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Nome: Pietro Pellegrino Data: 02-07-2003 Cod. di rif: 326 E-mail: pppilgrim@iol.it Oggetto: Florilegio...di drapperia. Commenti: Gentilissimo G.M., l'articolo sulla drapperia - riletto voluttuosamente nel Florilegio - è veramente impagabile. Non desidero - nè potrei - aggiungere altro commento. Mi si passi solo una considerazione. Anzi, un'emozione. La foto del Maestro De Paz che sfoglia una "mazzetta", con alle spalle una delle scaffalature del Suo negozio, desta fortissima ammirazione e (commovente) rispetto. Grazie. Pietro Pellegrino. ----------------------------------------------------------------------------------------------------- Nome: Pietro Pellegrino Data: 08-07-2003 Cod. di rif: 351 E-mail: pppilgrim@iol.it Oggetto: Caracenismo. Commenti: Stimatissimo G.M. Non ho certo la competenza e la facilità di penna di quanti, specie visitatori, hanno redatto con rara acribìa i ricchissimi gessi - vere vette di grande scuola - di questi ultimi giorni. Per questo chiedo a LEI, ove ne avesse ancora voglia, di darmi qualche indicazione sul Caracenismo nella sartoria italiana (quanti sono, chi sono, sono tutti parenti, cosa li distingue...). Mi ha sempre attratto ed incuriosito questo grande nome, ma temo di fare un pò di confusione a proposito del materiale umano che, ormai così diversificato, ne è alle spalle. La ringrazio davvero sinceramente. Pietro Pellegrino. ----------------------------------------------------------------------------------------------------- Nome: Pietro Pellegrino Data: 29-09-2003 Cod. di rif: 560 E-mail: pppilgrim@iol.it Oggetto: Scuola Siciliana? Commenti: Carissimo Gran Maestro, giorni fa, incuriosito più che invogliato da un vecchio amico che aveva affabulato grandi competenze sartoriali (rivelatesi insussistenti), mi sono recato presso il negozio di un rinomato (?) sarto catanese, onde verificare la possibilità di farmi tagliare un abito a doppiopetto: ciò a cagione di qualche incomprensione col mio usuale fornitore, che - pur eccellente e comprovato - comincia ad opporre qualche resistenza verso i miei suggerimenti di realizzazione. Entrato in "bottega" ho subito capito che non se ne sarebbe fatto nulla. Ho avuto a che fare con un ometto arrogante e presuntuoso. Avrei accettato queste prerogative - che non credo siano inusuali per i sartori - se solo avessi intravisto la possibilità di ottenere comunque un prodotto extra ordinem. Quando, dopo un'oretta di chiacchiericcio, mi ha detto che sarebbe bastata una sola prova (circostanza confermatami dal mio sciagurato amico) per avere l'abito, ho capito tutto: io che sono abituato alle tre prove immancabili (salvo aggiustamenti ulteriori)del mio rivalutatissimo, ottimo fornitore abituale ! Ma non è questo il punto. Quell'omino - che si vantava tra l'altro - millantava? - di aver servito tra gli altri Maurice Chevalier di passaggio in Sicilia nei primi anni sessanta, non ha fatto altro che ripetere di considerarsi l'ultimo erede della grande Sciola Siciliana, senza tuttavia volersi (o potersi ) dilungare sui pretesi dettagli stilistici della stessa. Le chiedo - e dopo la Sua illuminata, mi piacerebbe conoscere anche l'opinione di altri cavalieri o frequentatori, come ad es. il Prof. Pugliatti, siciliano come me - ma è mai esistita una Scuola Siciliana, che non fosse quella di Ciullo d'Alcamo? E se sì, quali i dettami ed i grandi nomi? Grato colgo l'occasione per salutarla di nuovo dopo mesi. Pietro Pellegrino ----------------------------------------------------------------------------------------------------- |
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