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Nome: Vittorio De Silva Data: 06-10-2014 Cod. di rif: 4890 E-mail: desilva.vittorio@libero.it Oggetto: Sartoria Attolini Commenti: Buongiorno, il testo del Signor Scotto del 30 settembre 2014 contiene diverse imprecisioni e penso di poter dire, da appassionato ormai di lunga data del vestire sartoriale oltreché da estimatore della Sartoria Attolini, che egli sia – non me ne voglia - meno informato di quanto crede sulla Sartoria Attolini. Vincenzo Attolini non fu solo il tagliatore di Rubinacci, bensì il creatore della sartoria di Rubinacci. Egli aveva competenze tecniche straordinarie e un non comune estro artistico: e sotto il suo magistero si sono formate generazioni di sarti. Questo gli addetti ai lavori lo sanno bene. Inoltre, Vincenzo Attolini ha sempre avuto una sua sartoria al Corso Vittorio Emanuele. Il suo vero erede, da egli steso designato come tale, fu il figlio Cesare, che presto si fece apprezzare come sarto e tagliatore talentuoso, e poi anche come brillante modellista e grande tecnico di lavorazione. Tutte caratteristiche che raramente fanno capo ad un’unica persona. Il laboratorio di Via Vetriera fu fondato da Cesare, non da Claudio. Solo che Cesare a soli 25 anni, animato da grande curiosità e in possesso di una visione non localistica della sartoria, fu chiamato da una importante sartoria a Torino e poi anche da altre, lasciando quindi il laboratorio al padre Vincenzo. Solo alla morte di Vincenzo Attolini il laboratorio di Via Vetriera passò al figlio Claudio, che però fu sempre coadiuvato da Ciro Palermo, buon allievo del padre Vincenzo e vera anima del laboratorio di Via Vetriera. Quello che da sempre contraddistingue l’opera di Cesare Attolini e dei figli Massimiliano e Giuseppe - grandi imprenditori, anzitutto perché grandi esperti della lavorazione e del prodotto - è il taglio moderno ma anche sempre misurato, in grado di confrontarsi in modo vincente con i gusti e lo stile internazionale. Ogni capo è ovviamente fatto scrupolosamente a mano con una minuziosità del dettaglio che non trova pari. Qui, su questo specifico punto, il precedente commento di Scotto, finora pieno di imprecisioni, cade purtroppo nella pura diffamazione. Come si fa infatti a dire che i capi non sono fatti a mano? Basta semplicemente recarsi a Casalnuovo e guardare da vicino il laboratorio di circa 160 sarti e il lavoro ivi svolto. In sostanza, la descrizione di Scotto, risente di una superficiale conoscenza della sartoria napoletana, di una mancanza di cognizione di quella che è l’evoluzione dell’autentico artigianato e forse, dico forse, di un certa mancanza di serenità nel constatare quello che nel corso di vari decenni la famiglia Cesare Attolini è riuscita a costruire, guadagnandosi consensi internazionali. Cordialmente. Vittorio De Silva ----------------------------------------------------------------------------------------------------- |
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