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Nome: alec caprari Data: 12-11-2006 Cod. di rif: 2675 E-mail: caprari.alessandro@tiscali.it Oggetto: tweed e dintorni Commenti: Gentili amici Voi non aveteidea di quanto sia difficile a Genova reperire un tweed decente! I pochi negozi che vendono Harris Tweed hanno una scelta limitata all'herringbone o al tinta unita (no quadretti o overcheck!). Quanto alle confezioni, poche belle giacche di Magee e pochissime in antirovo di John. G. Hardy (scelta molto limitata). Abbondano orrende imitazioni 300 grammi (talvolta tessute in Cina!) a prezzi c.a. 400 Euro (valore 20 Euro). Sparite le belle Daks. Disponibili invece igiacconi di Grenfell, seci si accontenta del colore verde! Mi sento dire che la gente dagli anni'80 preferisce stoffe mollicce e leggerine anche d'inverno! ----------------------------------------------------------------------------------------------------- Nome: alec caprari Data: 12-11-2006 Cod. di rif: 2676 E-mail: caprari.alessandro@tiscali.it Oggetto: revers Commenti: Ho ordinato al mio sarto due giacche in harris tweed: una herringbone marrone chiaro con colletto in velluto marrone ed una melange lovat (stoffa prodotta da Kenneth McKenzie di Stornoway). Ho stabilito una larghezza del rever a 6 cm. (amo il risvolto piuttosto sottile), lo spacco centrale e le tasche oblique 4 cm. con pattine anche al taschino e, naturalmente, il ticket pocket. Cosa ne pensate? Quanto ai calzoni, li ordino sempre con fondo 20 cm, 2 o 4 pinces. Amo lo stile britannico primi '900, e trovo gli abiti del periodo 1930-50 troppo abbondanti e informi. Belli alcuni classici degli anni1960. No alla moda maschile (anni 70 e stilisti!) ----------------------------------------------------------------------------------------------------- Nome: alec caprari Data: 12-11-2006 Cod. di rif: 2677 E-mail: caprari.alessandro@tiscali.it Oggetto: revers Commenti: Ho ordinato al mio sarto due giacche in harris tweed: una herringbone marrone chiaro con colletto in velluto marrone ed una melange lovat (stoffa prodotta da Kenneth McKenzie di Stornoway). Ho stabilito una larghezza del rever a 6 cm. (amo il risvolto piuttosto sottile), lo spacco centrale e le tasche oblique 4 cm. con pattine anche al taschino e, naturalmente, il ticket pocket. Cosa ne pensate? Quanto ai calzoni, li ordino sempre con fondo 20 cm, 2 o 4 pinces. Amo lo stile britannico primi '900, e trovo gli abiti del periodo 1930-50 troppo abbondanti e informi. Belli alcuni classici degli anni1960. No alla moda maschile (anni 70 e stilisti!) ----------------------------------------------------------------------------------------------------- Nome: alec caprari Data: 14-11-2006 Cod. di rif: 2679 E-mail: caprari.alessandro@tiscali.it Oggetto: patrick mcnee e lo stile edoardiano Commenti: Dopo aver osservato le pagine del taccuino di viaggio relative a John Steed, che ne direbbero i Signori Eleganti di abbandonare l'ostentata ammirazione per i goffi figurini anni '30 (guardate De Sica nel Sig. Max) e di abbracciare in toto lo stile edoardiano, magari declinato british country, in un tripudio di district tweed e panciotti Tattersall? Le proporzioni degli abiti del sig McNee sono perfette...sublimi...Quanto al cappello, personalmente al driving cap alterno undeerstalker alla Sherlock Holmes...Che ne pensate? ----------------------------------------------------------------------------------------------------- Nome: alec caprari Data: 15-11-2006 Cod. di rif: 2683 E-mail: caprari.alessandro@tiscali.it Oggetto: risp. gesso 2680 Commenti: Gentili Signori Consentitemi un appunto: Gianni Agnelli, se vestiva anni'30, non se ne è mai accorto nessuno: i suoi pantaloni stretti al fondo erano sublimi: il suo era uno stile senza tempo, così come quello del sig. McNee. Relegare lo stile edoardiano agli anni'60 mi pare quanto meno poco generoso, così come paragonare John Steed ai mods in lambretta della Londra beatlesiana. Lo stile british, quello vero, fu ideato da Edoardo VII, e rinfrescato nel secondo dopoguerra . Trattasi di un modus vivendi diametralmente opposto ai barocchismi americani del 1940. ----------------------------------------------------------------------------------------------------- Nome: alec caprari Data: 17-11-2006 Cod. di rif: 2694 E-mail: caprari.alessandro@tiscali.it Oggetto: risposta al gesso 2690 Commenti: Gentile Signore L'eleganza del sig. McNee è sicuramente frutto di uno studio accurato, fatto di particolari avvertibili solo ad alcuni osservatori più attenti: egli non ha mai indossato giacche con revers a fettuccia o cravatte filiformi: al contrario, il suo è uno stile modernista, ma filtrato attraverso il suo gusto personale (come dovrebbe essere per tutte le persone che amano il vestir bene). La giacca assomiglia da vicino alle hacking jackets che io tanto amo, e che preferisco portare in gamekeeper tweed: ha lo spacco centrale, revers moderatamente piccoli,tasche oblique con ticket pocket, taschino con pattina. I pantaloni sono sempre a sigaretta, che vestono bene l'uomo snello e slanciano la figura. La sua immagine rimanda a quello del gentiluomo britannico, forse più scozzese che inglese (e McNee ha orgini caledoni!). I Mods in guerra con i Rockers sono lontani anni luce... Dinanzi alla bombetta e al fodero dell'ombrello coordinati al colore dell'abito non posso che inchinarmi ossequiosamente, anche se io preferisco un più sportivo cap di tweed... ----------------------------------------------------------------------------------------------------- Nome: alec caprari Data: 17-11-2006 Cod. di rif: 2695 E-mail: caprari.alessandro@tiscali.it Oggetto: rissp.al gesso 2688 Commenti: Gentile sig. Pugliatti Ho apprezzato moltissimo le Sue osservazioni sullo stile dell'Avvocato, ed un accostamento a quello di Fred Astaire mi sembra più che coerente: tuttavia, anche l'attore-ballerino, come il grande imprenditore torinese, da' il suo meglio in età matura: il sig. Astaire, in questa sua fase indossa giacche più snelle, camicie button-down fissate con spilla al colletto (particolare interessantissimo e sicuramente degno di menzione). Egli indossava il doppiopetto con grazia e levità (e non è cosa da tutti), ma successivamente sembrò preferire i completi monopetto in tweed a tre pezzi, più simpatici e "confidenziali". Concludo con uno spunto personale: la modellatura anni '20 delle giacche del Duca di Windsor potrebbe benissimo essere riproposta oggi. La trovo elegantissima. Saluti cordiali ----------------------------------------------------------------------------------------------------- Nome: alec caprari Data: 17-11-2006 Cod. di rif: 2696 E-mail: c Oggetto: il tweed Commenti: Cosa si intende oggi per tweed? In un negozio di stoffe di Genova mi è stato proposto un "Donegal" che si è rivelato essere un "sale e pepe" Moessmer, solo superficialmente simile al nobile tessuto irlandese, di peso e consistenza assai inferiore. Certo, il Donegal non è spinoso comel'Harris, che io amo, ma ha un innegabile fascino cromatico, e si adatta bene alla forma del corpo. Inoltre, regge bene i bottoni in cuoio (chi l'ha detto che i country gentlemen non li usano? E' una leggenda metropolitana). I caratteristici coriandolini colorati li ritroviamo anche nell'harringbone, e gli donano un gradevole effetto "sottobosco". Oggi in Italia questi tessuti sono piuttosto rari, ma una visita da Kevin & Howlin a Dublino potrà chiarire le idee a chi non conosce bene questo prodotto. Essendo io vestito in tweed per almeno sei mesi l'anno, mi permetto di fornire alcuni consigli: -evitate il completo in Harris: i pantaloni tendono a formare brutte "borse" in corrispondenza delle ginocchia. Preferite un Gamekeeper, più rigido e consistente, ma non fate foderare i pantaloni, che possono, solo in questo caso, essere privi di pinces. -giacche a due o tre bottoni, sempre rigorosamente monopetto (lasciate il doppio petto ad altre stoffe e ad occasioni formali). Il ticket pocket è di rigore, così come il lungo spacco centrale, che vi consente anche di montare a cavallo. -no a barocchismi quali martingala, soffietti, tasche a toppa, che appesantiscono la linea (ammetto che la Norfolk possa avere molti estimatori, ma mi sembra sovraccarica, così come le bizzarre "maremmane" oggi tanto di moda). E'concessa, anzi raccomandata, la pattina al taschino, fermata o meno da un bottone: oltre che bella, consente di riporre l'ormai onnopresente cellulare! -nel tre bottoni, prediligete l'abbottonatura alta e le falde della giacca lievemente più lunghe del normale: l'effetto è strepitoso. -indossate il completo in tweed preferibilmente in campagna: in città consiglio la giacca abbinata ad un paio di pantaloni in velluto, fustagno, cover o cavallery. Fate largo uso di panciotti con collo sciallato (tinta unita o quadretti), camicie in viyella a quadri tattersall. -La cravatta in seta dà movimento all'insieme, specie se si accorda ai colori del tweed. Potete anche optare per una cravatta in lana a disegni Paisley o a fantasie minute( fagiani, salmoni,etc). Bella anche in tweed. Pochette in seta se la giacca non ha pattina al taschino. -Calzate di preferenza solide brogues rosse, marroni o naturali. Raccomandati anche il monkstrap martellato ed il mocassino tipo "Saxone", caro al grande J.R.R.Tolkien. ----------------------------------------------------------------------------------------------------- Nome: alec caprari Data: 18-11-2006 Cod. di rif: 2698 E-mail: caprari.alessandro@tiscali.it Oggetto: sherlock holmes edoardiano Commenti: Gentili Signori Vorrei fare riferimento alla copertina di "Colliers", del 26 dicembre 1904, ripotata a pag.48 del volume "Sherlock Holmes-Album del centenario", Diapress 1987. Il celebre detective è illustrato dal disegnatore Frederic Dorr Steele mentre passeggia con un beagle al guinzaglio. Indossa, oltre al classico deerstalker (attribuitogli da un altro celebre illustratore, Sidney Paget), un perfetto completo con giacca doppio petto a sei bottoni, allacciatura piuttosto alta (capo amato anche dai modernisti odierni), revers a lancia di dimensioni corrette ( nè troppo ampi, nè eccessivamente stretti), spalla naturale, due tasche con pattine,lunghezza regolare. I pantaloni sono a sigaretta, credo 20-21cm.al fondo, con risvolto classico. Sotto l'abito, camicia con colletto stondato e cravatta tinta unita. Un bell'esempio di "natural line": l'uomo effigiato appare snello e muscoloso, alto circa m. 1,80 (se fosse più basso, il doppiopetto taglierebbe irrimediabilmente in due la figura: prendetene atto), abbigliato sobriamente. Nulla è sproprzionato, ampliato, esagerato: il vestito segue la forma del corpo, senza per questo essere attillato. Una giacca con spalle e revers più ampi, pantaloni larghi con alti risvolti, cappello a tesa larga renderebbero il signore in questione sicuramente più tozzo, massiccio, forse anche più basso: cio' sarebbe sicuramente accaduto in una sia pur raffinata copertina di tent'anni più recente, con il beagle unico soggetto elegante dela scena. Questo esempio dimostra come già un secolo fa si realzzassero capi estremamente equilibrati. La tendenza modernista ha ripreso tali nobili stilemi, saggiamente filtrati attraverso il gusto contemporaneo, per riproporli come canoni del vestir bene, prima che gli stracci del'68 sommergessero tutto col loro fetore...ma solo chi cade può risorgere! Suggerisco anche di prendere in cosiderazione l'abbigliamento di un grande attore mai citato a sufficiaenza: Rex Harrison. Spero vogliate dedicargli lo spazio che merita, con particolare riguardo al film "My fair lady". ----------------------------------------------------------------------------------------------------- Nome: alec caprari Data: 19-11-2006 Cod. di rif: 2701 E-mail: caprari.alessandro@tiscali.it Oggetto: verifica e-mail Commenti: Ho provveduto a sistemare la mia casella di posta elettronica, sperando non si verifichino altri guai...Sareste così gentili da inviarmi un messaggio di conferma? Sentitamente ringrazio. ----------------------------------------------------------------------------------------------------- Nome: Alec Caprari Data: 21-11-2006 Cod. di rif: 2706 E-mail: caprari.alessandro@tiscali.it Oggetto: risposte Commenti: Gentili Signori I gusti sono gusti, e su questo non si discute: perchè però criminalizzare lo spacco centrale, il ticket pocket o il colletto in velluto (magari quest'ultimo non è da tutti), autentiche bandiere edoardiane, magnificando martingala, pinces sul retro e tasche a soffietto? Nostalgia per le divise dei carabinieri del dopoguerra? ----------------------------------------------------------------------------------------------------- Nome: Alec Caprari Data: 21-11-2006 Cod. di rif: 2707 E-mail: caprari.alessandro@tiscali.it Oggetto: lezioni di eleganza? Non è il mio stile... Commenti: Gentili Signori Vergando i miei gessi non intendo insegnare nulla a nessuno: semplicemente, intendo esprimere alcune opinioni, opinabili quanto si vuole, ma dettate da un gusto che, se ad alcuni potrà non apparire eccelso, è tuttavia piuttosto equilibrato. Mai e poi mai indosserei scarpe nere prima delle 18, e neppure mi vedreste in chalk stripe blu alle otto del mattino, come si usa a Genova: nella mia città, purtroppo, molti giocano al manager in carriera, con effetti patetici. Il tweed e ed il thornproof da noi sono merce rara... ----------------------------------------------------------------------------------------------------- Nome: Alec Caprari Data: 22-11-2006 Cod. di rif: 2715 E-mail: caprari.alessandro@tiscali.it Oggetto: ringraziamenti obbligati Commenti: Gentili Signori Intendo anzitutto ringraziare il Sig.Corbey per la gentilezza dimostrata: egli ha capito che, rispettando le regole della buona educazione, v'è spazio per ogni opinione o parere: non ho nulla contro chi veste in stile anni '30, ma reclamo il diritto di esprimere il mio gusto; altrettanto possono fare i Signori frequentatori dela lavagna nei miei confronti: senza un po' di varietà, il mondo sarebbe terribilmente noioso. Una menzione particolare merita il gentilissimo Sig. DePaz, che ha chiarito alcuni miei dubbi sul District Tartan ed il Gamekeeper Tweed. La mia confusione nasce probabilmente da un vecchio articolo della rivista "Dove", nel quale l'autore, sicuramente in buona fede, fornì informazioni inesatte. Chiedo un consiglio: i paramani sono adatti ad una giacca sportiva? E' mglio forse limitare il loro uso a dinner jackets o completi più formali? Cavallerescamente Alec Caprari ----------------------------------------------------------------------------------------------------- Nome: Alec Caprari Data: 23-11-2006 Cod. di rif: 2720 E-mail: caprari.alessandro@tiscali.it Oggetto: taccuini e tweed: quando il vestire è cultura Commenti: Che dire degli ultimi taccuini? Semplicemente sublimi. Il Sig. De Paz ha risolto uno dei miei dubbi (e a questo punto, se non è osare troppo, chiederei al Mastro Drappiere bolognese di mostrare unesempio di Glen Feshie: che io sappia, non esiste alcun testo che riporti i patterns dei District Tartans: la "Scottish Clan and Family Encyclopedia non arriva a tanto: perchè allora non crearne uno in rete?) Quanto al taccuino 2815, il Sig Alberto Longo mi ha reso felice, mostrando una hacking jacket dal taglio a me preferito (anche gli altri suoi taccuini sono per me assai interessanti). Da alcuni mi è stato consigliato il Bedford Cord quale tessuto adatto al mio stile d'abbigliamento: quali sono le sue caratteristiche? Cavallerescamente Alec Caprari ----------------------------------------------------------------------------------------------------- Nome: Alec Caprari Data: 23-11-2006 Cod. di rif: 2721 E-mail: caprari.alessandro@tiscali.it Oggetto: Connery e dinner jacket Commenti: Ho notato solo ora, ed il Sig. Giosi mi perdoni, il taccuino 2742. Che dire: Hollywood ha influenzato negativamente anche il grande Sean? Non riuscirei a sostenere l'immagine di Bond in dinner jacket e cravatta lunga. Da lui, che indossa orgoglioso il kilt, non mi sarei aspettato una tale deriva "modaiola"... ----------------------------------------------------------------------------------------------------- Nome: Alec Caprari Data: 24-11-2006 Cod. di rif: 2723 E-mail: caprari.alessandro@tiscali.it Oggetto: Risposta al Sig. Tarulli: scarpe nere Commenti: Egregio Sig Tarulli Non dobbiamo limitare le nostre osservazioni al mondo della finanza o delle professioni che in genere impongono, per regola o consuetudine, rigide restrizioni. Guardiamo piuttosto all'ambiente della cultura, dell'università, delle attività più "creative", meno legate all'affermazione economica. Il già da me citato Tolkien era un esempio di eleganza, con le sue tenute informali(giacca di tweed e panciotto fantasia) che lo accomunano, ad esempio, a molti insegnanti che ho incintrato al Trinity College. Detti Signori non disdegnano certo di indossare scarpe nere, ma per le lezioni quotidiane abbinano ai loro magnifici spezzati altrettanto fascinose brogue, in genere color burgundy. Per le occasioni formali, quali la consegna dei diplomi ed i ricevimenti serali, ecco naturalmente spuntare completi scuri e calzature. nere. ----------------------------------------------------------------------------------------------------- Nome: Alec Caprari Data: 24-11-2006 Cod. di rif: 2725 E-mail: caprari.alessandro@tiscali.it Oggetto: Brogues Commenti: Colgo l'opportunità offerta dal Sig. Villa parlando di Brogues: credo che il termine derivi dal gaelico, ed anticamente designava le robuste calzature indossate nelle Highlands. Semra che i forellini, oggi puramente ornamentali, avessero lo scopo di far fuoriuscire l'acqua, dopo aver attraversato un ruscello. A me piacciono piuttosto masicce, e le abbino volentieri ai pantaloni in fustagno. Canallerescamente Alec Caprari ----------------------------------------------------------------------------------------------------- Nome: Alec Caprari Data: 25-11-2006 Cod. di rif: 2730 E-mail: caprari.alessandro@tiscali.it Oggetto: Risposta al Gran Maestro Commenti: Egregio Gran Maestro Se ho ecceduto in entusiasmo, me ne scuso, ma non credo sia un difetto molto grave. Quanto agli inevitabli errori di percorso, ho cercato di porvi rimedio nel modo credo più opportuno, cioè chiedendo consiglio a chi più di me sapeva. Per me è stata una preziosa esperienza, ed è stata una occasione per tutti i frequentatori del sito, soprattutto riguardo la questione dei district tartan. Personalmente, ho la coscienza a posto, e mi sento vicino a Voi nella difesa dell'artigianato, del bello e del prezioso, anche se non stravedo per i figurini anni '30 di Esquire, che nella rassegna dei taccuini sono oserei dire onnipresenti. Una brogue(pardon, semi-brogue) non sublime? E' possibile, ma rispondere col solito acquerello di oltre settant'anni or sono non mi pare di grande aiuto. Se nella rassegna "Cinema" ho presentato personaggi come Rex Harrison, Basil Rathbone e Sean Connery quali esempi di eleganza,oltre che di signorilità non credo di aver recato nocumento; penso invece che valorizzare la volgare figura di un malandrino quale Al Capone non sia esattamente il massimo dello stile. Se il mio intervento non è gradito, esprimete pure il Vostro parere su questa lavagna: io continuerò a seguirvi, perchè la Vostra è una iniziativa molto interessante, nonostante non sia priva di difetti. Cavallerescamente Alec Caprari ----------------------------------------------------------------------------------------------------- Nome: Alec Caprari Data: 26-11-2006 Cod. di rif: 2734 E-mail: caprari.alessandro@tiscali.it Oggetto: Risposta al Cav. Maresca Commenti: Egregio Cav. Maresca Ricerca. Ecco una parola che mi piace. In un precedente gesso, ho stimolato la formazione di una banca-dati sui district tartan...Chissà se sarò ascoltato. Giudizi: non sono l'unico colpevole, e neppure il solo che ha sputato sentenze. Se ricerca deve essere, ricerca sia: accetto gentilmente il Suo invito e continuerò, sia pure con minor frequenza, ad offrire il mio contributo. Considero, come già precedentemente accennato, il vestire un fatto di cultura, meritevole di studio quanto un testo letterario, un quadro, una piece teatrale. In una società eticamente ed intellettualmente orientata verso il basso, abbiamo il dovere di dare l'esempio. Cerchiamo di mantenere un portale di tale livello lontano da baruffe e rintuzzi degni del sistema oclocratico che ci circonda. Cavallerescamente Alec Caprari ----------------------------------------------------------------------------------------------------- Nome: Alec Caprari Data: 27-11-2006 Cod. di rif: 2741 E-mail: caprari.alessandro@tiscali.it Oggetto: tartan Commenti: Egr. Sig. De Paz Concordo con Lei: la questione dei tartan e dei district check è materia spinosa e ricca di insidie. Gli stessi tartan "di famiglia" come oggi noi li conosciamo, sono istituzione piuttosto recente(vedi vicenda Sobiesky Stuart): una delle poche testimonianze dirette dell'epoca di Culloden è un quadro realizzato da un pittore inglese che ritrae un highlander prigioniero: egli veste contemporaneamente diversi patterns. Quando nacque il criterio un pattern (o meglio, un gruppo di patterns)=un clan? Noto inoltre che alcuni di essi, ad esempio gli Stuart, hanno più di un hunting tartan, nelle tonalità che spesso ritroviamo nei district checks. Io stesso possiedo due sciarpe, completamente diverse, denominate entrambe "muted hunting tartan". E' posssibile che siano stati creati dalla ditta che le ha prodotte? Oggi alcune industrie tessili producono tartan "speciali" per squadre di rugby o di calcio etc. Potrebbe fornirmi qualche informazione in merito? Cavallerescamnte Alec Caprari ----------------------------------------------------------------------------------------------------- Nome: Alec Caprari Data: 27-11-2006 Cod. di rif: 2742 E-mail: caprari.alessandro@tiscali.it Oggetto: ancoa per il Sig. De Paz Commenti: Egregio Signore L'articolo in lingua inglese da Lei fornito su questa lavagna è per me di tale interesse che ho provveduto immediatamente a stamparlo, al fine di poterlo leggere in tranquillità. Quanto alla seconda parte, non ho ben capito se sarà disponibile,solo su richiesta, in versione PDF. In tal caso, mi prenoto. Quanto alla data di pubblicazione, non ho alcun pregiudizio verso gli Anni Trenta: le mie vecchie esternazioni si riferivano esclusivamente allo stile degli abiti di quegli anni. Con ossequio Alec Caprari ----------------------------------------------------------------------------------------------------- Nome: Alec Caprari Data: 27-11-2006 Cod. di rif: 2743 E-mail: caprari.alessandro@tiscali.it Oggetto: errata corrige Commenti: I miei ultimi due interventi sono da intendersi in risposta al Cav.Maresca. I apologize. Alec Capari ----------------------------------------------------------------------------------------------------- Nome: Alec Caprari Data: 27-11-2006 Cod. di rif: 2744 E-mail: caprari.alessandro@tiscali.it Oggetto: rif. al gesso 2741 Commenti: La definizione completa di entrambe le sciarpe è "Stuart muted hunting tartan"; v'è differenza fra "muted" e "wheatered tartan"? Alcuni testi li riportano come sinonimi. ----------------------------------------------------------------------------------------------------- Nome: Alec Caprari Data: 28-11-2006 Cod. di rif: 2748 E-mail: caprari.alessandro@tiscali.it Oggetto: ringraziamenti al Cav. Maresca Commenti: Egr. Cav. Maresca Intendo ringraziarLa pubblicamente su questa lavagna per la Sua cortesia: finalmente, la mia casella di posta funziona regolarmente (speriamo continui così): la seconda parte dell'articolo sui district checks è arrivata oggi! Ho consigliato a molti dei miei amici e colleghi di visitare il sito. L'operazione che state compiendo è di grandissima portata culturale. Cavallerescamente Alec Caprari ----------------------------------------------------------------------------------------------------- Nome: Alec Caprari Data: 29-11-2006 Cod. di rif: 2754 E-mail: caprari.alessandro@tiscali.it Oggetto: Lovat Commenti: Egr. Sig. De Paz Ho riletto recentemente il Suo gesso n°1351 (District Checks).Nel'articolo si parla anche della creazione del colore Lovat, dai colori della costa del Loch More, rimandando al taccuino n°662, che riporta un drappo molto chiaro. Personalmente, ho visto in rete tweeds più scuri, denominati "Green Lovat" e "Grey Lovat". Anch'io posseggo una giacca in Harris Tweed che, presentando un aspetto melange marrone in due diversi toni, con un tocco di giallo, secondo tale criterio potrebbe essere definito "Brown Lovat". Le sottopongo quindi una domanda: il Lovat può esistere in varie tonalità di grigio, verde, marrone, etc.? Cavallerescamente Alec Caprari ----------------------------------------------------------------------------------------------------- Nome: Alec Caprari Data: 07-12-2006 Cod. di rif: 2774 E-mail: caprari.alessandro@tiscali.it Oggetto: District Checks Commenti: Gentili Signori Un dubbio mi assilla...è possibile che un distretto possegga più di un check pattern, così come un clan può possedere molti tartan patterns? ----------------------------------------------------------------------------------------------------- Nome: Alec Caprari Data: 09-12-2006 Cod. di rif: 2776 E-mail: caprari.alessandro@tiscali.it Oggetto: scottish estate tweeds Commenti: Egr. Sig. De Paz Ho scaricato da un sito giapponese (!)alcune immagini, piccole e dal testo praticamente illeggibile, del famoso libro di Johnstons of Elgin. Le foto sembrano essere le stesse che Lei gentilmente pubblica sui taccuini, ergo suppongo che sia in possesso del prezioso codice. Sarebbe gran cosa se le pagine più importanti potessero essere riportate su questo portale. Ci sono problemi di copyright o l'operazione è fattibile? Cavallerescamente Alec caprari ----------------------------------------------------------------------------------------------------- Nome: Alec Caprari Data: 11-12-2006 Cod. di rif: 2782 E-mail: caprari.alessandro@tiscali.it Oggetto: Le giacche del Principe Commenti: Ho recentemente riletto e osservato il taccuino n°1457, nel quale il Principe Carlo d'Inghilterra, nel 1969, sfoggia una bellissima giacca sportiva, dal taglio sublime (chi era il suo sarto all'epoca?). Gradirei vedere sui prossimi taccuini una carrellata sul guardaroba sportivo del Principe, in particolare di fine anni '60. Le tenute da campagna di Carlo sono molto interessanti, ma compaiono fuggevolmente su alcune riviste senza suscitare l'ammirazione che meriterebbe (recentemente ha indossato uno splendido tweed overcheck sui toni del verde e del blu: si trattava del corto giacchino che si porta sul kilt). PS In un recentissimo documentario, il Principe Filippo di Edimburgo indossava una hacking jacket dal taglio e di tessuto molto simile a quella indossata dal figlio nel taccuino da me citato oltre trent'anni fa. Cavallerescamente Alec Caprari ----------------------------------------------------------------------------------------------------- Nome: Alec Caprari Data: 08-01-2007 Cod. di rif: 2826 E-mail: caprari.alessandro@tiscali.it Oggetto: Dinner jacket e cravatta lunga Commenti: Gentili signori Ho seguito con interesse il "caso" smoking Agnelli/Elkann: quest'ultimo, come Connery, indossa il bel dinner jacket del nonno con cravatta lunga, al posto del papillon. Personalmente, ritengo che ciò si distacchi troppo dall'estetica dell'abito da sera, ed in un certo senso di gusto "modaiolo". Quanto all'asola sul bavero a scialle, vorrei dire umilmente la mia: questo tipo di risvolto discende da quello dello "smoking jacket" (la giacca per fumare) che non prevedeva, in quanto indossata solo al chiuso, alcuna asola di chiusura. Io la eviterei. Cavallerescamente Alec Caprari ----------------------------------------------------------------------------------------------------- Nome: Alec Caprari Data: 30-01-2007 Cod. di rif: 2863 E-mail: caprari.alessandro@tiscali.it Oggetto: larghezza pantaloni Commenti: Molti volumi dedicati all'eleganza consigliano un pantalone che, al fondo, copra i 2/3 della scarpa. Permettetemi di dissentire: indosso spesso pantaloni a sigaretta, che mettono in mostra gran parte della scarpa, e non mi sembra di cadere in fallo. Sbaglio? Alec Caprari ----------------------------------------------------------------------------------------------------- Nome: Alec Caprari Data: 30-01-2007 Cod. di rif: 2864 E-mail: caprari.alessandro@tiscali.it Oggetto: rettifica steed 1969 Commenti: Rettifico quanto scritto sui taccuini cinema: nei titoli di coda di "The Avengers" 1968-69 è espressamente citato "Mr. MacNee wardrobe is created by himself." Non mi sbagliavo: abiti troppo "british" per essere di Cardin. ----------------------------------------------------------------------------------------------------- Nome: Alec Caprari Data: 08-05-2007 Cod. di rif: 3117 E-mail: caprari.alessandro@tiscali.it Oggetto: stile dorico! Commenti: Iddio ci salvi da ciò che molti di Voi definiscono "stile dorico"! Basta saccheggiare un catalogo Facis anni 70 per costruirsi un eccellente guardaroba in cotal foggia villana. Per i patiti della spalla a sella, dei revers esagerati, dei doppiopetto un po' grevi.... ----------------------------------------------------------------------------------------------------- Nome: Alec Caprari Data: 09-05-2007 Cod. di rif: 3122 E-mail: caprari.alessandro@tiscali.it Oggetto: taccuino 3273 Commenti: Il taccuino da me citato è , a mio modesto parere, esemplare: segna il passaggio da quei volumi 1930-45 decisamente "dorici" (anche se il dorico architettonico risulta assai meno massiccio) e statici, paradigmatici del periodo (dittature, guerra mondiale)ad uno stile che definisco ionico, (nell'accezione di "svelto, semplice, lineare) che culminerà nel migliore stile edoardiano degli anni 60 (boom economico e tecnologico, design d'avanguardia). Dallo statico al dinamico. Apro con questo la discussione. PS Ho osservato con curiosità i taccuini sul tema "zooties", ma ritengo che il paragone col "gagà" anni 40 sia poco calzante: l'esempio da Voi mostrato indossa abiti dal taglio piuttosto asciutto. Cavallerescamente Alec ----------------------------------------------------------------------------------------------------- Nome: Alec Caprari Data: 10-05-2007 Cod. di rif: 3129 E-mail: caprari.alessandro@tiscali.it Oggetto: Risposta al sig. Pugliatti Commenti: Gentilissimo Sig. Pugliatti La ringrazio per la Sua arguta risposta: effettivamente, un abito 1930-50 richiama le linee dello stile architettonico "modernista", da noi chiamato "Littorio": quadrato, statico, tetragono, privo di movimento. Certamente, il vestito anni 60 è figlio non solo dell'epoca di "My Fair Lady", ma riceve importanti influssi, non mi stancherò di ripeterlo, del design, specie automobilistico: a distanza di quarant'anni, circola sulle nostre strade qualcosa di più moderno della Lamborghini Miura, della Jaguae E o, più modestamente, della Mini Minor (quella vera, non il pasticcio BMW)? Quale miscela esplosiva! Cavalleescamente Alec Caprari ----------------------------------------------------------------------------------------------------- Nome: Alec Caprari Data: 10-05-2007 Cod. di rif: 3128 E-mail: caprari.alessandro@tiscali.it Oggetto: il futuro... Commenti: Qualcuno su questa lavagna ha anticipato le possibili tendenze stilistiche del prossimo decennio: mi riferisco in particolare al monopetto con risvolti a lancia. Ritengo che tale tipologia di giacca sia adatto ad un uso abbastanza limitato (sera o mezza-sera): solo Gianni Agnelli e Antonio De Curtis potevano permettersi abito da giorno di quella foggia senza apparire incongruenti...Ve l'immaginate una giacca in Harris coi revers a lancia? Qualcosa del genere fu tentata negli anni 80, senza particolare successo. Si vedevano anche doppiopetto in tessuto sportivo, di dubbio effetto: secondo me, l'unico modo per portare la giacca a due petti "spezzata" è sotto forma di navy blazer. Sbaglio? Cavalllerescamente Alrc Caprari ----------------------------------------------------------------------------------------------------- Nome: Alec Caprari Data: 13-05-2007 Cod. di rif: 3135 E-mail: caprari.alessandro@tiscali.it Oggetto: lance...spuntate Commenti: Si notano spesso in vecchi film giacche doppiopetto con lla lancia del rever in posizione orizzontale. Io ritengo tale soluzione poco felice. La lancia dovrebbe sempre guardare verso l'alto Alec Caprari ----------------------------------------------------------------------------------------------------- Nome: Alec Caprari Data: 07-09-2007 Cod. di rif: 3536 E-mail: caprari.alessandro@tiscali.it Oggetto: pantaloni Commenti: Mi riferisco ad un taccuino di qualche tempo addietro: si mostrava l' illustrazione di "Esquire" che esaltava un pantalone che possiamo vedere indosso a Gianni e Pinotto, il Rag. Fantozzi o a Sordi in "Bello, onesto, emigrato Australia...". Il calzone stile Bond o Steed (che evidentemente, nei 30 già esisteva) era caldamente consigliato. Come ho cerscato di dimostrare più volte, l'estetica di quel decennio (di origine olandese!) oggi non è più proponibile, se non da qualche comico che voglia interpretare lo "sfigato" Cavallerescamente Alec Caprari. ----------------------------------------------------------------------------------------------------- Nome: Alec Caprari Data: 15-09-2007 Cod. di rif: 3549 E-mail: caprari.alessandro@tiscali.it Oggetto: Risposta al Sig.Pugliatti Commenti: Gent. Sig. Pugliatti Le rispondo con un po' di ritardo, e per questo mi scuso. Le mie considerazioni riguardo il taglio modellato nascono da una semplice constatazione: tale stile non segue le forme anatomiche, ma le stravolge: non abbiamo forse la coscia assai più voluminosa della caviglia? Il pantalone segua questa forma naturale. E'esteticamente infelice imbottire le spalle di una persona gracile a mo' di materasso: l'effetto non sarà quello di un aitante sportivo: otterremo solo un individuo ridicolo. La spalla naturale, invece, non cerca di regalare muscoli in piu' ma, molto onestamente, rstituisce le giuste proporzioni. Noi,uomini del ventunesimo secolo, dobbiamo comprendere che l'era delle mode per quanto riguarda l'abbigliamento maschile è definitivamente tramontata: bando alle stravaganze, diamo strada alle proporzioni naturali ed ai tessuti classici. Dobbiamo guardare alla giacca anni 30, più corazza che indumento, come alla parrucca incipriata del 1700: cristallizzata nella sua epoca, ma certo non più proponibile oggi. Cavallereschi Saluti Alec Caprari ----------------------------------------------------------------------------------------------------- Nome: Alec Caprari Data: 02-10-2007 Cod. di rif: 3559 E-mail: caprari.alessandro@tiscali.it Oggetto: commento al taccuino 3501 Commenti: Shetland: un bel problema! Nel linguaggio corrente, si usa designare con tale nome un tessuto lambswool leggero 380 gr. circa, dalla mano spinosa (come gli omonimi pullover) ma assai meno pesante del tweed, e quindi adatto alla mezza stagione. So che il vero Shetland non è quello, ed il taccuino cui faccio riferimento, se offre una bella versione cromatica, purtroppo non da' modo di individuare l'aspetto della stoffa. Forse il gentile Sig. De Paz potrà pubblicare una fotografia del VERO SHETLAND, che non ho mai avuto il piacere di vedere. PS: la giacca azzurra di Cary Grant in "Caccia al ladro" era in Shetland? Cavallereschi saluti Alec Caprari ----------------------------------------------------------------------------------------------------- Nome: Alec Caprari Data: 19-10-2007 Cod. di rif: 3569 E-mail: caprari.alessandro@tiscali.it Oggetto: aran Commenti: Stimato Rettore Sig. De Paz Proseguendo la mia ricerca sulle lane delle Isole Britanniche, mi sono posto la seguente domanda: i bellissimi maglioni irlandesi "aran", realizzati con lana non sgrassata e leggermente idrorepellenti (me li procuro sul posto, ove costano molto meno che in Italia), "provengono" da una particolare razza di pecore, oppure il loro segreto è nella lavorazione? Cavallereschi Saluti Alec Caprari ----------------------------------------------------------------------------------------------------- Nome: Alec Caprari Data: 06-11-2007 Cod. di rif: 3579 E-mail: caprari.alessandro@tiscali.it Oggetto: stile britannico Commenti: Egregi Cavalieri Su questa lavagna si è più volte discusso a proposito di stili sartoriali (in particolare modellato versus edoardiano). Vorrei far notare che in Gran Bretagna la moderna hacking jacket (tre tasche oblique, lunghe falde aderenti, spalla naturale e revers "normali") apparve attorno al 1933, cioè in piena epoca "bold style". Il pantalone britannico, inoltre presentava già allora pinces orientate verso l'interno, rendendone più asciutta la linea. Insomma: un country gentleman delle Highland scozzesi vestito come l'ultima comparsa di un B-movie hollywoodiano io non riesco proprio ad immaginarmelo. Negli Stati Uniti, poverini, i sarti continuarono a imbottire stoffa in questo modo sino a metà anni 50 (vedi foto M.Clift-V.De Sica, 1953, che cito a memoria, scusate l'approssimazione) PS I figurini di "ESQUIRE" del periodo appaiono insolitamente soavi e leggeri: merito della perizia dell'arista e dellla bidimensionalità: confrontateli con le foto dell'epoca e l'impressione è nettamente diversa. Cavallereschi Saluti Alec Caprari. ----------------------------------------------------------------------------------------------------- Nome: Alec Caprari Data: 23-05-2008 Cod. di rif: 3801 E-mail: caprari.alessandro@tiscali.it Oggetto: taccuino 3940-3941 Commenti: Gentili Cavalieri Le foto dei taccuini 3940-41 non son granché, però credo che qualcuno di Voi sia in grado di dare un giudizio sul mio stile e sul lavoro del mio sarto. Fatevi avanti. Benvenuti gli anni 10! Con questi anni 30 non se ne può più. Cavallereschi Saluti Alec Caprari ----------------------------------------------------------------------------------------------------- Nome: Alec Caprari Data: 03-06-2008 Cod. di rif: 3822 E-mail: caprari.alessandro@tiscali.it Oggetto: Ringraziamenti e varie Commenti: Gentili Cavalieri Vi ringrazio per i consigli da Voi elargiti riguardo le foto inviate. L'idea-spezzato del taccuino 3990 é geniale, tanto che ho provato ad indossare la giacca doppiopetto del mio completo in Solaro con pantaloni in lino irlandese bianco. L'effetto mi pare strepitoso, ma il disegno della giacca del taccuino ha le lance pressochè orizzontali, sempre da respingere. Cavallereschi Saluti Alec Caprari ----------------------------------------------------------------------------------------------------- Nome: Alec Caprari Data: 12-06-2008 Cod. di rif: 3850 E-mail: caprari.alessandro@tiscali.it Oggetto: Casino Royale Commenti: Ho rivsto recentemente l'ottima commedia "Casino Royale", nella quale compare un elegantissimo David Niven, più edoardiano autentico che neo-edoardiano! La sua tenuta di caccia é strepitosa. Siccome non riesco a reperire il Dvd, spero che qualcuno abbia a disposizioni immagini relative da pubblicare nell'apposita sezione Cavallereschi Saluti Alec Caprari ----------------------------------------------------------------------------------------------------- Nome: Alec Caprari Data: 10-04-2009 Cod. di rif: 4023 E-mail: caprari.alessandr446@tiscali.it Oggetto: Ringraziamenti Commenti: Ringrazio l'egregio Cav.Maresca per l'impegno prodigato nel chiarire un argomento da me proposto non molto tempo addietro, con un intervento che poneva, ahimè, in evidenza la mia scarsa conoscenza del linguaggio concernente le tecniche tessili. Il Suo intervento ha chiarito molti miei dubbi, ma subito un altro ne è sorto: Il thornproof prodotto in Irlanda (ad esempio da Magee), non tenendo spesso conto dei district checks scozzesi, e non essendo prodotto in terra caledone, può essere definito "Scottish Tweed?" Il tessuto harringbone ricco di coriandolini che si fa nel Donegal tecnicamente sarebbe un Harris? Distinti Saluti Alec Caprari ----------------------------------------------------------------------------------------------------- Nome: Alec Caprari Data: 29-04-2009 Cod. di rif: 4042 E-mail: caprari.alessandr446@tiscali.it Oggetto: Un libro da leggere Commenti: Mi permetto di consigliare l'acquisto e la lettura di "ABC of men's fashon" di Sir Hardy Hamies. Lo ebbi fra le mani molto tempo fa. E' possibile pubbilcare qualcosa da questo volume sui Taccuini? Cavallereschi Saluti Alec Caprari ----------------------------------------------------------------------------------------------------- Nome: Alec Caprari Data: 08-05-2009 Cod. di rif: 4052 E-mail: caprari.alessandr446@tiscali.it Oggetto: Riflessioni sul taccuino 4465 Commenti: L'illustrazione del taccuino 4465 si presta ad alcune riflessioni: la giacca raffigurata, alzando un po'il cran, limando leggermente i revers e rendendo la spalla più "naturale" sarebbe perfetta anche oggi. La linea Sholte, probabilmente, spezzò sul nascere un'evoluzione dell'abito maschile che prendeva le mosse dalla "rivoluzione edoardiana". Nei 30 le eccezioni non mancarono, ma la maggioranza si piegò a quella tendenza "modaiola", lanciata da una sola persona (niente di paragonabile, perciò alla ventata di novità del periodo 1950-1966, che coinvolse migliaia di sarti italiani e britannici). Chilometri di ottima stoffa, come i tweed di buon peso (Allora sicuramente più facili da reperire rispetto ad oggi), vennero tagliati per un ventennio in quella foggia bizzarra, che di elegante davvero non ha nulla. Oltretutto, influenzò ameno fino al 1958 lo stile americano ("bold look") e francese, che rimasero per lungo tempo fermi alla spalla imbottita. Un guizzo di inaspettata modernità seppe darlo il 1939 (vedi figurini Esquire ed Apparel Arts) ma tutto terminò alla fine di quel tormentato primo anno di guerra. Parlare di "eleganza anni 30" significa per me restringere il campo a coloro i quali ebbero l'ardire di andare controcorrente: il fatto che l'hacking jacket ancora così attuale nel XXI secolo nacque nel 1933 la dice lunga sulle preferenze "tradizionaliste" di alcune categorie (proprietari terrieri anglo-scozzesi, persone del mondo dell'equitazione, etc). Senza saperlo, stavano scrivendo il futuro dell'abbigliamento in un'epoca sartorialmente "medievale". ----------------------------------------------------------------------------------------------------- Nome: Alec Caprari Data: 19-05-2009 Cod. di rif: 4061 E-mail: caprari.alessandr446@tiscali.it Oggetto: Lunghezza pantaloni Commenti: Anch'io porto pantaloni della medesima foggia (fondo 20 cm), cioè "a tubo": ogni altra tipologia la considero "deviante" dal modello originale edoardiano. Li faccio tagliare un po'più lunghi posteriormente, come John Steed, e cadono piuttosto bene. Se hanno il risvolto, tuttavia, questo escamotage è impossibile da applicare, ma non mi dispiace portarli leggermente più corti: la ridotta ampiezza del fondo lo permette, inoltre in tal modo un bel paio di scarpe può fare bella mostra di sè. Cavallereschi Saluti Alec Caprari ----------------------------------------------------------------------------------------------------- Nome: Alec Caprari Data: 29-05-2009 Cod. di rif: 4077 E-mail: caprari.alessandr446@tiscali.it Oggetto: Domande e opinioni sul doppiopetto Commenti: Premetto che indosso questa tipologia di giacca solo sotto forma di navy blazer (ne possiedo due: una invernale ed una in fresco di lana, a 6 bottoni, di cui 4 allacciabili), e per questo non ne so molto. Mi rivolgo così a Voi, stimati Cavalieri, per avere lumi. Le lance dei revers penso debbano puntare verso l'alto (quelle orizzontali sono assai sgradevoli), ma qual'è la posizione ottimale del cran? A me basso non piace, ma molti pensano che la lancia non debba giungere alla spalla! I revers "notched lapel" sono da evitare? (io penso di sì). Posizione dei bottoni: i miei capi hanno i bottoni della stssa fila piuttosto ravvicinati, e credo che imprimano maggiore slancio alla figura. Dico bene? Spacchi: credo che lo spacco centrale non sia adatto (non ne ho mai visti su un abito "double breast") Vi domando inoltre se per una persona, poniamo, alta m 1,60 e decisamente robusta (considerando che il doppiopetto non ha falde, e "taglia" in un certo qual modo la figura in modo netto)sia consigliabile tale tipo di abito ----------------------------------------------------------------------------------------------------- Nome: Alec Caprari Data: 08-06-2009 Cod. di rif: 4091 E-mail: caprari.alessandr446@tiscali.it Oggetto: Dubbi estivi Commenti: Due anni fa feci confezionare dal mio sarto un paio di pantaloni in lino irlandese celeste. Era la prima volta che, per quanto riguarda questo nobile tessuto,mi allontanavo dai colori naturali, non tinti. Oggi questo capo, pur eccellente, mostra nei punti di maggior contatto (tasche, gamba, etc)una certa scoloritura. Mi è stato detto che tale effetto è da molti addirittura "cercato", ma indubbiamente l'effetto d'insieme, a mio giudizio, non è dei migliori. Qual'è la Vostra opinione? Cavallereschi saluti Alec Caprari ----------------------------------------------------------------------------------------------------- Nome: Alec Caprari Data: 13-06-2009 Cod. di rif: 4100 E-mail: caprari.alessandr446@tiscali.it Oggetto: Estetica anni 60 Commenti: Ringrazio il Cav.Pugliatti per i numerosi taccuini dedicati al doppiopetto 6 bottoni ed in genere all'estetica neo-edoardiana. Mi piacerebbe vedere in questa sede un apparato iconografico dedicato al bel vestire anni 60 di qualità pari ai figurini di "Esquire" o "Apparel Arts" d'anteguerra. Quali erano le riviste che pubbilicavano tale materiale fra il 1958 ed il 1966? Ci sarebbero molte idee da passare al mio sarto... ----------------------------------------------------------------------------------------------------- Nome: Alec Caprari Data: 19-06-2009 Cod. di rif: 4110 E-mail: caprari.alessandr446@tiscali.it Oggetto: Giacca da cocktail Commenti: Dopo essermi scusato per l'orribile sintassi e l'errore di battitura del taccuino 4647 (andavo di fretta, avevo l'immagine a disposizione e mi premeva mostrarvela), desidero ricevere informazioni circa le caratteristiche della giacca da cocktail. Non praticando vita notturna, non intendo acquistare uno smoking; tuttavia, una soluzione pur sempre elegante, ma meno impegnativa, si impone in occasione di saltuari inviti preserali, informali ma non troppo. Mi piacerebbe farmi confezionare un capo "da cocktail" tinta pastello (preferibilmente azzurro, da abbinare a pantaloni blu-notte senza risvolto e mocassini o monkstrap neri), ma chiedo lumi su alcuni particolari: il colore è quello giusto? Spacchi: sì o no? Cravatta: papillon(che non amo) o lunga? Revers: notched, a lancia o sciallati? (preferirei la prima opzione, se consentita) Tasche: con o senza patta? Bottoni: due o tre ? Come noterete, si tratta di piccoli, ma importanti dettagli. Cavallereschi Saluti Alec Caprari ----------------------------------------------------------------------------------------------------- Nome: Alec Caprari Data: 22-06-2009 Cod. di rif: 4112 E-mail: caprari.alessandr446@tiscali.it Oggetto: Meditazioni sul termine "eleganza" Commenti: Eleganza: dal latino "eligere", scegliere. Il vocabolo implica un'azione di cernita, di ricerca. Agli antipodi quindi, dell'atteggiamento (completamente passivo) di chi segue la moda corrente, pronto a mutare stili e comportamenti senza attuare una scelta, appunto,di tipo personale. Ne deriva quindi l'equazione: essere eleganti=evitare le mode. Nel campo dell'abbigliamento, cambiare foggia d'abito quando indicato dagli stilisti del momento mi pare un atteggiamento di pessimo gusto, estremamente consumistico ed inutilmente dispendioso. Se ho comperato o mi sono fatto confezionare un completo che mi piace e mi rappresenta, perchè dovrei gettarlo, rinunciando alla mia identità e cestinando un oggetto che mi è costato denaro e non è ancora deteriorato? Se le tendenze correnti propongono qualcosa di consono ai miei gusti ben vengano, ma trattasi solo di coincidenza.Per pigrizia o per volontà di omologazione l'eleganza, e quindi la cerca della propria personalità, è volontariamente evitata dai più. Proprio perchè occorre mettere in moto le sinapsi cerebrali ----------------------------------------------------------------------------------------------------- Nome: Alec Caprari Data: 11-07-2009 Cod. di rif: 4118 E-mail: caprari.alessandr446@tiscali.it Oggetto: Fonticoli e Savini Commenti: Che dire...un sincero "grazie" ai mestri sarti della Casa Brioni! L'articolo di "The fedora lounge" ben illustra il processo di svecchiamento da essi effettuato. Dopo la loro rivoluzione non si può più tornare indietro, e possiamo studiare il taglio modelato come un reperto archeologico: magari interessante, ma improponibile per l'uomo d'oggi. Pensiamo alla reazione del pubblico se attualmente si lanciasse sul mercato un'utilitaria con la carrozzeria della Ford T... ----------------------------------------------------------------------------------------------------- Nome: Alec Caprari Data: 12-07-2009 Cod. di rif: 4121 E-mail: caprari.alessandr446@tiscali.it Oggetto: Brioni e i sarti italiani Commenti: Gentili Cavalieri Vi ringrazio per le puntualizzazioni riguardanti l'atelier Brioni e le scuole dei mastri cutters italiani. Proprio dinanzi a me, in questo momento, ho un volume nel quale appare la foto di John Wayne, ritratto assieme a Gaetano Savini, mentre prova un'impeccabile vestito della rinomata Casa. Quanto al giudizio espresso sulla moda nostrana del periodo 1950-1966 è chiaramente derivante da una valutazione soggettiva: non nego che molti preferiscano pantaloni un paio di centimetri più larghi, o giacche dai revers lievemente più generosi. Le derive anni 70-primi 80 furono espedienti "modaioli" che non hanno praticamente lasciato traccia: dal 1990 ad oggi(e son quasi vent'anni!) anche l'abito di confezione non ha subito varianti degne di nota, avvicinandosi vieppiù al classico stile sartoriale post-bellico. Sono convinto della mia affermazione "Indietro non si torna", e la ribadisco: chiunque indossasse un completo anni 40, sia pure di buona realizzazione, non passerebbe certo inosservato, e farebbe voltare la testa ai più,e non certo per l'ammirazione. A questo, aggiungasi l'aspetto pratico: chi riuscirebbe oggi a calarsi negli abitacoli delle auto moderne (dotate di cinture di sicurezza) con una giacca talmente "corazzata" da impedire i movimenti? Certo, si poterbbe in tal caso fare a meno dell'airbag... Mi risponderete: "Ma Caraceni è rimasto fedele a quegli stilemi ancor oggi". D'accordo, ma la Sartoria romano-milanese, con gli anni, ha ridotto certe proporzioni, ed i suoi prodotti non sono certo una replica delle "armature" del 1935-40! Erano prodotti calati nella realtà del loro tempo, ed esprimevano qualcosa che, valido allora, oggi non lo è più: possiamo ammirare e addirittura collezionare le mises in velluto damascato del XVIII secolo, ma non le indosseremmo mai per andare in ufficio! Cavallerschi Saluti Alec Caprari ----------------------------------------------------------------------------------------------------- Nome: Alec Caprari Data: 14-07-2009 Cod. di rif: 4125 E-mail: caprari.alessandr446@tiscali.it Oggetto: Eleganza e minimalismo Commenti: Egregi Cavalieri Con grande piacere mi rendo conto di come ognuno ricerchi il proprio stile personale, difendendolo a spada tratta (come io stesso, d'altronde, faccio) sperimentando varie soluzioni sartoriali. Vorrei però far notare che, e si tratta di parole fin troppo usate (anche a sproposito), è molto più difficile togliere che aggiungere. L'eleganza, frutto appunto di una cerca senza fine, tende per sua natura alla semplicità, alla linearità: è minimalista, insomma. L'opulenza, l'abbondanza, il barocchismo ci allontanano da questo traguardo che, instancabilmente, cerchiamo di raggiungere senza mai peraltro riuscirci (e questo è forse il bello!) Cavallereschi Saluti Alec Caprari ----------------------------------------------------------------------------------------------------- Nome: Alec Caprari Data: 15-07-2009 Cod. di rif: 4127 E-mail: caprari.alessandr446@tiscali.it Oggetto: Stile Italiano e Neo Edoardiano Commenti: Gentile Sig. Pugliatti Condivido gran parte di ciò che Lei ha cosi ben enunciato ne precedente gesso: la bella e pulita linea italiana è assai difficile da realizzare nelle sue forme più alte, proprio perchè deve conferire quello slancio alla figura tipico di questa Scuola sartoriale che ha veramente contribuito all'evoluzione del vestir bene maschile. Anch'io faccio tagliare i miei pantaloni con una pince per parte (molto raramente due; sporadicamente vesto qualche "flat front", che però non mi dispiace) proprio per conservare meglio l'aplomb della gamba. I completi del Sig. Savarè sono preziose testimonianze che affermano con decisione la superiorità di tale stile su qualsiasi altro. Mi permetta, tuttavia, di ribadire (qualora ce ne fosse bisogno)l'importanza del sottile filo che lega le belle realizzazioni della Sartoria italiana con i movimeni inglesi neo-edoardiani, senza dimenticare quell'importante fenomeno che sbocciò negli USA a metà degli anni 50, noto come "Ivy League Style". Se i completi britannici presentano qualche ricercatezza, come il collo in velluto (che è molto piacevole), i paramani, le camicie con colletto stondato (comunque molto essenziali) et similia, tali espedienti non compromettono la snellezza d'insieme. Pinces sulla parte posteriore della giacca, martingale varie, imbottiture in ogni dove, pantaloni a tre pinces per lato e risnolti alti due palmi sono orpelli che, inevitabilmente, appesantiscono la figura, per quanto bene siano eseguiti. Forse l'attaccamento di alcuni al taglio modellato risiede proprio nel fatto che,come Lei dice, è più semplice da eseguire (più facile aggiungere che togliere, ho scritto in un mio precedente intervento). Personaggi come Cary Grant sono indubbiamente icone di stile, ed il vestito da lui indossato in "Intrigo intenazionale" (non Scholte style) è uno dei più belli che abbia mai visto: particolarmente felice l'accoppiamento del grigio per abito e cravatta con il bianco-panna dell camicia. Concludo questo mio intervento sottolineando che Patrick Mc Nee, almeno nei panni televisivi di John Steed, è comunque uno degli uomini più eleganti di sempre. Cavallereschi Saluti Alec Caprari ----------------------------------------------------------------------------------------------------- Nome: Alec Caprari Data: 16-07-2009 Cod. di rif: 4129 E-mail: caprari.alessandr446@tiscali.it Oggetto: Il linguaggio segreto della giacca Commenti: Dalla breve e piacevole conversazione on-line sugli stili sartoriali si evince che, agli albori del XXI secolo, siano in voga varie tipologie di giacca, che spesso ci dicono molte cose su chi la indossa. Un doppiopetto dai revers importanti, le spalle diritte ed ampie, specie se declinato nei colori del grigio e del blu, è spesso portato da uomini d'affari, che affermano una virilità conquistata con il successo finanziario (non sfuggono a questa "regola" i presidenti delle due note squadre calcistiche milanesi); viceversa, l'insegnante, dedito ad una professione gratificante sul piano intellettuale, prediligerà giacche di Harris Tweed monopetto, dalla linea semplice ed un po' vissute: quando il capo avrà raggiunto un'età considerevole, vi apporrà toppe in cuoio sui gomiti. Molti giovani impiegati o rappresentanti vestono completi di buon taglio italiano, ma con gessature eccessive e spesso abbinate a cravattoni sgargianti, quasi a dichiarare: "Sono classico, ma anche trendy". Vi è poi il "giovanilista", generalmente sessanta-settantenne, che pensa di scrollarsi di dosso una decina d'anni portando giacche estrose, magari vintage o stile tirolese, abbinate a gilet damascati (è il caso di Renzo Arbore). Questi sono solo alcuni casi, e comunque tale classificazione non è affatto rigida. Fra le tipologie indicate, l'unica da ritenersi corretta penso sia quella dell'insegnante, degnamente rappresentata da J.R.R.Tolkien, scrittore a me molto caro. Cavallereschi Saluti Alec Caprari ----------------------------------------------------------------------------------------------------- Nome: Alec Caprari Data: 29-07-2009 Cod. di rif: 4132 E-mail: caprari.alessandr446@tiscali.it Oggetto: Neo-edoardiano: restituiamogli la dignità Commenti: Ho letto con un certo dispiacere gli ultimi taccuini, dedicati allo stile neo-edoardiano: chi non fosse avvezzo a frequentare questo sito, e si imbattesse nelle recenti foto pubblicate, dedurrebbe che gli amanti di questo stile fossero, o sono, dei pederasti debosciati, al pari di Bunny Rogers. Partick McNee, Sean Connery o George Best, tanto per fare tre nomi famosi, non appartengno certo a questa categoria eppure, in modi diversi, hanno aderito a tale tendenza. Io stesso amo giacche sportive a tre bottoni con pattina al taschino, ma il mio modus vivendi è ben lontano da quello dell'ufficiale inglese dedito ad orge e festini! Non è certo un abito "bold look" a determinare la virilità di un uomo. Credo che neppure Roger Moore sarebbe felice di essere accomunato al famigerato Bunny... ----------------------------------------------------------------------------------------------------- Nome: Alec Caprari Data: 30-07-2009 Cod. di rif: 4134 E-mail: caprari.alessandr446@tiscali.it Oggetto: Le origini della giacca neo-edoardiana Commenti: Gentili Cavalieri Le mie osservazioni non erano rivolte ad innescare certo una polemica, ma intendevano piuttosto sottolineare le origini "nobili" della giacca neo-edoardiana. Essa discende direttamente dalla hacking jacket e da altre tipologie nate nel mondo dell'equitazione. Declinata nei colori naturali dei tweed scozzesi e nelle fantasie "District Check" risulta essere un capo sobriamente classico, lontano dal "fancy dress" e dal mondo dei dandies. Che poi questi ultimi ne abbiano ripreso gli stilemi, trasformandolo secondo il loro gusto ed introducendo tinte diverse da quelle tradizionali, è un dato di fatto, che però non va ad intaccare la validità di abiti che ormai fanno parte del guardaroba internazionale dei gentlemen di ogni latitudine. Potremmo paragonare le derive di Roger a quelle dei proto-hippies di Carnaby Street, che diedero la stura allo stile "Reggenza". Cavallereschi Saluti Alec Caprari ----------------------------------------------------------------------------------------------------- Nome: Alec Caprari Data: 30-07-2009 Cod. di rif: 4135 E-mail: caprari.alessandr446@tiscali.it Oggetto: Pantaloni reverse pleated Commenti: Gentile Sig. Pugliatti Se la vista non m'inganna, il pantalone in flanella bianca da Lei presentato nel taccuino 4794 presenta quattro "reversed pleates", ossia le classiche pinces all'inglese, rivolte verso l'interno. Pur apprezzando molto tale tipologia, non ho mai posseduto un capo di questa foggia, che penso essere assai indicato con una giacca a falde leggermente più lunghe del solito ed accostate alla gamba. La pince "reversed" permette la realizzazione di pantaloni piuttosto sottili e slanciati, ma sul Continente non è molto usato. Credo proprio che ci farò un pensierino... ----------------------------------------------------------------------------------------------------- Nome: Alec Caprari Data: 30-07-2009 Cod. di rif: 4137 E-mail: caprari.alessandr446@tiscali.it Oggetto: Flanella bianca Commenti: Egregio Sig. Spadaro Noto con piacere di non essere l'unico estimatore di certi capi e tessuti di preziosa rarità. Per la flanella bianca, però, si pone un problema squisitamente climatico: ottant'anni fa era correntemente utilizzata nella confezione di pantaloni estivi, ma oggi è giudicata troppo pesante (forse non a torto: complice l'effetto serra, la canicola assume vieppiù, di anno in anno, intensità africana!). Stagione ideale sarebbe quella primaverile, ma il suo candore richiama inevitabilmente gli assolati mesi di luglio ed agosto; una decina d'anni fa, vidi in prestigioso negozio di Genova un meraviglioso paio di pantaloni assai simili a quelli illustrati dal Prof.Pugliatti: si era sotto Natale! Li giudicai troppo delicati per le fangose strade invernali e rinunziai all'acquisto, con non pochi rimpianti. Secondo la mia modestissima opinione, una giacca da cocktail monopetto di medio peso, di color azzurro-polvere (come la mia, che però è più adatta ai giorni caldi)con bottoni bianchi, spacchi laterali e piccoli revers "notched" farebbe al caso suo, specie per incontri semi-formali nelle serate di aprile-maggio. Osi pure l'accostamento: avrà di certo successo! ----------------------------------------------------------------------------------------------------- Nome: Alec Caprari Data: 05-08-2009 Cod. di rif: 4148 E-mail: caprari.alessandr446@tiscali.it Oggetto: Jeans shoes , norvegesi e sneakers Commenti: Egregio Gran Maestro Le calzature che Lei ben individua come "scarpe da jeans" con la classica "Norwegian" hanno ormai poco a che spartire...ma anche la moderna sneaker non scherza, specie se abbinata ad un abito formale (se non addirittura con un dinner jacket... mi creda, non sto vaneggiando). Oggi vale la formula "alternativo a tutti i costi"... ----------------------------------------------------------------------------------------------------- Nome: Alec Caprari Data: 13-10-2010 Cod. di rif: 4421 E-mail: caprari.alessandr446@tiscali.it Oggetto: Sito suggerito Commenti: Suggerisco ai Signori frequentatori il seguente sito, che ho trovato assai interessante http://aesthetictraditionalist.wordpress.com/category/scotland/ ----------------------------------------------------------------------------------------------------- Nome: Alec Caprari Data: 20-01-2012 Cod. di rif: 4557 E-mail: caprari.alessandr446@tiscali.it Oggetto: Precisazioni terminologiche Commenti: Illustri Cavalieri Alcuni di Voi usano l'aggettivo "pastoso", in particolar modo riferito ai revers di una giacca. Volete forse intendere "morbido, flessibile", in opposizione a "rigido", oppure è da leggersi nel senso di "ben armonizzato con l'insieme"? Mi farebbe piacere una Vostra delucidazione. Distinti Saluti Alec Caprari ----------------------------------------------------------------------------------------------------- Nome: Alec Caprari Data: 23-10-2012 Cod. di rif: 4660 E-mail: caprari.alessandr446@tiscali.it Oggetto: Morte del Classico? Commenti: Egregi Cavalieri Nella mia modesta opinione, non può definirsi estinto un fenomeno vissuto quotidianamente da milioni di persone solo perchè non vengono vengono apportati nuovi lemmi. Il Classico è una disciplina compiuta, alla quale non è più necessario aggiungere altro proprio perchè ormai perfetta. Costruireste una nuova navata nella Cattedrale di Chartres? Certamente no. Quanto al fatto che esista un filone "modaiolo" sfruttato da quell'aberrazione consumistica praticata dagli stilisti, trattasi d fenomeno, appunto, prettamente commerciale, avulso dalla cultura del ben vivere e del ben vestire. Proprio perchè il Classico è paragonabile ad un'opera letteraria portata a compimento, spetta a noi lettori goderne appieno. A che servirebbe inventare un nuovo tweed, nuove fogge di camicie, nuove tipologie di scarpe, quando i nimerosissimi elementi che abbiamo a disposizione sono pressochè perfetti? Quando ordiniamo al Maestro Sarto un capo discutiamo sulla larghezza dei revers, sulla forma delle pattine, sul numero dei bottoni. All'interno del Classico esiste sempre e comunque creatività, anche se all'interno di stilemi da tempo definiti. Un cordiale saluto Alec Caprari ----------------------------------------------------------------------------------------------------- |
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