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Nome: paolo liberati Data: 25-10-2002 Cod. di rif: 62 E-mail: p_liberati@hotmail.com Oggetto: La scuola sartoriale napoletana Commenti: Al Gran Maestro dell'Ordine dei Guardiani delle Nove Porte Eccellenza, Solo di recente ho avuto modo di scoprire la straordinaria Scuola Sartoriale Napoletana e me ne sono immediatemente innamorato. Avendo avuto modo di apprezzare la Sua enorme erudizione in materia Le sarei grato se volesse condividere con me e con gli altri lettori di questa lavagna le Sue considerazioni su questa magnifica Scuola. Quali sono le autentiche caratteristiche dell'abito di scuola napoletana, e chi oggi può affermare di realizzare capi rispettosi della tradizione? Va da sè che mi riferisco agli artigiani veri e non a chi ha ceduto all'anomimato della produzione di massa. Nel corso delle mie febbrili ricerche mi sono imbattuto nei nomi dei seguenti artigiani: Gennaro Solito, Antonio Panico, Renato Ciardi, Pasquale Sabino. Le sarei grato se volesse spiegarmi quali differenze ci sono fra gli abiti realizzati da ciascuno di loro e sevi sono altri artigiani che ho dimenticato di nominare. La ringrazio anticipatamente per il tempo che vorrà dedicarmi. Voglia gradire, eccellenza, i sensi della mia più alta considerazione. Paolo Liberati ----------------------------------------------------------------------------------------------------- Nome: Paolo Liberati Data: 31-10-2002 Cod. di rif: 68 E-mail: p_liberati@hotmail.com Oggetto: Sartoria Napoletana Commenti: Egregio Gran Maestro, La ringrazio per la Sua cortese risposta sulla Sartoria Napoletana che ho letto con grande piacere e che ho trovato molto interessante e istruttiva. La materia, come avrà avuto modo di capire, mi appassiona e Le confesso che l’idea di leggere una “Guida Generale alla Sartoria Napoletana” scritta di Suo pugno mi entusiasma. Le comunico sin d’ora che sarò uno dei Suoi primi lettori e La esorto a intraprendere l’Opera senza indugio. Per quanto riguarda la Sua risposta devo ammettere di aver ingiustamente dimenticato di citare quello che Lei definisce "il papa dei sarti napoletani" Rubinacci e ne faccio pubblica ammenda. Credo di aver dimenticato anche Attolini, ma non so se Lei annovera questa sartoria fra quelle artigianali “pure”. A proposito di Attolini ho letto di recente un interessante articolo pubblicato da "Robb Report" ("Wardrobe, It Started in Naples" maggio 2002, reperibile on-line sull’omonimo sito) che ripercorre la storia di questa storica sartoria. In tale articolo Vincenzo Attolini viene indicato come l’inventore della giacca in stile napoletano che sarebbe stata concepita negli anni ’30 quando Attolini lavorava per Gennaro Rubinacci. L’articolo, fra le altre cose, afferma che oggi la sartoria Attolini, dopo un periodo di oblio iniziato nel 1971, ha ripreso a realizzare autentici abiti su misura ("true bespoke fashion”) e che per tale ragione sarebbe in grado di produrne solo tre a settimana. Sarei curioso di conoscere il Suo pensiero al riguardo. Mi ha inoltre incuriosito la Sua risposta in relazione alla sartoria Sabino. Lei afferma che la stessa, con i suoi 20 dipendenti, è al limite della produzione seriale. Ho seguito sulle pagine di questa lavagna il dibattito, davvero molto interessante, sulle caratteristiche dell’autentica sartoria artigianale e ne avevo tratto la conclusione che la differenza fra sartoria artigianale e produzione industriale con criteri artigianali vada ricercata nei metodi di lavorazione più che nell’organizzazione del lavoro (e quindi nel numero di persone coinvolte nella realizzazione dei capi). Del resto credo che la stessa sartoria di Rubinacci, che mi sembra di ricordare Lei abbia definito l’unica autentica sartoria italiana, abbia più di venti dipendenti. E non credo che si possa negare che gli abiti realizzati dai Caraceni di Roma (la cui sartoria conta più o meno 50 sarti) o dagli inglesi Anderson & Sheppard (che considero i più “napoletani” d’oltremanica e che hanno un numero cospicuo di sarti coinvolti ella realizzazione degli abiti) siano autentici abiti su misura e non abiti realizzati con criteri semi-artigianali. Ma può darsi che mi sbagli e Le sarò grato se vorrà farmi conoscere la Sua opinione al riguardo. Cordiali saluti, Paolo Liberati ----------------------------------------------------------------------------------------------------- Nome: paolo liberati Data: 06-11-2002 Cod. di rif: 85 E-mail: p_liberati@hotmail.com Oggetto: scuola sartoriale napoletana Commenti: Egregio Gran Maestro, La ringrazio per la Sua risposta del 31 ottobre 2002 che ho trovato come al solito ricca di informazioni e di spunti interessanti. Devo ammettere che La Sua conoscenza della scuola sartoriale napoletana non finisce di stupirmi (la “chicca” sulla tecnica usata da Sabino per la cucitura delle tele dei baveri è un vero colpo da Gran Maestro). Per quanto concerne le mie letture devo confessarLe che anche in questo caso sono Suo debitore perché ho scoperto “Robb Report” leggendo il biglietto d’invito al laboratorio d’eleganza dedicato alla scarpa tenutosi il 10 novembre 2000. Comprendo bene il disappunto che può averLa indotta a sospenderne l’acquisto perché a me è capitata la stessa cosa con “Cigar Aficionado” che ho smesso di acquistare a seguito di certi giudizi sui sigari cubani e non che mi hanno fatto perdere la pazienza (confesso tuttavia di essere ancora un fedele lettore, sia pure “on line”, degli articoli di James Suckling). Mi lasci dire che condivido in pieno la Sua valutazione circa il riconoscimento attribuito a Kiton da “Robb Report”. A parte ogni altra considerazione mi sono sempre chiesto come si fa a spendere certe cifre per abiti che sono comunque prodotti su scala industriale. Sul numero di settembre ho visto un super 150 di Kiton al prezzo, per me incredibile, di 3,995 $ (quasi otto milioni di vecchie lire) e non è certo il più caro. L’articolo da me precedentemente citato su Attolini riferisce che il prezzo di un abito prodotto da quella sartoria parte da 5,000 $. Un mio conoscente che aveva bisogno di farsi cucire un abito in tempi relativamente brevi si è rivolto all’atelier di Brioni il quale per un prodotto semi-artigianale gli ha chiesto 6,000 Euro. Qualche settimana fa ho trascorso un paio d’ore istruttive nel negozio di Zegna che si trova nella mia città, Roma, dove un gentilissimo e preparatissimo commesso mi ha illustrato con dovizia di particolari le modalità di realizzazione dei loro prodotti “su misura”: camicie, abiti, cravatte, cappotti. Tutti rigorosamente con aggiustamenti realizzati a partire da un modello base. Il top della linea è la collezione cosiddetta “Napoli Couture” (a proposito: qualcuno dovrebbe iniziare a disciplinare l’uso della denominazione Napoli) che per gli abiti prevede un costo medio intorno ai 2500 Euro. Le cravatte costano il doppio di quelle di Marinella .... Il bravo commesso mi ha spiegato che grazie alla innovativa tecnica di produzione i loro clienti americani e giapponesi, se non sono ingrassati o dimagriti, possono ordinare gli abiti per telefono e riceverli in spedizione dopo un mese. Non è straordinario? Vede, io credo nell’economia di mercato e sono pertanto convinto che se le ditte che ho citato riescono a vendere i loro prodotti a quei prezzi evidentemente la domanda esiste. Ma è proprio la domanda che mi sgomenta. Evidentemente si è creata una sottocultura incapace di distinguere e di apprezzare il reale valore delle cose. Basti pensare che un abito dei Caraceni romani costa meno di tutti quelli ho citato (però bisogna fare almeno tre prove .... e forse qualcuno può ritenere che ciò sia una vera seccatura). E, pur non avendone la certezza sono convinto che un Solito, un Panico, un Ciardi costino molto meno pur essendo di qualità e di fattura nettamente superiore. Mi farebbe piacere conoscere la Sua opinione in merito ai prezzi che vengono oggi praticati sul mercato. Sperando di non averLa annoiata Le porgo cordiali saluti. Paolo Liberati ----------------------------------------------------------------------------------------------------- Nome: paolo liberati Data: 27-02-2003 Cod. di rif: 179 E-mail: p_liberati@hotmail.com Oggetto: Gennaro Solito ed altro Commenti: Egregio Gran Maestro, Desidero innanzitutto complimentarmi con Lei per l'iniziativa del Laboratorio dell'eleganza dedicata alla Giacca Napoletana. Io abito a Roma e ho deciso che il Maestro Solito lo andrò a trovare a Napoli, ma sono certo che con questa iniziativa avrà fatto felici decine (almeno) di appassionati del Nord. Il valore culturale di quello che sta facendo è incalcolabile e credo senza precedenti nel nostro Paese. A proposito di Solito avrei un paio di domande da farLe. Mi chiedevo, e Le chiedo, se la giacche indossate da Salvatore Parisi nelle fotografie che lo ritraggono al seminario tenutosi in Roma dal titolo "Scegliere gli Avana" (Eventi - Novembre1999) e al Club Monsieur tenutosi al Pitti Uomo (Monsieur Marzo 2003) sono opera del Maestro Solito. Ciò che mi ha colpito nelle due giacche è un particolare a me assai caro: il terzo bottone coperto dal rever e l'asola "rivoltata" sul davanti. Poichè ho visto anche giacche del Maestro Solito con caratteristiche differenti da quelle indossate da Salvatore Parisi vorrei sapere in che misura il Maestro è disposto ad assecondare, fermi restanto i Suoi canoni stilistici, le richieste del cliente (ad esempio in tema di larghezza dei pantaloni, larghezza dei rever e via discorrendo). Le faccio infine i miei complimenti per lo splendido articolo pubblicato su Monsieur di Marzo, il mio solo rammarico è che dovrò aspettare un mese per leggere la seconda puntata! Cordiali Saluti Paolo Liberati ----------------------------------------------------------------------------------------------------- Nome: Paolo Liberati Data: 06-05-2003 Cod. di rif: 255 E-mail: p_liberati@hotmail.com Oggetto: Tessuti per l'estate Commenti: Egregio Gran Maestro, Il grande caldo è arrivato (32 gradi a Roma, 32 a Napoli, 30 a Milano) e con esso si ripresenta l’eterno dubbio, almeno per il sottoscritto, circa la scelta dei tessuti con i quali affrontare il passaggio dai rigori dell’inverno alla calura estiva (giacchè il clima primaverile sembra essere definitivamente saltato o, al massimo, limitato a poche settimane). Va detto fra l’altro che, anno dopo anno, la stagione estiva, ancorché vissuta al centro del mediterraneo, sembra assomigliare sempre di più al clima dei tropici (umidità sopra la media). Il fatto non mi dispiace per i miei sigari, che ne hanno tratto sicuro giovamento, ma mi mette in un certo imbarazzo nella scelta dei tessuti con cui far confezionare gli abiti ovvero i completi spezzati. So che Lei non ama i tessuti particolarmente leggeri e vorrei chiederLe quali tessuti consiglia per questa stagione e se ritiene che l’abito sfoderato sia una soluzione tipicamente estiva ovvero utilizzabile anche in situazioni invernali. In particolare Le vorrei chiedere se ritiene che l’abito sfoderato, soprattutto se di linea napoletana, contribuisca effettivamente a conferire maggiore scioltezza e morbidezza all’insieme. Cordiali saluti, Paolo Liberati Roma, 6 maggio 2003 ----------------------------------------------------------------------------------------------------- Nome: Paolo Liberati Data: 24-07-2003 Cod. di rif: 432 E-mail: p_liberati@hotmail.com Oggetto: Esquire Commenti: Egregio Gran Maestro, Nobili Cavalieri, Frequentatori del Castello, scrivo con riferimento alla reperibilità della rivista “Esquire”, di cui al gesso del Gran Maestro n. 427. Al riguardo desidero segnalare che i numeri arretrati di quella rivista, in particolari i numeri “storici” dal 1932 al 1939, possono essere acquistati rivolgendosi ai rivenditori americani specializzati nel commercio di riviste d’epoca. Fra gli altri segnalo: Periodissey (www.oldmagazines.com) e Gallagher’s (www.vintagemagazines.com). In particolare quest’ultimo, facendo seguito a una mia specifica richiesta di informazioni, mi ha così risposto: Re: Esquire magazine Good morning, we have actually available a full set of Esquire from 1932 to the 80' and almost complete after that. the early issues are $75 each (up to 1939), $50 (up to 1979) Best regards. Gallagher's Inoltre, numeri arretrati della rivista “Esquire” sono periodicamente messi all’asta sul sito www.ebay.com . Sempre con riferimento a “Esquire” credo che valga la pena segnalare l’opera da molti considerata una vera e propria “bibbia” dell’eleganza maschile e cioè “Esquire's Encyclopedia of 20th Century Men's Fashions” di O. E. Schoeffler e William Gale. Si tratta di un volume di 709 pagine riccamente illustrato (dovrebbe contenere oltre 800 immagini fra fotografie e disegni – uso il condizionale perché le informazioni in proposito sono scarse) che ripercorre la storia dell’eleganza maschile dal 1900 al 1971. Edito da McGraw-Hill nel 1973 è probabilmente l’opera più citata nelle bibliografie che si occupano di abbigliamento maschile. Il libro è fuori catalogo da anni ma è possibile acquistarlo presso rivenditori specializzati in libri rari e usati. Attualmente alcune copie sono in vendita presso Barnes & Noble (www.bn.com) e Amazon (www.amazon.com) a prezzi che oscillano fra i 500 e i 1500 dollari a seconda dell’edizione e delle condizioni del volume. Io ne ho ordinato una copia qualche giorno or sono e non appena l’avrò ricevuta saprò dirvi se effettivamente meriti la fama che quest’opera si è conquistata fra gli appassionati. Infine, sempre con riferimento al gesso n. 427, desidero segnalare che il primo numero della rivista “New Yorker” risale al 21 febbraio 1925. Cordiali saluti Paolo Liberati Roma, 24 luglio 2003 ----------------------------------------------------------------------------------------------------- Nome: Paolo Liberati Data: 29-07-2003 Cod. di rif: 441 E-mail: p_liberati@hotmail.com Oggetto: Esquire's Encyclopedia of 20th Century Men's Fashions Commenti: Egregio Gran Maestro, Sarò lieto di mettere a disposizione del Cavalleresco Ordine e in particolare del sig. Borrello, Curatore della Biblioteca dell’Ordine, l’ “Esquire's Encyclopedia of 20th Century Men's Fashions”. Sarà mia cura prendere contatto diretto con il sig. Borrello non appena avrò ricevuto il volume. Normalmente quando acquisto libri negli Stati Uniti me li faccio spedire via corriere, un mezzo certamente più costoso ma enormemente più rapido e sicuro. Tuttavia in questa occasione la spedizione via corriere non era disponibile, per cause che mi sono ignote. Ho dovuto quindi affidarmi ad una semplice spedizione via posta aerea internazionale e i tempi di consegna previsti sono di 2 – 4 settimane. Quindi, tenendo conto del fatto che il libro è stato spedito dagli Stati Uniti il 17 luglio, dovrebbe essere recapitato al più tardi intorno alla metà di agosto. Purtroppo precedenti esperienze mi hanno insegnato che questi tempi di consegna sono spesso disattesi quando ci si affida alla posta ordinaria. Staremo a vedere. Cordiali saluti, Paolo Liberati Roma, 29 luglio 2003 ----------------------------------------------------------------------------------------------------- Nome: Paolo Liberati Data: 15-09-2003 Cod. di rif: 539 E-mail: p_liberati@hotmail.com Oggetto: Esquire’s Encyclopedia of 20th Century Men’s Fashions Commenti: All’inizio del mese di settembre, dopo una lunga e trepida attesa, mi è stata recapitata, avvolta in un sacco di iuta su cui era impresso il timbro a fuoco della US Mail, la tanto agognata “Esquire’s Encyclopedia of 20th Century Men’s Fashions“. Mi scuso con i frequentatori di questa lavagna per non averne dato immediata notizia, come promesso, ma a mia parziale discolpa posso affermare di essere stato animato dalle migliori intenzioni. Era mio desiderio, infatti, completare la lettura dell’opera e pubblicarne una recensione su questa lavagna a beneficio dei suoi frequentatori. Il signor Pugliatti tuttavia mi richiama , giustamente, all’ordine e mi sollecita notizie sull’opera. Abbandono dunque il mio proposito, che, per la verità, viste le dimensioni dell’opera, era forse destinato a non vedere la luce prima di qualche mese, per fornire un primo contributo informativo circa l’Encyclopedia. Si tratta, come già anticipato nel mio precedente gesso sull’argomento, di un’opera imponente, ben oltre le 700 pagine fitte di testo stampato a caratteri molto piccoli. L’apparato iconografico è di tutto rilievo, le illustrazioni sono infatti oltre 800. Quasi tutte, per la verità, in bianco e nero - le pagine a colori sono infatti solo 16 - e questo è certamente un difetto tenuto conto dell’argomento trattato. Tuttavia la ricchezza dei contenuti è tale da compensare abbondantemente questa piccola pecca. Disegni (Longfellow e non solo), bozzetti, fotografie d’epoca, annunci pubblicitari etc., nell’Encyclopedia c’è veramente di tutto. La struttura dei capitoli è curiosamente molto simile alla serie “Vestire Uomo” scritta dal Gran Maestro. Ogni capitolo si occupa di un aspetto diverso dell’eleganza maschile (abiti, camicie, scarpe, gioielleria, valigeria, profumeria etc.) e ne traccia l’evoluzione storica dall’inizio del secolo fino agli ani 70. I testi attingono quasi completamente a quanto pubblicato dalla rivista Esquire nel corso degli anni, e ne rappresentano quindi una sorta di gigantesco riassunto. Per dare ai lettori un’idea della vastità degli argomenti trattati trascriverò l’indice dell’opera e lo pubblicherò nel mio prossimo gesso. Infine vorrei confermare che è mia intenzione mettere quest’opera a disposizione del lavoro che sta portando avanti il sig. Borrello per la biblioteca dell’ordine affinché la stessa possa (leggi sul copyright permettendo) essere a disposizione di tutti i frequentatori del castello. Informo in proposito il sig. Borrello che invierò al suo indirizzo e-mail il mio recapito telefonico privato affinché ci spossa mettere presto in contatto. Paolo Liberati Roma, 15 settembre 2003 ----------------------------------------------------------------------------------------------------- Nome: Paolo Liberati Data: 19-09-2003 Cod. di rif: 543 E-mail: p_liberati@hotmail.com Oggetto: Encyclopedia Commenti: Gentili Signori, Come promesso trascrivo qui di seguito l’indice dell’Encyclopedia che, credo, potrà dare una prima idea della vastità dei temi trattati. Esquire’s Encyclopedia of 20th Century Men’s Fashions Table of Contents vi Founding Editor’s Note viii Introduction 2 Suits 44 Sports Jackets 74 Pantology 94 Topcoats and Overcoats 124 Casual Outerwear 144 Fur Coats 150 Rainwear 166 Formal Evening Wear 192 Waistcoats and Cummerbunds 198 Dress Shirts 216 Sport Shirts 228 Neckwear 250 Mufflers 256 Handkerchiefs and Squares 260 Jewelry 270 Belts and Braces 282 Socks 292 Footwear 322 Headwear 344 Gloves 350 Knits 372 Underwear 378 Sleepwear 386 Robes 396 Canes and Umbrellas 402 Golf Clothes 414 Tennis Clothes 432 Skiwear 444 Riding Clothes 450 Western Wear 454 Shooting Clothes 460 Fishing Clothes 564 Yachting and Sailing Clothes 468 Toiletries 478 Styling and Care of Hair 486 Glasses and Sunglasses 490 Luggage 502 Leather Goods 510 Evolution of Apparel Manufacturing 524 Development in Closures 528 Fibers 554 Process of Fabric Manufacture 564 Weaves 566 Fabric Finishes 570 Color and Color Combinations 578 Influences on Fashion 586 Fashion Cycles 594 Fads and Foibles 602 Designers 644 Glossary 690 Index Ricordo che il testo è stampato a caratteri molto piccoli e su più colonne per pagina e che quindi gli argomenti sono trattati in modo molto approfondito nonostante il carattere enciclopedico dell’opera tenda inevitabilmente a dare soprattutto un quadro storico generale di ciascun tema. La quantità di informazioni e dettagli offerti è davvero prodigiosa soprattutto in considerazione dell’alta qualità dei testi che come ho già avuto modo di scrivere attingono all’immenso archivio della rivista “Esquire”. Ma ci sarà tempo per tornare a commentare quest’opera che spero possa presto essere a disposizione di tutti gli appassionati frequentatori del Castello. Vorrei ora contraccambiare i ringraziamenti ricevuti dal Gran Maestro per il mio modesto contributo al contenuto di questa lavagna. Quanto ho finora ricevuto frequentando questo Castello, in termini di cultura e di sapere, supera di gran lunga quel poco che, molto volentieri, ho dato. Ringrazio il Gran Maestro e tutti coloro che hanno dato il loro contributo di conoscenza a questo sito per la miniera di informazioni, suggerimenti, consigli, notizie che sono state tempo per tempo pubblicate e che hanno rappresentato e rappresentano per me una fonte di sapere ormai divenuta insostituibile e irrinunciabile. Credo davvero che si stia costruendo qualcosa di unico e sono onorato di poter dare il mio piccolo contributo all’edificazione di quella che il Gran Maestro ha definito “una cattedrale”. Al riguardo vorrei informare che sono attualmente alla ricerca di due ulteriori testi da tempo fuori catalogo ma che non dispero di riuscire a procurarmi nel consueto circuito dei rivenditori americani di libri rari e usati. Si tratta dei seguenti volumi entrambi pubblicati dalla “branch” americana di Rizzoli: - Men in Style: The Golden Age of Fashion from Esquire by Woody Hochswender, Kim Johnson Gross (Editor) (Hardcover - 1993) - The Savile Row: An Illustrated History by Richard Walzer (Hardcover – 1989) Mi risulta che entrambi i volumi siano riccamente illustrati. Vorrei poi dire al sig. Pugliatti che comprendo benissimo lo spirito che lo animava quando ha sollecitato il mio intervento sull’ Encyclopedia. Sappia che non mi ha disturbato affatto, anzi lo ringrazio per avermi dato l’impulso decisivo a scrivere mettendo da parte, almeno per il momento, chimerici progetti che probabilmente non sarei riuscito a portare a termine prima di lungo tempo. Infine, e mi scuso per la verbosità, vorrei segnalare a quanti si trovassero a passare per Roma, una curiosità. Ieri l’altro, prima di partire per un breve viaggio di lavoro, mi sono recato in visita nell’atelier romano di Rubinacci in Via di Fontanella Borghese. Con grande emozione ho potuto ammirare esposta in vetrina una giacca del 1930 che mi ha letteralmente abbagliato per la sua bellezza e per il fascino storico che emanava. Si tratta di un blazer doppiopetto bianco (ritengo di gabardine, a là Victor Laszlo) già esposto al Fashion Institute of Technology di New York. Ciò che mi ha colpito in particolare è stato il capospalla, totalmente privo di imbottitura e di ovatta, tale da non creare neanche la minima increspatura rispetto al punto di attaccatura. Magnifico. Paolo Liberati Roma, 19 settembre 2003 ----------------------------------------------------------------------------------------------------- Nome: Paolo Liberati Data: 25-09-2003 Cod. di rif: 549 E-mail: p_liberati@hotmail.com Oggetto: Esquire's Encyclopedia - Al signor Pugliatti Commenti: Acquistare una copia dell’Encyclopedia è relativamente facile. Basta collegarsi per esempio con il sito Internet di Amazon (www.amazon.com) ovvero di Barnes & Noble (www.bn.com) ed effettuare una ricerca nella sezione “Books” del primo ovvero nella sezione “Used and Out of Print” del secondo inserendo le parole “Esquire’s Encyclopedia of 20th Century Men’s Fashions”. Se vi sono copie disponibili si viene trasportati automaticamente in una pagina che consente di visualizzare le librerie specializzate che le mettono in vendita e i relativi prezzi. Per acquistare è sufficiente avere una carta di credito e seguire le istruzioni. Oggi (25 settembre 2003) non vi sono copie dell’ Encyclopedia in vendita su Barnes & Noble (io ho acquistato la mia copia tramite loro) mentre su Amazon sono in vendita due copie al prezzo rispettivo di $ 688 e $ 850. Tenga presente che il prezzo varia a seconda dello stato di conservazione del libro, che viene sempre dettagliatamente descritto nel relativo annuncio, e dell’edizione. Esiste infatti anche una edizione di lusso in “quarto” (“large stout quarto”) che ogni tanto è reperibile ad un prezzo di circa $ 1500. Io ho pagato la mia copia circa $ 580. Come vede si tratta di cifre importanti per un libro che in origine costava $ 35. Ciò detto Le consiglierei di attendere prima di acquistare l’opera che comunque da qualche anno a questa parte è sempre stata più o meno regolarmente disponibile sul mercato e ritengo che lo sarà anche per il futuro. Le dico questo perché sebbene sia lusingato dal fatto che Lei si sia deciso ad acquistare l’opera sulla base delle “rassicurazioni” da me fornite vorrei tuttavia che la Sua decisione non fosse basata esclusivamente sul mio giudizio che, come ho scritto, è un giudizio ancora incompleto e assolutamente preliminare. Infatti è possibile che Lei ed io si abbia aspettative, gusti e interessi diversi e conseguentemente diversi modi di giudicare la medesima cosa. Lei ad esempio mi chiede come viene trattato dall’Encyclopedia il periodo 50 –63. Ebbene sono certo che il mio giudizio su questo punto sarebbe probabilmente diverso dal Suo, in quanto Lei è notoriamente un esperto di quel periodo mentre io non lo sono. Per quanto mi riguarda posso dirLe di aver trovato la parte grafica relativa al periodo 50 - 63 piuttosto deludente soprattutto se paragonata alla ricchezza della parte grafica del periodo 30 –40. Probabilmente ciò è dovuto al fatto che gli anni d’oro di Esquire (nonché di Apparel Arts e Gentlemen’s Quarterly che sono le altre due riviste a cui spesso l’Encyclopedia fa riferimento) sono stati, per quanto riguarda la parte grafica, proprio gli anni del periodo 30 – 40. Per quanto riguarda la parte espositiva invece posso dirLe che mi sembra particolarmente ricca e ben curata come del resto lo è tutta l’opera. Ma anche su questo punto Lei forse potrebbe dissentire se avesse la possibilità di leggere personalmente l’Encyclopedia. Non vorrei che l’entusiasmo da me manifestato nei precedenti gessi avesse generato eccessive aspettative nei confronti di un’opera che è certamente unica ma altrettanto certamente non è priva di difetti che a volte possono apparire anche macroscopici. Io continuo a ritenere che si tratti di un lavoro unico nel suo genere per mole e per contenuti e che si tratti, comunque la si voglia giudicare, di un’opera che non può mancare nella biblioteca di chi sia seriamente interessato alla storia dell’abbigliamento maschile. Tuttavia, come ho detto, essa non è priva di difetti. Non sono in grado di elencarli tutti né di fornire una completa disamina dell’opera poiché non ho avuto ancora modo di leggerla per intero, e in ogni caso, anche se lo avessi fatto, si tratta comunque di un’opera talmente complessa da non poter essere giudicata all’esito di una sola lettura essendo destinata a rivelare i suoi frutti solo nel lungo periodo. Proverò comunque, per bilanciare le mie precedenti lodi, ad elencare qualcuno dei punti deboli più evidenti: 1. Innanzitutto è un’opera che affronta il suo tema principale, cioè la storia dell’abbigliamento maschile, in un’ottica esclusivamente americana. L’Europa, la grande tradizione inglese di Savile Row e la scuola Italiana, appaiono solo sullo sfondo o in controluce. 2. Il carattere enciclopedico dell’opera, sebbene tutti i temi siano trattati diffusamente, tende inevitabilmente a togliere spazio ad argomenti importanti che si sarebbe preferito avessero maggiore spazio. Così ad esempio abbiamo circa 15 pagine (ricordo che ciascuna pagina è stampata su tre colonne con testo corpo 8 o inferiore) sull’abbigliamento da tennis e solo 3 pagine dedicate ai diversi tipi di disegni sui tessuti (Weaves). 3. Anche io come il sig. Pugliatti ero particolarmente attratto dalla data di pubblicazione dell’opera, il 1973, e ho fatto i medesimi ragionamenti circa i vantaggi derivanti dall’assenza degli stilisti anni ’80. Tuttavia ho potuto constatare che l’opera risente già molto del periodo in cui è stata stampata (i famigerati anni ’70) e dedica parecchio spazio alle tendenze di quel momento. Fra l’altro vi è un capitolo davvero singolare e certamente curioso per chi si occupi di storiografia della moda (intitolato Designers) che per ben 42 pagine presenta una cinquantina stilisti dell’epoca, la gran parte dei quali a me totalmente ignoti e oggi comunque quasi totalmente dimenticati. 4. La complessiva qualità delle riproduzioni grafiche e fotografiche dell’edizione in mio possesso è comunque inferiore allo standard che oggi, nel 2003, ci aspetteremmo da un’opera di questo genere (si veda ad esempio il bellissimo “Dressing the Man” di Alan Flusser). 5. A fronte delle 42 pagine dedicate ai “Designers” non vi è un capitolo che si occupi della sartoria su misura e questa resta per me la pecca più grave. Tutto ciò premesso credo che il modo migliore per rendersi conto di che cosa veramente sia l’Encyclopedia ed eventualmente per decidere di acquistarla sia avere la possibilità (che per la verità io non ho avuto) di poterla esaminare, almeno in parte, preventivamente. A questo proposito informo di aver fornito al curatore della biblioteca dell’Ordine, sig. Italo Borrello, i miei recapiti telefonici e che conto di poterlo incontrare quanto prima per affidargli l’opera. Se il Gran Maestro è d’accordo, e senza con ciò voler anticipare progetti che riguardano il futuro, si potrebbe ipotizzare di utilizzare uno scanner per pubblicare sul sito (Taccuino di viaggio o altra sezione) uno o due capitoli dell’opera in modo che tutti possano prenderne visione. Non so se la cosa sia tecnicamente possibile, ma se lo fosse sarei volentieri disposto a collaborare. Paolo Liberati Roma, 25 settembre 2003 ----------------------------------------------------------------------------------------------------- Nome: Paolo Liberati Data: 20-10-2003 Cod. di rif: 636 E-mail: p_liberati@hotmail.com Oggetto: Richard Anderson Commenti: Il sarto inglese Richard Anderson, di cui ha recentemente scritto su questa lavagna Micheal Alden, ha un proprio sito intenet che può essere visitato all'indirizzo www.richardandersonltd.com. Sul sito è possibile leggere una rassegna della stampa che si è occupata di questo giovane sarto, nonchè scaricare fotografie ad alta risoluzione di alcune sue creazioni. Paolo Liberati ----------------------------------------------------------------------------------------------------- Nome: Paolo Liberati Data: 20-10-2003 Cod. di rif: 637 E-mail: p_liberati@hotmail.com Oggetto: Errata corrige Commenti: La fretta è, come al solito, cattiva consigliera. Nel mio precedente messaggio ho inavvewrtitamente invertito due vocali del nome di Michael Alden, nei cui confronti mi scuso. Ho inoltre erroneamente indicato la presenza di una rassegna stampa nel sito del sarto Richard Anderson. Non di rassegna stampa si tratta, ma bensì di comunicati stampa emessi dalla stessa sartoria. Paolo Liberati ----------------------------------------------------------------------------------------------------- Nome: Paolo Liberati Data: 21-10-2003 Cod. di rif: 640 E-mail: p_liberati@hotmail.com Oggetto: Richard Anderson e altro Commenti: Egregio Mr. Alden, Innazitutto la ringrazio per la segnalazione di Richard Anderson che, a quanto ho potuto vedere, va senz'altro annoverato fra i nuovi grandi maestri inglesi. Vorrei aggiungere in proposito che quando ho visto le fotografie degli abiti realizzati dal maestro Anderson ho subito notato una grande affinità con lo stile della storica maison “H Huntsman & Sons”. Giacche monopetto chiuse da un solo bottone, taglio militaresco che rinvia allo stile degli “hacking jackets”, spalla naturale ma, come lei stesso giustamente rileva, leggermente imbottita. Ho appreso poi, leggendo alcune “press releases” che in effetti Richard Anderson, prima di avviare il suo personale business, è stato il più giovane “head cutter” nella storia di Huntsman e che il suo attuale socio Brian Lishak è stato “managing director” sempre di Huntsman. Lei dice che il maestro Anderson, se richiesto, può realizzare abiti nello stile di Anderson & Sheppard, che come sappiamo è praticamente l’opposto di quello di Huntsman & Sons. Non metto assolutamente in dubbio che Richard Anderson sia tecnicamente in grado di realizzare qualsiasi tipo di abito e tuttavia vorrei chiederle se non crede però che, volendo un abito “a la” Anderson & Sheppard, sia meglio rivolgersi ad un sarto che viene da quella particolare scuola. In genere si dice infatti che è sempre meglio non chiedere ad un sarto con un suo stile ben definito di realizzare qualcosa di completamente diverso, in altre parole, di stravolgere il suo stile. So che a Londra lavora un giovane sarto, di nome Steven Hitchcock, che ha lavorato nove anni presso Anderson & Sheppard, e che si è specializzato nel “soft look” tipico di quella maison. Vorrei chiederle se ne ha sentito parlare e se conosce altri sarti londinesi specialisti del “soft look” di Anderson & Sheppard. Le invio i miei più sinceri e cordiali saluti, Paolo Liberati ----------------------------------------------------------------------------------------------------- Nome: Paolo Liberati Data: 21-11-2003 Cod. di rif: 770 E-mail: p_liberati@hotmail.com Oggetto: Edizione speciale Commenti: Egregio Gran Maestro, Mi associo alle parole del Sig. Rizzoli circa i Laboratori d'Eleganza e la incoraggio a realizzare l'edizione speciale dedicata ai nodi per cravatta. Sono certo che il quorum da lei indicato sarà presto raggiunto e mi auguro fortemente che la sede prescelta sia Napoli. Paolo Liberati ----------------------------------------------------------------------------------------------------- Nome: Paolo Liberati Data: 26-11-2003 Cod. di rif: 792 E-mail: p_liberati@hotmail.com Oggetto: Ringraziamenti Commenti: Ho appreso con gioa che il laboratorio (anzi dovrei dire i laboratori, visto che si terranno a Milano e a Napoli) dedicato ai modi di annodare la cravatta è stato approvato a larga maggioranza (c'era da dubitarne?). Alla gioia si è aggiunta la sorpresa e l'emozione di scoprire che riceverò, insieme a pochi altri fortunati, l'omaggio di una cravatta su misura confezionata per l'occasione da Marinella. Desidero esprimere la mia immensa gratitudine all'isuperabile Gran Maestro e al grandissimo Maurizio Marinella per il privilegio accordatomi oltre che per il loro inestimabile contributo alla causa dell'Eleganza e della Bellezza. Paolo Liberati ----------------------------------------------------------------------------------------------------- Nome: Paolo Liberati Data: 03-12-2003 Cod. di rif: 803 E-mail: p_liberati@hotmail.com Oggetto: The 30's Style e "Men in Style" Commenti: Ringrazio il signor Pugliatti per la sua cortese risposta. In effetti anche il Maestro Celentano mi aveva indicato gli anni '50 come il periodo in cui l'attuale linea dei pantaloni classici si andò affermando. A supporto di questa informazione mi mostrò dei bellissimi figurini inglesi risalenti a quell'epoca. Per quanto riguarda l'altezza della vita e l'uso delle bretelle ritengo che si tratti di una scelta soggettiva che non incide sulla classicità o meno della linea dei pantaloni. Personalmente la preferisco piuttosto alta con possibilità di utilizzare le bretelle. Per quanto riguarda "Men in Style" ricordo di averlo segnalato il 19 settembre nel mio gesso n. 543 insieme a un altro testo intitolato "Savile Row: The Illustrated History". Ho ordinato entrambi i libri pochi giorni fa su Amazon.ca, cioè la filiale canadese di Amazon. Il testo su Savile Row era immediatamente disponibile presso una rivendita di libri usati collegata con il circuito Amazon ed è stato regolarmente spedito (per posta area internazionale, prevedo quindi tempi di consegna piuttosto lunghi). Per quanto riguarda "Men in Style" di Woody Hochswender, Amazon.ca, al contrario della casa madre americana, offre la possibilità di ordinare il libro e assicura un servizio di ricerca dello stesso, promettendo di notificare l'esito delle ricerche nel giro di 2-4 settimane. Io ho ordinato il libro anche se non mi faccio troppe illusioni sulla possibilità che venga effettivamente reperito. In ogni caso l'addebito su carta di credito avviene solo dopo che il libro è stato acquisto da Amazon. Infine, il sig. Pugliatti avrà certamente notato che fra la bibliografia citata da "The 30's Style" c'è anche la famosa "Esquire's Encyclopedia" (di cui viene riprodotta la copertina). In proposito debbo delle scuse al sig. Pugliatti e a tutti gli altri frequentatori del sito cui avevo promesso l'inserimento sul Taccuino di estratti dell'opera. Purtroppo problemi tecnici mi hanno impedito per ora di procedere, ma posso garantire che la promessa, anche se con ritardo, sarà mantenuta. Paolo Liberati ----------------------------------------------------------------------------------------------------- Nome: Paolo Liberati Data: 06-09-2004 Cod. di rif: 1577 E-mail: p_liberati@hotmail.com Oggetto: Esquire's Encyclopedia of 20th Century Men's Fashions Commenti: Egregio signor De Paz, Desidero innanzitutto scusarmi per il ritardo con cui rispondo al Suo gesso n. 1535 ma per alcuni giorni non ho avuto la possibilità di collegarmi alla Rete. Le posso confermare di avere acquistato, circa un anno fa, l’opera intitolata “Esquire's Encyclopedia of 20th Century Men's Fashions” della quale ho avuto modo di parlare oltre che nel gesso da lei citato anche nei gessi nn. 432, 441, 539, 543, e in particolare nel gesso n. 549 dove ho persino azzardato un giudizio critico. Non ho potuto mantenere tuttavia la promessa di pubblicare estratti fotografici dell’Encyclopedia perché sprovvisto delle necessarie attrezzature tecniche. Di questo mi rammarico e mi scuso con i frequentatori del sito. Attualmente l’Encyclopedia è custodita, insieme ad altri testi di pari o maggior valore e tutti egualmente rari, presso il laboratorio del Maestro Celentano a disposizione dei Cavalieri romani, ma sarò lieto di metterla a Sua disposizione, per tutto il tempo che riterrà necessario, nel caso in cui volesse consultarla. Trovandomi a Milano per motivi di lavoro sono nell’impossibilità di spedirgliela immediatamente, ma l’amico Italo Borrello, con la sua consueta generosità e cortesia, si è offerto di provvedere personalmente alla spedizione. Chiudo infine complimentandomi con Lei per l’alta qualità del lavoro che sta realizzando e che rappresenta una delle vette più alte raggiunte dal nostro sito. Da vecchio navigatore dei mari di Internet nonché da appassionato bibliofilo raramente ho trovato tali livelli di eccellenza e di competenza in questa specifica materia. Da questo punto di vista temo che l’Encyclopedia la deluderà. Numquam servavi. Paolo Liberati Milano, 6 settembre 2004 ----------------------------------------------------------------------------------------------------- Nome: Paolo Liberati Data: 30-11-2004 Cod. di rif: 1792 E-mail: p_liberati@hotmail.com Oggetto: Maestri Napoletani Commenti: Impareggiabile Gran Maestro, Vorrei chiederTi notizie di due Maestri napoletani di cui sento parlare molto: Pastena e Pirozzi. Mi farebbe piacere conoscere la Tua illustre opionione su di loro e qualche dettaglio tecnico sul loro stile (in particolare relativamente al capospalla: concavo o convesso?). Cavallereschi saluti. Paolo Liberati ----------------------------------------------------------------------------------------------------- Nome: Paolo Liberati Data: 20-12-2004 Cod. di rif: 1839 E-mail: p_liberati@hotmail.com Oggetto: Un bavero largo quanto la Senna Commenti: Illustre Gran Maestro, Ogni tanto, per il puro piacere degli occhi e dello spirito, ho l'abitudine di tornare a soffermarmi sulla splendida giacca di harris tweed in spinato nei colori lovat da Te esibita sullo sfondo della Ville Lumiere (cod. rif. 299). Ti sarò infinitamente grato se vorrai rivelare a me e agli altri appassionati lettori di questa lavagna chi è il Maestro autore di un tale capolavoro. Cavallereschi saluti, Paolo Liberati Milano, 20 dicembre 2004 ----------------------------------------------------------------------------------------------------- Nome: Paolo Liberati Data: 17-11-2005 Cod. di rif: 2221 E-mail: p_liberati@hotmail.com Oggetto: Anthony Sinclair Commenti: Desidero ringraziare pubblicamente il sig. Pugliatti per aver chiarito (cfr. Taccuino 2107)chi è in realtà il sarto raffigurato nella fotografia da me inserita nell'ambito di una serie dedicata al maestro Panico (cfr. Taccuino 2090). Avevo in effetti espresso qualche dubbio sull'identità del personaggio ma devo ammettere che l'errore è stato abbastanza grossolano tenuto conto delle differenze stilistiche che corrono fra i due saerti in questione. Mi consolo pensando che, se non altro, il mio errore ci ha offerto l'opportunità di leggere le interessanti informazioni pubblicate dal sig. Pugliatti su Anthony Sinclair. Come dicono i nostri amici britannici "I stand corrected". Cavallereschi saluti, Paolo Liberati ----------------------------------------------------------------------------------------------------- |
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