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Nome: Tommaso Manari Data: 26-04-2011 Cod. di rif: 4488 E-mail: mana.tommi@libero.it Oggetto: Sull'uso della camicia celeste oggi Commenti: Esimio Gran Maestro, nobili Cavalieri, egregi Visitatori, mi intrometto nella recente discussione sulla camicia celeste per porre alcune domande e alcuni miei dubbi. Il tema è interessante e se ne ha traccia perfino dall'inizio di questa Lavagna (Gesso numero 6 del Gran Maestro, "Il sublime del subliminale"), spero quindi di non ripetere questioni già trattate al Castello. L'utilizzo della camicia celeste negli ultimi anni, dall'idea che mi sono fatto dai mezzi di comunicazione di massa, è aumentato notevolmente, soprattutto da parte dei politici; l'esempio più lampante è l'attuale Presidente del Consiglio, che ne fa uso in ogni tonalità immaginabile, indossate in ogni occasione, in ogni luogo, mattino pomeriggio o sera, che ci sia bel tempo o che piova. A seguire moltissimi altri politici, giornalisti e quant'altro. Mi rendo conto che è un argomento spinoso e non è mia intenzione iniziare un dibattito sulla politica o sui suoi personaggi, vorrei invece soffermarmi sul linguaggio estetico generale. La valenza comunicativa dell'immagine, oggi, nel periodo di massima espansione dell'Età della Tecnica, è estremamente importante ed è evidente che ci sia una volontà di proposizione di una immagine simbolica continuativa e facilmente definibile; ma oltre a questo aspetto manifesto e intenzionale, qual'è il significato, psicologico e filosofico, di questo cambiamento? La dialettica del linguaggio dell'Abbigliamento Classico è qui riproponibile, anche se in parte modificato, o siamo di fronte a qualcosa di sostanzialmente diverso? Credo, infine, che questa preponderanza del celeste sul bianco sia riscontrabile solo tra i politici italiani; non ho visto nulla di simile né nel resto d'Europa né negli Stati Uniti. Cordialmente Tommaso Manari ----------------------------------------------------------------------------------------------------- |
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