esistenza è, per la maggior parte delle persone, squisitamente di gusto freudiano: la sessualità o, in senso lato, l'esternazione e l'usufrutto costante della propria virilità. Dacché in tal caso è il sesso a stare alla base, è ovvio che i simboli estetici che si chiamano in causa son quelli che si presuppone attirino di più "le belle donne". In sostanza, ci si veste e ci si comporta in una certa maniera per poter esercitare il proprio dovere di maschio. Come si rilevava la puerilità del meccanismo, così se ne dovrebbe rilevare una certa acredine: perché prendersela tanto, insomma, se c'è qualcuno che - anziché basarsi esclusivamente sul "piacere agli altri" - preferisce piacere prima di tutto a sé stesso? L'indipendenza del pensiero indiviale ha sempre dato fastidio a chi non vede al di là di quello comune. E l'idea che il "vecchio", o l'"alieno", o insomma colui o coloro che si vedono come differenti da sé stessi e di conseguenza dagli altri tutti, siano creature infelici e sessualmente frustrate non fatica granché a farsi strada nella mente delle persone come il signor Mattioli. Il cavaliere è infelice? e perché? oh bella, ma perché non si sforza di adeguarsi o si sforza di essere diverso (il che potrebbe essere la stessa cosa). Così facendo le conseguenze sono tragiche, agli occhi di chi non ne comprende le ragioni; e sono conseguenze che invero nella maggior parte dei casi, non esistono. Solo, non vengono esternate nella maniera che si giudica normale, o insomma non in quella maniera solita, o moderna. Perciò non le si vede. E' un po' come se un nordico, avendo sempre visto compaesani biondi e slanciati, fissasse d'un tratto un bruno: la prima supposizione sarà: Ha un parrucca; e faticherà a credere il contrario.
Il Signor Mattioli e molti altri dalla sua parte credono, nello specifico, che una vita in giacca e cravatta, attenta alla formalità e alla bellezza antica delle cose, sia sinonimo di castrazione e conseguente frequentazione bordellare obbligata. Ebbene essi forse non sospettano che la maggior parte delle donne belle sono anche intelligenti e sensibili; probabilmente non ne hanno mai saputo vedere anche questo lato, né forse lo sapranno mai stimolare.
Cordiali saluti
Massimiliano Mocchia di Coggiola

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Nome: Massimiliano Mocchia di Coggiola
Data: 16-10-2006
Cod. di rif: 2628
E-mail: sperelli8@email.it
Oggetto: Convegno romano sul Lusso e sulla Moda
Commenti:
Stimabili Cavalieri, indefessi Scuderi, fedelissimi Visitatori,

riporto ora di seguito il programma del convegno internazionale che si svolgerà a Roma, nelle giornate del 23 e del 24 Ottobre, avente per tema "Il lusso e la moda"; organizzatrice dell'evento è la prof.ssa Anna Maria Curcio, già docente di Sociologia a RomaTre, nonché da tempo studiosa di storia del costume e della moda. Suo è il "Laboratorio sui fenomeni di moda", che da diversi anni si applica nello sviscerare questo settore dello scibile umano.
Benché la conferenza non parte dal, né coinvolge in prima persona L'Ordine Cavalleresco, trovo che l'argomento sia comunque proficuo e non privo di interesse; presenzieranno esperti d'alto calibro nazionale ed internazionale, come anche (non mancano mai) semplici presenzialisti dei quali non faccio il nome, ma che i più attenti sapranno distinguere dai più valevoli anche solo scorrendone i nomi di seguito elencati. Dal Campidoglio alla sala Capizucchi in piazza Campitelli il filo conduttore si dipanerà, trainato a più voci e più sentenze, sino ad un finale che, sappiamo (noi che indaghiamo anche tali settori alla stregua di una scienza inesauribile di sorprese) non conoscerà traguardi assoluti, ma comunque validi approdi.
La mia presenza è confermata, ovviamente tra le file del pubblico, e sarebbe bello se vi presenziassero anche quei Cavalieri che in Roma tramano sottili maglie atte ad insaccare la montante volgarità nazionale; compito del Cavaliere è si quello di combattere, ma come anche deve fare un buon medico, anche di seguire i corsi di aggiornamento. Chissà che anche qui non si impari qualcosa, insomma.
Di seguito il programma, così come appare sulla brochure inviatami dalla prof.ssa Curcio:

Presentazione:
Il lusso è da sempre un fenomeno controverso la
cui trattazione sembra necessariamente approdare
alla sua condanna o alla sua approvazione, indipendentemente
dalla validità scientifica con cui
vengono osservate le sue manifestazioni.
Le analisi del fenomeno si sono soffermate principalmente
sull’aspetto economico, mediante l’equazione
lusso – ricchezza.
Nelle società contemporanee, con l’affermazione
della globalizzazione, la moda d’altra parte, ha
esasperato alcune sue caratteristiche principali
quali, la velocità, la superficialità, la volontà di identificazione
e comunicazione, il consumo sociale,
la massificazione insieme ad un certo elitismo,
il segno di riconoscimento (soprattutto nelle
mode giovanili), l’industrializzazione e la strumentalizzazione
del fenomeno.
Tutti questi aspetti, ciascuno dei quali costituisce
un importante oggetto di riflessione, di studio e
di ricerca, sono alla base della conoscenza e dell’interpretazione
della modernità, dei suoi paradigmi,
della sua complessità e delle sue contraddizioni.
Il convegno si propone di analizzare se il binomio
lusso – moda ha ancora riscontro nella ricerca
scientifica o se vi sono altre dimensioni
semantiche da analizzare per poter dare significato
a tutti gli studi, che sotto i più diversi aspetti,
si occupano di queste tematiche.
(Anna Maria Curcio)

Convegno Internazionale
--Trasformazioni del lusso e della moda--

Conversazioni sulla moda
Roma, 23 ottobre 2006,
Campidoglio, Sala della Protomoteca

24 ottobre 2006,
Sala Capizucchi, Piazza Campitelli

Programma

23 ottobre 2006
Sala della Protomoteca in Campidoglio

Ore 9.30
Apertura del Convegno e saluto delle Autorità
On. Mariapia Garavaglia
Vice Sindaco di Roma
Guido Fabiani
Magnifico Rettore dell’Università di Roma Tre
Francesco Susi
Preside della Facoltà di Scienze della Formazione, Università di Roma Tre
Roberto Cipriani
Direttore del Dipartimento di Scienze dell’educazione

10.00 Introduce e coordina:
Anna Maria Curcio, Università di Roma Tre
“Lo strano equivoco: lusso e ricchezza”
Franco Ferrarotti, Università di Roma La Sapienza
“Lusso: matrice del capitalismo o effimero consumo onorifico?”
Salvador Giner, Università di Barcellona
Domenico Secondulfo, Università di Verona
“Il lusso di essere postmoderni: nuove strade ed antichi sentieri”
Gerardo Ragone, Università di Napoli “Federico II”
“Consumi di massa e trasformazioni del lusso e della moda”

11.30 Coffee break

11. 45 Presiede Gerardo Ragone
Patrizia Calefato, Università di Bari
“Il corpo di lusso”
Marina D’ Amato, Università di Roma Tre
“I bambini allo specchio”
Paola Colaiacomo,Università di Roma La Sapienza
“L’eleganza e il lusso”

13.30 Buffet

15.00 Presiede Marina D’ Amato
Michel Maffesoli, Università di Parigi, “La Sorbonne”
“De la fonctionalité moderne au lux postmoderne”
Gabriella Bartoli, Università di Roma Tre
“ Il lusso tra pregiudizio e oggetto del desiderio: risvolti
psicologici”
Elyette Roux,Università Paul Cézanne Aix – Marseille III
“Luxe et temps des marques : continuités et discontinuities”
Paolo De Nardis, Università di Roma La Sapienza
Margarita Riviere,Università di Barcellona
“ Morte e resurrezione della moda”

16. 30 Presiede Gabriella Bartoli
Carlo Mongardini,Università di Roma La Sapienza
“Elites e moda in un regime di massa”
Valeria Biasi, Università di Roma Tre
“Eleganza e lusso come fattori dell’importanza fenomenica”
Mariselda Tessarolo, Università di Padova
“ Il lusso nella moda giovanile”
Massimo Canevacci,Università di Roma La Sapienza
“ Lusso – Fetish”
Junji Tsuchyia, Waseda, University Tokyo
“Nomadismo e Nudismo della Moda Postmoderna”
Mara Parmegiani, Giornalista e storica della moda
“I segreti della seduzione.. sotto il vestito”

18.00 Discussione e chiusura della giornata


24 ottobre 2006
Sala Capizucchi - Piazza Campitelli

Ore 10.00 Presiede Bonizza Giordani Aragno
Angelo Bucarelli, Esperto di comunicazione culturale
“Il potere del lusso”
Bonizza Giordani Aragno, Storica del costume
“Il lusso mutante”
Alessandro Giancola, Esperto di Marketing della moda
“La moda trasformista”
Sofia Gnoli, Università di Roma La Sapienza
“L’alta moda di Roberto Capucci”
Luigi Toiati, Focus Research
“Sherazade e il lusso del silenzio”

11. 15 Coffee Break

11.30 Tavola rotonda” Roma, polo del lusso”
Coordina Sofia Gnoli
Interverranno rappresentanti di:
Balestra, Bulgari, De Grisogono.

13.00 Chiusura convegno
Sono previsti interventi di:
Paola Canestrari, Cecilia Costa, Maria Cristina
Marchetti, Angelo Romeo, Marieli Ruini.


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Nome: Massimiliano Mocchia di Coggiola
Data: 17-04-2007
Cod. di rif: 3056
E-mail: sperelli8@email.it
Oggetto: Solino e dandysmo americano
Commenti:
Esimio Gran Maestro,
in funzione ed in aiuto alla sua meravigliosa serie di gessi sul solino staccabile, vorrei farle notare quattro personaggi che, a tutt'oggi, portano il solino quasi abitualmente: Tom Wolfe, Philippe Daverio, Karl Lagerfeld, Doran Wittelsbach.
Quest'ultimo non è celebre come gli altri tre, ma già ne parlai sul Brogliaccio del Dandy, sebbene ancora non conoscessi il suo nome autentico; egli tiene un blog interessantissimo, ricco di immagini e spunti rari, con lo speudonimo di Aubrey Weirdsley. Personalmente non potrei definirlo un dandy, piuttosto un "hep cat", ovvero uno di quegli eccentrici amanti del vintage puro, come in USA ne esistono molti, e che presto conoscerò a New York. Infatti già da tempo intrattengo un carteggio con "Lord" Whimsy, autore newyorchese di un libello sul dandismo stampato solo nel nuovo continente. Whimsy è uno scrittore che conosce e catalizza un po' tutti questi curiosi personaggi, ed ogni tanto fa qualche conferenza sul dandismo là nelle Nuove Indie. Mi ha spiegato che in USA il dandismo è così concepito: ritorno al passato tout-court, senza concessioni al presente: si va da uno stile tipico del terzo quarto dell'Ottocento, fino agli anni Settanta del Novecento, nei casi più "moderni". Ciò spiega dandies americani come Wolfe e Wittelsbach, direi. Per quanto il dandismo sia di nascita europea, non v'è dubbio che anche in America ha fatto la sua comparsa, sebbene in forma differente. Perché no, in fondo? Noterà anche lei, così come l'ho veduto io, che Wittlesbach e gli altri non conoscono le regole dell'abbigliamento, e, in generale, appaiono sempre un poco approssimativi e stazzonati, nonostante i loro abiti d'epoca. E' che sono pur sempre americani, e questo è difficile da cambiare. Le riferirò un fatto che ha confermato la mia impressione: parlando di simili personaggi con Sorrel di abbigliamento vintage, ella notò che i miei abiti "antichi" sono tutti ritoccati dal sarto, al fine di rendermeli come cuciti addosso (per quanto possibile!); ammirò molto questo particolare dacché, mi disse, gli americani in generale, anche quelli più raffinati, badano al "disegno" di un abito (doppio o mono petto, tre quarti, nortfolk, etc...), al tessuto, al colore, allo stile e all'epoca - ma non sanno dire se una giacca sta "a pennello" o casca da tutte le parti: si incontrano uomini orgogliosissimi del loro completo originale degli anni '10, che però è loro largo, o è stretto, ha le maniche lunghe, i pantaloni bassi, e via di seguito... Manca la cultura di ciò, e credo si sia persa con l'andare del tempo a partire dal secondo dopoguerra.
Le invio qualche immagine di Wittelsbach, e la rimando anche agli appunti 362-364 del Brogliaccio, nonché al sito: http://www.lordwhimsy.com/trifles/miscellany.html

Cordialmente
Massimiliano M. di Coggiola


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Nome: Massimiliano Mocchia di Coggiola
Data: 24-12-2007
Cod. di rif: 3615
E-mail: andreasperelli8@yahoo.it
Oggetto: Gilet biancoguarniti in Parigi: a decine.
Commenti:
Egregio Gran Maestro,
gentile Signor Tarulli,
durante i miei incessanti vagabondaggi per boutique di vintage e antiquariato, mercati delle pulci e brocante (qui a Parigi), ho visto tanti di quei gilet "biancoguarniti" da far impallidire le poche fotografie mostrate nel Taccuino. Non ho mai pensato si trattasse di una bestia così rara, per cui non mi sono mai soffermato più di tanto sull'oggetto in questione: ma alla prossima occasione ne acquisterò un paio e li fotograferò, ad uso della nazione cavalleresca.
Da quel che mi ricordo, comunque, dopo sommarie osservazioni, posso dire che si tratta di una semplicissima striscia di tessuto bianco, spesso inamidato (ne ho visti di gros-grain, di cotone grezzo, di lino, di canapa), cucito all'interno dello scollo del gilet, e può sbordare di qualche millimetro come anche di uno o due centimetri; in tutti quelli che ho visto fin'ora ho notato che la guarnizione corre anche sul collo del gilet.
Il mio parere su questa guarnizione è che si tratta di una "rimanenza", uno strascico storico del cosiddetto doppio gilet, in auge alle corti europee e russe già dal 1810 (ne fornirò una foto sul Taccuino, per spiegarmi meglio.)
Cordialmente
Massimiliano M. di Coggiola

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Nome: Massimiliano Mocchia di Coggiola
Data: 11-06-2008
Cod. di rif: 3847
E-mail: andreasperelli8@yahoo.it
Oggetto: Il Principe Carlo onora un debito reale datato 1651
Commenti:
Grande-Bretagne: le prince Charles honore une dette royale datant de 1651.

LONDRES (AFP) - Le prince Charles, héritier du trône d'Angleterre, a remboursé mardi une dette vieille de 350 ans contractée auprès d'une entreprise de confection par le roi Charles II, mais sans verser d'intérêts.

(Publicité)

Le prince de Galles a remis 453,15 livres sterling (567,30 euros) à la Compagnie des confectionneurs de vêtements de Worcester en paiement d'une commande datant de 1651 pour des uniformes militaires, qui n'avait pas été honorée par le monarque de l'époque.

La somme a été remise dans une bourse confectionnée par la Royal Shakespeare company, tandis que le prince se réjouissait de ne pas avoir à payer des intérêts.

"Il semble que les membres de la Compagnie des confectionneurs ont la mémoire longue", a relevé le prince Charles. "Par longue, je veux dire presque 400 ans. Néanmoins, comme geste de bonne volonté, je suis aujourd'hui disposé à honorer cette dette de 453 livres et trois shillings", a indiqué le prince.

"J'imagine que cela ne vous aura cependant pas échappé que je résiste à l'immense tentation de payer cette dette avec tous les intérêts. Je ne suis pas né d'hier", a-t-il ajouté.

Le haut commissaire de la Compagnie des confectionneurs Philip Sawyer a remis un reçu au prince Charles après avoir accepté la somme, soulignant qu'un "très long chapitre" de l'histoire de la Compagnie venait d'être achevé.

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Nome: Massimiliano Mocchia di Coggiola
Data: 26-03-2009
Cod. di rif: 4009
E-mail: andreasperelli8@yahoo.it
Oggetto: Brummell e la preistoria del Classico
Commenti:
Egregio Gran Maestro,
leggo soltanto ora, e con vergogna, il gesso su questa lavagna nel quale commentava il mio appunto-appunto-appunto del cavalier Villa. Ammetto di non aver l'abitudine alla Lavagna, dacche' preferisco il Taccuino: le immagini, in genere, mi parlano piu' di un testo scritto (forse pero' e' solo prigrizia). Accolgo con piacere il suo invito, e tentero' anche io di esprimermi sul ruolo di Brummell nel nascere della cultura classica maschile, un argomento sul quale non mi ero mai interrogato a fondo e sul quale sara' interessante confrontarsi.
Non appena avro' finito la storia della preistoria della dress cravat, mi ci mettero'.
Cordiali saluti,
MMdC

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Nome: Massimiliano Mocchia di Coggiola
Data: 12-05-2009
Cod. di rif: 4056
E-mail: andreasperelli8@yahoo.it
Oggetto: Al Sig. Biondi - spille da colletto e baffetti da sparviero
Commenti:
Gentile Signor Biondi,
sebbene esistano diverse aziende che producono mollette e spille da colletto, queste sono ubicate sempre negli Stati Uniti (gli americani usano ancora molto questo accessorio), cosa che rende difficile la spedizione.
Perciò uso reperire questi accessori su E-Bay o ai mercati delle pulci o dagli antiquari, dove spesso sono venduti in lotto assieme a gemelli, bottoni da sparato e spillette varie.
Ringrazio per il complimento sui baffi, che faccio crescere di tanto in tanto; uso un normale e banalissimo rasoio Gillette del tipo Mac3; poi, bisogna lavorarci di forbice...
Cordiali saluti,
MMdC

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Nome: Massimiliano Mocchia di Coggiola
Data: 24-08-2010
Cod. di rif: 4404
E-mail: andreasperelli8@yahoo.it
Oggetto: Talon Rouge e Marc Guyot
Commenti:
Egregio Gran Maestro, caro Tiziano,
conosco bene alcuni dei membri del "Talon Rouge", il gruppetto creato dal sarto-imprenditore Marc Guyot a Parigi. Ho incontrato Guyot diverse volte, nelle sua boutique e altrove, abbiamo parecchi amici in comune e alcuni di loro vestono esclusivamente da lui. Nella sua bottega della Madelaine propone abiti su misura e di "demi mesure", vale a dire che adatta abiti preconfezionati al cliente. Si parla di grosse cifre per una qualità infinitamente inferiore a quella di una grande marca commerciale qualunque: bottoni (ricoperti di tessuto) di plastica, bordi in seta cuciti a macchina (con grossi punti visibilissimi), gilet francamente mal fatti e invenzioni "stilistiche" che lo rendono degno di essere considerato lo Ielluzzi di Parigi. E' insomma quello che a Napoli o a Milano definirebbero, a ragione, un gran gagà. Ostenta grossi sigari cubani (anche in negozio), anelli vistosi, catene da orologio, etc.
Invero, suo primo mestiere è calzolaio, o almeno così lui dice. Certo è che molti eleganti della capitale francese si rivolgono a lui per glassaggi e lucidature varie, cosa che in verità esegue perfettamente.
In sostanza debbo però confermare quanto afferma il Gran Maestro: lo stile di Guyot è approssimativo, basato su di un "effetto" che si avvicina al teatrale, ma che non contempla il dettaglio. Il gruppo dei guyotiani crede di compiere sforzi in una direzione individualista, e tuttavia si servono tutti negli stessi negozi (primo fra tutti, ovviamente, quello di Guyot), e si sentono immensamente rassicurati dalla marca e dal prezzo che pagano. Nel complesso il risultato è comunque interessante, ma assai dissimile dal nostro Ordine.
Era lo stesso Guyot, tra l'altro, che su un recente numero di Monsieur (Francia) dettava regole in fatto di abiti da sera, dicendo che non bisogna mai portare un colletto a pipistrello con lo smoking...!
Cordialmente,
Massimiliano Mocchia di Coggiola

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Nome: Massimiliano Mocchia di Coggiola
Data: 24-08-2010
Cod. di rif: 4405
E-mail: andreasperelli8@yahoo.it
Oggetto: Oggetto nella foto n. 5360 - catena da medaglione
Commenti:
Caro Tiziano,

l'oggetto nella foto che hai pubblicata nel gesso n. 5360 è una catenella da orologio: in genere veniva utilizzata per integrare una catenella normale, ed attaccarci un medaglione (con ciocca di capelli dell'amata, miniatura, etc.).
In altri casi, l'ho vista pure utilizzata da sola, senza essere connessa alla catena dell'orologio, sempre per lo stesso uso detto sopra.
In entrambi i casi, pende all'esterno, e parte dall'asola o dal taschino (ma anche, a volte, dal bordo inferiore del gilet, sui pantaloni, fissata con una spilla alla fodera).

Cordialmente,
M.M.d.C.

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