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Nome: Vincenzo Gattagrisi
Data: 25-12-2003
Cod. di rif: 833
E-mail: gattagrisi.vincenzo@libero.it
Oggetto: guardaroba di base
Commenti:
Egregio Gran Maestro, La ringrazio innanzitutto per l'appello ai suoi Cavalieri circa il mio quesito, per la sua gentile risposta e per le belle foto pubblicate sui taccuini, non di meno ringrazio i Cavalieri Villa, Marseglia e Carraro per la cortese disponibilità con cui hanno risposto all'appello. Molti erano i quesiti che avrei voluto rivolgerle, non volendoLa però tediare con ripetitive domande a cui ha già risposto, ho preferito leggermi gli oltre 800 gessi a cui ha risposto e la posta del Gran Maestro. Difatti molti dei miei quesiti hanno trovato risposta, nel contempo ho potuto apprezzare la sua competenza e la squisita disponibilità con cui si dedica con passione a trasmettere la sua esperienza permettendo a chi vuol percorrere lo stesso cammino di conoscenza della virile eleganza maschile e del buon gusto di trovare una fonte di riferimento che gli risparmi non certo il percorso personale ma quantomeno grossolani errori.
Unici, peraltro, sono i laboratori da Lei organizzati sulla cultura del vestire per capire cosa davvero si desidera e soprattutto cosa chiedere al proprio sarto.
Ho iniziato indossando abiti confezionati di buon livello (Burberrys, Isaia, Attolini), maturando man mano un gusto personale che mi ha avvicinato alla sartoria. Ciò mi ha reso coscente che era quello che desideravo da sempre, seppure l'esperienze sartoriali (un abito e due spezzati)non siano stati entusiasmanti, ma pittosto discrete. Imputo il risultato, però, non solo ai due sarti a cui mi sono rivolto, ma anche alla mia poca esperienza e conoscenza di ciò che volessi o potessi chiedere ad un artigiano. ciò, però, lungi dal farmi desistere dall'intento ha alimentato in me una maggior sete di conoscenza.
Può immaginare l'entusiasmo quando per avventura, pur avendo acquistato Monsieur sin dal primo numero e letto i suoi illuminanti articoli sul Vestire, ho incontrato in una ricerca sui tessuti in internet il suo spendido sito e letto degli Eventi purtroppo trascorsi.
Il desiderio di un guardaroba su misura si è allora decuplicato e non solo di vestiti, ma anche di scarpe su misura. Quelle finora indossate sono di buona qualità (Church, Alden, StefanoBi, Sutor)ma Lei mi ha convinto, se ve ne fosse stata la necessità, che l'unico modo con cui vestirsi è il su misura. Da tal momento i negozi di abbigliamento e di calzature fino ad allora di riferimento mi sono diventati all'improvviso indifferenti.
Perdoni colto dall'entusiasmo mi rendo conto solo ora di aver scritto più di quanto mi ero proposto e di aver occupato oltremodo il suo tempo, non volendo abusarne ulteriormente vorrei approfittare della sua competenza e cortesia per porLe da iniziando alcune domande.
1) Volendo farmi confezionare un guardaroba su misura di base ho trovato utile la sua risposta del 16.10.2002 al Sig. Di Martino. Sono un libero professionista (dottore commercialista) di anni 41, coniugato con prole. Consiglierebbe anche a me lo stesso guardaroba di base ed i tessuti consigliati al Sig. Di Martino.
2)Quali scarpe su misura mi consiglierebbe di far confezionare per iniziare in abbinamento al guardaroba di base consigliatomi. Posseggo il polacchino di Alden in cordovan, pelle che trovo inimitabile, mi piacerebbe farmi confezionare delle scarpe su misura da Peron in cordovan. Quali mi indicherebbe.
3)acquistai anni fa in Scozia ad Aberfeldy nel Perthshire una pezza in tweed da "P & J Haggart ltd". Conosce questa azienda produttrice di tessuti. Qual'è la sua opinione circa i tessuti da questa prodotti.
Forse anche il Maestro De Paz potrebbe darmi lumi su sulla P & J Haggart ltd.
Grato per tutto ciò che vorrà consigliarmi, in attesa del prossimo laboratorio in cui spero avrò il piacere di conoscerla, porgo cavallereschi saluti.
P.S. splendida l'idea di un sito sui tessuti che mi trova tra i più estremi sostenitori.
Mi permetto di appoggiare l'idea del laboratorio sulla cravatta a cui spero possa invitarmi all'incontro che si terrà a Napoli.

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Nome: Vincenzo Gattagrisi
Data: 31-12-2003
Cod. di rif: 838
E-mail: gattagrisi.vincenzo@libero.it
Oggetto: giacca in harris tweed
Commenti:
Gentilissimo Gran Maestro, la sua risposta alla mia ultima ha diagnosticato perfettamente la malattia di cui sono vittima compiaciuta. I sintomi, peraltro, Lei li conosce bene dato che ne è causa principe più di quanto lo siano potuti essere i laboratori artigianali frequentati sinora, ed io li manifesto tutti tranne quello del chiacchierare a cui sono poco avezzo per carattere. Apprendo con entusiasmo la Sua prescrizione, la giacca in harris tweed, a cui mi attengo scrupolosamente con sommo piacere e che avrei intenzione di far confezionare in puro stile napoletano. L'idea di un rude tessuto inglese lavorato nel morbido stile napoletano la trovo affascinante. Circa il modello Lei ritiene sia preferibile con tasche applicate o a filo, ed il taschino? meglio sfoderata?
Se poi Lei lo ritiene possibile e consigliabile, l'occasione per dare inizio al programma prospettatomi potrebbe essere il prossimo Laboratorio di Eleganza che si terrà a Bologna il 15.1.2004. Data l'illustre sede che ospiterà il Laboratorio potrei trovar consiglio nel cortese cavaliere De Paz per la scelta del tessuto in harris tweed più adatto allo scopo, nello stesso tempo coglierei l'occasione per conoscere il maestro Solito a cui sottoporre il progetto costruttivo.
Con cavalleresca gratitudine e riconoscenza.

P.S.: grazie per le stupende immagini delle giacche sportive con spacco centrale inserite nei taccuini, sono davvero straordinarie.

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Nome: Vincenzo Gattagrisi
Data: 10-02-2004
Cod. di rif: 903
E-mail: gattagrisi.vincenzo@libero.it
Oggetto:
Commenti:
Egregio Gran Maestro, dall'osservazione di diversi abiti indossati da illustri uomini, quali il compianto avvocato Agnelli o da Schon Connery nei vecchi film di Bond, i pantaloni appaiono senza cintura, quindi senza passanti, sorretti non già da bretelle, ma da un sistema che rinvia a bottoncini visibili sui fianchi del cinto. Chiedo alla sua sapienza e cortesia come funziona tale sistema che, evidentemente, ritiene superflua la cintura (con elastici in vita o cosa). Sarebbe interessante poter vedere sul taccuino pantaloni di questo genere senza passanti e senza l'uso di bretelle.
Le faccio poi un invito, sulla scorta del successo dei laboratori dell'eleganza, a cui credo peraltro abbia già pensato, perchè non cantierizzare un laboratorio sulla camicia che approfondisca e porti a conoscenza dei particolari e dei tessuti di un capo fatto su misura.
Cavallerescamente la saluto, suo devoto.


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